abilità accomodativa - Centro Ottico Maffioletti S. R. L.

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A cura di
Silvio Maffioletti
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ABILITÀ ACCOMODATIVA
una meraviglia misteriosa
L’
occhio, variando il potere rifrattivo del cri-
so accomodativo inizia dalla retina e, attraverso il ner-
stallino mediante l’accomodazione (Zin-
vo ottico, si estende fino alla corteccia occipitale dove
garelli, 2007), modifica il percorso dei
l’immagine viene interpretata. La via efferente decorre
raggi luminosi provenienti dagli oggetti posti a distan-
attraverso il nervo oculomotore, innervato dal sistema
za prossimale; porta così il loro fuoco - immagine in
nervoso parasimpatico, che induce l’accomodazione,
Nel meccanismo della messa a fuoco lontano - vicino
e viceversa non tutti gli aspetti sono stati finora
chiariti dagli studiosi. L’elasticità del cristallino
diminuisce con l’avanzare dell’età.
corrispondenza della retina e ne consente la visione
la convergenza e la miosi (Manitto, Maffioletti, 2005).
nitida.
Il sistema visivo, per realizzare immagini singole e de-
Il cristallino, comportandosi come una lente a potere
finite, si avvale della sincinesia tra accomodazione,
variabile, cambia il proprio potere diottrico mediante le
convergenza e miosi. L’accomodazione permette la
fibre che lo connettono al muscolo ciliare attraverso la
precisa messa a fuoco, la convergenza dirige gli assi
zonula di Zinn (vedi figura 1). La via afferente del rifles-
visivi sull’oggetto fissato consentendo la corrispon-
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AREA SCIENTIFICA
soltanto quando il piano focale dell’immagine si trova
dietro alla retina e non invece quando è davanti ad
essa; i cerchi di diffusione che si determinano in un
occhio miope, nel quale il piano focale dell’immagine
è davanti alla retina, non inducono infatti attività accomodativa. L’ipotesi prevalente spiega questo differente
comportamento con l’aberrazione cromatica oculare:
i cerchi di diffusione hanno un anello periferico azzurro
nelle condizioni miopiche e rosso nelle condizioni ipermetropiche e la risposta accomodativa avrebbe luogo
soltanto nel secondo caso. Altri autori indicano il coinvolgimento anche di altri aspetti quali la dimensione
delle immagini, l’aberrazione sferica e la valutazione
Figura 1 – Il cristallino, comportandosi come una lente
a potere variabile, permette la messa a fuoco degli
oggetti posti a distanze diverse. Tratta da Rossetti,
Gheller, 2003.
della distanza degli oggetti (Abati et al., 1996).
L’entità dell’impegno accomodativo è correlata alla di-
denza retinica bifoveale, la miosi riduce le aberrazioni
stanza degli oggetti osservati. Gli occhi di un soggetto
conseguenti ai cambiamenti di curvatura del cristallino
emmetrope (oppure emmetropizzato con una com-
aumentando la profondità di campo e selezionando-
pensazione ottica) compiono il minimo sforzo osser-
ne la porzione centrale (Faini, Maffioletti, 2006).
vando oggetti situati oltre cinque metri (stato di riposo
Nel bambino il cristallino è costituito da fibre molto ela-
accomodativo, che corrisponde all’osservazione del
stiche, composte da un’elevata percentuale di acqua
punto remoto, vedi figura 2) mentre effettuano lo sfor-
e contenute in una capsula che non ha uno spessore
zo più grande osservando oggetti molto vicini (stato
uniforme ma è più sottile nelle zone centrali anteriore e
di massimo impegno accomodativo, che corrisponde
posteriore (Ruggeri, Ciriello, 2005). L’avanzare dell’età
all’osservazione del punto prossimo). La differenza in
induce un calo della capacità accomodativa poichè il
diottrie (D) tra punto remoto (PR) e punto prossimo (PP)
cristallino indurisce sempre più la propria parte centra-
esprime l’ampiezza accomodativa (AA), la cui misura
le finchè, anno dopo anno, le fibre non possiedono più
la necessaria elasticità.
Oltre che a una riduzione di elasticità, il cristallino va
incontro a una progressiva opacizzazione; tale complesso meccanismo patogenetico, non ancora completamente svelato, oltre che sulla capacità accomodativa incide anche sulla trasmissione della luce e
sull’equilibrio rifrattivo totale (Maffioletti, 2004).
L’attività accomodativa è stimolata da immagini sfuocate, ma non è ancora del tutto chiaro perchè si attui
Figura 2 - Gli occhi di un soggetto emmetrope (oppure
emmetropizzato con una compensazione ottica)
compiono il minimo sforzo osservando il punto remoto,
ovvero oggetti distanti oltre cinque metri.
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OTTICA & SCIENZA
malie che hanno una ricaduta negativa prevalentemente
nell’attività scolastica (lettura,
scrittura) e occupazionale (PC,
attività a distanza ravvicinata). Il
loro trattamento avviene dapprima compensando eventuali ametropie, quindi fornenFigura 3 - Confronto tra AA misurata con lenti negative e con push-up accomodativo
su 50 soggetti adulti (in ascissa). Il push-up esprime valori di AA più elevati. I soggetti
più giovani (con AA più alta, in ordinata) hanno un’elasticità maggiore e dunque
evidenziano una maggiore differenza tra i due valori. Tratta da Piacentini et al., 2004.
(in diottrie) può essere effettuata sia con il metodo del
push-up accomodativo, sia con il metodo delle lenti
do lenti specifiche per l’attività
prossimale e infine, quando
necessario, effettuando una
terapia visiva appropriata.
negative (Ruggeri et al., 2003). I valori ottenuti con il
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
push-up accomodativo sono maggiori (vedi figura 3).
•Abati S., Montani G., Tucci F., Tucci F., Presbiopia e sua
L’ampiezza accomodativa definisce la totale capacità
di modificare il proprio potere diottrico da parte dell’occhio; la facilità accomodativa definisce invece la sua
rapidità nel passare dalla visione distale a quella prossimale e viceversa, la cui misura monoculare e binoculare (in cicli/minuto) viene effettuata con flipper dotati
di lenti sferiche (Yothers, Wick, Morse, 2002). Sono co-
compensazione, Centro Stampa Edizioni, Canelli (At),
1996.
•Faini M., Maffioletti S. (a cura di), OptoDizionario, in
www.soeo.it, 2006.
•Maffioletti S., La verifica e la valutazione optometrica
dell’attività visiva prossimale, in Rivista Italiana di Optometria, vol. 27/1, 2004.
•Manitto M.P., Maffioletti S., Dagli occhi al cervello: il percorso della visione, in Il bambino e le abilità di lettura: il
ruolo della visione, a cura di Maffioletti S., Pregliasco R.,
Ruggeri L., FrancoAngeli, Milano, 2005.
nosciute varie anomalie funzionali dell’accomodazio-
•Piacentini I., Maffioletti S., Borghesi A., Nocera M.,
ne, che si suddividono in anomalie per eccesso (spa-
Comparazione e integrazione tra la sequenza optome-
smo accomodativo, eccesso di accomodazione) e
Optometria, Università degli Studi di Milano Bicocca, a.a.
anomalie per difetto (paralisi dell’accomodazione, fati-
2003-2004.
ca accomodativa, inerzia accomodativa, insufficienza
gantin O., La standardizzazione italiana del protocollo
accomodativa). La risposta accomodativa diminuisce
al buio, dando luogo alla presbiopia notturna.
Quando un sistema visivo è integro, il meccanismo
accomodativo è binoculare; se quindi si copre un occhio e si sollecita l’occhio adelfo a mettere a fuoco
una mira posta a distanza prossimale, anche l’occhio
occluso esercita l’atto accomodativo (Piacentini et al.,
2004). L’attenta verifica e valutazione della funzione
accomodativa è finalizzata a individuare deficit e ano-
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trica analitica e il metodo MKH, Tesi di laurea in Ottica e
•Ruggeri L., Facchin A., Maffioletti S., Pregliasco R., Sevisuo-cognitivo-motorio (PVCM) in ambiente, in Rivista
Italiana di Optometria, vol. 26, n°4, 2003.
•Ruggeri L., Ciriello M., Uno sguardo alla psicologia dello
sviluppo, in Il bambino e le abilità di lettura: il ruolo della
visione, a cura di Maffioletti S., Pregliasco R., Ruggeri L.,
FrancoAngeli, Milano, 2005.
•Yothers T.L., Wick B., Morse S.E., Clinical testing of accomodative facility: development of an amplitude-scaled
test, in Journal of the American Optometric Association,
2002.
•Zingarelli N., Lo Zingarelli 2008, Zanichelli, Bologna,
2007.
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