Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Ufficio VII – Dirigenti amministrativi, tecnici e scolastici
Seminari decentrati sui temi della Valutazione.
Maggio 2012
“Il Servizio Nazionale di Valutazione come risorsa per il Dirigente scolastico: quadri
di riferimento, lettura dei dati e percorsi di lavoro”.
Dirigenti Scolastici coordinatori dei Seminari: Aldo Acquati, Cristina Boracchi, M.
Grazia Carnazzola, Vittorio Fabricatore, Patrizia Gelmetti, Loredana
Leoni, Lorena Peccolo
Ambiti di discussione proposti in tutti i seminari
 cultura della valutazione all’interno dell’istituto e conoscenza dell’invalsi da parte della
scuola;
 le fasi della rilevazione;
 analisi e presentazione interna - esterna dei risultati;
 rapporti con Invalsi
Sintesi delle osservazioni, dei punti di criticità più evidenti e di alcune pratiche
significative emerse nei seminari.
CULTURA DELLA VALUTAZIONE NELL’ISTITUTO E CONOSCENZA DELL’INVALSI
DA PARTE DELLA SCUOLA

Osservazioni
Sarebbe utile il confronto con altre scuole per uscire dall’autoreferenzialità.
La cultura valutativa della scuola è connessa alle pratiche ed alle forme di
comunicazione interna ed esterna dei dati e alle possibilità.
Bisognerebbe utilizzare le informazioni relative al valore aggiunto
Serve analisi del contesto territoriale e socio-economico per meglio leggere i dati per
misurare nel tempo il valore aggiunto.
Rapporto tra valutazione interna e valutazione esterna. Ad esempio, può essere utile
analizzare il rapporto tra voti e risultati Invalsi.
I docenti si sentono “valutati” e c’è la preoccupazione che gli esiti Invalsi possano
ripercuotersi sullo stipendio. E’ perciò necessario chiarire a tutti le connessioni tra esiti
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Invalsi e valutazione della scuola e dei docenti, la connessione tra valore aggiunto e
“responsabilità”
Sarebbero da approfondire, in modo prioritario, alcuni aspetti:
come rilevare le competenze: prove Invalsi, prove comuni di istituto, prove autentiche
utilizzo dei quadri di riferimento per la certificazione delle competenze
come certificare le competenze
Bisogna puntare ad un disegno complessivo: INVALSI osserva vari livelli ma con che
valenza? La certificazione alla fine del biennio dell’obbligo superiore dovrebbe essere
unica e unitaria rispetto a tutto il percorso
Il MIUR dovrebbe rendere obbligatoria la formazione sulla valutazione.
Occorre un modello di formazione sull’argomento: in tal modo i docenti sarebbero
maggiormente coinvolti.
Nella scuola primaria c’è abitudine a lavorare insieme, c’è sinergia di progettazione.
Le superiori iniziano solo ora il percorso. Occorre formazione anche dei DS e una
stabilizzazione del modus operandi.
Il DS deve prendere in carico l’analisi e la discussione sugli esiti e i processi da attivare,
si tratta di un compito che egli non può delegare, anche per evitare che nella scuola si
vengano a creare conflittualità, rivalità e competizioni non produttive.
Sarebbe utile per un Dirigente Scolastico avere degli indicatori che gli permettano di
rilevare la cultura della valutazione presente nella sua scuola.
Necessità di fondare nel singolo contesto i modelli interpretativi.
Il DS non deve imporre ma motivare.
Meglio partire dall’interesse e dal bisogno di chiarezza emerse dai docenti.
Anche il coinvolgimento degli alunni è un aspetto fondamentale, in particolar modo nella
secondaria superiore nel processo autovalutativo. Sarebbe utile anche far loro
comprendere la tipologia di prova e motivarli a confrontarvisi
La prova esterna aiuta nel processo di decentramento e nei processi di miglioramento
del curricolo non solo disciplinare ma anche di indirizzo. Le prove possono essere
utilizzate per individuare come orientare la scuola al miglioramento del processo di
valutazione e anche degli siti di apprendimento
Valore aggiunto: punteggi non decodificabili immediatamente alla luce delle variabili.
In III media il voto basso ottenuto nella prova Invalsi ha un effetto da calmiere rispetto
alle altre valutazioni. trainando in tal senso anche sulle altre prove

Criticità
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Mancanza di impegno degli studenti, visto che gli studenti sanno che non saranno
valutati.
La formazione dei docenti, in particolare la conoscenza degli obiettivi, dei vincoli e delle
modalità di lavoro dell’Invalsi, come strumento per superare le resistenze.
Considerare e approfondire con riferimenti comuni la differenza tra prove comuni di
istituto e prove Invalsi
Condivisione interna è spesso obbligata, indotta.
In alcuni casi: lo staff di scuola è coinvolto e attivo, ma il collegio docenti fa resistenza.
Serve una risorsa umana con competenze statistiche di base.
Scarsa stabilità delle figure di middle management.
Il Contratto docenti non facilita.
Problematiche di tipo sindacale per il lavoro aggiuntivo (in particolare nella secondaria
superiore)
Sono riscontrabili difficoltà certificative su altri linguaggi e cittadinanza
La restituzione INVASLI alle scuole arriva troppo tardi e in tempi non utili a mettere a
punto piani migliorativi.
Ci deve essere o no l’addestramento? Su questo è necessario un chiarimento, anche
per sapere se è utile o no utilizzare i tanti libretti di addestramento alle prove Invalsi che
in questo periodo sono stati prodotti per il mercato.
Rischio di stanchezza o turn over sia dei docenti sia dei preposti sia dei DS –

Pratiche significative
Integrazione delle Prove INVALSI nel percorso di autovalutazione della scuola, uscendo
dall’autoreferenzialità.
Allargare l’orizzonte consente di ragionare in una logica sistemica che fa superare la
naturale difficoltà a mettersi in discussione.
Sono state studiate le linee di sviluppo delle valutazione europee (OCSE-PISA; IEATIMSS; ecc) per riflettere sui quadri di riferimento e su quali sono gli ambiti di
misurazione considerati dalle prove.
Analisi dei framework per il curricolo e per la costruzione di prove interne comuni, come
fattore privilegiato della formazione dei docenti.
I fascicoli delle prove vengono messi a disposizione degli insegnanti utilizzati per la
riflessione sulla progettazione;
con gli studenti la correzione consente di riflettere sugli “errori” e sui processi cognitivi
attivati (meta cognizione).
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Si fanno riflessioni su come vengono strutturate le prove, cercando di individuare le
abilità richieste da ogni item. Le prove vengono viste come occasione per ragionare su
di esse e fare formazione.
Nei dipartimenti disciplinari si lavora per costruire prove anche per altre materie.
Si cerca di modificare i percorsi verso una didattica per competenze, modificando la
visione dei docenti.
Prove comuni per classi collocate in anni di snodo con analisi degli esiti in collegio
docenti
Utilizzo delle prove Invalsi come prove comuni di istituto per la valutazione degli alunni
e in alcuni casi per la certificazione delle competenze
Utilizzo dell’impostazione delle prove Invalsi per riconfigurare le prove comuni di istituto
Lavoro per classi parallele, commissioni che seguono la continuità, la valutazione ecc.
Revisione del curricolo sulla base di analisi delle prove Invalsi e interpretazione
condivisa degli esiti
In alcuni casi l’Invalsi è risultata una importante opportunità per mettere in discussione
molte cose della scuola:
uscire dalla logica che gli esiti riguardino solo i docenti di italiano e matematica e
dunque come ogni docente contribuisce ai quadri di riferimento
revisione delle modalità di valutazione e della didattica disciplinare più mirate alle
competenze
riflessione sulle risposte date dagli alunni che in alcuni casi vanno bene nelle prove di
scuola e non altrettanto in quelle dell’Invalsi e dunque analisi degli item
Buoni risultati dal coinvolgimento degli studenti e delle famiglie. Il coinvolgimento dei
genitori produce un maggior coinvolgimento dei docenti e prepara il terreno per la
restituzione Il DS comunica all’inizio dell’anno a tutti gli studenti e ai genitori le
motivazioni, le procedure e le date della somministrazione. Tale scelta coinvolge
maggiormente anche i docenti.
INVALSI come compito ordinario – tutti i docenti siano coinvolti – prove ormai accettate
e confrontate con i risultati di media di classe.
Si registrano anche questionari per famiglie sul lavoro delle classi.
L’Invalsi affina la cultura della valutazione: cosa valutare, come valutare, come
analizzare gli esiti
Mettere a budget un pacchetto di ore ma a compensazione su permessi o
programmazione – da’ un messaggio di serietà e di importanza del sistema. Servono
format e leggibilità delle operazioni
Incrocio prove INVALSI e prove per competenza per asse (doppia correzione) per
analisi di contesto e utilizzo interno dei dati – esiti presentati in Cd dal Ds e in CDC a
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tutti gli stakeholders anche in orario serale (rendicontazione ‘soft’ per non creare un
clima di giudizio su classi/sezioni e ordinamenti)
Lettura complessa di vari dati, compresi quelli di media voti (pur nella consapevolezza
della diversità del dato su competenze e conoscenze…) per guidare le scelte dei
docenti.
LE FASI DELLA RILEVAZIONE

Osservazioni
Necessità di accordarsi tra i docenti di disciplina per “interpretare” le risposte aperte
Necessità di figure stabili di riferimento.
Importante è il lavoro nei Consigli di classe.
Bisogna chiarire e ribadire le norme
E’ fondamentale scegliere somministratori affidabili e che garantiscano correttezza e
dunque equità tra le classi
Va analizzata l’opportunità o meno di mettere in sequenza la somministrazione delle
classi 5° e delle classi 2° della primaria: considerare gli aspetti organizzativi e logistici
specifici delle scuole
Va calcolata e calibrata la tempistica di etichettatura e dunque di avvio delle prove nei
plessi.
Per gli alunni DVA e DSA: importante l’attenzione delle scuole nella preparazione delle
prove individualizzate e delle facilitazioni da disporre
Nella correzione, va data molta attenzione alla logistica e al rispetto delle chiavi date
per le risposte aperte

Criticità
Difficoltà organizzative derivanti dal fatto che le prove durano 75’, mentre l’unità oraria
all’interno della scuola è di 55’/60’.
Manca restituzione immediata e format elettronico
Problema prevenzione copiature. Secondo alcuni le copiature aumentano se durante la
somministrazione la sorveglianza viene fatta da docenti di altre materie.
Nella somministrazione, ci sono problemi che riguardano questioni sindacali
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Le reggenze hanno creato problemi: impossibilità da parte del D.S. di guidare
l’operazione. Necessità di figure intermedie.
Problema: la motivazione dei ragazzi
Alta percentuale di risposte aperte non completate.

Pratiche significative
Utilizzo di spazi diversi dall’aula (es. mensa) per uniformare le modalità di
somministrazione e ridurre i problemi relativi all’utilizzo dei docenti in sorveglianza.
Il DS dà indicazioni precise sugli aspetti organizzativi della somministrazione,
delegando gli aspetti operativi a docenti referenti.
Il DS passa nelle classi per motivare gli studenti – organizzazione fasce orarie e
assistenza – criteri comuni di correzione –
Utilizzo di alcuni strumenti di comunicazione:
- lettera da dare ai genitori per informarli e motivarli a fornire i dati per il questionario
- circolare ai docenti per l’organizzazione della somministrazione
- ricordare di esporre l’informativa Invalsi per la privacy
Correzione da parte di tutti i docenti, per evitare carichi di lavoro diversi e per far
partecipare tutti i docenti alla fase di rilevazione.
Correzione fatta dai docenti della materia per facilitare l’interpretazione delle risposte
aperte.
Correzione (non solo trascrizione) dei risultati, come primo momento di formazione
“implicita”
Classi abbinate e correzione in coppia, con scambio di insegnanti della stessa materia,
partendo dalle domande aperte.
ANALISI E PRESENTAZIONE INTERNA - ESTERNA DEI RISULTATI

Osservazioni
Alcune scuole hanno richiesto l’intervento di esperti per facilitare l’analisi dei risultati,
evidenziando i punti di forza e di debolezza.
Il DS ha bisogno di figure intermedie competenti
Una possibile pista di lavoro è confrontare gli esiti con la certificazione delle
competenze.
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Sono diffuse le pratiche di pubblicazione degli esiti sul sito della scuola. Molti ritengono
che questa pratica, da sola, non sia sufficiente.
Come raccogliere i dati interni - Richiamo al contributo Treelle/F. Agnelli sul report di
qualità della scuola media in Italia e inadeguatezza tenuta dei setting didattici da parte
dei docenti rispetto alle necessità dell’utenza.
Bisognerebbe incrementare la continuità con altri progetti: esempio Qualità e Merito.
Le reazioni, dopo la restituzione dei dati da parte dell’INVALSI, sono state tra le più
svariate, a seconda della qualità dei risultati. Gli animi si sono tranquillizzati o sono
aumentate le lamentele, mettendo in discussione la validità dei dati, in particolare quelli
di contesto.
Sarebbe perciò utile conoscere meglio la questione del Valore Aggiunto e del suo
“calcolo” da parte delle scuole
Sarebbe opportuno un confronto con i risultati del primo ciclo con quelli del primo anno
delle scuole superiori.
Per prevenire le solite lamentele circa la presenza di alunni stranieri, disabili, ecc.,
prima di presentare i dati occorrerebbe fare una premessa sul contesto in cui calare gli
esiti e soprattutto presentare i dati scorporati che l’INVALSI fornisce.
Le scuole scelgono modalità diverse. Ad esempio, qui di seguito alcune varianti di
restituzione: 1) la referente scarica i dati; lo staff li analizza, presentazione in collegio
con rilevazione punti critici e indicazione di obiettivi; 2) non lo staff guarda i dati per
primo ma il DS che decide come gestire il processo di analisi con lo staff?, con i singoli
docenti? Con gruppi docenti di disciplina? di classe ? Con quale trasparenza –
riservatezza interne ed esterne (dipende dalla specifica situazione); 3) dal Collegio ai
docenti; 4) dai docenti al Collegio.
In una scuola le prove INVALSI sono state utilizzate per valutazione finale, dopo
prebentiva comunicazione agli studenti.
In altre scuole si è escluso che i risultati delle prove INVALSI andassero a incidere sulla
valutazione a di questo è stata data comunicazione agli studenti.
I docenti di matematica e italiano si sentono generalmente sotto esame; gli altri si
sentono non interessati alla valutazione perché le prove non riguardano le loro
discipline.
Per un confronto dei risultati a livello di reti di scuole sarebbe necessaria la presenza di
un esterno che gestisca il confronto.
Bisogna concordare in rete se mettere o meno i risultati sul Sito. La lettura dei risultati
da parte degli esterni è diversa da quella interna. Bisognerebbe però pubblicare sia il
dato grezzo sia il Valore Aggiunto.
La decisione sulla pubblicazione dovrebbe essere presa da tutte le scuole dello stesso
territorio
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In una zona il giornale locale ha chiesto di avere i dati Invalsi da pubblicare: alcune
scuole li hanno dati altre si sono rifiutate; si dovranno definire le modalità di
comunicazione e prevedere le forme di strumentalizzazione.
Resta da considerare la rilevanza della motivazione degli alunni all’apprendimento:
snobbano, prendono con poco impegno
La comunicazione esterna comporta che nella società civile ci siano sensibilità e
motivazione
La differenza tra le classi va analizzata all’interno ma non comunicata all’esterno perché
sarebbe usata come sterile classifica

Criticità
Difficile coinvolgere i docenti delle discipline non direttamente testate.
Quale possibile utilizzo del questionario per la scuola?
C’è volontà di confrontarsi con le scuole del contesto, ma mancano gli strumenti per il
calcolo del Valore Aggiunto. Si può fare un confronto solo sui dati grezzi. Le scuole
dovrebbero essere messe in grado di calcolare il Valore Aggiunto, o almeno di avere
indicazioni in merito
Rischio di lettura esterna come ranking fra scuole.
Anche in caso di esiti bassi, pubblicare diverrebbe un boomerang per l’accesso
dell’utenza.
Quali segmenti collocare in un documento organico per la accountability.

Pratiche significative
La delega può riguardare gli aspetti organizzativi e tecnici, ma l’analisi, l’interpretazione
e il coinvolgimento sono compito del D.S.
Presenza del dirigente nei gruppi di lavoro che si occupano dell’interpretazione e
dell’analisi.
Restituzione ai docenti in collegio con confronti tra classi e tra discipline. Nella primaria
anche all’Interclasse.
Gli esiti vengono restituiti classe per classe
Analisi dei risultati in senso diacronico per riflettere all’interno degli Istituti Comprensivi
sul percorso scolastico. Ciò è possibile da quest’anno perché è possibile considerare il
passaggio degli stessi alunni dalla 2^ primaria alla 5^ e poi dalla 1^ secondaria 1° grado
alla terza.
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Analisi dei risultati degli ultimi anni per individuare le costanti.
Avvio di azioni di miglioramento, ad esempio nella didattica della matematica.
Si potrebbe utilizzare per le prove INVALSI lo schema del Progetto PQM, che prevede
un Piano di miglioramento. Sarebbe auspicabile la presenza di un esterno come
coordinatore del Piano di miglioramento.
Si possono utilizzare i risultati delle prove per: la formazione delle classi; le scelte
curricolari
Occasione per rivedere la didattica e sottolineare la necessità di considerare le
conoscenze in modo diverso rispetto ai contenuti del programma (es. analisi logica fatta
negli anni precedenti): didattica laboratoriali, didattica per competenze
Occasione per organizzare la formazione dei docenti e rivedere il curricolo della scuola
e delle classi
Sono prove utili per stimolare la riflessione dei docenti sulla valutazione e fare proposte
di miglioramento, a partire dalle scelte didattiche dei dipartimenti disciplinari.
Confronto tra valutazioni interne e valutazioni esterne per individuarne l’andamento non
sul singolo alunno, ma sulla coerenza tra le valutazioni e sulla tenuta dei criteri stabiliti
dai docenti per la valutazione interna.
La presentazione in Collegio ha attivato una discussione con innesco di meccanismi
positivi.
Sono emerse riflessioni interessanti sugli indirizzi: alcuni indirizzi sottovalutati si sono
rivelati più avanti di altri.
In una scuola sec. II grado si è notata rispondenza tra esiti delle prove INVALSI e
percezione della qualità delle classi da parte dei C.d.C.
Utilizzo delle prove INVALSI ai fini della certificazione di qualità
In un caso in cui i dati non erano soddisfacenti con qualche classe che emergeva, il DS
ha impostato la discussione in Collegio richiedendo di individuare che cosa si potesse
migliorare e di dichiarare all’esterno il processo che veniva avviato.
In un caso di dati non positivi il DS si è preso carico di approfondimento dei dati
discutendoli individualmente con i docenti interessati; i dati negativi non sono stati
enfatizzati ma utilizzati per migliorare il lavoro dei dipartimenti disciplinari: cosa nella
programmazione non è funzionale? Sono stati individuati degli ambiti su cui ridefinire gli
interventi formativi e dunque:modifica del curricolo, modifica dei criteri di valutazione,
coinvolgimento di tutti i docenti
L’utilizzo delle prove Invalsi come valutazione degli alunni è funzionale perché motiva
gli alunni ad impegnarsi nella somministrazione; questo a seguito della constatazione
che gli alunni avevano preso prove con leggerezza dato che non implicano nulla per
loro
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Analisi interna per definizione items sui quali lavorare – interessante per leggere i livelli
interni in parallelo ma rassicurando: non valutiamo i docenti, ma diamo strumenti di
lavoro (non test teaching, ma linee di tendenza).
Valorizzare le evoluzioni diacronicheProgrammazione in verticale alla luce delle evidenze emerse.
Tutti gli istituti leggono i dati sia a livello di scuola sia a livello di classe entro gli ambiti
specifici (CD o CD e CI) sia a livello di CDC –
Riunioni specifiche fra somministratori e docenti o coordinatori DSA e H.
Utile per il CAF perché agevola l’indivuazione di obiettivi strategici.
Il C.d.I. dà le indicazioni generali, definisce gli indicatori di Qualità. Tra gli indicatori ci
sono anche i risultati delle prove INVALSI.
Rendicontazione al C.d.I.
Restituzione dei risultati alle Interclassi/Consigli di Classe alla presenza dei
rappresentanti dei genitori.
Restituzione all’Assemblea dei genitori/rappresentanti di classe
Valutazione dei progetti di ampliamento del POF in relazione agli esiti in termini di
apprendimenti, con un riferimento quindi anche ai risultati Invalsi.
Alcune scuole e reti di scuola pubblicano i risultati della Prova Nazionale e gli esiti del
primo anno delle superiori
Spiegazione ai genitori di trend biennali e delle motivazioni – spazio specifico di
comunicazione in fase di presentazione alle classi prime- BS forma blended fra c.
consuntivo e rendicontazione Sociale.
RAPPORTI CON INVALSI

Osservazioni e criticità
Sarebbe utile avere più tempo per prepararsi alla rilevazione
La restituzione dovrebbe essere più puntuale e rapida
Definizione del risultato alla luce del contesto (modalità di calcolo valore aggiunto)
Leggibilità dei percorsi individuali
Rilevazione risultati in formato elettronico
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Formazione/ informazione ai docenti sui modelli sottesi alle prove INVALSI.
Perplessità sulla correzione degli item aperti: va assicurata garanzia di uniformità e
coerenza; va accolta e condivisa con Invalsi la sfida di rendere più articolate le richieste
di competenza e gli input delle prove
Perplessità per la somministrazione agli alunni immigrati e alunni DSA particolarmente
lenti: adottare al meglio tutte le facilitazioni per DSA e considerare che il report distingue
gli esiti degli alunni stranieri; va accolta e condivisa con Invalsi la sfida di poter utilizzare
riferimenti comuni per rilevare gli apprendimenti di tutti gli alunni delle scuole italiane
considerando che non sono “valutazione” degli alunni o delle scuole ma rilevazione
della situazione presente nella scuola
Approfondimento con Invalsi della problematica della rilevazione e della certificazione
delle competenze e come possono essere utilizzate per questo non solo i quadri di
riferimento ma anche le stesse prove Invalsi
Devono essere coinvolte altre aree significative per la scuola superiore, più settoriali e
specifiche degli indirizzi, e dunque più significative per la valutazione della scuola.
Proposta: somministrare italiano e matematica in due giorni diversi.
Sganciare la definizione delle prove dalla dicitura italiano e matematica e fare
riferimento alla trasversalità. In tal modo sarebbero responsabilizzati tutti i docenti, non
solo quelli di italiano e matematica.
Basterebbe parlare di competenze di base e competenze di cittadinanza.
Bisognerebbe tenere in considerazione la caratterizzazione delle scuole e operare un
confronto tra indirizzi all’interno delle secondarie di 2° grado.
Gli osservatori hanno una scheda studente molto utile, bisognerebbe darla alle scuole,
è utile che si possa usare la maschera per caricare i dati di contesto.
In alcune scuole è capitato che le etichette non si staccavano e questo ha complicato e
ritardato molto i tempi di preparazione della somministrazione.
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