Nutrizione - Alimentazione
Dieta iperuricemia
Si considera iperuricemico il soggetto che, dopo 5 giorni di dieta ipopurinica e senza assunzione di
farmaci che influiscono sull'uricemia (vitamina C, vitamina PP, salicilici, diuretici), presenta valori
di acido urico nel sangue superiori a:
7 mg/dl se uomo
6,5 mg/dl se donna
Superati i 9 mg il rischio gotta diventa elevato e si procede con la somministrazione di
farmaci specifici
La gotta è una malattia cronica su base ereditaria caratterizzata da un elevato tasso di acido urico
nel sangue (iperuricemia).
L'acido urico deriva dal metabolismo delle purine, composti azotati che
entrano nella composizione del DNA. L'organismo delle persone affette da
gotta sintetizza molte più purine del necessario e non riesce a smaltirle con
sufficiente velocità. L'accumulo di acido urico in sede articolare scatena
dolori ed infiammazioni acute (artrite).
L'acido urico viene eliminato principalmente per via renale e, in minima
parte, attraverso le secrezioni digestive. L'iperuricemia può quindi dipendere
anche da una ridotta escrezione urinaria di acido urico. Si parla in questo
caso di pazienti normoproduttori ed ipoescretori.
L'iperuricemia può essere la conseguenza di un'aumentata sintesi di
acido urico e/o di una ridotta eliminazione urinaria.
Il contributo della dieta
L'attuale disponibilità di farmaci efficaci nel combattere l'iperuricemia ha contribuito a ridurre
l'importanza del tradizionale e severo regime dietetico. Alla luce di questa considerazione e
tenendo presente il carattere ereditario della malattia, il contributo della dieta è oggi considerato
trascurabile. Bisogna comunque precisare che una dieta eccessivamente ricca di composti azotati
(purine ed in misura minore proteine) può facilitare l'insorgenza di iperuricemia. Anche la vita
sedentaria, l'obesità ed un regime alimentare eccessivo, contribuiscono ad aggravare il problema.
In presenza di gotta o iperuricemia è quindi importante escludere tutti gli alimenti ricchi in purine
e limitare gli eccessi proteici secondo quanto indicato dalla seguente tabella:
Alimenti ad elevato contenuto in purine
(da 150 ad 800 mg/100 g)
alici o acciughe, sardine, animelle, fegato,
rognone, cervello, estratto di carne,
selvaggina
Alimenti a contenuto medio di purine
(da 50 ad 150 mg/100 g)
carni, pollame, pesce, crostacei, salumi e
insaccati in genere; piselli, fagioli,
lenticchie, asparagi, spinaci, cavolfiori,
funghi
Alimenti a basso contenuto in purine
(da 0 ad 15 mg/100 g)
latte, uova, formaggi, verdure, ortaggi
(eccetto quelli sopraelencati), frutta, pasta
e gli altri cereali (fatta eccezione per germe
di grano e prodotti integrali)
Bisogna inoltre considerare che:
una dieta ricca di carboidrati (amido) favorisce l'escrezione di acido urico
una dieta ricca di lipidi e fruttosio favorisce la ritenzione di acido urico.
La dieta ideale per chi soffre di iperuricemia dovrebbe quindi essere priva degli alimenti ricchi in
purine, limitare quelli a contenuto purinico medio e moderare l'apporto di alcol, grassi e fruttosio
(presente soprattutto nei dolci e nella frutta zuccherina ed essiccata come cachi, fichi, uva e
banane).
L'alimentazione dovrebbe essere all'insegna della moderazione calorica, in modo da evitare, per
quanto possibile, abbuffate ed eccessi. La riduzione graduale del peso superfluo sembra infatti
apportate più benefici di un regime dietetico attento solo all'eliminazione dei cibi ricchi in purine.
In caso di iperuricemia è molto importante, infine, assicurare all'organismo il giusto apporto di
liquidi.