Farmaci: 400 ricoveri al giorno in Italia per effetti collaterali Solo in Italia. E uno studio recente avverte: le multinazionali testano molti prodotti sui poveri con procedure dubbie http://life.wired.it/news/salute/2012/11/29/i-farmaci-nuocciono-gravemente-alla-salute.html di Michela Dell'Amico Ci sono diverse buone ragioni per assumere il minor numero possibile di medicinali. Si chiama iatrogenesi la terza causa di morte negli Stati Uniti, dopo l’infarto ed il cancro, e sono morti causate dalle medicine, dai loro effetti collaterali, da cure sbagliate e così via. Negli Usa il problema è molto sentito e il monitoraggio accurato. In Italia non ci sono dati certi, ma, ha detto Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano e guru nazionale in fatto di ricerca farmacologica: “ 400 italiani sono ricoverati ogni giorno per effetti collaterali dei farmaci”, ovvero per improvvisi sanguinamenti, macchie, rossori o altri danni cutanei, ipotensione o ipoglicemia. “ Quando prescrivono un farmaco, i medici spesso non sanno esattamente che effetto avrà sul paziente, perché la legge consente alle case farmaceutiche di pubblicare solo i risultati positivi dei test condotti sui medicinali”, ha scritto il medico britannico Ben Goldacre sul Guardian. Goldacre è autore di Bad Pharma, in arrivo in Italia per Mondadori, ma già anticipato sul numero di Internazionale della scorsa settimana. “ È una situazione così vergognosa, che può essere pericoloso perfino parlarne”, dice in riferimento a una serie di “ritorsioni” che alcune industrie del farmaco avrebbero intrapreso contro medici o ricercatori un po' troppo scrupolosi nei loro confronti. Ma c'è un altro, ottimo, motivo per limitare al massimo l'assunzione di farmaci. Si tratta delle “serie preoccupazioni” espresse da un recente studio indipendente sull'etica applicata dalle case farmaceutiche ai test clinici condotti su persone povere, nei paesi in via di sviluppo. Sono poche infatti le aziende che controllano i loro test clinici in questi Paesi, e che certificano la sicurezza e l'etica delle loro operazioni. Il report pubblicato dalla Bbc è l'” Access to Medicine Index” - curato nei Paesi Bassi e finanziato da organizzazioni quali la Bill and Melinda Gates Foundation e il Dipartimento per lo sviluppo internazionale del Regno Unito – e pubblica ogni due anni informazioni sulle 20 principali case farmaceutiche del mondo. Diciamo subito quanto di buono è stato fatto. Negli ultimi 3 anni, quando uscì il primo di questi report, è costantemente aumentato l'accesso ai farmaci, grazie all'impegno garantito in questo senso da più o meno tutte le case farmaceutiche nel mantenere i prezzi bassi. La GlaxoSmithKline è al vertice in questo senso, seguita da Johnson & Johnson e Sanofi, mentre traZeneca è scivolata in fondo alla graduatoria. Si stima che un miliardo di persone nel mondo non abbia accesso alle cure farmacologiche e queste aziende si impegnano a non ampliare questo numero, anche, perché altrimenti venderebbero meno. I prezzi “scontati” sono applicati infatti solo nei Paesi più poveri, dove altrimenti è logico ipotizzare che le vendite calerebbero. Ma perché si fanno test nei Paesi in via di sviluppo? Uno degli autori dello studio, David Sampson, ha risposto: " Le leggi che regolano queste pratiche sono più variabili in questi Paesi. Ma è chiaro che tutto ciò che mette a rischio il paziente è una pratica inaccettabile e un problema significativo". Eppure, “ la tendenza ad esternalizzare gli studi clinici è in costante crescita” continua, mentre invece non fa passi avanti quel che sarebbe essenziale, ovvero che “ il rapporto tra le due parti sia estremamente ben definito e gestito con attenzione”. Un esempio? " Mentre la maggior parte delle aziende fa un gran parlare di codici di condotta etica, revisioni e verifiche – conclude lo studioso -, nei fatti poi solo 4 aziende su 20 hanno rivelato i dettagli di azioni disciplinari intraprese contro condotte scorrette”. Per il resto, nulla è dato sapere.