23 febbraio 2015 Contro lo smog arrivano le barriere di piante che accumulano la CO2 Per combattere l'inquinamento atmosferico il Cra ha pianificato l'inserimento in città di otto arbusti mediterranei che "mangiano" metalli pesanti e particolato 11:19 - Pareti di alloro e corbezzolo per abbattere metalli pesanti e CO2 nell'aria. Per combattere l'inquinamento atmosferico il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Cra) ha previsto l'inserimento nei tessuti urbani di otto piante anti-smog. Si tratta di arbusti mediterranei in grado di accumulare CO2 e particolato atmosferico, riducendo l'uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun albero. Otto alleati naturali - Il progetto del Cra è finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) e basa la sua "forza" anti-smog su otto gruppi di piante di habitat mediterraneo: ilex, viburno, viburno lucido, corbezzolo, fotinia, alloro, eleagno, ligustro. La predisposizione delle barriere terrà conto delle zone cittadine in cui si concentrano maggiormente traffico, impianti termici e combustioni di tipo industriale, al fine di attenuare le esalazioni di sostanze nocive come polveri sottili e metalli pesanti. Una "forza" anti-smog - La piantagione anti-smog è risultata particolarmente efficace perché, oltre alla riduzione diretta dell'anidride carbonica, è in grado di migliorare il microclima e ridurre l'uso dei combustibili fossili di circa 18 chili all'anno per ciascun albero. Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un'azione di riduzione della CO2 equivalente a quella di 3-5 alberi forestali di pari dimensioni. Eleagno miglior "accumulatore" - Il piombo, uno degli elementi più pericolosi per la salute umana, viene intercettato in maniera diversa dalle diverse specie di piante: tra queste, i maggiori valori di deposito fogliare sono stati riscontrati nell'eleagno, nel ligustro e nel viburno lucido. I test hanno mostrato che il deposito di inquinanti sulle foglie è progressivamente aumentato tra giugno ed agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall'analisi microscopica del PM sulle foglie è emerso che l'eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0.60 % dell'area fogliare "coperta", mentre il ligustro, con lo 0.27 %, ha registrato il valore più basso. Terra&Gusto Piante anti-smog per aria più pulita in città Cra studia arbusti per accumulare metalli pesanti e particolato 21 febbraio, 16:46 Pareti di alloro e corbezzolo per abbattere metalli pesanti e Co2 nell'aria. Per combattere l'inquinamento atmosferico arriva una una soluzione innovativa e al tempo stesso naturale: l'inserimento nei tessuti urbani di barriere vegetali, in particolare di arbusti di habitat mediterranei come elementi di attenuazione delle esalazioni del particolato aerodisperso in città dove si concentrano traffico, impianti termici e combustioni di tipo industriale. Sono otto le piante anti-smog (ilex; viburno; viburno lucido; corbezzolo; fotinia; alloro; eleagno; ligustro) studiate nel progetto "M.I.A. Valutazione quantitativa delle capacità di specie arbustive e arboree ai fini della Mitigazione dell'Inquinamento Atmosferico in ambiente urbano e perturbano", finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), a cui ha partecipato anche il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Cra) con la sua Unità di ricerca per il vivaismo a Pescia (Pistoia). La piantagione anti-smog è risultata ''particolarmente efficace poiché, oltre alla riduzione diretta dell'anidride carbonica, è in grado di migliorare il microclima e ridurre l'uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun albero. Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un'azione di riduzione della Co2 equivalente a 3-5 alberi forestali di pari dimensioni. Il verde urbano è quindi elemento importante per compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti da attività antropiche''. Il piombo è risultato differentemente intercettato dalle diverse specie e, tra queste, i maggiori valori di deposito fogliare sono stati riscontrati nel'eleagno, nel ligustro e nel viburno lucido. Il deposito di inquinanti sulle foglie è progressivamente aumentato tra Giugno ed Agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall'analisi microscopica del PM sulle foglie è emerso che l'eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0.60 % dell'area fogliare coperta da PM, mentre il ligustro, con lo 0.27 %, ha mostrato il più basso valore. Pubblicato il 24-02-2015 Una boccata d’aria fresca con le piante antismog Lungo le strade e negli spazi urbani in disuso si devono piantare alberi antismog per assorbire la CO2 e per far respirare meglio le nostre città. di Ilaria D’Ambrosi Contro l’inquinamento atmosferico il Consiglio della ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Cra) propone una soluzione a basso costo e naturale per migliorare la qualità della vita nelle città: gli alberi. Non è cosa nuova che il tessuto urbano sia intrecciato ai così detti corridoi ecologici, quei fazzoletti di suolo verde che dalla campagna si incuneano nelle città, per migliorare l’ambiente e incrementare la biodiversità. Meno comune è sentire parlare di specie arboree antismog. Stando alle ricerche del Cra, gli arbusti originari dell’area mediterranea come il viburno lucido, il corbezzolo, l’alloro e l’ilex sono i più adatti ad assorbire la CO2 presente nell’aria a causa del traffico e delle esalazioni degli impianti industriali. © Dan Istitene/Getty Images La capacità di alcune specie arboree di mitigare l’inquinamento atmosferico delle città è stata studiata con il progetto M.I.A, per la valutazione della mitigazione dell’inquinamento atmosferico in ambiente urbano e periurbano, finanziato dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il Cra ha studiato l’efficacia delle piante antismog per l’assorbimento delle sostanze tossiche presenti in città, riscontrando che la piantumazione delle specie arboree locali può migliorare il microclima dalle 3 alle 5 volte in più rispetto a un albero di medesime dimensioni. © Jim Dyson/Getty Images Nell’eleagno il deposito di sostanze nocive sulle foglie è molto alto, ciò permette agli stami, dei piccolissimi pori sulla superficie della foglia, di assorbire questi elementi e renderli inerti attraverso il metabolismo della pianta. Gli inquinanti, in una perfetta sintonia tra gli esseri viventi, vengono neutralizzati solo con l’aiuto dei microrganismi che vivono nella terra. Le radici nutrono gli organismi microscopici che metabolizzano le sostanze dannose per l’uomo. La presenza di alberi originari del posto e di una ricca biodiversità fanno vivere meglio anche in contesto urbano. © Juergen Schwarz/Getty Images Gli alberi permettono la vita delle specie sul pianeta. Le caratteristiche uniche in natura delle piante capaci di depurare l’aria che noi stessi inquiniamo, dovrebbero far capire che l’ambiente, sia esso urbano o naturale, necessita di rigenerazione e rinaturalizzazione per tutelare e migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Piante anti-smog, cosa saranno? Per combattere l'inquinamento atmosferico arriva una una soluzione innovativa e al tempo stesso naturale. Pareti di alloro e corbezzolo per abbattere metalli pesanti e Co2 nell'aria. Per combattere l'inquinamento atmosferico arriva una una soluzione innovativa e al tempo stesso naturale: l'inserimento nei tessuti urbani di barriere vegetali, in particolare di arbusti di habitat mediterranei come elementi di attenuazione delle esalazioni del particolato aerodisperso in città dove si concentrano traffico, impianti termici e combustioni di tipo industriale. Sono otto le piante anti-smog (ilex; viburno; viburno lucido; corbezzolo; fotinia; alloro; eleagno; ligustro) studiate nel progetto "M.I.A. Valutazione quantitativa delle capacità di specie arbustive e arboree ai fini della Mitigazione dell'Inquinamento Atmosferico in ambiente urbano e perturbano", finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), a cui ha partecipato anche il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Cra) con la sua Unità di ricerca per il vivaismo a Pescia (Pistoia). La piantagione anti-smog è risultata ''particolarmente efficace poiché, oltre alla riduzione diretta dell'anidride carbonica, è in grado di migliorare il microclima e ridurre l'uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun albero. Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un'azione di riduzione della Co2 equivalente a 3-5 alberi forestali di pari dimensioni. Il verde urbano è quindi elemento importante per compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti da attività antropiche''. Il piombo è risultato differentemente intercettato dalle diverse specie e, tra queste, i maggiori valori di deposito fogliare sono stati riscontrati nel'eleagno, nel ligustro e nel viburno lucido. Il deposito di inquinanti sulle foglie è progressivamente aumentato tra Giugno ed Agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall'analisi microscopica del PM sulle foglie è emerso che l'eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0.60 % dell'area fogliare coperta da PM, mentre il ligustro, con lo 0.27 %, ha mostrato il più basso valore. Alloro e corbezzolo contro lo smog in città Pubblicato Martedì, 24 Febbraio 2015 16:49 Scritto da Effe_Pi Un progetto del Ministero dell'Agricoltura in collaborazione col Cra ha individuato otto arbusti mediterranei che catturano il particolato nocivo presente sopratttuto nei centri urbani. Sono ono piante come alloro e corbezzolo la chiave per sconfiggere lo smog nelle grandi città. Arbusti già diffusi in Sardegna e in Italia, di cui è bene incentivare la coltivazione, visto che l’inquinamento dell’aria è uno dei principali problemi anche nei nostri centri urbani. Nonostante nell’isola non ci siano metropoli, infatti, città come Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Quartu, Olbia e altre hanno problemi di “aria pesante”. Il rimedio sono pareti di alloro e corbezzolo che abbattano i metalli pesanti e la Co2 Co2 nell'aria. Una soluzione innovativa e al tempo stesso naturale: l'inserimento nei tessuti urbani di barriere vegetali, in particolare di arbusti di habitat mediterranei come elementi di attenuazione delle esalazioni del particolato aerodisperso in città dove si concentrano traffico, impianti termici e combustioni di tipo industriale. Sono otto le piante anti-smog smog (ilex; viburno; viburno lucido; corbezzolo; fotinia; alloro; eleagno; ligustro) studiate nel progetto "M.I.A. Valutazione quantitativa delle capacità capacità di specie arbustive e arboree ai fini della Mitigazione dell’Inquinamento Atmosferico in ambiente urbano e perturbano", finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf (Mipaaf), a cui ha partecipato anche il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Cra (Cra). La piantagione antismog è risultata ''particolarmente efficace poiché, oltre alla riduzione diretta dell'anidride carbonica, è in grado di migliorare il microclima e ridurre l'uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun ci albero. Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un'azione di riduzione della Co2 equivalente a 3-55 alberi forestali di pari dimensioni”. Il verde urbano è quindi "elemento importante per compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti da attività antropiche''. Il piombo è risultato differentemente intercettato dalle diverse specie e, tra queste, i maggiori valori di deposito fogliare sono stati riscontrati nell'eleagno, nel ligustro e nel viburno lucido. Il deposito di inquinanti inquinanti sulle foglie è progressivamente aumentato tra Giugno ed Agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall'analisi microscopica microscopica del PM sulle foglie è emerso che l'eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0.60 % dell’area fogliare coperta da PM, mentre il ligustro, con lo 0.27 %, ha mostrato il più basso valore In arrivo le “piante antismog” per avere aria più pulita in città 23 febbraio 2015 Green team, Natura Per combattere l’inquinamento mento atmosferico arriva una una soluzione innovativa e al tempo stesso naturale: l’inserimento nei tessuti urbani di barriere vegetali, in particolare di arbusti di habitat mediterranei come elementi di attenuazione delle esalazioni del particolato aerodisperso aerodi in città dove si concentrano traffico, impianti termici e combustioni di tipo industriale. Sono otto le piante anti-smog smog (ilex; viburno; viburno lucido; corbezzolo; fotinia; alloro; eleagno; ligustro) studiate nel progetto “M.I.A. Valutazione quantitativa quantitativa delle capacità di specie arbustive e arboree ai fini della Mitigazione dell’Inquinamento Atmosferico in ambiente urbano e perturbano”, finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), a cui ha partecipato anche il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Cra) con la sua Unità di ricerca per il vivaismo a Pescia (Pistoia). La piantagione anti-smog anti smog è risultata ”particolarmente efficace poiché, oltre alla riduzione diretta dell’anidride carbonica, è in grado di migliorare il microclima e ridurre l’uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun ciascu albero. Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un’azione di riduzione della Co2 equivalente a 33 5 alberi forestali di pari dimensioni. Il verde urbano è quindi elemento importante per compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti derivanti da attività antropiche”. Il piombo è risultato differentemente intercettato dalle diverse specie e, tra queste, i maggiori valori di deposito fogliare sono stati riscontrati nel’eleagno, nel ligustro e nel viburno lucido. Il deposito di inquinanti sulle sull foglie è progressivamente aumentato tra Giugno ed Agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall’analisi microscopica del PM sulle foglie è emerso che l’eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0.60 % dell’area fogliare coperta da PM, mentre il ligustro, con lo 0.27 %, ha mostrato il più basso valore.