ROMANI I millennio a.C. nella zona tra il fiume Tevere e la costa del Tirreno si insediarono i Latini. Fondarono i primi villaggi sui Colli Albani posizione favorevole per la difesa e luogo di terra fertile grazie all’origine vulcanica. La terra fertile e il fiume favorirono l’agricoltura e l’allevamento. I villaggi erano formati da gruppi di GENS con al suo interno diverse familiae che erano legate tra loro da un antenato in comune. Ogni familia era governata da un pater familia che amministrava i beni. Dal 900 a.C. i 7 villaggi ( nei 7 colli – aventino, campidoglio, celio, esquilino, palatino, quirinale, viminale ) attorno al Tevere ebbero una forte sviluppo economico grazie alla navigabilità del fiume quindi all’ incremento del commercio specie del sale che serviva alla conservazione del cibo. Da questo sviluppo i villaggi piano piano si unirono. Nel 753 a.C. grazie a questa espansione nacque Roma per opera di Romolo (primo re) ed inizia l’età monarchica romana. Tra il 753 e 509 a.C. Roma fu governata da 7 re alcuni di origine sabina ( Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio ) altri di origine etrusca ( Tarquinio Prico, Servio Tullio, Tarquinio il superbo) Nel VII sec. a.C. Roma estese i suoi possedimenti sulla città di Alba Longa e verso la costa dove fondò il porto di Ostia. In questo periodo alcune famiglie etrusche furono attirate dallo sviluppo commerciale e divennero influenti nell’attività politica di Roma. Grazie alle loro conoscenze architettoniche dotarono la città di mura difensive, bonificarono alcune zone paludose del Lazio meridionale, costruirono canali di irrigazione, reti fognarie, edifici pubblici, acquedotti. Politica: l’età politica degli antichi Romani è divisa in tre periodi. Ogni periodo corrisponde a un tipo di governo diverso. I tre periodi stabiliti dagli storici sono: ● 753 a.C. – 509 a.C. Periodo monarchico ● 509 a.C. – 29 a.C. Periodo repubblicano ● 29 a.C. – 476 d.C. Periodo imperiale Età Monarchica - Roma era governata da una monarchia elettiva : il re eletto da un consiglio di anziani, il senato con potere politico, militare e religioso. La società in epoca monarchica era divisa in due gruppi: patrizi e plebei. I primi erano discendenti di famiglie potenti che possedevano terre e amministravano la città detenendo il potere militare, erano divisi in 3 tribù e ogni tribù era costituita da 10 curie. I plebei erano contadini, artigiani e commercianti. Potevano diventare clienti della famiglie patrizie e quindi ricevevano protezione. Nascono i comizi curiati (assemblea romana che approvava l’elezione del re – curiati viene dalla parola curia da cui veniva i patrizi ) L’età monarchica si concluse con l’ostilità dei patrizi ( che sostenevano i costi della guerra ) verso le scelte espansionistiche dei sovrani e quindi si ribellarono. Nel 509 a.C. i patrizi scatenarono una rivolta e cacciarono Tarquinio il Superbo proclamando la repubblica di Roma. Orazio Coclite eroe mitico romano si narra che nel 508 a.C. riuscì ad arrestare l'avanzata degli Etruschi mentre i compagni demolivano il ponte Sublicio per impedire che i nemici passassero il Tevere 2013 Copyright Cerca trova studia 1 Età Repubblicana – i primi tempi della repubblica il potere politico e militare fu affidato a 2 consoli eletti annualmente, potevano avere compiti diversi ma ognuno aveva potere di veto sull’altro. Il senato continuò ad essere l’istituzione più importante. Era composto da 300 membri e rimanevano in carica tutta la vita. La società in epoca repubblicana nel corso del V sec. a.C. fu istituita una nuova assemblea dei cittadini romani i comizi centuriati, che si basavano sulla suddivisione in centurie e in classi basate sulla ricchezza, veniva utilizzata anche per l’arruolamento nell’esercito. I comizi centuriati erano convocati dai magistrati per l’elezione dei consoli o per approvare o respingere qualche legge. Rimaneva la divisione tra patrizi e plebei, ma a seguito di violente lotte tra il V e IV secolo a.C. ( 494 a.C.) i plebei ottennero il riconoscimento di nuove magistrature, le assemblee della plebe (tutta la plebe suddivisa in tribù territoriali) dove si eleggevano i tribuni della plebe (all’inizio 2 in seguito 10 ed erano sacri e inviolabili) che avevano diritto di veto e potevano bloccare le proposte di legge dei consoli. Tra il 451 e 450 a.C. fu realizzata la stesura delle leggi delle 12 tavole di bronzo ed esposte al pubblico che consentì di limitare gli abusi dei patrizi contro la plebe e introdusse importanti leggi giuridiche (leggi non modificabili). Nel 445 a.C. furono consentiti i matrimoni tra patrizi e plebei, fu concesso ai plebei di ricoprire tutte le cariche pubbliche. Nel 443 a.C. furono istituiti i censori che stabilivano il censo dei cittadini romani. Nel 421 a.C. furono istituiti i questori. Nel 367 a.C. con le leggi Licinie-Sestie fu consentito ai plebei di accedere al consolato e di essere eletti Consoli. Nel 326 a.C. con la legge Petilia fu abolita la schiavitù per debiti. Nel 287 a.C. con la legge Ortensia le delibere del concilium plebis (plebisciti) furono riconosciute come leggi di Stato: la plebe poteva influire direttamente sulle scelte politiche del governo di Roma. Politica estera – tra il V e III sec. a.C. Roma affrontò numerose guerre, prima per difesa poi di conquista. Nel IV sec. a.C. i Celti saccheggiarono Roma per andarsene dopo il pagamento di un forte riscatto. Superata la crisi Roma si estese al sud contro i Sanniti in 3 guerre distinte (popolazione degli Appennini dell’Abruzzo e Molise ), poi contro la Magna Grecia. Dopo aver unificato la penisola Roma divenne rapidamente la più grande potenza del Mediterraneo e si pose in concorrenza con Cartagine. Le due città fino ad allora avevano mantenuto rapporti di alleanza si contesero l’egemonia sul Mediterraneo in 3 grandi conflitti, le Guerre Puniche ( il nome deriva da Puni come venivano chiamati i Fenici) dal 264 al 146 a.C. 264 a.C. Prima guerra Punica in Sicilia. Roma confisse Cartagine (nord Africa) e le impose il pagamento di una pesante indennità. Poi Roma conquistò anche la Sardegna e la Corsica. 219 a.C. Seconda guerra Punica. I Fenici cercarono di espandersi sulla terraferma nella penisola Iberica con Annibale ma la penisola era alleata di Roma che intervenne subito. Annibale alla testa di un esercito con elefanti attraversò le Alpi (218 a.C.) e si alleò con i Galli insediati nella pianura padana dove sconfisse i Romani. La guerra durò 16 anni e Roma subì terribili sconfitte ma nel 203 a.C. col generale Scipione (poi chiamato l’Africano) sconfisse direttamente i nemici sul loro territorio in Africa e Annibale fu richiamato in patria dove nel 202 a.C. a Zama venne sconfitto. 149 - 146 a.C. Terza guerra Punica. ci fu l’ultimo attacco a Cartagine e dopo 3 anni di assedio di arrese ai Romani. In questi territori fu fondata la provincia d’Africa. Tra il 215 a.C. e 148 a.C. guerra contro la Grecia e Macedonia. Vinsero e queste terre vennero divise in 4 2013 Copyright Cerca trova studia 2 stati che divennero province. Dopo la sconfitta della Grecia e Macedonia, Roma continuò ad espandersi verso Oriente sottomettendo l’Asia. Mentre verso Occidente conquistò Spagna e parte meridionale della Francia Cisalpina. Romanizzazione della penisola – Con il sistema politico instaurato, l’espansione e la crescita demografica, Roma attua dei cambiamenti crea dei rapporti di alleanza con le terre conquistate che devono a Roma tributi, truppe. Nascono municipi e colonie. Istituì il principio di doppia cittadinanza per gli abitanti dei municipi ed avevano gli stessi diritti dei cittadini romani. Le colonie invece di dividevano in 2 gruppi: le colonie romane che erano insediamenti di cittadini in armi con pieni diritti (diritti civili, politici e di carica politica) e sottoposti al volere dei consoli e le colonie latine erano invece amministrativamente indipendenti, per lo più gruppi di militari a difesa del territorio e contadini a cui veniva dato pezzi di terra da coltivare, i cittadini non godevano di diritti politici ma solo civili (es. sposarsi coi romani e commercio). Con l’aumento della popolazione Roma inizia a far nascere le prefetture per un controllo rigido del territorio, la costruzione di una efficiente rete stradale che è in uso tutt’ora, reti fognarie, acquedotti. La cittadinanza Romana era più facile da ottenere di quella Greca, prevedeva diritti e doveri che erano tasse, esercito. 212 a.C. con il console romano Lucio Settimio detto Caracalla la cittadinanza romana venne estesa a tutti gli uomini liberi del territorio imperiale. I nuovi territori diventarono PROVINCE dove i loro abitanti NON hanno diritti ma solo il dovere di pagare tributi a Roma e erano esclusi dal servizio militare. Ciascuna Provincia era governata da un proconsole o propretore con l’ausilio di un contingente militare, mentre l’amministrazione e la riscossione dei tributi fu affidata ai cavalieri nuova classe che era composta da commercianti e cittadini non nobili, inoltre fornivano cavalleria all’esercito. ECONOMIA – Con le conquiste su Roma affluì molta ricchezza. Roma era al centro del commercio, inoltre grazie all’unificazione del Mediterraneo Roma ha l’egemonia marittima. Alcuni cittadini romani, non appartenenti alla nobiltà, si arricchì a dismisura e si formò una nuova classe, i cavalieri. Il commercio era vietato ai senatori, ma praticato dai cavalieri e dai plebei arricchiti. La loro ricchezza era data dai bottini, dai tributi e dai commerci. Mentre i piccoli proprietari terrieri che costituivano una grossa fetta dell’esercito, erano in crisi a causa delle guerre che dovettero cedere le loro terre ai ricchi che divennero latifondi in mano ad un solo proprietario (patrizio). La società in questo periodo era divisa in antica nobiltà senatoria (proprietari di latifondi e controllano la vita politica), cavalieri con plebei ricchi (commercio, esercito, ma sono esclusi dalle alte cariche politiche) e popolo (ex contadini ora nullatenenti – plebe romana). Un tentativo per far fronte alla grave crisi dei piccoli proprietari venne affrontata dai fratelli Gracchi (nipoti di Scipione) che promisero una riforma agraria che prevedeva una redistribuzione delle terre pubbliche ponendo il limite di 500 jugeri. Venne varata la legge frumentaria, che consentiva ai cittadini romani di comprare una volta al mese frumento a basso prezzo. Ma la riforma dei Gracchi fallì a causa dell’opposizione della nobiltà. Questo portò ad un lungo periodo di crisi con una guerra civile. 2013 Copyright Cerca trova studia 3 Decadenza della repubblica Romana – Nel II sec. a.C. dagli squilibri presenti della società romana si formano 2 partiti i populares (cavalieri, plebei arricchiti, qualche famiglia nobile, plebe romana – vogliono allargare la partecipazione alla vita politica, ridistribuzione delle terre al popolo) e gli optimates (antica nobiltà senatoria – vuole conservare i suoi privilegi politici e difende i valori tradizionali). Nel 107 a.C. fu eletto il console popolare Caio Mario che riformò l’esercito rendendo il servizio militare volontario e retribuito (tutti possono arruolarsi e dopo 16 anni di servizio vengono congedati con un campo di terra di loro proprietà – si instaurò un legame tra soldati e generali) ma questo non gli valse la riconoscenza della cittadinanza che si ribellò - prima guerra sociale. Caio Mario venne sostituito da Lucio Silla che divenne dittatore ed emise le liste di proscrizione (tavole su cui venivano segnati quelli ritenuti nemici della repubblica e quindi condannati a morte) Silla ridusse i poteri dei tribuni della plebe e cancellò i diritti ottenuti con le leggi di Gracco. Dopo il ritiro di Silla ci fu Spartaco che capeggio la rivolta degli schiavi soffocata da Crasso (potente cavaliere). Sulla scena politica si affaccia Pompeo (partito degli optimates) importante generale ed assieme a Crasso furono eletti consoli. Strinsero un accordo con Caio Giulio Cesare e questo accordo fu definito il primo triunvirato, serviva per ottenere vicendevolmente appoggi politici. Nel 59 a.C. Giulio Cesare fu eletto console e poi proconsole delle Gallie. ETA’ IMPERIALE - Tra il 49 e 45 a.C. Giulio Cesare padrone incontrastato di Roma divenne imperatore, pontefice massimo e tribuno a vita, ottenne di essere nominato dittatore perpetuo. Grazie ai suoi poteri iniziò la riforma dello Stato romano: migliorò l’amministrazione, introdusse trattamenti equi tra province, diminuì la disoccupazione promuovendo grandi opere pubbliche e riformò il calendario. Nel 44 a.C. venne ucciso pugnalato da una congiura promossa dall’aristocrazia, per il ritorno alla repubblica, per mano di Bruto. Dopo la morte di Cesare e nuove guerre civili, che finiscono con la vittoria di Ottaviano (figlio adottivo di Cesare) nel 31 a. C. ad Azio che lo portano al potere e con lui finisce la repubblica romana ed inizia l’Impero. Ottaviano non vuole presentarsi come sovrano ma come politico che restaura la repubblica e restituisce il potere al senato, così crea un nuovo sistema di governo, dove il potere era concentrato nelle sue mani. I poteri di Ottaviano: principe del senato (è il primo a votare in senato, carica che durante la repubblica spettava al senatore più anziano, il votare per primo implicava influenzare il voto degli altri), potere di tribuno (ha il diritto di veto su tutte le decisioni del senato o dei magistrati, è un potere sacro ed inviolabile, può convocare senato e comizi, propone leggi), comando proconsolare con autorità superiore e illimitate (controlla l’esercito e tutte le province per questo è chiamato imperatore), pontefice massimo (è magistrato che controlla la vita religiosa). Nel 27 a.C. ottiene il titolo di Augusto (=degno di venerazione, colui che aumenta la grandezza dello Stato). Il senato e assemblee popolari restano solo per garanzia di repubblica ma sono senza potere. Tutto il potere è in mano all’imperatore. La SOCIETA’ in questa epoca venne garantita dalla mobilità sociale che consenti a molti abitanti di migliorare la proprie condizioni di vita. Al vertice di questo piramide c’era l’Imperatore seguito dal senato, poi veniva l’ordine equestre composto da finanzieri a appaltatori, poi i decurioni che erano amministratori locali della città provinciali infine i liberti gli ex schiavi liberati (ma con grosse ricchezze grazie all’aiuto dei padroni). Alla base della piramide c’erano i proletari composti dalla plebe urbana e dai contadini. La plebe 2013 Copyright Cerca trova studia 4 era mantenuta dallo stato. I servi e i coloni mantenevano con i lavori agricoli tutta la società. In POLITICA INTERNA l’amministrazione dello stato era affidata ai funzionari nominati dall’Imperatore chiamati prefetti che potevano essere cacciati in qualsiasi momento. Ristrutturò il sistema fiscale, creò un corpo di guardia speciale, pretoriani a protezione del principe, riorganizzò l’esercito, favorì le classi più povere, fece costruire edifici pubblici, promulgo leggi sulla protezione della famiglia chiamate Leges Iuliae. In POLITICA ESTERA consolidò il suo impero fino al Reno e al Danubio, fece poche ma ricche conquiste territoriali e garantisce pace e sicurezza nei confini dell’Impero, le province sono di 2 tipi: senatorie (amministrate dal senato, sono pacifiche e non serve l’esercito) imperiali (amministrate dai funzionari dell’imperatore con l’aiuto dell’esercito perché non sono pacifiche). L’ECONOMIA, grazie alla stabilità politica, ha una grossa spinta con i commerci e l’agricoltura. Le conquiste portarono all’erario immense disponibilità come il grano egizio, il tesoro di Tolomeo, miniere d’oro e d’argento e questi bottini permettono di ingrandire Roma. Il suo impero durò dal 29 a.C. al 14 d.C. e fu complessivamente un periodo di pace, la capitale fu abbellita da importanti monumenti come l’Ara Pacis che simboleggia il ritorno ai valori della Roma Antica e in questo periodo molti poeti (Ovidio, Virgilio..) e storici scrissero grandi opere, ospitati e mantenuti a corte tutti attorno a Mecenate amico di Ottaviano. Durante il suo comando riesce a restaurare i buoni e antichi valori della tradizione romana messi in crisi dalle guerre civili, dagli usi e costumi greco-orientali , dal lusso e dalla corruzione. Così opera una restaurazione religiosa (restaura templi e riporta in vita antiche cerimonie) e morale (emana leggi che puniscono comportamenti considerati immorali come l’adulterio, leggi che premiano le famiglie numerose). Durante il periodo di Ottaviano Augusto in Palestina (provincia romana) nacque Gesù. Alla morte di Augusto nel 14 d.C. l’impero era dunque al massimo della sua prosperità economica e della stabilità sociale, ma aveva già in serbo le radici della crisi che si sarebbe scatenata pochi secoli dopo. Con la morte di Ottaviano Augusto ci fu un problema di successione, la scelta cadde sul figliastro Tiberio che Ottaviano aveva adottato e associato al potere, ricevendo la tribunicia potestas e l’imperium proconsolare con il comando dell’esercito, affermando così il principio di successione dinastica. IL GOVERNO DI TIBERIO dal 14 al 37 d.C. non incontrò opposizione da parte del senato. Il principe ricambiò la cortesia trasferendo dai comizi al senato l’elezione dei magistrati ed eliminò il ristretto “consiglio del Principe” che aveva assistito Ottaviano nelle sue decisioni. I rapporti con il senato diventarono ottimi e di collaborazione. Tiberio preferì farsi chiamare principe e rifiutò gli onori divini a lui attribuiti. Era un abile generale e proseguì l’opera di consolidamento dell’Impero come aveva fatto Ottaviano. Fu un abile diplomatico all’estero. Sul piano interno dovrò molte difficoltà a far conciliare la crescente rivalità tra la vecchia aristocrazia senatoria con il nuovo ceto di origine imperiale costituito da cavalieri, funzionari e militari. I contrasti divennero sempre più forti quando il comandante dei pretoriani Elio Seiano, di famiglia equestre, si avvalse della fiducia di Tiberio per mettere in atto una vasta offensiva contro l’aristocrazia che guastò i rapporti tra Imperatore e il senato. Tiberio disgustato dalle critiche e dall’opposizione senatoria e dagli intrighi di potere nel 27 d.C. si ritirò a Capri abbandonando Roma nelle mani di Seiano. Questi approfittò del momentaneo potere per commettere azioni giudiziarie verso i nobili e i senatori. Ma nel 31 d.C. Tiberio fece giustiziare Seiano. 2013 Copyright Cerca trova studia 5 Lasciato sempre più solo e isolato Tiberio morì nel 37 d.C. lasciando come erede il nipote Gaio Cesare. GAIO CESARE GERMANICO “CALIGOLA” dal 37 al 41 d.C. chiamato così per il tipo di calzari che indossava (caligae) la sua politica fu l’opposta del suo predecessore e combattendo il senato con l’evidente intento di trasformare il principato in una monarchia di tipo orientale, il suo mito fu Alessandro Magno. Cercò l’appoggio dell’esercito e dei soldati distribuendo generosamente denaro e organizzando giochi fastosi. Ma le continue spese richiedevano nuove entrate, che Caligola otteneva confiscando i terreni e beni agli oppositori inimicandosi l’aristocrazia e il ceto equestre. Celebrato con onori divini nelle province orientali dell’impero, introdusse la divinizzazione della sua figura. L’assolutismo dispotico gli mise contro tutti fino a quando venne ucciso in una congiura ordinata da senatori e pretoriani. TIBERIO CLAUDIO UN BUON AMMINISTRATORE dal 41 al 54 d.C. furono i pretoriani ad imporlo al senato come successore del nipote Caligola. Cercò di mantenere il favore dell’esercito con enormi donazioni. Molto colto ma debole e incerto, Claudio ebbe verso il senato un atteggiamento di grande rispetto, ma suscitò malcontento il suo tentativo di inserire tra i senatori alcuni provinciali di origine gallica. Gli incarichi amministrativi furono affidati a liberti di sua fiducia provocando il risentimento di senatori e cavalieri. I liberti si occuparono della politica finanziaria, dell’edilizia pubblica, degli spettacoli e dell’annona (approvvigionamento alimentare di Roma). Con l’aiuto dei liberti, Claudio si rivelò un ottimo amministratore assicurando forniture regolari di grano e potenziando la flotta mercantile costruendo ad Ostia un grande porto. Sul piano militare Claudio fu molto attivo portando a termine nel 44 d.C. la conquista della Britannia e creando nuove province in Africa e Oriente. Per favorire la progressiva romanizzazione dei popoli dell’impero, concesse la cittadinanza ai veterani dell’esercito di origine provinciale. Fu la quarta moglie Agrippina ad avvelenarlo nel 54 d.C. dopo averlo convinto a nominare Nerone, suo figlio prediletto, erede al comando di Roma. LUCIO DOMIZIO NERONE dal 54 al 68 d.C. guidato dal pretorio Burro, dal filosofo Seneca e dalla madre Agrippina parve intenzionato a seguire la politica di rispetto verso il senato. Ma dopo 5 anni di apparente concordia si verificò una svolta politica importante che portò al rafforzamento i poteri di Nerone ed a eliminare chi poteva condizionarlo come il fratellastro Britannico, la moglie Ottavia e la madre Agrippina. Da quel momento il suo scopo fu di abolire l’autonomia del senato e contrastare l’opposizione dell’aristocrazia cercando il favore della plebe urbana e dell’esercito con una dispendiosa politica di spesa. Nel 58 d.C. Nerone propose al senato di abolire la portoria (dazi doganali) ma la proposta venne respinta a l’umiliazione spinse Nerone ad una politica antisenatoria. Per guadagnarsi la simpatia popolare fece donazioni alla plebe e a giochi spettacolari di tipo greco partecipandovi lui stesso e costringendo a parteciparvi anche i senatori. La carenza di fondi lo spinse ad accentuare la pressione fiscale e la confisca di beni per lesa maestà. Nel 64 d.C. Roma subì un disastroso incendio che la distrusse, le cause furono quasi sicuramente incerte ma molti accusarono Nerone che approfittò per progettare una grandiosa ricostruzione finanziata con un tributo speciale imposto alle province. Nel progetto di ricostruzione venne 2013 Copyright Cerca trova studia 6 inserita anche la Domus Aurea. Allarmato dalla perdita di consenso, Nerone tentò di liberarsi dei sospetti accusando la comunità cristiana di aver appiccato l’incendio per odio verso Roma. I cristiani vennero arrestati in massa e uccisi. La popolarità rimase bassa a causa delle forti spese di ricostruzione e l’aristocrazia tentò di approfittare della situazione con una congiura guidata da Gaio Pisone per uccidere Nerone, ma venne scoperta e repressa. Furono giustiziati molti aristocratici e lo stesso maestro di Nerone, il filoso Seneca. Nel 66 d.C. Nerone andò in Grecia per oltre un anno dove in suo onore vennero celebrati giochi e gare poetiche. Nerone entusiasta esentò le città greche da ogni tributo e passò la Grecia da provincia senatoriale a provincia Imperiale. Nel 68 a.C. le difficoltà finanziarie, l’irritazione delle province Orientali trascurate rispetto alla Grecia, suscitarono un violento moti di protesta che si estese all’esercito che si sollevarono contro Nerone. Dichiarato nemico pubblico dal senato e abbandonato dai pretoriani Nerone fuggi da Roma e si fece uccidere da uno schiavo. Dopo la sua morte il senato condannò Nerone alla damnatio memoriae, un provvedimento gravissimo che imponeva la cancellazione di ogni atto e ricordo dell’imperatore. Si aprì così una gravissima crisi istituzionale. L’ANNO DEI 4 IMPERATORI dal 68 d.C. al 69 d.C. molte legioni provinciali acclamarono imperatore il proprio comandante e cercarono di imporlo con le armi. Dopo mesi di colpi di scena e battaglie prevalse Tito Flavio Vespasiano un generale che non apparteneva alla vecchia aristocrazia romana ma proveniva da una famiglia equestre di origine sabina. TITO FLAVIO VESPASIANO dal 69 al 79 d.C. fu un imperatore saggio che ricucì i rapporti con il senato e con la popolazione. Nel 71 d.C. associò al trono imperiale il figlio Tito che aveva messo fine alla guerra in Giudea con la distruzione di Gerusalemme e la deportazione come schiavi dei suoi cittadini. Nel 73 d.C. Vespasiano assunse la carica di censore e costituì un nuovo senato inserendo molti cittadini delle province. Riuscì a risanare le finanze statali (causa lo sperpero di Nerone), riducendo le spese superflue e incrementando le opere pubbliche. Tra le opere pubbliche da ricordare il Colosseo, emanò la Lex de imperio Vespasiani, per cui egli e gli imperatori successivi dovevano governare in base alla legittimazione giuridica e non in base a poteri divini. Stipendiò poeti, attori e insegnati di lettere latine e greche. Morì a Roma causa infezione intestinale nel 79 d. C. volle morire in piedi dichiarando che “un imperatore muore in piedi” . Alla sua morte gli succedette il figlio Tito che governò solo per 2 anni perché nel 81 d.C. morì per malattia. In questo periodo Tito continuò a governare nello stesso modo del padre e consolidando i confini imperiali. DOMINIZIANO dal 81 al 95 d.C. che instaurò un potere dispotico e concentrò nelle proprie mani ogni autorità e impose la divinizzazione della propria persona, era narcisista e vanesio. Questo provocò la reazione del senato che Domiziano contrastò accusandoli di lesa maestà e confiscando i loro beni e li utilizzò per risanare i conti pubblici. Fu un valido imperatore dal punto di vista amministrativo grazie anche al controllo sui funzionari. Per avere il consenso popolare e dell’esercitò spese ingenti somme per organizzare giochi pubblici e alzare i salari dei soldati. Così iniziò ad aumentare le tasse e confiscare i beni dei cittadini. Queste misure fecero crescere il mal contento generale. Negli ultimi anni iniziò una crudele persecuzione contro ebrei e cristiani. Iniziò un periodo di intrighi da parte dei senatori per uccidere Domiziano, che venivano prontamente scoperti, fino 2013 Copyright Cerca trova studia 7 al 96 d.C. quando con una congiura organizzata dal senato il liberto Stefano lo uccise pugnalandolo. Fu posto in una bara plebea con modesti onori funebri in una modesta casa di campagna. Con la morte di Domiziano iniziò uno dei periodi migliori per l’impero romano, caratterizzato dalla rinnovata concordia civile e dal raggiungimento massimo di estensione territoriale. Con questi propositi inizia il II secolo d.C. definito l’ETA’ AUREA dell’impero romano. COCCEIO NERVA dal 96 d.C. al 98 d.C. governò dopo Domiziano con il consenso dei senatori. Fu un uomo di transizione ma riuscì a ristabilire un pieno accordo tra l’autorità dell’imperatore e i senatori. Riformò il modello di successione al trono imperiale, da successione dinastica a scelta tra i membri del senato e poi adottati dai predecessori. In questo periodo la maggior parte dei senatori era di origine provinciale in particolare della Spagna e della Gallia. Questo nuovo accordo favorì la compattezza dello Stato. Sempre in questo periodo si diffusero i principi di stoicismo (filosofia sorta in Grecia durante l’ellenismo) che considerava il corretto esercizio del potere come un dovere morale, mentre gli epicurei erano quei filosofi che prendevano le distanze dalla politica. MARCO NERVA TRAIANO dal 98 al 117 d.C. di origine spagnola seppe ottenere l’appoggio di tutte le classi sociali grazie alla sua politica tollerante. Favorì l’assistenza sociale ai bisognosi, creando dei fondi gestiti dalle autorità locali e concesse prestiti a basso interesse ai contadini pe incrementare l’attività agricola. Migliorò il controllo delle amministrazioni provinciali e impose ai senatori di investire parte delle ricchezze in possedimenti italiani per favorire la ripresa economica. Nel suo periodo l’impero romano si espanse ulteriormente e raggiunse la massima estensione territoriale. Nel 114-116 d.C. vince la guerra contro i parti e creò nuove province in Assiria, Mesopotamia, Armenia. Nel 117 d.C. l’espansione si arrestò davanti alla rivolte delle comunità ebraiche in varie regioni dell’Oriente. Morì nel 117 d.C. di malattia e verrà ricordato come Optimus Princeps sia per la conquiste, per l’amministrazione interna e per l’assistenza ai deboli. PUBLIO ELIO ADRIANO dal 117 al 138 d.C. di origine spagnola. La crisi dell’impero gli fece rinunciare all’espansione militare e quindi privilegiare una politica di difesa dei confini. Fece costruire il vallo di Adriano, una lunga muraglia per difendere la Britannia dalle popolazioni del nord. Era un imperatore che viaggiava molto per osservare le condizioni delle province provvedendo ai loro bisogni e al loro sviluppo. Non le considerava terre da sfruttamento ma da arricchire e promuovere con commercio e artigianato. In politica interna si occupò di riformare l’amministrazione pubblica e creò un apparto di funzionari ben preparati appartenenti all’ordine equestre. Promosse lo sviluppo sociale, economico e culturale. In campo giuridico 2013 Copyright Cerca trova studia 8 fece allestire una raccolta delle norme emanate dei precedenti imperatori e le chiamò editto perpetuo. In Italia presso Tivoli fece costruire Villa Adriana di straordinaria bellezza dotata di laghetto per il teatro marittimo. Nel 131 d.C. si occupò del problema delle comunità ebraiche e promosse un’integrazione tra romani ed ebrei. Nel tentativo di rafforzare il controllo sulla Palestina, Adriano impose alcuni culti romani e proibì la pratica della circoncisione scatenando una nuova rivolta. La repressione fu durissima e gli ebrei vennero privati di ogni diritto e considerati stranieri in tutto il territorio dell’impero. Adriano morì nel 138 d.C. a causa di una dolora malattia. TITO AURELIO ANTONINO PIO dal 138 al 161 d.C. successore di Adriano e fedele al suo predecessore che ne proseguì l’operato con il rafforzamento dei confini e il risanamento dei conti pubblici. Restituì ai senatori vecchi privilegi. Costruì strade e acquedotti in Africa e Gallia. Rinnovò l’incarico ai governatori delle province più meritevoli. Migliorò le condizioni di vita degli schiavi punendo i padroni che li uccidevano o trattavano male. Pose fine alle persecuzioni contro gli ebrei reintegrandoli in tutti i loro diritti. Alla sua morte nel 161 d.C. il potere passo nelle mani di Marco Aurelio. MARCO AURELIO dal 161 al 180 d.C. si distinse per la sua saggezza e concretizzò gli ideali dello stoicismo durante il suo mandato imperiale. Ma la sua bravura non riuscì a bloccare la crisi in cui Roma era caduta anche aggravata dalla pressione dei barbari ai confini. Le tribù germaniche si spinsero nelle regioni del nord fino ad occupare la città di Aquileia, inoltre l’esercitò romano fu decimato da un’epidemia di peste. Nel 175 d.C. fu raggiunto un accordo di pace che prevedeva la sottomissione dei quadi e il loro inserimento nell’esercito romano come truppe ausiliarie per la difesa dei confini lungo il Danubio. Nel 178 d.C. però questi popoli si ribellarono provocando un nuovo conflitto nel quale Marco Aurelio (180 d.C.) morì lasciando il potere nella mani del figlio Commodo. COMMODO dal 180 al 192 d.C. incapace di governare e dispotico come Imperatore, era anche di scarsa intelligenza, adorava i giochi e spesso scendeva nell’arena contro i gladiatori. Si divertiva ad uccidere animali esotici. Diede ordine di massacrare un villaggio perché un suo abitante lo aveva offeso. Non gradito al senato, l’amministrazione dell’impero fu affidata a truffatori che accumulavano beni e snaturavano il Senato e i Cavalieri. Roma entrò in piena crisi economica con molte ribellioni e sommosse. Ci furono molte congiure per ucciderlo. Fino al 192 d.C. quando ci riuscirono, annegandolo, grazie a un gladiatore suo istruttore. LA FINE DELL’ETA’ AUREA II SEC. D.C. porta ad una serie di guerre civili, fino all’imposizione di Settimo Severo come imperatore. Dal 197 al 235 d.C. inizia la dinastia dei Severi e la crisi dell’impero a causa della pressione dei barbari ai confini. Settimo Severo promosse la divinizzazione della figura dell’imperatore sulle basi delle tradizioni orientali. Il suo potere era assoluto, il senato perse ogni potere e le sue funzioni erano ridotte alla semplice approvazione delle leggi proposte dall’Imperatore. Nelle province sostituì la classe senatoria con funzionari dell’ordine equestre. Tra i funzionari emerse il ruolo del prefetto del pretorio che assunse i poteri di massima autorità amministrativa e 2013 Copyright Cerca trova studia 9 giudiziaria. In base a queste trasformazioni amministrative la società si divide in 2 classi: gli honestiores (rappresentati da senatori e cavalieri) e gli humiliores (rappresentati dalla massa di lavoratori e nullatenenti). Settimo Severo aumentò le tasse per risanare il bilancio dello stato e anche per il rafforzamento difensivo dei confini. Il potere assoluto di Settimo determinò la nascita di una nuova dinastia associando il trono imperiale ai figli Marco Aurelio Antonino detto Caracalla e Geta. Alla morte del padre nel 211 d.C. Marco Aurelio prende il potere e nel 212 d.C. fece uccidere il fratello. Sempre nel 212 d.C. emanò un editto noto come Costitutio Antoniana con il quale concesse la cittadinanza a tutti gli abitanti delle province. Questo provvedimento era di natura economica ed un tentativo di trovare nuove risorse finanziarie. Avendo lo stesso accresciuto il suo potere oltre misura, in una forma di dispotismo assoluto, creò le premesse, come era successo in modo similare anche a Commodo venticinque anni prima, per il suo assassinio nel 217 d.C. a cui prese parte, quasi certamente, il prefetto del pretorio Macrino, che non apparteneva all'ordine senatorio e che a lui successe per poco tempo (217218 d.C.), pur non appartenendo alla dinastia dei Severi. Dal 218 al 222 d.C. l’impero andò nelle mani di Eliogabalo incapace di governare (aveva appena 14 anni), sperperò il denaro pubblico per soddisfare i suoi sfrenati piaceri e cadde vittima di una congiura pretoriana nel 222 d.C. Dal 222 al 235 d.C. fu eletto il cugino Alessandro Severo anch’egli molto giovane ed inevitabilmente il suo potere fu gestito dalla madre, Giulia Mamea, donna di notevoli virtù, che lo circondò di saggi consiglieri, incidendo sullo sviluppo del suo carattere, e determinando la futura conduzione dell'amministrazione imperiale. La madre cercò di farlo passare come "figlio naturale" dello stesso Caracalla per rafforzarne la legittimità a regnare, oltre ad aggiungere al suo nome quello di Severo, per accrescerne il richiamo alla sua discendenza. La crisi economica gravava sull’impero e anche le minacce dei barbari ai confini fece aumentare ulteriormente le tasse generando forti tensioni nella popolazione e anche nell’esercito. Nel 235 d.C. alla notizia che Alessandro Severo era disposto a pagare una forte somma per convincere gli invasori a tornare indietro, fece ribellare l’esercito che lo uccise. Tra il 235 e 285 d.C. con la fine dei Severi l’impero ha un periodo di crisi politica con 50 anni di anarchia militare si succedettero ben 21 imperatori acclamati dall'esercito (legioni), quasi tutti morti assassinati. Inoltre, l'Impero dovette affrontare contemporaneamente una serie di pericolose incursioni barbariche (Goti, Franchi, Alemanni, Marcomanni) che avevano sfondato il limes renano-danubiano a nord e l'aggressività della dinastia persiana dei Sasanidi, che aveva sostituito i Parti. Solo grazie alla determinazione di una serie di imperatori originari della Dalmazia, l'Impero, giunto sull'orlo della disgregazione e del collasso (intorno al 270 d.C. era avvenuta anche la secessione di alcune province, in cui si erano formate due entità separate dal governo di Roma: l'Imperium Galliarum in Gallia ed in Britannia, ed il Regno di Palmira in Siria, Cilicia, Arabia, Mesopotamia ed Egitto), riuscì a riprendersi. Nello stesso periodo l’impero fu colpito da carestie ed epidemie di peste. Il commercio di fermò e ci fu una diminuzione della produttività agricola. La crisi economica colpì soprattutto la parte occidentale dell’impero. 2013 Copyright Cerca trova studia 10 Tardo impero dal 284 al 305 d.C. dopo circa mezzo secolo di instabilità, salì al potere il generale illirico Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, che riorganizzò il potere imperiale istituendo la tetrarchia di governo, ovvero una suddivisione dell'impero in due parti con due imperatori (col titolo di Augusto) erano a capo dei due territori ed erano coadiuvati da due successori (col titolo di Cesare) di loro scelta Il sistema, però, questo sistema non resse in quanto la gestione di tutto portò ad un aumento di tasse. Gli ultimi anni di Diocleziano al potere furono caratterizzati dall'ultima grande persecuzione dei Cristiani, iniziata nel 303 d.C. e condotta con ferocia, soprattutto nell'Oriente, dove la religione cristiana era ormai notevolmente diffusa. Amareggiato dai fallimenti, Diocleziano nel 305 d.C. si ritirò a vita privata presso Spalato dopo aver abbandonato gli affari di governo. Morì di malattia nel 313 d.C.. Dopo la sua morte scoppiarono nuove lotte per il potere, dalle quali uscì vincitore Costantino, figlio di Costanzo Cloro. Dal 312 al 337 d.C. ci fu l’imperatore Costantino fu una delle figure più importanti dell'Impero romano. Riformò l'Impero venne ridisegnato e suddiviso in quattro prefetture, tutte facenti capo ad un unico Imperatore e favorì la diffusione del cristianesimo. Tra i suoi interventi più significativi, la riorganizzazione dell'amministrazione e dell'esercito, la creazione di una nuova capitale a oriente (Costantinopoli) e nel 313 d.C. la promulgazione dell'Editto di Milano sulla libertà religiosa. Nel 326 d.C. erano iniziati i lavori per la costruzione della nuova capitale Nova Roma (Nuova Roma) sul sito dell'antica città di Bisanzio, fornendola di un senato e di uffici pubblici simili a quelli di Roma. La città venne inaugurata nel 330 d.C. e prese presto il nome di Costantinopoli. Nel 337 d.C. morì a Nicomedia. Dal 379 al 395 d.C. l’imperatore fu Teodosio. Fu l'ultimo imperatore a regnare su di un impero unificato e fece del Cristianesimo la religione unica e obbligatoria dell'Impero con l’Editto di Tessalonica nel 380 d.C.; per questo fu chiamato Teodosio il Grande dagli scrittori cristiani. Sotto Teodosio il sacramento della 2013 Copyright Cerca trova studia 11 Confessione fu reso segreto in quanto anche lui aveva dovuto pubblicamente vestire gli abiti del penitente. Durante il regno di Teodosio le regioni orientali rimasero relativamente tranquille, anche se i Goti e i loro alleati, insediatisi stabilmente nei Balcani, erano motivo di continuo allarme. Dopo il 395 d.C., gli Imperatori d'Occidente erano di solito imperatori fantoccio. Nel 476 d.C. inizia la caduta dell’Impero Romano d’occidente. Le cause furono sostanzialmente le invasioni barbariche che con Odoacre riuscirono a raggiungere facilmente Roma. 2013 Copyright Cerca trova studia 12