23
ottobre2002
LAPSICOLOGAÈINLINEA
ATAVOLACOLNUTRIZIONISTA
WELLNESS
Quando la volontà non basta
Sicurezza alimentare e diritti
del consumatore
Mal di testa, mal di stomaco, ansia? Si può
rimediare
Il concetto di alimento sicuro è percepito dai consumatori come
tutela della salute. Infatti l’alimento alterato, contaminato, prodotto o conservato secondo tecniche igienicamente scorrette subisce alterazioni di tipo microbiologico, chimico e fisico che ne
alterano le caratteristiche organolettiche, fino a farlo diventare
pericoloso per la nostra salute.
Anche i residui di fitofarmaci (diserbanti, insetticidi, fungicidi) utilizzati in agricoltura possono rappresentare un pericolo per assunzione diretta di alimenti ortofrutticoli contaminati e indiretta, con
il consumo di carni e latti di animali alimentati con foraggi contenenti residui di pesticidi. L’attenzione che la pubblica opinione riserva a questi temi è elevatissima, come dimostrato dal crescente
aumento dei consumi di prodotti provenienti da agricoltura biologica ed integrata.
Grande responsabilità hanno quindi gli agricoltori e gli allevatori
nel produrre materie prime ed alimenti di qualità, così come
l’industria alimentare, cui è affidato il compito di far giungere sulla nostra tavola alimenti freschi e trasformati e che deve garantire
sicurezza, qualità e controllo in ogni fase di preparazione. Anche
la distribuzione, dal grossista al dettagliante, svolge un ruolo essenziale nell’ambito della sicurezza, osservando il rispetto delle
Il mal di testa, il mal di stomaco e
intestino, l’ansia colpiscono oggi
molte persone nella nostra società
ed hanno spesso cause dovute alla
qualità della vita che abbiamo. Può
risultare retorica ma è così; questi
tre disturbi sono pure molto spesso
correlati tra loro e possono trovare
A chi non è capitato di voler affrontare una situazione in un determinato modo e invece non ne ha fatto
nulla? Non sempre voler adottare
un preciso comportamento significa
poterlo attuare. Ci sono spinte che
vengono chissà da dove, che rallentano l’azione, confondono il pensiero e infine creano difficoltà tali che
diventa impossibile agire come si
voleva. Si rimane frustrati, delusi,
sconfitti.
Eppure si voleva dire, spiegare, difenderci; che cosa c’è stato che ha
fatto sì che si rimanesse senza parole, senza difesa? Che cosa ci ha
bloccati? Che cosa blocca tantissime persone non una sola volta ma
più e più volte e in certi casi permanentemente?
Voler fare e non poter fare: due polarità ben distinte che ci portano alla
conclusione che in mezzo ci deve
pur essere qualcosa, un elemento
che disturba o addirittura che annulla l’iniziale spinta della volontà.
Se il caso è sporadico niente di grave: si registra tutt’al più una leggera
frustrazione. Se invece il conflitto è
permanente e la mancata attuazione diventa costante ne consegue
una profonda autosvalutazione che
incrinerà in maniera negativa la stima del Sé. Il soggetto finirà per giudicarsi incapace, debole, meschino
e così facendo influenzerà il giudizio
degli altri. È difficile che una persona “debole” incontri solidarietà. Chi
si lascia insultare, spingere verso direzioni a lui non congeniali, chi non
riesce ad imporsi, chi non riesce a
fare quello che vuole fare e poi dice
che voleva dire, voleva fare, voleva
andare ma non ha fatto nulla, non
incontra le simpatie di nessuno.
Debolezza di carattere?
L’indagine psicologica avrà come
obiettivo l’individuazione del terzo
elemento: quella spinta o quell’insieme di spinte che formano l’ostacolo all’attuarsi della volontà. Paura,
timidezza, soggezione, traumi e
quant’altro: tutti elementi da valutare in relazione alla personalità del
soggetto e alla sua storia. La complessità psichica dell’uomo sta in
questo, non è soggetto a spinte di
natura univoca. Contemporaneamente ad una volontà cosciente
possono agire forti, più forti della
stessa volontà, forze psichiche in-
la loro causa oltre che nello stress,
nei problemi posturali, odontoiatrici, alimentari.
Questo perché le terminazioni nervose che ricevano per esempio
informazioni dalla zona gastrica sovrappongono i loro stimoli a quelli
provenienti dal diaframma e dalla
zona sub-occipitale e si sommano a
tutti gli stimoli muscolari della zona
cervicale, questo avviene tramite i
collegamenti che esistono tra le
strutture nervose fasciali e muscolari: un’irritazione in una qualsiasi di
queste zone può quindi ripercuotersi su ognuna delle altre.
Squilibri mandibolari, un cattivo allineamento dei denti o l’abitudine di
stringere i denti stessi (pruxismo)
possono provocare alterazioni della
masticazione con conseguenti tensioni ai muscoli masticatori dell’area
nucale ed infiammazioni trigeminali, causa di mal di testa definiti di
malaocclusione dentale.
Molto spesso però dopo controlli
dell’articolazione temporo mandibolare e dell’assetto dentale non risultano particolari anomalie che ci
inducano a pensare che siano queste le cause di un effettivo “bruxismo”.
In questi casi le tensioni e lo stress
sono molto probabilmente le ragioni più plausibili. Talvolta il mal di testa può avere un’origine digestiva,
derivante dalla fermentazione degli
alimenti che generano un’azione
tossica sull’organismo provocando
sensazione di pesantezza.
Dolori alla colonna vertebrale,
dolori articolari, come intervenire
Le articolazioni e in particolare la colonna vertebrale possono essere colpite da disturbi direttamente,
(esempio nei traumi sportivi o in
ogni altro genere di traumatologia
come incidenti stradali o sul lavoro)
ma come forse il più delle volte succede attraverso una lunga catena
causale di micro traumatismi ripetuti nel tempo.
La costruzione di questi disturbi parte molto spesso dalla parte
emotiva-energetica interiore. Questa blocca il respiro e la normale
funzionalità respiratoria agendo sul
diaframma (come ho spiegato
nell’articolo di luglio 2002) mandandolo in blocco.
I sentimenti e le emozioni possono
bloccare un altro centro energetico
vitale e nevralgico, il cuore. In medicina indiana questo si chiama Chackra del cuore.
Queste cisti energetiche creano a
catena dei blocchi energetici anche
sugli organi vitali (come il fegato, i
reni, lo stomaco, e l’intestino) e di
conseguenza provocano un’alterazione della postura, tensioni sulle
articolazioni della colonna vertebrale, dei muscoli delle spalle, cervicali
e mandibolari (vedi bruxismo, soprattutto notturno)
Cosa si può fare e come intervenire
Riequilibrare sul piano energetico
può spesso migliorare o risolvere
queste problematiche.
Non si interviene direttamente sui
disturbi ma ridando energia al sistema, all’”organismo” nella sua globalità, attraverso tecniche naturali.
Il massaggio-cranio-sacrale, il
lavoro energetico sui punti Chackra, il Pranayama (l’arte della respirazione nello yoga), il training
autogeno sono mezzi che possono
aiutarci, ma soprattutto insegnarci
come capire i segnali del nostro corpo, tutto quello che di buono ci può
dare che è spesso nascosto dentro
di noi. Imparare ad entrare in uno
stato di rilassamento profondo può
risolvere, a volte, più di ogni altra
cosa.
n
consce che determinano comportamenti assolutamente contrari a ciò
che noi definiamo come nostri desideri. Conoscere la natura del terzo
elemento significa possedere la
chiave di quella paralizzante debolezza. Significa poter lavorare
sull’apparente illogicità del comportamento e far diventare logico ciò
che sembrava inspiegabile. Significa
poter liberare il soggetto da meccanismi bloccanti. Significa aiutarlo a
capire e a superare quell’immenso
muro che la volontà non riusciva a
oltrepassare lasciandolo deluso,
svuotato, disperato. Quella debolezza che sembrava venire non si sa
da dove e subita come una fatalità,
avrà un nome, un perché,
un’origine, una spiegazione. E come
tutte le cose portate sul piano della
comprensione, rimarrà circoscritta
là dove è nata, attinente a un preciso periodo, a una precisa persona, a
un preciso rapporto. Oppure potrà
chiarire il perché il soggetto ha
adottato uno stile di relazione con
gli altri in cui prevale il subire più che
il comunicare.
Quando il soggetto prende coscienza che la sua non è vera debolezza
di carattere ma un comportamento
che può essere modificato alla luce
del nuovo significato acquisito, allora la sua volontà potrà fluire libera e
acquisire la forza promotrice
all’agire.
norme igieniche nel trasporto, refrigerazione, stoccaggio e conservazione, indispensabili per garantire il mantenimento della
qualità del prodotto nell’ambito della filiera alimentare.
Tutte queste problematiche, di grande rilevanza sanitaria e sociale, sono state oggetto di una serie di Direttive Europee recepite
dal Decreto Legislativo 155/97, sull’Autocontrollo Igienico dei prodotti alimentari, già operante nel nostro paese. Il Decreto obbliga
tutti gli operatori del settore alimentare a dotarsi di un sistema di
monitoraggio (basato sul sistema HACCP=Hazard Analysis and
Critical Control Points) che ponga sotto controllo l’integrità del
prodotto alimentare nel corso di tutta la filiera, dalla produzione,
esclusa quella primaria, al finale consumo. Le norme dell’Autocontrollo Igienico rappresentano, sicuramente, un ulteriore
passo in avanti nella tutela della salute pubblica.
I recenti episodi dei cosiddetti “polli alla diossina” e della “mucca
pazza” sono però a dimostrare che molta strada deve essere ancora compiuta per la tutela del consumatore.
Irrisolto è, ad esempio, il problema relativo alla piena tracciabilità
del percorso che l’alimento compie dalla produzione al consumo
finale e della relativa indicazione sull’etichetta, un aspetto questo
che rimane insoddisfatto sia dal Decreto sull’Autocontrollo Igienico che dal Decreto Legislativo 109/92 recante norme
sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Solo la correzione di
questo vuoto potrà dare pienezza di contenuti alla sicurezza alimentare del consumatore europeo.
dott. Daniele Leoni
Studio Kinesi (Salute e Wellness) del dott. Giovanni Quercioli
psicologa - psicoterapeuta
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dott.ssa Karla Saunig
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