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Decadentismo, Simbolismo, Estetismo

DECADENTISMO, SIMBOLISMO ED ESTETISMO
Poetica del Decadentismo. È un fenomeno che nasce in Francia ed interessa la letteratura
ma che influenza tutti i movimenti artistici.
Il decadentismo fu una corrente letteraria tra il 1880 e 1915.
In Italia si parla di Decadentismo, in Inghilterra di Estetismo, e in Francia di Simbolismo.
Questa corrente promuove un’arte antinaturalista, fondata quindi sui lati oscuri del mondo
e della vita, su quanto sfugge alla ragione, come l’inconscio e l’enigma. Quindi insiste su
elementi irrazionali, come la sensazione e l’intuizione.
Il precursore di questo movimento è Baudelaire che aveva avviato questa controtendenza al
Naturalismo con la pubblicazione nel 1857 di I fiori del Male.
Ci furono due fasi:
• La prima fu un Decadentismo più irrazionale e ribelle, ovvero caratterizzato
dall’estetismo, il culto della sensazione, degli istinti e dell’inconscio ed orientato alla
poesia. In Francia abbiamo i simbolisti Verlaine, Rimbaud, Mallarmé, altresì detti poeti
maledetti. In Italia abbiamo i poeti della Scapigliatura e poi Pascoli e D’Annunzio;
• La seconda fu un Decadentismo più maturo, che in Italia vide
protagonisti Svevo e Pirandello, orientato alla prosa e al romanzo: la letteratura deve
rappresentare la debolezza individuale, e l’artista non può mutare la realtà, ma può solo
rivelarla senza illudersi di migliorarla.
La scapigliatura. In Italia il movimento decadente per eccellenza è la Scapigliatura.
È un movimento che raccoglie molti ambiti, unificati da una comune contrapposizione con
la cultura romantica e da un generale ma profondo senso di insoddisfazione.
Emerge l’anormale, lo strano, il macabro, che vengono contrapposti al bene. Inoltre viene
attuato un tentativo di rinnovamento della lingua italiana con piglio sperimentatore.
Durante il Decadentismo va in crisi il pensiero Positivista, quindi tutto viene avvolto da
mistero e irrazionalità.
Il Simbolismo è una corrente artistica, prioritariamente francese ma tardivamente diffusasi
presso scrittori e poeti di diversi paesi, dove un simbolo ha dei significati più profondi.
La poetica del Simbolismo si fonda sul valore della parola, la parola pura, che rinvia a una
realtà profonda, altra e diversa rispetto a quella usuale, comune, conoscibile da tutti.
Per raggiungerla i Simbolisti usano figure retoriche, in particolare la sinestesia
(accostamento di percezioni provenienti da sensi diversi) e l’analogia (messa in relazione di
cose distanti tra loro nella realtà). Rinnovano lo stile, il linguaggio, la metrica e il ritmo dei
versi, per raggiungere la musicalità ed assecondare la parola pura.
L’artista si sente estraneo al mondo: vive individualmente, vivendo esperienze estreme
(molto evidente nei poeti maledetti). Per i simbolisti la realtà percepibile nasconde una
realtà più profonda e misteriosa svelabile solo con la poesia: ecco che il poeta diventa
sacerdote, mistico, essere superiore.
I fondamenti importanti per i simbolisti sono:
• La sfiducia nella ragione e nella scienza che non spiegano tutta la realtà e non vanno a
fondo dell'animo umano;
• L’importanza di intuizione ed arte;
• Il linguaggio diventa analogico (che deve intuire le corrispondenze, deve svelare la
realtà più segreta delle cose);
• Un linguaggio ricco di figure retoriche;
• Uso di assonanze al posto delle rime.
Baudelaire sosteneva che lo scrittore deve svelare i segreti legami che si instaurano tra le cose,
indagando nel profondo della vita umana e disvelando quella foresta di simboli che è la realtà, il
mondo. La poesia diventa lo strumento per eccellenza per rivelare il significato dei simboli presenti
ovunque. I poeti simbolisti hanno l'obiettivo di trasformare il linguaggio poetico, per raggiungere le
zone nascoste della natura e della vita umana, quelle zone che nessuna scienza può toccare.
Poetica dell'Estetismo L'Estetismo si fonda su un principio: l'Arte Pura. Ne consegue che il
contenuto non conta: conta solo la bellezza esteriore. È un movimento artistico che nasce in
Inghilterra nell'ultimo ventennio dell'800. Qui il principio base è "l'arte per l'arte": si esalta infatti
il valore della bellezza artistica. L'arte è libera. C'è un rifiuto totale e disgustato del realismo.
L'artista si afferma come un individuo eccezionale, che si distingue dalla massa; nasce così la figura
dell'esteta (o dandy) rappresentato da aristocratici ed individui eletti, ossessionati dal bello e dalla
venerazione o fruizione di esso. L'esteta è perennemente alla ricerca della bellezza. Quest'artista
deve vivere la propria vita come un'opera d'arte, producendo così una manifestazione di odio verso
la vita comune e di disprezzo verso la massa. Ha però una sorta di ossessione e attrazione per la
mondanità portata all'eccesso (fama, oggetti preziosi ma inutili). Alle regole morali si sostituiscono
la ricerca del bello e delle cose raffinate. In Italia il più importante esteta è Gabriele D'Annunzio.