avrà sei zampe il piatto forte sulla tavola di domani

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IL CAFFÈ 3 novembre 2013
1900
18% bruchi
13% cavallette, locuste e grilli
(ortotteri)
i
m
ter
ALTERNATIVE
Carne e pesce nel 2050
non basteranno più a sfamare
il pianeta. La Fao punta sugli insetti
le specie di insetti
considerate commestibili
le
ca
Afri
ud
In s
(lepidotteri)
10% cicale, cicadelle,
ti
si
m
an
gia
no
co
np
or
rid
ge
cocciniglie e cimici (emitteri)
3% libellule
(odonati)
di
m
ai
s
5% altre specie
AVRÀ SEI ZAMPE
IL PIATTO FORTE
SULLA TAVOLA
DI DOMANI
SALMONE
260 g
Più del
30%
2% mosche
(ditteri)
3%
termiti
(isotteri)
14% api, vespe e formiche
le
ca
va
l
(imenotteri)
(coleotteri)
DIETETICA
Una medusa
contiene in media
l’80% di proteine,
ma soltanto
il 5 % di grassi
HOT
L’università olandese
di Wageningen
offre nel suo buffet
involtini di cavallette
e zuppa di cioccolato
ai vermi
In
Me
ssi
co
31% scarabei
si
ate
i
z
e
sp
te
t
le
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i
ne
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ian
ng
ma
Valori nutrizionali
in grammi ogni etto di prodotto
Formica
Termite
Cavalletta
Grillo
Baco
da seta
Falena
del mopane
Coleottero
Cimicecocciniglia
Tarantola
Big Mac
Formica
Termite
5,7
35,5
47,8
n/d
PROTEINE
13,9
14,2
14,3
12,9
9,6
28,2
6,7
19,8
63
21,7
CARBOIDRATI
2,9
n/d
3,9
EZIO ROCCHI BALBI
E
ntro il 2050, anno più, anno
meno, non ci saranno più braciole e bistecche a sufficienza
per nutrire tutto il pianeta.
Forse è il caso di pianificare altri menù, senza storcere il naso se nel
piatto ci si ritroverà con specialità a sei
zampe, croccanti locuste, larve grassocce o coleotteri flambé. Del resto è una
dieta alimentare già oggi seguita da quasi un quarto degli abitanti della Terra. E
non stiamo parlando dell’ultima eccentrica moda gastronomica, o di qualche
esoterica tendenza del nuovo Millennio,
visto che è stato un recente studio della
Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, a
tratteggiare questo scenario.
Da anni ormai non si fa altro che dibattere su quanta acqua (e quanta energia)
sia consumata per garantire gli allevamenti intensivi di manzi e affini; è allarme continuo sulla abnorme mole di CO2
che le deiezioni di bovini e ovini diffon-
5,1
2,3
n/d
n/d
2,1
n/d
1,3
dono nell’atmosfera, al punto che – date
tempo al tempo - l’intero ecosistema terrestre potrebbe essere compromesso. E
allora che fare? Detto fatto: gli insetti potrebbero rappresentare una delle prospettive fondamentali non solo per dare
una mano al pianeta esausto ed inquinato, ma anche per combattere la fame nel
mondo.
Ingegneri alimentari ed entomologi si
sono già messi al lavoro, e hanno subito
appurato che l’impresa è tutt’altro che
Certo, da un punto di vista occidentale,
diffidenza e repulsione sono comprensibili, ma il naturale disgusto è già stato
qualificato – dagli esperti Fao – come
“resistenza culturale”. Nessuno dice che
da domani dovremo cominciare a mangiare insetti, ha precisato Eva Muller, autrice di “Insetti commestibili: prospettive future”, a capo della Divisione politico-economica e dei prodotti forestali
della Fao. Lo studio cerca solo di spiegare che gli insetti sono una delle risorse
Cavallette e larve sono
già pranzo e cena per
due miliardi di persone
Un etto di manzo non
va oltre i 5 mg di ferro,
le locuste arrivano a 20
improba, visto che gli insetti rappresentano già pranzo e cena abituale di almeno due miliardi di persone. E il carrello
della spesa non potrebbe essere più pingue, visto che sono ben 1.900 le diverse
specie di insetti già catalogate, pronte a
“saltare” nei nostri piatti. Coleotteri e
bruchi vari, da soli, risultano i più graditi
ad un “consumatore abituale” su due.
ancora non sfruttate per il loro potenziale come cibo umano, e anche animale.
Lo studio, inoltre, spezza una lancia anche a favore del valore nutrizionale del
menu “aggiungi un grillo a tavola”. Gli insetti, a quanto sembra, risultano particolarmente ricchi di proteine e grassi buoni, così come di calcio, ferro e zinco.
Anzi, in certi casi le sostanze che conten-
gono sono proporzionalmente superiori: un etto di carne bovina non va oltre i 6
mg di ferro, mentre una pari quantità di
locuste oscilla tra gli 8 ed i 20 mg per 100
grammi, a seconda della specie e del
tipo di alimento di cui si nutrono. Per tacere del contributo, in termini di occupazione e reddito, che la conversione
alla dieta preferita di Timon & Pumbaa due golosi comprimari nel film Disney
“Il Re Leone” - offrirebbe allo sviluppo
agroforestale. E c’è già chi si è portato
avanti col programma, e sta progettando
investimenti per la raccolta di insetti ed
allevamenti specifici. Delle vere e proprie start up dell’insetto, per il momento
solo a livello familiare, ma nel tempo,
anche su scala commerciale. Certo, l’Occidente è privo di norme di produzione,
trasformazione e preparazione di cibi di
questo tipo (anche perché, nella maggior parte dei Paesi industrializzati, è
vietato alimentare animali con i rifiuti e i
liquami di cui si nutrono gli insetti) ma
la fame è fame...
[email protected]
Q@EzioRocchiBalbi
8 kg
50 kg
di cereali per produrre
1 kg di carne di manzo
il consumo annuo pro capite
nel mondo di carne di manzo
PESCI
MAMMIFERI
Risorse usate per produrre 1 kg di carne
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