Glossario dei media online
Glossario dei media online
Advergame: si veda la definizione di Rich Media.
Appvertising: altrimenti noto come mobile application advertising. Si tratta di tutte le forme di
comunicazione pubblicitaria che si sviluppano all’interno delle applicazioni. Si va da formati molto
simili ai banner, a forme molto più interattive e ingaggianti, in particolare nel mondo del gaming.
Banner: Termine inglese che possiamo tradurre con “bandiera”, “vessillo” o “striscione”. Il banner
può essere statico (sono sempre più rari) o interattivo (quando si attiva come ipertesto e rimanda a
un’altra pagina web scelta dall’inserzionista). Quando il banner è visualizzato dall’utente si realizza
un’impression, mentre se l’utente esegue un click richiedendo di fatto un approfondimento si realizza
il cosiddetto “click through”.
Big Data: una mole di informazioni provenienti da fonti eterogenee, così estesa in termini di volume,
velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore.
Click Through: si veda la definizione di banner.
Cookies: brevi file testuali (lettere e/o numeri) che consentono al server web di memorizzare sul
browser internet dell'utente informazioni da riutilizzare durante la visita del sito internet o in
seguito, anche a distanza di giorni.
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(cost per action/acquisition): indica il numero di utenti che hanno compiuto una specifica azione, ad esempio
raggiungere la fase finale (carrello) in un sito di e-commerce.
CPC (cost per click): indica il costo per ogni click dell’utente su un determinato formato, ad esempio un banner, o
su un determinato link, ad esempio uno di quelli che appaiono dopo aver operato una ricerca su un motore di
ricerca
CPE (cost per engagement): indica il numero di utenti che hanno effettivamente
CPA
(cost per install): indica il numero di utenti che hanno scaricato/installato un software oggetto di una
campagna, ad esempio un’applicazione per smartphone.
CPL (cost per lead): indica il numero di utenti, potenzialmente interessati ai prodotti o servizi offerti da un’azienda
(lead), che accettano di fornire i propri dati a quest’ultima per essere ricontattati.
CPF (cost per fan/follower/friend): indica il numero di utenti che si sono iscritti a un determinato social network per
effetto di una campagna ADV
CPI
(cost per mille): indica il costo per migliaia di impression, ovvero visualizzazioni del messaggio da parte
dell’utente pagato dall’inserzionista al publisher.
CPV (cost per viewing): indica il numero di utenti unici che hanno visualizzato un video, ad esempio su YouTube.
CPM
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Customization: è una forma di personalizzazione, basata su una serie di preferenze espresse dall’utente che ottiene
così prodotti e servizi disegnati in base alle proprie scelte. Ad esempio, compilando un questionario in cui sono
richieste le nostre preferenze per adattare il contenuto di una newsletter.
DEM: L’acronimo sta per Direct Email Markeitng e indica email con uno specifico focus commerciale, che
contengono poche informazioni e una call to action chiara e diretta (sconto, prezzo speciale riservato, selezione di
prodotti dedicata, offerta promozionale, iscrizione a un club ecc.). I principali obiettivi sono fidelizzare i clienti
acquisiti o conquistarne di nuovi mediante una leva chiaramente commerciale, in modo che l’utente percepisca
immediatamente un beneficio e sia invogliato a compiere un’azione seduta stante.
Impression: si veda la definizione di banner
Interruption marketing: il tradizionale modello della pubblicità basato sull’interruzione dei contenuti mediante
annunci pubblicitari rivolti alla medesima audience del contenuto stesso (es. spot tv che interrompono la visione di
un film o annuncio presente tra due articoli in un quotidiano).
Midroll: si veda la definizione di Video Advertising.
Native Advertising: Si tratta di una forma di pubblicità digitale che si integra in maniera armonica con i contenuti
editoriali. Il formato si presenta nativo dal punto di vista grafico (forma, colori, dimensioni ecc.) e si colloca in
spazi adibiti al contenuto e non agli annunci pubblicitari, come avviene invece per i banner. Le forme più note sono
lo sponsored post (o promoted post) di Facebook e il promoted tweet di Twitter. È ormai possibile, tuttavia,
rintracciare esempi di native advertising in moltissimi siti e portali, solitamente contrassegnati con la dicitura
“contenuto sponsorizzato”.
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Customization: è una forma di personalizzazione, basata su una serie di preferenze espresse dall’utente che ottiene
così prodotti e servizi disegnati in base alle proprie scelte. Ad esempio, compilando un questionario in cui sono
richieste le nostre preferenze per adattare il contenuto di una newsletter.
New Media: con questo termine si fa convenzionalmente riferimento a tutti quei canali di comunicazione “nuovi”
rispetto ai media tradizionali, a titolo di esempio citiamo: testate on line, forum, blog, siti web, videogame, social
media.
Newsletter: si tratta di email inviate come “aggiornamento informativo periodico” a un database di utenti
predefinito e adeguatamente strutturato secondo specifici interessi, esplicitamente espressi o inferiti a partire dai
dati di navigazione. Anche in questo caso possono essere presenti chiari messaggi promo-pubblicitari, ma
tendenzialmente la maggior parte dello spazio è riservata a contenuti di valore (articoli, notizie, rubriche ecc.).
L’obiettivo è di costruire una relazione con l’interlocutore, fidelizzarlo e trasformare il brand in un partner che si
preoccupa di selezionare “il meglio” per la sua audience.
Permission Marketing: termine coniato da Seth Godin in contrapposizione al tradizionale modello della pubblicità
basata sull’interruzione. In questa visione il contenuto pubblicitario è poco invasivo per l’audience, che spesso ha
espresso esplicitamente il consenso per esserne destinatario.
Personalization: è una forma di personalizzazione più accurata e dinamica, basata sull’analisi dei dati di
comportamento degli utenti senza la necessità di richiederne espressamente le preferenze. Ad esempio, il servizio di
raccomandazione dei prodotti che troviamo su Amazon, che ci suggerisce appunto prodotti che “potrebbero
piacerci” basandosi sulle nostre scelte precedenti.
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Postroll: si veda la definizione di Video Advertising.
Preroll: si veda la definizione di Video Advertising.
Programmatic Buying: modalità di acquisto di spazi pubblicitari online in tempo reale basata sull'uso di piattaforme
tecnologiche automatizzate che mettono in comunicazione buyer (agenzie e inserzionisti) e seller (concessionarie ed
editori).
Proximity Marketing: è una tecnica che consente di veicolare contenuti pubblicitari agli utenti che si trovano in
prossimità di un apposito dispositivo di comunicazione radio. Tali contenuti sono inviati sul dispositivo mobile
dell’utente (smartphone) che quindi interagisce con offerte legate al momento specifico e al luogo in cui si trova.
Real Time Bidding: significa letteralmente “offerta in tempo reale” ed è uno strumento per l'advertising online che
consente di vendere un determinato spazio pubblicitario al miglior inserzionista offerente.
Retargeting: è il processo che consente di rivolgere un determinato contenuto pubblicitario a un utente che aveva
manifestato interesse su un sito visitato in precedenza e si basa sui cosiddetti “cookie”.
Rich Media: si tratta di banner arricchiti di elementi. Sono in grado di includere funzioni quali audio, video e
animazioni complesse, sono capaci di ingaggiare gli utenti e stimolarne la partecipazione, anche senza lasciare la
pagina web che stanno visitando. In alcuni casi raggiungono un livello di sofisticazione tale da essere veri e propri
advergame, ovvero giochi interattivi sviluppati a fini pubblicitari fruibili direttamente all’interno di questi formati.
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SEM: il search engine marketing (SEM) indica l’insieme delle attività di web marketing volte a incrementare la
visibilità e la rintracciabilità di un sito web attraverso i motori di ricerca. Tali attività sono condotte a fronte di un
investimento economico, come ad esempio una campagna pay per click in cui l’inserzionista paga al publisher ogni
singolo click sul link da parte degli utenti.
SEO: la search engine optimization (SEO) comprende tutte quelle ottimizzazioni tecniche volte a ottenere la migliore
rilevazione, analisi e lettura di un sito web da parte dei motori di ricerca, al fine di migliorare (o mantenere) un
elevato posizionamento nelle pagine di risposta alle interrogazioni degli utenti del web. In questo caso ci si riferisce
ai risultati ottenuti come “organici”, ovvero frutto della sola ottimizzazione e non di un investimento promozionale.
Social Media Advertising: sono ascrivibili a questa definizione tutte le forme di comunicazione pubblicitaria che
prendono vita sui social network.
Video Advertising: Per certi versi si tratta dell’equivalente digitale degli spot televisivi, anche se sono per lo più
filmati di breve durata e sono pianificati in modo diverso. Convenzionalmente sono suddivisi in due categorie. Quelli
lineari sono video pubblicitari che al pari degli spot TV interrompono l’esperienza dell’utente posizionandosi prima
(preroll), durante (midroll) o dopo (postroll) il contenuto prescelto. Quelli non lineari invece si presentano come
testo o immagini (statiche o dinamiche) e si sovrappongono a una porzione del video in onda, senza necessariamente
interromperne la visione.