ISTITUTO COMPRENSIVO “E.CAVICCHI” PIEVE DI CENTO Scuola Media “A.Gessi” Sussultare all’orecchio domenica 13 aprile 2014 ore 20.30 Teatro Comunale “ALICE ZEPPILLI” Piazza Andrea Costa 17 - Pieve di Cento Questa sensazione straordinaria, che niente è andato perduto. Niente si perde. M’intendete? a cura di ANDREA FUGARO ROSSELLA DASSU STEFANO MASOTTI luci LUIGI SERMANN riprese video FEDERICO TOVANI editing musicale LUCA PIGA organizzazione MAURIZIO SANGIRARDI 2012 un terremoto colpisce la solida Emilia, i suoi paesi, i suoi ragazzi “Così finisce il mondo. Non con un boato ma con un gemito” T.S.Eliot. Che ru more fa ? la fine del mon do Cos’è la paura? la Co me reag isci al paura? Co me ricostru iresti il tuo paese? quan d’è che ci sente vivi? ...e se fo sse solo un sogno? cos’è ch e le sogno all ga il a realtà? Cosa accadrebbe se un evento catastrofico, un terremoto ad esempio, colpisse il paese. Un paese che non c’è più: crea un immenso vuoto e allo stesso tempo una totale libertà e una immensa opportunità. Quando qualcosa si frantuma, crepa sotto le scosse di un evento naturale o genera ferite. Ciò che attraversiamo diviene esperienza, il terremoto lascia un segno, nelle case, sui muri, nelle torri civiche, nei teatri, nelle persone. Questi segni diventano parte del paesaggio naturale che ci circonda, e del nostro mondo interiore, inutile nasconderli. E allora si fa come il kintsugi, l’antica arte orientale che consiste nell’aggiustare ciò che si rompe, con delle piccole strisce d’oro, così l’oggetto anzichè perdere, acquista valore. Paradossalmente di fronte alla libertà e all’immensità si corre spesso il rischio di rimanere immobili. Eppure proprio ciò che ci tiene legati alla terra, ci può permettere di correre, abbandonati a noi stessi, fiduciosi che l’orizzonte può proteggerci. Questo legame sono le radici che abbiamo con il nostro luogo di nascita. Le radici che diventano un ponte tra ciò che non c’è più, il passato, e ciò che nascerà nel futuro. Ascoltate! / Se accendono le stelle, / vuol dire che qualcuno ne ha bisogno? / Vuol dire che è indispensabile / che ogni sera / al di sopra dei tetti / risplenda almeno una stella?” Vladimir Majakovskij è quindi necessario segliere di entrare in relazione con degli adolescenti, per metterli nella condizione di specchiarsi nel loro mondo, e per godere, noi adulti, della potenza che solo loro sono in grado di esprimere e restituire. Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi? Ascoltiamo...è indispensabile “Siamo stanchi di diventare giovani seri o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così senza sogni.” P. P. Pasolini Lo spettacolo “Sussultare all’orecchio” è l’esito finale del laboratorio teatrale svoltosi tra i mesi di gennaio e aprile 2014, che ha coinvolto gli studenti della Scuola Media “A.Gessi” di Pieve di Cento.L’idea del laboratorio nasce dalla curiosità di capire come degli adolescenti possano reagire ad un evento capace di azzerare il proprio orizzonte quotidiano, quali siano le dinamiche di relazione in uno stato di emergenza, quale e con quanta forza riesca a realizzarsi il proprio immaginario. Attingendo alle esperienze personali, imparando ad esprimerle e gestirle attraverso le tecniche teatrali, sviluppando pensieri e riflessioni di giornalisti e scrittori del proprio territorio, prendendo spunto da alcuni testi quali “Alzando da terra il sole. Parole per l’Emilia” , “Terremoto dentro”, “Le città invisibili”, ma soprattutto utilizzando frasi e riflessioni elaborate dagli stessi partecipanti. Il laboratorio si è strutturato in una serie di incontri, in cui i giovani partecipanti hanno appreso le tecniche di base del mestiere dell’attore, attraverso una serie di giochi ed esercizi che ne hanno sviluppato e potenziato capacità espressive del corpo e della voce. Nella fase finale, le competenze acquisite sono state messe alla prova nella costruzione di uno spettacolo che rappresenta la concretizzazione dell’intero processo di laboratorio e ne ha permesso la restituzione all’intera cittadinanza locale. Il comportamento, le proposte e le risposte dei partecipanti, sono state osservate da uno psicologo il quale ha tratto interessanti considerazioni, soprattutto evidenziando le differenze di risposta e come queste possano essere collegate a parametri contestuali, o come, contrariamente, alcuni atteggiamenti esulano da questi parametri, risultando risposte universali. “Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante” F. Nietzsche