Conseguenze della crisi in Giappone sull`economia e sui mercati

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 Conseguenze della crisi in Giappone sull’economia e sui
mercati finanziari – alcuni elementi di analisi
Strategia e ricerca economica – 15 marzo 2011
NB: le analisi saranno riviste in funzione degli aggiornamenti degli eventi
monitorati
Formuliamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie vittime del
terremoto e dello tsunami che hanno devastato il Giappone. In queste terribile
circostanze, i giapponesi danno comunque prova di un ammirevole coraggio e
di una grande dignità. La nostra speranza è quella di vedere presto il paese
riprendersi rapidamente da questo disastro.
L’indice Nikkei è crollato del 17,53% dal 10 marzo (il giorno precedente al terremoto).
Il CAC 40 ha perso il 4,6% nello stesso periodo (incluso un 2,5% il 15 marzo) e lo
S&P 500 ha lasciato l’1,5%. Le paure di un incidente nucleare nell’area sono
all’origine della caduta delle borse e della ripresa della volatilità. Anche se oggi
non si può escludere un incidente di questo tipo, ci sembra più ragionevole
paragonare questo scenario a quello di Kobe (il sisma avvenuto il 17 gennaio 1995)
che a quello di Chernobyl. Il paragone con il terremoto avvenuto nel 1995 è ricco di
insegnamenti.
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Il sisma del marzo 2011 è stato più forte di quello di Kobe ma il suo impatto
sull’economia si annuncia a priori meno forte, con meno centri produttivi
coinvolti rispetto al 1995. Inoltre, le regioni devastate non sono quelle
maggiormente destinate alle esportazioni. Bisogna nondimeno restare molto
prudenti sul bilancio: il terremoto di Kobe non aveva causato uno tsunami. È
ancora difficile determinare l’estensione dei danni alle infrastrutture produttive.
Inoltre, c’è ancora la possibilità di un nuovo terremoto e non è escluso un
incidente nucleare. Nelle attuali condizioni, è impossibile valutare con precisione
l’impatto economico. Nondimeno, per dare un ordine di grandezza del nostro
scenario, le nostre previsioni di crescita del PIL per il 2011 sono state riviste al
ribasso dall’1,2% allo 0,7%, mentre rivediamo al rialzo le previsioni per il 2012
(dall’1,7% al 2,0%).
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La stima dei danni subiti dal Giappone nel 1995 è stata pari al 2,5% del PIL.
All’epoca, le previsioni erano state molto pessimiste in merito agli effetti
sull’economia. La produzione industriale era rallentata a gennaio, ma si era
nettamente ripresa in seguito in alcuni settori (legati alla costruzione). Era stato
definito un piano d’urgenza: il suo impatto (stimato allo 0,3% sulla crescita del PIL
nel secondo trimestre 1995 e allo 0,5% nel secondo trimestre 1995) non è
abbastanza per spiegare il rimbalzo della crescita osservato. Da notare: lo shock
di Kobe non ha in ogni caso causato una contrazione del PIL nel primo trimestre
1995!
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La Banca del Giappone è stata particolarmente proattiva nel limitare il
contagio economico con iniezioni massicce di liquidità e un raddoppio del suo
programma di acquisto di attivi. In uno shock di natura sistemica, non ci sono
limiti a interventi della banca centrale in termini di iniezione di liquidità e di
acquisto di attivi. La priorità assoluta è di preservare la stabilità del sistema
finanziario. Tutte le normali attività passano in secondo piano. Ricordiamo che il
primo ministro sottolinea che la situazione è la più grave dalla seconda guerra
mondiale (considerando la minaccia di un incidente nucleare).
Si presentano due scenari:
•
Se lo shock rimane di natura sismica, possiamo ragionevolmente pensare a
uno scenario “alla Kobe”. In quel caso, le capacità di produzione sono
indebolite solo temporaneamente. La caduta produttiva industriale sarà senza
dubbio rilevante nel breve termine ma dovrebbe essere seguita da un
rimbalzo, soprattutto in quei settori legati alla ricostruzione (domanda di
infrastrutture), così come nei settori di beni durevoli (domanda di ricambio).
•
Se si intensifica la minaccia nucleare, la situazione cambia. Reazioni di
panico tra la popolazione sono possibili, accompagnati dalla caduta degli
approvvigionamenti, difficoltà di prodotti alimentari e riduzione più durevole
della produzione (interi settori dell’economia verrebbero rallentati). Il panico
potrebbe allora diffondersi sull’intera area. È la possibilità dello scenario
catastrofico (alla Chernobyl) che ha innescato la caduta delle piazze
finanziarie mondiali. In questo scenario di rischio, la minaccia di
destabilizzazione dei mercati finanziari mondiali spingerebbe le banche
centrali (FED e BCE) a iniettare liquidità e a ritardare i loro piani di
normalizzazione monetaria (soprattutto per la BCE, per la quale una prima
ripresa dei tassi è attesa per il 7 aprile o per alcuni grandi paesi emergenti).
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A questo stadio, privilegiamo lo scenario di “ritorno alla calma” (ad
esempio: lo shock rimane di natura sismica e la minaccia nucleare si allontana).
In queste condizioni, le borse in Europa e negli USA potrebbero molto
rapidamente ritornare ai loro livelli precedenti il terremoto. Al contrario, per
quanto riguarda il mercato giapponese, la prudenza è d’obbligo dato che c’è
molta incertezza sul bilancio economico (rischi di nuovi terremoti rimangono
ancora presenti per alcuni giorni).
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Dal lato dello yen, osserviamo un movimento di apprezzamento della
moneta (+2,8% rispetto al dollaro dal 10 marzo) legato ai flussi di rimpatrio dei
capitali. Il movimento rialzista dello yen potrebbe essere forte (ma
temporaneo) nelle prossime settimane, così come avvenuto nel 1995. È
comunque per noi non ragionevole acquistare lo yen agli attuali livelli (la valuta è
ormai molto sopravvalutata).
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A medio e lungo termine, è probabile che il Giappone (e altri paesi)
modifichi la propria politica energetica, il che potrebbe condurre a un
aumento della domanda del petrolio e dunque del suo prezzo (movimenti di
sostituzione). In ogni caso, non è ciò che sta attualmente avvenendo; le paure di
un rallentamento economico regionale stanno prevalendo con una contrazione
del prezzo del petrolio il 15 marzo (da 113,5 dollari a 108 dollari al barile, il suo
livello più basso in un mese).
1995: crescita del PIL e della produzione industriale
Un crollo della produzione industriale nel mese di gennaio 1995
Giappone: Produzione industriale nel 1995 (m/m, %)
… e un rimbalzo della crescita
Giappone: Rimbalzo del PIL nel 1995!
Le borse mondiali: Kobe (1995) vs Marzo 2011
Indici, base 100 la vigilia del terremoto
La borsa giapponese aveva perso 25% in 6 mesi anche se era all’inizio del
periodo di un’irrazionale esuberanza negli USA…
Mercato azionario Nikkei 225: Kobe (1995) vs Marzo 2011
Mercato azionario S&P 500: Kobe (1995) vs Marzo 2011
Mercato azionario CAC 40: Kobe (1995) vs Marzo 2011
Lo yen nel 1995 vs 2011
1995: crescita temporanea dello yen rispetto al dollaro…
USD/JPY (indici):
100= il giorno prima del terremoto di Kobe (17 gennaio 1995) vs 11 marzo 2011
… e rispetto all’Euro (euro simulato)
EURO/JPY (indici):
100= il giorno prima del terremoto di Kobe (17 gennaio 1995) vs 11 marzo 2011
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