01 COVER PROVA A copia 18-12-2006 10:02 Pagina 1 Newton è a Impatto Zero® O G G I Poste Italiane Sped. in A.P. - DL 353/2003 conv. in L. 46/2004 art. 1 c. 1 DCB Milano - Austria € 6,50 - Canada Cad. 12.00 - Francia € 6,00 - Germania € 6,50 - Grecia € 6,00 - Spagna € 6,00 - Svizzera Chf. 9,00 - Svizzera Canton Ticino Chf. 8,70 - USA N.Y.C. $ 9,50 - Others USD $ 10,00 - Periodicità mensile U N O S C I E N Z I AT O P E R A M I C O N.1-Gennaio 2007- € 3,90 POLONIO 210 COSA PROVOCA COME DIFENDERSI DOVE SI COMPRA EGITTO ECCO CHI SVELERÀ IL MISTERO DI CLEOPATRA E NEFERTITI ESCLUSIVO BIOMEDICINA LO SCIENZIATO CHE FA RICRESCERE GLI ARTI KATMANDU IL PARADISO DEL MISTICISMO È IL PIÙ INQUINATO DEL MONDO SE GLI ALIENI FOSSIMO NOI? NOI FACCIAMO RICRESCERE LE ALI AI POLLI Ricercatori americani sono riusciti a rigenerare gli arti di alcuni embrioni animali. Perfettamente funzionanti e completi di ossa, muscoli, pelle e vasi sanguigni. In natura accade normalmente a lucertole, salamandre e pesci zebra. In laboratorio, invece, è accaduto con un pollo, grazie alla scoperta di un gene incredibilmente «intelligente». Quali prospettive si aprono? di Daniela Valentini 68|n e w t o n Juan Carlos Izpisúa Belmonte, con il maglione scuro, e il suo gruppo nel laboratorio del Salk Institute di La Jolla, in California. Nell’altra pagina, esempi di esperimenti condotti su ali di pollo, pinne di pesce zebra e zampe di rana. n e w t o n | 69 e perde la coda, la lucertola ne genera una nuova di zecca e perfettamente funzionante. Lo stesso accade alle pinne del pesce zebra e alle zampe della salamandra. Altri vertebrati, come gli uccelli, i mammiferi e la specie umana, hanno perduto questa straordinaria capacità nel corso della loro storia evolutiva. Ma non è detta l’ultima parola: il programma genetico che controlla la ricostruzione degli arti è ancora scritto nel loro, e nel nostro, Dna e un gruppo di ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California, lo ha decodificato e riattivato. Come? Il genetista Juan Carlos Izpisúa Belmonte e i suoi colleghi hanno portato a termine uno straordinario esperimento: hanno rimosso l’ala di un embrione di pollo e, stimolando le cellule residue, ne hanno fatta crescere una nuova, completa di ossa, muscoli, pelle e vasi sanguigni. Una ricerca cominciata studiando i geni del moscerino della frutta che si comportano come una sorta di interruttore. Possiamo considerare questo risultato come una porta aperta alla speranza di quanti per un incidente, una malattia o una ferita di guerra hanno perduto un arto? «Siamo ancora lontani da applicazioni mediche di questa tecnica», dice Belmonte, «ma continuando su questa strada un gior- S 1 Un ricercatore nel laboratorio del Salk Institute al lavoro su un embrione di pollo. LA BETA–CATENINA 2 La sequenza dell’esperimento sull’embrione di pollo. L’ala a dieci giorni dal concepimento (1). Dopo 20 giorni viene recisa parte dell’ala (2–3). I geni Wnt nelle cellule rimaste sono stimolati con beta– catenina per provocare la ricrescita dell’ala (4). 70|n e w t o n 3 4 Una famiglia di geni trovati nel moscerino della frutta si comporta come un interruttore che dà il via alla rigenerazione degli arti no forse potremo manipolare le cellule umane adulte e indurre la rigenerazione di strutture complesse come organi o arti nei pazienti che li hanno danneggiati o perduti». Il punto di partenza delle ricerche di Belmonte è stato l’embrione. Le cellule staminali embrionali sono totipotenti, cioè possono generare tutti i tessuti dell’organismo adulto. Questo, però, non basta a spiegare in che modo il progetto codificato nel loro Dna venga messo in atto durante la formazione delle varie parti del corpo. Negli ultimi anni, genetisti e biologi di tutto il mondo hanno fatto enormi passi avanti nella comprensione dei meccanismi molecolari che controllano il corretto posizionamento degli organi e la costruzione delle strutture anatomiche durante lo sviluppo embrionale. ! IL GENE DECIDE: QUI CI SARÀ UNA ZAMPA «È l’interazione tra le cellule a determinare l’asse principale del corpo e dirigere la disposizione dei tessuti negli organi», spiega lo scienziato. «Interazione che si basa su alcuni elementi chiave: fattori della crescita che attivano specifici geni, i quali a loro volta attivano altri geni». I ricercatori del Salk Institute si sono serviti dell’embrione di pollo come punto di partenza per studiare questo com- E LA PROLIFERAZIONE TUMORALE Le proteine prodotte dai geni della famiglia Wnt costituiscono una rete di messaggeri chimici usati dalle cellule per comunicare tra loro durante lo sviluppo embrionale. Quando vengono captate da specifici recettori sulla membrana delle cellule destinatarie, inducono al loro interno un aumento della produzione di beta–catenina, molecola che stimola la proliferazione cellulare. L’attivazione impropria dei segnali Wnt provoca un accumulo abnorme di beta–catenina e la proliferazione cellulare diventa incontrollata. È questo uno dei meccanismi responsabili dell’insorgenza del tumore. Una concentrazione anomala di beta–catenina è stata riscontrata nell’85% dei casi di cancro al colon, nel melanoma e nel carcinoma ovarico. n e w t o n | 71 1 2 3 4 5 6 7 Yasuhiko Kawakami, il responsabile del progetto grazie al quale sono state rigenerate le ali di pollo e una ricercatrice del team, Concepción Rodriguez Esteban. 8 L’esperimento sulle pinne caudale (in alto) e pettorale del pesce zebra, che le rigenera dopo l’amputazione (1–5). Bloccando la beta–catenina (2–6) la rigenerazione è incompleta e si hanno pinne mutanti (3–7). Riattivando la beta–catenina la rigenerazione è completa (4–8). L’ESPERIMENTO plicato gioco di interruttori molecolari, attivando e disattivando geni nelle cellule destinate a formare arti e organi e verificando poi i risultati. In questo modo, nel 1998 hanno identificato il singolo gene che dà il via allo sviluppo delle zampe. «Si chiama Tbx4 e lui da solo è sufficiente per attribuire a un arto l’identità di zampa», spiega Belmonte. «Per verificarlo abbiamo utilizzato embrioni di pollo formati da un giorno, quindi prima della comparsa degli abbozzi degli arti, e abbiamo attivato il gene Tbx4 nelle cellule localizzate nell’area dove sarebbero dovute spuntare le ali». Nei giorni successivi, i tessuti trattati in questo modo hanno dato origine alle zampe. «Dopo la scoperta del ruolo del Tbx4, volevamo capire come e perché questo gene si attiva», prosegue Belmonte. Nel 2001, i ricercatori del Salk Institute hanno aggiunto un 72|n e w t o n Alcune cellule regrediscono a staminali indifferenziate dando il via alla rigenerazione altro tassello al puzzle: hanno individuato gli interruttori che danno il via alla formazione di tutti gli arti. «Sono i geni della famiglia Wnt», spiega lo scienziato, «scoperti originariamente nel moscerino della frutta e conosciuti come promotori della proliferazione cellulare. Altri gruppi di ricerca hanno dimostrato il loro coinvolgimento nella formazione di numerosi organi e tessuti negli embrioni dei vertebrati». Belmonte e i suoi colleghi hanno attivato tre geni Wnt nelle cellule localizzate in vari punti lungo i fianchi di embrioni di pollo e hanno indotto così la comparsa di arti aggiuntivi. Il passo successivo era inevitabile: l’avvio di esperimenti sulla rigenerazione di arti perduti. «I nostri studi hanno preso questa direzione nel 2002, in collaborazione con il Centro di Medicina rigenerativa di Barcellona, in Spagna», racconta Belmonte. Certi vertebrati, come i pesci zebra e le salamandre, mantengono per tutta la vita la capacità di rimpiazzare strutture anatomiche perdute o danneggiate. Immediatamente dopo l’amputazione, alcune cellule epiteliali migrano sulla ferita e la chiudono. Quindi le stesse cellule subiscono un processo di «dedifferenziazione», cioè regrediscono allo stadio di staminali indifferenziate e proliferano formando una piccola massa chiamata blastema. Infine, dal blastema prende forma un nuovo arto perfettamente funzionante, che si sviluppa e rimpiazza quello perduto. CON I VIRUS «TAXI» Per stimolare o bloccare la produzione di proteine Wnt nelle cellule delle loro cavie, Belmonte e i suoi colleghi si sono serviti di virus geneticamente modificati. Hanno impiegato degli adenovirus, comunemente usati negli esperimenti di terapia genica. Hanno manipolato il loro Dna, privandoli della capacità di replicarsi e danneggiare la cellula infettata, e hanno inserito al loro interno, a seconda della necessità, geni in grado di promuovere o bloccare l'attivazione dei Wnt. Gli adenovirus, che hanno la capacità naturale di agganciarsi alla membrana cellulare e penetrare al suo interno, hanno indotto le cellule stesse a sintetizzare le proteine codificate nei geni. n e w t o n | 73 QUEI SEGNALI CHE PERMETTONO DI RIPARARE I MUSCOLI A nche l’Italia registra successi importanti nella comprensione del ruolo dei geni Wnt. Il gruppo guidato da Giulio Cossu, direttore dell’Istituto per la Ricerca sulle Cellule staminali della Fondazione San Raffaele di Milano, studia da anni l’attività dei segnali Wnt nella genesi del tessuto muscolare sia durante lo sviluppo embrionale sia dopo la nascita, quando il muscolo viene danneggiato da un trauma. E si deve proprio al gruppo italiano la scoperta che una di queste proteine, la Wnt-1, induce la formazione dei muscoli dorsali. Attualmente, Cossu e i suoi colleghi stanno analizzando i geni espressi dalle cellule progenitrici del tessuto muscolare per valutare la loro capacità di correggere anomalie di origine genetica, come le distrofie muscolari, e di generare nuovi vasi sanguigni e tessuto miocardico. Intanto i ricercatori italiani hanno dimostrato che particolari cellule staminali, dette mesoangioblasti, possono curare la distrofia muscolare di Duchenne, una malattia genetica degenerativa e mortale che colpisce un maschio ogni 3mila nati. Il gruppo di Cossu ha iniettato queste particolari cellule staminali in cani che sviluppano naturalmente la malattia e ha ottenuto un miglioramento del tono e della forza muscolare che si è tradotto in una migliore capacità di movimento. Ma passerà ancora un po’ di tempo prima di iniziare la sperimentazione sull’uomo. In alto, Giulio Cossu che ha scoperto Wnt–1, una delle proteine prodotte dai geni Wnt e in grado di indurre la formazione dei muscoli dorsali. A sinistra, Azur e, a fianco, Valgus i due cani con la distrofia di Duchenne che sono migliorati grazie a cure con le cellule staminali. «La conoscenza dei meccanismi molecolari responsabili di questo fenomeno potrebbe fornire le basi per ottenere la rigenerazione di organi e arti anche nell’uomo», spiegano i ricercatori di Barcellona. Belmonte e i colleghi hanno progettato una serie di esperimenti per indagare sul ruolo dei geni Wnt nella ricostruzione degli arti nelle specie che possiedono questa capacità e sulle loro potenzialità nelle specie che invece non la possiedono. ! STORIE DI PESCI, SALAMANDRE, RANE «Dapprima abbiamo preso in esame il pesce zebra e l’Ambystoma mexicanum, una specie di salamandra acquatica originaria del Messico. Entrambi rigenerano i tessuti durante l’intero arco della loro vita», racconta il genetista. «Dopo avere amputato parte delle pinne del pesce zebra e parte delle zampette della salamandra, abbiamo manipolato il Dna dei tessuti residui disattivando i geni Wnt. L’intervento ha bloccato il processo di rigenerazione. In seguito, abbiamo spostato la nostra attenzione sullo 74|n e w t o n Il prossimo passo sarà il tentativo di rigenerare gli arti di animali adulti e cercare poi di arrivare a sperimentare sull’uomo Xenopus laevis, la rana artigliata africana, che ha la capacità di rigenerare gli arti perduti solamente quando è allo stadio di girino. Dopo la metamorfosi, perde questa abilità. Interventi di inibizione dei geni Wnt condotti sui girini», prosegue Belmonte, «hanno prodotto gli stessi risultati osservati su pesci zebra e salamandre. Al contrario, attivando quei geni nei tessuti circostanti il punto dell’amputazione nel- La rana artigliata africana (Xenopus laevis) può rigenerare gli arti perduti solo durante lo stadio di girino. Poi, dopo la metamorfosi, non è più in grado di farlo. Nelle immagini si vede come, bloccando i geni Wnt nei girini, la rigenerazione venga fermata. Ma se nelle rane adulte i geni vengono stimolati nell’area amputata, l’arto perduto ricresce. le rane adulte, siamo riusciti a indurre la ricrescita degli arti perduti». L’ultimo esperimento, il più spettacolare, è stato condotto su animali che in natura non hanno la capacità di rigenerare, né allo stadio adulto né in fase embrionale: i polli. «Abbiamo reciso parte di un’ala negli embrioni di pollo e abbiamo stimolato l’attivazione dei geni Wnt nelle cellule residue», racconta lo scienziato. «Il risultato ci ha lasciato stupefatti: gli embrioni hanno rigenerato ali perfette, complete di tutti i tessuti al posto giusto! Ritengo che con lo stesso sistema sia possibile indurre la ricrescita di un arto perduto anche nei polli adulti». ! LA SFIDA SUCCESSIVA: GLI ARTI DEL TOPO Il successo dell’esperimento condotto in California apre la strada a esaltanti prospettive nel campo della medicina rigenerativa. «Ma le applicazioni sull’uomo sono ancora molto lontane», avverte Belmonte. «La stimolazione dei geni Wnt è un intervento estremamente delicato, che deve essere effettuato nella misura giusta e per un intervallo di tempo opportuno. In caso contrario, innesca la proliferazione di cellule tumorali». Infatti, diversi studi, condotti anche in Italia, all’Istituto nazionale di ricerca sui tumori di Genova, indicano che uno dei meccanismi responsabili dell’insorgenza dei tumori è l’attivazione abnorme dei geni Wnt. Di recente, poi, alcuni ricercatori della Stanford University hanno dimostrato che bloccando i Wnt nelle cellule tumorali si contrasta la loro proliferazione. «La prossima tappa delle nostre ricerche sarà l’applicazione del processo di rigenerazione al topo, l’animale usato tradizionalmente come modello per studiare la genetica e la fisiologia dei mammiferi», dice Belmonte. «Se riusciremo a controllare l’attivazione dei geni Wnt e a determinare le corrette modalità dell’intervento nei topi, ne ricaveremo preziosi indizi per una possibile applicazione sui tessuti umani. Ma ora non sono in grado di prevedere quanto tempo sarà necessario prima di utilizzare n con sicurezza questa tecnica sull’uomo». n e w t o n | 75