L’occhio umano e la visione Schema semplificato dell’occhio: • Cornea copertura protettiva • Iride regola la quantità di luce che entra nell’occhio. • Retina superficie sensibile, trasforma l’immagine formata in energia elettrica, poi trasmessa al cervello • Cristallino • Muscolo ciliare attaccato al cristallino ne modifica la formaÆla distanza focale Funzionamento: ¾ Un raggio di luce che arriva all’occhio viene rifratto dalla cornea; effetti di rifrazione meno spiccati si osservano a livello della pupilla, del cristallino e del corpo vitreo in quanto i loro indici di rifrazione sono piuttosto simili. ¾ Nel caso di un occhio normale l’effetto finale di queste multiple rifrazioni è la formazione dell’immagine degli oggetti lontani sulla retina. La distanza focale dell’occhio perciò corrisponde più o meno alla distanza tra retina e cristallino. (Nel fuoco convergono i raggi provenienti dall’infinito) ¾ Per una fissata distanza focale f, la distanza dell’immagine aumenta man mano che l’oggetto si avvicina alla “lente”: 1 1 1 p<< Æ q>> infatti = − q f p (oppure vedi costruzione grafica: + immediata) ¾ Tuttavia nell’occhio l’immagine deve sempre formarsi sulla retina, per cui la distanza dell’immagine deve rimanere fissa: ne consegue che la distanza focale dell’occhio deve variare ed è proprio questa la funzione principale del cristallino, che è praticamente una lente convergente di forma (e quindi di f ) variabile. Quando una persona mette a fuoco un oggetto vicino, il muscolo ciliare attaccato al cristallino lo rende più arrotondato L’arrotondamento produce una lente più convergente e di conseguenza una distanza focale più corta cioè una immagine più vicina http://www.ba.infn.it/~evangel/deluca/SingoliApplets/applet3/applet3.html (Applet che visualizza l’accomodamento del cristallino). 1 Nell’occhio normale questo adattamento è limitato ad oggetti che si trovano di fronte all’occhio ad una distanza minima di 25 cm. L’occhio normale quindi è in grado di mettere a fuoco un oggetto da un punto remoto pari all’infinito(muscolo ciliare rilassato) fino al punto prossimo (25 cm.). Punto prossimo (o distanza della visione distinta): un oggetto che sia posto più vicino all’occhio del suo punto prossimo, N, appare sfocato, indipendentemente da quanto ci sforziamo di metterlo a fuoco. Per un giovane è N=25 cm circa ed aumenta, per la perdita progressiva di elasticità (presbiopia) col passare degli anni.Una persona di 40 anni può avere un punto prossimo di 40 cm., in tarda età addirittura da 500 cm a 2 m. E’ per questo che invecchiando di solito è necessario allontanare il foglio per poterlo leggere. Punto remoto: la più grande distanza alla quale può trovarsi un oggetto dall’occhio ed essere ancora a fuoco. Poiché possiamo mettere a fuoco ad esempio la luna e le stelle ciò significa che normalmente il punto remoto è all’infinito. Difetti della vista e loro correzione. Miopia:In alcune persone il cristallino non riesce a rilassarsi abbastanza per permettere la messa a fuoco sulla retina di oggetti molto distanti. La lente rimane troppo convergente e di conseguenza forma l’immagine di oggetti distanti prima della retina. L’occhio miope è in grado di mettere a fuoco solo oggetti ad una distanza minore rispetto ad un certo punto remoto finito. La correzione di tale difetto consiste nell’aggiunta di una lente divergente di fronte all’occhio, che sposti l’immagine sulla retina. L’immagine formata dalla lente costituisce l’oggetto per il cristallino. La lente correttiva deve quindi formare una immagine virtuale di un oggetto infinitamente distante, esattamente nel punto remoto dell’occhio miope. Ipermetropia: non si riesce a rendere il cristallino sufficientemente convergente Per mettere a fuoco oggetti che si trovano al normale punto prossimo. Gli ipermetropi hanno il normale punto remoto mentre hanno bisogno di una lente correttiva convergente per riuscire a focalizzare oggetti collocati a circa 25 cm (punto prossimo normale) Le lenti bifocali permettono di vedere attraverso lenti divergenti quando si guarda avanti e attraverso lenti convergenti se si guarda in basso. Esistono, anche se rare, lenti trifocali che permettono una buona visione di oggetti a distanza prossima, intermedia remota. 2 Esercizio Esercizio 1: Una persona ipermetrope è capace di leggere il giornale solo tenendolo ad una distanza dall’occhio pari almeno a 75 cm. Che distanza focale devono avere le lenti dei suoi occhiali? Ipotizzare che la distanza tra gli occhi e gli occhiali sia trascurabile. Soluzione: Il punto prossimo della persona in questione si trova a 75 cm anziché 25. Le lenti correttive pertanto dovranno produrre a 75 cm l’immagine virtuale di un oggetto posto a 25 cm: cioè q=75 e p=25 stante l’ipotesi che la distanza tra occhiali e occhi sia trascurabile. i/f =1/25+1/(-75) da cui f=37,5 cm. Æ si tratta cioè di una lente convergente. Esercizio 2: Se le lenti correttive si trovano a 2 cm di distanza dagli occhi, qual è la distanza focale richiesta? p cm=+23 e q=-73 cm da cui f= 33,6 cm. http://www.ba.infn.it/~evangel/deluca/SingoliApplets/IndicedegliApplets.html 3