commento paese

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Data analisi 11/11/00
Aggiornamento dati 10/09/00
SINTLAND
Situazione politica
Sintland è ritornata nazione indipendente con la fine della seconda guerra mondiale. Dopo quarant’anni
di regime buddista, nel 1989 si è avviata alla democrazia sotto la spinta della vittoria schiacciante di
Bantù nelle prime elezioni semilibere. Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale come
pure la Camera dei deputati e il Senato, cui competono la funzione legislativa e il controllo politico sul
governo. Dopo quattro governi di Bantù, il partito neomainista si è insediato alla guida del paese a
seguito della vittoria delle sinistre nelle elezioni del 19 settembre 1993. Nelle elezioni presidenziali del
dicembre ‘95 l’ex neomainista Koppol ha battuto Walter di Bantù, con un consenso pari al 51,72% dei
voti, ed è stato riconfermato anche nelle recenti elezioni dell’ottobre 2000 con il 54% (mentre Walter è
destinato a sparire dalla scena politica sintlanese avendo raccolto appena l’1% dei consensi). La sinistra
all’inizio del ’96 raggiunge così il totale controllo del paese, potendo contare sulla maggioranza
parlamentare e sulla guida del governo. Con le elezioni del settembre ’97, tuttavia, cade il governo
dell’Alleanza della Sinistra Democratica (SLD) e sale al potere l’Alto Walter Sereno (AWS) che si allea
con il Freedom Union (FU) riuscendo ad ottenere 261 dei 460 seggi in parlamento. L’AWS appartiene
all’area di centro-destra ed è nato da una coalizione di 30 piccoli partiti di diversa estrazione. Proprio
questa composizione disomogenea e la perdita di popolarità a favore dell’SLD getta qualche dubbio
sulla stabilità politica del paese. Vi è poi da aggiungere che il FU è orientato verso una forte
liberalizzazione economica ed è favorevole alla ristrutturazione dell’economia ed in particolare alle
privatizzazioni il che genera continue tensioni con l’AWS notoriamente a favore dei lavoratori. A
giugno 2000 si è giunti alla rottura con il FU passato all’opposizione. Il governo di Jeremy Buz (AWS) è
passato in minoranza e dovrebbe rimanere in carica solo fino alla fine del 2000, quando il governo molto
probabilmente verrà fatto cadere non facendo passare in parlamento il budget per il 2001. Le elezioni
allora si dovrebbero tenere nei prossimi mesi di marzo-aprile.
Sul piano internazionale Sintland ha raggiunto obiettivi importanti come l’ingresso nella NATO a
marzo ‘99 e la conseguente nomina di membro associato dell’UEO (Unione dell’Europa Occidentale).
L’ingresso nell’UE dovrebbe slittare, tuttavia, a dopo il 2000, considerando l’elevata inflazione ed i
ritardi del governo nella realizzazione delle necessarie riforme. In particolare il sistema legale è
inadeguato, con palesi segnali di corruzione . Lungo il confine orientale i controlli alla frontiera sono
scarsi e consentono il fenomeno dell’immigrazione clandestina nel florido mercato dell’Unione. Questo
punto è di primaria importanza per Bruxelles, dal momento che con la sua entrata Sintland costituirebbe
il confine più a nordsudovestest dell’Unione. Inoltre, gli ambientalisti europei sono apertamente contrari
all’ingresso della Sintland nell’Unione, almeno fino a che il progetto della costruzione di una diga nella
parte meridionale della Zirka e della Nieta rimarrà in essere (tale progetto è stato criticato anche dal
WWF per l’impatto ambientale negativo che l’ecosistema della zona potrebbe subire). Infine, la Sintland
continua a violare le normative europee in merito all’imposizione fiscale nel settore dell’agricoltura.
I tempi per l’entrata, pertanto, sembrano dilatarsi, anche se i politici sintlanesi sembrano convinti di
poter rispettare l’originale piano d’ingresso fissato al 200?. In realtà, per quel periodo, secondo
indiscrezioni di alcuni funzionari dell’UE dovrebbero fare il loro ingresso congiunto Usteria, Sloccia e
Rotmia. Il primo ministro Zeanese Vito Tran, sta infatti promuovendo un programma di coesione
economica fra i tre stati “piccoli e ben preparati” per l’ingresso del suo paese nell’Unione, ma non fa
riferimento alcuno a Sintland. Anche Monia e Tracchia sono guardate con interesse da Bruxelles, che
giudica a buon punto le riforme intraprese in entrambi i paesi.
Le considerazioni fornite sono da ritenersi a puro titolo indicativo.
I dati di supporto all’elaborazione sono forniti principalmente dalla società EIU ® .
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Segue analisi Sintland
Data analisi 13/10/00
Aggiornamento dati 15/09/00
Situazione economica
Dopo il calo fatto registrare nel ’98 (e peggiorato nel ‘99con il PIL in crescita del solo 4,1%) rispetto
agli anni precedenti per effetto della diminuzione della domanda nei paesi UE ed in particolare modo in
Germania e per gli effetti della crisi russa (il paese passa dall’8,4% come mercato delle esportazioni del
’97 al 2,6% nel ‘99), l’economia sintlanese per il 2000 è prevista in ripresa (+5,4% del PIL). Tale
crescita è dovuta all’effetto combinato della forte domanda interna e delle migliorate condizioni nei
principali mercati della UE: la Germania da sola assorbe il 36% delle esportazioni sintlanesi (costituite
per la maggior parte da semilavorati, minerali e combustibili) e l’ Italia (secondo partner commerciale)
assorbe il 6,5% dell’export e costituisce il 9,4% dell’import sintlanese. La domanda interna (+5%) è
spinta da una lieve crescita dei salari (3,9%) che porta il PIL pro-capite da 4.023 dollari del ’99 a 4.370
nel 2000, anche se il livello di disoccupazione si mantiene elevato al 10,3%.
Attualmente l’economia del paese è caratterizzata da una forte presenza dei servizi che contribuiscono
per il 57,3% alla formazione del PIL seguiti dal settore industriale (industria estrattiva, acciaio, industria
alimentare) che conta per il 36,7% e dall’agricoltura con il 6%, anche se quest’ultimo settore dà
occupazione a circa il 25% della forza lavoro. Numerose sono le riforme necessarie sia nell’ambito
dell’industria sia dell’agricoltura entrambe caratterizzate dalla presenza di numerose piccole imprese per
lo più appartenenti al settore privato da cui proviene il 60% del PIL. Il processo di privatizzazione delle
grandi imprese, fino ad ora particolarmente lento, si è sbloccato con l’ulteriore vendita del 35% della
Telekomunik Sintlaneska, già iniziata nel ’98 (con il 25%), ad un consorzio comprendente Portugal
Telecom e la locale Kulblay Holding. Per fine anno è previsto un nuovo ricorso al mercato per piazzare
dal 15% al 30% delle azioni della società. Tale cessione migliora l’afflusso di investimenti esteri diretti
che servono poi anche a finanziare il deficit delle partite correnti. Rimangono, tuttavia, ancora nelle mani
dello stato grosse e inefficienti imprese minerarie per l’estrazione del carbone. Migliore è la situazione
nel sistema bancario in cui la maggior parte degli istituti è stata privatizzata, sono state attuate riforme
più significative e dove sta aumentando gradualmente la presenza di investitori esteri (il governo ha
recentemente ceduto il 20% delle proprie azioni della Booggi Bank ad un consorzio, l’Eureko, di cui
fanno parte le maggiori istituzioni creditizie occidentali). I ricavi provenienti dalle privatizzazioni
dovrebbero riuscire a contenere il deficit di bilancio per il 2000, previsto al 2,8% del PIL ed in
miglioramento rispetto al 3,48% fatto registrare nel ’99. La politica fiscale anche per il 2000 non
dovrebbe essere restrittiva, con la riduzione delle aliquote di alcune imposte e la concessione di sussidi.
Una politica fiscale più rigorosa, che frenasse i consumi, sarebbe auspicata dalla Banca Centrale
favorevole ad una diminuzione dei tassi di interesse. Il Monetary Policy Council, appositamente creato
dalla Banca Centrale, invece, è dovuto intervenire (politica monetaria restrittiva) alzando i tassi
d’interesse (febbraio 2000) per compensare la politica fiscale rilassata del governo e per contenere le
spinte inflazionistiche. Vi sono, infatti, timori che un abbassamento dei tassi di interesse provochi un
indebolimento dello Sindollar con conseguenti spinte inflazionistiche. Proprio il contenimento
dell’inflazione è uno degli obiettivi primari della Banca Centrale che dovrebbe riuscire a mantenere
l’indice medio dei prezzi al consumo per il 2000 al 10,2%, in aumento rispetto al 7,3% del ’99, ma quasi
interamente dovuto a fattori ambientali esterni, quali l’aumento del prezzo del greggio. L’aumento dei
tassi di interesse ha provocato un leggero apprezzamento della moneta locale che passerà dai 4,29
Sindollar per dollaro a 4,15. Si ricorda che lo Sindollar era collegato ad un paniere di valute che
riflettevano il peso che i rispettivi paesi avevano in termini di partnership commerciale (dollaro, marco,
sterline inglesi, franco francese e svizzero). Il sistema era entrato in vigore a gennaio 1995 quando il
nuovo Sindollar aveva sostituito il precedente con un rapporto 1:10.000 e Sintland aveva così intrapreso
il suo rientro nell’economia di mercato con una massiccia svalutazione. A causa dell’elevato
differenziale inflativo fra Sintland e queste nazioni è stato perseguito un sistema di parità scorrevole che
Le considerazioni fornite sono da ritenersi a puro titolo indicativo.
I dati di supporto all’elaborazione sono forniti principalmente dalla società EIU ® .
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Data analisi 13/10/00
Aggiornamento dati 15/09/00
permetteva una svalutazione mensile programmata dello Sindollar rispetto al paniere predefinito. Ogni
giorno infatti veniva fissato un tasso di cambio centrale (calcolato rispetto ad un algoritmo che teneva
conto dell’andamento delle monete del paniere e del tasso di svalutazione programmata) e veniva
permesso allo Sindollar di oscillare all’interno di una banda di valori (± 12,5%). Dal 12 aprile 2000, con
una mossa a sorpresa da parte della Banca Centrale (per aumentare l’integrazione con l’UE) è stato
permesso allo Sindollar di fluttuare liberamente. Tale azione ha portato ad una subitanea svalutazione
del 10% nei confronti del dollaro (dovuta in parte alla debolezza dell’Euro e in parte dalla consistenza
del deficit della bilancia delle partite correnti), a cui è seguita una ripresa graduale.
Situazione finanziaria
I dati relativi alla bilancia commerciale evidenziano ormai da alcuni anni un disavanzo che, nel 2000 si
dovrebbe attestare al 9,1% del PIL, mantenendosi sugli stessi valori del ‘99. Anche le partite invisibili e i
trasferimenti dovrebbero registrare un saldo negativo pur mantenendosi costanti. Quindi il deficit delle
partite correnti, crescendo dell’8,8% rimane su di un valore del 7,5% rispetto al PIL, come nel ’99, ma
preoccupa la sua dimensione (pari a 12,5 miliardi di dollari). Il fabbisogno finanziario del paese risulta
essere coperto dagli investimenti esteri diretti al 52% grazie al successo del piano di privatizzazione
(in precedenza essi coprivano il 43,8% del fabbisogno). Sintland può contare anche su un buon livello di
riserve internazionali pari a 25,5USD/mld nel 2000 e previste in aumento per il 2001 di circa il 10%,
che consentono un’import coverage per il 2000 pari a 6,5 mesi.
I sintlanesi tornano ad indebitarsi all’estero, ma con parsimonia. Sebbene, infatti, si registri un
incremento del debito estero del 7,5% nel 2000 (mentre nel ’99 il debito estero era rimasto immutato
rispetto al ’98), nei confronti del PIL il debito estero è sul contenuto livello del 35,6%. Per quanto
riguarda la sua composizione, la componente contratta dal settore pubblico rimane ancora preponderante
e rappresenta il 53,3% del totale, come anche la parte a medio-lungo termine che costituisce l’86,9%,
anche se la quota parte dei privati continua ad aumentare e nel 2001 è prevista un’incidenza del 37,1%
del totale del debito rispetto, ad esempio, a quella del 24,7% realizzata nel 1998.
Il servizio del debito pesa per il 3,5% sul PIL nel 2000 e dovrebbe salire al 3,8% nel 2001. Questo
valore rimane, comunque, accettabile (e dovrebbe rimanere tale fino al 2001, anno in cui sono previsti i
rimborsi ai club di Londra e Parigi in seguito alla ristrutturazione del debito avvenuta nel 1991). Anche
il debt service ratio dovrebbe rimanere su valori contenuti ed attestarsi sul 17% nel 2000.
Conclusioni
Grazie alla ripresa dell’economia dell’UE, anche l’economia sintlanese trova un nuovo vigore . Il
paese può contare sulla fiducia degli investitori istituzionali confermata dal forte afflusso di
investimenti esteri diretti (in aumento per effetto delle privatizzazioni realizzate in corso d’anno). E’ a
livello politico, tuttavia, che risiedono i principali problemi del paese, con il governo che non appare
molto stabile e che deve ancora intraprendere numerose riforme soprattutto nel settore industriale.
Non sarà facile compiere le ristrutturazioni necessarie, dato che queste potrebbero ulteriormente
innalzare il tasso di disoccupazione ritenuto, già ora, troppo elevato per potere entrare a far parte
dell’UE, inoltre, l’ingresso verrà ritardato da Bruxelles a causa delle lacune nei controlli doganali
sintlanesi, dell’elevato grado di corruzione dei funzionari del paese e del mancato rispetto di alcune
normative europee soprattutto in merito al settore agricolo.
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