(L-LIN/01-Glottologia e Linguistica) Linguistica generale 1a a.a.2013-2014 Anna Pompei GRAMMATICA Definizioni def. classica grammatikē tékhnē ≈ linguistica Serie di regole e di restrizioni Es.: Paradigmi di verbi (asse paradigmatico vs asse sintagmatico) Parti del discorso ►Grammatica est una Grammatica universale vs particolare GRAMMATICA Definizioni morfosintassi (vs. fonetica e fonologia) Comprende tutti i fenomeni morfologici che contribuiscono al collegamento tra le parole, dunque alla sintassi. I due fenomeni più rilevanti sono costituiti da accordo e reggenza. GRAMMATICA morfosintassi ►Accordo Consiste in una relazione tra due parole, di cui uno è la testa dell’altro (relazione endocentrica). La testa si può definire controllore, mentre l’elemento che si accorda è il controllato. Il controllore attiva le unità del pacchetto morfemico presenti nel controllato e uguali a quelle presenti nel modificatore. Si tratta, sostanzialmente, di categorie grammaticali. Es.: [casa] [bello] [ART.INDEF.] → una bella casa = accordo per genere e numero [Luigi] [dormire] → Luigi dorme = accordo per persona e numero GRAMMATICA morfosintassi ►Accordo Tipi: -sintagma nominale (o del determinante) -sintagma verbale (soggetto e verbo, in alcune lingue anche oggetto) -pronome relativo -pronome personale (nei fenomeni di sostituenza) Nel caso di accordo di un aggettivo a un nome, il nome è il modificato, l’aggettivo il modificatore e la relazione è di modificazione. GRAMMATICA morfosintassi ►Accordo All’accordo morfologico si oppone quello a senso (figura retorica della sillessi), basato sulla semantica: Oggi per strada ci sono un sacco di macchine In alcuni casi, l’accordo non si verifica (accordo mancato); questo accade, ad es., con l’aggettivo in tedesco, che in posizione predicativa non si accorda con il nome. In altri casi, l’accordo può anche segnalare l’oggetto. GRAMMATICA morfosintassi ►Reggenza Consiste in una relazione tra due parole, di cui uno è la testa dell’altro. La testa si può definire controllore, mentre l’elemento che si accorda è il controllato. Il controllore attiva le unità del pacchetto morfemico presenti nell’elemento controllato che sono diverse da quelle presenti nel modificatore. Anche in questo caso si tratta, sostanzialmente, di categorie grammaticali; in questo caso sono categorie grammaticali selezionate dal controllore, che regge (o governa) il controllato. GRAMMATICA morfosintassi ►Reggenza Ess.: lt. Caius amat Caiam ‘Gaio ama Gaia’ (reggenza ACC.) utor gladio ‘utilizzo il gladio’ (reggenza ABL.) oblivitus sum mei ‘mi sono dimenticato di me’ (reggenza GEN.) td. Ich helfe ihnen ‘io li aiuto’ (reggenza DAT.) ingl. I can help you studying (reggenza della –ing form) wait for me ‘aspettami’ (reggenza mediante elemento vuoto = adposizione) it. sono sensibile alle lunsinghe (reggenza mediante elemento vuoto = adposizione) La reggenza può essere obbligatoria o meno. GRAMMATICA Esercizi Considerate le seguenti espressioni in ungherese: (a) teljesítem a kívánságot ‘esaudisco il desiderio’ (b) olvasok ‘io leggo’ (c) olvasom a konyvet ‘io leggo il libro’ Dite: (1) Quale differenza c’è tra la codificazione dell’accordo sul verbo tra ungherese e italiano? (2) Che cosa determina il diverso vocalismo delle desinenze dei verbi e degli oggetti? GRAMMATICA grammatica vs lessico La grammatica codifica i cosiddetti significati grammaticali, ad esempio attraverso morfi grammaticali. L’insieme di questi significati è chiuso, mentre i significati codificati dal lessico (ad esempio mediante morfemi lessicali) costituiscono una classe aperta. Questo significa che nelle lingue del mondo i significati grammaticali che vengono espressi sono sostanzialmente sempre gli stessi, corrispondenti alle cosiddette categorie grammaticali (genere, numero, persona, tempo, aspetto modo, ecc.) e a poco altro. GRAMMATICA grammatica vs lessico È importante chiarire che ►non tutte le lingue grammaticalizzano – ossia esprimono grammaticalmente – lo stesso numero di significati grammaticali. Ad es. in inglese non viene espresso il genere, che quindi risulta una categoria coperta e non sistematica. ►nelle lingue in cui un significato è espresso grammaticalmente si devono fare delle scelte tra una serie di opzioni obbligatorie, anche se divergenti in numero tra una lingua e l’altra. Ad es. in arabo classico si deve scegliere tra singolare, duale e plurale, mentre in italiano solo tra singolare e plurale. ►L’espressione grammaticale di un certo significato si lega preferibilmente a una certa classe di parole; ad es. il tempo si lega di norma al verbo e il genere al nome, anche se in arabo, ad esempio, riguarda anche il verbo. GRAMMATICA grammatica vs lessico Se in una lingua l’espressione di un significato grammaticale non è obbligatoriamente grammaticalizzata, ossia espressa come categoria scoperta e sistematica, può essere manifestarsi in maniera isolata – come accade ad es. in inglese per il caso, che compare nei pronomi – oppure può risultare coperta, ossia essere realizzata attraverso il lessico. In questo senso, il lessico è complementare alla grammatica nell’espressione dei significati grammaticali. GRAMMATICA grammatica vs lessico Esempi di grammaticali: espressione lessicale di significati →Probabilmente domani vado a Milano (modalità epistemica)) →Vado sempre in palestra (aspetto imperfettivo abituale) →the she-baby ‘la bambina’ (genere femminile) →la femme écrivain ‘la scrittrice’ (genere femminile) →domani vado a scuola (tempo futuro) →beide hände / both hands / entrambe le mani (numero duale) GRAMMATICA grammatica vs lessico L’espressione attraverso perifrasi di un significato grammaticale può invece essere ascritta alla grammatica, anche se non alla morfologia, ma alla sintassi: Es.: -turco yazmak ‘scrivere’ → yaz-dir-mak ‘far scrivere’ (causativo) -it. uccidere ‘far morire’ (causativo) far morire (causativo) GRAMMATICA grammatica vs lessico L’espressione di un significato grammaticale con mezzi lessicali permette maggiori modulazioni della sua espressione mediante mezzi propriamente grammaticali. In questo senso la grammatica è digitale, mentre il lessico può essere considerato analogico. Se un mezzo grammaticale di codificazione del significato si desemantizza, si può parlare di degrammaticalizzazione. Es.: lt. luceo ‘essere lucente’ → lucesco ‘diventare lucente > far luce’ rubeo ‘essere rosso’ → rubesco ‘diventare rosso > arrossire’ valeo ‘stare bene’ → valesco ‘cominciare a stare bene’ Il valore aspettuale incoativo del suffisso -sc- in italiano è totalmente perso (finisco/finiamo). GRAMMATICA grammatica vs lessico Significato di grammaticalizzazione: in sincronia = codificazione di grammaticale con mezzi grammaticali un significato in diacronia = passaggio di un’unità lessicale a unità grammaticale, con conseguente perdita del significato lessicale e acquisizione di un significato grammaticale. GRAMMATICA grammatica vs lessico Significato di grammaticalizzazione: in diacronia = passaggio di un’unità lessicale a unità grammaticale, con conseguente perdita del significato lessicale e acquisizione di un significato grammaticale. Ess.: -lt . > lgg. romanze Agg. (abl.sg.fm.) mente (mala mente) fr. tranquillement it. tranquillamente sp. calma y tranquila mente -fr. ne...pas / pas it. non…mica / mica GRAMMATICA grammatica vs lessico Significato di grammaticalizzazione: in diacronia. Ess.: -ingl. I’m going to go to school (‘sono andante’ > ‘sto per’, con valore incoativo) ►Alla grammaticalizzazione si oppone la lessicalizzazione. In senso sincronico, si tratta della codificazione di un significato attraverso il lessico. Dal punto di vista diacronico, si tratta del passaggio di un’unità della grammatica (morfologia o sintassi) al lessico, con conseguente acquisizione di un significato lessicale: Ess.: non ti scordar di me > nontiscordardimé deficit garantismo, vittimismo, pressappochismo, psicologismo > gli ismi GRAMMATICA grammatica vs lessico Quantificatori Oltre alle categorie grammaticali già considerate, alcune altre classi molto generali di significati grammaticali si prestano particolarmente a essere codificate nelle lingue del mondo con mezzi grammaticali, ma anche, in mancanza di questi, con mezzi lessicali. Tra questi significati possiamo inserire i quantificatori e gli elementi deittici. Per quantificatori si intendono tutti i mezzi che indicano la quantificazione, ossia quante volte un’entità viene presa in conto; in termini matematici, si tratta della numerosità cardinale dell’entità. GRAMMATICA grammatica vs lessico Quantificatori Rientrano nella macroclasse dei quantificatori: marche morfologiche di numero, o sostituti lessicali (es. duale / both) i numerali cardinali (uno, due, tre, ecc.); questi possono essere di base dieci, cinque (api luna ‘lit. mano > cinque), sessanta (fr. soixantedix), venti (fr. quatre-vingt-dix), ecc. quantificatori veri e propri, che si distinguono in universali (ogni, ciascuno, ognuno, tutti, ecc.) o esistenziali (nessuno, pochi, molti, alcuni, ecc.). In entrambi i casi la cardinalità è rapportata a un insieme di riferimento, quindi può essere molto variabile (eccetto nel caso di nessuno = zero). Ess. pochi soldati, solo tremila, caddero in battaglia pochi bambini, solo tre, sono stati bocciati GRAMMATICA grammatica vs lessico Deissi Dal greco deíknumi “mostrare, indicare”, con il termine deittici si intendono categorie lessicali e grammaticali – morfemi, parole o sintagmi – che codificano tratti del contesto di enunciazione e dell’evento comunicativo. Si tratta, cioè, di variabili a cui è possibile attribuire un valore solo attraverso il riferimento agli elementi costitutivi dell’atto di enunciazione, come accade per le parti in maiuscoletto dell’enunciato seguente: LEI ORA non rispondA: VENGA QUI alla cattedra ALLA PROSSIMA DOMANDA Centro deittico GRAMMATICA grammatica vs lessico Deissi ►Tipi di deissi Deissi della persona io tu vs. III persona = ‘non-persona’ (Benveniste) al-yā‛ibu ‘colui che è assente’ Pronomi, possessivi, desinenze verbali Deissi spaziale qui/qua - lì/là questo/quello andare - venire a destra, di sopra, sotto, dietro, etc. Pronomi, ma anche elementi lessicali GRAMMATICA grammatica vs lessico Deissi ►Tipi di deissi Deissi temporale ora, ieri, oggi, domani, tra due settimane, un anno fa, questo giovedì… categoria verbale del tempo. Deissi sociale Pronomi allocutivi (voi, tu, Lei, ecc.) Onorifici Eccellenza, Vostro Onore, Sua Altezza GRAMMATICA grammatica vs lessico Deissi ►Tipi di deissi ● La deissi della persona, temporale, spaziale e sociale costituisce di norma la cosiddetta deissi ‘esterna’, ossia costituita da quegli elementi la cui referenza può essere stabilita solo nel contesto extralinguistico (o semplicemente contesto). Deissi testuale (o del discorso) Più che una forma di deissi a sé stante, è un uso particolare di espressioni deittiche della persona (III), spaziali o temporali impiegate in riferimento all’atto comunicativo non più inteso come situazione “fisica”, ma come messaggio. Le espressioni deittiche testuali sono cioè quelle per interpretare le quali è necessario far riferimento al contesto linguistico (o cotesto), anziché a elementi del contesto enunciativo. Ess.: nel capitolo precedente - infra - nell’ultima domanda GRAMMATICA grammatica vs lessico Deissi ►Tipi di deissi ●Deissi esterna vs interna = testuale Sostituenti I sostituenti sono tipici elementi della deissi interna, o testuale. Un pronome usato come deittico testuale può riferirsi esclusivamente a una parte del testo o a una parola in esso contenuta, considerata solo in relazione al significante: Nella mia comunicazione vorrei tanto citare Van Dijk, ma non so pronunciarlo Le anafore, in particolare, devono essere coreferenti al loro punto di attacco, ossia devono riferirsi alla stessa entità cui si riferisce l’espressione linguistica che funge da antecedente (punto di attacco sintagmatico. GRAMMATICA grammatica vs lessico Deissi ►Tipi di deissi ●Deissi esterna vs interna = testuale Sostituenti I sostituenti, con punto di attacco sintagmatico (cotesto) si dicono endoforici, perché riportano al testo; gli stessi elementi, riferiti a un punto di attacco esterno al testo, ossia extrasintagmatico (contesto in senso proprio) si dicono esoforici. Ho incontrato Marioi e glii ho chiesto come sta Lei è una donna piena di fascino TESTO Sostituenti Tra i sostituenti annoveriamo: anafore in sostituzione di un nome pieno (pronomi personali, dimostrativi, riflessivi, possessivi, distributivi, relativi): Ess.: Luisai prende il bambinoy, loy lava e sii veste Alexanderi matremy suami et familiares eiusy interemit Alessandroi uccise sua (la propria)i madrey e i suoii/y amici him~himself I bambinii hanno scritto la lettera con la maestray e ognunoi ha usato la sua pennai/y TESTO Sostituenti Il termine anafora è usato come una sorta di iperonimo, ma propriamente bisognerebbe parlare di elementi forici, perché le anafore seguono il nome pieno, che dà la referenza, mentre gli elementi forici che precedono il nome pieno si definiscono catafore: Ess. Non conosco tuoi fratello e non l’i ho mai visto (anafora) Non glii credo, a Carloi (catafora) Oltre che libere, le anafore possono essere morfi legati. Es. turco: ev-im casa + 1SG = ‘la mia casa’ TESTO Sostituenti Tra i sostituenti annoveriamo: anafore = pro-forme in sostituzione di un nome pieno (pronomi personali, dimostrativi, riflessivi, possessivi, distributivi, relativi). pro-forme verbali, che sostituiscono un verbo: Ess.: He likesi movie, I don’ti (to do) Elsa usai i computer, mentre io non lo so farei (fare) pro-forme frasali, che sostituiscono un’intera frase : Ess.: (Siamo arrivati tardi)i ma loi immaginavamo Dice (che la borsa salirà)i ma io non cii credo TESTO Sostituenti Tra i sostituenti annoveriamo anche sostituenti pieni: incapsulatori, ossia parole generali, che diventano sostituenti solo in alcuni ambienti sintagmatici (circostanza, cosa, fatto, evento, faccenda, storia, ecc.). Es.: (L’alluvione ha distrutto il paese)i; questa circostanzai rende difficile ogni ricostruzione copie, ossia ripetizione di un nome pieno a cui risultano coreferenti. Es.: Luigii è molto stanco; Luigii è infatti il tipo di uomo che si stanca con grande facilità. copie, ossia ripetizione di un nome pieno a cui risultano coreferenti. Es.: quasi-copie, ossia ripresa di un nome pieno mediante un altro nome, a questo legato da una relazione semantica paradigmatica (ad es. sinonimia o famiglia semantica. Es.: Ci salutammo con affetto: nessuno immaginava che quel saluto sarebbe stato l’ultimo. I mie studentii stanno di norma molto attenti, ed è raro che gli allievii lo siano. TESTO Sostituenti Tra i sostituenti annoveriamo infine sostituenti vuoti = sostituenti zero (ø): Ess.: He’s very tall, isn’t he [tall]? Lui è partito in macchina, io [sono partito] in treno Caesar turbam [conduxit] ego exercitum conduxi In questi casi si parla tradizionalmente di ellissi; il termine adottato ora in linguistica è invece gap, in quanto si ha il gapping di un elemento, recuperabile su base distributiva. →Casi come il seguente non costituiscono propriamente delle ellissi, in quanto l’elemento sottaciuto non è necessario: Nomen omen ‘Il nome è un presagio’ = frase nominale (senza necessità della copula) TESTO i sostituenti sono fondamentali ai fini della coesione del testo. Il testo costituisce una struttura sovraordinata alle semplici frasi (= clausole), anche complesse. Caratteristiche essenziali di un testo sono: ►la coesione, ossia la sua compattezza, che assicura che si tratti effettivamente di un’una struttura unitaria; ►la coerenza, ossia il fatto che un testo tratta un unico argomento, o almeno di cose che ‘hanno a che fare tra loro’. TESTO ►Coesione Dal punto di vista della coesione del testo, i sostituenti sono dei coesivi. I coesivi si collegano a dei punti di attacco e costituiscono delle catene; il punto di attacco è detto capo-catena, mentre i coesivi sono detti anelli. All’interno di un testo possono esserci anche più catene anaforiche intrecciate, con fenomeni di interruzione di una delle catene e loro ripresa. TESTO ►Coesione Catene anaforiche intrecciate Es.: John Franklini aveva già dieci anni e [ø]i era ancora così lento che non riusciva ad afferrare la palla. [ø]i Teneva la corday per gli altri. Dal ramo più basso dell’albero essay arrivava fino alla suai mano tesa verso l’alto. Luii lay reggeva saldamente come l’albero e [ø]i non abbassava mai il braccio prima della fine del gioco. A tenere la corday [ø]i era bravo come nessun altro ragazzo a Spilby o in tutto il Lincolnshire. Dalla finestra del municipio lo scrivanoz guardava da quella parte. Il suoz sguardo sembrava approvare. TESTO ►Coesione Tipi coesivi Le lingue differiscono sia per il grado di coesivi di cui necessitano, sia per il tipo. Il latino, ad esempio, ha uno scarso grado di coesione, in quanto ammette non soltanto l’ellissi del soggetto (=pro-drop del soggetto o soggetto non obbligatorio), ma anche dell’oggetto. Al contrario, l’inglese è una lingua con un alto grado di coesione. Una lingua a soggetto non obbligatorio come l’italiano -può azzerare il soggetto se due anelli della stessa catena si susseguono imemdiatamente, -di norma ripropone il soggetto in forma forte, ossia con un sintagma pieno o un pronome tonico, dopo un’interruzione della catena o se, in assenza di interruzione, c’è una porzione molto ampia di testo dall’ultimo anello della catena. TESTO ►Coesione Connettivi Oltre ai sostituenti, la coesione di un testo è data dai connettivi, che collegano porzioni diverse di testo sia all’interno della stessa frase, sia tra frasi diverse, senza necessità di un punto d’attacco. Può trattarsi di congiunzioni, subordinanti o coordinanti, di avverbi (subito, anche), di sintagmi preposizionali (invece di), di intere frasi (come abbiamo visto). Il collegamento è di tipo semantico, ma anche di tipo pragmatico, in quanto contribuisce al dinamismo comunicativo (va anche detto che). I connettivi possono essere: modulanti (=particelle del greco; td. mal, je, ecc.) relazionali. Ess.: Ti ho visto arrivare e allora ho ricordato che avevamo un appuntamento. Ho preso l’ombrello perché pioveva. Dato che pioveva, ho preso l’ombrello. TESTO ►Coerenza Con coerenza si intende il fatto che un testo deve essere caratterizzato da una certa continuità tematica. Essa è assicurata anzitutto dall’enciclopedia, ossia dal fatto che le coscienza condivise tra emittente e ricevente permettono di colmare eventuali lacune presenti in un testo. L’enciclopedia è organizzata per frames, ossia ‘cornici’di esperienza, costruite dalla traccia lasciata da esperienze passate. I frames si organizzano in copioni (scripts) e sub-copioni e in piani, caratterizzati dal rapporto mezzo-fine. SINTASSI Nomenclatura Sintassi: frase, semplice o complessa (= nel testo clausola < clause vs. sentence) Semantica: proposizione Pragmatica: enunciato SINTASSI Tipi di frase Frase semplice (un predicato, lessicale o leggero) Modalità (= forza illocutiva) • Frasi dichiarative Luca è uscito • Frasi interrogative sì/no Hai finito i compiti? wh- (k) Che cosa ha comperato Luigi? • Frasi imperative Esci subito di qui • Frasi esclamative Che bel giorno è questo! SINTASSI Tipi di frase Frase semplice Polarità Frasi affermative o negative (Non) ho letto questo libro Diatesi Frasi attive o passive La polizia ha arrestato Paolo Paolo è stato arrestato dalla polizia SINTASSI Tipi di frase Marcatezza Segmentazione dislocazione tema sospeso (topic) a sn. a ds. focalizzazione anteposizione (focus) scisse SINTASSI Tipi di frase Frase complessa (due o più predicati) • Subordinate [F1 Luca ha detto [F2 che il professore è uscito]] [F1 Sono andata via [F2 perché Paolo facesse i compiti da solo]] • Coordinate [F1 Paolo è uscito] e [F2 è andato al cinema]] SINTASSI Tipi di frase Frase complessa (due o più predicati) Subordinate • Argomentali (completive) • soggettive [F1 È fastidioso [F2 trovarsi in mezzo alla folla]] • oggettive [F1 Paolo ha detto [F2 che ci raggiungerà nel pomeriggio]] • oblique [F1 Paolo ha avvertito i colleghi [F2 che il professore terrà la lezione in aula 6]] SINTASSI Tipi di frase Frase complessa (due o più predicati) Subordinate • Circostanziali (finali, temporali, causali, concessive, ecc.) [F1 Paolo è uscito [F2 quando ha smesso di piovere]] [F1 Luca è tornato dalle vacanze [F2 perché ha finito i soldi]] [F2 Benché fosse brillo [F1 l’attore recitò benissimo]] SINTASSI Tipi di frase Frase complessa (due o più predicati) Subordinate • Attributive • Restrittive o appositive [F1 I ragazzi della III C[F2 che hanno studiato francese] andranno in gita a Parigi] • Libere [F1 Chi ruba [F2 èun ladro]] [F1 Ciò che dici [F2 è contestabile]] SINTASSI Esercizi Date le seguenti frasi, stabilirne: complessità, polarità, diatesi, tipo del verbo (lessicale o leggero), presenza di eventuali nominalizzazioni o nomi ‘leggeri’, tipo delle eventuali frasi subordinate: (a) Maria è andata a casa in macchina, perché ha sviluppato una specie di intolleranza nei confronti dei mezzi pubblici. (b) Mario non sta partecipando alla costruzione del nuovo ponte. (c) Quando tutto sarà stato risolto, potremo rilassarci e pensare alla programmazione delle vacanze. Testi per ulteriori esercizi • Luraghi, S. – A.M. Thornton – M.Voghera, 2000, Esercizi di linguistica, Roma, Carocci • Luraghi, S. – A.M. Thornton, 2004, Linguistica generale: esercitazioni e autoverifica, Roma, Carocci