GLI ANZIANI E LA MUSICA La musica è presente in ogni cultura e

GLI ANZIANI E LA MUSICA
La musica è presente in ogni cultura e occupa un ruolo di primo piano nella vita quotidiana delle
persone, può indurre emozioni profonde e per questo rappresenta un’esperienza emotiva
particolarmente gratificante per chi l’ascolta.
La musica, oltre ad avere un forte impatto emotivo, sollecita interazioni multisensoriali, sollecita la
memoria, l’apprendimento, l’attenzione, la progettualità, la creatività. 1
Quando si parla di anziani ci si riferisce a persone con potenzialità e bisogni assai diversificati. Ogni
persona ha una vita ed un invecchiamento legati a fattori sociali, culturali, economici, relazionali e
familiari che travalicano la mera età anagrafica.
Quindi anche nella fase finale della vita, soprattutto se vissuta in condizione di non autosufficienza
o di demenza, sono molto importanti sia l'ambiente circostante che le interazioni affettivoemozionali.
La musica, in quanto linguaggio estremamente ricco di sfumature e applicazioni pratiche,
permette di parlare alla persona nella sua globalità:
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al corpo, attraverso stimolazioni sensoriali;
al mondo affettivo, poiché evoca sentimenti, ricordi, emozioni;
al mondo intellettivo, in quanto attiva memoria, attenzione, giudizi;
al mondo relazionale, perché fare o ascoltare musica può essere un’esperienza da
condivider con gli altri
Il bagaglio sonoro-musicale che l'anziano si porta dentro, che lo accompagna, che parla della sua
storia, del suo vissuto, dei suoi sentimenti, della sua sensibilità, delle vicende passate e della sua
cultura, diventa materiale da coltivare.
In tal modo si agisce sulle parti sane dell'anziano e si può dare aiuto espressivo e comunicativo
all'anziano sofferente.
La Musica è classificata come la “cura acceleratrice” per individui con demenza e può fornire
risultati positivi immediati indagando su una possibile specificità della memoria musicale nel
nostro cervello.
Quando ascoltiamo musica o visitiamo un museo insieme, noi instauriamo questo tipo di relazioni.
La malattia di Alzheimer presenta un quadro delle manifestazioni cliniche ampio e composito con i
seguenti sintomi:6
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perdita progressiva della memoria;
disorientamento temporo-spaziale;
disturbi della personalità e subitanee variazioni di umore;
disturbi del pensiero e della percezione;
disturbi del linguaggio (afasia, alessia, agrafia, logoclonia);
stati ansiosi e depressivi.
Sintomi che sono fonte di isolamento e difficoltà di comunicazione anche da parte del personale
curante e dei familiari.
Dato che il cervello (e le sue funzioni cerebrali) è morfoplastico e si modella in base all'esperienza,
possiamo sollecitarne le sinapsi ossia i collegamenti.
Esaminiamo da vicino le aree interessate:
1. Memoria: lavorare sulle evocazioni:
1. far sentire due suoni e domandare se rammentano qualche canzone. Le note DO-RE
possono ricordare ad esempio, “Fra Martino”, “Montagne verdi”.
2. stimolare la memoria rievocativa scandagliando le esperienze e l'identità sonora di
ciascuno.
3. stornellare per accompagnare il racconto della storia, suonando una musica che
funga da sollecitazione in un connubio tra parola, melodia e musica.
2. Tempo e spazio: ricondurre ad una collocazione in un tempo e in uno spazio:
1. suonare accordi a connotazione geografica: ad esempio la sesta napoletana;
2. suonare musica di altre aree geografiche: musica altoatesina, sudamericana, russa,
etc.
3. Disturbi della personalità: contenere e/o rinforzare la dimensione affettiva:
1. improvvisare partendo da un accordo;
2. indurre ad una struttura tramite la progressione barocca minore o maggiore;
3. improvvisare partendo da una progressione minore o maggiore.
4. Ideazione e percezione: stimolare la costruzione di un pensiero:
1. aprire e chiudere una frase musicale dando forma ad una melodia;
2. aprire una frase musicale con strutture (ritmi) diversi;
3. domande e risposte musicali in un gioco di botta e risposta alternate;
4. inventare una canzone insieme.
5. Linguaggio: stimolare la pronuncia di parole emancipandola dalla ripetizione e dal
borbottìo:
1. spostare l'attività del cervello dalla parte sinistra a quella destra;
2. riportare in superficie un frammento di canzone;
3. intonare la parola ricollegandosi all'ideazione: “Amore...cosa fai...”;
4. creare una filastrocca;
5. giocare intonando a turno con enfasi una parola.
6. Ansia e depressione: costruire una relazione affettiva:
1. riconoscere gli altri e stabilire legami attraverso il cantare insieme;
2. sollecitare la relazione attraverso il gioco musicale;
3. utilizzare canti popolari o canzoni facenti parte dell'identità sonora gruppale.
Gli anziani hanno bisogno del loro repertorio stabile di base: di una solida piattaforma che li
sostenga e alla quale appoggiarsi. Una piattaforma costituita da un repertorio di otto - dieci
canzoni utile a mitigare quell’incertezza o instabilità che accompagna l’anzianità, collocando
quest'ultima in una situazione di precarietà in bilico tra passività e depressione spesso indotte da
situazioni di carattere fisiologico.
© patrizianalbach
1. P. NALBACH CAUDA, Canto: aspetti psicologici e suoi effetti sull'essere umano, Tesi DAS,
HMI, Bellinzona, 2012.
2. P. CATTANEO, La canzone come esperienza relazionale, educativa, terapeutica, Ricordi,
Milano, 2009, p. 23.
3. Il tensio-distensionale è un processo coerente di domanda/risposta, di apertura/chiusura
all'interno di piccole strutture espresse da una o da entrambe le sue componenti melodicoarmoniche.
4. J. A. SLOBODA, La mente musicale, Il Mulino, Bologna, 1988, pp. 40-48.
5. P. NALBACH CAUDA, Il canto che cura: Interventi di musicoterapia in due strutture per
anziani, Tesi MAS, HMI, Bellinzona, 2013.
6. P. CATTANEO, La canzone come esperienza relazionale, educativa, terapeutica, Ricordi,
Milano, 2009, p. 95. 9
7. “Associazione Alzheimer di Chicago” 11