Dottor Filippo Ongaro Medico Chirurgo Ordine dei Medici di Treviso n°04810 Vice-Presidente Associazione Medici Italiani Anti-Aging Board Certified American Board Anti-Aging & Regenerative Medicine Diplomate Institute for Functional Medicine Linee guida alimentari BASI TEORICHE L'idea che la nutrizione moderna sia ricca e ci fornisca tutto ciò di cui abbiamo bisogno è profondamente sbagliata. Sempre più dati scientifici mostrano come l'alimentazione occidentale sia ricca di calorie ma povera di nutrienti. Le malattie croniche e i problemi di salute completamente o parzialmente legati alla dieta rappresentano il più grosso problema medico di oggi. Come per tutte le altre specie, gli esseri umani sono geneticamente adattati all’ambiente dei loro predecessori, un ambiente che d’altra parte l’uomo ha profondamente mutato in termini di dieta, produzione dei cibi, stili di vita ed inquinamento. Questi cambiamenti sono iniziati circa 10.000 anni fa con l’introduzione dell’agricoltura e dell’addomesticamento ed allevamento degli animali ed essendo quindi molto recenti da un punto di vista evolutivo, non hanno permesso un completo adattamento dell’organismo umano. Questo significa che pur avendo cambiato il nostro ambiente naturale, non abbiamo variato la nostra fisiologia e quindi siamo vittime del conflitto tra vita moderna e condizioni che il nostro corpo e la nostra mente richiedono per essere sani. Recenti studi scientifici hanno messo in evidenza almeno dell’alimentazione moderna contro i quali è bene proteggersi: 7 fattori negativi 1. Carico glicemico eccessivo La capacità di aumentare rapidamente lo zucchero nel sangue è detta indice glicemico del cibo (IG). Il carico glicemico di un pasto è invece l’effetto che l’intero pasto ha sul glucosio ematico. Per esempio i carboidrati in un melone hanno un elevato IG ma la quantità presente è piuttosto limitata e quindi un pasto a base di melone avrà un carico glicemico basso. I cibi con basso IG, grazie a digestione ed assorbimento lenti, inducono un aumento graduale dello zucchero nel sangue e dei livelli di insulina, con effetti positivi sulla salute provati scientificamente. I cibi con basso IG migliorano i livelli di glucosio e lipidi in diabetici (tipo I e II). Sono vantaggiosi per il controllo del peso corporeo perchè aiutano a controllare l’appetito e a ritardare la fame. Diete con basso IG riducono i livelli di insulina ed il rischio di resistenza insulinica. Al contrario i cibi con alto IG vengono assorbiti rapidamente ed inducono un picco nel glucosio ematico e di conseguenza un forte rilascio di insulina. Dunque i valori di IG sono un elemento essenziale per distinguere i cibi sani da quelli nocivi. Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 1 Esempi di cibo a basso ed alto indice glicemico. Cibi a basso indice glicemico Cibi ad alto indice glicemico - - Verdure Frutta Legumi Noci e frutta secca Semi Olio d’oliva Grani integrali Te Erbe e spezie Farine e cibi a base di farine raffinate Grani raffinati (pasta, riso, pane) Zucchero in tutte le forme Cibi processati e raffinati Cibi spazzatura (e.g. fast food) Patate farinose La ricerca scientifica ci suggerisce che cibi ad alto IG causano una ripetuta sovraproduzione di insulina che porta ad una resistenza insulinica, una condizione in cui le cellule che normalmente rispondono all’insulina rimuovendo lo zucchero dal sangue, diventano meno sensibili agli effetti di questo ormone. L’uso di cibi con eccessivo IG, alti livelli di insulina e resistenza insulinica sono associati a molte condizioni mediche tra cui l’obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e certi tipi di cancro. Inoltre livelli costantemente alti di glicemia favoriscono i processi di glicazione, cioè reazioni in cui lo zucchero si lega a proteine cambiandone la struttura. La glicazione è associata all’invecchiamento e a malattie degenerative come l’Alzheimer. È stato dimostrato in molti studi come passare a cibi con basso IG riduca la resistenza insulinica, aiuti a controllare l’appetito, acceleri la perdita di peso, migliori il controllo glicemico in diabetici, abbassi i livelli di colesterolo totale e di LDL (colesterolo cattivo) ed aumenti quelli di HDL (colesterolo buono). A lungo termine la resistenza insulinica può causare una condizione nota come Sindrome Metabolica o pre-diabete, caratterizzata anche da ipertensione, dislipidemia (disturbi legati ai livelli di colesterolo ed altri lipidi ematici) ed un’aumentata circonferenza addominale. La causa di base è una diminuita capacità di risposta insulinica in alcuni tessuti come muscoli, grasso e fegato. Se non trattata la Sindrome Metabolica può portare a malattie come ipertensione essenziale, obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Gli zuccheri nella dieta sono davvero aumentati in maniera drammatica. Basti pensare che il consumo di saccarosio nel Regno Unito era di 6.8 Kg per persona nel 1815 e 54.5 Kg nel 1970. In USA nel 200 il consumo annuale era nel 2000 di 69.1 Kg! 2. Composizione degli acidi grassi La dieta moderna ha una quantità eccessiva di grassi saturi, trans (idrogenati) e polinsaturi Omega 6 ed è invece carente in acidi grassi omega 3. Livelli eccessivi di acidi grassi saturi e trans sono stati messi in relazione con malattie cardiocircolatorie, infiammazioni croniche e tumori mentre gli acidi grassi omega 3 hanno proprietà protettive per il cuore, riducono l’infiammazione, la coagulazione del sangue, la crescita della placca aterosclerotica e la pressione arteriosa. Ancora più negativi sono gli effetti di una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri che, a causa dell’elevato indice glicemico, fa aumentare i trigliceridi e le LDL e riduce invece le HDL. 3. Rapporto tra macronutrienti Il rapporto tra proteine, carboidrati e grassi è cambiato di molto rispetto ai valori che hanno plasmato il nostro metabolismo. I nostri predecessori cacciatori-nomadi assumevano circa il 20-35% di proteine ed il 22-40% di carboidrati. Oggi la media è di 51.8% di Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 2 carboidrati e 15.4% di proteine con 32.8% di grassi. Inoltre le proteine sono diventate più povere a causa dei pessimi regimi alimentari degli animali di allevamento, i carboidrati sono per lo più raffinati e privi di fibra ed i grassi in prevalenza saturi. Questi cambiamenti hanno un impatto sul metabolismo visto che, per esempio, le proteine hanno un effetto termogenico di 3 volte superiore a grassi e carboidrati e saziano molto di più, riducendo il rischio di sovraalimentazione. 4. Densità di micronutrienti I carboidrati raffinati sono sostanzialmente privi di vitamine e minerali. La frutta e la verdura coltivata ha concentrazioni di vitamine e minerali molto inferiori ai frutti e alle verdure in natura. La dieta moderna è dunque carente in vitamine, minerali e fito-nutrienti e sebbene il rischio di avitaminosi sia basso, molti scienziati ritengono che siano molto comuni carenze croniche che causano inefficienze metaboliche che sono alla base di molte malattie. 5. Equilibrio acido-base La dieta moderna è eccessivamente acida e causa una acidosi metabolica cronica che peggiora con l’età e con il peggioramento della funzionalità renale. Tutte le civiltà preistoriche seguivano diete basiche per l’assenza di cereali e di cibi ricchi di calorie che hanno sostituito frutta e verdura. Una dieta basica previene l’osteoporosi, la perdita di tessuto muscolare, i calcoli renali, l’ipertensione e l’insufficienza renale. 6. Equilibrio sodio-potassio La sostituzione di frutta e verdure con cereali e latticini e l’introduzione del sale da tavola ha aumentato cronicamente l’introito di sodio rispetto a quello di potassio. Frutta e verdura contengono infatti 4-12 volte più potassio di latte e cereali. Si ritiene che il consumo di sodio sia il 400% più alto che nelle società primitive e questo può essere alla base dell’ipertensione, delle malattie cardiocircolatorie, dei calcoli renali, dell’osteoporosi, dei tumori del tratto gastrointestinale, dell’asma e dell’insonnia. 7. Contenuto di fibra A causa della quantità di cereali raffinati e zuccheri, la dieta moderna è estremamente povera di fibra. La fibra è essenziale per una corretta funzionalità gastrointestinale e per rallentare l’assorbimento di zuccheri e grassi. RESTRIZIONE CALORICA E NUTRIGENOMICA Una riduzione controllata dell’introito calorico con in parallelo un aumento del consumo di micronutrienti e fitonutrienti è l’indicazione principale che emerge dalla nutrigenomica, un nuovo ramo della scienza dell’alimentazione che studia gli effetti dei cibi sull’espressione genica. Dal calcolo delle calorie come unico elemento della dieta si passa oggi ad una esclusione dei cibi inutili da un punto di vista terapeutico e ad un uso più massiccio di sostanze dagli effetti molecolari certi. Oggi si tende quindi, come prima linea di intervento, a porre la massima attenzione sulla tipologia di cibo prima che sulla quantità. L’APPROCCIO ALIMENTARE In un approccio nutrigenomico non si pesano i cibi ma si escludono gli alimenti ritenuti non sani. Il cibo viene visto non solo come introduzione di calorie ma come informazione in grado di modulare l’attività cellulare. Per questo si punta a correggere i segnali informativi che arrivano alla cellula e che regolano il metabolismo. I cibi consentiti permettono di raggiungere tale obiettivo. Questo fa si che la persona impari ad auto-regolare Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 3 l’introduzione del cibo non esponendosi ai famosi effetti yo-yo tipici delle diete ipocaloriche classiche. L’obiettivo finale è raggiungere il peso ideale e mantenerlo e continuare ad assumere cibo che contribuisce a prevenire le malattie cronico-degenerative e non che ne favorisce l’insorgenza. Prime 4-6 settimane: detossificazione e perdita di peso Il medico ti chiederà di mangiare solo i cibi contenuti in questa lista e di eliminare tutto il resto per 4-6 settimane: - Frutta fresca possibilmente biologica (massimo 3 pezzi al giorno) Verdure possibilmente biologiche (non in barattolo ma fresche o surgelate senza additivi) Spezie in forma naturale (curry, peperoncino, ecc) Avocado Prodotti e latte di soia o latte di riso Legumi e soia Riso integrale e gallette di riso integrale Olio di oliva Pesce (tutto ma in prevalenza sgombro, sarde, sardine, merluzzo) Carne (pollo, tacchino, agnello senza pelle, carne rossa solo se di animali al pascolo e 1-2 volte alla settimana) Noci e semi naturali senza sale (mandorle, anacardi, noce di cocco, ecc.) Tè verde, infusi, tisane E’ importante che l’eliminazione sia assoluta e che le quantità vengano introdotte a seconda delle necessità metaboliche e dell’appetito. Nelle prime settimane il paziente deciderà in autonomia quanto mangiare dei cibi elencati e solo se necessario si procederà ad una dieta completamente controllata. Se ha più fame è permesso mangiare di più ma solo scegliendo tra i cibi sopra elencati. Se la perdita di peso non è stata sufficiente o sono necessarie ulteriori perdite, la prima fase verrà prolungata ulteriormente. Dopo le prime 4-6 settimane: mantenimento e prevenzione Successivamente sarà possibile introdurre gradualmente altri cibi seguendo il seguente schema: • • • Uova Pane integrale Pasta integrale e altri grani solo se integrali (kamut, quinoa, amaranto, grano saraceno, ecc) E’ importante introdurre 1 cibo alla volta ed in abbondanza. Aspetti 48 ore per osservare se vi sono reazioni (mal di testa, disturbi gastrointestinali, reazioni cutanee, etc.). La procedura è la seguenteà Esempio introduzione uova: nel giorno prescelto assumere 3 uova e attendere 48 ore (senza aggiungere altri cibi nuovi e mangiando la dieta abituale delle prime settimane) per l’eventuale manifestarsi di eventuali sintomi. Seguirà la stessa procedura per il pane e la pasta integrale. Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 4 Distribuzione giornaliera del cibo La distribuzione giornaliera del cibo dovrebbe tendere al seguente: - Appena svegli: tazza di acqua calda con un po’ di limone e 2-3 gocce di olio d’oliva. Serve ad attivare dolcemente il metabolismo. - Colazione: Dovrebbe essere il pasto principale con pesce o carne, riso e verdure. Per molte persone questo non è facile. In alternativa usi del riso integrale al posto dei cereali da colazione, del latte di riso, della frutta tagliata a pezzi e qualche noce per fare una ciotola da colazione sana e nutriente. Dopo le prime 4-6 settimane può iniziare ad usare le uova un paio di volte alla settimana per colazione (totale settimanale 4 uova intere). - Snack a metà mattina: 2-3 noci. - Pranzo: Riso integrale (successivamente anche altri carboidrati integrali), verdure abbondanti, proteine (pesce, carne bianca o legumi). - Snack metà pomeriggio: frutta e 1-2 noci. - Cena (possibilmente entro le 19.30): Deve essere molto leggera e ipocalorica. Ideale sono i legumi con delle verdure o una versione ridotta del pranzo. Nota particolare sul latte: risulta sempre più evidente scientificamente che il latte di mucca è un cattivo alimento per l’uomo. In primo luogo sono molto frequenti le intolleranze al lattosio e le allergie alle proteine del latte che creano problemi di salute subdoli spesso non riconosciuti. Inoltre attraverso il latte finiamo con il consumare molte delle sostanze nocive che assumono gli animali da allevamento tra cui farmaci come ormoni e antibiotici. Noi consigliamo dunque a tutti di passare al latte di riso. Anche il latte di soia non è un’ alternativa ideale perché purtroppo anche la soia presenta dei problemi di allergia ed inoltre esiste in commercio molta soia geneticamente modificata che può creare altri gravi problemi di salute. Il piatto ideale dovrebbe essere composto in questo modo: metà piatto per le verdure, l’altra metà suddivisa di nuovo in 2 con un angolo per i carboidrati integrali e un angolo per le proteine. Suggerimenti per i ristoranti In generale è meglio evitare i ristoranti. Tuttavia se necessario è importante seguire questi suggerimenti: - Evitare il pane Bere solo acqua naturale Evitare pasta e riso almeno che non siano completamente integrali (in qualche ristorante questo è possibile a richiesta) Cercare di mangiare carne o pesce senza salse Mangiare della verdure fresca o bollita senza salsa e con olio d’oliva Mangiare della frutta (non macedonia con zucchero) al posto del dolce Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 5 COME ACQUISTARE IL CIBO Mangia cibo non processato, organico, integrale, naturale ed il più possibile vicino alla sua forma in natura. Visto che questo purtroppo non è sempre possibile, impara a leggere le etichette dei cibi e cerca le sezioni per cibi naturali nei supermercati. Un domanda crescente da parte dei consumatori ha portato negli ultimi anni alla creazione di cibi naturali, integrali e dotati di etichette chiare. In genere si trovano in negozi biologici o in sezioni apposite nei supermercati (tra l’altro, l’esistenza di aree per cibi sani nei supermercati ci ricorda che gli altri cibi venduti non sono sani). Le etichette contengono sia gli ingredienti che specifiche informazioni nutrizionali anche se spesso non complete. Se in un’etichetta trovi un ingrediente che non riconosci, evita di acquistare quel cibo. Segui queste raccomandazioni: - Non farti ingannare dal marketing: ricordati la confezione è puro marketing ed è disegnata per sedurti in un acquisto su base emotive e quindi in generale contiene informazione esagerata ed imprecisa. - Cerca ingredienti di qualità: nulla è meglio del cibo nella sua forma fresca e naturale ma oggi il cibo organico ed integrale è anche disponibile impacchettato. - Evita gli additivi: se un prodotto contiene sciroppo di grano ad alta concentrazione di fruttosio o grassi idrogenati o parzialmente idrogenati, non acquistarlo. - Controlla l’ordine degli ingredienti: l’ingrediente più abbondante viene per primo e poi gli altri sono elencati in ordine decrescente di peso. Quando grassi, zucchero o sale sono tra i primi ingredienti evita l’acquisto. - Individua ed evita gli ingredienti a cui sei allergico: Identifica gli ingredienti a cui sei allergico come glutine, formaggi e soia. - Sospetta di ingredienti non conosciuti: Cerca su internet fonti credibili di informazione su ingredienti che non conosci prima di acquistare il prodotto. Questi potrebbero essere carimine, quorn o diacilglicerolo. Non fidarti dei siti internet delle industrie che li distribuiscono! - Evita cibi o ingredienti "funzionali”: Anche se teoricamente potrebbero essere utili sono in genere di basso valore tranne che da un punto di vista di marketing. Esempi sono le culture attive aggiunte a yogurt ricchi di zucchero oppure vitamine e minerali aggiunti a caramelle. Nutrienti aggiunti a cibi altrimenti di basso valore hanno poco senso. Ecco alcune cose a cui devi pensare quando leggi i valori nutrizionali dei prodotti alimentari: - Sono davvero i valori di una porzione tipica? Per esempio l’etichetta di una confezione di cereali può riportare il profilo nutrizionale di una porzione di ¾ di tazza quando in genere se ne mangia 1 tazza e ½ . - Sono carboidrati ad alto o basso indice glicemico? L’ammontare totale dei carboidrati ha meno importanza della loro provenienza. Se hanno basso IG hanno un effetto molto diverso sul tuo appetito e peso di quelli a rapido assorbimento con pochi nutrienti e fibra. Tutti i carboidrati ‘bianchi’, lo zucchero e i carboidrati in forma liquida (per esempio succhi di frutta) hanno un alto IG. - Dov’è la fibra? È uno dei fattori che determina l’indice glicemico. Molti cibi confezionati non contengono fibra cosi come sono privi di fibra alcuni alimenti sani come olio, spezie ed erbe. Cerca alimenti con alto contenuto di fibra. Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 6 - Dove sono i grassi buoni? Grassi mono-insaturi e quelli polinsaturi omega-3 devono essere preponderanti, mentre devono esservi minime quantità di grassi saturi e nessun grasso idrogenato (dal 2006 devono essere indicati sulle etichette). Purtroppo gli omega-3 sono raramente riportati separatamente sull’etichetta perchè vengono inclusi tra i grassi poli-insaturi che però contengono anche grassi nocivi. Per questo è sempre importante, consumare alte quantità di grassi contenenti omega-3 attraverso supplementi nutrizionali. Copyright © 2012 Dr. Filippo Ongaro 7