A10 578 Paolo Somigli La canzone in Italia Strumenti per l’indagine e prospettive di ricerca Copyright © MMX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978–88–548–3154–4 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno 2010 Ma le canzoni son come i fiori: […] sono come i sogni, e a noi non resta che scriverle in fretta, perché poi svaniscono e non si ricordano più. Vasco Rossi, Una canzone per te Indice 9 Introduzione 13 Capitolo I. La musica di consumo: punti critici e strumenti per l’indagine 1. Premessa. Di alcuni nodi critici nello studio della musica di consumo, 13 – 2. Ma che cos’è la musica di consumo?, 23 – 3. Un punto cruciale: il rapporto col presente, 30 – 4. Un esempio attraverso l’ascolto: Nel blu dipinto di blu, 34 – 5. Verso le conclusioni: perché “musica di consumo”, 39 43 Capitolo II. Canzone e mondo giovanile in Italia. Un “case study”: la musica liturgica 1. Premessa, 43 – 2. “Come potete giudicar?”. I “giovani” tra anni Cinquanta e Sessanta, 44 – 3. “Lasciate che i giovani vengano a me”: la Chiesa alla conquista dei giovani, 51 – 4. Gli anni Sessanta e Settanta: messa beat, messa di protesta, 53 – 5. Gli anni Ottanta e Novanta: liturgie pop, 56 65 Capitolo III. Dalla parte dell’uomo: musica e parole in Fabrizio De André 1. Premessa, 65 – 2. L’umanità di Fabrizio De André, 65 – 3. Umanismo e spirito evangelico: La buona novella (1970), 72 – 4. Gli spiriti liberi di Anime salve (1996), 84 8 91 Capitolo IV. Giochi con le forme, giochi con la storia. I voli imprevedibili di Franco Battiato 1. Giochi con le forme, 91 – 2. Giochi con la storia, 97 109 Appendice. Due contributi dal seminario “La musica di consumo in Italia: economia, sociologia, stile” 1. Luigi Conidi. “Traduire c’est trahire”. La cover in Italia negli anni Sessanta, 109 – 2. Roberto Anselmi e Daria Biagi. “Arriva con la pioggia”. Un’interpretazione di Dolcenera di Fabrizio De André, 114 123 Bibliografia essenziale 125 Ringraziamenti Introduzione Questo è il secondo libro legato al seminario La musica di consumo in Italia: economia, sociologia, stile, un’esperienza didattica e di ricerca iniziata nel 2000 nel Corso di Laurea in DAMS dell’Università di Bologna1. I materiali che lo compongono sono nati nel corso di quest’iniziativa e si dispongono in quattro capitoli e in un’appendice. Nell’insieme intendono offrirsi come agile strumento per avviare allo studio e alla comprensione della popular music, e in particolare della canzone, sia i giovani universitari di Facoltà umanistiche come ad esempio Lettere o Scienze della Formazione sia più in generale i lettori interessati; si soffermano su questioni generali e metodologiche e su aspetti e figure particolari, con speciale ma non perciò esclusiva attenzione all’Italia. Il volume, tuttavia, si pone anche l’obiettivo di contribuire agli studi e alle riflessioni sulla musica di consumo da una prospettiva prima di tutto musicologica e storico–musicale. Esso dunque si concentra in primo luogo sulle fattispecie sonore e ne privilegia l’osservazione alla luce del contesto storico sia musicale sia generale. Il primo capitolo, che recupera ed aggiorna due sezioni del precedente volume, offre un quadro sintetico sugli studi relativi alla musica 1 1 Il primo è stato Popular music: aspetti e problemi, a cura di P. Somigli, LIM, Lucca 2005 («Quaderni di Musica/Realtà», n. 55), che riunisce i contributi su questioni di carattere concettuale e generale presentati dal sottoscritto e da altri relatori nel primo biennio di attività (2000–2002). Il seminario è stato promosso dalla cattedra di Storia della musica della professoressa Giuseppina La Face Bianconi in collaborazione con l’Associazione culturale “Il Saggiatore musicale” con l’intento di favorire negli studenti la formazione d’una coscienza critica sulla produzione, i caratteri, le funzioni e le implicazioni socioeconomiche della musica di consumo nella società di massa. Chi scrive ne è stato fin dall’inizio il coordinatore. 10 Introduzione di consumo, la loro genesi, i loro caratteri, i loro nodi problematici. Esso analizza alcuni importanti aspetti della disciplina: anche attraverso diversi esempi, intende fornire allo studente e al lettore le premesse di questo lavoro e più in generale strumenti concettuali utili per lo studio della materia. Il volume prosegue quindi con tre capitoli riferiti all’attività seminariale del periodo 2003–2006 e dedicati a tre casi particolari: la musica liturgica a destinazione giovanile dagli anni Sessanta agli anni Novanta, la produzione di Fabrizio De André con specifica attenzione alla Buona novella e ad Anime salve, l’attività di Franco Battiato autore ed interprete. Questi esempi ci aiutano ad osservare in maniera diretta alcune tappe della storia della canzone italiana e ad analizzare aspetti e fenomeni cruciali per la sua stessa comprensione: il delinearsi d’un pubblico preferenzialmente giovanile (con le relative conseguenze), la relazione complessa fra canzoni e società, la funzione delle scelte formali e sonore per la comunicazione degli autori col pubblico. I tre capitoli additano prospettive di ricerca nelle quali generale e particolare si illuminano a vicenda e contribuiscono l’uno alla comprensione dell’altro. Ma il loro scopo non si ferma a questo. La canzone e la popular music fanno ormai parte stabile dell’offerta formativa della scuola italiana: le canzoni sono presenti nei manuali di educazione musicale, di italiano, di letteratura, di storia. Non entro qui nel merito dell’opportunità o dell’inopportunità di questa presenza. Mi limito a registrarla. Così come prendo atto di come manchi una formazione specifica dei docenti a questo tipo di produzione musicale e alla sua didattica. È anche a tale situazione che il presente volume guarda, sia col capitolo introduttivo sia coi capitoli seguenti. E quest’ultimi, in particolare, intendono promuovere un approccio, e in prospettiva una didattica, basati su consapevoli strategie d’ascolto, sul modello di analoghe proposte della più recente ed autorevole pedagogia musicale. Chiude il volume l’appendice, costituita da due scritti nati come relazioni seminariali. Il primo contributo, a firma d’uno studente DAMS oggi al terzo anno, affronta il fenomeno delle cover e pone in parallelo due canzoni d’Oltreoceano e le rispettive rivisitazioni italiche. Il secondo, di due ex studenti ormai laureati rispettivamente in Lettere Moderne e in Scienze della Comunicazione, è un’analisi linguistica di Introduzione 11 Dolcenera, una delle canzoni dal punto di vista testuale più enigmatiche di Fabrizio De André. Assieme, questi due contributi sottolineano il carattere vivo del seminario, il connubio che lì si è perseguito fra didattica e ricerca. Lo stesso al quale con questo libro ci si augura di contribuire. San Lazzaro di Savena, 31 dicembre 2009 Nota al testo Come già ricordato, i materiali confluiti in questo libri hanno preso forma nel corso delle annate e delle lezioni del seminario La musica di consumo in Italia: economia sociologia, stile. Una prima stesura di alcuni di essi è quindi costituita dai seguenti miei scritti: Introduzione e Considerazioni preliminari a uno studio della popular music (nel mio Popular music: aspetti e problemi, LIM, Lucca 2005, pp. IX–XVII e 3–15); Il mio “Credo” è come un rock (in «Musica e Storia», XIII, 2005, pp. 651– 670); Laudate hominem. Appunti su Fabrizio De André (in «Il Cubo. Contenitore di informazioni universitarie», XVI, n. 1, gennaio 2004, pp. 19–22, per il quinto anniversario della morte di De André; quindi, con modifiche, in «Rivista di Studi Italiani», XXII/2, 2004, pp. 269–274); Messaggi nelle parole, messaggi nella musica. Una lettura della “Buona novella” di Fabrizio De André (in «Venezia Musica», VI, n. 27, marzo–aprile 2009, pp. 42–44). Questi materiali sono stati invero rielaborati in maniera talora anche radicale, e pertanto li cito qui soprattutto per senso di cronaca. Lo scritto di Roberto Anselmi e Daria Biagi in appendice è nato come relazione seminariale ed è apparso in una prima stesura in «Il Cubo. Contenitore di informazioni universitarie», XVII, n. 3–4, marzo aprile 2005, pp. 27–31. Capitolo I La musica di consumo: punti critici e strumenti per l’indagine 1. Premessa. Di alcuni nodi critici nello studio della musica di consumo Il termine “canzone” indica una pluralità di fenomeni e forme diverse dal medioevo ai giorni nostri1. Nel suo uso più comune esso designa oggi una composizione vocale–strumentale di dimensioni contenute, legata al sistema dei media e mirata ad obiettivi immediati, spesso, ma non perciò esclusivamente, dalle forti implicazioni di natura economica e commerciale. In questo senso, la canzone è la tipologia musicale che più di frequente si riscontra nella musica di consumo, o anche popular music. Un discorso sulla canzone così intesa, dunque, non può prescindere da una riflessione più ampia sulla musica di consumo, la sua genesi, i suoi caratteri. E da questo anche noi partiremo. Il fenomeno della musica di consumo prende slancio nelle società industriali del secondo Ottocento: in tali contesti s’affermano condizioni economiche, tecniche, sociali e culturali favorevoli al diffondersi prima e all’imporsi poi d’una produzione musicale legata allo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa e della tecnologia, avvertita come diversa se non alternativa rispetto alla musica d’arte nelle modalità 1 Per una rassegna storica relativa all’uso del termine, utili F. MOMPELIO, Canzone in Dizionario enciclopedico della musica e dei musicisti, a cura di A. Basso, UTET, Torino 1985, “Il lessico”, I vol., pp. 492–493 e, soprattutto, la recente banca dati in Cd–Rom Lessico della letteratura musicale italiana.1490–1950, a cura di F. Nicolodi e P. Trovato, Cesati, Firenze 2007. 14 Capitolo I di produzione, circolazione e fruizione, nelle funzioni e anche nei destinatari. Nell’arco di poco più d’un secolo tale produzione è cresciuta impetuosa e s’è intrecciata in maniera profonda, complessa e spesso contraddittoria con le realtà nelle quali s’è manifestata. Allo stesso tempo, ha visto incrementarsi il peso e i condizionamenti dell’industria mediatica; ha conosciuto profondi mutamenti stilistici; ha perseguito un processo di continua diversificazione. Oggi è massicciamente presente nelle vite di tutti noi2. Questa produzione presenta confini amplissimi e sfuggenti, ed è suddivisa in generi e sottogeneri. Per la sua natura dovrebbe essere oggetto d’un’indagine prima di tutto musicale. Tuttavia, il legame che intrattiene coi media e con la società ha spesso concentrato su di sé l’attenzione degli osservatori. E così, le indagini sulla musica di consumo hanno sovente indugiato soprattutto su questioni di carattere sociale, fino ad essere spesso avvertite come ricerche più di tipo sociologico che musicale. Ciò è avvenuto in conformità con le tendenze del settore di studi nel quale le ricerche sulla musica di consumo si sono collocate: i popular culture studies. Questo tipo d’indagini s’è affermato in particolare tra anni Cinquanta e Sessanta. E nell’investigare fenomeni culturali distanti dai canoni della tradizione accademica ma ampliamente diffusi nella società (canzoni, fumetti, riviste illustrate e così via), ha privilegiato proprio il taglio sociologico3. Le prime riflessioni su questi fenomeni in genere e sulla musica di consumo in particolare, in realtà, precedono la definizione dei popular culture studies; tuttavia esse presentano comunque una connotazione di stampo sociologico. Fra i primi importanti studi sull’argomento, qui 2 Per un succinto profilo storico si rinvia a R. MIDDLETON, Popular music, in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, second edition, ed. by S. Sadie and J. Tyrrell, Grove – MacMillan, London 2001, XX vol., pp. 128–153; The Cambridge History of Twentieth–Century Music, ed. by N. Cook and A. Pople, Cambridge, Cambridge University Press, 2004 (in part. i capitoli di Scott, Stilwell, Griffiths: pp. 307–335, 418–452, 557–583); il lettore italiano può inoltre consultare la sezione sulla popular music (a firma di Paolo Prato) della Storia della musica a cura di R. Favaro e L. Pestalozza, Nuova Carisch, Milano 1999, pp. 121–166 e F. FABBRI, Around the clock. Breve storia della popular music, UTET, Torino 2008. 3 Per una panoramica storica e tematica si veda C. LUTTER e M. REISENLEITNER, Cultural Studies. Un’introduzione (2002), Bruno Mondadori, Milano 2004. Sulla posizione degli studi sulla musica di consumo in seno ai popular culture studies utile R. SHUKER, Understanding Popular Music, Routledge, London 2001 (prima ed. 1994), pp. 1–25.