Il Forestale n. 73 60 pagine 8-05-2013 14:23 Pagina 44 OMNIBUS Un sottobicchiere per ricaricare il cellulare Produrre energia pulita per ricaricare i nostri telefonini attraverso il calore o il freddo raccolti da una bevanda. Questa la brillante idea messa a punto da alcuni scienziati americani grazie alla realizzazione di uno speciale sottobicchiere in grado di sfruttare l’energia prodotta da una bevanda per ricaricare la batteria degli smartphone (e non solo). Basterà quindi un tè o un caffè per ricaricare il nostro cellulare. La sorta di “basetta” dove appoggiare la nostra bevanda presenta due diverse facce, una blu (per i liquidi freddi) e l'altra rossa (per quelli caldi), e grazie ad un trasformatore al suo interno commuta la differenza di temperatura in energia per la ricarica dei cellulari, la quale, viene trasferita attraverso una semplice porta ed un cavetto USB. Il sistema segue lo stesso principio del motore di Stirling del 1816, cioè sfrutta la differenza di temperatura tra il punto più caldo e quello più freddo per innescare e garantire il funzionamento. E così una tazza di tè caldo, un cappuccino bollente o una candela, appoggiati sul lato giusto del dispositivo (quello rosso), azionano le turbine all'interno del disco e generano elettricità. Lo stesso fanno le bevande refrigerate e il ghiaccio, se appoggiati invece sul lato azzurro. Secondo l'azienda che ha realizzato il primo prototipo funzionante, una tazza di caffè americano, in una fredda giornata d'inverno, può essere sufficiente a caricare per intero la batteria del proprio smartphone. Api e fiori comunicano usando campi elettrici Non solo colori e profumi. Per attirare gli insetti che provvedono all'impollinazione i fiori emettono anche qualcosa di simile a messaggi pubblicitari, utilizzando 44 - Il Forestale n. 73 segnali elettrici. A scoprire questo sconosciuto e sofisticato metodo di comunicazione è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Bristol, il cui lavoro è stato pubblicato su Science Express. I colori vivaci, la forma e le fragranze sono le armi piú note usate dai fiori per “sedurre” gli insetti impollinatori; a queste ora si aggiungono anche dei segnali elettrici, finora sconosciuti, in grado di comunicare informazioni. Nonostante fosse già noto da tempo che le piante producano un debole campo elettrico, nessun esperimento ne aveva mai dimostrato la funzione. Misurando le variazioni del potenziale elettrico delle petunie, i ricercatori hanno riscontrato modifiche del campo all’avvicinamento di api e bombi, a loro volta carichi elettricamente a causa dello sbattere d’ali nell’aria. Dopo la “visita” di un insetto, la carica elettrica del fiore viene trattenuta, un modo per avvisare gli altri insetti di non avvicinarsi in quanto già visitato. Questi segnali potrebbero quindi essere interpretati come una sorta di insegna al neon che quando si spegne indica che il “locale” è temporaneamente chiuso. Resta ancora da comprendere, come spiegano gli stessi ricercatori, quali organi di senso permettano a api e bombi di riconoscere questi segnali elettrici finora sconosciuti. Strade meno rumorose sull’asfalto creato con i resti delle vecchie gomme Strade meno rumorose ma anche più sicure grazie all'utilizzo della gomma da riciclo dei pneumatici fuori uso. La provincia altoatesina, dal 2011, è al centro di una sperimentazione in cui lo speciale asfalto, creato aggiungendo al tradizionale bitume la gomma ricavata dal riciclo dei pneumatici arrivati a fine vita, ha permes- Il Forestale n. 73 60 pagine 8-05-2013 14:23 Pagina 45 OMNIBUS so di dimostrare la buona fono-assorbenza del materiale. La sperimentazione della Provincia Autonoma di Bolzano aveva l’obiettivo di verificare le prestazioni di queste pavimentazioni, analizzandole proprio sotto il profilo della rumorosità. E finora, tutti i test effettuati hanno dimostrato una riduzione del rumore generato dai veicoli in transito fino a 5 decibel. Tishechkin ha sestuplicato i membri del genere Operclipygus, allargando la famiglia di altre 138 specie mai incrociate prima. Il lavoro si è basato sull'osservazione di oltre quattromila esemplari. Si tratta di migliaia di campioni provenienti da numerosi musei di Storia Naturale sparsi per il mondo e da ricerche sul campo effettuate in tutto il Centro e il Sud America. I coleotteri appena descritti sono simili a un seme di papavero: piccoli, rotondi e neri. Sono talmente tanti che a dispetto delle loro dimensioni ridotte, hanno una grande importanza dal punto di vista ecologico. Questi coleotteri sono voraci predatori di larve di insetti e aiutano a tenere sotto controllo le popolazioni di mosche. Grazie alla loro predilezione per le larve all'interno delle mosche in decomposizione, spesso questa tipologia di coleotteri è stata arruolata al servizio della scienza forense. Le nuove specie sono state descritte sulla rivista “Zookeys”. Aiutare gli altri è un antistress e rende longevi A rendere ancora più interessante tale soluzione è proprio il fatto che in Italia la percentuale delle auto per persona è tra le più alte d’Europa e il 90% delle merci si muove su gomma. Scoperte 138 nuove specie di coleotteri Scoperte 138 nuove specie di coleotteri tropicali da un team di entomologi del Museo di Storia Naturale di Santa Barbara. La scoperta aggiunge un'ulteriore conferma dell'elevata diversità e varietà di specie che caratterizza gli insetti nelle aree tropicali. Lo studio coordinato da Michael Caterino e Alexey Fare qualcosa per gli altri potenzia la nostra autostima, stempera lo stress e allontana le malattie. Essere altruisti, quindi, garantisce un tornaconto, per così dire, personale. A sostenerlo uno studio di tre centri americani coordinati dall’Università di Buffalo, condotto su 846 persone e durato cinque anni. Gli studiosi hanno notato che, messi di fronte a situazioni a rischio, coloro che negli anni precedenti avevano aiutato altre persone mostravano tassi di mortalità più bassi rispetto a chi non l’aveva fatto. Dedicarsi agli altri rappresenta un tipo di tensione pro sociale che rende più forti. Ci sarebbe, quindi, uno stretto legame fra benessere psicologico, emozioni positive e sistema immunitario. Il Forestale n. 73 - 45