Corteccia cerebrale in corso di formazione li rende recettivi il doppio degli adulti CANNABIS E ADOLESCENTI: ISOLAMENTO SOCIALE E RIDOTTO FUNZIONAMENTO PSICOLOGICO Un ragazzo su sette che fa uso saltuario di cannabis diventa dipendente Più facile il passaggio alle droghe pesanti, disturbi evidenti 8 anni prima dei grandi Milano, 5 giugno 2007 – La percezione sociale della cannabis deve essere adeguata alle più recenti scoperte scientifiche; non si può parlare più in termini generali di “quanto sia più o meno pericolosa la cannabis”, di “droghe leggere o pesanti”, ma tale valutazione va affrontata in maniera articolata e consapevole distinguendo, soprattutto, tra persone adulte e sviluppate rispetto ad adolescenti il cui sistema nervoso centrale è ancora in evoluzione ed inoltre tra persone con o senza predisposizione alla schizofrenia e alle altre malattie mentali. Sono numerosi i danni legati all’uso di cannabis sia dal punto di vista fisico che sociale. Tuttavia, esiste un gruppo di persone ad alta vulnerabilità biopsicosociale che possono andare soggette allo sviluppo dei più diversi disturbi psichici: dalla sfera ansiosa a quella dell’umore o addirittura incorrere nella schizofrenia. Inoltre, l’età d’uso dei cannabinoidi si è drammaticamente abbassata e ciò concorre a determinare esordi psicotici in età più precoce, prima che l’individuo abbia raggiunto una piena maturità a livello neuronale, psicologico e sociale. Un adolescente su sette che fa uso di cannabis diventa dipendente. I giovani, soprattutto di sesso maschile, che fumano abitualmente e continuativamente cannabis, possono più facilmente manifestare comportamenti antisociali, aggressivi e violenti che possono sfociare in schizofrenia. Un altro rischio sottovalutato per gli adolescenti che diventano dipendenti da cannabis è quello di passare al consumo di altri tipi di sostanze illecite e dannose. Molte evidenze scientifiche testimoniano che: • chi abusa di cannabis – ed in particolare i soggetti vulnerabili - ha un esordio di una malattia mentale anche di 6-8 anni più precoce rispetto ai non utilizzatori; • l’abuso di cannabis è associato a maggiore stigmatizzazione, isolamento sociale e aumento della spesa sanitaria. • anticipando l’esordio di una malattia mentale, la cannabis determina un ridotto funzionamento psicosociale complessivo del soggetto interessato; Il meccanismo fisiopatologico ipotizzato è che le alterazioni neurobiologiche indotte dalla cannabis interagiscano in soggetti vulnerabili con una preesistente disfunzione di sistemi neurotrasmettitoriali che possono, a loro volta, interagire con la sostanza assunta. Corteccia cerebrale in corso di formazione rende recettivi il doppio i giovani da 12 a 19 anni L’abuso di cannabis può avere effetti devastanti anche a livello dell’area cerebrale, soprattutto durante l’adolescenza. Gli adolescenti dai 12 ai 19 anni, in particolare, hanno una sensibilità doppia a queste sostanze a causa della morfologia del loro cervello: durante questo periodo, infatti, avviene la formazione definitiva dell’encefalo. La loro maggiore reazione a sostanze di abuso è dovuta alle dimensioni maggiori del “nucleo accumbens”, cioè della corteccia cerebrale due volte superiore a quella degli adulti e una volta e mezza a quella dei bambini. Si tratta di un’area minuscola ma fondamentale per l’azione delle droghe.