Principi di Economia I - 8. Efficienza e benessere nei mercati

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Benessere ed efficienza nei mercati perfettamente concorrenziali
Effetti del controllo dei prezzi
Effetti delle imposte sulle vendite
Limiti dell’analisi
Principi di Economia I
8. Efficienza e benessere nei mercati perfettamente concorrenziali
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2013-14
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: [email protected]
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Limiti dell’analisi
Layout
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Benessere ed efficienza nei mercati perfettamente concorrenziali
Economia del benessere
Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
Teoremi dell’economia del benessere
2
Effetti del controllo dei prezzi
Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
Sussidi ai prezzi
3
Effetti delle imposte sulle vendite
Effetto di un’imposta sulle vendite
Elasticità e ripartizione dell’onere dell’imposta
Elasticità e perdita secca
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Limiti dell’analisi
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Economia del benessere
Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
Teoremi dell’economia del benessere
Economia del benessere
L’economia del benessere (welfare economics):
cerca di definire e misurare il benessere di una società nel complesso;
analizza regole o metodi di classificazione delle diverse possibili
configurazioni del sistema economico.
Una configurazione del sistema economico è una particolare
allocazione di risorse intese in senso ampio, ovvero una specifica
allocazione:
dei fattori produttivi per la produzione di una certa combinazione di
output (beni e servizi);
degli output ai diversi attori del sistema economico.
L’ordinamento delle configurazioni sulla base di un determinato
criterio prende il nome di ordinamento del benessere sociale.
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Economia del benessere
Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
Teoremi dell’economia del benessere
Pareto efficienza
Il criterio più noto di classificazione delle configurazioni è il criterio
di Pareto: date due configurazioni A e B, A è socialmente preferibile
a B se almeno un individuo preferisce A a B, e nessuno B ad A.
Dal criterio di dominanza paretiana discende il concetto di ottimo
paretiano.
Pareto efficienza (Pareto efficiency ), o ottimalità paretiana (Pareto
optimality )
Una configurazione è Pareto efficiente (Pareto efficient), o Pareto
ottimale (Pareto optimal), quando non è possibile modificarla migliorando
la situazione di qualcuno senza peggiorare quella di qualcun altro.
Il concetto è basato sulla comparazione del benessere degli stessi
individui tra due configurazioni e non richiede la comparazione o la
somma del benessere tra individui diversi;
In generale, possibili molteplici configurazioni Pareto efficienti.
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Economia del benessere
Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
Teoremi dell’economia del benessere
Principio di compensazione
Principio di compensazione (compensation principle)
Principio in base al quale una configurazione del sistema economico A è
socialmente superiore ad una configurazione B se in A è in astratto
possibile per chi ha tratto un beneficio netto nel passaggio da B ad A
(gainers) compensare chi ne è stato danneggiato (losers) (es. attraverso
trasferimenti) e, al netto di tale compensazione, non preferire comunque
B ad A.
Se la compensazione ipotetica è attuata, il principio si riduce al
criterio di Pareto;
Se la configurazione non è Pareto ottimale è sempre possibile
individuare una transazione tale da ottenere un miglioramento
paretiano (Pareto improvement), ovvero tale da migliorare la
condizione di almeno uno dei soggetti coinvolti senza peggiorare
quella degli altri.
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Pareto efficienza
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Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
Ogni volta che il mercato non è in equilibrio è sempre possibile
individuare una transazione che genera un miglioramento paretiano;
Esempio:
Eccesso di domanda con prezzo al di sotto del prezzo di equilibrio:
Esistono compratori che al prezzo p non riescono ad avere il bene,
nonostante sarebbero disposti a pagare un prezzo p ′ > p;
Esistono venditori che, sebbene non disposti ad offrire il bene al
prezzo p, sarebbero disposti ad offrirlo al prezzo p ′ > p;
La compravendita del bene al prezzo p ′ migliora la posizione di
entrambe le parti senza danneggiare quella degli altri.
Eccesso di offerta con prezzo al di sopra del prezzo di equilibrio:
Esistono venditori che al prezzo p non riescono a vendere il bene,
nonostante sarebbero disposti a venderlo ad un prezzo p ′ < p;
Esistono compratori che, sebbene non disposti ad acquistare il bene al
prezzo p, sarebbero disposti ad acquistarlo al prezzo p ′ < p;
La compravendita del bene al prezzo p ′ migliora la posizione di
entrambe le parti senza danneggiare quella degli altri.
In entrambi i casi la quantità scambiata sul mercato è sempre
inferiore a quella di equilibrio.
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Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
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Surplus del consumatore e del produttore
Nell’analisi di welfare utilizziamo i concetti di surplus:
Surplus (o sovrappiù) del consumatore: differenza tra la
Disponibilità A Pagare (DAP) del consumatore per un certo bene e
il prezzo effettivamente pagato per il bene;
Surplus (o sovrappiù) del produttore: differenza tra il prezzo
corrisposto al venditore per il bene e il costo da lui effettivamente
sostenuto per la sua produzione/messa in vendita.
p
p
S
S
p∗
p∗
D
Q∗
D
Q
(a) Surplus del consumatore
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Q∗
Q
(b) Surplus del produttore
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Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
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Equilibrio di mercato e surplus totale
Il prezzo di equilibrio di mercato genera il surplus totale massimo.
p
S
p∗
D
Q∗
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Q
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Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
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Condizioni di efficienza del mercato
L’equilibrio di mercato è Pareto efficiente solo in caso di assenza di:
1
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3
4
5
potere di mercato di compratori e venditori: consumatori e venditori
sono price-taker ;
asimmetrie informative;
esternalità;
beni pubblici in senso economico;
costi di transazione.
Affermare che l’equilibrio nel mercato di un determinato bene è
efficiente significa dire che, prendendo il reddito degli individui come
dato, l’allocazione del bene che ne risulta non può essere modificata
per migliorare la condizione di qualcuno senza peggiorare quella di
qualcun altro.
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Pareto efficienza
Pareto efficienza ed equilibrio di mercato
Teoremi dell’economia del benessere
Teoremi dell’economia del benessere
Primo teorema dell’economia del benessere
Un equilibrio competitivo è Pareto ottimale.
Se i mercati sono concorrenziali, le risorse sono sfruttate in modo
efficiente per produrre i beni richiesti dai consumatori;
Non è possibile modificare l’allocazione delle risorse in modo tale da
aumentare il benessere di qualcuno senza peggiorare quello di
almeno qualcun altro.
Secondo teorema dell’economia del benessere
Ogni allocazione Pareto ottimale può essere ottenuta come risultato di un
equilibrio competitivo mediante un’opportuna redistribuzione delle
dotazioni iniziali.
Il secondo teorema sancisce la separazione fra problemi di efficienza
e distributivi;
Il mercato resta il meccanismo allocativo per antonomasia.
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Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
Sussidi ai prezzi
Imposizione di un prezzo massimo
Eccesso di domanda (Q D > Q S ): razionamento del bene;
Surplus:
produttori (da p ∗ EF a pmax DF ): −p ∗ CDpmax − CED ⇒ −
consumatori (da AEp ∗ a ABDpmax ): +p ∗ CDpmax − BEC ⇒ ?
Benessere sociale (da AEF a ABDF ) ⇒ Perdita secca (BED)
(−p ∗ CDpmax −CED)+(p ∗ CDpmax −BEC ) = −CED −BEC = −BED
p
A
S
B
E
C
p∗
pmax
D
D
F
QS
QD
Q
Esempi: beni calmierati nelle economie socialiste, equo canone.
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Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
Sussidi ai prezzi
Elasticità ed effetti dell’imposizione di un prezzo massimo
(a) Guadagno netto dei consumatori (p ∗ CDpmax > BEC )
Offerta rigida ⇒
Alto trasferimento di surplus dai produttori ai consumatori;
Domanda elastica ⇒
Bassa perdita di surplus dovuta al razionamento.
(b) Perdita netta dei consumatori (p ∗ CDpmax < BEC )
p
p
A
S
B
S
A
B
p∗
E
C
p∗
pmax
C
E
D
D
pmax
F
D
D
F
Q
S
Q
D
Q
Q
S
Q
D
Q
(a) Domanda elastica e offerta rigida (b) Domanda rigida e offerta elastica
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Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
Sussidi ai prezzi
Imposizione di un prezzo minimo
Eccesso di offerta (Q S > Q D );
Surplus:
produttori (da p ∗ EF a pmin BDF ): −CED + pmin BCp ∗ ⇒ ?
consumatori (da AEp ∗ a ABpmin ): −BEC − pmin BCp ∗ ⇒ −
Benessere sociale (da AEF a ABDF ): ⇒ Perdita secca (BED)
(−CED+pmin BCp ∗ )+(−BEC −pmin BCp ∗ ) = −CED−BEC = −BED
p
A
S
B
pmin
E
C
p∗
D
D
F
QD
QS
Q
Esempi: politiche comunitarie a sostegno della produzione agricola.
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Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
Sussidi ai prezzi
Elasticità ed effetti dell’imposizione di un prezzo minimo
(a) Guadagno netto dei produttori (pmin BCp ∗ > CED)
Offerta elastica ⇒ Bassa perdita di surplus dovuta alla diminuzione
della quantità venduta;
Domanda rigida ⇒ Alto trasferimento di surplus dai consumatori ai
produttori.
(b) Perdita netta dei produttori (pmin BCp ∗ < CED)
p
p
A
S
A
B
pmin
C
p∗
B
p min
p∗
S
E
C
E
D
F
D
D
D
F
Q
D
Q
(a) Offerta elastica e domanda rigida
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QD
Q
(b) Offerta rigida e domanda elastica
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Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
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Controllo dei prezzi e perdita secca
Data l’esistenza di una perdita secca (deadweight loss), il controllo
dei prezzi risulta meno efficiente di politiche di redistribuzione del
reddito;
L’analisi precedente sottostima l’entità della perdita secca generata
da politiche di controllo dei prezzi, poiché:
non tutti i beni il cui prezzo è controllato:
finiscono nelle mani dei consumatori con la DAP maggiore nel caso
dell’imposizione di un prezzo massimo;
vengono offerti dai produttori più efficienti nel caso dell’imposizione
di un prezzo minimo.
Le politiche di controllo dei prezzi incentivano il rent-seeking, ovvero
il consumo di risorse al fine di aumentare il proprio benessere a
discapito degli altri:
i consumatori sostengono costi per accaparrarsi il bene diventato di
più difficile reperibilità sul mercato a seguito dell’imposizione del
prezzo massimo;
i produttori sostengono costi per attività di lobbying/certificazione al
fine di rientrare tra quelli cui è concesso di vendere il bene al prezzo
minimo imposto.
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Imposizione di un prezzo massimo
Imposizione di un prezzo minimo
Sussidi ai prezzi
Sussidi ai prezzi
p
p
S
E
E
S
A
p
p∗
S′
B
p′ = p − s
D
D
Q∗
Q
(a) Equilibrio senza sussidio
Q
Q′
Q
(b) Equilibrio con sussidio pari ad s
Guadagno netto dei consumatori: pEBp ′ ;
Costo del sussidio per la collettività (s × Q ′ ): pABp ′ ;
Perdita secca: EAB.
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Effetto di un’imposta sulle vendite
Elasticità e ripartizione dell’onere dell’imposta
Elasticità e perdita secca
Effetto di un’imposta sulle vendite
Diminuzione della quantità domandata;
Effetti sul benessere:
Surplus dei produttori (da p ∗ EF a pS DF ): −p ∗ EDpS ;
Surplus dei consumatori (da AEp ∗ ad ABpD ): −pD BEp ∗ ;
Entrate del settore pubblico: pD BDpS ;
Perdita secca: BED.
S′
p
A
S
B
pD
E
C
p∗
pS
D
D
F
QD
Q
Esempio: Accise sulle sigarette
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Effetto di un’imposta sulle vendite
Elasticità e ripartizione dell’onere dell’imposta
Elasticità e perdita secca
Elasticità e ripartizione dell’onere dell’imposta
Onere dell’imposta ripartito tra venditori e compratori;
La suddivisione dipende dal rapporto tra le elasticità: la parte che
sostiene la quota maggiore è quella con la curva meno elastica.
p
p
A
S′
S′
S
A
B
pD
S
B
pD
p∗
C
p∗
pS
F
E
C
E
D
pS
D
D
D
F
QD
(a) Domanda rigida
elastica
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Q
ed
offerta
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QD
Q
(b) Domanda elastica e offerta
rigida
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Effetto di un’imposta sulle vendite
Elasticità e ripartizione dell’onere dell’imposta
Elasticità e perdita secca
Elasticità e perdita secca generata dall’imposta
L’imposta riduce il surplus totale poiché distorce il principio
costi-benefici: nell’equilibrio con imposta il beneficio marginale
collegato al consumo di un’unità aggiuntiva del bene è maggiore del
costo marginale di produzione del bene al netto dell’imposta;
La perdita netta di benessere è tanto minore quanto minore è:
l’elasticità della domanda al prezzo;
l’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo.
Un’imposta su un bene la cui curva di offerta è perfettamente rigida
non genera alcuna perdita secca.
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Effetti delle imposte sulle vendite
Limiti dell’analisi
Limiti dell’analisi
L’esempio delle sigarette è paradigmatico dei limiti dell’analisi:
Possibile critica all’utilitarismo sottostante all’analisi dal lato della
domanda: è il singolo individuo sempre la persona giusta a valutare
ciò che è più “utile” a sé stesso?
Il tabagismo aumenta l’incidenza delle malattie cardiovascolari e
tumorali e anche gli altri (la collettività, i parenti, ecc.) sostengono il
costo di tali malattie, sebbene il mercato non ne tenga conto.
⇒ Problema delle esternalità.
L’analisi precedente suppone che l’imposta si applichi ad un mercato
particolare:
Se l’imposta si applica in modo indifferenziato a qualsiasi bene ed è
proporzionale al valore di mercato, la politica ha effetti redistributivi,
ma non distorsivi (es. IVA);
L’analisi precedente non ne tiene conto perché è di equilibrio parziale
ed occorre passare ad un’analisi di equilibrio generale.
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