omnibus - Corpo Forestale dello Stato

Il Forestale n. 73 60 pagine
8-05-2013
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OMNIBUS
Un sottobicchiere
per ricaricare il cellulare
Produrre energia pulita per ricaricare i nostri telefonini
attraverso il calore o il freddo raccolti da una bevanda.
Questa la brillante idea messa a punto da alcuni scienziati americani grazie alla realizzazione di uno speciale
sottobicchiere in grado di sfruttare l’energia prodotta da
una bevanda per ricaricare la batteria degli smartphone
(e non solo). Basterà quindi un tè o un caffè per ricaricare il nostro cellulare.
La sorta di “basetta” dove appoggiare la nostra bevanda
presenta due diverse facce, una blu (per i liquidi freddi)
e l'altra rossa (per quelli caldi), e grazie ad un trasformatore al suo interno commuta la differenza di
temperatura in energia per la ricarica dei cellulari, la
quale, viene trasferita attraverso una semplice porta ed
un cavetto USB. Il sistema segue lo stesso principio del
motore di Stirling del 1816, cioè sfrutta la differenza di
temperatura tra il punto più caldo e quello più freddo per
innescare e garantire il funzionamento.
E così una tazza di tè caldo, un cappuccino bollente o
una candela, appoggiati sul lato giusto del dispositivo
(quello rosso), azionano le turbine all'interno del disco e
generano elettricità.
Lo stesso fanno le bevande refrigerate e il ghiaccio, se
appoggiati invece sul lato azzurro. Secondo l'azienda
che ha realizzato il primo prototipo funzionante, una
tazza di caffè americano, in una fredda giornata d'inverno, può essere sufficiente a caricare per intero la
batteria del proprio smartphone.
Api e fiori comunicano usando
campi elettrici
Non solo colori e profumi. Per attirare gli insetti che provvedono all'impollinazione i fiori emettono anche
qualcosa di simile a messaggi pubblicitari, utilizzando
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segnali elettrici. A scoprire questo sconosciuto e sofisticato metodo di comunicazione è stato un gruppo di
ricercatori dell’Università di Bristol, il cui lavoro è stato
pubblicato su Science Express.
I colori vivaci, la forma e le fragranze sono le armi piú
note usate dai fiori per “sedurre” gli insetti impollinatori;
a queste ora si aggiungono anche dei segnali elettrici,
finora sconosciuti, in grado di comunicare informazioni.
Nonostante fosse già noto da tempo che le piante producano un debole campo elettrico, nessun esperimento
ne aveva mai dimostrato la funzione.
Misurando le variazioni del potenziale elettrico delle
petunie, i ricercatori hanno riscontrato modifiche del
campo all’avvicinamento di api e bombi, a loro volta
carichi elettricamente a causa dello sbattere d’ali nell’aria. Dopo la “visita” di un insetto, la carica elettrica del
fiore viene trattenuta, un modo per avvisare gli altri
insetti di non avvicinarsi in quanto già visitato. Questi
segnali potrebbero quindi essere interpretati come una
sorta di insegna al neon che quando si spegne indica
che il “locale” è temporaneamente chiuso.
Resta ancora da comprendere, come spiegano gli stessi
ricercatori, quali organi di senso permettano a api e
bombi di riconoscere questi segnali elettrici finora sconosciuti.
Strade meno rumorose sull’asfalto
creato con i resti delle vecchie
gomme
Strade meno rumorose ma anche più sicure grazie
all'utilizzo della gomma da riciclo dei pneumatici fuori
uso. La provincia altoatesina, dal 2011, è al centro di
una sperimentazione in cui lo speciale asfalto, creato
aggiungendo al tradizionale bitume la gomma ricavata
dal riciclo dei pneumatici arrivati a fine vita, ha permes-
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so di dimostrare la buona fono-assorbenza del materiale. La sperimentazione della Provincia Autonoma di
Bolzano aveva l’obiettivo di verificare le prestazioni di
queste pavimentazioni, analizzandole proprio sotto il
profilo della rumorosità.
E finora, tutti i test effettuati hanno dimostrato una riduzione del rumore generato dai veicoli in transito fino a 5
decibel.
Tishechkin ha sestuplicato i membri del genere
Operclipygus, allargando la famiglia di altre 138 specie
mai incrociate prima. Il lavoro si è basato sull'osservazione di oltre quattromila esemplari. Si tratta di migliaia
di campioni provenienti da numerosi musei di Storia
Naturale sparsi per il mondo e da ricerche sul campo
effettuate in tutto il Centro e il Sud America.
I coleotteri appena descritti sono simili a un seme di
papavero: piccoli, rotondi e neri.
Sono talmente tanti che a dispetto delle loro dimensioni
ridotte, hanno una grande importanza dal punto di vista
ecologico.
Questi coleotteri sono voraci predatori di larve di insetti
e aiutano a tenere sotto controllo le popolazioni di
mosche. Grazie alla loro predilezione per le larve all'interno delle mosche in decomposizione, spesso questa
tipologia di coleotteri è stata arruolata al servizio della
scienza forense. Le nuove specie sono state descritte
sulla rivista “Zookeys”.
Aiutare gli altri è un antistress
e rende longevi
A rendere ancora più interessante tale soluzione è proprio il fatto che in Italia la percentuale delle auto per
persona è tra le più alte d’Europa e il 90% delle merci si
muove su gomma.
Scoperte 138 nuove specie
di coleotteri
Scoperte 138 nuove specie di coleotteri tropicali da un
team di entomologi del Museo di Storia Naturale di Santa
Barbara. La scoperta aggiunge un'ulteriore conferma
dell'elevata diversità e varietà di specie che caratterizza
gli insetti nelle aree tropicali.
Lo studio coordinato da Michael Caterino e Alexey
Fare qualcosa per gli altri potenzia la nostra autostima,
stempera lo stress e allontana le malattie.
Essere altruisti, quindi, garantisce un tornaconto, per
così dire, personale. A sostenerlo uno studio di tre centri
americani coordinati dall’Università di Buffalo, condotto
su 846 persone e durato cinque anni.
Gli studiosi hanno notato che, messi di fronte a situazioni a rischio, coloro che negli anni precedenti avevano
aiutato altre persone mostravano tassi di mortalità più
bassi rispetto a chi non l’aveva fatto.
Dedicarsi agli altri rappresenta un tipo di tensione pro
sociale che rende più forti. Ci sarebbe, quindi, uno stretto legame fra benessere psicologico, emozioni positive e
sistema immunitario.
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