MAMMEL LA È una ghiandola tubulo alveolare composta, costituita da 2 componenti: Ghiandole e prime vi di escrezione: o Alveoli secernenti. o Galattofori. o Cisterna ghiandolare (seno lattifero). Capezzolo: o Cisterna papillare (seno papillare). o Dotto papillare. o Ostio papillare. In una mammella normale in lattazione si notano vacuoli lipidici e cellularità nel secreto. In una mammella normale in asciutta (involuta) si vedono solo i tubuli mentre la parte ghiandolare si riformerà sotto stimolo ormonale durante la successiva lattazione. Anomalie congenite Politelia: presenza di più capezzoli; quelli in eccesso non sono solitamente funzionanti. Polimastia: rara. Ipoplasia e aplasia. Stenosi tra i seni: causano insufficiente o assente svuotamento della mammella: prodromico a mastiti. Anomalie di forma dei capezzoli. Melanosi maculosa. Atrofia e ipertrofia Possono essere funzionali o legate al momento fisiologico oppure: Atrofia in mastiti croniche. Ipertrofia durante mastiti acute o pseudogravidanze. La ginecomastia è lo sviluppo della mammella nel maschio, stimolata da iperestrogenismo soprattutto durante lo sviluppo di sertolioma. Alterazioni acquisite Stenosi del dotto papillare Ipotonia dello sfintere muscolare: estroversione parziale del dotto papillare. Metaplasia squamosa e poliposi della cisterna papillare. Cisti da ritenzione dei galattofori. Disturbi di circolo Iperemia del capezzolo: spesso per mungiture anomale. Iperemia della mammella: pre / post parto, setticemie. Emorragie / ematomi: per traumi. Embolie e trombosi. Mastiti Sono particolarmente importanti nelle specie a produzione latte (bovini e ovi-caprini). Possono essere cliniche o subcliniche: Cliniche: alterazioni sia dell'aspetto della mammella che del secreto. Subcliniche: non ci sono evidenze macroscopiche; la diagnosi si esegue con controlli periodici per valutare: o Contenuto cellulare: normalmente sono presenti macrofagi e linfociti; con mastite aumenta il numero di cellule e soprattutto di neutrofili. o Contenuto di proteine ematiche: albumine, fibrinogeno, Ig. o Contenuto di proteine cellulari: enzimi come perossidasi e lisozima, rilasciati dai neutrofili. Vie di infezione: Ematogena (tubercolosi). Linfogena: rara. Galattogena: è la via più frequente; coinvolti soprattutto piogeni, oltre che enterobatteriacee e micoplasmi (che danno mastiti interstiziali). o Mastitogeni contagiosi: Streptococcocus agalactiae, Staphylococcus aureus; vivono solo all'interno della mammella e non sopravvivono nell'ambiente; la trasmissione avviene tramite la mungitura. o Mastitogeni ambientali: Streptococcus dysagalactiae, E. coli, Klebsiella, Proteus; l'infezione viene dall'ambiente. o Mastitogeni opportunisti: Staphylococchi coagulasi-negativi; ospiti nell'uomo che può immetterli nell'ambiente. Periodi di predisposizione: Inizio asciutta: raramente mastite clinica; per pressione sugli sfinteri a causa della mancata mungitura; atrofia abbinata a riduzione della componente cellulare difensiva; fagociti "depressi"; batteri "protetti". Inizio lattazione: elevate IgG non specifiche; basse IgG2; bassa lattoferrina; bassi linfociti intramammari; estrogeni. Strutture interessate: Dotto papillare: telite duttale. Seno papillare: galattocistite papillare. Cisterna ghiandolare: galattocistite ghiandolare. Dotti escretori o galattofori: galattoforite. spesso abbinate e si parla Parenchima tubulo-alveolare: mastite. di galattoforite-mastite Classificazione: Mastite acuta: o Sierosa. o Desquamativa. semplice o Leucocitaria. o Emorragica. o Necrotizzante. grave o Gangrenosa. Galattoforite-mastite purulenta: o Fibrino-purulenta. o Purulento-gangrenosa (putrido). o Apostematosa. o Cronica sclerosante (involutiva). Mastite interstiziale o Fibrino-purulenta. o Non purulenta. Mastite granulomatosa. Macroscopicamente l'aspetto è diverso a seconda delle diverse tipologie: Aumento di volume, iperemia e edema: mastite acuta sierosa. Superficie bianco-grigiastra: mastite acuta desquamativa. Superficie giallastra: mastite acuta leucocitaria. Emorragie e necrosi (lobuli rosso scuri opachi): mastite acuta emorragica-necrotizzante. Cute bluastra e gas: mastite acuta purulento-gangrenosa. Galattoforite-mastite fibrino-purulenta È una mastite clinica, la forma più frequente, che coinvolge sia i galattofori sia gli alveoli. In genere sono forme croniche e ascendenti. Sostenuta da Staphylococcus aureus, Streptococcus agalactiae, Streptococcus dysagalactiae. Macroscopicamente: Cisterne e galattofori maggiori: iperemia, contenuto purulento-emorragico, secreto con caseina coagulata, talvolta fibrina e ulcere. Parenchima: lobuli giallastri, fuoriuscita di pus o sangue alla compressione. C'è una diversa evoluzione in galattofori e alveoli: nella parte secernente si sviluppa fibrosi e atrofia (durante la cronicizzazione) e il tessuto fibroso ha tipicamente un infiltrato di linfociti e plasmacellule; invece nei galattofori rimane l'essudazione purulenta di neutrofili. Si possono formare anche ascessi. Microscopicamente: Forma acuta: neutrofili nei galattofori, alveoli e nell'interstizio interlobulare; alterazioni regressive degli epiteli; edema e linfatici ectasici nell'interstizio contenenti leucociti. Forma cronica: macrofagi, plasmacellule e fibrosi nell'interstizio; involuzione del parenchima ghiandolare (atrofia sclerotica); nei galattofori infiltrato di macrofagi e plasmacellule e fibrosi della parete, iperplasia dell'epitelio, evoluzione apostematosa (neutrofili nel lume). Soprattutto nelle primipare le mastiti tendono ad assumere carattere gangrenoso sia primariamente che come complicazione; queste mastiti sono abbinate a necrosi che prevale su atrofia ed essudazione cellulare. Mastiti interstiziali Sono flogosi sostenute da: Micoplasmi: Mycoplasma bovigenitalum, Mycoplasma bovis. o Sono infezioni sia ascendenti che ematogene; concomitano ad artriti. Brucella: Brucella abortus (bovino), Brucella militensis (ovi-caprini). o Sono infezioni ematogene. Insorgono nell'interstizio intralobulare, extralobulare (grossi dotti) e della cisterna ghiandolare. Ci sono 2 forme: Fibrino-purulente (acute): essudazione di neutrofili (ovicaprini) o eosinofili (bovini). Non purulente (croniche): sostituzione dell'essudato interstiziale con plasmacellule, macrofagi e presenza tardiva di linfociti; atrofia sclerotica della parte secernente; calcificazione dell'essudato ristagnante; flogosi anche murale con perdita dell'epitelio di superficie e conseguente formazione di strutture polipose. Mastiti emorragico-necrotizzanti Acute e iperacute. Agenti eziologici: coliformi. In vacche stabulate per scarsa igiene ambientale. Mastiti granulomatose Tubercolosi: o Mastite migliare disseminata. o Mastite infiltrante lobulare: lesioni inizialmente produttive con i lobuli che si riempiono di tessuto di granulazione; nella fase di collasso delle resistenze c'è la caseificazione (mastite caseosa). Actinogranulomatosi (Streptococcus aureus). Nocardiosi (Nocardia asteroides). Miceti levuliformi (Candida, Cryptococcus, Trichosporum). Mastiti negli ovi-caprini Galattoforiti-mastiti fibrino-purulente sostenute da Streptococchi. Mastiti emorragiche e necrotico-gangrenose sostenute soprattutto da Pasteurella haemolytica. Galattoforiti-mastiti apostematose da Arcanobacterium pyogenes. Mastiti croniche diffuse per Visna-Maedi e Micoplasmi. Neoplasie mammarie Sono molto frequenti nei piccoli animali. Nel gatto prevalgono le neoplasie maligne (9:1), nel cane si equivalgono. In genere al di sotto dei 5 anni si tratta di displasie o neoplasie benigne, mentre al di sopra dei 5 anni sono soprattutto maligne. Ormonodipendenza: spesso l'accrescimento neoplastico è influenzato dalla presenza di stimoli ormonali; per questo è possibile utilizzare sostanze antiormonali per contrastarne lo sviluppo; nel cane viene spesso mantenuta più a lungo, mentre nel gatto viene persa più rapidamente. o Gli ormoni principalmente implicati nella cancerogenesi mammaria sono: prolattina, estrogeni, progesterone, GH. o L'ormonosensibilità dipende dall'espressione di recettori (evidenziabili con metodi biochimici o immunoistochimici) da parte delle cellule tumorali che permettono di rispondere all'ormone. Si riconoscono 3 stadi nello sviluppo del tumore: 1. Iniziazione: agente che favorisce la mutazione. 2. Promozione. 3. Progressione: il tumore acquisisce capacità particolari, invasive o metastatiche. In un quadro clinico classico possono apparire come noduli singoli o multipli. Nella cagna vengono colpite più frequentemente le mammelle inguinali, mentre nella gatta quelle toraciche. Metastasi linfoematogena: drenano le mammelle i linfonodi ascellari e i linfonodi inguinali superficiali. o Cagna: ha 5 mammelle per lato. I. Drenata nel 100% degli animali dai linfonodi ascellari. II. Drenata soprattutto dagli ascellari e in parte anche dagli inguinali. III. Drenata in egual misura da entrambi i linfonodi. IV. Drenata soprattutto dagli inguinali e in parte anche dagli ascellari. V. Drenata nel 100% degli animali dai linfonodi inguinali superficiali. o Gatta: ha 4 mammelle per lato; in genere le prime 2 sono drenate dagli ascellari e le ultime 2 dagli inguinali, tuttavia non si è mai certi dove avvenga l'inversione di flusso. Dai linfonodi regionali le metastasi possono estendersi alla vena cava e poi interessare altri organi (polmoni, fegato, rene, cuore, ossa). Lesioni displastiche: sono lesioni elementari considerate preneoplastiche, che possono essere variamente associate tra loro; comprendono: Cisti. Cisti apocrine. Ectasia duttale. Iperplasia duttale (tipica o atipica): è una patologia ormonodipendente e dato che l'ormone agisce in modo generalizzato, si sviluppa in tutta la mammella. Tipica: se sono di grado I o II. N.B.: grado V : carcinoma Atipica: se sono di grado III o IV. duttale in situ Adenomi sclerosanti. Nella gatta spesso si vedono masse voluminose che corrispondono a iperplasia mammaria o fibroadenoma ormonoattivi. Nell'istogenesi delle neoplasie mammarie ci sono 3 tipologie cellulari che entrano in gioco: 1. Epitelio (luminale/secernente) → CK19+. 2. Mioepitelio (abluminale) → CK19- e CK14+. 3. Fibroblasti dello stroma. Classificazione: Tumori semplici: prolifera una sola componente. Proliferazione benigna del solo epitelio: adenoma. Proliferazione maligna del solo epitelio: carcinoma. Proliferazione benigna del solo mioepitelio: mioepitelioma benigno. Proliferazione maligna del solo mioepitelio: mioepitelioma maligno. Adenoma e carcinoma semplici possono essere messi in evidenza con colorazione per la citocheratina 19 (CK19), che mette in evidenza cellule ghiandolari. Tumori complessi: formati da entrambe le componenti (epiteliale e mioepiteliale); scarse fibre collagene e quindi scarsa eosinofilia. Benignità: entrambe le componenti hanno carattere istologico benigno. Malignità: sufficiente che una sola delle 2 abbia carattere maligno, più frequentemente a carico della componente epiteliale luminare. Tumori misti: presenza di più componenti (epiteliale CK19+, mioepiteliale CK14+, metaplasia cartilaginea e/o ossea). Benigni: maggior parte delle neoplasie mammarie della cagna. Maligni: carcinoma in tumore misto (per presenza di una componente carcinomatosa), sarcoma in tumore misto (per presenza di una componente sarcomatosa), carcinosarcoma (raro).