Isabella Tokos, 3A VERIFICA A DISTANZA SU PLATONE teoria della reminiscenza e dell'immortalità dell'anima TESTO: MENONE Ma in quale modo, Socrate, andrai cercando quello che assolutamente ignori? E quale delle cose che ignori farai oggetto di ricerca? E se per un caso l'imbrocchi, come farai ad accorgerti che è proprio quella che cercavi, se non la conoscevi? SOCRATE Capisco quel che vuoi dire, Menone! Vedi un po' che bell'argomento eristico proponi! L'argomento secondo cui non è possibile all'uomo cercare né quello che sa né quello che non sa: quel che sa perché conoscendolo non ha bisogno di cercarlo; quel che non sa perché neppure sa cosa cerca. MENONE E non ti sembra, Socrate, che sia questo un ragionamento assai ben condotto? SOCRATE A me no! MENONE Dimmi perché! SOCRATE Certo! Perché ho sentito dire da uomini e donne assai addottrinati nelle cose divine .... MENONE Cosa dicevano? SOCRATE Cose vere, mi sembra, e belle. MENONE Quali? e chi sono coloro che le dissero? SOCRATE Sacerdoti e sacerdotesse, quelli a cui stava a cuore saper rendere ragione del proprio ministero. E quelle stesse cose dice anche Pindaro e molti altri poeti, i poeti divini. E questo dicono ma vedi se ti sembra che dicano il vero -; dicono, dunque, che l'anima umana è immortale, e che ora essa ha un suo compimento - il che si dice morire -, ora rinasce, ma che mai essa va distrutta; ecco perché, dicono, bisogna trascorrere la vita il più santamente possibile […] L'anima, dunque, poiché immortale e più volte rinata, avendo veduto il mondo di qua e quello dell'Ade, in una parola tutte quante le cose, non c'è nulla che non abbia appreso. Non v'è, dunque, da stupirsi se può fare riemergere alla mente ciò che prima conosceva della virtù e di tutto il resto. Poiché, d'altra parte, la natura tutta è imparentata con se stessa e l'anima ha tutto appreso, nulla impedisce che l'anima, ricordando (ricordo che gli uomini chiamano apprendimento) una sola cosa, trovi da sé tutte le altre, quando uno sia coraggioso e infaticabile nella ricerca. Sì, cercare ed apprendere sono, nel loro complesso, reminiscenza [anamnesi]! [...] MENONE Sì, Socrate, ma in che senso dici che non apprendiamo e che quello che denominiamo apprendere è reminiscenza? Puoi insegnarmi che sia davvero così? SOCRATE L'ho detto, Menone, poco fa che sei capace di tutto! Certo, mi chiedi ora s'io ti possa insegnare, proprio a me che sostengo non esistere insegnamento, ma reminiscenza, per vedermi cadere sùbito in contraddizione con me stesso. MENONE No, per Zeus, Socrate, non avevo affatto questa intenzione, ma l'ho fatto per abitudine. E allora, se puoi, comunque sia, dimostrarmi che davvero è così, dimostramelo! SOCRATE Non è certo facile, ma, per amor tuo, ugualmente mi c'impegno. Chiama uno di questi molti servi del tuo séguito, quello che vuoi, sì che proprio in lui possa darti la dimostrazione che desideri. MENONE Benissimo. [Platone, Menone, 80d-82b, trad. it. di F. Adorno, in Opere complete, Laterza, Roma-Bari, 1971] Comprensione e analisi 1. Per Socrate il ragionamento di Menone … 1 punto A) è sterile B) giunge per vie traverse alla conclusione giusta C) è corretto D) è sbagliato nei suoi presupposti RISPOSTA: A. è sterile 2. Quale delle seguenti affermazioni non è una tesi del Socrate platonico sull'anima? 1p A) l'anima è immortale B) l’anima rinasce più volte C) l'anima tutto ha appreso D) l'anima nasce una sola volta e vive per sempre RISPOSTA: D. l’anima nasce una sola volta e vive per sempre 3. Che cosa intende Socrate con l'espressione 'argomento eristico'? A quale tipo di filosofia si riferisce polemicamente? 1 punto Con ‘argomento eristico’, Socrate fa un evidente riferimento ai sofisti. Si tratta di una corrente di pensiero incentrata sulla parola e sulla capacità persuasiva di essa (Gorgia), in grado di essere utile all’intera comunità (Protagora); un pensiero il cui pilastro fondante fu la retorica, la capacità di convincere, di far prevalere la propria opinione nelle assemblee, arrivando a trasformare, con l’eristica pura, il falso in vero e il vero in falso, senza alcuno scrupolo, per il solo gusto di gareggiare e, soprattutto, di vincere: è proprio questa, infatti, la radice della parola eristica [da ἐρίζω, combatto]. I sofisti che si avvalevano della tecnica dell’eristica (diventata in molti casi arma del potere contro il popolo o i più deboli) analizzavano argomenti di qualsiasi tipo senza voler raggiungere, come i filosofi precedenti, la verità o l’ἀρχή, ma solo i propri interessi personali, manipolando le situazioni e i concetti nel modo più vantaggioso per loro, arrivando qualche volta a paradossi e finendo il più delle volte nell’assurdo. 4. Perché Socrate cadrebbe in contraddizione se insegnasse a Menone come si ricorda, ovvero come si comprende? 1 punto La parte centrale del pensiero socratico è la maieutica: l’insegnamento è come un parto, tutto il sapere è già nell’uomo che non deve far altro che partorirlo con l’aiuto dell’‘ostetrico’ filosofo, che guida l’allievo in questo processo difficoltoso, spronandolo e invitandolo a riflettere. In questo testo Platone, tramite la bocca di Socrate, espone la sua teoria: all’anima non si deve insegnare, ma le si devono offrire spunti affinché ricordi ciò che ha già appeso tramite l’esperienza nel suo processo di metempsicosi e nel mondo delle idee, ovvero nell’iperuranio. Menone fa quindi una richiesta, quella di imparare da Socrate a ricordare, che risulta un paradosso, perché, seguendo il ragionamento di Socrate, anche il saper ricordare può e va ricordato dall’anima tramite la reminiscenza soltanto. 5. Utilizza le espressioni e i termini elencati di seguito per completare il periodo riportato sotto 2 punti Ade – apprendimento – cercare – conosceva – mondo di qua – reminiscenza – ricerca – riemergere “L'anima degli esseri umani ha conosciuto il MONDO DI QUA e quello dell'ADE, quindi può fare RIEMERGERE ciò che prima CONOSCEVA. Ricordando (ricordo che gli umani chiamano APPRENDIMENTO) una sola cosa, l'anima può trovare da sé tutte le altre, a condizione che l'essere umano sia instancabile nella RICERCA. In conclusione, CERCARE e apprendere sono entrambi una forma di REMINISCENZA. Interpretazione e riflessione 6. Qual è il nucleo concettuale della teoria platonica della reminiscenza? Quali sono i precursori di questa impostazione? 2 punti Uno dei modi attraverso i quali Platone affronta il tema della reminiscenza, o anàmnesi, è il mito di Er: quest’ultimo era un guerriero che ebbe la possibilità di risuscitare e di raccontare ai vivi il mondo dell’aldilà, l’iperuranio, dove tutte le anime si recano presso le tre Moire per scegliere il tipo di vita a cui andare incontro nella nuova vita terrena, in base al ricordo delle esperienze avute nelle vite precedenti. Una volta attuata la propria scelta, le anime bevono l’acqua del fiume Lete, che le porterà in uno stato di sonnolenza e oblio. Le anime, quindi, si risveglieranno nel corpo materiale umano, con i ricordi dell’iperuranio offuscati. Nel corso della propria vita si dovranno poi dedicare a una continua ricerca del sapere che non potrà mai provenire dall’esterno (attraverso l’apprendimento e il corrispettivo insegnamento) ma dall’anima stessa; essa, infatti, spesso con l’aiuto di spunti esterni, riuscirà a ritrovare dentro di sé tutte le informazioni, le conoscenze, le esperienze, insomma tutto il proprio sapere, tramite la reminiscenza, perché “conoscere è ricordare”; e basterà un solo ricordo del mondo delle idee a portare tutti gli altri, come se i ricordi fossero una catena continua. L’impostazione del pensiero platonico è chiaramente l’eredità rielaborata del fulcro del pensiero socratico, la maieutica (= il filosofo, come un’ostetrica, anziché offrire il proprio sapere all’allievo, lo aiuta a ‘tirare fuori’ da se stesso, in modo autonomo, la conoscenza che, in fondo, si trova già nella mente di ciascun uomo). 7. Confronta l'impostazione data in questo brano da Platone al problema educativo con quella suggerita dai sofisti. 2 punti Platone propone nel brano un approccio verso l’insegnamento e l’apprendimento decisamente differente rispetto a quelli che erano i canoni sofistici. Egli, senza volersi imporre come insegnante o voler imporre il suo sapere e le sue opinioni, cerca di consigliare a ogni uomo di cercare dentro se stesso le risposte e le conoscenze; per Platone l’unico compito del maestro è quello di trovare il modo per aiutare l’allievo a ricordare, un modo che si può manifestare attraverso una domanda, uno spunto di riflessione… La sua è un mentalità quasi opposta a quella dei sofisti; essi erano dei filosofi che avevano appreso delle conoscenze che mettevano letteralmente sul mercato, chiedendo in cambio dei propri insegnamenti una certa somma di denaro (per questo motivo, poi, ad usufruire degli insegnamenti dei sofisti – si trattava perlopiù di materie come la retorica, la grammatica, la letteratura… - erano quasi esclusivamente i giovani figli della parte più ricca, nobile e socialmente altolocata della popolazione, in grado di permettersi spese per lo studio dei figli e desiderosi di portare i propri eredi ad occupare cariche politiche di prestigio all’interno della πόλις). Ho risposto alle domande della verifica seguendo la struttura delle precedenti, cioè le domande aperte di max. 6-8 righe e le trattazioni sintetiche (interpretazione e riflessione) di max. 20 righe. Isabella Tokos, 3A