Marocco Nome ufficiale:: Regno del Marocco Lingua ufficiale: arabo e amazigh Capitale:: Rabat (1.717.000 ab.) Superficie: 446.550 km² Popolazione: 33.757.750 ab. Valuta: Dirham tesso orario del Fuso orario: GMT (stesso Meridiano di Greenwich) (rosso e stella verde) DATI GENERALI Il Marocco (arabo: المغرب, Al-Mamlaka Mamlaka al-Maghribiyya, al Maghribiyya, "regno dell'occidente") è uno stato dell'Africa settentrionale, nella parte rte occidentale della regione definita anche come Maghreb. Deve il suo nome alla città di Marrakech. Marrakech La parola Marrakech deriva dalla lingua berbera Mur-Akush che significa Terra di Dio questo nome venne associato a questa città dal suo fondatore Yusuf ibn Tashfin.. Le sue coste sono bagnate dal Mar Mediterraneo nella parte settentrionale e dall'Oceano Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest dello Stretto di Gibilterra. G I confini terrestri sono con la sola Algeria, Algeria ad est e sud-est, est, e con il territorio del Sahara Occidentale a sud (rivendicando il Marocco la sovranità su quest'ultimo territorio, il confine meridionale viene dal Marocco considerato essere la Mauritania). ). Si contano però anche 4 enclave spagnole nella parte affacciata sul Mediterraneo: Ceuta, Melilla, Peñón de Vélez de la Gomera, Peñón de Alhucemas.. Anche le isole Chafarinas,, sulla costa del Mediterraneo, 45 km ad est di Melilla appartengono alla Spagna, così come le Isole Canarie al largo del lembo più meridionale della costa atlantica del Marocco. Infine In l'isola Perejil,, uno scoglio disabitato presso lo stretto di Gibilterra, è tutt'ora disputato tra Marocco e Spagna. Ambiente: La geografia fisica del Marocco è caratterizzata dalla presenza di due grandi catene montuose: quella del Rif,, a ridosso della costa mediterranea, e quella dell'Atlante dell' che attraversa tutto il Paese da sud-ovest ovest a nord-est nord ed ha vette che superano erano i 4.000 m s.l.m.. Nella parte più meridionale del Marocco si incontra il grande deserto del Sahara in corrispondenza del quale la presenza di insediamenti umani diventa estremamente rarefatta. Il Marocco è segnato dalla presenza della catena montuosa dell'Atlante dell' che lo attraversa diagonalmente da nord-est, est, in corrispondenza del confine settentrionale con l'Algeria l'Algeria, a sudovest, dove incontra l'oceano oceano Atlantico all'altezza delle città di Agadir e Sidi Ifni. Ifni La catena montuosa dell'Atlante si sviluppa attraverso le cime dell'Anti dell' Atlante,, che toccano to un massimo di 2.060 metri, nel sud ovest del paese, quelle dell'Alto dell' Atlante,, a cui appartiene il Jbel Toubkal che con i suoi 4.165 metri è il più alto del paese, sempre nel sud-ovest, sud ovest, quelle del Medio Atlante nel nord del Marocco che arrivano a 3.350 metri di altitudine, e quelle dell'Atlante Sahariano che arrivano ai 2.328 metri del monte Chelia. I fiumi del Marocco hanno generalmente un andamento da sud verso nord o nord ovest, seguendo il tragitto che dai monti dell'Atlante li porta a sfociare nel mar Mediterraneo o nell'oceano Atlantico. Quando invece scorrono verso sud, verso i confini con l'Algeria assumono la caratteristica di fiumi stagionali. Questi corsi d'acqua, per la scarsità delle precipitazioni e per la morfologia dalla catena montuosa dell'Atlante, non sono adatti per la navigazione, ma sono intensamente sfruttati per l'irrigazione e la produzione di energia idroelettrica. Tra i maggiori fiumi del Marocco troviamo il Moulouya, che nasce dai monti dell'Atlante, nei pressi della città di Midelt, e dopo circa 520 chilometri sfocia nel mar Mediterraneo, vicino ai confini con l'Algeria; il fiume Oum Er-Rbia, lungo circa 1050 chilometri, il più lungo del paese è Oum Draa lungo 1200 km. Oum Er-Rbia che nasce non distante dal Moulouya, e che si dirige verso l'oceano Atlantico, dove alla sua foce sorge la città di Azemmour. Un altro fiume importante del paese è l'Oued Sbou, che nasce anch'esso dai monti dell'Atlante e si tuffa nell'Atlantico non lontano dalla città di Kenitra. Pochi chilometri a sud della città di Melilla, nel nord est del Marocco, si trova la laguna di Sabkha bou Areq dove si affaccia il porto della città di Nador. Lungo il corso del Moulouya si trovano due laghi, il lago di Mohamed V e poco più a settentrione il lago di Meschra Ammadi. Flora e Fauna: Se guardiamo al passato il Marocco non risplende certo per impegno nella difesa della natura. Sul territorio marocchino si sono estinte, nell'ultimo secolo concluso, varie specie animali: il leone, il bufalo e struzzo tanto per citare le più famose. Tuttavia con l'ascesa al trono di Mohammed VI le cose sono radicalmente cambiate. Dai soli tre parchi che il Marocco aveva nel 1999, nel 2006 il conto sale a una decina; a questi si devono aggiungere quasi 150 "riserve biologiche". Tra i parchi più famosi citiamo quello di Toubkal che è il più antico (1942) e il più alto (quota 4.167 metri s.l.m.) e il parco nazionale Souss-Massa, a sud di Agadir, istituito nel 1991. Rilevante è l'attività di conservazione di una pianta oleifera spontanea ed endemica dell'Ovest del paese, la Argania spinosa, che ha assunto interesse economico, e ne ha sempre avuto di culturale e storico. Per preservare le popolazioni naturali di Argania dalla spoliazione dovuta alla sempre maggiore richiesta economica ne sono incoraggiati gli impianti e le coltivazioni specializzate. Clima: Il clima del Marocco può essere suddiviso in quattro sotto-zone: Oceanico; Mediterraneo; Montano; Continentale. Etnie e Religioni: La popolazione marocchina ha principalmente origine da due etnie distinte: i Berberi e gli Arabi. Nel corso del tempo queste due etnie si sono tra loro intrecciate e in alcuni luoghi risulta difficile riconoscere l'una dall'altra. A grandi linee tuttavia è possibile indicare nelle regioni pianeggianti e nelle grandi città i luoghi principali in cui è possibile incontrare etnia araba, mentre nel Rif, sull'oceano, nell'Atlante e nel sud quella berbera. Scendendo nel profondo sud è possibile trovare l'etnia Sahrawi. Attualmente il Marocco conta circa 34 milioni di abitanti, per una densità di popolazione di 63 ab/km². Ci sono circa 3 milioni di marocchini all’estero (2005), la maggior parte dei quali in Europa, principalmente in Francia (1.113.176 nel 2004), Spagna (710.401 nel 2009), Italia (365.908 al 1º gennaio 2008 secondo i dati ISTAT), Paesi Bassi (335.127 nel 2008), Belgio (264.974 nel 2005), e Germania (102.000 nel 2004). Il Marocco è il quarto paese africano di etnia araba per numero di abitanti, dopo l'Egitto, il Sudan e l'Algeria. La maggior parte della popolazione vive a ovest della catena montuosa dell'Atlante, che divide il paese del deserto del Sahara. Casablanca è il più importante porto,centro commerciale e industriale. La maggior parte dei marocchini professa l'Islam. Oltre ai musulmani in Marocco sono presenti circa 60 mila cattolici, perlopiù francesi, e 15 mila ebrei. L'islam tradizionale nordafricano presenta alcune caratteristiche particolari come il culto dei marabutti e dei santi (Sidi), le cui tombe sono oggetto di pellegrinaggi. Rispetto alla vicina Algeria, in Marocco sono molto meno numerosi e diffusi i fenomeni di terrorismo "islamista". Sebbene il re sia considerato discendente del Profeta e "Principe dei credenti", la legislazione è notevolmente laica, in particolare con un codice di diritto di famiglia (Mudawana), riformato nel 2004, che tutela le donne molto più di quanto non faccia la legislazione a base islamica di altri Stati a maggioranza musulmana. Anche l'uso degli alcolici, sebbene vietato dalla legge coranica, non è punito dalla legge marocchina. Inoltre, è molto seguito il calendario occidentale per cui, nelle città più importanti e/o più turistiche, molto spesso è la domenica, e non il venerdì, il giorno di riposo. Per i musulmani marocchini che non possono permettersi di andare in pellegrinaggio alla Mecca, è possibile recarsi alla città santa di Moulay Idris nei pressi di Meknes, anche se questa tradizione non è suffragata da nessuna dispensa ufficiale. Lingua: La lingua ufficiale del paese è l'arabo, anche se il 40% degli abitanti parla il berbero (introdotto di recente nelle scuole ma non riconosciuto come lingua ufficiale); il francese è una seconda lingua diffusa ed è molto usato nell'amministrazione, nell'educazione superiore e nei commerci. CULTURA: Una delle più importanti manifestazioni dell'architettura marocchina è quella religiosa. La moschea è l'edificio in cui i credenti di fede musulmana si trovano per la preghiera ed è costituita da elementi comuni: • • • • • • Il sahn ovvero il cortile con la vasca per le abluzioni il riwaq ovvero il portico La haram ovvero la vera e propria sala dedicata alla preghiera Il mihrab ovvero la nicchia posta nella parete ad indicare la direzione della Mecca Il minbar ovvero il pulpito, presente nella moschea principale, da dove l'imam pronuncia il sermone Il minareto ovvero la torre, normalmente in Marocco a base quadrata, utilizzata dal muezzin per chiamare a raccolta i fedeli. Un altro edificio oggetto dell'architettura religiosa è la medersa un edificio costruito spesso nei pressi di una moschea e in cui si insegnava la legge islamica e la teologia. Alcuni elementi architettonici sono simili quelli di una moschea, come la vasca delle abluzioni e la sala delle preghiere, altri sono invece tipici, come la galleria, al piano superiore, costruita intorno al cortile con le celle ospitanti gli studenti. Le decorazioni solitamente sono impreziosite dal frutto del lavoro di abili artigiani che hanno utilizzato mattonelle zellij e stucchi muqarna. Oltre all'architettura religiosa occorre anche citare l'architettura urbana con il suq (o bazar) che, anche se ad una prima vista può sembrare una costruzione di case senza criterio, in realtà è costruito secondo criteri caratteristici dell'architettura urbana dell'Africa settentrionale. La struttura prevede un intreccio di vie alternativamente coperte per permettette di mantenere il clima al suo interno fresco e areato. Il riferimento del suq è la moschea e intorno ad essa si sviluppano i vari negozi con una rigorosa gerarchia dettata dalla merce posta in vendita. Pertanto si va dai negozi di candele e di oggetti di culto in generale, prossimi alla moschea, per passare via via allontanandosi, ai librai, ai merciai e per finire, nei pressi delle mura, i negozi utili ai carovanieri. Discorso a parte va fatto per quella che è chiamata l'architettura berbera che si esprime nel ksar e nella qasba (o kasbah). Il ksar è un villaggio fortificato cinto da un muro con quattro torri con una sola entrata che porta alla via principale centrale normalmente coperta. Il muro di cinta risulta di terra nella parte inferiore mentre è di mattoni nella parte superiore dove finestre strette e lunghe consentono nel contempo l'ingresso della luce e una buona difesa da potenziali nemici. La qasba, simile al ksar, è una struttura più urbana dai colori intensi e dalle torri decorate modellandone l'impasto. Per quanto riguarda la letteratura Muhammad Awzal fu un poeta religioso berbero nato intorno al 1670 nel villaggio di al-Qasaba nella regione del Sous e qui morto nel 1748 o nel 1749. Tra gli scrittori di romanzi la cui fama è giunta fino in europa possiamo ricordare: • • • Tahar Ben Jelloun è uno scrittore franco-marocchino, impegnato nella lotta contro il razzismo. Riporta nei suoi romanzi i racconti, le leggende, i riti dell'area del Maghreb africano e gli antichi miti ancestrali. Mohamed Choukri è stato uno scrittore marocchino d'origine berbera, per due volte candidato al Premio Nobel per la letteratura. A volte viene indicato come Muhammad Shukri. Fatema Mernissi è nata a Fez in Marocco nel 1940 e oltre che scrittrice è docente di sociologia all'università di Rabat Mohammed e studiosa del Corano. In Marocco la musica classica, sia che sia strumentale o vocale, è chiamata andalusa a causa del suo sviluppo attorno all'anno 1000 nel sud della Spagna. Oggi le composizioni, in buona parte, sono organizzate in cinque movimenti dal diverso metro. Nella sua composizione l'orchestra presenta strumenti a corda come il rebab, uno strumento ad arco che viene considerato parte della famiglia dei liuti, l'oud, uno strumento cordofono a manico corto anche questo membro della famiglia dei liuti, il qanun, cetra trapezoidale con numerosi cori di corde tesi su un piano armonico di pergamena, il violino e vari strumenti a percussione. Gastronomia: La cucina marocchina ha come base il cibo tipico dei nomadi (pecora, verdure e datteri) con contaminazioni arabe e francesi. I piatti che ne derivano sono un concentrato di vari sapori che vanno dal dolce al salato. In un piatto unico è possibile trovare carne, frutta e verdura, condita anche con dello zucchero. Tipico piatto è il tajine, il cuscus, la bastilla, il m'choui, l'harira, le brochette e i merguez. Lungo la costa è possibile gustare sia crostacei come l'astice, l'aragosta e i gamberoni sia altri tipi di pesce quali sardine e sogliole. In ogni strada è facile imbattersi in venditori di fichi d'India e datteri. Mandorle, miele e zucchero sono la base dei dolci marocchini, tipici dolcetti sono le "corna di gazzella" dove la pasta di mandorle si mescola con il profumo dei fiori d'arancio. La bevanda tipica del Marocco è il tè alla menta che ha anche un suo tipico rito di preparazione. Inoltre la cucina marocchina si differenzia dal nord al sud. Manifestazioni: Il più importante periodo di festività religioso è il Ramadan: nome che si dà al nono mese dell’anno lunare musulmano (Egira). Dall’alba al tramonto tutti devono rispettare il digiuno; in questo periodo l’atmosfera è quasi surreale e immobile. Tutti i negozi sono chiusi e nulla sembra essere animato. Al calar del sole, dopo il tramonto, la vita esplode in un rituale di festa e preghiera collettiva. Anche i turisti devono, in pubblico, rispettare il Ramadan. Il periodo del mese sacro di Ramadan si conclude con la festa detta Aid al-Fitr o piccola festa: i bambini sono i più contenti, per loro ci sono infatti dolci a volontà! Celebrata durante il 10° giorno del mese del Pellegrinaggio, l’Aid al-Adha, o festa del sacrificio, è la solennità più importante del calendario islamico: è una celebrazione talmente importante che è anche soprannominata Aid al-Kabir (festa grande). Si commemora il miracolo che Allah compì sostituendo il figlio di Abramo con un montone durante il sacrificio. Un’altra importante celebrazione dell’anno lunare islamico è l’Aid-Milad-an-Nabi, in cui si commemora il giorno di nascita del profeta Maometto. Tra le festività laiche annoveriamo Capodanno, il 1° gennaio; il Giorno dell’Indipendenza, l’11 gennaio; l’Anniversario della salita al trono di Re Hassan II, il 3 marzo; la Festa del Lavoro, il 1° maggio; la Festa Nazionale, il 23 maggio; la Festa della Rivoluzione del re e del popolo, il 20 agosto. STORIA: Antica regione dell'Africa Settentrionale, oggi divisa tra il Marocco e l'Algeria, abitata dai Mauri. Regno indipendente dal IV secolo a.C., subì l'influenza di Cartagine. Fu assoggettata dai romani in seguito all'uccisione dell'ultimo re Tolomeo (40 d.C.) e divenne, nel 42 a.C., la provincia della Mauretania Tingitana. Nel 429 d.C., dalla penisola iberica, giunsero in questa regione i Vandali, che quasi un secolo dopo, nel 533 furono sconfitti dai bizantini, guidati da Belisario. Nel 683, circa 50 anni dopo la morte del Profeta dell'Islam, Maometto, il Marocco viene conquistato dalle truppe di ʿUqba b. Nāfiʿ. Circa un secolo dopo, nel 788, sale al potere per la prima volta una dinastia locale, quella degli Idrissidi (fondata proprio in Marocco da Idris I), che regnò fino al 917, che diffusero l'islam tra le popolazioni berbere. Sotto questa dinastia, venne fondata Fes, che divenne un importante centro culturale, religioso e commerciale. A questa prima dinastia di origine berbera, si sostituì quella sciita dei Fatimidi, che dopo lunghi anni di lotte, riuscirono a prevalere nel 917, governando gran parte dell'odierno Marocco, fino alla metà dell'XI secolo. Originario del Sahara Occidentale, un capo dei Lamtūna («uomini velati», antecedenti dei Tuareg), rilevando la mancanza di una buona conoscenza dell'Islam da parte dei suoi uomini, si rivolse al religioso ʿAbd Allāh Ibn Yāsīn, di scuola giuridica (madhhab) malikita e puritano. Da principio il suo insegnamento non ebbe successo. Si decise quindi a fondare un ribāṭ (convento fortificato, da qui il nome di alMurābiṭūn, «quelli del ribāṭ»), nell'isola di Tidra in Mauritania. Predicava innanzi tutto l'obbedienza alla lettera (ovvero alla lingua) e ai precetti del Corano e l'importanza della disciplina. Trovò rapidamente successo, fondò un esercito di neo-convertiti e attaccò l'impero del Ghana nel 1076. Yūsuf Ibn Tāshfīn succedette in seguito a Ibn Yāsīn, morto in combattimento, ed è considerato il primo sovrano almoravide. Fondò Marrakech nel 1060, e Tlemcen nel 1080. Tra il 1063 e il 1082, lavorò per unificare il Marocco e l'Algeria occidentale, fondando il regno di Tlemcen. Nel 1086, venne invitato dai principi arabi di Spagna, i cosiddetti "re delle Taifa", ad aiutarli contro Alfonso VI di Castiglia. Sbarcato il 30 giugno, Ibn Tāshfīn venne raggiunto dai re di Siviglia, Granada, Malaga e Badajoz, e il 23 ottobre inflisse una severa sconfitta a Alfonso VI a Sagrajas (Zallaqa per gli Arabi), non lontano da Badajoz. Rientrò in seguito in Nordafrica per sistemare i suoi affari, prima di essere richiamato nel 1089. Vedendo che i signori arabi complottavano l'uno contro l'altro e anche contro di lui, appoggiandosi alle autorità religiose locali si rese padrone di tutto al-Andalus tra il 1090 e il 1094. Nonostante il suo relativo insuccesso nei confronti dei cristiani ai comandi del Cid, fu questo l'apogeo raggiunto dagli Almoravidi. Ibn Tāshfīn morì nel 1106, all'età, secondo la tradizione di 100 anni. Gli succedette ʿAlī ibn Yūsuf ibn Tāshfīn. Egli ingrandì e consolidò l'impero almoravide, ma si scontrò con la resistenza dei principi cristiani e con l'agitazione dei berberi Almohadi, ostili alla dottrina malikita, che predicavano la guerra santa ( jihād ) contro gli Almoravidi. Nel 1142, quando morì, l'agitazione almohade era al suo culmine. Nel 1145, il suo successore, Tāshfīn ibn ʿAlī si uccise cadendo in un precipizio mentre fuggiva dopo una sconfitta nei pressi di Orano. Vi furono in seguito ancora due re almoravidi, ma si trattava solo di governanti-fantoccio. Con la conquista di Marrakech del 1147 suonò l'ora della fine della dominazione Almoravide in Africa. Gli Almoravidi, conosciuti come Banu Ghanya si spostarono successivamente alle Baleari e in Tunisia. Una curiosità è che il cognome Murabit e le sue derivazioni Mourabit, Morabito e Murabito sono particolarmente diffusi in Marocco, Tunisia, Mauritania, Sicilia Orientale e Calabria meridionale. Agli Almoravidi fece seguito un'altra dinastia di regnanti di origine berbera, gli Almohadi, che regnò fino al 1269, controllando un grande territorio, che oltre al Marocco, comprendeva l'Algeria, la Tunisia, la Libia e alcune regioni della Spagna e del Portogallo. Muhammad ibn Tūmart, originario della tribu berbera dei Masmūda nella regione del Sous (berbero Sus; arabo Sūs), nell'AntiAtlante, era figlio di un addetto all'accensione delle lampade di una moschea e noto per la sua religiosità e per la sua deformità fisica. Influenzato dallo sciismo, si oppose alla scuola giuridica (madhhab) malikita imposto dalla dinastia regnante, gli Almoravidi. Dopo essere stato cacciato per aver suscitato disordini, si rifugiò nell'Alto Atlante, a Tinmal dove organizzò una comunità militare e religiosa (il Consiglio dei Dieci e il Consiglio dei Cinquanta) intorno ad un Islam rigido ed austero, e nel 1121 si proclamò Mahdi (il "ben guidato" che tornerà alla fine del mondo). È assai probabile che la sua influenza non sarebbe sopravvissuta alla sua persona se non avesse trovato come luogotenente ’Abd al-Mù’min, un altro Berbero d'Algeria che fu indubbiamente un militare e un politico di prim'ordine. Quando Ibn Tūmart morì, nel 1128, ’Abd al-Mù’min tenne segreta per due anni la sua scomparsa, fino a che non si fu affermata la sua personale influenza. Sotto il suo comando furono conquistate, una dopo l'altra, Tlemcen, Fez e infine Marrakech, la cui caduta segnò la fine totale della dinastia almoravide, nel 1147. A poco a poco ’Abd al-Mù’min estese la sua autorità su un impero che comprendeva l'insieme del Maghreb e il Bilād al-Andalus occidentale (presa di Cordova nel 1148 e di Granada nel 1154). Si proclamò califfo e comandante dei credenti, rinnegando così la sovranità degli Abbasidi, ed impose il principio di ereditarietà dinastica. Suo figlio, Abū Ya‘qūb Yūsuf (1163– 1184), poté così succedergli alla sua morte nel 1163. Quest'ultimo, e suo figlio Abū Yūsuf Ya‘qūb al-Mansūr, «il Reso vittorioso [da Dio]» (1184–1199), terzo califfo, continuarono la sua opera ed estesero la loro autorità a tutta la Spagna islamica, infliggendo nel 1195 una sconfitta ad Alfonso VIII di Castiglia nella battaglia di Alarcos. In Africa riuscirono a scacciare le guarnigioni collocate nelle città costiere dai re normanni di Sicilia. La dinastia dei Merinidi Originariamente erano nomadi che vivevano nel nord del Sahara. La desertificazione progressiva della regione e l'avanzata degli Hafsidi dell'Ifriqiya (che a partire dal 1229 sostituirono gli Almohadi in Tunisia, Algeria e nord ovest della Tripolitania) li spinsero verso l'est del Maghreb. Dopo che, nel 1212, gli Almohadi nella penisola iberica, furono sconfitti dall'unione degli eserciti castigliani, aragonesi-catalani, navarresi e portoghesi (non parteciparono alla battaglia solo le truppe del León), nella battaglia di Las Navas de Tolosa, dal 1215, i Merinidi iniziarono a combattere i loro correligionari per sostituirsi ad essi nel governo della parte occidentale del Maghreb, riuscendo nell'impresa in una quarantina d'anni. Il loro nuovo dominio si estendeva dal Mar Mediterraneo ai monti del Rif e dell'Atlante, all'Oceano Atlantico, con le città di Taza e Fès in posizione centrale. Nel 1269, posero fine alla dinastia almohade, con la presa di Marrakesh, ultimo loro baluardo. Dal 1275, i Merinidi parteciparono attivamente alle lotte dei Nasridi del Sultanato di Granada contro gli attacchi dei regni cristiani della penisola iberica. Nel XIV secolo tentarono anzi di estendere il loro dominio sulla penisola, riuscendo a riconquistare Gibilterra e una parte dell'Andalusia (1333), ma furono fermati all'assedio di Tarifa e con la sconfitta subita, assieme al loro alleato, il Sultano di Granada, Yūsuf I, al rio Salado (detta anche Battaglia di Tarifa), nel 1340, ad opera di truppe castigliane e portoghesi, dovettero abbandonare definitivamente la penisola iberica. Nel 1358, alla morte del re merinide, Abū `Inān Fāris, ucciso da uno dei suoi visir, iniziò la decadenza della dinastia: fatto che permise ai regni cristiani della penisola iberica di portare la guerra sul loro dominio, permettendo loro di installarsi in alcune località della costa. Contemporaneamente i loro visir accrescevano sempre più i loro poteri sino a che una famiglia di visir (i Banū Wattāṣ, o Wattasidi) esautorò definitivamente i Merinidi, sostituendosi a loro nell'esercizio del governo ed assumendo i pieni poteri sulle regioni dell'attuale Marocco. I Wattasidi, succeduti ai Merinidi, non riuscirono a contrastare l'avanzata nel continente africano degli europei, tanto che nel 1497 Melilla cadde in mano spagnola. Dove fallirono i Wattasidi, riuscirono invece i rappresentanti della dinastia dei Saʿaditi, che nel 1541 sconfissero i portoghesi ad Agadir, fermandone l'espansione in Marocco, e pochi anni più tardi, nel 1554, succedettero definitivamente ai Wattasidi, aiutati anche dal fatto di poter vantare una discendenza diretta dal Profeta. Risale alla battaglia di al-Mansour 1578 la definitiva sconfitta dei portoghesi in terra africana. A questi successi militari fece seguito un periodo di pace e stabilità sociale che favorì un'importante sviluppo delle arti e delle scienze. Intorno al 1660 sale al potere la dinastia degli Alawiti o Alawidi (per non confonderli con la setta degli Alawiti), che attualmente regna in Marocco. Anch'essa vanta una discendenza dal Profeta, attraverso la figlia Fatima e il cugino Ali, suo consorte; tuttavia, sono sunniti e non sciiti. Tale ascendenza sceriffale, riconosciuta in Marocco con il titolo di Moulay o Mulay, ha fornito loro la legittimità per sopravvivere al colonialismo fino all'indipendenza. A questa dinastia appartiene Mulay Ismaïl, secondo sultano, che regnò dal 1672 al 1727 e combatté efficacemente gli europei, a cui strappò diversi porti africani, e gli ottomani. Alla sua morte però la potenza del sultanato fu minata per 18 anni da numerose faide intestine, tanto che il controllo del sultano si ridusse ad appena un terzo del territorio originariamente controllato. Il colonialismo È alla fine del XVIII secolo che risalgono le prime penetrazioni di tipo commerciale delle potenze europee, Francia e Gran Bretagna per prime. Nel corso del XIX secolo, divenuto il Marocco oggetto dell'interesse delle potenze coloniali, sulla spinta di forze nazionalistiche il sultano del Marocco tentò di riprendere il controllo delle città di Ceuta e Melilla. Il tentativo fallì per la pronta reazione della Spagna, che portò all'occupazione di Tétouan nel 1860 e al pagamento di ingenti somme come riparazione per i danni di guerra. All'inizio del XX secolo risalgono le prime occupazioni francesi in terra marocchina, che intendevano frapporsi alla influenza spagnola sulla regione. Nel 1904, con l'avallo della Gran Bretagna che in cambio ottenne di poter estendere la sua influenza sull'Egitto, Francia e Spagna decisero di dividersi la sfera d'influenza sul paese. A questo accordo si oppose però la Germania che offrì il suo aiuto al sultanato. La situazione di stallo si risolse con la conferenza di Algeciras del 1906, che istituiva un controllo internazionale sul Marocco, a garanzia degli interessi economici dei paesi europei. Nel 1908 ‘Abd al-‘Azī´z fu deposto per la sua debolezza, prima dai nobili del sud e poi dagli ulema di Fez, che fecero salire al trono il fratello maggiore ‘Abd al-Hafīz. Nell'estate del 1911 scoppiò la crisi di Agadir tra Francia e Germania che portò i tedeschi ad inviare la Panther, nel porto della città atlantica: sembrava il preludio di una nuova guerra tra le due potenze. La crisi fu invece risolta per via diplomatica, con il riconoscimento tedesco del protettorato francese sul Marocco e concessioni territoriali alla Germania in Congo. Il 30 marzo 1912 con il trattato di Fez il sultano alawita ‘Abd al-Hafīz accettò di riconoscere la condizione di protettorato del Marocco: il regno diventava a tutti gli effetti una colonia francese; la Spagna conservava il controllo diretto su alcune parti del paese, come il Rif, Tarfaya e Ifni. A causa delle rivolte scoppiate in tutto il paese, ‘Abd al-Hafīz dovette abdicare: gli succedette il fratello Yusef ben Hassan. Il trattato fu come un segnale di via libera all'insediamento di decine di migliaia di francesi: in breve tempo fondarono numerose nouvelle villes e sotto le direttive del governatore Lyautey, furono costruite strade, ferrovie e acquedotti. Ebbe luogo anche la riorganizzazione amministrativa del paese che, pur sempre politicamente unito, fu diviso in tre regioni d'influenza: • • • il protettorato francese, governato da Rabat, dove risiedeva il sultano il protettorato spagnolo, governato da Tétouan, dove risiedeva un califfo nominato dal sultano Tangeri, città internazionale La Francia reagì alle rivolte che scoppiavano un po' in tutto il paese occupando Marrakech e Agadir. Iniziò un periodo di rivolte e susseguenti repressioni delle autorità francesi, che ottennero il controllo delle città ma non delle campagne. Nel 1920 la rivolta di alcune tribù del Rif, costata la vita ad oltre 15.000 soldati spagnoli, diede origine alla Repubblica del Rif indipendente: sotto la guida del condottiero Abd el-Krim, resistette a francesi e spagnoli fino alla metà degli anni '30. Per sedare la rivolta dovettero intervenire pesantemente i francesi, forti di un contingente di circa 100.000 soldati: la campagna durò almeno fino al 1934 e costò alla Francia la perdita di almeno 30.000 uomini. Nel 1927 Yusuf morì e gli succedette il figlio Mohammed ben Yusef, che salì al trono come Mohammed V. La Francia impose sul Marocco la propria amministrazione diretta, sulla falsariga del modello applicato nella vicina Algeria. Allo stesso tempo iniziò una politica che prevedeva il riconoscimento delle specifiche diversità culturali delle tribù berbere, attirandosi per questo l'accusa da parte della componente araba del paese di voler dividere il Marocco in due. L'occupazione tedesca della Francia nel 1940, con la conseguente creazione dell'armata di resistenza francese in Africa sotto il comando del generale Charles De Gaulle e lo sbarco delle truppe alleate (specie americane) in Marocco nell'autunno 1942, portarono all'entrata in guerra di truppe marocchine che, al fianco degli alleati, parteciparono alle campagne in Italia, Francia e Germania. Nel 1944 fu fondato il partito nazionalista Istiqlal, il cui programma puntava esplicitamente all'indipendenza del paese dalla Francia; il partito ottenne il sostegno della componente araba della società marocchina e del sultano, che per questo nel 1953 fu obbligato a lasciare il paese. L'indipendenza Al termine della guerra, il partito Istiqlal chiese agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna l'appoggio per la causa indipendentista. La Francia, impegnata nelle crisi d'Algeria e d'Indocina, cercò di arrivare ad una soluzione negoziale: vi si arrivò nel 1956 con il riconoscimento franco-spagnolo dell'indipendenza del Marocco, ad eccezione di alcune città: Tangeri fu restituita alla sovranità marocchina solo alla fine del 1956, mentre per Tarfay si dovette aspettare il 1958. Nel 1957 Mohammed V fu nuovamente riconosciuto sovrano e richiamato dall'esilio. Quando morì, per un attacco cardiaco nel 1961, gli succedette il figlio, con il nome di Hassan II: il potere del sovrano era molto debole e per rafforzarlo egli adottò ben presto una politica di forza. L'anno successivo al suo insediamento al trono fu approvata una nuova costituzione e nel 1963 si tennero le prime elezioni nazionali. La costituzione fu sospesa da re Hassan II nel 1965 a seguito di sollevazioni popolari, causate sia dalla situazione politica sia da un grave crisi economica. Quanto a politica estera, nel 1963 il Marocco intraprese le ostilità con l'Algeria a seguito di dispute territoriali: era la Guerra della sabbia. Sul fronte interno il re perseguì una dura repressione contro ogni forma di opposizione nel paese, al fine di consolidare il proprio potere; in quello che è conosciuto come il periodo degli Anni di piombo, Hassan II subì due tentativi di colpo di stato e un attentato tra il 1971 e il 1972. Nei primi anni settanta emerse l'evidente importanza economica dei ricchissimi giacimenti di fosfati presenti nel Sahara Occidentale; la politica marocchina motivò fortemente la popolazione a stabilirsi in quella regione: fu la cosiddetta "Marcia Verde". Senza spargimento di sangue, già nel 1976 due terzi del territorio sahariano erano annessi al regno, mentre la parte restante fu occupata dalla Mauritania. L'annessione non è ancora oggi stata riconosciuta dal Fronte Polisario, né da diversi stati africani: la popolazione locale, i sahrāwī, invocano il diritto all'autodeterminazione dei popoli. Nel 1981, a seguito della decisione del re di concedere al Fondo Monetario Internazionale l'aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, la popolazione insorse: il sovrano scelse il pugno di ferro e inviò i carri armati per placare la Rivolta di Casablanca, causando centinaia di morti e migliaia di feriti. I tumulti tuttavia si protrassero, mentre il malcontento dilagava: solo negli anni novanta ci fu una distensione dei rapporti tra il monarca e i marocchini, con l'istituzione della "Commissione per la Verità e Riconciliazione", per investigare nei casi di mancato rispetto dei diritti umani; a seguito dell'alleanza con gli Stati Uniti, il Marocco fu poi uno dei primi paesi islamici a riaprire i rapporti con Israele: per contro questo causò un allontanamento dal resto del mondo arabo. Il Marocco affrontò le minacce dei fondamentalisti islamici a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, nonostante il re godesse di un vasto prestigio nella comunità religiosa, in quanto discendente diretto del profeta Maometto. Nel 1986 iniziarono i lavori per la costruzione dell'enorme moschea Hassan II, a Casablanca: l'intenzione era di aprirla in occasione del sessantesimo compleanno del monarca, nel luglio del 1989; in realtà i lavori si protrassero fino al 1993, in larga parte finanziati dalla cittadinanza. Successivamente, anche per le pressioni internazionali, il re liberò oltre 2000 oppositori politici, e nel 1994, dopo averlo graziato, permise il ritorno nel paese ad uno dei suoi principali oppositori politici, il socialista Mohamed Basri. Questo valse al paese una serie di accordi commerciali preferenziali con l'Unione Europea, firmati nel 1995. Nel 1997 Hassan II ottenne il consenso dell'opposizione per una nuova costituzione. Le elezioni di quell'anno furono vinte dal principale partito di opposizione, l'"Unione Socialista delle Forze Popolari", a cui fu affidata la formazione e guida del nuovo governo: tra le prime azioni intraprese ci fu la riapertura con l'Algeria, con la quale le relazioni erano interrotte da oltre cinquant'anni. Ultimi anni Il 23 luglio 1999 Hassan II morì e il giorno 30 gli succedette il figlio, eletto con il nome di Mohammed VI; sin dall'inizio del suo regno fu chiara la sua volontà di spianare le asperità che col tempo il padre aveva interposto tra sovrano e popolazione. Nel 2000 il Marocco impedì lo svolgimento del referendum per l'autodeterminazione del Sahara Occidentale inimicandosi l'Algeria, sostenitrice del Fronte Polisario. Sempre nello stesso anno, come forma di sostegno alla lotta del popolo palestinese, il Marocco rompe le relazioni diplomatiche con Israele. Il 30 luglio 2001 Mohammed VI annunciò la creazione dell'Istituto Reale per la Cultura Berbera: in Marocco il berbero è parlato da circa 6 milioni di persone, pari al 40% circa della popolazione, ma fino ad allora nelle scuole si usava solo l'arabo e il francese. Le elezioni del 2002 furono vinte ancora dai socialisti, anche se il quadro politico si andava complicando, vista la presenza in parlamento di ben 22 partiti politici. Furono approvate importanti riforme dal governo, tra cui le prime elezioni amministrative del paese e il Mudawanna, un insieme di leggi in materia di diritti delle donne. Nel 2002 Mohammed VI sposa l'ingegnere informatico Salma Bennani, che viene insignita del titolo ufficiale di Principessa (per la prima volta nella storia della monarchia alawita), con il nome di Lalla Salma. Nel 2003 il Marocco si esprime contro l'intervento angloamericano in Iraq, segnando in questo modo un raffreddamento nelle relazioni con i suoi tradizionali alleati occidentali. Ordinamento dello Stato: Secondo la costituzione promulgata da Hassan II nel dicembre 1962, il Marocco è uno stato sovrano retto da una monarchia costituzionale, sociale e democratica. Dal luglio 1999 il monarca è Mohammed VI che è successo al padre Hassan II, a sua volta preceduto dal padre Mohammed V, padre dell'indipendenza. La dinastia alaouita, a cui appartiene il sovrano, è originaria del sud e vanta un'origine sceriffale, ossia una discendenza diretta dal Profeta. Il sovrano è capo religioso del paese ("difensore della fede" e "comandante dei credenti"), capo politico e capo delle forze armate. In quanto capo politico può a sua discrezione sospendere la costituzione, sciogliere il parlamento e convocare nuove elezioni; inoltre, ha poteri esecutivi. Il potere esecutivo è detenuto dal palazzo (cioè dal re e dai suoi consiglieri) e dal governo. Il re presiede il consiglio dei ministri, nomina il primo ministro dopo le elezioni legislative e sentita la maggioranza parlamentare, nomina i ministri sentito il primo ministro, revoca i ministri a sua discrezione, e può, sempre a sua discrezione, dirigere per Dahir (regio decreto). Il primo ministro dirige il governo e coordina l'attività dei ministri, anche arbitrandone le divergenze; controfirma i dahir ed esercita il potere regolamentare (i regolamenti sono controfirmati dai ministri incaricati dell'attuazione); può emanare decreti-legge su delega del parlamento per oggetti determinati e durata limitata. Il potere legislativo, bicamerale dal 1996, è prerogativa della Camera dei rappresentanti (Majlis al-Nuwab), composta da 325 deputati eletti ogni 5 anni a suffragio universale, e dalla Camera dei consiglieri (Majlis al-Mustacharin), composta da 270 seggi rinnovati a elezione indiretta per un terzo ogni 3 anni. Il parlamento ha visto progressivamente aumentare i suoi poteri di controllo, fino alle ultime revisioni costituzionali del 1992 e 1996: oltre alla funzione legislativa, infatti, vota il bilancio del regno, può costituire commissioni d'inchiesta sull'operato del governo e può far cadere il governo con una mozione di sfiducia. L'ordine giudiziario è indipendente. I giudici della corte suprema sono nominati dal sovrano. Negli ultimi anni sono state create diverse magistrature specializzate, di ispirazione codicistica e non coranica. IL VIAGGIO Quando andare: I mesi migliori per visitare il Marocco sono quelli compresi tra ottobre e aprile quando la temperatura è più gradevole. I mesi estivi sono veramente troppo caldi e rischierete cali di pressione e colpi di sole! Chi invece ama le zone montuose e la neve deve sapere che durante l'inverno bisogna attrezzarsi per un clima molto rigido, insolito per un paese africano; la stagione sciistica dura da dicembre fino a marzo. Se visitate le città durante l’estate portate con voi, sempre, una bottiglia d’acqua. Rischi Sanitari: La struttura sanitaria è discreta e in via di miglioramento; vi consigliamo le cliniche private a pagamento. Consigliamo un’assicurazione sanitaria per le eventuali spese mediche in loco e per il rimpatrio d’emergenza. Riguardo l'alimentazione vi consigliamo di alimentarvi soltanto con cibi ben cotti e bere solamente acqua imbottigliata. Lavarsi i denti solo con acqua imbottigliata per evitare gastroenteriti e disturbi intestinali lievi. Nessuna vaccinazione obbligatoria, pertanto consigliamo misure mediche contro la rabbia e l'epatite A e B; sempre su stretto consiglio medico. Suggerimenti: Trasporti: La rete stradale marocchina si estende per 68.550 km (dati del 2007), di cui il 60% asfaltate. Il sistema è generalmente considerato soddisfacente, anche se soffre di parziale congestione ed è carente nelle aree dell'entroterra: attraverso il PNRR (Programma nazionale di strade rurali) il governo sta valutando la costruzione di altri 15.500 km di strade rurali entro il 2015, al fine di ridurre l'isolamento di alcune città. Il consolidamento della rete autostradale, gestita da Autoroutes du Maroc (ADM), è considerato una priorità nazionale. Con 862 km di autostrade praticabili, è la seconda rete africana, preceduta solo da quella del Sudafrica. Entro il 2015, essa dovrebbe essere potenziata fino a 1.804 km e raggiungere le città di Agadir e Oujda, rispettivamente 6° e 7° città del Paese. Lo sviluppo delle infrastrutture stradali in Marocco deve anche passare attraverso il rafforzamento della rete di superstrade, strade alternative meno costose. La rete funziona attualmente con soli 333 km di vie in servizio e dovrebbe essere estesa a più di 960 km entro il 2012: saranno raggiunte città come Tiznit, Essaouira, Ouarzazate e Nador. Per lungo tempo le ferrovie marocchine hanno sofferto una considerazione di minore interesse da parte del governo. Solo recentemente la ONCF, società pubblica che gestisce la rete ferroviaria marocchina, sembra aver ripreso le sue funzioni in maniera incisiva. Le infrastrutture esistenti comprendono 1.907 km di binari, di cui 1.022 km di linea elettrificata e solo 418 km a doppio binario. Sono in costruzione due linee ad alta velocità, su cui viaggeranno i TGV di produzione francese: • • Ligne Atlantique: collegherà le città di Tangeri e Agadir tramite Kenitra, Rabat, Casablanca, Marrakech entro il 2030 (Tangeri - Marrakech sarà operativa entro la fine del 2015) Ligne Maghrébine: collegherà le città di Rabat e Oujda con l'asse Fez - Meknes (prevista nel 2030) Oltre a questi progetti, la ONCF ha acquistato nuovi treni per collegare le città di Nador e Beni Mellal. Il trasporto aereo marocchino ha avuto negli ultimi anni un enorme sviluppo. Il Marocco oggi dispone di 15 aeroporti; l'Aeroporto internazionale Mohammed V di Casablanca nel 2008 è stato il 3° aeroporto africano in termini di traffico. Il traffico internazionale è aumentato nel 2007 di oltre il 17%, uno dei più alti indici di crescita su scala internazionale. La compagnia aerea di bandiera, la Royal Air Maroc, è attualmente seconda in Africa solo alla South African Airways. Oltre alla Royal Air Maroc, il Marocco ha tre compagnie aeree private: Jet4you (di proprietà del gruppo TUI AG), Regional Air Lines e Air Arabia Maroc, una joint venture di Air Arabia. Documenti: I cittadini italiani per visitare il Marocco non hanno bisogno di nessun visto; all'arrivo viene apposto sul passaporto un timbro con la validità di 90 giorni. Luoghi da visitare: Casablanca Passeggiando lungo i larghi marciapiedi nella strada principale di Casablanca è impossibile annoiarsi. Le boulevards di stampo francese faranno dimenticare di stare in Marocco. Nella città vi sono molti musei di arte contemporanea e caffè particolarmente piacevoli in cui il denominatore unico delle discussioni è la cultura. Molto vicina da raggiungere è la città di Rabat, piena di residui archeologici di pregevole importanza. Addentrandosi nell'hinterland si può osservare la magnificenza della zona dell'alto atlante, a ridosso dell'Algeria. Il mare di Casablanca è molto bello e soprattutto valorizzato. Sono presenti dei piccoli villaggi prettamente turistici, in cui sono ricostruite ambientazioni dell'antico Marocco, con edifici bassi e di colore chiaro. La medina nuova si trova dietro il palazzo reale e boulevard Victor Hugo .Il Mahakma del Pascià è un edificio di sessanta sale, costruito nel 1948 per servire da tribunale ed è molto caratteristico, sicuramente da visitare. Una visita è d'obbligo anche alla moschea di Hassan II, alla Koubba di sidi Beliouth, una tomba con una splendida cupola costruita alla fine dell'800 e al Santuario di Sidi el-Kairouani. Il santuario ospita la tomba del primo patrono della città, Sidi allal el-Kairouani. La barriera corallina è quasi assente, ma le immersioni garantiscono incontri con pesci variopinti molto emozionanti. Nei villaggi ci sono molte scuole che insegnano ad immergersi, offrendo un servizio professionale, che difficilmente si può trovare in altre parti del Marocco. Fes Fez è stata denominata la "città museo". Questo grazie ai numerosi edifici ancora eretti e ad una medina caratteristica, poco disturbata dagli sconvolgimenti moderni che hanno modificato radicalmente la struttura di altre città come ad esempio Casablanca. Così è possibile, con curiosità e stupore, guardare e fotografare gli asini che trasportano le vivande al mercato e i carrettini con la frutta adornati di caratteristici tappeti. I vicoli sono stretti e caratteristici. Il cielo è perennemente coperto da stuoie che tese sui tetti dei palazzi nei vicoli riparano dal sole torrido e regalano a quelle vie profumate di antichità, una penombra molto particolare. Fez conserva la moschea di Qarawiyyin e quella degli Andalusi, due delle moschee più importanti. Dirigendosi verso ovest del territorio di Fez non si può non fare visita all'agglomerato di Fez el-Giadid, dove si può visitare la Moschea nuova. Da visitare sono anche la Moschea Rossa e quella di Lalla Zhar. Spettacolare è la moschea madrassa Bu Inaniyya. Nella zona a nord della città, molto particolare e degno di note è il ponte costruito sul fiume Sebou. Tutte questa moschee sono state rivisitate negli anni. Passeggiando tuttavia per la città, è molto suggestivo fermarsi ad osservare anche le abitazioni private, decorate e stupende, a cui non è consigliabile fare fotografie. Sono caratterizzate da ampi porticati, con splendidi giardini interni e decorazioni sopraffine. I mercati sono molto affascinanti, pieni di tappeti dai colori inimmaginabili, eseguiti a mano, costosi ma assolutamente da fotografare se non da acquistare. Marrakesh La città offre molto; l'aspetto generale è esotico e i colori sono strabilianti. Si passa dal color ocra al verde, dal giallo arido della terra più arsa, al blu del cielo. Al Kutubyya è una moschea che merita importanza, così come quella di Ali Ibn Yusuf. La città è ricca dal punto di vista archeologico; esistono poi abitazioni private estremamente curate e da visitare, però dall'esterno; infatti è assai improbabile un invito da parte della gens nobile di Marrakech. Ricordiamo ancora, tra le Moschee, quella di Kayrouan, quella della Casbah, dei Librai, di Ibn Satih. Anche i monumenti funerari, rari in altre zone del Marocco sono strutture che lasciano a bocca aperta; ricordiamo le tombe dei Sadiani, adornate da portici ed arabeschi pregevoli. Rabat Merita di essere visitato il Convento della Vittoria, al centro di Rabat, con le sue alte mura e le porte monumentali. Sorge sulla sponda del fiume Bou Regreg. Tra le moschee, numerose e differenti l'una dall'altra, vale la pena di raggiungere quella di Giamì al Sunna e quella spettacolare di Hassan che conserva intatte tutte le sue colonne e la sua famosa torre. La necropoli di Chella non è ben conservata, ma permette di vedere tra i suoi resti le sue maestose mura di cinta ed una moschea interna. Ovunque, in città, spiccano costruzioni colorate e molto alte, squadrate in una simmetria tra loro quasi maniacale ed arricchite dal verde dei giardini ben curati e impreziositi da buganville. Le abitazioni private dei più facoltosi sono costruite con materiali moderni, ricalcando molte volte lo stile della medina antica, con archi in gessi e rifiniture preziose. Non sono concesse fotografie a queste abitazioni, non dimentichiamo che le abitudini in questi luoghi sono ben diverse dalle nostre. Il mare è eccezionale, sempre mite e ben rivalutato. La ricchezza della città si trasferisce anche alle spiagge, pulite ed arredate come fossero piccole oasi. Inutile dire che i prezzi non sono livellati a quelli delle città più povere del Marocco, ma comunque non eccessive.