Economia Politica
Appunti delle lezioni
Raffaele Paci
testo di riferimento:
Mankiw, Principi di economia,
3°ed., 2004, Zanichelli
Cap 6
Interventi di politica
economica nei mercati
concorrenziali
Inquadramento generale
In questa unità studieremo l’impatto che le politiche pubbliche attuate dal
Governo hanno sul funzionamento dei mercati concorrenziali. Prenderemo
in esame due tipologie di interventi: i prezzi regolamentati e l’imposizione
fiscale. Entrambe le politiche alterano l’equilibrio di mercato tra domanda e
offerta, modificano la quantità e il prezzo e alle volte provocano
conseguenze non desiderate.
Obiettivi di apprendimento
Esaminare gli effetti delle politiche che fissano un prezzo massimo su un
determinato bene.
Esaminare gli effetti delle politiche che fissano un prezzo minimo su un
determinato bene.
Esaminare come l’imposizione di una imposta su un bene modifica il
prezzo e la quantità di equilibrio
Imparare come l’onere dell’imposta si distribuisce tra consumatori e
venditori
1
I prezzi regolamentati
Di norma nei mercati concorrenziali i prezzi sono liberi di variare e questo
permette il raggiungimento dell’equilibrio tra domanda e offerta. Questo
equilibrio può essere efficiente ma non necessariamente equo.
Pertanto il Governo può decidere di fissare i prezzi di un determinato bene
e servizio quando ritiene che il prezzo di mercato non sia equo o per i
compratori o per i venditori.
Analizzeremo due tipologie di prezzi regolamentati:
livello massimo di prezzo:
il prezzo massimo stabilito per legge al quale un bene può essere venduto.
In questo caso si vogliono tutelare i compratori da prezzi di mercato troppo
alti.
Esempi: equo canone sugli affitti, benzina
livello minimo di prezzo:
il prezzo minimo stabilito per legge al quale un bene può essere venduto.
In questo caso si vogliono tutelare i venditori da prezzi di mercato troppo
bassi.
Esempi: salario minimo, prezzi garantiti dei prodotti agricoli
Per entrambi i casi dobbiamo distinguere tra due situazioni a seconda che
il prezzo imposto dal Governo sia vincolante o non vincolante.
Prezzo massimo non vincolante,
in quanto superiore al prezzo di equilibrio
Prezzo
fette di pizza
Offerta
prezzo
massimo
€4
3
Prezzo di
equilibrio
Domanda
0
100
Quantità di
equilibrio
Quantità
fette di pizza
2
Prezzo massimo vincolante,
in quanto inferiore al prezzo di equilibrio, provoca
scarsità del bene
Prezzo
fette di pizza
Offerta
Prezzo di
equilibrio
€3
2
prezzo
massimo
scarsità
Domanda
0
75
Quantità
offerta
125
Quantità
demandata
Quantità
fette di pizza
Esempio: Crisi petrolio 1973
Il prezzo della benzina era regolamentato: esisteva un prezzo massimo che però non era
vincolante. Con la forte riduzione dell’offerta decisa dall’OPEC nel 1973 il prezzo di
equilibrio superò il prezzo massimo che divenne vincolante, determinando scarsità della
benzina.
Dopo il 1973 Æ riduzione dell’offerta
Prima del 1973
O’
D
D
O
P max
P1
P2
O
P max
P1
Q1
Q1
Scarsità = code al distributore
3
Esempio: Equo canone
Il Governo fissa un limite massimo al prezzo degli affitti al fine di agevolare i
compratori (affittuari) ad avere una casa evitando che paghino prezzi troppo alti
Nel lungo periodo domanda ed
offerta più elastiche. Si crea una
maggiore scarsità.
Nel breve periodo l’offerta è data
e la domanda rigida
O
D
D
P1
O
P1
equo
canone
equo
canone
scarsità
scarsità
Nel lungo periodo dal lato dell’offerta per effetto della riduzione dei canoni di
locazione i proprietari rinunceranno a costruire nuovi immobili; dal lato della
domanda i prezzi bassi costituiscono un incentivo alla ricerca di una sistemazione
autonoma. L’effetto finale è indesiderato: si crea forte scarsità nel mercato, gli
affittuari non riescono più a trovare case in affitto.
Prezzo minimo non vincolante,
in quanto inferiore al prezzo di equilibrio
Prezzo
fette di pizza
O
Prezzo di
equilibrio
€3
Prezzo
minimo
2
D
0
100
Quantità di
equilibrio
Quantità
fette di pizza
4
Prezzo minimo vincolante,
in quanto superiore al prezzo di equilibrio
Prezzo
fette di pizza
O
eccedenza
€4
Prezzo
minimo
3
Prezzo di
equilibrio
D
0
80
Quantità
domandata
120
Quantità
offerta
Quantità
fette di pizza
Esempio: salario minimo nel mercato del lavoro
per garantire salari più equi il Governo fissa un salario minimo sotto il quale i
datori di lavoro (domanda) non possono pagare i lavoratori (offerta). L’effetto
indesiderato è che si può creare disoccupazione
Salario
(prezzo del bene)
Offerta
di lavoro
Eccesso di offerta
(disoccupazione)
Salario
minimo
Equilibrio di
mercato
Domanda
di lavoro
0
Quantità
domandata
Quantità
offerta
Quantità
ii lavoro
5
Imposte
Un altro modo a disposizione del Governo per intervenire nel funzionamento
di un mercato è l’introduzione su un determinato bene di una imposta che
costituisce una quota aggiuntiva del prezzo del bene che viene incassata
dallo Stato.
L’imposta può essere pagata materialmente allo Stato dai consumatori o dai
venditori, ma vedremo che questo non è rilevante per capire chi subisce
maggiormente l’onere dell’imposta.
Ciò che conta è come l’imposta si distribuisce effettivamente tra i due lati del
mercato (consumatori e venditori). In questo caso si parla di incidenza
dell’imposta ossia della ripartizione dell’onere fiscale tra le diverse categorie
di soggetti economici.
Conclusioni di carattere generale:
quando un bene viene sottoposto a tassazione viene modificato l’equilibrio
di mercato
nella nuova situazione di equilibrio con imposta la quantità venduta del bene
è inferiore
consumatori e venditori condividono l’onere dell’imposta: i consumatori
pagano di più e i venditori incassano di meno indipendentemente da chi
effettua il versamento dell’imposta.
Impatto di un’imposta sui consumatori di 0,5 € per unità
1. Una tassa sul consumo fa spostare
la curva di domanda verso il basso per
l’ammontare della stessa imposta = €0,5
Prezzo
fette di pizza
O
Prezzo pagato
dai consumatori
Prezzo
senza
tassa
3.30
3.00
2.80
Prezzo
ricevuto dai
venditori
Equilibrio senza tassa
Tassa €0.50
Equilibrio
con la tassa
Tassa €0,5
D1
D2
0
90 100
Quantità
fette di pizza
6
Impatto di un’imposta sui venditori di 0,5 € per unità
Prezzo
fette di pizza
Prezzo
consumo
Prezzo
senza
tassa
3.30
3.00
2.80
O2
Equilibrio
con tassa
O1
Tassa €0.50
Una tassa sui
venditori fa spostare
la curva di offerta
verso l’alto per
l’ammontare della
tassa (€0.50).
Equilibrio senza tassa
Prezzo
per i
venditori
D1
0
90 100
Quantità
fette di pizza
Incidenza dell’imposta:
Abbiamo visto che è indifferente per la ripartizione dell’onere
fiscale tra diverse categorie di soggetti qual è il soggetto
(consumatore o venditore) che versa l’imposta: l’onere
dell’imposta è comunque condiviso.
In effetti l’incidenza dell’imposta dipende dall’elasticità
relativa della domanda e dell’offerta.
7
Offerta elastica, domanda rigida...
Prezzo
1. Quando l’offerta è più
elastica della domanda...
Prezzo pagato
dai consumatori
Offerta
2. ...l’incidenza
della tassa
ricade di più sui
consumatori...
Tassa
Prezzo senza tassa
Prezzo ricevuto
dai venditori
3. ...che sui
venditori
Domanda
0
Quantità
La tassa colpisce il lato più rigido del mercato, che reagisce meno a variazioni di prezzo
Domanda elastica, offerta rigida...
1. Quando la domanda è più
elastica dell’offerta...
Prezzo
Offerta
Prezzo consumatori
Prezzo senza tassa
Tassa
3. ...che sui
consumatori
Domanda
2. ...l’incidenza
della tassa ricade
di più sui
venditori...
Prezzo ricevuto
dai venditori
0
Quantità
La tassa colpisce il lato più rigido del mercato, che reagisce meno a variazioni di prezzo
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