Indicazioni per il controllo di Drosophila suzukii e mal dell`esca

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BOLLETTINO REGIONALE PER LA DIFESA A BASSO APPORTO DI PRODOTTI FITOSANITARI
AI SENSI DELLA DGR 3233 DEL 6/03/2015.
LA VITE N° 6 del 17 settembre 2015
Fase fenologica
Le operazioni di raccolta sono già in fase avanzata o addirittura terminate per le basi spumanti e
per i vitigni più precoci, mentre in generale per i vitigni più tardivi siamo in fase di più o meno
avanzata maturazione (BBCH 85-89).
Drosophila suzukii
Presente nella nostra regione fin dal 2011, questo piccolo moscerino originario del sud-est asiatico
si differenzia dal comune moscerino della frutta per la presenza nelle femmine di un robusto
ovopositore, con il quale sono in grado di forare la buccia di diversi frutti per deporre le uova. I
maschi hanno un’evidente macchia nera sull’estremità delle
ali.
Questo insetto, molto polifago e in grado di completare il
ciclo su numerosissime specie spontanee e coltivate, ha
causato negli ultimi anni gravi danni economici su alcune
colture (mirtillo, mora, lampone, ciliegio, ecc.), ma sulla vite
sembra avere un’importanza molto relativa. Sulla scorta di
quanto osservato negli anni passati, infatti, pare che l’uva
non sia un ospite molto attrattivo: il ciclo di sviluppo
dell’insetto su questo frutto risulta più prolungato rispetto a
quando avviene su altre bacche maggiormente appetite e, inoltre, solo una percentuale inferiore
al 10% delle uova riesce a completare lo sviluppo e a far sfarfallare gli adulti. Esiste inoltre una
notevole differenza di sensibilità all’attacco tra le diverse varietà di vite: possono risultare
maggiormente colpite le varietà a bacca scura e buccia sottile, come la Schiava, seguite a distanza
da Lagrein, Cabernet, Merlot e Pinot nero. Le cultivar a bacca bianca non risultano invece
attrattive per questo insetto. Anche le caratteristiche ambientali e colturali hanno una grande
rilevanza sulla possibilità di registrare attacchi da parte di questo dittero: vigneti vigorosi situati in
zone fresche, umide e poco ventilate, in prossimità di corsi d’acqua e/o di boschi, nonché con
forme di allevamento che favoriscono l’ombreggiamento dei grappoli ed i ristagni di umidità
(come la pergola) sono infatti da considerarsi a maggior rischio di attacco, così come cultivar o
zone dove si attuano vendemmie tardive che espongono maggiormente i grappoli all'attacco delle
generazioni autunnali (solitamente più popolose).
Il danno da D.suzukii sull’uva non sembra tanto derivare dall’attività delle larve che erodono
l’acino, come avviene nelle altre specie di frutti attaccati, quanto dalle ferite dovute
all’ovodeposizione, che possono diventare una porta d’ingresso per i marciumi (soprattutto
marciume acido).
Le condizioni ambientali registrate nel corso di questa estate sono state molto diverse rispetto a
quelle dello scorso anno: nel 2014, infatti, le temperature fresche e l’elevata piovosità da un lato
hanno favorito lo sviluppo di notevoli popolazioni di D. suzukii e dall’altro hanno rappresentato le
condizioni ideali per un forte sviluppo di marciumi.
Le elevate temperature registrate invece nel corso dei mesi di giugno e luglio 2015, superiori a
quelle dello scorso anno e spesso anche alle medie storiche, hanno invece avuto un effetto
“abbattente” sulle popolazioni dell’insetto, che hanno cominciato a riprendersi solo dopo le
piogge di metà agosto.
Alla luce di quanto finora illustrato, al momento non si ritengono assolutamente necessari
trattamenti insetticidi contro questo insetto, anche tenendo conto del fatto che in molti vigneti si
è ormai in prossimità della raccolta.
Si ricorda inoltre che, soprattutto nei vigneti a maggior rischio, per evitare eventuali danni da
parte di D. suzukii più che i trattamenti insetticidi risultano importanti alcuni interventi di tipo
agronomico:
 una gestione del vigneto in grado di favorire un buon arieggiamento all’interno della
vegetazione consente di creare un microclima sfavorevole allo sviluppo di D.suzukii;
 opportuni interventi di sfogliatura espongono i grappoli ai raggi solari e contribuiscono a
creare un microclima sfavorevole all’ovodeposizione;
 l’eventuale dirado dei grappoli dovrebbe essere effettuato prima dell’invaiatura, in quanto
gli eventuali marciumi che si possono sviluppare su quelli lasciati sul terreno possono
essere fonte di richiamo per l’insetto. In alternativa, sarebbe bene asportare dal vigneto i
grappoli già invaiati risultanti in eccesso;
 in condizioni sfavorevoli, tutte le ferite presenti sugli acini possono favorire lo sviluppo di
marciumi, a loro volta in grado di richiamare nel vigneto D. suzukii. Risulta quindi
importante una corretta gestione fitoiatrica del vigneto, per evitare danni da oidio, botrite,
tignoletta, cocciniglie o altri insetti/malattie.
Bisogna comunque sempre considerare che la sola presenza dell’insetto non è comunque indice di
un attacco: al fine di determinare con certezza se i danni derivano effettivamente dalla presenza di
questo dittero, bisogna controllare se sono presenti sugli acini i fori di ovodeposizione.
Mal dell’esca
Con questa terminologia viene generalmente indicata una malattia della vite molto complessa,
causata da infezioni in successione o contemporanee di tre funghi patogeni, Fomitiporia
mediterranea, Phaeomoniella chlamydospora e Phaeoacremonium aleophilum, in grado di
causare alterazioni dello sviluppo della vite e della funzionalità dei suoi vasi, nonché della
consistenza dei tessuti legnosi. Il tutto si riflette sulla vitalità delle piante e sulla qualità e quantità
della produzione. Nei casi più gravi la vite può anche disseccare nel giro di poco tempo.
I sintomi esterni più evidenti sono rappresentati dalla comparsa sulle
foglie di disseccamenti anche estesi localizzati nelle aree tra le
nervature, che danno alla foglia stessa un aspetto “tigrato”, mentre
all’interno del fusto sono osservabili imbrunimenti in un anello
pressoché continuo intorno al midollo centrale o sparsi in tutto lo strato
dei vasi legnosi, dai quali spesso
fuoriesce un essudato gommoso di
colore nerastro. In alcuni casi è
possibile osservare un disfacimento dei tessuti legnosi (carie
bianca), in presenza del quale la vite può andare incontro nel giro di pochi giorni ad un rapido ed
improvviso disseccamento (“apoplessia”). E’ anche però possibile che i patogeni rimangano
all’interno della vite in modo asintomatico per alcuni anni.
Le nuove infezioni hanno origine principalmente durante l’inverno o ad inizio primavera, in
occasione di piogge e bagnature: le spore dei funghi agenti causali si liberano dai corpi fruttiferi
presenti negli anfratti della corteccia e penetrano nella pianta da ferite aperte (tagli di potatura):
numerose prove hanno evidenziato come questi rimangano “recettivi” fino a 4 mesi (e anche
oltre) dal taglio: nella fase di “pianto” la suscettibilità cala leggermente, ma la possibilità di
infezione rimane sempre attorno al 40%.
Le infezioni di questi funghi hanno avuto negli ultimi anni un’esplosione epidemica in molte zone
viticole, probabilmente per il notevole aumento dell’inoculo in tutti gli ambienti, e hanno
cominciato ad interessare non solo i vecchi impianti, ma anche vigneti di recente costituzione. Le
condizioni d’infezione dipendono molto dalla quantità di inoculo (presenza di corpi fruttiferi di
conservazione sul legno morto, quali ceppi sradicati e/o legno di potatura lasciato nel vigneto),
nonché dalle condizioni ambientali e dalle tecniche di potatura.
Le condizioni ambientali possono influire sulla manifestazione dei sintomi della malattia: in alcune
annate si assiste ad una remissione naturale degli stessi che, facendo ritenere la pianta sana,
induce ad una sottostima dell’incidenza e pericolosità dell’esca. In altre, come quella attuale, la
scarsità di precipitazioni del periodo estivo e le elevate temperature possono incrementare la
manifestazione dei sintomi.
I presupposti della difesa da queste patologie, non essendo disponibili principi attivi dotati di
sicura efficacia, si basano essenzialmente su interventi di prevenzione con l’obiettivo di evitare il
più possibile le nuove infezioni, mantenendo il vigneto sano il più a lungo possibile o almeno
aumentando il numero di anni in cui la pianta rimane asintomatica (in questo caso produce come
se fosse sana). L'unica possibilità di intervento curativo è limitato alla capitozzatura della pianta
ben al di sotto dell'ultima porzione di legno alterato e nell'allevamento dal basso di un tralcio che
andrà a costituire il nuovo tronco della pianta
Tra gli interventi consigliati ricordiamo i seguenti:
 attuare una corretta conduzione del vigneto, evitando ristagni d’acqua, potature
squilibrate della pianta, eccessi di vigoria e produzione, ecc.;
 eliminare i residui di potatura ed eventuali piante apoplettiche o gravemente sintomatiche;
 segnare le piante colpite alla comparsa dei sintomi, o comunque entro la caduta delle foglie, e
potarle separatamente;
 evitare di causare ferite quando l’inoculo è maggiormente presente ed attivo: è bene, ad
esempio, non potare subito dopo una pioggia, quando si ha il volo delle spore dei funghi
patogeni (la produzione di spore si ha a temperature tra gli 8-10 ed i 28 °C);
 evitare il più possibile i grossi tagli ed eseguire delle potature con tecniche corrette (ad
esempio evitare di potare troppo vicino al tronco principale, per permettere lo sviluppo dei
coni di disseccamento);
 disinfettare con sali quaternari d’ammonio o semplice ipoclorito di sodio (varechina) gli
attrezzi utilizzati per la potatura passando da una pianta all’altra, per non diffondere la
malattia lungo il filare;
 proteggere le superfici di taglio, ad esempio con semplice colla vinilica addizionata con
rame, o con prodotti biologici.
A proposito di quest’ultimo punto, sono stati recentemente registrati per l’impiego su vite contro i
funghi agenti del mal dell’esca alcuni prodotti fitosanitari a base di Trichoderma asperellum e
Trichoderma gamsii: questi formulati vanno impiegati alla dose di 1 kg/ha (con un volume di acqua
minimo di circa 400 litri), avendo cura di irrorare accuratamente la fascia produttiva e le ferite di
potatura. Il periodo ottimale per il trattamento è dopo la potatura in corrispondenza della fase del
«pianto», e non oltre lo stadio di germogliamento. Per l’utilizzo ottimale è necessario miscelare il
prodotto in acqua a temperatura ambiente circa 24 ore prima del trattamento per consentire
l’attivazione e la pre-germinazione delle spore in esso contenute.
Andamento meteorologico
Nel corso delle ultime settimane, come tipico della fine dell’estate, abbiamo assistito ad un
andamento meteorologico assai dinamico. Dopo una fase di maltempo da debole a moderato a
cavallo di Ferragosto (tra il 14 e il 19) in cui localmente si sono raggiunti, nei 5 giorni, i 50/60 mm
di precipitazione (55 mm a Morbegno-SO, 37 mm a Bigarello-MN, 25.2 mm a Sarnico-BG, 22 mm a
Canevino-PV) le condizioni sono risultate nuovamente più stabili e calde fino al rapido passaggio
perturbato del giorno 24. Ad esso ha fatto seguito una nuova fase di tempo stabile e caldo con
temperature nuovamente superiori alle media tra il 27 agosto e il 2 settembre (36.3°C a Persico
Dosimo-CR il 30, 36°C a Mantova il 30 e il 31, 35.3°C a Cavenago d’Adda-LO il 30, 33°c a Varzi-PV il
29). Successivamente su tutta la regione si sono registrate condizioni meteorologiche più fresche,
con le prime temperature minime autunnali sotto i 10°C anche al piano e nei fondovalle (5.4°C a
Caiolo-SO il 7, 7.3°C a Tirano-SO il 6, 8.6°C a Bargnano-BS il 6 e a Bigarello-MN il 9, 8.9°C a
Landriano-PV il 6). Nuove precipitazioni si registrano tra venerdì 11 e lunedì 14 con valori
localmente superiori a 60/80 mm cumulati nei 3 giorni (75.8 mm ad Asola-MN, 63 mm a Colico-LC,
42.6 mm a Sondrio, 41.4 mm a Varzi-PV). Nei prossimi giorni condizioni meteorologiche instabili
sui rilievi Alpini, Prealpini e sulla Pedemontana, con precipitazioni più probabili sui settori
occidentali. Temperature miti: in particolar modo le minime.
Per ulteriori informazioni sull’andamento agrometeorologico dell’ultima settimana, e le previsioni
meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all’interno
del sito istituzionale di ARPA Lombardia:
http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/bollettinoagrometeorologici/Pagine/AgrometeoSettimana.aspx
(aggiornato ogni martedì);
http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/Pagi
ne/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle 13.00 tranne la domenica).
A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI Casteggio, CO.DI.MA
Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est , Consorzio Tutela
Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia
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