1 Laboratorio IV Esperienza n 8: AMPLIFICATORE Esperienza n 8: AMPLIFICATORE Il più semplice amplificatore ad un transistor ad emettitore comune è presentato in fig. 1 Ic TIP . Ib . Vin Rc 46 Vr Vcc Ri 12V Vou 4.7k . . Fig. 1 Amplificatore ad un transistor ad emettitore comune Una tensione positiva applicata all’ingresso genera una corrente Ib. Sul collettore passa una corrente Ic = Ibβ βf (avendo definito βF il rapporto fra la corrente di collettore e quella di base). La tensione di collettore Vc che è chiamata anche Vout diventa: Vout = Vcc – Vr = Vcc – IcRc = Vcc - Ibβ βFRc Una tensione negativa applicata all’ingresso non provoca nessuna corrente dentro la base (giunzione polarizzata inversamente) quindi Ic = 0 e Vout = Vcc. Per amplificare sia la parte positiva che negativa di una tensione sinusoidale è necessario sovrapporre una componente continua in modo che il transistor sia sempre in Vin Vbb t Vcc Vout Fig.2 Forme d’onda della tensione di ingresso Vin e tensione di uscita Vout 1 Laboratorio IV Esperienza n 8: AMPLIFICATORE conduzione. La fig.2 è rappresenta una tensione Vin composta da una tensione continua Vbb sommata ad una tensione sinusoidale. Nella parte in giallo si può notare che la tensione diventa negativa e la corrente Ib diventa zero, il transistor non può condurre e la tensione Vout è uguale a Vcc; il transistor si dice interdetto. Nelle zona verde, la tensione Vin è molto elevata, passa molta corrente dentro la base, quindi molta corrente sul collettore, e la tensione Vout = Vcc – IcRc, diventa piccola, ma non può diventare minore di zero, perché l’alimentatore non fornisce tensioni negative; il transistor si dice saturo. Gli stati di funzionamento non lineare: transistor saturo ed interdetto sono usati nei circuiti logici (circuiti dei calcolatori) per ottenere i livelli logici 0 oppure 1. Per amplificare una sinusoide senza deformarla, si deve mandare all’ingresso dell’amplificatore una tensione vi composta anche da una parte continua: vi = Vbb + Vssenω ωt con Vbb > Vs usando il modello del transistor, come illustrato nell’esp.12 con Rb = 0 e Vσ al posto di ib = Vγ si ottiene: Vbb − Vσ + Vs sen ωt Ri che a sua volta moltiplicata per βf fornisce la corrente di collettore. La tensione Vce = Vout diventa: Vout = Vcc − [Vbb − Vσ + Vs sen ωt ] Rc βF Ri La tensione, che rappresenta il nostro segnale, Vssenω ωt risulta essere amplificata di una quantità Rcβf/Ri. Non volendo usare il modello sviluppato nell’esperienza n. 12, si può seguire la via grafica per visualizzare il funzionamento dell’amplificatore ed anche per ricavare un altro parametro importante del transistor: h fe = β 0 = ∆I c ∆I b VCE = cos t Questa quantità è utile se i segnali da amplificare sono piccoli, allora nel modello sviluppato si può sostituire a βf l’amplificazione β0 che risulta essere più realistica. La fig.3 rappresenta le caratteristiche Ic - Vce ricavate nell’esp. 12. La retta che unisce i punti Vcc ed Icc è chiamata retta di carico e si ricava scrivendo l’equazione della maglia di collettore: Vcc = Vce + RcIc 2 1) 2 3 Laboratorio IV Esperienza n 8: AMPLIFICATORE I punti Vcc e Icc (Icc = Vcc / Rc) rappresentano rispettivamente il transistor interdetto ed il transistor in cortocircuito. Se il transistor conduce deve essere soddisfatta la 1) quindi il punto di funzionamento del transistor deve stare sulla retta di carico. Icc mA 250 Ic Ib 600µA 200 500µA 150 Issenωt (segnale) 400µA t 300µA 100 200 µA Ib costante 50 100µA 2 4 Vce costante 6 8 10 12 V Vce Vs segnale amplificato t Fig. 3 Costruzione grafica dell’amplificazione In fig. 3 è presentato il meccanismo di amplificazione dell’amplificatore di fig. 1: Il segnale di corrente con sovrapposta una corrente continua viene mandato dentro alla base del transistor, si genera una corrente di collettore che diventa una tensione ai capi della resistenza e Vce risulta quindi sfasata di 180° rispetto alla corrente di base. Modo di procedere Dopo aver montato il circuito sull’apposita basetta, collegare all’ingresso dell’ amplificatore il generatore di funzione impostato in modo che generi una tensione continua. Per questo scopo si deve usare la manopola di “off-set”. La tensione continua 3 Laboratorio IV Esperienza n 8: AMPLIFICATORE deve essere tale che generarando nella base del transistor una corrente Ib costante, si abbia Vce = 6V, come da fig. 3. Questo è il punto di funzionamento del transistor. - Sovrapporre a questa tensione un’onda quadra molto piccola (ciò equivale a dare degli incrementi ad Ib) e ricavare con misure eseguite con l’oscilloscopio l’incremento Ic: ∆I b = ∆Vi Ri ∆I c = ∆Vce Rc dal rapporto fra queste due quantità si ottiene β0 β0 = ∆I c ∆I b Vce = 6 V - Applicare un segnale sinusoidale e dal rapporto fra Vin e Vs letti sull’oscilloscopio calcolare l’amplificazione in tensione del segnale: AV = Vs Vin osservare la deformazione della tensione sinusoidale, ed eventualmente usando l’oscilloscopio digitale che può eseguire la “fast fourier tranformer” determinare la creazione delle armoniche che denotano la distorsione del segnale amplificato. - Collegare in serie alla resistenza Rc un altoparlante e, mandando segnali, di frequenza di circa 1kHz, sentire il suono che si genera. - Sostituire la Rc con una lampadina (usata nel ciclo di Isteresi) e, facendo lavorare il transistor in saturazione ed interdizione, osservare che la lampadina si accende e si spegne. 4 4