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L'quilibrio

L’EQUILIBRIO
Le caratteristiche dell’equilibrio
L’equilibrio si può considerare un prerequisito per la realizzazione di tutti i
movimenti. In alcune discipline (es. pattinaggio) è evidente la sua applicazione,
anzi si può affermare che non c’è esercizio nel quale questa capacità non viene
esercitata.
L’equilibrio si divide in:
 Statico  se il corpo è fermo in una determinata posizione
 Dinamico  se il corpo è in movimento
 In volo  se il corpo assume atteggiamenti semplici o complessi senza
alcun appoggio al terreno o ad attrezzi
L’organo che provvede al mantenimento dell’equilibrio è il cervelletto, il quale
attraverso i nervi sensori, riceve informazioni dalle cellule sensoriali
specializzate che trasmettono informazioni:
 Cinestetiche  relative al movimento
 Propriocettive  ovvero dell’apparato muscolare e articolare, degli
organi dell’udito, della vista e tattili
Molto importanti sono gli stimoli vestibolari, i quali registrano le
modificazioni della posizione del corpo, e gli stimoli visivi che forniscono le
coordinate spaziali.
Tutte queste informazioni vengono selezionate e viene quindi elaborata una
risposta motoria che andrà poi a ristabilire le condizioni di equilibrio, è un
processo automatico e si svolge in tempi brevissimi  riflesso d’equilibrio.
L’educazione all’equilibrio
Tra i 5 e i 12 anni è il periodo migliore per l’educazione all’equilibrio, ma occorre
esercitare sempre questa capacità perché permette di migliorare il controllo
posturale e psicomotorio, soprattutto nell’adolescenza siccome il corpo è in
continua evoluzione a causa dei cambiamenti organici e strutturali.
In tutti i gesti occorre tenere presenti alcuni principi:
 Non contrarre inutilmente la muscolatura
 Cercare di ampliare la base d’appoggio
 Nella stazione eretta, utilizzare le articolazioni della caviglia e del
ginocchio, che permettono di avere un maggiore controllo degli arti
inferiori e del resto del corpo
 In tutte le situazioni mantenere il controllo posturale, cioè la capacità di
mantenere in asse la colonna vertebrale sulle spalle e sul bacino.
L’equilibrio dal punto di vista organico e della fisica
1. Dal punto di vista organico  la sede dell’equilibrio è nel capo e si trova
e nell’orecchio interno, precisamente nel labirinto membranoso.
Questa è una struttura cava che contiene endolinfa, liquido nel quale si
trovano piccolissimi otoliti (formazioni calcaree), che in seguito ai
movimenti del capo vanno a stimolare le cellule recettrici in esso
contenute.
2. Dal punto di vista della fisica  il baricentro è il punto di applicazione
delle forze-peso che agiscono su un corpo. L’equilibrio di un corpo si ha
quando la perpendicolare del baricentro cade entro o sul perimetro della
base di sostegno costituita dal poligono formato dall’unione dei punti
estremi sui quali appoggia il corpo. Nel corpo umano il baricentro è un
punto virtuale perché cambia a seconda dei movimenti. Più grande è la
base d’appoggio e più è basso il baricentro, più è semplice mantenere la
posizione.
Perdiamo l’equilibrio…
Quando la forza di gravità sposta la linea del centro (linea di gravità) fuori dal
poligono della base d’appoggio si perde l’equilibrio e può capitare da ogni
postura:
 Dalla postura eretta  il poligono della base d’appoggio sono i piedi e la
proiezione del baricentro cade all’interno di questo poligono
 Nella postura seduta  il poligono della base d’appoggio sono le ossa
del bacino sulle quali siamo appoggiati e la parte posteriore di tutto l’arto
inferiore
 Nella camminata  il poligono della base d’appoggio è la distanza tra i
piedi, cioè il passo
Imparare a cadere sperimentando l’equilibrio stimola le nostre percezioni, le
nostre capacità di equilibrio statico e dinamico e la nostra coordinazione. Ma
prima di fare un vero e proprio allenamento dell’equilibrio, si deve cercare di
percepire ciò che sta alla base del proprio equilibrio.