Medicina Nucleare Introduzione: La medicina nucleare è una branca della medicina, che mediante l’iniezione di un radio farmaco e la sua l’assunzione, il trasporto, la distribuzione, l’accumulo e l’eliminazione, ci consente di valutare i processi biologici a carico dei diversi organi e tessuti, si tratta quindi di un imaging funzionale. Il radiofarmaco, diverso a seconda dell’organo da studiare, una volta iniettato, fa si che vengano prodotti dei fotoni o raggi gamma, che vengono rilevati dalle apparecchiature utilizzate in medicina nucleare e tramite un complesso sistema di acquisizione dei dati ed elaborazione otterremo un’immagine dell’organo, in particolare una mappa di distribuzione del radio farmaco nell’organo in modo da valutarne la funzionalità. La medicina nucleare, differentemente dalla radiologia tradizionale che utilizza i raggi X (TC), gli ultrasuoni (ecografia) e le radiofrequenze (RM), utilizza i raggi gamma. Inoltre mentre con la radiologia tradizionale sono le apparecchiature ad emettere radiazioni (qualsiasi esse siano), nella medicina nucleare è il paziente ad emettere radiazioni dopo somministrazioni di tracciante radioattivo e la macchina non fa altro che ricevere queste radiazioni ed elaborare immagini per la diagnosi e la terapia di patologie umane al livello di organi e tessuti. Per far sì che ciò accada c’è bisogno di: Una sorgente radioattiva a scopo terapeutico (per eliminare il bersaglio) o a scopo diagnostico (per trasmettere energia all’esterno del corpo umano). La medicina nucleare, contrariamente alla radiologia e alle sue metodiche tomografiche, come detto, ha una sorgente di radiazioni interna all’organismo umano. Quindi il principio di funzionamento delle due metodiche è completamente differente e affinché il soggetto diventi fonte di radiazioni è necessario che al paziente venga somministrato un tracciante ad emissione di raggi gamma. Un vettore per veicolare la radioattività nel punto in cui serve tale vettore può essere rappresentato da qualunque molecola bioattiva che entra nei processi biochimici della cellula o che fa un percorso nel corpo umano e indica la funzione di un organo (studio funzionale). I composti utilizzati sono formati da un vettore (proteine già presenti all’interno del corpo oppure proteine di sintesi) che ha il compito di veicolare il radionuclide nell'organo bersaglio, da un radionuclide emettitore di radioattività e infine da un legame tra vettore e radionuclide abbastanza stabile da non rompersi. Il composto è somministrato generalmente per via endovenosa. Infine serve un sistema di rilevazione della radioattività, come il tomografo o la Y camera, che non emette radiazioni ma rileva un segnale che proviene dal corpo umano. Indicazioni: Le metodiche di medicina nucleare possono essere: - Diagnostiche-prognostiche: Rappresentano le principali applicazioni, il segnale somministrato in genere per via endovenosa viene rilevato dall’esterno attraverso apparecchiature specialistiche. Le metodiche diagnostiche rendono evidente la radioattività trasmessa sottoforma di fotoni γ, cioè onde elettromagnetiche altamente penetranti. Con queste metodiche è possibile rendere evidente la biodistribuzione, l’accumulo e l’escrezione di traccianti radioattivi, nonché di estrarre dati quantitativi e porli in curve attività-tempo, quindi seguire dinamicamente un processo. • Esplorare e misurare funzioni organiche per verificare se siano normali o alterate e stabilire l’entità dell’alterazione • Evidenziare lesioni localizzate in organi o apparati attraverso l'alterazione di funzioni biologiche che la lesione determina - Terapeutiche: il radionuclide e il veicolo sono somministrati a dosi più alte allo scopo di irradiare un processo patologico. Per poter irradiare e uccidere le cellule del tumore vanno usati radionuclidi che emettono particelle α o β (radiazione corpuscolata), perché danno un alto trasferimento di energia e riescono più facilmente ad uccidere il bersaglio. In questo caso sono utilizzabili solo a scopo terapeutico perché percorrono una brevissima distanza nella materia, la ionizzano e provocano danni al DNA, non sono utilizzabili su materia sana, ad esempio il tumore della tiroide si cura con lo iodio radioattivo, in quanto lo iodio è capace di concentrarsi al livello delle cellule tumorali in modo tale da ottenere un effetto mirato sulle cellule tumorali. • Utilizzare meccanismi biologici elettivi per caratterizzare la natura di una lesione o realizzare un effetto radiobiologico locale, utile ai fini terapeutici Sostanze radioattivi e decadimento: Una sostanza radioattiva usata in medicina nucleare è anche detta radionuclide cioè un atomo con nucleo instabile per che tende spontaneamente alla stabilità. In natura non esistono elementi instabili e il processo attraverso il quale un atomo instabile si trasforma in uno stabile è detto decadimento radioattivo, quando parliamo di decadimento radioattivo possiamo anche parlare di trasformazione di un atomo padre (instabile) in uni figlio (stabile). Normalmente i radionuclidi si indicano con una simbologia precisa: simbolo dell’elemento secondo la tavola di Mendeleev + numero di massa in alto a sx (A) che indica in numero dei neutroni più i protoni, numero atomico in basso a sinistra (Z) che indica il numero dei soli protoni e di lato a destra c’è il numero di neutroni (N). In genere il numero di massa si trova in alto a sx del simbolo e, una volta saputo, è possibile sapere anche il numero di neutroni (numero di massa – numero atomico). Quindi il radionuclide è un atomo di un elemento il cui nucleo è instabile, si trasforma in un nucleo stabile attraverso un processo di trasformazione che richiede emissione di energia (decadimento radioattivo), in quanto l’instabilità deriva da un sovraccarico di energia all’interno del nucleo. L’energia è persa sotto forma di fotoni γ o di radiazione corpuscolata e il nuclide figlio, rispetto al padre, può avere numero atomico ridotto, aumentato o invariato (transizione isomerica). Il decadimento radioattivo non è influenzato né dalla temperatura, né dalla pressione e né dalle combinazioni chimiche, quindi è qualcosa di imperturbabile; ciò significa che quando i radionuclidi vengono combinati al vettore, non si va ad alterare il loro tempo di decadimento. Esistono diversi tipo di decadimento radioattivo: Decadimento α = Parte da un atomo padre per trasformarsi in uno figlio. Avviene per nuclei molto pesanti ed instabili che, per raggiungere la stabilità, emettono particelle α di massa 4 e carica +2 (praticamente un nucleo di elio quindi una particella composta da 2 neutroni e 2 protoni), sono molto pesanti e molto cariche: viaggiano per brevi distanze nella materia, ma ionizzano molto la materia che attraversano, in genere usate a scopo terapeutico. Decadimento β - = Parte da un atomo padre per trasformarsi in uno figlio. Il nucleo è instabile per un eccesso di neutroni; il neutrone nel processo di decadimento si trasforma in protone e rimane una particella a carica negativa -1 nel nucleo, che viene emessa sotto forma di particella β- ed ha la massa dell’elettrone. Anche tali particelle viaggiano nella materia ionizzando ma per una distanza leggermente maggiore rispetto alle α. A differenza dell’elettrone che origina dagli orbitali esterni la particella β- origina dal nucleo Decadimento β + = Parte da un atomo padre per trasformarsi in uno figlio. In questo caso è un protone a trasformarsi in neutrone, per cui rimane una carica positiva +1 nel nucleo, la quale viene espulsa sotto forma di positrone, cioè una particella che ha la massa dell’elettrone ma carica opposta: viaggia poco nella materia ma, scontrandosi con un elettrone, le masse delle due particelle scompaiono e compare energia. Si usa nella PET. Decadimento γ o Transizione isomerica: Il nucleo si trasforma emettendo energia ma non cambia né il numero atomico né il numero di massa; l’energia è rilasciata sotto forma di fotoni γ, spesso il nuclide figlio è in uno stato di stabilità non del tutto definita, per questo è detto Metastabile (un esempio di nuclide figlio metastabile è il 𝑇𝑐 99𝑚 ). Caratteristiche Le particelle α non viaggiano molto nella materia e per schermarle è perfino sufficiente un foglio di carta, in quanto percorrono distanze davvero infinitesimali e non lo supererebbero. Le particelle β possono viaggiare un po’ in più e vengono schermate con la plastica. I fotoni γ che vengono dal nucleo sono altamente penetranti e vengono schermati dal piombo. I raggi γ e i raggi X hanno le stesse proprietà fisiche (sono entrambi schermati dal piombo) ma la differenza è che i raggi γ vengono dal nucleo mentre i raggi X vengono dal riarrangiamento dell’elettrone degli orbitali nell’atomo. Impiego: Ogni diverso tipo di decadimento ha un diverso impiego nella medicina nucleare: Il decadimento α è usato con scopo terapeutico Il decadimento β + viene usate come radiofarmaco nella PET I raggi γ vengono impiegati nella SPECT. Leggi fisiche: Avendo una sostanza radioattiva, non si può dire quale atomo precisamente decadrà in quel preciso istante ma si può definire la frazione di atomi che decade nell’unità di tempo. Il decadimento è un processo casuale ma è regolato da una legge fisica di tipo esponenziale (𝑁(𝑡) = 𝑁0 𝑒 −𝜆𝑡 ). Questa legge ci dice che per un qualunque elemento il numero di atomi decaduti è direttamente proporzionale al numero iniziale di atomi (N0) moltiplicato per e (numero di Nepero) elevato al prodotto di t (tempo trascorso cioè variabile indipendente) e 𝜆 (costante di decadimento propria di ogni elemento, cioè la frazione di atomi che decade nell’unità di tempo ed è tipica di ogni singolo radionuclide). Se poniamo su un grafico questa legge si ottiene un’esponenziale negativa in cui per ogni unità di tempo decade una frazione costante di atomi (sull’asse Y c’è la radioattività, sull’asse X il tempo). La particolarità di questa curva e che tende asintoticamente all’asse delle ascisse cioè non la tocca mai e questo in termini pratici significa che ogni atomo presente non smette mai di rilasciare radiazioni, sono infinitesimali e innocue ma ci sono. Se poniamo quest’equazione su una scala semilogaritmica si ottiene una retta, la cui inclinazione è λ: più è inclinata la retta, più è rapido il decadimento, ci sono radionuclidi che decadono rapidamente e radionuclidi che decadono lentamente e viceversa. Radioattività al tempo T= Radioattività al 𝑇0 𝑒 −𝜆𝑡 Una misura della velocità di decadimento è L’EMIVITA FISICA, cioè il tempo necessario affinché la dose di radioattività si dimezzi. Quindi se consideriamo una dose di Tecnezio(Tc) di 10 dopo sei ore sarà 5, dopo altre sei ore sarà 2.5 e così via, dunque più breve è l’emivita più rapidamente questo nuclide decadrà e questo vuol dire che la dose di radiazione al paziente sarà minore. Il radionuclide unito ad una molecola biologica, organica o sintetica, non presenta più la sola emivita fisica ma presenta anche L’EMIVITA BIOLOGICA del vettore, che ha un suo percorso biochimico (catabolismo, escrezione etc.). L’emivita biologica è il tempo necessario affinché la concentrazione di tale sostanza si riduca del 50%, il tempo che il corpo impiega ad eliminare una determinata sostanza radioattiva. Se si utilizza un tracciante eliminato per via renale dovrò far bere il paziente per accelerare l’emivita biologica. Se introduciamo una sostanza radioattiva nell’organismo scomparirà sia per effetto del decadimento radioattivo (emivita fisica), sia per effetto dell’eliminazione biologica della sostanza (emivita biologica) la somma di queste due emivita è detta emivita effettiva, quindi l’emivita effettiva è sempre molto più bassa dell’emivita fisica. Emivita effettiva eff = biol + T1/2eff = (T1/2biol x T1/2biol + T ) L’altro parametro importante è L’ENERGIA DI EMISSIONE, che può essere più o meno favorevole in relazione all’apparecchiatura che utilizzo. Per la medicina nucleare tradizionale per la scintigrafia ossea e la scintigrafia miocardica oggi si utilizzano y camere tomografiche la cui rilevazione ottimale è proprio intorno ai 150 KeV, per cui il Tc oltre ad essere più favorevole per l’emivita è più favorevole anche per l’energia di emissione quindi posso iniettare anche una dose relativamente bassa per ottenere delle immagini sufficienti ad ottenere delle informazioni diagnostiche. Questo è il motivo per cui laddove possibile si utilizza sempre il Tc a meno che non è necessario utilizzare altri composti con un tropismo per le cellule di interesse. Radionuclidi: I radionuclidi in medicina sono prodotti artificialmente. La maggior parte dei radionuclidi sono fatti al ciclotrone o mini ciclotrone (entrambi troppo dispendiosi dal punto di vista economico) altri ancora sono fatti in reattori nucleari o in generatori. Il generatore (Il sistema più economico che permette di avere tecnezio 99 sempre disponibile in loco) è un sistema organizzato in modo che il Molibdeno sia legato in modo stabile ad una colonna di silica gel e si trasformi in Tecnezio99m; infatti è necessario far passare una soluzione salina sotto vuoto nella colonna (più volte al giorno, processo chiamato eluizione), cosicché nel sito di fuoriuscita della soluzione raccoglierò non solo la soluzione stessa ma anche il Tecnezio pertecnetato che si troverà al suo interno. Radionuclidi per applicazioni terapeutiche: Sono quelli poco penetranti ma molto efficaci (decadimento α e β), cioè hanno un elevato LET (Linear Energy Transfer). Il LET è l’unità di misura che quantifica il trasferimento di energia alla materia con successivo danno al DNA. Il più usato tra questi è lo 131𝐼 che oltre ad emettere particelle β- sfruttate in terapia (distruggono l’organo) emette anche fotoni γ sfruttati nella diagnostica (oltre all’effetto terapeutico tiroideo, posso seguirne anche il percorso nel corpo umano). Lo 131𝐼 è uno dei più usati con scopo terapeutico per i carcinomi differenziati dalla tiroide poiché esso viene captato selettivamente dalla tiroide ed è organificato nei precursori degli ormoni tiroidei quindi consente un accumulo selettivo nell’organo bersaglio. Radionuclidi per applicazioni diagnostiche: I radionuclidi si possono dividere in tre categorie: gamma emittente puro, beta emittente e infine un misto dei primi due. Il radionuclide γ-emittente puro più usato nelle metodiche diagnostiche è il Tecnezio99m, tanto che si marca più dell’80% delle sostanze utilizzate a scopo diagnostico in medicina nucleare. La sua emivita è 6 ore e l’energia che emette è rappresentata da fotoni γ di 140 KeV (Avere un’emivita fisica di 6ore significa che quello che io somministro al paziente da un punto di vista fisico, cioè di radiazioni che emette, è la metà ogni sei ore per questo è il tracciante più utilizzato in quanto se lo somministro la mattina, la sera o la mattina seguente esso sarà indosabile per la velocità di eliminazione molto rapida). Il Tecnezio viene prodotto da un generatore a partire dal Molibdeno99, per decadimento β -, si trasforma in Tecnezio99m dove m sta per Metastabile, perché pur essendo un nucleo figlio rimane comunque parzialmente instabile e continua ad emettere fotoni γ per raggiungere la stabilità. Altri esempi di gamma emittente sono lo 123𝐼 con emivita di 13 ore e picco di emissione di 159 KeV e lo 131𝐼 con un’emivita di 8 giorni e picco di emissione a 364 KeV (questo però è sia un gamma che beta emittente quindi può essere scusato sia a scopo diagnostico (y) che terapeutico(beta). I radionuclidi positrone-emittenti hanno emivita molto breve, nell’ordine del minuto, e il più usato tra questi è il Fluoro18, usato per generare il Fluoro-Desossi-Glucosio(FDG), un tracciante usato in diagnostica oncologica. L FDG è usato come radiofarmaco nella PET e ha un’emivita di 110 minuti. Il fatto che l’emivita di queste sostanze sia così breve, eccetto il fluoro, costringe a produrli in loco e usarli immediatamente, altrimenti i radionuclidi decadono troppo presto. Ciò ha comportato l’installazione nelle divisioni di medicina nucleare di mini-ciclotroni, piccoli acceleratori di particelle che producono positroni in loco, usati per bombardare dei nuclei stabili, così da farli diventare instabili. I radionuclidi semplici sono utilizzati in quanto tali come lo iodio, per la scintigrafia tiroidea o la terapia metabolica della tiroide. In questo caso utilizzo un radionuclide che è omologo alla sostanza naturale, infatti il sale viene concentrato al livello della tiroide, la cinetica biologica è uguale a quella del composto naturale e l’unica la differenza è che, essendo radioattivo, lo posso rilevare dall’esterno. Il radioisotopo è un isotopo radiattivo (come il tallio) che può essere somministrato direttamente. Invece in molte altre lesioni noi dobbiamo marcare specifiche molecole o specifici farmaci che vanno nella lesione o nell’organo che dobbiamo analizzare e che quindi chiameremo radiofarmaci o radiocomposti. I radiocomposti o radiofarmaci sono sostanze fredde marcate con un radionuclide che consente di seguirne la cinetica nell’organismo, uso traccianti freddi dotati di un tropismo cellulare d’organo molto simile alle sostanze naturali. Con i radionuclidi possiamo marcare vari vettori (proteine organiche o di sintesi che ci consentono di veicolare la radioattività nell’organo bersaglio). Ogni organo ha il suo radiofarmaco a volte anche più di uno. I radiofarmaci possono essere usati sia a scopo diagnostico che terapeutico. Quelli usati a scopo diagnostico sono anche detti traccianti (tracciano un processo fisiologico o patologico). Importante è non confondere i traccianti con il mdc. Il tracciante è un composto iniettato in quantità infinitesimale tali da non essere farmacologicamente attivi mentre il mdc è iniettato in quantità maggiori tali da essere farmacologicamente attivo, inoltre il tracciante emette una radioattività che è detectata da strumenti all’esterno del corpo mentre il mdc altera la densità del tessuto dov'è presente affinché possa assorbire più radiazioni del normale. I traccianti utilizzati in linea generale si suddividono in quattro categorie: Omogenei: composti uguali a quelli naturali ma differiscono da essi per il semplice fatto di essere radioattivi, come lo iodio131 lo iodio è normalmente presente nel nostro organismo (tiroide) e può essere usato come radiofarmaco sfruttando la radioattività del centro del nucleo Eterogenei: sono composti che pur non essendo uguali a quelli presenti in natura hanno una cinetica biologica eguale, ad esempio il fluodesossiglucosio che è simile ma non identico al glucosio o il tallio2012, un analogo del K che si comporta esattamente come il K dal sangue entra nella cellula attraverso una pompa Na/K il tallio è un tacciante utilizzato nello studio del cuore molto affine al tallio essendo il cuore un muscolo ricco di pompe na/k. Un altro esempio è l’octeotride marcato con Indio 111 che è un radiocomposto perché l’octeotride è un analogo della somatostatina normalmente presente in tumori e in vari organi, ha la capacità di marcare quei tumori che esprimono i recettori per la somatostatina. Indicatori: sono sostanze naturali normalmente assenti all’interno del corpo ma che se iniettate hanno la capacità di tracciare una specifica funzione come l’escrezione renale o la perfusione miocardico. Inoltre sono: Positivi: si concentrano a livello della lesione, che viene evidenziata come calda, il tracciante si è localizzato nel tessuto patologico ad esempio i difosfonati hanno elevato tropismo per il metabolismo osseo e tutte le zone ipercaptanti sono zone ad elevata attività osteoblastica, in questo caso il tracciante si comporta come positivo; lo stesso sarebbe con una scintigrafia tiroidea in un paziente dove ci sono aree iperfunzionante che captano più iodio; se somministro il tallio a un paziente con tumore cerebrale, questo si lega alla lesione ma non al cervello. Negativi: E’ un tracciante che si lega all’organo anatomicamente ma non alla lesione nella quale avremo assenza di segnale (il tracciante positivo invece si lega direttamente alla lesione e non all’organo in cui la lesione è presente) per cui identifica la lesione come zona priva di captazione. Il tracciante si concentra nel tessuto sano e la lesione rimane fredda, ad esempio nell’infarto del miocardio se somministro il tallio penetra nella cellula miocardica sana poiché è l’analogo del K di cui la fibrocellula miocardica è avida. Se però la cellula è morta non c’è l’integrità della membrana cellulare la pompa Na/K non funziona, le cellule non saranno in grado di captare il tallio che quindi si comporta da tracciante negativo. I composti tecneziati penetrano nelle cellule coronariche in dipendenza del flusso coronarico e in virtù di un’integrità delle membrane cellulari. Se ho un infarto di una parte del miocardio il tracciante si comporta in modo negativo ovvero la assenza di captazione in quella zona è indice di patologia miocardica. Esistono anche dei traccianti misti (sia negativi che positivi) a seconda dell’organo che studiamo e uno di questi è il tallio 201 che è un tracciante analogo del potassio quindi risulterà positivo se noi lo utilizziamo nelle lesioni neoplastiche dove c’è un ipercellularità e un aumento di attività delle pompe sodio potassio, se invece lo utilizzo nel cuore per vedere un infarto esso risulterà negativo perchè andrà sul cuore sano ma non nell’area infartuata. I traccianti che utilizziamo hanno un’emissione elettromagnetica ad elevata frequenza; la radiazione X proviene dal nucleo, mentre quella gamma proviene dal suo interno. Quali sono i traccianti più utilizzati in medicina nucleare? 1. Tecnezio -99m ( emette a energia 140 keV e ha un’emivita di 6h) 2. Iodio-123 (emette a energia 159keV e ha un’emivita di 13.2h) 3. Iodio-131 (emette a energia di 364 keV e ha un’emivita di 8gg) 4. Tallio-201 ( emette a energia di 69-81 keV e ha un’emivita di 73h) Radiofarmaci non convenzionali: Esempi di radiofarmaci non convenzionali sono l’ammoniaca per la perfusione cardiaca, la fluorocolina per le membrane cellulari, la bromocriptina per lo studio della proliferazione cellullare e la fluorocolina per lo studio del carcinoma prostatico. Quello che distingue il radiofarmaco dal mezzo di contrasto di radiologia è la quantità somministrata: il radiofarmaco è dato a scopo diagnostico in quantità infinitesimali della sostanza veicolo, quindi si parla di nanomoli che trasportano la quantità desiderata di radiazioni γ, che non hanno azione farmacologica e non perturbano il sistema. Con il mezzo di contrasto invece si esalta il segnale da rilevare in radiologia: se il MdC ha alto numero atomico, aumenta l’attenuazione in un tessuto e quindi ne somministro quantità farmacologiche (addirittura grammi, così da perturbare il segnale. NB. Un tracciante può essere caldo per alcune patologie e freddo per altre: per esempio il Tallio è positivo per le neoplasie ma è negativo per la perfusione miocardica NB. Gli indicatori sono delle sostanze che normalmente non sono presenti all’interno dell’organismo ma possono entrare in particolari processi fisiologici e patologici, dando informazioni sulle funzioni d’organo (perfusione miocardica, escrezione biliare) Metodica di Studio: A seconda del composto che utilizzo posso studiare funzioni diverse al livello dello stesso organo. Ad esempio al livello del cuore se uso l’acqua va nelle coronarie e permette di fare studi di flusso, se somministro zucchero marcato con fluoro18 al livello del cuore le cellule captano lo zucchero. Le informazioni che otteniamo attraverso questo processo emissivo (assunzione, trasporto, distribuzione e eliminazione) sono tradotte in immagini funzionali che non sono altro che una distribuzione spaziale e temporale acquisendo degli studi dinamici con immagini seriate nel tempo di una specifica funzione biologica dell’organo in studio. Sostanzialmente quando utilizziamo queste metodiche vogliamo da un lato esplorare una specifica funzione e dall’altro posso fare delle misure quantitative rispetto a quelle di normale funzionalità talvolta sufficienti ai fini diagnostici come nel caso di una scintigrafia ossea. Come otteniamo questo? Attraverso tre fasi fondamentali: 1. Somministrazione del tracciante al paziente. Vie di somministrazione: Le vie di somministrazioni del tracciante al paziente possono essere: Endovenosa Orale se voglio studiare il transito esofageo o il tempo di svuotamento gastrico Sottocutanea rara ad esempio ricerca del linfonodo sentinella eseguita in molti pazienti in preparazione dell’intervento chirurgico per poi ricercare con una sonda il linfonodo sentinella Sottomucosa Intra-rachidea Intra-arteriosa Quasi tutti i traccianti che noi utilizziamo li somministriamo per via endovenosa ma lo Iodio 131 si da anche in capsule. La via sottocutanea è utilizzata esclusivamente per la metodica del linfonodo sentinella per la diagnostica del cancro della mammella. 2. Acquisizione delle immagini 3. Elaborazione dei dati da parte del computer tramite una diversa scala dei colori a seconda dei raggi gamma ricevuti. Uno degli obiettivi a scopo diagnostico è quello di evidenziare le alterazioni funzionali in una fase molto precoce poiché le alterazioni funzionali precedono sempre le alterazioni strutturali (ad esempio in caso di un infarto del miocardio se faccio una PET prima dello sviluppo dell’infarto del miocardio sarò in grado di determinare una riduzione del flusso coronarico, un’alterazione funzionale prima ancor che si manifesti un’alterazione morfologica) o addirittura l’obiettivo più importante è di individuare i pazienti che poi nel corso degli anni sviluppano il rischio di avere quella patologia consentendo di mettere in campo delle strategie di tipo preventivo. STRUMENTI UTILIZZATI Nello svolgimento di procedure diagnostiche medico-nucleari si somministra il radiofarmaco selezionato a seconda della funzione che voglio studiare, si acquisiscono le immagini e si elaborano i dati. Le apparecchiature utilizzate per la produzione di immagini (gamma camera e tomografo PET) utilizzano dei cristalli a scintillazione che consentono la visualizzazione della zone di fissazione del radionuclide all'interno dell'organismo. Tali cristalli emettono luce quando vengono colpiti dalla radiazione gamma, emessa direttamente dal radiofarmaco che viene iniettato al paziente o generata per annichilazione dei positroni emessi dai radiofarmaci per la PET (in quest'ultimo caso vengono ricercati gli eventi di coincidenza, per maggiori dettagli consultare la relativa voce) . La luce così rilevata è poi convertita in un segnale elettrico-digitale per l'analisi computerizzata. Calibratore di dose Gamma camera stazionaria Tomografia computerizzata ad emissione di fotone singolo (SPECT) Tomografia emissione di positroni (PET) Y CAMERA Se si usano radionuclidi y-emittenti le immagini si acquisiscono con la y-camera, un sistema che si basa sulla proprietà di alcuni rilevatori di convertire l’energia dei fotoni y che fuoriescono dal paziente in fotoni luminosi, che a loro volta vengono trasformati in impulsi elettronici. La trasformazione di fotoni γ in impulsi elettrici avviene grazie a cristalli sensibili ai raggi γ che una volta colpiti si illuminano emettendo un fotone luminoso che a sua volta viene amplificato e trasformato in impulso elettrico prima analogico e poi digitale. La cosa importante in queste trasformazioni è che il segnale elettrico in uscita sarà proporzionale all’energia dei fotoni rilevati. Esistono varie tipologie di γ-camera a seconda del numero di teste detettrici (testate da una a tre) e in base alla loro mobilità, quelle mobili a più di una testa possono eseguire oltre che scintigrafia anche esami tomografici. L’aspetto dell’apparecchiatura è simile alla TC, la differenza è che l’oggetto emette la radiazione e l’apparecchio che rileva le radiazioni. Le stesse differenze che si avevano tra la radiologia tradizionale e la TC si hanno tra un’immagine planare e un’immagine tomografica in medicina nucleare La testata avrà all’interno delle componenti che sono poi unite ad un circuito elettrico che manda i dati acquisiti al calcolatore del dato che converte il dato da dato numerico ad un dato digitale generando un’immagine. All’interno della y camera troviamo: Il collimatore: Questa è la prima interfaccia col paziente, quindi il collimatore è quello che è a contatto con il pazienteè la prima parte della gamma-camera, rileva le radiazioni e generalmente ha un elevato numero atomico, quindi ha un alto potere schermante le radiazioni. Esso è una piastra costituita da fori e da setti, cioè da setti e da colonne di piombo, quindi in sostanza è come se fosse una colonna di piombo forata. Il suo scopo è andare a definire il campo di vista del cristallo e definire l’esatta direzione dei raggi gamma, che ovviamente non vanno tutti nella stessa direzione, quindi il collimatore serve a direzionarli, a scegliere quelli che arrivano SOLO perpendicolarmente a esso ed escludendo tutti gli altri. Quindi il collimatore è una lastra di piombo forato che serve a far passare solo i fotoni γ che viaggiano in una certa direzione però Non distingue tra i raggi “buoni” e quelli “cattivi” a differenti energie. Lo spessore dei setti, che costruiscono il collimatore varia in base all’energia dei fotoni i radio farmaci utilizzati vengono coniugati con nuclidi emittenti, uno dei quali è il Tecnezio 99; per ottenere altri tipi di immagini sono utilizzati dei nuclidi più potenti (Iodio 131) e in questo caso, poiché il potere assorbente si riduce all’aumentare dell’energia, per ottenere immagini di qualità migliore,i collimatori devo essere più pesanti. In base alla geometria distinguiamo diversi tipi di collimatori: - Parallel – hole Il parallel – hole è quello più utilizzato, focalizzato all’infinito. Presenta dei fori paralleli tra loro e perpendicolari alla superficie del cristallo e,come detto prima,ci da’ un’immagine delle stesse dimensioni e senza distorsione spaziale, cioè ci da’ l’immagine così com’è l’organo. - Converging Oggi è poco utilizzato, ma in passato lo era per ottenere un’immagine ingrandita - - di organi piccoli o per studi pediatrici. Si riduce il campo di vista, ma è maggiore la risoluzione Diverging Oggi è poco utilizzato e presenta dei fori divergenti,che hanno la funzione di aumentare il campo di vista del cristallo per visualizzare organi grandi su cristalli più piccoli. Aumenta il campo di vista, ma si riduce la risoluzione Pin – hole fornisce una forma conica, è il più focalizzante e consente di ingrandire l’immagine,quindi è utilizzato per organi piccoli, come la tiroide;ha una forma conica con un unico foro all’apice del cono. Ovviamente l’ingrandimento e le dimensioni dell’immagine,che andremo a produrre,dipendono dalla distanza tra il pin-hole e il pazient I cristalli Queste radiazioni che passano attraverso i setti raggiungono la seconda componente della testata che è il cristallo scintillatore che converte queste radiazioni in scintillazioni. Il cristallo quindi riceve il fotone y, lo assorbe ed emette luce la cui intensità è proporzionale all’energia rilasciata dal fotone stesso. Dato che ogni fotone, incontrando il cristallo, darà luogo al fenomeno della scintillazione, all’interno del cristallo avremo la distribuzione di tutti questi punti luminosi, che non è altro che la “copia” della distribuzione dell’attività nel paziente. Generalmente per le bassemedie energie è utilizzato un cristallo trasparente. Quando il fotone entra in contatto con il cristallo, l’energia del gamma è in parte o totalmente trasmessa a un elettrone, che raggiunge un centro di luminescenza, dove vengono prodotti i lampi di luce. I fotocollimatori Dopodiché questo segnale passa all’interno dei fotomoltiplicatori e quindi il fotomoltiplicatore converte la luminosità in un impulso elettrico: gli elettroni vanno all’interno dei fotomoltiplicatori che amplificano al massimo il segnale. I fotomotiplicatori forniscono un impulso, per ogni interazione che avviene nel cristallo, proporzionale all’energia rilasciata nel cristallo. Gli impulsi sono amplificati linearmente, selezionati in base alla loro ampiezza e memorizzati. Poiché l’ampiezza del segnale in uscita dal FM è inversamente proporzionale alla distanza tra il centro del fotocatodo ed il punto del cristallo dove è stata prodotta la scintillazione, la distribuzione dell’ampiezza dei segnali in uscita dai vari FM permette al circuito di localizzazione di fornire le coordinate X e Y dell’impulso. I segnali in uscita da tutti i FM contigui vengono sommati per produrre un impulso chiamato Z che ha un’ampiezza che è direttamente proporzionale all’intensità della luce prodotta nel cristallo e quindi all’energia del raggio gamma incidente. NB: Il numero di fotomoltiplicatori in una gamma camera varia da 37 a 91. Il segnale esce dal fotomoltiplicatore e arriva tramite la componente elettronica al calcolatore che non solo converte questi dati digitali ad immagine in quanto fornisce una serie di coordinate (x,y e z),che corrispondono al punto esatto in cui è avvenuto il fenomeno all’interno del paziente (quindi avremo l’immagine finale, che è la distribuzione di tutti questi fenomeni,che si sono verificati all’interno dell’organo,oggetto di studio), ma converte questi dati anche in dati quantitativi perché abbiamo anche informazioni sul pixel della quantità di radiazioni emesse dal tracciante che andiamo a somministrare. Il processo di conversione in matrici fa sì che l’immagine non solo possa essere conservata al pc, ma soprattutto che successivamente possa essere sottoposta a lavorazioni. I tempi sono diversi e variano da tracciante a tracciante, da organo ad organo, quindi in relazione alla cellula in studio cambiano anche i tempi. Il paziente è posto sul lettino con la y camera che può essere fissa per eseguire studi statici, per cui acquisisco l’immagine in un tempo determinato (ad esempio ogni 5 min), in questo caso la distribuzione spaziale di un radiofarmaco all’interno di un organo; si possono eseguire degli studi dinamici (la maggior parte dei casi) in cui acquisisco una serie di immagini in un tempo comunque predefinito, ad esempio la scintigrafia renale darà una serie di informazioni sulla distribuzione spaziale all’interno del rene del radiocomposto e di come varia nel tempo. Nell’acquisizione statica bisogna semplicemente dimostrare l’acquisizione della tiroide ad un tempo definito, ogni 5 minuti, e quanto tracciante si distribuisce all’interno dell’organo che state studiando, in questo caso la tiroide. Se invece si fa uno studio dinamico si possono avere curve di attività nel tempo e quindi bisogna allestire lo studio del calcolatore dinamico, cioè dal tempo 0 di somministrazione del tracciante vedete quando si accumula come si accumula e come viene eliminato, quindi andate a studiare quella che è la distribuzione spaziale e quindi come si distribuisce spazialmente a livello dell’organo e quindi della lesione che andiamo a studiare. Si possono eseguire degli studi tomografici, cioè una SPECT per cui viene rilevato un fotone γ alla volta e la y camera ruota intorno al paziente e serve soprattutto per aumentare la risoluzione spaziale della metodica e per studiare un organo in sezioni e non come immagini sovrapposte dell’intero volume: se ho un tessuto malato sotto un tessuto sano con l’immagine planare posso non vedere la zona malata e andare a vedere fettina per fettina. Se il lettino scorre sotto la y camera si possono eseguire degli studi total body (es. scintigrafia ossea, esame full body con traccianti recettoriali). Tecniche di acquisizione: 1. Planare (statica e dinamica) 2. Tomografica ad emissione di fotone singolo (SPECT) 3. Tomografica ad emissione di positroni (PET) La tecnica di acquisizione più semplice è quella PLANARE attraverso la gamma-camera facciamo una fotografia dell’organo, che vogliamo studiare, su di un unico piano (anteriore,posteriore,laterale); una tecnica diversa è la SPECT, che fornisce un’immagine 3D dell’organo secondo i 3 assi. La tecnica di acquisizione PLANARE può essere sia statica che dinamica: - Statica consente di acquisire un’immagine per un tempo determinato per valutare la distribuzione spaziale del radiocomposto somministrato al paziente - Dinamica l’acquisizione dell’immagine è fatta in sequenza (questo è importante per esempio nello studio del rene per valutare la distribuzione del radio composto a livello renale e seguirlo fino all’escrezione) per valutare nel tempo la distribuzione spaziale del radiocomposto somministrato al paziente Studio statico: nella procedura statica si stabilisce un tempo di acquisizione che varia in base all’esame e al tracciante che utilizza. Per esempio la scintigrafia tiroidea è un esame statico, somministro il tracciante(Tecnezio 99 con collimatore pin-hole) al paziente, aspetto il tempo necessario perché il tracciante si distribuisca all’organo della tiroide (10 min.) in modo tale da avere un rapporto ottimale detto target background (bersaglio-fondo) poiché il tracciante va in circolo, si distribuisce a tutto l’organismo e in relazione al suo tropismo va preferenzialmente ad una cellula, in questo caso lo iodio e il Tc vanno preferenzialmente alla tiroide. Questo si può usare per valutare la funzionalità tiroidea: ad esempio per verificare se i noduli tiroidei sono caldi (iperfunzionanti capterà molto il radio farmaco) o freddi (non-captante probabilmente è maligno). Se faccio una scintigrafia ossea statica aspetto un tempo maggiore per avere quest’immagine (2 ore). Nelle scintigrafie ossee si utilizza l’mdc che è un bifosfonato con tecnezio 99m (ricordate bene che è 99m). Il bifosfato si accumula ovviamente nelle lesioni di origine osteoblastica, e quindi il tracciante viene avidamente captato dalle lesioni osteoblastiche. Questo è un altro tipo di acquisizione planare,però è whole-body: la gamma-camera con paziente supino scorre,fornendo un’immagine di questo tipo; è sempre utilizzato il Tecnezio 99,che in questo caso è legato ai bifosfonati,che si legano alla matrice ossea,valutando tutti i processi osteoblastici in corso. A questo si può affiancare sempre un’acquisizione statica,però in proiezione laterale,per studiare meglio le coste: Studio dinamico: Diverso è il discorso per l’acquisizione dinamica, che viene fatta acquisendo immagine in diversi tempi, per cui alla fine otterremo immagini di questo tipo: diverse immagini dello stesso distretto,ma ovviamente in tempi diversi. Nello studio dinamico del rene non c’è niente nella prima immagine perché inizio l’acquisizione contemporaneamente alla somministrazione del tracciante, dopo comincia l’attività vascolare (si visualizza l’aorta) e solo dopo attraverso le arterie renali vengono perfusi anche i reni. Mano a mano che passa il tempo si comincia a vedere la pelvi renale e vedere la vescica che si riempie. Mostra l’esempio di una scintigrafia renale: vedete che i due reni, nel momento in cui somministriamo il tracciante non c’è visualizzazione di nulla, poi si comincia a vedere l’aorta addominale, e poi compaiono i reni. Vedete che questa è una sequenza dinamica impostata dal calcolatore. Da qui in poi (immagini successive) si comincia a vedere la vescica perché chiaramente il tracciante somministrato è poi eliminato per via urinaria e qui abbiamo le nostre curve attività tempo. Quindi studiamo dinamicamente un processo, dopo aver acquisito l’immagine,andando a posizionare i ROI sui reni dx e sx, possiamo anche studiare dei parametri quantitativi di funzionamento otterremo le cosiddette curve attività-tempo, ovvero delle curve di funzione che indicano la perfusione, la funzione glomerulare e la fase escretiva e per lo studio delle tre funzioni, inoltre possiamo avere la funzionalità separata dei due reni con ogni curva che rappresenta un rene e quindi mettere a paragone i due reni. In questo caso è usato il DTPA come tracciante,sempre legato al Tc 99,perché ha una buona escrezione renale. Studio total body: si fa dalla testa ai piedi quando si vuole studiare interamente l’organismo. Un esempio è la scintigrafia ossea in cui si somministra un tracciante che si va a localizzare nel tessuto osseo (metilendifosfonato). Si accumula perché si deposita sui cristalli di idrossiapatite come il calcio. Quindi oltre a rappresentare le aeree di maggiore accumulo del tracciante, questo esame dice dove si trovano le aeree di maggiore attività osteoblastica, in quanto gli osteoblasti sono le cellule deputate alla deposizione di nuovo osseo. Studio tomografico: • • • Studio tomografico: – Tecnica di acquisizione e di elaborazione capace di fornire una rappresentazione della distribuzione del radiocomposto in sezioni di organo di limitato spessore – Realizza una ricostruzione tridimensionale della distribuzione del radiocomposto Single photon emission computed tomography (SPECT) Positron emission tomography (PET) Spect: Lo studio viene fatto con la y camera che gira attorno al paziente effettuando un arco di 360° se unica, due archi di 180° se invece è doppia. (Le testate possono essere fisse quando hai un acquisizione statica o dinamica perché nella dinamica la testata è fissa, nella topografica le due testate, o tre testate a seconda dell’apparecchiatura, ruotano di un arco a seconda dell’organo da studiare). Al Policlinico utilizziamo la modalità STEP e SHOT la gamma-camera ruota,poi si ferma per acquisire l’immagine e poi riparte e si riferma,in modo da acquisire una serie di immagini,che vengono ricostruite per darci una ricostruzione 3D simile a quella della TC. Da questo esame abbiamo lo studio dell’organo o del tessuto in sezioni, possiamo quindi studiare, per esempio, traccianti recettoriali di neurotrasmettitori e avere sezioni di cervello, oppure possiamo studiare la presenza di un tumore polmonare facendo una tomografia del torace. Gli apparecchi di ultima generazione oltre alla y camera portano anche il gantry TAC quindi nella stessa seduta d’esame si possono fare contemporaneamente la SPECT e la TAC. Mostra un’immagine: questa è la mappa polare del ventricolo sinistro, vedete questo buco chiaramente evidente rispetto ad una captazione omogenea. Questo è un paziente che ha un’ischemia severissima in prossimità della regione antero apicale e ci sono dei numeretti, quindi il valore numerico esattamente dove c’è il difetto di captazione rispetto all’intero ventricolo sinistro e in questo modo noi siamo in grado di dire all’interventista che ad esempio il paziente ha un ischemia superiore al 10% rispetto al ventricolo sinistro. Questo è un esempio di acquisizione tomografica: scintigrafia miocardica serve a valutare la perfusione a livello del cuore e alla fine,grazie alla gamma-camera che ruota,otteniamo queste 3 immagini,che corrispondono al cuore visto in 3 assi diversi. - Asse corto si taglia dall’apice alla base e vediamo le pareti anteriore,laterale e posteriore e il setto. - Asse lungo verticale si taglia sempre dall’apice alla base,però si va dal laterale al setto e vediamo le pareti anteriore e inferiore e l’apice - Asse orizzontale a sx si vede il setto,poi l’apice e la parete laterale Questo è un esempio dello stesso esame,ma patologico:non c’è più quel cerchio pieno,ma c’è un difetto di perfusione a livello della parete inferiore,dove non è colorato. Questo è un altro esempio di ricostruzione tomografica in cui è utilizzato lo Iodio 111, che ha un’energia molto più elevata rispetto al Tc,quindi utilizzeremo una gamma-camera con collimatori più spessi. Lo iodio è legato a un analogo della somatostatina, quindi per studiare i tumori neuroendocrini,in modo da attuare una terapia adeguata;anche in questo caso è stata fatta un’acquisizione WB e poi è stata fatta un’acquisizione tomografica del distretto di nostro interesse:l’addome,acquisito con una gamma-camera,che ruota intorno al paziente, ricostruendo l’immagine su 3 diversi assi :trans assiale ,sagittale e coronale. Bisogna ricordarsi che in medicina nucleare, e questo è un altro concetto importante, noi non abbiamo delle misure quantitative assolute, noi abbiamo delle misure che sono semiquantitative o relative. Che cosa significa? Significa che io posso dire che un punto dell’organo funziona al 50% perché io ho un massimo di riferimento di captazione che è il 100%. Quindi la misura che io vado a fare è una misura relativa rispetto ad un massimo di riferimento. Io non vado a contare in maniera assoluta quanto c’è di tracciante in un punto, io vado a contare quanto c’è in meno rispetto ad un massimo che è il 100%. Non è null’altro che nella vostra scala di valori un valore che va da 0 a 100%. Quindi voi quando vedete su una scala di grigi o una scala a colori, vedete un grigio meno scuro o meno chiaro perché è più o meno rispetto al bianco che è il 100% come termine di riferimento. Il riferimento è in relazione al singolo paziente o in relazione a uno standard esterno? In relazione al singolo paziente, al singolo organo. Ad esempio nel cuore io ho una distribuzione del tracciante all’interno del ventricolo sinistro in tutte le pareti; ho sempre una parete di riferimento, che solitamente è la laterale, dove c’è una captazione del 100% e tutto viene fatto in base a quello. Quindi non può essere uguale tra paziente e paziente perché è inutile dirvi che ogni paziente avrà un proprio massimo nel proprio cuore e nella propria parete laterale. Però in alcuni casi c’è sempre un punto di riferimento rispetto alla popolazione generale, però il valore che noi diamo è in riferimento al massimo in ciascun individuo. In realtà quello di cui abbiamo bisogno più che valutazioni semiquantitative sono misure quantitative perché la quantizzazione molto spesso dà la misura dell’intervento medico-chirurgico che si deve fare ai nostri pazienti e quindi se dovessi dire qual è il vantaggio esclusivo del medico nucleare è la capacità di fornire un dato quantitativo rispetto alla funzionalità complessiva dell’organo. PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) Il principio fisico della PET è quello dell’annichilazione, cioè si basa sulla rilevazione dei fotoni di annichilimento (γ) che alcuni radionuclidi (F-18) rilasciano quando emettono positroni che interagiscono con gli elettroni. La differenza con la SPECT è innanzitutto il tracciante che è un tracciante che emette positroni e anche l’apparecchiatura che deve detectere questa radiazione. Traccianti: I traccianti in PET sono traccianti che sono completamente differenti dai traccianti di medicina nucleare e cioè di SPECT a differenza della SPECT per la quale posso utilizzare emittenti di raggigamma,in questo caso è necessario utilizzare degli emettitori di positrioni. Quello che si usa è il Fluoro18 che ha un’emivita di 109 min. Il Fluoro18 è il nuclide, quindi l’isotopo, l’emettitore di positroni che marca il fluorodesossiglucosio, che è la molecola di zucchero marcato col fluoro18 che è quello che viene utilizzato in pet-tac quasi esclusivamente per lo studio delle lesioni neoplastiche (permette di valutare se eseguire o meno una biopsia). I nuclidi emettitori di positroni hanno una brevissima emivita, il rubidio si utilizza in cardiologia perché è un analogo del K, quindi è utilizzato per studi del flusso coronarico della vitalità cellulare, mentre in oncologia il tracciante utilizzato è il fluoro-desossi-glucosio, che entra nelle cellule neoplastiche in quanto molto avide di glucosio. Uno dei marchi della cellula neoplastica è il consumo di glucosio esclusivamente attraverso la via glicolitica (glucosio, piruvato, lattato, acidificazione), mentre non viene utilizzato il mitocondrio, determinando una dipendenza energetica del tumore dall’apporto di glucosio perché le cellule neoplastiche devono continuamente assumere glucosio dal sangue per poter derivare la propria energia e iperesprimono i trasportatori del glucosio e l’esochinasi e questo facilita l’ingresso del traccianti nelle cellule neoplastiche. Quindi quando il paziente deve assumere fluoro-desossi-glucosio bisogna stabilire che non sia diabetico, in quanto il glucosio competerà con il radiofarmaco. Una volta entrato il fluoro-desossi-glucosio viene fosforilato dalla esochinasi e a differenza del glucosio non entra nella glicolisi, ma rimane intrappolato nella cellula tumorale, possiamo rilevare dall’esterno tale localizzazione. Poiché il fluoro-dessosi-glucosio normalmente si stabilizza nel cervello che in condizioni normali come substrato energetico utilizza solo glucosio questo risulterebbe ipercaptante quindi alcune strutture eliminano il cervello dalla scansione. Radionuclidi emittenti positronia Radionuclidi 18 Fluoro Rubidio82 Emivita fisica 110 s 75 s Altri organi usano il glucosio come substrato energetico preferenziale un esempio è il miocardio che nel periodo post-praniale utilizza esclusivamente il glucosio mentre a digiuno utilizza gli acidi grassi, elevati livelli di insulina( l’insulina aumenta la captazione di glucosio da parte del cuore per aumento dei trasportatori del glucosio) o glicemia pre-test possono compromettere il test stesso quindi il paziente deve sottoporsi a un digiuno stringente e avere livelli accettabili di glicemia altrimenti l’esame risulterebbe falsato. Altri organi ancora possono avere un’eccessiva captazione del glucosio ad esempio: i reni, le cellule dell’intestino e gli epatociti. Domanda tipica dell’esame è: applicazioni cliniche della metodica pet. Tutti gli organi e le lesioni che possono essere studiati con il fluorodesossiglucosio che è la nostra molecola zucchero utilizzato dalle cellule neoplastiche marcato con il fluoro18. A differenza di quanto avviene per la SPECT questi nuclidi non possono essere prodotti in loco perché sono nuclidi che hanno bisogno di un apparecchiatura in cui c’è un emettitore di radioattività. Noi non lo abbiamo quindi lo dobbiamo comprare questo tracciante, però le strutture più complesse hanno il macchinario. Una volta somministrato il radiofarmaco le immagini si acquisiscono con la tomografia ad emissione di positroni (PET) se ho utilizzato radionuclidi che emettono positroni. Il positrone viene emesso dal nucleo per decadimento positronico e non è altro che un elettrone con la carica positiva. I positroni viaggiano nella materia per pochissimo tempo poiché si scontrano con un elettrone e le masse delle due particelle scompaiono (si annichiliscono), trasformandosi in energia sotto forma di due fotoni γ da 511 Kev, che hanno stessa direzione ma verso opposto (cioè formano un angolo di 180°) e verranno rilevati dal sistema. La cosa importante è che non rilevo il positrone che esce dal nucleo perché non ha sufficiente capacità di penetrare detettori accoppiati dalla parte opposta e usare un circuito a coincidenza che non fa altro che stabilire una finestra temporale molto piccola entro la quale gli eventi vengono accettati e contati, quelli che cadono fuori dalla finestra temporale vengono rigettati dalla macchina. La macchina può rilevare: - - Coincidenze vere: gli eventi di annichilazione Scatter: uno dei fotoni viene deviato e colpisce un detettore che non è sulla linea di risposta, quindi la macchina li considera simultanei perché avvengono nella stessa finestra temporale, ma la linea di risposta è sbagliata Evento random: si hanno due eventi di annichilazione in cui un fotone è assorbito e l’altro no, la stessa cosa per il secondo evento. Alla fine la macchina registra un evento sul primo detettore e un altro sull’altro, registrando un evento anche se sta commettendo un errore Apparecchiature: Il sistema di rilevazione è diverso dalla y camera poiché i detettori non sono solo due, sono disposti in una geometria ad anello, il gantry PET all’interno del quale si trova il paziente che sarà annichilazione. La sua geometria fa si che il detectore detecta tutti e due i raggi gamma che arrivano e con un meccanismo di calcolo automatico vi dice il punto esatto in cui è avvenuta l’annichilazione. In questo caso il sistema deve rilevare contemporaneamente quello che è di dx e quello che è di sx e con una certa accuratezza,infatti si parla di sistema a coincidenza,perché devono coincidere. Questo fa sì che la metodica tomografica PET rispetto ad una metodica topografica SPECT che non ha questo principio di annichilazione, è una metodica più risoluta perché chiaramente questo principio in termini di risoluzione vi da esattamente il punto in cui c’è l’annichilazione quindi esattamente il punto in cui c’è la lesione, la struttura qualsiasi essa sia che volete studiare. La PET è l’apice dello sviluppo tecnologico medico-nucleare e ci fornisce informazioni sia morfostrutturali che funzionali e addirittura si va a marcare con esattezza la via metabolica di una proteina. Nelle moderne macchine abbiamo più anelli di detettori nel gantry, giustapposti in maniera coassiale, per cui l’insieme di tutti questi anelli in una geometria circolare può rilevare la radioattività di fotoni di annichilazione da un volume. Inoltre il lettino può scorrere all’interno del gantry, quindi oltre a studiare un volume singolo posso acquisire delle immagini total body (es. in oncologia) dalla testa alla radice delle cosce, tranne casi particolari in cui andiamo a studiare anche gli arti (es. il mieloma multiplo può avere manifestazioni anche a livello degli arti inferiori). In questi casi particolare si fa prima un’acquisizione dalla testa alla radice delle cosce e poi successivamente dalla radice delle cosce fino alle estremità. Gli apparecchi di ultima generazione portano un gantry PET e un gantry TAC, quindi nella stessa seduta d’esame possiamo eseguire prima la TAC e poi la PET in modo da avere immagini anatomiche ed immagini funzionali. Poiché il paziente sta nella stessa posizione l’apparecchio acquisisce simultaneamente i due set di immagini, si possono ottenere anche immagini di fusione: con la sovrapposizione di immagini anatomiche ed immagini funzionali permettendo di dire che un tale accumulo sta in polmone o in un linfonodo o nel cervello o nell’osso, informazione molto importante per il paziente oncologicovedere le lesioni oncologiche, neoplastiche anche di dimensioni piccolissime in punti dove metodiche più tradizionali come la tac o la risonanza non vi consentono di vedere per la risoluzione intrinseca della metodica. In questa slide è ancora più chiaro: in pochi minuti è possibile fare una TAC,che può diventare diagnostica grazie al mezzo di contrasto,che svolge un ruolo completamente diverso rispetto al radio tracciante il mezzo di contrasto non fa altro che contrastare i vasi e a seconda della fase di studio darà una densità maggiore o minore. Come si fa a capire se una TAC è con o senza mezzo di contrasto? Dato che il mezzo di contrasto non fa altro che contrastare i vasi,come prima cosa dobbiamo andare a vedere i vasi (l’aorta se è contrastata è stato utilizzato il mezzo di contrasto,se ha una densità pari a quella del sangue,quindi è vuota,allora NON è stato utilizzato). Le modalità di acquisizione in questo tipo di indagine sono molto importanti per differenziare i diversi tipi di studio (dove per tipi di studio intendiamo i diversi istituti): Noi siamo abituati a fare l’esame al paziente con le braccia alzate,perché per il sistema di attenuazione dei raggi X anche nel caso del WB può essere un dato importante: se il paziente ha le braccia abbassate,mi si attenua tutto ciò che riguarda il torace,cioè il paziente NON riesce a prendere in modo adeguato i raggi gamme,che provengono dal distretto mediastinico (a differenza di quanto accade a braccia alzate). Un altro dei problemi più importanti è l’atto del respiro: bisogna cogliere il momento giusto per studiare una determinata lesione se facessi respirare continuamente il paziente nel momento in cui faccio la TAC la lesione va su e giù,quindi non faccio altro che determinare un volume parziale (proprio per questo il paziente NON deve respirare,ma deve fare un’espirazione forzata,così la lesione resta ferma,in modo da valutare correttamente le dimensioni e le caratteristiche della lesione). La PET dura di più e non possiamo tenere il paziente in espirazione forzata per molto tempo,quindi il paziente respira liberamente. Influenza glicemica: con il fluoro-desossiglucosio valutiamo la via metabolica del glucosio in questo caso a parità di tasso glicemico,è importante il digiuno,perché una volta iniettato lo zucchero l’unico che ne consuma di più è la lesione; in questa slide ci sono due immagini dello stesso paziente,che ha una lesione polmonare e una lesione ossea (nella prima immagine c’è una marcata attività muscolare,quindi non si riesce a valutare bene la lesione,mentre ,tenendolo a riposo e a digiuno, è possibile osservare una captazione abbastanza importante e la metastasi ossea). SUV: Il SUV NON è un parametro assoluto,cioè io posso andare a definire con esattezza,in base all’attività e al peso corporeo del paziente,quanta attività è entrata in quella determinata lesione;il valore del SUV deve essere preso con le pinze,perché l’ipercellularità si riscontra anche in presenza di flogosi,quindi bisogna porre particolare attenzione ,soprattutto in corso di caratterizzazione io non posso dire che 2,5 è il limite (cioè al di sotto di 2,5 è indice di flogosi,mentre al di sopra è patologico). Questo grafico ci fa capire che ,se metto 2,5 come limite,NON deve assolutamente essere considerato come un limite standard per la caratterizzazione di malattia,ma deve essere un mezzo che ti può orientare ipoteticamente verso il gold standard; nel caso di una TBC o di una sarcoidosi o di altre patologie benigne a livello polmonare posso captare come un tumore o addirittura di più. Così non ho risolto nulla per quanto riguarda la caratterizzazione,però ho risolto molto in caso di una valutazione di follow-up: è una metodica molto importante che consente di verificare l’andamento della malattia,eseguendo un’altra TAC,per valutare se la terapia risulta adeguata,quindi fornisco indicazioni piuttosto importanti per il clinico. Sicuramente è vero che ha delle limitazioni per quanto riguarda la caratterizzazione,però ha un’importanza fondamentale per la gestione del paziente (è vero soprattutto per le malattie maligne). In questo caso si tratta di captazioni tutte positive e non è servita a molto la PET,perché con un aspetto del genere la TAC consente di vedere dei segni indiretti,per capire se una lesione è benigna o maligna. In questo caso la lesione presenta dei contorni regolari si tratta di un amartocondroma,ovvero una lesione polmonare benigna. DUAL-TIME PET : Noi non sappiamo se la captazione è indicativa per benignità o malignità,però vi sono delle metodiche,che consentono di stabilire ciò; una di queste è la DUAL-TIME PET: nel caso di un tumore,facendo un’acquisizione successiva alla prima,si osserva un aumento dell’attività,mentre nel caso di una lesione benigna,l’attività o rimane costante o aumenta leggermente (addirittura nel caso dell’infiammazione cronica si riduce);la prima acquisizione è eseguita a 50 minuti,mentre la seconda a 120. Applicazioni: Le applicazione in oncologia della PET-TAC sono svariate: - Diagnosi differenziale tra noduli maligni e benigni del polmone: in genere i noduli polmonari che cadono dal lato grosso hanno un’alta probabilità di essere maligni - Stadiazione dei pazienti con linfoma, tumore polmonare ecc. - Monitoraggio della terapia: esami eseguiti prima e dopo la terapia dicono quanta malattia vitale persiste nel paziente dopo il trattamento, fondamentale nei pazienti con linfoma - Follow-up: nei pazienti con carcinoma del colon-retto vanno seguiti per identificare precocemente recidive o metastasi a distanza se si innalzano i marcatori specifici. Se un paziente ha una lesione polmonare trattata con radioterapia e voi gli fate una tac non sapete se c’è ancora la lesione o no, potrebbe essere tessuto fibrotico bruciato dalla radioterapia. Fate una metodica ibrida in modo che con la tac vedo dove è locata e con la pet se la lesione corrispondente a quella della tac presenta una captazione all’interno con fluorodesossiglucosio significa che là dentro c’è ancora lesione neoplastica che capta avidamente il fluorodesossiglucosio. Infatti una delle applicazioni cliniche più importanti della pet-tac è quella del follow-up del paziente oncologico specialmente quello che è andato incontro a trattamento radioterapico. Dopo la radioterapia con la PET non potrei vedere se la radioterapia stessa ha funzionato oppure no? Quando fai il trattamento radioterapico si riscontrano dei fenomeni post-attinici,che determinano un aumento dell’attività metabolica,quindi quanto più tempo passa dal trattamento radioterapico,maggiore sarà la sensibilità della metodica questo significa che si riducono gli effetti post-attinici. Limiti: Falsi negativi: o Dimensione 5-6mm o Glicemia <200mg/dl esame eseguibile, >200 uptake minore del 10%, >300 esame non eseguibile o Tipo istologico: Carcinoide, carcinoma bronchiolo-alveolare, forme ben differenziate Falsi positivi o Tubercolosi o Sarcoidosi o Istoplasmosi o Aspergillosi o Criptococcosi Avanzamenti tecnologici: La tecnologia sta andando avanti ed esiste anche un PET-RISONANZA. Capirete bene che è l’optimum per organi come il cervello dove la risonanza ha un grosso impatto. L’unica difficoltà di integrare la medicina nucleare e la risonanza è che per adesso dato che questa è una metodica molto sofisticata e sono pochi ad averla (a Napoli 1). Inolte per fare uno studio ci vuole molto tempo. Quindi nonostante la pet-risonanza sia proprio il top dell’integrazione tra metodiche ibride, non ha ancora un utilizzo clinico reale, come invece ha la pet-tac che è utilizzata moltissimo, soprattutto nel follow up. Imaging ibrido La TC può essere eseguita solo per ottenere una migliore localizzazione anatomica del dato funzionale che ottengo alla PET (TC senza mezzo di contrasto) oppure posso associare alla PET una TC diagnostica (TC con mdc associata a PET). Con la PET-CT chiaramente se si associa a tutte queste procedure illustrate l’imaging anatomico riesco ad avere un approccio integrato che consente di ottenere un’immagine morfologica e funzionale. La PET-RM è il vero primo apparecchio ibrido cioè un solo sistema attraverso cui acquisisco immagini PET e di RM e ha dei vantaggi per il paziente dal punto di vista dell’esposizione rispetto alla PET-TC poiché utilizza due sistemi che comunque danno radiazioni al pz attraverso somministrazione e utilizzo. La PET-RM usa due metodiche senza radiazioni, quindi consente di ridurre la dose, è un sistema ancora sperimentale, le applicazioni possibili e sono numerose ma ancora non esistono delle linee guida. Quindi prima di averne una radio-applicazione clinica sarà necessario dimostrarne i vantaggi reali rispetto alle altre metodiche disponibili, il fatto di avere una delle due metodiche che non emette radiazioni è molto importante da tenere presente perché uno degli obiettivi è di ottenere informazioni migliori per il pz con il minor numero di radiazioni possibili. PETRM PETTAC