LINEE GUIDA PER L'OMEOPATA Hahnemann in tutti i suoi scritti insiste su due punti essenziali: Conoscere la natura delle malattie e Conoscere l'azione dei farmaci. Poiché la natura delle malattie coincide con il miasma o malattia cronica dominante, è necessario che il medico sia preparato alla visione globale del malato; successivamente è importante che egli conosca gli effetti dei farmaci alle dosi prescritte. Per maggiore chiarezza voglio riportare di seguito alcune punti su cui deve assolutamente basarsi il terapeuta: I. Scegliere in modo opportuno la potenza di un rimedio aiuta la risoluzione di un caso clinico, perché la potenza di un medicamento corrisponde alla sua capacità di produrre un disturbo centrale. II. Maggiore è la dinamizzazione, più intenso è il disturbo centrale che la sostanza può produrre. III. Bisogna scegliere una dinamizzazione o potenza lievemente superiore al disturbo centrale, rappresentato dai sintomi mentali e generali. Se la potenza usata è di molto inferiore avrà scarso effetto e bisognerà ripetere più volte la dose, se invece sarà troppo al di sopra del livello dei sintomi centrali, il malato dovrà sopportare la comparsa di sintomi a volte pericolosi se il suo stato generale è molto compromesso. IV. Quando la patologia d’organo è grave e la sintomatologia mentale è molto chiara e netta si può benissimo prescrivere un’alta dinamizzazione. V. Se il disturbo centrale è forte il paziente può tollerare alte potenze anche in presenza di gravi malattie. VI. Se il rimedio scelto non è chiaramente indicato, quando il quadro non è chiaro o quando la prescrizione si basa su un sintomo vago, quale ansia e irritabilità generali, conviene somministrare basse potenze finché il quadro non sarà più chiaro.Per questa ragione i Sali di Schuessler sono alla decimale, come anche molti complessi, infatti generalmente questi sono prescritti per sintomi generici e vaghi, e non per curare alla radice i sintomi mentali. VII. Se insorge una malattia per primo si manifesta il sintomo centrale. Nella maggior parte dei bambini si osservano sintomi centrali intensi e pochissima patologia locale. VIII. La somministrazione del rimedio giusto ed alla giusta potenza provoca un cambiamento delle condizioni dell’organismo, aumentandone la vitalità, mettendolo in grado di sopportare un disturbo centrale con più sollecitudine. IX. Si assiste alla scomparsa di un sintomo periferico agendo con un rimedio simile al sintomo centrale, come se il primo vivesse in dipendenza del secondo (una forma di parassitosi opportuna). E’ possibile somministrare un farmaco omeopatico basandosi su sintomi locali e con quale rischi? X. Se ci serviamo di un rimedio adatto al sintomo locale, questi non produce effetti benefici sul sintomo centrale ed a livello locale la somministrazione deve essere ripetuta ed aumentata in potenza. XI. L’effetto sarà quello di assistere allo spostamento della malattia verso organi più profondi. L’organismo cerca di contenere la malattia in organi poco importanti, finché è permesso, altrimenti è costretto a dirottare il male in zone più importanti e profonde. XII. Un paziente Phosphorus che presenta un dolore articolare con versamento sieroso, impotenza funzionale e miglioramento tenendo l’arto immobile, e lo si tratta con Bryonia, inizialmente avrà un buon effetto, ma poi il sintomo ricompare e saremmo costretti ad aumentare la potenza e così di seguito, finché insistendo otterremo la remissione del sintomo. Aspettando ancora si vedrà che la sintomatologia centrale è invariata, dopo aver subito un peggioramento durante la remissione del sintomo locale, e che quest’ultimo si sposterà provocando una pleurite o una malattia cardiaca, quando l’energia vitale del malato è fortemente debilitata. XIII. Il rimedio grezzo produce un disturbo periferico, mentre il rimedio dinamizzato produce un disturbo centrale. XIV. L’azione del rimedio grezzo è sempre specifica all’oggetto, quella del rimedio dinamizzato è specifica al soggetto. Considerando che vi possono essere errori nella prescrizione di un farmaco omeopatico, ho voluto di seguito elencare i casi più importanti: 1. NON Prescrivere il rimedio che agisca in modo allopatico, cioè somministrando un rimedio per ogni patologia. Ricordarsi che non esiste la malattia ma il malato. 2. NON Prescrivere alcun rimedio se non si ha la comprensione del quadro del paziente. Attendere somministrando placebo o fitoterapico. 3. NON Prescrivere alte potenze in organismi che presentano patologie croniche serie con compromissione generale importante. Si otterrebbe un ulteriore aggravamento, dannoso e pericoloso. Si consigliano in questi casi le LM. 4. NON Prescrivere repertorizzando tutti i sintomi che troviamo, si otterrebbe una grande confusione che non porterebbe al farmaco appropriato. Repertorizzare solamente i sintomi che sono peculiari, unici, fortemente individuali. Repertorizzare Ansia, Paura, Autoritario, può non essere utile alla risoluzione del caso. Usare molto la diagnosi differenziale. 5. NON Prescrivere un altro farmaco se prima non si è esaurito l'azione del primo. Solamente se il farmaco è errato ed ha provocato uno stato di sofferenza al paziente, dobbiamo intervenire per annullarne l'azione. 6. NON Prescrivere potenze sempre uguali per lungo tempo, perché ciò comporterebbe lo sviluppo di altri sintomi del rimedio (azione primaria) che non coprono la sintomatologia del paziente, arrecando disturbo al paziente e confusione del caso che vogliamo trattare. 7. NON Prescrivere farmaci di cui non se ne conosca l'azione e la sintomatologia, soprattutto in pazienti con un livello basso di energia vitale. Si consiglia di avere sempre la conoscenza del malato e del farmaco che si somministra. 8. NON Somministrare farmaci allopatici insieme a farmaci omeopatici, se non per un serio pericolo di vita Quali possono esser invece gli ostacoli alla guarigione, quando il rimedio somministrato è appropriato? 1. Si ritiene ostacolo alla guarigione un comportamento non corretto del paziente nei confronti della sua salute: assunzione di stupefacenti, alcool, fumo di sigarette, alimentazione scorretta, vita sedentaria, attività sessuale eccessiva, eccesso di lavoro. Bisogna sempre consigliare il paziente per una adeguata igiene alimentare e mentale, passeggiate all'aperto, riposo settimanale, vita serena, positivizzando il pensiero con musicoterapica e arte. 2. Ostacolo alla guarigione è l'assunzione cronica di farmaci che alterano lo stato di vigilanza del soggetto, alterando la coscienza. Orientarsi verso una terapia che a poco a poco possa sostituire le sostanze dannose; dove non è possibile fare terapia di sostegno o sintomatica. 3. Il cambiamento dei sintomi, dopo ogni somministrazione omeopatica, senza risoluzione del quadro generale del soggetto, rappresenta un ostacolo alla guarigione. Assecondare la sintomatologia, alleviando le sofferenze del soggetto. La somministrazione di un farmaco appropriato e la mancanza di ostacoli alla guarigione, possono assicurare la guarigione totale del malato? La cura di una malattia non garantisce automaticamente la sua guarigione. Ho sostenuto prima che tutte quelle che sono classificate come malattie in realtà rappresentano una manifestazione sintomatologica di una malattia, ben più profonda, che si identifica direttamente con il malato; questo vuol dire che tutte le malattie che si hanno nel corso della vita potrebbero essere la risultante di una sola malattia che si esprime in diversi modi, a seconda del grado evolutivo e della forza vitale. A comprendere quale malattia esprima il malato e quale dobbiamo curare ci aiuta la teoria miasmatica, e per questo è opportuno conoscerla bene. Ma prima vorrei aiutarvi a comprendere che, non tutte le volte che l’uomo impegna la forza vitale verso la guarigione, egli ne ottiene il risultato desiderato; questo succede tutte le volte che vi sono delle malattie fortemente debilitanti che esauriscono la forza vitale, ed in ogni caso di sregolatezza di vita dove viene a mancare il nutrimento vero. Se da un lato una lunga malattia esaurisce la forza vitale, vera sorgente di guarigione per l’uomo, dall’altro una vita senza regole impedisce a questa di nutrirsi, con conseguente decadimento dello stato generale del soggetto. Vediamo in sintesi quali sono i casi in cui troviamo difficile curare definitivamente un malato. Abbiamo quattro possibilità: ENERGIA VITALE FORTE E COSTITUZIONE ARMONICA Reazione armonica ed ordinata, con capacità di guarigione e sintomi che appartengono ad un solo farmaco Aggravamento rapido e veloce con prognosi buona ENERGIA VITALE FORTE MA COSTITUZIONE DISARMONICA Reazione alla malattia forte ma disordinata Alterazioni lesionali, alterazioni strutturali, grave eredità miasmatica Molti sintomi che appartengono a più farmaci Molto malati ma con grande capacità ed ottimismo, che si muovono in modo positivo Difficoltà a trovare il farmaco simile al malato, vi molti sintomi che appartengono contemporaneamente a molti rimedi Aggravamento lungo, reattività lenta, può cambiare sintomatologia e cambia farmaco Malato ipersensibile, sviluppa molti sintomi alla prima somministrazione Malato che darà molto da fare. ENERGIA VITALE DEBOLE E COSTITUZIONE ARMONICA Molto malato con pochissimi sintomi che appartengono ad un solo farmaco Se il farmaco è vicino (similare) ma non è simile, questi aumenterà di poco l'energia vitale ma la condizione a reagire darà altri sintomi che porterà ad altro farmaco, che fa emergere i sintomi sviluppati artificialmente dalla sua azione. Prognosi buona se non c'è forte alterazione dell'energia vitale ENERGIA VITALE DEBOLE E COSTITUZIONE DISARMONICA Capacità debole e non in ordine Pochi sintomi disarmonici e nessuna reazione Malati incurabili. Si deve cercare il sintomo peculiare. Solo un medico abile con molta fortuna può prendere un sintomo solo che porta ad un rimedio che sviluppa energia vitale, che porta ad altri sintomi di altri medicamenti, che a poco a poco potrà portarlo fuori dalla malattia.