BRONZINO. ARTISTA E POETA
Firenze, Palazzo Strozzi, 15 ottobre 2010-23 gennaio 2011
Pittore fra i più grandi del Cinquecento, Agnolo di Cosimo Tori, detto il Bronzino (1503-1572),
incarna la pienezza della ‘maniera moderna’ negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici.
Firenze è ovviamente luogo privilegiato per una mostra monografica su di lui, giacché
soprattutto agli Uffizi, ma anche negli altri musei cittadini e nelle chiese, è conservata la maggior
parte dei suoi dipinti. Questa esposizione, per la prima volta dedicata all’opera pittorica di
Agnolo, si avvarrà di prestiti dai più importanti musei del mondo.
L’ideazione e la progettazione avvenute con largo anticipo permetteranno di offrire ai visitatori
non solo le ultime novità critiche e filologiche, ma anche quanto emergerà dall’impegno costante
dei curatori e del comitato scientifico nei tre anni che precedono l’apertura dell’esposizione da
qui al 2010.
La mostra non è tuttavia pensata solo per gli specialisti. Accogliendo una scelta di opere solo di
altissimo livello (autografe del Bronzino, di autori a lui legati – come il Pontormo e Alessandro
Allori – e di artisti che rielaborarono il suo stile fino agli anni dello Studiolo di Francesco I), essa
permetterà a un largo pubblico di ammirare e comprendere, attraverso confronti diretti per la
prima volta possibili, gli inarrivabili vertici poetici raggiunti dall’artista.
Sarà infine possibile studiare e confrontare alcune opere, per lo più con sicurezza attribuibili al
Bronzino, per la prima volta esibite al pubblico.
L’esposizione sarà divisa in capitoli dedicati ciascuno a una fase, a un episodio, o a un genere
importante dell’opera del Bronzino.
A) La formazione col Pontormo e gli esordi
Questo primo capitolo della mostra è volto a indagare lo stretto rapporto del Bronzino col suo
maestro attraverso i dipinti nei quali entrambi hanno lavorato fianco a fianco. L’accostamento di
opere coeve di Pontormo e Bronzino permetterà così di comprendere lo scarto formale compiuto
dal giovane artista, ancora impegnato nella bottega del maestro, verso una lampante e assoluta
astrazione, che tuttavia mantiene intatti alcuni caratteri di naturalismo.
A1) Pesaro
Si cercherà di indagare il soggiorno del Bronzino a Pesaro e i possibili contatti col mondo
emiliano-veneto, per verificare se in quel momento non sia da cercare l’origine delle sottili
mutazioni del suo stile sopravvenute al ritorno a Firenze.
B) Bronzino e Firenze: i Medici e i Panciatichi
La sezione è tesa a delineare il ruolo svolto dal Bronzino, fin dagli anni giovanili, sulla scena
fiorentina. Il punto di vista scelto per legare le differenti opere sarà quello del rapporto con i più
importanti committenti cittadini che scelsero la sua lingua figurativa, astratta e lucente, come
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rappresentativa dei loro pensieri civili, religiosi e politici. Verrà così indagato il rapporto
dell’artista con i Medici che lo vollero come ritrattista, come disegnatore di arazzi, ma anche
come pittore di corte capace di rappresentare i pensieri religiosi di Eleonora di Toledo.
Verrà poi analizzato il lungo rapporto che legò Bronzino ai Panciatichi, che gli commissionarono
alcune delle più importanti opere della prima maturità, fra le quali il Cristo crocifisso, ricordato
da Vasari e recentemente identificato, che è una delle poche opere religiose del Cinquecento
sicuramente legate alla diffusione della religiosità valdesiana e alla giustificazione per fede.
C) Pittore e letterato
Il Bronzino espresse pensieri sui rapporti che intercorrono fra pittura e scultura in una lettera
indirizzata a Benedetto Varchi in occasione della disputa sulla maggioranza delle arti; di lui
abbiamo anche un’altra epistola inviata a Michelangelo assieme ad alcune rime. La sua abilità di
poeta aulico e burlesco è invece riconosciuta dallo stesso Vasari che, nella biografia dedicata
all’artista, scrisse: “non è oggi chi faccia in questo genere di versi meglio, né cose più bizzarre e
capricciose di lui”. Il Bronzino coltivò l’interesse per la poesia al pari di Michelangelo, ma, a
differenza di questi, riuscì a pubblicare, in vita, le proprie rime. Per comprendere l’opera del
Bronzino resta dunque centrale il rapporto fra pittura e poesia, e questa sezione della mostra è
volta ad evidenziare i legami dell’artista con i poeti fiorentini che gli furono vicini, ma
soprattutto ad analizzare il complesso legame, e reciproco debito, che vi è tra soggetti, forma
pittorica, e caratteri specifici della sua opera poetica e letteraria.
D) I ritratti
Il tema del ritratto è centrale all’attività pittorica del Bronzino, egli raccoglie e sviluppa il genere
partendo dai grandi esempi di Raffaello e Pontormo, e lo porta a piena espressione innovando i
canoni di pieno Cinquecento. Lo stesso Vasari scrisse che all’artista era “proprio ritrarre dal
naturale quanto con più diligenza si può immaginare”, tanto che i suoi ritratti riuscivano sempre
“naturalissimi”. La sezione riunisce in ordine cronologico la ritrattistica del Bronzino, escluse le
effigi dei Medici, dei Panciatichi e dei poeti a lui legati, dalle prime prove a quelle della
maturità, offrendo una panoramica sia della Firenze di pieno Cinquecento, attraverso i suoi
protagonisti, sia della longevità espressiva dell’artista.
E) Le opere sacre
La sezione riunisce opere di devozione privata come le Madonne col Bambino, ma anche dipinti
destinati alla devozione pubblica, laddove la richiesta del dipinto sia giustificata da forti ragioni
di contenuto, senza mettere a repentaglio la conservazione di opere sovente di grandi dimensioni.
F) Bronzino e Allori
Fra i molti discepoli del Bronzino Vasari ricorda che il “primo è Alessandro Allori”, il quale,
sempre secondo il biografo, cercò “con la diligenza e continuo studio di venire alla più rara
perfezione”. Se all’inizio della mostra si è previsto il confronto fra il Bronzino e il Pontormo, in
chiusura si è voluto indicare come lo stile di Agnolo, attraverso Alessandro Allori, si affacci al
nuovo secolo, con quel misto di astrazione e naturalismo che sarà caro anche alla Firenze
controriformata.
G) Natura e artificio: Bronzino e i pittori dello Studiolo
L’ultima sezione della mostra è volta a indagare, attraverso le opere di alcuni artisti della
generazione successiva a quella del Bronzino, la fortuna del suo stile: somma armonia, anche
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secondo Vasari, di artificio e naturalismo di radice quattrocentesca. Tali pittori trovarono il loro
punto d’incontro nello Studiolo di Francesco I (eseguito intorno all’anno della morte del
Bronzino), luogo ove si posero le basi della svolta antivasariana che pervase la pittura più
innovativa della Firenze di fine Cinquecento.
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