riassunto capitolo 2 libro arte una storia naturale e civile Storia dell'Arte Moderna Alma Mater Studiorum – Università di Bologna 17 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Riassunto capitolo 3 libro 2 La rete dei commerci olandesi, portoghesi e spagnoli da una parte, e dall’altra rete delle missioni dei grandi ordini religiosi avvolgono nel seicento l’intero pianeta, in un fittissimo scambio di oggetti, uomini, parole e idee. Ed è su queste reti commerciali e religiose che corrono anche le forme del nuovo stile, il barocco: il primo stile capace di imporre le sue opere contemporanee in Europa, Asia, America: il primo stile, cioè, davvero globale della storia culturale mondiale. Tra Spagna e Italia Diego Velazquez di Siviglia, ebbe una formazione decisamente caravaggesca, ultimo il suo primo quadro nel 1621, il cosiddetto acquaiolo di Siviglia. Questo quadro appartiene al genere del bodegon: La versione spagnola di quel filone della pittura europea che ritraeva uomini e donne di condizioni umili all’interno di contesti sociali, come cucine, o comunque in compagnia di cibi oggetti. Senza tracce di registro ironico, o aneddotico, le figure umane hanno una monumentalità che si adatta bene ai santi di una pala d’altare. La luce è inequivocabilmente caravaggesca, che cava i corpi dall’oscurità Alice colpisce: uno dei dati più affascinanti di questo quadro è l’equazione tra uomini oggetti, tutti egualmente sottoposti all’incidenza del lume, tutti egualmente protagonisti. Nella seconda metà del 1623 Diego si stabilì a Madrid, dove avvenne l’incontro con la grande pittura italiana, la cosa fu determinante Data la presenza del grande pittore europeo Pietro Paul Rubens. Rubens Aprilia occhi a Diego sull’attualità della lezione di Tiziano, E più in generale su quella italiana. Diego trascorse 18 mesi in Italia, questi furono decisivi per la sua maturazione. Negli anni successivi la sua vita per la scandita solo da ritmi monotoni e chiusi della corte: come pittore del re, dovete dipingere quasi esclusivamente ritratti, quasi sempre le stesse persone, in questa gabbia egli creò alcune delle opere più importanti della storia dell’arte occidentale, conducendo un’altissima meditazione sulla realtà della natura umana e sovvertendo genialmente le regole del genere ritrattistico. Filippo Quarto a fraga 1644 È un insieme di celebrazione pubblica e guerriera, ma anche un pegno di amore coniugale, perché il quadro venne spedito alla regina Elisabetta dal fronte di guerra. Diego lo ritrasse in una casa della cittadina di Fraga. Il quadro si risolve in una specie di cascata di colore e di luce. Nessuna fotografia può restituire l’emozione suscitata dal vedere da vicino, quasi con una lente, quella superficie dipinta che sembra dissolversi in una miriade di grumi d’argento. Le maniche luccicanti, quasi coperte da squame bagnate, la giubba rossa tempestata dal gallone 1 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) d’argento, il giustacuore, Il corpetto dorato che appare sotto, la piuma del cappello, rosso sul rosso: tutto funziona come una rampa di lancio per l’uso pirotecnico di una pittura impressionistica e comprendiaria. Il dipinto non mostra un carattere trionfale, ne reca un’impronta marziale. Filippo stringe il bastone del comando supremo dell’esercito spagnolo, ma hai il cappello in mano, quasi un saluto galante alla sua amatissima regina, con un viso così pallido, stanco e triste da rappresentare assai meglio l’irreversibile crisi della Spagna che non la gioia per l’effimera vittoria. Ci sono ottimi motivi per ritenere che la celeberrima Venere allo specchio sia stata eseguita a Roma, e si tratta dell’unico nudo femminile di Diego, ed è l’unico quadro di questo genere nella tradizione spagnola. Libertà e sensualità sembrano scaturire un rinnovato contatto con la calda tradizione veneziana, la posa tergale della dea ha fatto giustamente pensare che la fonte sia la statua antica ermafrodito, che si trova a Roma. Un particolare trascurabile fa intuire che non si tratta semplicemente del ritratto di una donna nuda: Venere a chiesto a Cupido di portare lo specchio, e questi è voltato a staccarlo dalla parete più vicina ed è atterrato proprio ora sul letto della madre. Vediamo il suo volto nello specchio, ciò vuol dire che è la sua volta sta guardando non la propria faccia, ma noi, appena entrati nella sua alcova. E in questo quadro c’è una sintesi delle esperienze italiane di Diego: una strepitosa gamma cromatica di ascendenza veneta innerva di vita una statua antica, e tutto è posto al servizio di un’attenzione al ruolo dello spettatore e al suo coinvolgimento, che proprio nella Roma barocca aveva raggiunto il vertice. Ritorno al ritratto e pittura di paesaggio Diego si sciolse le dita e seguendo quello del proprio, schiavo-pittore, ritratto di Juan de Pareja La pienezza della dignità umana che promana da quel volto doveva rendere impossibile a Diego la pratica dell’inumana schiavitù, dopo quest’opera divenne per qualche settimana il ritrattista più in voga della corte di Roma, una campagna radiografica ha scoperto che questo sia il quadro più elaborato dell’intera produzione artistica, e altre indagini hanno stabilito che per questa tela utilizza una tecnica di preparazione tipicamente veneziana. 2 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Ai messi romani di questo secondo viaggio risalgono gli unici puri paesaggi di tutta la sua carriera, le due celeberrime vedute di villa medici Si tratta forse dei primi quadri dipinti en plein air, cioè dipinti all’aperto, di fronte al soggetto, e non costruiti in uno studio usando schizzi e appunti, della storia dell’arte occidentale. Singolari, di difficile classificazione in termine e in genere: il soggetto urbano e il peso relativamente secondario dell’aspetto paesistico impedisce di definire il paesaggio la ferialità e l’accidentalità della situazione le allontana dalle nobili e solenni vedute di Rubens. Las Meninas Il suo capolavoro più il noto, descritto come uno specchio magico che annulla i secoli, un binocolo puntato sui tempi lontani, che ci rivela, simili a fantasmi, gli abitanti del vecchio palazzo. Attraverso questo dipinto varchiamo la soglia del tempo e dello spazio, siamo nella reggia di Filippo Quarto, nello studio del pittore, con in primo piano la figlia del re, Margherita, con una damigella, che le offre un vaso di terra profumata pieno d’acqua, con a seguito cortigiani e nani. Dall’altra parte ce lo stesso Diego che dipingere una tela. Grazie allo specchio dipinto sulla parete nel fondo della stanza, di fronte alla tela, è riflessa l’immagine del nostro re cattolico Filippo e della regina Marianna, che ci fa comprendere che Diego ha dipinto se stesso che dipinge un ritratto dei suoi signori, i quali dovevano trovarsi nella posizione in cui oggi noi guardiamo il quadro, in questo momento sta finendo la seduta di posa, lo capiamo perché l’aiutante della regina apre la porta in fondo alla sala, Mentre il nano, in primo piano, sveglia, scuotendolo, un cane: è il mastino della mancha, Che precedeva il re in ogni suo spostamento. La posa è finta, E questo potrebbe significare il momento della liberazione di Filippo, in quanto inviava posare per un dipinto, ma lo stesso momento poteva ricordare la liberazione del peso dal governo, quindi dalla finzione e continua a cui era obbligato. Lo specchio è indubbiamente uno dei raggiungimenti più alti del barocco europeo. In Francia: il re sole 3 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Diego curò la costruzione e il sontuoso arredo della parte spagnola di un padiglione sull’isola dei fagiani, che in quel tratto marca il confine tra Spagna e Francia. Racconta il firmamento di pace dei Pirenei: una ricomposizione solenne, siglata dal contestuale matrimonio tra Luigi X e la figlia di Filippo, Teresa. Nel incontro tra Filippo Quarto di Spagna e Luigi XIV di Francia sull’isola dei fagiani, il 7 giugno 1660 Alla nostra dstra la corte spagnola, decisamente più anziana, composta e severa negli abiti neri, alla sinistra la giovane e frizzante corte di Francia, tutta Torino e colorata. Anche gli sfondi diversi dei due gruppi hanno un significato evidente: gli spagnoli si stagliano su un bosco fitto e selvaggio, mentre in Francia hanno una dolce campagna abitata e un gran padiglione dalle forme stentate classiche. Luigi dette grande impulso alle manifatture, intenzionato a rendere Parigi la capitale delle arti applicate, Venne fondata la manifattura reale dei mobili della corona, che aveva il suo fulcro nella manifattura reale dei gobelins da cui uscivano sontuosissimi arazzi, Tre quali quello che commemorava il vertice dell’isola dei fagiani, è un altro che rappresenta nel modo più efficace l’impegno di Luigi per le arti: Luigi XIV visita le manifatture reali L’uomo al quale il re affidò le redini di questa ricostruzione dello Stato e della sua immagine fu Jean-Baptiste Colber, il modello che aveva in mente era l’Italia, soprattutto della corte papale. Della cultura barocca Luigi X aveva capito che a creare lo splendore artistico era l’immagine durevole di uno stato di un regno, ma Luigi non bastava imitare Roma: voleva far la propria, assimilarla, superarla. Colbert nel 1664 decise di ricostruire l’antico palazzo reale, il Louvre, in forme moderne e degne del nuovo corso della monarchia francese, si rivolse a Roma, sollecitando idee progetti da un gruppo di architetti tra i quali Bernini, Borromini e Pietro da Cortona. Una sorta di riedizione iper barocca, tutta giocata sul contrasto estremo di forme concave e convesse, della pianta di palazzo Barberini. Le reazioni di Colbert furono perplesse, le sue obiezioni erano di tipo pratico, nel secondo progetto Bernini si mostrò assai più moderno, sul piano formale, a questo punto col Bert e Luigi si convinsero che questa era la strada giusta. Il re allora creò una commissione formata dal suo primo architetto Luis le Vau, dal suo pittore Charles e da Claude Perrault, Architetto medico, ma anche traduttore di Vitruvio, il risultato fu il progetto della facciata orientale del palazzo Colonnade costruita tra il 1667 e il 1670. 4 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Una sorta di traduzione francese dell’architettura romana contemporanea, il ritmo luminoso delle colonne dell’origine gigante, accoppiate stagliate contro l’ombra, l’alto stilobate e la balaustra apicale sarebbero impensabili senza una profonda conoscenza del barocco romano maturo. L’importanza del cantiere del Louvre era una svolta storica, attraverso la quale la Francia si affiancava anche simbolicamente all’Italia. Fu dunque a spese di Bernini che Luigi XIV e il suo ministro Colbert siamo emanciparono definitivamente sulla sudditanza culturale verso l’Italia. Questa svolta impressiono anche molti italiani. La reggia di Versailles Fin dall’inizio del regno, Luigi scelse questo castello, come teatro di feste, balletti, ricevimenti ufficiali. Nel 1667 si decise di ricostruirlo, con il grandioso progetto dell’architetto Jules Hardouin-Mansart e Louis Le Vau. Se ne confrontiamo le forme con quelle che Bernini imponeva ai suoi progetti, il palazzo sembra andare in direzione del tutto diversa: infatti l’aspirazione era alludere a un’architettura classica, romana, che collegasse Luigi alla magnificenza degli imperatori antichi, più che all’arte dei papi, il severo guscio del palazzo lascia spazio, intorno a sé e al proprio interno, a uno straordinario teatro della regalità. Il parco fu progettato da uno dei più grandi architetti del giardino Andrè Le Notre, ed è concepito come un mondo ordinato e alcol tempo sterminato, percorso da lunghissime prospettive viarie, bacini navigabili, boschetti e aiuole geometrica, sistemi complessi e stupefacenti di giochi d’acqua e abitato da animali esotici e da un infinito numero di statue di marmo, il giardino era concepito come un grande ritratto del re. Benché spostata in un altro punto del parco, le sette e statue immaginate da Perrault E scolpite da Francois Girardon, Sono ancora nel palazzo, nonostante l’intera composizione abbia ritmi lenti e solenni, la relazione complessa e teatrale che lega le figure tra loro, tutti insieme, al contesto spaziale che dava loro un senso mostra quanto il complesso del palazzo dovessi alla Roma barocca. La luce e l’instabilità percettiva del parco trovano, all’interno del palazzo, un perfetto corrispettivo della galleria di Glaces. La sua semplicissima architettura era funzionale allo straordinario effetto di luce prodotto dagli specchi che danno il nome: durante il giorno e si riflettevano la luce del sole e di notte quella delle migliaia di candela. Bisogna ricordare che all’epoca gli specchi non superavano i 50 cm di grandezza: in questa in edita parete di cristallo della corte poteva specchiarsi e ammirarsi, nella straordinaria ricchezza degli abiti, tra mobili d’argento. In Olanda : Rembrandt e Vermeer Si può parlare di barocco anche per la protestante Repubblica delle province unite, anche l’arte olandese del seicento a fonda le sue radici nella rivoluzione di Caravaggio, nel cui segno si era sviluppata un’intera scuola di pittura olandese. I viaggi in Italia degli artisti olandesi, caso di Peter Lastman che conobbe Caravaggio e ne fu profondamente influenzato, questo fu un ottimo artista, ma oggi lo ricordiamo soprattutto per essere stato il maestro di Rembrandt, che non solo fu il più grande pittore del seicento olandese, ma uno dei massimi artisti della storia europea. Era descritto come un artista dal potere di arrivare al cuore delle cose che rappresentava, e di farne emergenza 5 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) l’assenza. Conquistò una sovra umana capacità di inchiodare sulla tele il più profondo nucleo morale degli esseri umani, partire da se stesso, possediamo 30 incisioni dell’acquaforte e 40 dipinti in cui si autoritrae: un canone che non trova paragoni nella storia dell’arte moderna. Autoritratto del 1630 Studia sul proprio viso un’espressione di sorpresa, stupore e timore: quasi che il nostro improvviso arrivare l’avesse spaventato. Autoritratto 1640 Un’autocelebrazione costruita intorno ai grandi modelli italiani del Rinascimento, simile a ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello, di cui fece uno schizzo. Autoritratto 1665 Prevale una nota di introspezione, che si fa feroce nella vecchiaia: in una sorta di diario intimo della propria decadenza fisica e della propria crescente consapevolezza morale. Ritratto di Titus 1655 La sua ritrattistica si espande fino ai membri della sua famiglia, come nel caso del ritratto del figlio Titus, ce lo mostra scuola, in una mattina di sole, appoggiato al banco: 6 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) di fronte un foglio bianco, in una mano tiene la penna, nell’altra l’astuccio il calamaio, Sta pensando a cosa scrivere. Uno sguardo che trabocca di stupore, di curiosità, di ingenuità, di voglia di scoprire il mondo. Quella incantata ci dice che Titus sta frugando dentro la propria anima, È lo sguardo di chi sta imparando a scegliere le parole, per raccontare se stesso. La rotonda di notte, 1642 Fu un grande artista pubblico, impegnato in quel genere tipicamente olandese che è il ritratto di gruppo il più famoso è la rotonda di notte, appartiene a questo genere, e fu dipinta per decorare la sala della guardia nel palazzo del municipio di Amsterdam. In origine era molto più grande successivamente venne mutilato. Il dipinto è straordinario: esso sembra voler accogliere lo spettatore nel proprio spazio illusorio, fissando non ci sottrai all’impressione vivissima di udire i colpi degli spari e il battere del tamburo di questo rumoroso corpo di guardia. L’artista decide di mostrare la compagnia del capitano in piena attività, è rappresentato in primo piano con il bastone e la fascia rossa del comando, in atto di ordinare al proprio lungo tenente di preparare la compagnia alla marcia. La rotonda di notte non è solo un ritratto di un gruppo teatralmente animato: Con una caravaggesca mescolanza di generi, bensì introduce nell’opera, tramite le strane figure di bambini in maschera bagnati dalla luce, delle discusse figure allegoriche. I sindaci dei drappieri, 1662 Questi avevano il compito di controllare la qualità della lana blu e nera prodotta dai fabbricanti di tessuti in Amsterdam. È il pittore che li dispone intorno un tavolo, fingendo intenti a una discussione intorno al libro contabile che è al centro della scena. Egli immagina che il tavolo sia collocato Sun altra pedana, e che qualcuno improvvisamente apre la porta della sala, attirando su di sé gli sguardi di questi borghesi. Come Caravaggio e Bernini anche Rembrandt fissa per sempre un attimo fuggente che ha senso solo in funzione della presenza di qualcuno che li guarda. Nel dipinto non possiamo fare a meno di avvertire o glielo imbarazzo, che tuttavia esiste solo perché uno spettatore eternamente ha interrotto l’azione. 7 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Aristotele contempla il busto di Omero, 1653 Opera commissionata dal siciliano Antonio Ruffo, l’artista risposte con qualcosa che aveva in mente come un’iconografia, napoletana, di filosofi antichi raffigurati come mendicanti contemporanei distaccati dal mondo. La radice profonda dell’Aristotele è la radice di tutto: Caravaggio. Non solo la costruzione luminosa e caravaggesca: ancor più profondamente lo sono l’abbattimento dei confini tra i generi, l’attualizzazione emotiva di un soggetto Classico, L’assenza di azione. D’altra parte il dipinto svela un canale dei contatti dell’artista con l’Italia: le stampe di traduzione. Il volto del filosofo riprende quello di Leonardo che Raffaello attribuire al Platone nella scuola di Atene. Aristotele indossa un costume di fantasia: non è l’abito antico che ci aspetteremmo non è la veste lacera da straccione, non è nemmeno il vestito contemporaneo cui forse avrebbe ricorso Caravaggio. È una specie di costume di scena da qui prende una ricca catena d’oro: Un abbigliamento così inusuale ed essere scambiato per un abito bianco è nero da frate domenicano. L’aspetto teatrale del costume sottolinea il tono teatrale di tutta la scena: Aristotele contempla il busto di Omero, probabilmente meditando sui principi della poetica, come Amleto contempla il teschio. il ritratto di Jan Six nello studio 1647 È il ritratto del suo amico Jean, questi era un conoscitore e un collezionista non conformista, Un poeta raffinato non che il dedicatario del cortigiano di Baldassarre.. Tutte cose che fanno supporre che gli lasciassi impostare condurre l’incisione in assoluta libertà. Il risultato è una scena indimenticabile, che appare al tempo stesso del tutto naturale spontanea, ma anche profondamente teatrale. In intimità a casa sua, con il colletto slacciato, appoggiato, una pila di libri in primo piano, la spada il centurione e gettati su una sedia, è un quadro con la tendina di protezione e mezza aperta, ma al tempo stesso il grande tendaggio della finestra che si apre come un sipario incorniciare la luce che circonfonde il nostro vanitoso intellettuale. A differenza dei suoi quadri questa e le altre infinite incisioni dell’autore avevano una grande circolazione in tutta Europa, e potevano far conoscere anche in Italia il singolare barocco sua. 8 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Il ritorno del figliol Prodigo, 1669 Forse l’opera che più di ogni altra rappresenta il mondo in cui l’artista intendeva la storia sacra è quella che rappresenta il culmine della parabola evangelica del figliol Prodigo, O meglio del padre misericordioso, dipinto negli ultimi anni di vita. Sotto lo sguardo stile del fratello virtuoso, il figlio corrotto e integrato è tornato, il padre si china verso di lui, lo accoglie, lo abbraccia e lo benedice, non chiedere, non processa, chiude gli occhi per commozione. Nessuno osa rompere il silenzio. È stato un artista protestante, lontano da ogni clero, a fare il più bel ritratto delle viscere misericordiose di un dio padre che è anche madre. Vermeer Uno dei principali storici dell’arte del novecento, ha spiegato che come esiste grande musica senza parole, così esiste grande pittura senza un soggetto importante, a questa scoperta si erano in consciamente avviati gli artisti del seicento che avevano intuito la pura bellezza del mondo visibile e gli specialisti olandesi passando la vita dipingere lo stesso genere di soggetto, avevano finito col mostrare il soggetto di secondaria importanza. Il più importante di questi maestri è Jean vermeer. Ragazza con l’orecchino di perla, 1665-67 È un meraviglioso tronie, Come gli olandesi si chiamavano le mezze figure che non ritraevano singole persone reali, ma che semmai ne usavano i tratti per studiare un’espressione o uno stato d’animo. Quasi tutto quello che sappiamo è contenuto nei suoi straordinari dipinti: dove non accade nulla, il tempo è come se fermo, sembra che la pittura, descrivendo minutamente frammenti di realtà domestica bagnate da una luce meridiana, parli in verità solo la pittura stessa. E l’assenza di azione e l’apparente irrilevanza della scena sono capace di creare una fortissima tensione nell’anima di chi guarda. 9 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Donna che legge una lettera, 1657-59 Non succede niente, una donna di fronte ad una finestra aperta, legge una lettera. In un primo tempo jean aveva dipinto un quadro concupito appeso sul muro di sfondo, Fornendo un inequivocabili indizio sulla natura della lettera: Una lettera d’amore, possiamo continuare supporlo, ma senza alcuna certezza. Così come possiamo immaginare che il tappeto Turco e il prezioso piatto di porcellana cinese vogliano alludere al fatto che il marito, ho l’amante, della donna fossi un dipendente della potente compagnia delle Indie orientali, ma possiamo anche provare a supporre che il dettaglio illusionistico della tenda verde tirata alla destra del quadro, Oltre a rappresentare la tendina che nel seicento proteggevano i dipinti dalla luce e dalla polvere, abbia un nesso con la frutta nel piatto cinese, e voglia parlare dell’antica gara tra due mitici pittori, che narra Plinio il vecchio. Donna che pesa il denaro, 1663-64 La stessa donna appare in cinta: una condizione in cui Chatarina si trova spesso, Visto che detto al marito 14 figli. Anche in questo caso ci chiediamo se si tratta di un frammento insignificante della realtà reso immortale dalla qualità sovra umana della pittura vermeer, O se invece siamo di fronte a un’allegoria religiosa, come potrebbe far pensare la presenza di un giudizio universale appeso alla parete. È una celebrazione della ponderando cosa del giudizio della donna, Che pensa lei le sue decisioni con la stessa giustizia con cui il Cristo giudice pesa le anime, o siamo addirittura di fronte a un’immagine della Madonna, o infine la donna non è per nulla incinta, le domande con questo artista sono sempre di più delle risposte. Donna che versa il latte 1657-68 È fortissima la sensazione che non ci sia un senso risposto, e che tutto quello che davvero conta sia ciò che si vede con gli occhi del corpo. Una straordinaria, monumentale 10 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) dignità di questa umile addetta alla cucina. Il colore, quello che mandava in estasi un altro pittore olandese, ossia Van Gogh, la tavola di questo strano artista comprende l’azzurro, il giallo limone, il grigio perla, il nero il bianco. è vero che nei quadri che ha dipinto non si può trovare l’intera gamma dei colori, ma si possono riunire. Gli olandesi non avevano immaginazione, ma avevano un gusto straordinario, è un senso infallibile della composizione. La veduta di Delft 1661-63 È uno dei due soli esterni pervenutici di questo autore, che dimostra il senso infallibile della composizione, una città incantevole, con ponti e corsi d’acqua in ogni strada. La veduta fu dipinta probabilmente dal secondo piano di una casa, forse con l’aiuto di una camera oscura, con un dispositivo ottico molto antico che i pittori olandesi del seicento usavano per aumentare la precisione delle loro vedute. Ma più ancora che per la sua esattezza, questo quadro, questa natura morta di città, come definì Roberto Longhi, ci colpisce ci commuove per la sua poesia. Lo scintillio serico dell’acqua, la silenziosa dignità delle buche figurette umane e soprattutto questo immenso cielo nuvoloso tutto giocato su un continuo cambiamento di luce di colore sono le virtù principali di un quadro il cui vero soggetto è la nostra percezione e la nostra commozione di fronte a un frammento del mondo reale. Un quadro che proprio per questo spostamento di asse, possiamo considerare come un fondamento di ciò che poi si chiamerà impressionismo. L’atelier, 1663-68 È forse l’opera in cui l’artista tira le fila di tutta la sua straordinaria opera. Forse il titolo rende conto più oggettivamente di ciò che vediamo: è stata appena scostata a nostro beneficio la pesante tenda colorata che vediamo sulla sinistra, e così possiamo rubare godere l’insolita vista del pittore al lavoro nel suo studio. Il pavimento, il lampadario, la seggiola con i nottolini fulgidi sono quelli che si ripetono ossessivamente in molti di questi quadri, dunque probabilmente sono quelli della sua casa. Questo abbigliamento solenne e il fatto che non vediamo il viso del pittore spingono a pensare che si tratti di una sorta di autoritratto aperto che può rappresentare tutti i pittori, Dunque anche un’allegoria della pittura, seppur concepita come la rappresentazione della messa in scena di un’allegoria. Barocco globale I viaggi degli artisti, le commissioni a distanza, la circolazione dei disegni e delle stampe, il ruolo esemplare dell’Italia, l’espansione coloniale degli Stati europei: è a causa di tutti questi fattori tra loro così diversi, che il barocco poté diventare il primo stile globale. Le Fiandre 11 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Nelle Fiandre un ipotetico viaggiatore avrebbe potuto incontrare un rigogliosissimo barocco di sapore romano cresciuto intorno alla figura fondativa di Rubens. Quest’ultimo rimase a vivere ad Anversa, dove il progetto ed edificò una casa che è ancora uno straordinario monumento barocco, dove vediamo la smisurata ricchezza, il prestigio culturale dello status diplomatico. La severa facciata sulla strada introduce a un microcosmo tutto giocato sul rapporto tra palazzo e giardino. Il gioco continua tra esterno e interno è il filo conduttore della casa, insieme al ruolo assegnato alla luce, la sua personalità e La severa facciata sulla strada introduce a un microcosmo tutto giocato sul rapporto tra palazzo e giardino. Il gioco continua tra esterno e interno è il filo conduttore della casa, insieme al ruolo assegnato alla luce, la sua personalità è sicuramente unica, così come non lo è il suo tipico desiderio di costruire fuori dall’Italia un pezzo di Italia. Nel 1618 Rubens poteva arrivare a formare un linguaggio così assonante a quello che poi si chiamerà barocco, mentre via via che i decenni passavano il crescente repertorio del barocco romano italiano entrava nell’immaginario europeo. Baviera Se il nostro ipotetico viaggiatore si fermasse a Vienna, in Baviera, avrebbe potuto costatare nel più spettacolare dei modi l’arte del barocco. Qui abbiamo l’antica chiesa monastica, Opera dei fratelli cosmas E altri, i quali si erano fermati a Roma ispirandosi alla cattedrale di San Pietro di Bernini e agli infiniti quadri affreschi italiani. L’enfasi dei gesti degli apostoli, l’uso massiccio dell’oro, la bizzarria delle forme, Una certa ingenuità che avrebbe probabilmente lasciato perplesso Bernini, ma non c’è alcun dubbio che la miccia di questa fantasmagorica esplosione di forme partiva dalle sue idee e dalle sue invenzioni. I fratelli asam replicarono il loro scintillanti sortilegi in moltissime chiese della città e della campagna bavarese. Vienna Qui il viaggiatore avrebbe potuto incontrare il cantiere in cui stava sorgendo una delle chiese più romane del sacro Romano impero, quella è che Carlo V aveva commissionato a Johanne Bernard Fisher. La sua chiesa di San Carlo, una volta completata si sarebbe rivelata stupefacente: una sorta di riedizione della Sant’Angelo di Piazza Navona, ma con un particolare clamoroso inserimento di ben due colonne coclidi con storie della vita di San Carlo Borromeo, Sul modello della colonna Traiana. È possibile dimostrare che si tratta della concreta attuazione di un’idea di Gian Lorenzo Bernini. In questo stesso momento Fisher stava costruendo una sorta di grande Versailles imperiale il castello di Schonbrunn mentre un altro architetto Johann Lucas stava ideando il meraviglioso 12 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) complesso viennese del belvedere, composto da due palazzi costruiti all’estremità di un giardino alla francese che dolcemente degrada su una colonnina: ai modelli italiani si sommavano ora quelli francesi, dando vita ad un barocco internazionale. Praga A Praga il nostro viaggiatore avrebbe potuto attraversare la moldava sul ponte medievale che aveva però appena ricevuto un preziosissimo corredo di statue barocche, sul modello del Bernini hanno ponte di Sant’Angelo. E dopo aver attraversato il ponte Carlo in direzione di mala strana, il piccolo quartiere, e aver superato la grande mole della chiesa di San Nicola, capolavoro del barocco boemo, avrebbe potuto ristorarsi nel giardino di palazzo lobkowicz, Che era stato costruito da Giovanni battista Aliprandi. Proprio la spettacolare facciata verso il giardino di questo palazzo è la più audace e fedele attuazione del primo, visionario progetto per il Louvre di Gian Lorenzo Bernini: esplicitata testimonianza dei fili che avvincono in questi anni l’Europa barocca. Breslavia Una tappa obbligatoria sarebbe stata alla tedesca Breslavia, Qui nella cattedrale, la cappella di Santa Elisabetta è tutta italiana, a progettarla fu l’architetto Giacomo Scianzi, Che la affresco e la decorò insieme a una nutrita schiera di artisti, scolpita a Roma da Ercole ferrata la Santa Elisabetta, con la monumentale tomba del committente, il cardinale Federico d’Assia, disegnate scolpita da Domenico guidi. Varsavia Il nostro viaggiatore qui avrebbe potuto a rilassarsi nel palazzo di Wilanow, Un casino suburbano costruito per il re Giovanni III da Agostino Vincenzo Locci, Architetto italiano nato in Polonia. Pur essendo palesemente sensibile al rapporto tra palazzo il giardino, questa ha le dimensioni, La grazia e la decorazione esterna assai più simile a quelle delle villa e cardinalizie della Roma del primo seicento. 13 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) San Pietroburgo Qui sarebbe finito nella capitale più settentrionale, orientale moderna di Europa: qui l’architetto Domenico trezZini stava creando dal nulla è una città barocca per lo zar Pietro il grande, Conducendolo a passeggio per i sentieri del suo giardino d’estate, popolato di statue con temporale che lo zar faceva arrivare dall’Italia, come il mirabile gruppo di amore psiche. Stoccolma A Stoccolma il nostro viaggiatore avrebbe potuto conoscere uno dei più singolari della barocco europeo: Nicodemus tessin il giovane, il quale oltre ad averci lasciato un’importantissima opera intitolata trattato sulla decorazione degli interni, nella sua casa e gli stesso, e il cui cortile è uno splendido esempio di barocco internazionale, Tessile e conservata uno straordinario corpus di disegni, copie di opere realizzate ho progetti spesso singolarmente ambiziosi che solo in parte poterono trovare realizzazione nel suo capolavoro, il Palazzo Reale di Stoccolma. Londra Qui il nostro viaggiatore sarebbe stato colpito fin dal lontano dall’alta cupola della cattedrale di San Paolo sotto la direzione di Christopher Wren. Questi l’aveva immaginata come una somma di ciò che aveva visto a Parigi e il risultato fu fondamentale per unire l’architettura italiana del presente e del passato e quella globale del futuro: è attraverso la cupola di San Paul che il tempietto di Bramante arrivo ad essere il modello per il Campidoglio a Washington. Per la facciata della cattedrale londinese Christopher si basò su quella del Pantheon e includendovi due campanili ispirati a Borromini di Sant’Agnese. La facciata laterale ricorda quella di Sant’Andrea al quirinale di Bernini e l’interno della chiesa è pensato secondo San Pietro in Vaticano. Per un in Inghilterra ancora dominata dal gotico, Tutta questa fu una svolta straordinaria. 14 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Lisbona Ecco Lisbona, inondata dalla luce color paglia del Tago, l’enorme quantità di oro che arriva dalle miniere brasiliane, fa di questo Portogallo un paese straordinario. L’ambasciatore Giovanni V aveva fatto il suo ingresso alla corte del Papa Clemente 11º: bere sculture semoventi, segno concreto dell’estrema mobilità dello stile barocco, il nostro viaggiatore avrebbe potuto assistere a uno spettacolo grandioso: il cantiere del palazzo mafra, Le norme convento-palazzo-Pantheon che il resi stava facendo costruire secondo il modello dell’escoriar spagnolo. Un enorme basilica è un palazzo di 800 stanze, 30 cortili, una sterminata biblioteca, 58 grandi statue di marmo, scolpiti a Roma, dove anche il progetto architettonico fu probabilmente di Roma, anche se i lavori furono seguiti da un architetto tedesco di formazione romana Johann Ludwig. Brasile Qui il nostro pellegrino del barocco sarebbe stato accolto dalla città di Olinda, Dove c’è il convento di San Francisco, Con la suggestione della sua bianca facciata curvilinea stagliata sull’azzurro profondo dell’oceano, tra le palme, rappresenta perfettamente il tessuto del barocco latinoamericano, privo di singole vette paragonabili a quelle europee, ma capace di informare profondamente la religiosità del nuovo continente. Andando verso Cuba il nostro viaggiatore non avrebbe ancora potuto vedere la mossa facciata borrominiana della cattedrale di cuba. Messico In Messico avrebbe potuto imbattersi in un’ordinaria fioritura barocca, a Oxaca, Egli avrebbe potuto leggere nella facciata curva della basilica di nostra signora della solitudine la compresenza di una pervasiva decorazione di ascendenza spagnola e di tradizione ancora gotica, con un movimento invece inconfondibilmente italiano. 15 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) Perù Melchiorre cafà, Artista maltese, aveva scolpito la figura intera di Rosa da Lima, Una domenicana peruviana morta cinquant’anni prima e ora stava per assurgere alla gloria degli altari. Fu lungamente esposta nella chiesa dominicana di Santa Maria sopra Minerva, Dove arrivo SANE salva e si trova tuttora, nel convento di San Domenico, Caf ha ha rappresentato il momento della morte di rosa: quando e la passo in cielo senza perdere il sorriso. Una sorta di riscrittura rassenerante della sulfurea erotica Teresa di Bernini a punto un contemporaneo interpretò la figura come una sorta di mistica bella addormentata nel bosco, che l’angelo sta per svegliare, cioè per far risorgere. Un’arte in cui le forme si surriscaldano, si deformano, Si allungano: come il corpo di Santa Rosa, che sembra colare via come una c’era troppo allungo esposta al sole estremo del nuovo mondo. Cina Il viaggiatore avrebbe potuto ammirare l’italianissima facciata della cattedrale che ancora oggi sebbene privata della cattedrale stessa, si staglia in cima a una scenografica scalinata, quasi fosse uno strepitoso apparato effimero italiano: infatti a volerlo era stato Carlo Spinola. India Qui avrebbe potuto affidare il suo ritorno a casa all’intercessione di un pontente Gesuita, Francesco saverio, il cui corpo giace all’interno della basilica del Bom Jesus, Sorta di trascrizione indiana della chiesa del Gesù a Roma. I putti angelici, i marmi, le dorature avevano un’aria familiare, infatti erano scolpiti a Firenze, da Giovanni battista foggini, A Roma sulle opere di Bernini. L’ombra del barocco romano si stendeva ormai su tutto il globo. 16 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected]) 17 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: fabietto1975 ([email protected])