FAGACEAE Divisione: Spermatophyta Sottodivisione:Angiospermae Classe: Dicotyledones Famiglia: Fagaceae Generi: Castanea (castagno), Fagus (faggio), Quercus (quercia) La famiglia delle Fagacee riunisce unicamente piante legnose, distribuite nelle regioni temperate dell'Eurasia e delle Americhe con i generi Castanea, Quercus, Fagus. Si tratta di una famiglia piuttosto primitiva che riunisce alcuni tra i principali alberi dei nostri boschi. Polline di Castanea sp. Polline di Fagus sp. Polline di Quercus sp. Polline: Il polline del CASTAGNO è trizonocolporato, isopolare, subprolato, 11-16µm di diametro con colpi sono sottili e lunghi. Appare rotondeggiante in visione polare. Esina sottile e debolmente rugulata; intina sottile. Il polline del FAGGIO è trizonocolporato, isopolare, oblato-sferoidale di 40-45µm di diametro con colpi corti e appuntiti con estesa area polare. Esina sottile e debolmente rugulata; intina forma onci sotto i pori che protrudono in fuori con una membrana liscia. Il polline del QUERCUS trizonocolporato, isopolare, oblato o oblato-sferoidale di 20-30µm di diametro con colpi relativamente lunghi e con membrana sporgente. Esina sottile scabrato-verrucata; intina mediamente ispessita. Allergie da polline: Il polline del CASTAGNO è scarsamente allergenico, ma secondo alcuni autori esiste una ben definita pollinosi da castagno che si manifesta quando la pianta emette il suo abbondante polline ed è, forse, sottostimata perché in sovrapposizione con l’esposizione a pollini di graminacee. Il polline del FAGGIO ha scarso interesse allergologico. ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli Il polline del QUERCUS non ha una proprietà allergenica completamente documentata e, quindi, risulta incerta. CASTANEA SATIVA (castagno) Il Castagno è una pianta originaria dell'Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale. In Europa, è distribuito in tutte le regioni centromeridionali, con estati calde e inverni non molto rigidi. I castagneti da frutto sono ormai notevolmente ridotti in Italia, anche se in questi ultimi anni si sta assistendo ad un tentativo di recupero non solo ai fini produttivi. Cresce bene sui terreni acidi e ben drenati nella fascia collinare fino alla submontana. Foglie: semplici, alterne, oblungolanceolate, di colore verde intenso e lucide ma più chiare Castagno nella parte (Foto da www.wikipedia.org/wiki) inferiore, caduche, grandi, con margine seghettato e apice appuntito. Fiori: unisessuali e portati sulla stessa infiorescenza, che ha forma di lungo amento eretto: i fiori maschili sono rappresentati da spighe lunghe 10-20 cm di color giallo-verdastro, i femminili sono costituiti da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3 posti alla base delle infiorescenze maschili. La fioritura si ha in piena estate. Frutti: Il frutto è rappresentato da acheni (castagne), Castagno raccolti da uno a tre all’interno di una capsula spinosa (Foto da www.wikipedia.org/wiki) (riccio). Portamento: Fusto diritto, molto ramificato nella parte medio alta. Corteccia scanalata brunastra con sfumature grigiastre negli esemplari adulti e grigio-nocciola in quelli giovani. Chioma conico-piramidale nei giovani esemplari, con tendenza a diventare espansa, globosa ed irregolare negli esemplari adulti. Alto fino a 25 m. Usi: l'impiego più antico del castagno è quello alimentare. I frutti vengono consumati freschi o dopo essiccazione. Le castagne sono ricche di amido e in molte zone montane d'Italia hanno rappresentato, fino agli anni '50, la principale fonte alimentare (farina di castagne). Il legno semiduro e resistente all'umidità trova impiego soprattutto nella fabbricazione di mobili e pali di sostegno. La corteccia e il legno del castagno sono ricchi di tannini e possono essere impiegate per la sua estrazione, destinata alle concerie. L'apicoltura è un'attività accessoria che può appoggiarsi alla castanicoltura. Pur avendo impollinazione prevalentemente anemogama, i fiori maschili del castagno sono bottinati dalle api, perciò questa pianta è considerata mellifera. Il miele di castagno ha una colorazione variabile dall'ambra al bruno (Foto da www.luirig.altervista.org/botanica) scuro, retrogusto amaro, resiste alla bellquel.bo.cnr.it/scuole/serpieri/erbario) cristallizzazione per lungo tempo, è particolarmente ricco di fruttosio e polline. ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli La sua produzione si localizza naturalmente nelle zone a maggiore vocazione per la castanicoltura e, principalmente, nella fascia submontana fra i 500 e i 1000 metri di altitudine, lungo l'arco alpino, il versante tirrenico della fascia appenninica e nelle zone montane della Sicilia settentrionale. FAGUS (faggio) Il faggio è una pianta tutta europea, presente dalla Svezia meridionale ai monti della Sicilia e della Gran Bretagna alla Russia sudorientale. Cresce in quasi tutta l’Emilia Romagna, nelle zone submontane e collinari, consociato al Carpino bianco; la sua diffusione si spinge fino ad oltre i 1600 m di altitudine. Predilige luoghi freschi e umidi. Si adatta a quasi tutti i tipi di terreno, anche a quelli acidi. E’ un maestoso albero deciduo che può raggiungere 35-40 m di altezza. Foglie: semplici, alterne, ovato-ellittiche, lucenti, lunghe 10-15 cm, leggermente ondulate e cigliate al margine, con nervi secondari diritti e paralleli; sono dotate di un breve picciolo e si presentano all’inizio arrossate, poi superiormente verde (Foto da www.wikipedia.org/wiki) scuro, più chiare sotto. Fiori: unisessuali e portati sullo stesso ramo: l’ infiorescenza maschile è riunita in amenti pendenti tondeggianti giallastri, dotati ciascuno di un lungo peduncolo, quelli femminili sono riuniti a coppia e avvolti in un involucro. La fioritura avviene in contemporanea con l’emissione delle foglie in Aprile-Maggio. Frutti: I frutti triangolari, bruni e lucenti sono acheni riuniti in coppia (faggiola) e avvolti da una capsula con piccoli aculei. Portamento: Fusto diritto, fittamente ramificato, cilindrico da giovane, largamente scanalato da vecchio; corteccia sottile liscia e lucente, grigio chiaro; chioma a portamento conico-globoso, con tendenza ad espandersi nelle piante adulte; vegetazione folta e densa. Raggiunge altezze di 20-30 metri. Usi: Viene (foto da www.bouman102.info) utilizzata quasi esclusivamente per scopi ornamentali in giardini e parchi. In silvicoltura per la forestazione di montagne a clima fresco e nebbioso, con frequenti precipitazioni estive. Il legno di faggio, omogeneo e (foto da www.bouman102.info) pesante, privo di elasticità ma resistente, inizialmente di colore bianco col tempo rossastro, è ottimo per lavori di tornitura e mobileria, un tempo utilizzato per le traversine ferroviarie e come ottimo combustibile. Tra le varietà di maggiore interesse ornamentale ricordiamo il Fagus sylvatica var. pendula (con (foto da www.flowerenthusiast.typepad.com) lunghi rami ricadenti), il Fagus sylvatica var. ) ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli purpurea (con foglie rosso-vinoso) e il caratteristiche foglie profondamente incise). Fagus sylvatica var. asplenifolia (dalle QUERCUS (quercia) Il genere Quercus comprende numerose specie che formano la componente principale dei boschi misti, dalle pianure fino a 1000 m. Le querce possono essere caducifoglie o sempreverdi, hanno generalmente un accrescimento lento ma sono molto longeve e possono crescere fino a 40-50 m di altezza. Il genere Quercus comprende molte specie di alberi spontanei in Italia. In molti casi il portamento è imponente anche se ci sono specie arbustive. Tutte liberano grandi quantità di polline facilmente aerodisperso. In Italia, sono sette le specie maggiormente diffuse: la farnia (Quercus robur), il cerro (Quercus cerris), la rovere (Quercus petrea), la roverella (Quercus pubescens), il frainetto (Quercus frainetto), il leccio (Quercus ilex) e il sughera (Q. suber) fra le sempreverdi. Foglie: semplici, alterne, obovate, brevemente picciolate, di colore verde scuro sulla pagina superiore, biancastra quella inferiore, dentate o lobate più o meno profondamente, e sulla stessa pianta possono avere forme differenti, per la differenza del fogliame giovanile rispetto a quello (Foto da www.giardinaggio.it/Immagini) adulto. Fiori: unisessuali: l’ infiorescenza maschile è riunita in sottili amenti pendenti giallastri, quelli femminili, di colore verde, solitari o riuniti in piccoli racemi ascellari. La fioritura inizia in Aprile-Maggio, a seconda della specie, e si protrae fino alla fine di giugno. Frutti: è una ghianda, coperta fino a metà o per due terzi da una cupola squamosa. Portamento: Fusto diritto o contorto con rami nodosi, corteccia spessa e screpolata ricca in tannino, chioma ampia, ovale, generalmente densa Usi: I legnami più pregiati di quercia sono generalmente chiamati rovere senza distinguere tra le specie botaniche.Il legno è usato per produrre mobili, traverse ferroviarie, doghe di botte, pali ed è anche un ottimo combustibile. Molto ricca di tannino (dalla corteccia, alle foglie, alle ghiande), fornisce decotti, impiastri per molteplici usi (astringenti, antipiretici, contro gli avvelenamenti, affezioni orali, etc.); Foglie e fiori maschili di roverella (foto da www.funghiitaliani.it) Foglie e frutti di leccio (foto da www.funghiitaliani.it) Foglie e frutti di farnia (foto da www.luirig.altervista.org/botanica) ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli Calendario pollinico delle Fagaceae: medie mensili biennio 2007-2008 STAZ. PORTICI 50,00 dic o tt ott nov set set lug ago ago g iu STAZ. POLICASTRO 40,00 dic nov lug giu 0,00 mag dic nov ott set ago lug giu mag apr mar feb 0,00 10,00 apr 10,00 20,00 mar 20,00 30,00 feb 30,00 gen n° pollini/mc aria 40,00 gen n° pollini/mc aria STAZIONE CASTELVOLTURNO apr 0,00 dic ott nov set ago lug giu mag apr mar feb 0,00 100,00 m ag 10,00 150,00 m ar 20,00 200,00 feb 30,00 gen n° pollini/m c aria 40,00 gen n. pollini/mc aria STAZ. NAPOLI N.B. Nel grafico relativo alla stazione di Portici la concentrazione delle Fagaceae risulta molto più elevata: la scala delle ordinate raggiunge valore di “200” rispetto al “40” valevole per le altre stazioni. ARPAC – Laboratorio Biomonitoraggio Aria – Dipartimento Provinciale di Napoli