Marocco Marocco - Casa dei Popoli

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Marocco
Nome ufficiale:: Regno del Marocco
Lingua ufficiale: arabo e amazigh
Capitale:: Rabat (1.717.000 ab.)
Superficie: 446.550 km²
Popolazione: 33.757.750 ab.
Valuta: Dirham
tesso orario del
Fuso orario: GMT (stesso
Meridiano di Greenwich)
(rosso e stella verde)
DATI GENERALI
Il Marocco (arabo: ‫المغرب‬, Al-Mamlaka
Mamlaka al-Maghribiyya,
al Maghribiyya, "regno dell'occidente") è uno stato
dell'Africa settentrionale, nella parte
rte occidentale della regione definita anche come Maghreb.
Deve il suo nome alla città di Marrakech.
Marrakech La parola Marrakech deriva dalla lingua berbera
Mur-Akush che significa Terra di Dio questo nome venne associato a questa città dal suo
fondatore Yusuf ibn Tashfin.. Le sue coste sono bagnate dal Mar Mediterraneo nella parte
settentrionale e dall'Oceano
Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest dello Stretto di Gibilterra.
G
I
confini terrestri sono con la sola Algeria,
Algeria ad est e sud-est,
est, e con il territorio del Sahara
Occidentale a sud (rivendicando il Marocco la sovranità su quest'ultimo territorio, il confine
meridionale viene dal Marocco considerato essere la Mauritania).
). Si contano però anche 4
enclave spagnole nella parte affacciata sul Mediterraneo: Ceuta, Melilla, Peñón de Vélez de la
Gomera, Peñón de Alhucemas.. Anche le isole Chafarinas,, sulla costa del Mediterraneo, 45 km
ad est di Melilla appartengono alla Spagna, così come le Isole Canarie al largo del lembo più
meridionale della costa atlantica del Marocco. Infine
In
l'isola Perejil,, uno scoglio disabitato
presso lo stretto di Gibilterra, è tutt'ora disputato tra Marocco e Spagna.
Ambiente: La geografia fisica del Marocco è caratterizzata dalla presenza di due grandi
catene montuose: quella del Rif,, a ridosso della costa mediterranea, e quella dell'Atlante
dell'
che
attraversa tutto il Paese da sud-ovest
ovest a nord-est
nord
ed ha vette che superano
erano i 4.000 m s.l.m..
Nella parte più meridionale del Marocco si incontra il grande deserto del Sahara in
corrispondenza del quale la presenza di insediamenti umani diventa estremamente rarefatta.
Il Marocco è segnato dalla presenza della catena montuosa dell'Atlante
dell'
che lo attraversa
diagonalmente da nord-est,
est, in corrispondenza del confine settentrionale con l'Algeria
l'Algeria, a sudovest, dove incontra l'oceano
oceano Atlantico all'altezza delle città di Agadir e Sidi Ifni.
Ifni La catena
montuosa dell'Atlante si sviluppa attraverso le cime dell'Anti
dell'
Atlante,, che toccano
to
un
massimo di 2.060 metri, nel sud ovest del paese, quelle dell'Alto
dell'
Atlante,, a cui appartiene il
Jbel Toubkal che con i suoi 4.165 metri è il più alto del paese, sempre nel sud-ovest,
sud ovest, quelle del
Medio Atlante nel nord del Marocco che arrivano a 3.350 metri di altitudine, e quelle
dell'Atlante Sahariano che arrivano ai 2.328 metri del monte Chelia. I fiumi del Marocco
hanno generalmente un andamento da sud verso nord o nord ovest, seguendo il tragitto che
dai monti dell'Atlante li porta a sfociare nel mar Mediterraneo o nell'oceano Atlantico.
Quando invece scorrono verso sud, verso i confini con l'Algeria assumono la caratteristica di
fiumi stagionali. Questi corsi d'acqua, per la scarsità delle precipitazioni e per la morfologia
dalla catena montuosa dell'Atlante, non sono adatti per la navigazione, ma sono intensamente
sfruttati per l'irrigazione e la produzione di energia idroelettrica. Tra i maggiori fiumi del
Marocco troviamo il Moulouya, che nasce dai monti dell'Atlante, nei pressi della città di
Midelt, e dopo circa 520 chilometri sfocia nel mar Mediterraneo, vicino ai confini con
l'Algeria; il fiume Oum Er-Rbia, lungo circa 1050 chilometri, il più lungo del paese è Oum Draa
lungo 1200 km. Oum Er-Rbia che nasce non distante dal Moulouya, e che si dirige verso
l'oceano Atlantico, dove alla sua foce sorge la città di Azemmour. Un altro fiume importante
del paese è l'Oued Sbou, che nasce anch'esso dai monti dell'Atlante e si tuffa nell'Atlantico
non lontano dalla città di Kenitra. Pochi chilometri a sud della città di Melilla, nel nord est del
Marocco, si trova la laguna di Sabkha bou Areq dove si affaccia il porto della città di Nador.
Lungo il corso del Moulouya si trovano due laghi, il lago di Mohamed V e poco più a
settentrione il lago di Meschra Ammadi.
Flora e Fauna: Se guardiamo al passato il Marocco non risplende certo per impegno nella
difesa della natura. Sul territorio marocchino si sono estinte, nell'ultimo secolo concluso,
varie specie animali: il leone, il bufalo e struzzo tanto per citare le più famose. Tuttavia con
l'ascesa al trono di Mohammed VI le cose sono radicalmente cambiate. Dai soli tre parchi che
il Marocco aveva nel 1999, nel 2006 il conto sale a una decina; a questi si devono aggiungere
quasi 150 "riserve biologiche". Tra i parchi più famosi citiamo quello di Toubkal che è il più
antico (1942) e il più alto (quota 4.167 metri s.l.m.) e il parco nazionale Souss-Massa, a sud di
Agadir, istituito nel 1991. Rilevante è l'attività di conservazione di una pianta oleifera
spontanea ed endemica dell'Ovest del paese, la Argania spinosa, che ha assunto interesse
economico, e ne ha sempre avuto di culturale e storico. Per preservare le popolazioni naturali
di Argania dalla spoliazione dovuta alla sempre maggiore richiesta economica ne sono
incoraggiati gli impianti e le coltivazioni specializzate.
Clima: Il clima del Marocco può essere suddiviso in quattro sotto-zone: Oceanico;
Mediterraneo; Montano; Continentale.
Etnie e Religioni: La popolazione marocchina ha principalmente origine da due etnie distinte:
i Berberi e gli Arabi. Nel corso del tempo queste due etnie si sono tra loro intrecciate e in
alcuni luoghi risulta difficile riconoscere l'una dall'altra. A grandi linee tuttavia è possibile
indicare nelle regioni pianeggianti e nelle grandi città i luoghi principali in cui è possibile
incontrare etnia araba, mentre nel Rif, sull'oceano, nell'Atlante e nel sud quella berbera.
Scendendo nel profondo sud è possibile trovare l'etnia Sahrawi. Attualmente il Marocco conta
circa 34 milioni di abitanti, per una densità di popolazione di 63 ab/km². Ci sono circa 3 milioni
di marocchini all’estero (2005), la maggior parte dei quali in Europa, principalmente in Francia
(1.113.176 nel 2004), Spagna (710.401 nel 2009), Italia (365.908 al 1º gennaio 2008 secondo i
dati ISTAT), Paesi Bassi (335.127 nel 2008), Belgio (264.974 nel 2005), e Germania (102.000
nel 2004). Il Marocco è il quarto paese africano di etnia araba per numero di abitanti, dopo
l'Egitto, il Sudan e l'Algeria. La maggior parte della popolazione vive a ovest della catena
montuosa dell'Atlante, che divide il paese del deserto del Sahara. Casablanca è il più
importante porto,centro commerciale e industriale.
La maggior parte dei marocchini professa l'Islam. Oltre ai musulmani in Marocco sono
presenti circa 60 mila cattolici, perlopiù francesi, e 15 mila ebrei. L'islam tradizionale
nordafricano presenta alcune caratteristiche particolari come il culto dei marabutti e dei
santi (Sidi), le cui tombe sono oggetto di pellegrinaggi. Rispetto alla vicina Algeria, in Marocco
sono molto meno numerosi e diffusi i fenomeni di terrorismo "islamista". Sebbene il re sia
considerato discendente del Profeta e "Principe dei credenti", la legislazione è notevolmente
laica, in particolare con un codice di diritto di famiglia (Mudawana), riformato nel 2004, che
tutela le donne molto più di quanto non faccia la legislazione a base islamica di altri Stati a
maggioranza musulmana. Anche l'uso degli alcolici, sebbene vietato dalla legge coranica, non è
punito dalla legge marocchina. Inoltre, è molto seguito il calendario occidentale per cui, nelle
città più importanti e/o più turistiche, molto spesso è la domenica, e non il venerdì, il giorno di
riposo. Per i musulmani marocchini che non possono permettersi di andare in pellegrinaggio alla
Mecca, è possibile recarsi alla città santa di Moulay Idris nei pressi di Meknes, anche se
questa tradizione non è suffragata da nessuna dispensa ufficiale.
Lingua: La lingua ufficiale del paese è l'arabo, anche se il 40% degli abitanti parla il berbero
(introdotto di recente nelle scuole ma non riconosciuto come lingua ufficiale); il francese è
una seconda lingua diffusa ed è molto usato nell'amministrazione, nell'educazione superiore e
nei commerci.
CULTURA:
Una delle più importanti manifestazioni dell'architettura marocchina è quella religiosa. La
moschea è l'edificio in cui i credenti di fede musulmana si trovano per la preghiera ed è
costituita da elementi comuni:
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•
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•
Il sahn ovvero il cortile con la vasca per le abluzioni
il riwaq ovvero il portico
La haram ovvero la vera e propria sala dedicata alla preghiera
Il mihrab ovvero la nicchia posta nella parete ad indicare la direzione della Mecca
Il minbar ovvero il pulpito, presente nella moschea principale, da dove l'imam pronuncia
il sermone
Il minareto ovvero la torre, normalmente in Marocco a base quadrata, utilizzata dal
muezzin per chiamare a raccolta i fedeli.
Un altro edificio oggetto dell'architettura religiosa è la medersa un edificio costruito spesso
nei pressi di una moschea e in cui si insegnava la legge islamica e la teologia. Alcuni elementi
architettonici sono simili quelli di una moschea, come la vasca delle abluzioni e la sala delle
preghiere, altri sono invece tipici, come la galleria, al piano superiore, costruita intorno al
cortile con le celle ospitanti gli studenti. Le decorazioni solitamente sono impreziosite dal
frutto del lavoro di abili artigiani che hanno utilizzato mattonelle zellij e stucchi muqarna.
Oltre all'architettura religiosa occorre anche citare l'architettura urbana con il suq (o bazar)
che, anche se ad una prima vista può sembrare una costruzione di case senza criterio, in
realtà è costruito secondo criteri caratteristici dell'architettura urbana dell'Africa
settentrionale. La struttura prevede un intreccio di vie alternativamente coperte per
permettette di mantenere il clima al suo interno fresco e areato. Il riferimento del suq è la
moschea e intorno ad essa si sviluppano i vari negozi con una rigorosa gerarchia dettata dalla
merce posta in vendita. Pertanto si va dai negozi di candele e di oggetti di culto in generale,
prossimi alla moschea, per passare via via allontanandosi, ai librai, ai merciai e per finire, nei
pressi delle mura, i negozi utili ai carovanieri. Discorso a parte va fatto per quella che è
chiamata l'architettura berbera che si esprime nel ksar e nella qasba (o kasbah). Il ksar è un
villaggio fortificato cinto da un muro con quattro torri con una sola entrata che porta alla via
principale centrale normalmente coperta. Il muro di cinta risulta di terra nella parte inferiore
mentre è di mattoni nella parte superiore dove finestre strette e lunghe consentono nel
contempo l'ingresso della luce e una buona difesa da potenziali nemici. La qasba, simile al ksar,
è una struttura più urbana dai colori intensi e dalle torri decorate modellandone l'impasto.
Per quanto riguarda la letteratura Muhammad Awzal fu un poeta religioso berbero nato
intorno al 1670 nel villaggio di al-Qasaba nella regione del Sous e qui morto nel 1748 o nel
1749. Tra gli scrittori di romanzi la cui fama è giunta fino in europa possiamo ricordare:
•
•
•
Tahar Ben Jelloun è uno scrittore franco-marocchino, impegnato nella lotta contro il
razzismo. Riporta nei suoi romanzi i racconti, le leggende, i riti dell'area del Maghreb
africano e gli antichi miti ancestrali.
Mohamed Choukri è stato uno scrittore marocchino d'origine berbera, per due volte
candidato al Premio Nobel per la letteratura. A volte viene indicato come Muhammad
Shukri.
Fatema Mernissi è nata a Fez in Marocco nel 1940 e oltre che scrittrice è docente di
sociologia all'università di Rabat Mohammed e studiosa del Corano.
In Marocco la musica classica, sia che sia strumentale o vocale, è chiamata andalusa a causa
del suo sviluppo attorno all'anno 1000 nel sud della Spagna. Oggi le composizioni, in buona
parte, sono organizzate in cinque movimenti dal diverso metro. Nella sua composizione
l'orchestra presenta strumenti a corda come il rebab, uno strumento ad arco che viene
considerato parte della famiglia dei liuti, l'oud, uno strumento cordofono a manico corto anche
questo membro della famiglia dei liuti, il qanun, cetra trapezoidale con numerosi cori di corde
tesi su un piano armonico di pergamena, il violino e vari strumenti a percussione.
Gastronomia: La cucina marocchina ha come base il cibo tipico dei nomadi (pecora, verdure e
datteri) con contaminazioni arabe e francesi. I piatti che ne derivano sono un concentrato di
vari sapori che vanno dal dolce al salato. In un piatto unico è possibile trovare carne, frutta e
verdura, condita anche con dello zucchero. Tipico piatto è il tajine, il cuscus, la bastilla, il
m'choui, l'harira, le brochette e i merguez. Lungo la costa è possibile gustare sia crostacei
come l'astice, l'aragosta e i gamberoni sia altri tipi di pesce quali sardine e sogliole. In ogni
strada è facile imbattersi in venditori di fichi d'India e datteri. Mandorle, miele e zucchero
sono la base dei dolci marocchini, tipici dolcetti sono le "corna di gazzella" dove la pasta di
mandorle si mescola con il profumo dei fiori d'arancio. La bevanda tipica del Marocco è il tè
alla menta che ha anche un suo tipico rito di preparazione. Inoltre la cucina marocchina si
differenzia dal nord al sud.
Manifestazioni: Il più importante periodo di festività religioso è il Ramadan: nome che si dà
al nono mese dell’anno lunare musulmano (Egira). Dall’alba al tramonto tutti devono rispettare
il digiuno; in questo periodo l’atmosfera è quasi surreale e immobile. Tutti i negozi sono chiusi
e nulla sembra essere animato. Al calar del sole, dopo il tramonto, la vita esplode in un rituale
di festa e preghiera collettiva. Anche i turisti devono, in pubblico, rispettare il Ramadan. Il
periodo del mese sacro di Ramadan si conclude con la festa detta Aid al-Fitr o piccola festa: i
bambini sono i più contenti, per loro ci sono infatti dolci a volontà! Celebrata durante il 10°
giorno del mese del Pellegrinaggio, l’Aid al-Adha, o festa del sacrificio, è la solennità più
importante del calendario islamico: è una celebrazione talmente importante che è anche
soprannominata Aid al-Kabir (festa grande). Si commemora il miracolo che Allah compì
sostituendo il figlio di Abramo con un montone durante il sacrificio.
Un’altra importante
celebrazione dell’anno lunare islamico è l’Aid-Milad-an-Nabi, in cui si commemora il giorno di
nascita del profeta Maometto.
Tra le festività laiche annoveriamo Capodanno, il 1° gennaio; il Giorno dell’Indipendenza, l’11
gennaio; l’Anniversario della salita al trono di Re Hassan II, il 3 marzo; la Festa del Lavoro, il
1° maggio; la Festa Nazionale, il 23 maggio; la Festa della Rivoluzione del re e del popolo, il 20
agosto.
STORIA:
Antica regione dell'Africa Settentrionale, oggi divisa tra il Marocco e l'Algeria, abitata dai
Mauri. Regno indipendente dal IV secolo a.C., subì l'influenza di Cartagine. Fu assoggettata dai
romani in seguito all'uccisione dell'ultimo re Tolomeo (40 d.C.) e divenne, nel 42 a.C., la
provincia della Mauretania Tingitana. Nel 429 d.C., dalla penisola iberica, giunsero in questa
regione i Vandali, che quasi un secolo dopo, nel 533 furono sconfitti dai bizantini, guidati da
Belisario. Nel 683, circa 50 anni dopo la morte del Profeta dell'Islam, Maometto, il Marocco
viene conquistato dalle truppe di ʿUqba b. Nāfiʿ. Circa un secolo dopo, nel 788, sale al potere
per la prima volta una dinastia locale, quella degli Idrissidi (fondata proprio in Marocco da
Idris I), che regnò fino al 917, che diffusero l'islam tra le popolazioni berbere. Sotto questa
dinastia, venne fondata Fes, che divenne un importante centro culturale, religioso e
commerciale. A questa prima dinastia di origine berbera, si sostituì quella sciita dei Fatimidi,
che dopo lunghi anni di lotte, riuscirono a prevalere nel 917, governando gran parte
dell'odierno Marocco, fino alla metà dell'XI secolo. Originario del Sahara Occidentale, un
capo dei Lamtūna («uomini velati», antecedenti dei Tuareg), rilevando la mancanza di una
buona conoscenza dell'Islam da parte dei suoi uomini, si rivolse al religioso ʿAbd Allāh Ibn
Yāsīn, di scuola giuridica (madhhab) malikita e puritano. Da principio il suo insegnamento non
ebbe successo. Si decise quindi a fondare un ribāṭ (convento fortificato, da qui il nome di alMurābiṭūn, «quelli del ribāṭ»), nell'isola di Tidra in Mauritania. Predicava innanzi tutto
l'obbedienza alla lettera (ovvero alla lingua) e ai precetti del Corano e l'importanza della
disciplina. Trovò rapidamente successo, fondò un esercito di neo-convertiti e attaccò l'impero
del Ghana nel 1076. Yūsuf Ibn Tāshfīn succedette in seguito a Ibn Yāsīn, morto in
combattimento, ed è considerato il primo sovrano almoravide. Fondò Marrakech nel 1060, e
Tlemcen nel 1080. Tra il 1063 e il 1082, lavorò per unificare il Marocco e l'Algeria
occidentale, fondando il regno di Tlemcen. Nel 1086, venne invitato dai principi arabi di
Spagna, i cosiddetti "re delle Taifa", ad aiutarli contro Alfonso VI di Castiglia. Sbarcato il 30
giugno, Ibn Tāshfīn venne raggiunto dai re di Siviglia, Granada, Malaga e Badajoz, e il 23
ottobre inflisse una severa sconfitta a Alfonso VI a Sagrajas (Zallaqa per gli Arabi), non
lontano da Badajoz. Rientrò in seguito in Nordafrica per sistemare i suoi affari, prima di
essere
richiamato
nel
1089.
Vedendo che i signori arabi complottavano l'uno contro l'altro e anche contro di lui,
appoggiandosi alle autorità religiose locali si rese padrone di tutto al-Andalus tra il 1090 e il
1094. Nonostante il suo relativo insuccesso nei confronti dei cristiani ai comandi del Cid, fu
questo l'apogeo raggiunto dagli Almoravidi. Ibn Tāshfīn morì nel 1106, all'età, secondo la
tradizione di 100 anni. Gli succedette ʿAlī ibn Yūsuf ibn Tāshfīn. Egli ingrandì e consolidò
l'impero almoravide, ma si scontrò con la resistenza dei principi cristiani e con l'agitazione dei
berberi Almohadi, ostili alla dottrina malikita, che predicavano la guerra santa ( jihād ) contro
gli Almoravidi. Nel 1142, quando morì, l'agitazione almohade era al suo culmine. Nel 1145, il suo
successore, Tāshfīn ibn ʿAlī si uccise cadendo in un precipizio mentre fuggiva dopo una
sconfitta nei pressi di Orano. Vi furono in seguito ancora due re almoravidi, ma si trattava
solo di governanti-fantoccio. Con la conquista di Marrakech del 1147 suonò l'ora della fine
della dominazione Almoravide in Africa. Gli Almoravidi, conosciuti come Banu Ghanya si
spostarono successivamente alle Baleari e in Tunisia. Una curiosità è che il cognome Murabit e
le sue derivazioni Mourabit, Morabito e Murabito sono particolarmente diffusi in Marocco,
Tunisia, Mauritania, Sicilia Orientale e Calabria meridionale. Agli Almoravidi fece seguito
un'altra dinastia di regnanti di origine berbera, gli Almohadi, che regnò fino al 1269,
controllando un grande territorio, che oltre al Marocco, comprendeva l'Algeria, la Tunisia, la
Libia e alcune regioni della Spagna e del Portogallo. Muhammad ibn Tūmart, originario della
tribu berbera dei Masmūda nella regione del Sous (berbero Sus; arabo Sūs), nell'AntiAtlante, era figlio di un addetto all'accensione delle lampade di una moschea e noto per la sua
religiosità e per la sua deformità fisica. Influenzato dallo sciismo, si oppose alla scuola
giuridica (madhhab) malikita imposto dalla dinastia regnante, gli Almoravidi. Dopo essere stato
cacciato per aver suscitato disordini, si rifugiò nell'Alto Atlante, a Tinmal dove organizzò una
comunità militare e religiosa (il Consiglio dei Dieci e il Consiglio dei Cinquanta) intorno ad un
Islam rigido ed austero, e nel 1121 si proclamò Mahdi (il "ben guidato" che tornerà alla fine del
mondo). È assai probabile che la sua influenza non sarebbe sopravvissuta alla sua persona se
non avesse trovato come luogotenente ’Abd al-Mù’min, un altro Berbero d'Algeria che fu
indubbiamente un militare e un politico di prim'ordine. Quando Ibn Tūmart morì, nel 1128,
’Abd al-Mù’min tenne segreta per due anni la sua scomparsa, fino a che non si fu affermata la
sua personale influenza. Sotto il suo comando furono conquistate, una dopo l'altra, Tlemcen,
Fez e infine Marrakech, la cui caduta segnò la fine totale della dinastia almoravide, nel 1147.
A poco a poco ’Abd al-Mù’min estese la sua autorità su un impero che comprendeva l'insieme
del Maghreb e il Bilād al-Andalus occidentale (presa di Cordova nel 1148 e di Granada nel
1154). Si proclamò califfo e comandante dei credenti, rinnegando così la sovranità degli
Abbasidi, ed impose il principio di ereditarietà dinastica. Suo figlio, Abū Ya‘qūb Yūsuf (1163–
1184), poté così succedergli alla sua morte nel 1163. Quest'ultimo, e suo figlio Abū Yūsuf
Ya‘qūb al-Mansūr, «il Reso vittorioso [da Dio]» (1184–1199), terzo califfo, continuarono la sua
opera ed estesero la loro autorità a tutta la Spagna islamica, infliggendo nel 1195 una
sconfitta ad Alfonso VIII di Castiglia nella battaglia di Alarcos. In Africa riuscirono a
scacciare le guarnigioni collocate nelle città costiere dai re normanni di Sicilia. La dinastia dei
Merinidi Originariamente erano nomadi che vivevano nel nord del Sahara.
La desertificazione progressiva della regione e l'avanzata degli Hafsidi dell'Ifriqiya (che a
partire dal 1229 sostituirono gli Almohadi in Tunisia, Algeria e nord ovest della Tripolitania) li
spinsero
verso
l'est
del
Maghreb.
Dopo che, nel 1212, gli Almohadi nella penisola iberica, furono sconfitti dall'unione degli
eserciti castigliani, aragonesi-catalani, navarresi e portoghesi (non parteciparono alla
battaglia solo le truppe del León), nella battaglia di Las Navas de Tolosa, dal 1215, i Merinidi
iniziarono a combattere i loro correligionari per sostituirsi ad essi nel governo della parte
occidentale del Maghreb, riuscendo nell'impresa in una quarantina d'anni. Il loro nuovo dominio
si estendeva dal Mar Mediterraneo ai monti del Rif e dell'Atlante, all'Oceano Atlantico, con le
città
di
Taza
e
Fès
in
posizione
centrale.
Nel 1269, posero fine alla dinastia almohade, con la presa di Marrakesh, ultimo loro baluardo.
Dal 1275, i Merinidi parteciparono attivamente alle lotte dei Nasridi del Sultanato di Granada
contro gli attacchi dei regni cristiani della penisola iberica. Nel XIV secolo tentarono anzi di
estendere il loro dominio sulla penisola, riuscendo a riconquistare Gibilterra e una parte
dell'Andalusia (1333), ma furono fermati all'assedio di Tarifa e con la sconfitta subita,
assieme al loro alleato, il Sultano di Granada, Yūsuf I, al rio Salado (detta anche Battaglia di
Tarifa), nel 1340, ad opera di truppe castigliane e portoghesi, dovettero abbandonare
definitivamente la penisola iberica. Nel 1358, alla morte del re merinide, Abū `Inān Fāris,
ucciso da uno dei suoi visir, iniziò la decadenza della dinastia: fatto che permise ai regni
cristiani della penisola iberica di portare la guerra sul loro dominio, permettendo loro di
installarsi
in
alcune
località
della
costa.
Contemporaneamente i loro visir accrescevano sempre più i loro poteri sino a che una famiglia
di visir (i Banū Wattāṣ, o Wattasidi) esautorò definitivamente i Merinidi, sostituendosi a loro
nell'esercizio del governo ed assumendo i pieni poteri sulle regioni dell'attuale Marocco. I
Wattasidi, succeduti ai Merinidi, non riuscirono a contrastare l'avanzata nel continente
africano degli europei, tanto che nel 1497 Melilla cadde in mano spagnola. Dove fallirono i
Wattasidi, riuscirono invece i rappresentanti della dinastia dei Saʿaditi, che nel 1541
sconfissero i portoghesi ad Agadir, fermandone l'espansione in Marocco, e pochi anni più
tardi, nel 1554, succedettero definitivamente ai Wattasidi, aiutati anche dal fatto di poter
vantare una discendenza diretta dal Profeta. Risale alla battaglia di al-Mansour 1578 la
definitiva sconfitta dei portoghesi in terra africana. A questi successi militari fece seguito un
periodo di pace e stabilità sociale che favorì un'importante sviluppo delle arti e delle scienze.
Intorno al 1660 sale al potere la dinastia degli Alawiti o Alawidi (per non confonderli con la
setta degli Alawiti), che attualmente regna in Marocco. Anch'essa vanta una discendenza dal
Profeta, attraverso la figlia Fatima e il cugino Ali, suo consorte; tuttavia, sono sunniti e non
sciiti. Tale ascendenza sceriffale, riconosciuta in Marocco con il titolo di Moulay o Mulay, ha
fornito loro la legittimità per sopravvivere al colonialismo fino all'indipendenza. A questa
dinastia appartiene Mulay Ismaïl, secondo sultano, che regnò dal 1672 al 1727 e combatté
efficacemente gli europei, a cui strappò diversi porti africani, e gli ottomani. Alla sua morte
però la potenza del sultanato fu minata per 18 anni da numerose faide intestine, tanto che il
controllo del sultano si ridusse ad appena un terzo del territorio originariamente controllato.
Il colonialismo
È alla fine del XVIII secolo che risalgono le prime penetrazioni di tipo commerciale delle
potenze europee, Francia e Gran Bretagna per prime. Nel corso del XIX secolo, divenuto il
Marocco oggetto dell'interesse delle potenze coloniali, sulla spinta di forze nazionalistiche il
sultano del Marocco tentò di riprendere il controllo delle città di Ceuta e Melilla. Il tentativo
fallì per la pronta reazione della Spagna, che portò all'occupazione di Tétouan nel 1860 e al
pagamento di ingenti somme come riparazione per i danni di guerra. All'inizio del XX secolo
risalgono le prime occupazioni francesi in terra marocchina, che intendevano frapporsi alla
influenza spagnola sulla regione. Nel 1904, con l'avallo della Gran Bretagna che in cambio
ottenne di poter estendere la sua influenza sull'Egitto, Francia e Spagna decisero di dividersi
la sfera d'influenza sul paese. A questo accordo si oppose però la Germania che offrì il suo
aiuto al sultanato. La situazione di stallo si risolse con la conferenza di Algeciras del 1906,
che istituiva un controllo internazionale sul Marocco, a garanzia degli interessi economici dei
paesi europei. Nel 1908 ‘Abd al-‘Azī´z fu deposto per la sua debolezza, prima dai nobili del sud
e poi dagli ulema di Fez, che fecero salire al trono il fratello maggiore ‘Abd al-Hafīz.
Nell'estate del 1911 scoppiò la crisi di Agadir tra Francia e Germania che portò i tedeschi ad
inviare la Panther, nel porto della città atlantica: sembrava il preludio di una nuova guerra tra
le due potenze. La crisi fu invece risolta per via diplomatica, con il riconoscimento tedesco del
protettorato francese sul Marocco e concessioni territoriali alla Germania in Congo.
Il 30 marzo 1912 con il trattato di Fez il sultano alawita ‘Abd al-Hafīz accettò di riconoscere
la condizione di protettorato del Marocco: il regno diventava a tutti gli effetti una colonia
francese; la Spagna conservava il controllo diretto su alcune parti del paese, come il Rif,
Tarfaya e Ifni. A causa delle rivolte scoppiate in tutto il paese, ‘Abd al-Hafīz dovette
abdicare: gli succedette il fratello Yusef ben Hassan. Il trattato fu come un segnale di via
libera all'insediamento di decine di migliaia di francesi: in breve tempo fondarono numerose
nouvelle villes e sotto le direttive del governatore Lyautey, furono costruite strade, ferrovie
e acquedotti. Ebbe luogo anche la riorganizzazione amministrativa del paese che, pur sempre
politicamente unito, fu diviso in tre regioni d'influenza:
•
•
•
il protettorato francese, governato da Rabat, dove risiedeva il sultano
il protettorato spagnolo, governato da Tétouan, dove risiedeva un califfo nominato dal
sultano
Tangeri, città internazionale
La Francia reagì alle rivolte che scoppiavano un po' in tutto il paese occupando Marrakech e
Agadir. Iniziò un periodo di rivolte e susseguenti repressioni delle autorità francesi, che
ottennero il controllo delle città ma non delle campagne. Nel 1920 la rivolta di alcune tribù del
Rif, costata la vita ad oltre 15.000 soldati spagnoli, diede origine alla Repubblica del Rif
indipendente: sotto la guida del condottiero Abd el-Krim, resistette a francesi e spagnoli fino
alla metà degli anni '30. Per sedare la rivolta dovettero intervenire pesantemente i francesi,
forti di un contingente di circa 100.000 soldati: la campagna durò almeno fino al 1934 e costò
alla Francia la perdita di almeno 30.000 uomini. Nel 1927 Yusuf morì e gli succedette il figlio
Mohammed ben Yusef, che salì al trono come Mohammed V. La Francia impose sul Marocco la
propria amministrazione diretta, sulla falsariga del modello applicato nella vicina Algeria. Allo
stesso tempo iniziò una politica che prevedeva il riconoscimento delle specifiche diversità
culturali delle tribù berbere, attirandosi per questo l'accusa da parte della componente araba
del paese di voler dividere il Marocco in due. L'occupazione tedesca della Francia nel 1940,
con la conseguente creazione dell'armata di resistenza francese in Africa sotto il comando
del generale Charles De Gaulle e lo sbarco delle truppe alleate (specie americane) in Marocco
nell'autunno 1942, portarono all'entrata in guerra di truppe marocchine che, al fianco degli
alleati, parteciparono alle campagne in Italia, Francia e Germania. Nel 1944 fu fondato il
partito nazionalista Istiqlal, il cui programma puntava esplicitamente all'indipendenza del
paese dalla Francia; il partito ottenne il sostegno della componente araba della società
marocchina e del sultano, che per questo nel 1953 fu obbligato a lasciare il paese.
L'indipendenza
Al termine della guerra, il partito Istiqlal chiese agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna
l'appoggio per la causa indipendentista. La Francia, impegnata nelle crisi d'Algeria e
d'Indocina, cercò di arrivare ad una soluzione negoziale: vi si arrivò nel 1956 con il
riconoscimento franco-spagnolo dell'indipendenza del Marocco, ad eccezione di alcune città:
Tangeri fu restituita alla sovranità marocchina solo alla fine del 1956, mentre per Tarfay si
dovette aspettare il 1958. Nel 1957 Mohammed V fu nuovamente riconosciuto sovrano e
richiamato dall'esilio. Quando morì, per un attacco cardiaco nel 1961, gli succedette il figlio,
con il nome di Hassan II: il potere del sovrano era molto debole e per rafforzarlo egli adottò
ben presto una politica di forza. L'anno successivo al suo insediamento al trono fu approvata
una nuova costituzione e nel 1963 si tennero le prime elezioni nazionali. La costituzione fu
sospesa da re Hassan II nel 1965 a seguito di sollevazioni popolari, causate sia dalla
situazione politica sia da un grave crisi economica. Quanto a politica estera, nel 1963 il
Marocco intraprese le ostilità con l'Algeria a seguito di dispute territoriali: era la Guerra
della sabbia. Sul fronte interno il re perseguì una dura repressione contro ogni forma di
opposizione nel paese, al fine di consolidare il proprio potere; in quello che è conosciuto come
il periodo degli Anni di piombo, Hassan II subì due tentativi di colpo di stato e un attentato
tra il 1971 e il 1972. Nei primi anni settanta emerse l'evidente importanza economica dei
ricchissimi giacimenti di fosfati presenti nel Sahara Occidentale; la politica marocchina
motivò fortemente la popolazione a stabilirsi in quella regione: fu la cosiddetta "Marcia
Verde". Senza spargimento di sangue, già nel 1976 due terzi del territorio sahariano erano
annessi al regno, mentre la parte restante fu occupata dalla Mauritania. L'annessione non è
ancora oggi stata riconosciuta dal Fronte Polisario, né da diversi stati africani: la popolazione
locale, i sahrāwī, invocano il diritto all'autodeterminazione dei popoli. Nel 1981, a seguito della
decisione del re di concedere al Fondo Monetario Internazionale l'aumento dei prezzi dei
generi di prima necessità, la popolazione insorse: il sovrano scelse il pugno di ferro e inviò i
carri armati per placare la Rivolta di Casablanca, causando centinaia di morti e migliaia di
feriti. I tumulti tuttavia si protrassero, mentre il malcontento dilagava: solo negli anni novanta
ci fu una distensione dei rapporti tra il monarca e i marocchini, con l'istituzione della
"Commissione per la Verità e Riconciliazione", per investigare nei casi di mancato rispetto dei
diritti umani; a seguito dell'alleanza con gli Stati Uniti, il Marocco fu poi uno dei primi paesi
islamici a riaprire i rapporti con Israele: per contro questo causò un allontanamento dal resto
del mondo arabo. Il Marocco affrontò le minacce dei fondamentalisti islamici a partire dalla
seconda metà degli anni ottanta, nonostante il re godesse di un vasto prestigio nella comunità
religiosa, in quanto discendente diretto del profeta Maometto. Nel 1986 iniziarono i lavori per
la costruzione dell'enorme moschea Hassan II, a Casablanca: l'intenzione era di aprirla in
occasione del sessantesimo compleanno del monarca, nel luglio del 1989; in realtà i lavori si
protrassero fino al 1993, in larga parte finanziati dalla cittadinanza. Successivamente, anche
per le pressioni internazionali, il re liberò oltre 2000 oppositori politici, e nel 1994, dopo
averlo graziato, permise il ritorno nel paese ad uno dei suoi principali oppositori politici, il
socialista Mohamed Basri. Questo valse al paese una serie di accordi commerciali
preferenziali con l'Unione Europea, firmati nel 1995. Nel 1997 Hassan II ottenne il consenso
dell'opposizione per una nuova costituzione. Le elezioni di quell'anno furono vinte dal
principale partito di opposizione, l'"Unione Socialista delle Forze Popolari", a cui fu affidata la
formazione e guida del nuovo governo: tra le prime azioni intraprese ci fu la riapertura con
l'Algeria, con la quale le relazioni erano interrotte da oltre cinquant'anni.
Ultimi anni
Il 23 luglio 1999 Hassan II morì e il giorno 30 gli succedette il figlio, eletto con il nome di
Mohammed VI; sin dall'inizio del suo regno fu chiara la sua volontà di spianare le asperità che
col tempo il padre aveva interposto tra sovrano e popolazione. Nel 2000 il Marocco impedì lo
svolgimento del referendum per l'autodeterminazione del Sahara Occidentale inimicandosi
l'Algeria, sostenitrice del Fronte Polisario. Sempre nello stesso anno, come forma di sostegno
alla lotta del popolo palestinese, il Marocco rompe le relazioni diplomatiche con Israele. Il 30
luglio 2001 Mohammed VI annunciò la creazione dell'Istituto Reale per la Cultura Berbera: in
Marocco il berbero è parlato da circa 6 milioni di persone, pari al 40% circa della popolazione,
ma fino ad allora nelle scuole si usava solo l'arabo e il francese. Le elezioni del 2002 furono
vinte ancora dai socialisti, anche se il quadro politico si andava complicando, vista la presenza
in parlamento di ben 22 partiti politici. Furono approvate importanti riforme dal governo, tra
cui le prime elezioni amministrative del paese e il Mudawanna, un insieme di leggi in materia di
diritti delle donne. Nel 2002 Mohammed VI sposa l'ingegnere informatico Salma Bennani, che
viene insignita del titolo ufficiale di Principessa (per la prima volta nella storia della monarchia
alawita), con il nome di Lalla Salma. Nel 2003 il Marocco si esprime contro l'intervento angloamericano in Iraq, segnando in questo modo un raffreddamento nelle relazioni con i suoi
tradizionali alleati occidentali.
Ordinamento dello Stato: Secondo la costituzione promulgata da Hassan II nel dicembre
1962, il Marocco è uno stato sovrano retto da una monarchia costituzionale, sociale e
democratica. Dal luglio 1999 il monarca è Mohammed VI che è successo al padre Hassan II, a
sua volta preceduto dal padre Mohammed V, padre dell'indipendenza. La dinastia alaouita, a
cui appartiene il sovrano, è originaria del sud e vanta un'origine sceriffale, ossia una
discendenza diretta dal Profeta. Il sovrano è capo religioso del paese ("difensore della fede"
e "comandante dei credenti"), capo politico e capo delle forze armate. In quanto capo politico
può a sua discrezione sospendere la costituzione, sciogliere il parlamento e convocare nuove
elezioni; inoltre, ha poteri esecutivi. Il potere esecutivo è detenuto dal palazzo (cioè dal re e
dai suoi consiglieri) e dal governo. Il re presiede il consiglio dei ministri, nomina il primo
ministro dopo le elezioni legislative e sentita la maggioranza parlamentare, nomina i ministri
sentito il primo ministro, revoca i ministri a sua discrezione, e può, sempre a sua discrezione,
dirigere per Dahir (regio decreto). Il primo ministro dirige il governo e coordina l'attività dei
ministri, anche arbitrandone le divergenze; controfirma i dahir ed esercita il potere
regolamentare (i regolamenti sono controfirmati dai ministri incaricati dell'attuazione); può
emanare decreti-legge su delega del parlamento per oggetti determinati e durata limitata. Il
potere legislativo, bicamerale dal 1996, è prerogativa della Camera dei rappresentanti (Majlis
al-Nuwab), composta da 325 deputati eletti ogni 5 anni a suffragio universale, e dalla Camera
dei consiglieri (Majlis al-Mustacharin), composta da 270 seggi rinnovati a elezione indiretta
per un terzo ogni 3 anni. Il parlamento ha visto progressivamente aumentare i suoi poteri di
controllo, fino alle ultime revisioni costituzionali del 1992 e 1996: oltre alla funzione
legislativa, infatti, vota il bilancio del regno, può costituire commissioni d'inchiesta
sull'operato del governo e può far cadere il governo con una mozione di sfiducia. L'ordine
giudiziario è indipendente. I giudici della corte suprema sono nominati dal sovrano. Negli ultimi
anni sono state create diverse magistrature specializzate, di ispirazione codicistica e non
coranica.
IL VIAGGIO
Quando andare: I mesi migliori per visitare il Marocco sono quelli compresi tra ottobre e
aprile quando la temperatura è più gradevole. I mesi estivi sono veramente troppo caldi e
rischierete cali di pressione e colpi di sole! Chi invece ama le zone montuose e la neve deve
sapere che durante l'inverno bisogna attrezzarsi per un clima molto rigido, insolito per un
paese africano; la stagione sciistica dura da dicembre fino a marzo. Se visitate le città
durante l’estate portate con voi, sempre, una bottiglia d’acqua.
Rischi Sanitari: La struttura sanitaria è discreta e in via di miglioramento; vi consigliamo le
cliniche private a pagamento. Consigliamo un’assicurazione sanitaria per le eventuali spese
mediche in loco e per il rimpatrio d’emergenza. Riguardo l'alimentazione vi consigliamo di
alimentarvi soltanto con cibi ben cotti e bere solamente acqua imbottigliata.
Lavarsi i denti solo con acqua imbottigliata per evitare gastroenteriti e disturbi intestinali
lievi. Nessuna vaccinazione obbligatoria, pertanto consigliamo misure mediche contro la
rabbia e l'epatite A e B; sempre su stretto consiglio medico.
Suggerimenti:
Trasporti: La rete stradale marocchina si estende per 68.550 km (dati del 2007), di cui il
60% asfaltate. Il sistema è generalmente considerato soddisfacente, anche se soffre di
parziale congestione ed è carente nelle aree dell'entroterra: attraverso il PNRR (Programma
nazionale di strade rurali) il governo sta valutando la costruzione di altri 15.500 km di strade
rurali entro il 2015, al fine di ridurre l'isolamento di alcune città. Il consolidamento della rete
autostradale, gestita da Autoroutes du Maroc (ADM), è considerato una priorità nazionale.
Con 862 km di autostrade praticabili, è la seconda rete africana, preceduta solo da quella del
Sudafrica. Entro il 2015, essa dovrebbe essere potenziata fino a 1.804 km e raggiungere le
città di Agadir e Oujda, rispettivamente 6° e 7° città del Paese. Lo sviluppo delle
infrastrutture stradali in Marocco deve anche passare attraverso il rafforzamento della rete
di superstrade, strade alternative meno costose. La rete funziona attualmente con soli 333
km di vie in servizio e dovrebbe essere estesa a più di 960 km entro il 2012: saranno
raggiunte città come Tiznit, Essaouira, Ouarzazate e Nador. Per lungo tempo le ferrovie
marocchine hanno sofferto una considerazione di minore interesse da parte del governo. Solo
recentemente la ONCF, società pubblica che gestisce la rete ferroviaria marocchina, sembra
aver ripreso le sue funzioni in maniera incisiva. Le infrastrutture esistenti comprendono 1.907
km di binari, di cui 1.022 km di linea elettrificata e solo 418 km a doppio binario. Sono in
costruzione due linee ad alta velocità, su cui viaggeranno i TGV di produzione francese:
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Ligne Atlantique: collegherà le città di Tangeri e Agadir tramite Kenitra, Rabat,
Casablanca, Marrakech entro il 2030 (Tangeri - Marrakech sarà operativa entro la fine
del 2015)
Ligne Maghrébine: collegherà le città di Rabat e Oujda con l'asse Fez - Meknes
(prevista nel 2030)
Oltre a questi progetti, la ONCF ha acquistato nuovi treni per collegare le città di Nador e
Beni Mellal.
Il trasporto aereo marocchino ha avuto negli ultimi anni un enorme sviluppo. Il Marocco oggi
dispone di 15 aeroporti; l'Aeroporto internazionale Mohammed V di Casablanca nel 2008 è
stato il 3° aeroporto africano in termini di traffico. Il traffico internazionale è aumentato nel
2007 di oltre il 17%, uno dei più alti indici di crescita su scala internazionale. La compagnia
aerea di bandiera, la Royal Air Maroc, è attualmente seconda in Africa solo alla South African
Airways. Oltre alla Royal Air Maroc, il Marocco ha tre compagnie aeree private: Jet4you (di
proprietà del gruppo TUI AG), Regional Air Lines e Air Arabia Maroc, una joint venture di Air
Arabia.
Documenti: I cittadini italiani per visitare il Marocco non hanno bisogno di nessun visto;
all'arrivo viene apposto sul passaporto un timbro con la validità di 90 giorni.
Luoghi da visitare:
Casablanca
Passeggiando lungo i larghi marciapiedi nella strada principale di Casablanca è impossibile
annoiarsi. Le boulevards di stampo francese faranno dimenticare di stare in Marocco. Nella
città vi sono molti musei di arte contemporanea e caffè particolarmente piacevoli in cui il
denominatore unico delle discussioni è la cultura.
Molto vicina da raggiungere è la città di Rabat, piena di residui archeologici di pregevole
importanza. Addentrandosi nell'hinterland si può osservare la magnificenza della zona
dell'alto atlante, a ridosso dell'Algeria. Il mare di Casablanca è molto bello e soprattutto
valorizzato. Sono presenti dei piccoli villaggi prettamente turistici, in cui sono ricostruite
ambientazioni dell'antico Marocco, con edifici bassi e di colore chiaro.
La medina nuova si trova dietro il palazzo reale e boulevard Victor Hugo .Il Mahakma del
Pascià è un edificio di sessanta sale, costruito nel 1948 per servire da tribunale ed è molto
caratteristico, sicuramente da visitare. Una visita è d'obbligo anche alla moschea di Hassan
II, alla Koubba di sidi Beliouth, una tomba con una splendida cupola costruita alla fine dell'800
e al Santuario di Sidi el-Kairouani. Il santuario ospita la tomba del primo patrono della città,
Sidi allal el-Kairouani.
La barriera corallina è quasi assente, ma le immersioni garantiscono incontri con pesci
variopinti molto emozionanti. Nei villaggi ci sono molte scuole che insegnano ad immergersi,
offrendo un servizio professionale, che difficilmente si può trovare in altre parti del
Marocco.
Fes
Fez è stata denominata la "città museo". Questo grazie ai numerosi edifici ancora eretti e ad
una medina caratteristica, poco disturbata dagli sconvolgimenti moderni che hanno modificato
radicalmente la struttura di altre città come ad esempio Casablanca. Così è possibile, con
curiosità e stupore, guardare e fotografare gli asini che trasportano le vivande al mercato e i
carrettini con la frutta adornati di caratteristici tappeti.
I vicoli sono stretti e caratteristici. Il cielo è perennemente coperto da stuoie che tese sui
tetti dei palazzi nei vicoli riparano dal sole torrido e regalano a quelle vie profumate di
antichità, una penombra molto particolare. Fez conserva la moschea di Qarawiyyin e quella
degli Andalusi, due delle moschee più importanti.
Dirigendosi verso ovest del territorio di Fez non si può non fare visita all'agglomerato di Fez
el-Giadid, dove si può visitare la Moschea nuova. Da visitare sono anche la Moschea Rossa e
quella di Lalla Zhar. Spettacolare è la moschea madrassa Bu Inaniyya. Nella zona a nord della
città, molto particolare e degno di note è il ponte costruito sul fiume Sebou. Tutte questa
moschee sono state rivisitate negli anni.
Passeggiando tuttavia per la città, è molto suggestivo fermarsi ad osservare anche le
abitazioni private, decorate e stupende, a cui non è consigliabile fare fotografie. Sono
caratterizzate da ampi porticati, con splendidi giardini interni e decorazioni sopraffine. I
mercati sono molto affascinanti, pieni di tappeti dai colori inimmaginabili, eseguiti a mano,
costosi ma assolutamente da fotografare se non da acquistare.
Marrakesh
La città offre molto; l'aspetto generale è esotico e i colori sono strabilianti. Si passa dal color
ocra al verde, dal giallo arido della terra più arsa, al blu del cielo. Al Kutubyya è una moschea
che merita importanza, così come quella di Ali Ibn Yusuf. La città è ricca dal punto di vista
archeologico; esistono poi abitazioni private estremamente curate e da visitare, però
dall'esterno; infatti è assai improbabile un invito da parte della gens nobile di Marrakech.
Ricordiamo ancora, tra le Moschee, quella di Kayrouan, quella della Casbah, dei Librai, di Ibn
Satih. Anche i monumenti funerari, rari in altre zone del Marocco sono strutture che lasciano
a bocca aperta; ricordiamo le tombe dei Sadiani, adornate da portici ed arabeschi pregevoli.
Rabat
Merita di essere visitato il Convento della Vittoria, al centro di Rabat, con le sue alte mura e
le porte monumentali. Sorge sulla sponda del fiume Bou Regreg. Tra le moschee, numerose e
differenti l'una dall'altra, vale la pena di raggiungere quella di Giamì al Sunna e quella
spettacolare di Hassan che conserva intatte tutte le sue colonne e la sua famosa torre. La
necropoli di Chella non è ben conservata, ma permette di vedere tra i suoi resti le sue
maestose mura di cinta ed una moschea interna.
Ovunque, in città, spiccano costruzioni colorate e molto alte, squadrate in una simmetria tra
loro quasi maniacale ed arricchite dal verde dei giardini ben curati e impreziositi da
buganville. Le abitazioni private dei più facoltosi sono costruite con materiali moderni,
ricalcando molte volte lo stile della medina antica, con archi in gessi e rifiniture preziose. Non
sono concesse fotografie a queste abitazioni, non dimentichiamo che le abitudini in questi
luoghi sono ben diverse dalle nostre.
Il mare è eccezionale, sempre mite e ben rivalutato. La ricchezza della città si trasferisce
anche alle spiagge, pulite ed arredate come fossero piccole oasi. Inutile dire che i prezzi non
sono livellati a quelli delle città più povere del Marocco, ma comunque non eccessive.
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