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Interazione disfunzionale della famiglia x Minuchin& Onnis

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MODALITA’ INTERAZIONE DISFUNZIONALE DELLA FAMIGLIA (MINUCHIN)
STRUTTURA : ORGANIZZAZIONE FAMILIARE PER MINUCHIN (1976) :
“ INVISIBILE INSIEME DI RICHIESTE FUNZIONALI CHE DETERMINA I MODI IN CUI I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA
INTERAGISCONO”
MODELLI DI INTERAZIONE DISFUNZIONALE (1980) :
INVISCHIAMENTO , IPERPROTETTIVITA’ EVITAMENTO DEL CONFLITTO E RIGIDITA’
Possiamo riconoscere la “ridondanza”, con cui compaiono questi modelli di interazione familiari , nelle famiglie ad
organizzazione patologica ( Es:anoressica, bulemica etc)
INVISCHIAMENTO
IPERPROTETTIVITA’
EVITAMENTO DEL RIGIDITA’
TRIANGOLA
CONFLITTO
ZIONE
Forma estrema di
intensità e prossimità
nelle relazioni familiari.
Scarsa differenziazione
a livello individuale e i
confini dei sottosistemi
sono deboli e poco chiari
poco definiti
Eccessivo grado di
interesse che ciascun
membro della famiglia nutre
per il benessere dell’altro.
Vengono costantemente
provocate e soddisfatte
richieste di protezione e
nutrimento.
La motivazione
razionale
dell’evitamento del
conflitto è di natura
religiosa od etica.
Spiccata tendenza alla
preoccupazione alla
sollecitudine e all’interesse
reciproco che i membri
della famiglia manifestano
specialmente per ciò che
concerne il benessere fisico
Tendenza comune di
queste famiglie a
cooperare con tutta una
serie di meccanismi di
evitamento per nascondere la conflittualità ed
il disaccordo in modo
che rimanga latente,
non esploda mai
apertamente o
comunque non si
risolva.
Ogni qualvolta la
tensione della famiglia
sale e diviene
minacciosa qualcuno
dei membri e spesso il
paziente richiama su di
sé e sul problema
l’attenzione di tutti. Il
conflitto rimane così
coperto, viene negato o
comunque si focalizza
esclusivamente sulle
difficoltà alimentari.
Il risultato è che i
conflitti vengono lasciati
irrisolti.
Famiglie profondamente e
costantemente impegnate
nel mantenimento dello
status quo.
Coinvolgimento
dei figli nei
conflitti dei
genitori
Ogni cambiamento
provoca difficoltà
(M.Selvini
Palazzoli :
Ragazze
Anoressiche e
Bulimiche 1997)
ONNIS :Tempo sospeso 182
Valenza Metaforica ad
indicare mancanza di
confine (risvolto molto
concreto nelle abituduni
di vita quotidiana)
Tendenza dei membri
della famiglia a
manifestare
intrusioni nei pensieri,
nei sentimenti, nelle
azioni e nella
comunicazione,
riscontrando una
labilità di confini tra
gli individui con
conseguente
confusione tra
funzione e ruoli
Autonomia e spazi
personali sono quasi
inesistenti tanto che
Minuchin definì queste
famiglie così invischiate
come “Famiglie dalle
Porte Aperte”” Onnis
motto imperativo della
famiglia dobbiamo
“stare tutti insieme e
condividere tutto”
Atteggiamento protettivo
viene continuamente
sollecitato e offerto
Questi movimenti di cura e
attenzione per i sintomi e la
malattia ( quantità di
calorie. Qualità del cibo
competizione) può
accadere che la famiglia
tenda a celare qualsiasi
altro problema e si protegga
da difficoltà, dolori conflitti
che sente troppo arduo o
pericoloso affrontare . E’ la
stessa paziente che
propone la sua malattia in
funzione protettiva
specialmente quando la
sfera emozionale sia
troppo gravida di tensioni
o di inesprimibili dolori
Le divergenze e
conflittualità non
arrivano mai ad una
risoluzione, a sbocchi
evolutivi delle situazioni
affrontate e una piu’
chiara definizione delle
relazioni..tensione
costante vissuto di
precarietà comporta la
tendenza a spostare il
focus emozionale su
contingenze
problematiche—I
comportamenti
problematici vengono
considerati la causa
delle tensioni e del
nervosismo
Modalità interattiva che
consiste nella ripetizione
stereotipata delle stesse
regole di relazione, nella
difficoltà
ad
accettare
processi di trasformazione
che sarebbero necessari
nei passaggi di fase di
ciclo vitale, nella tutela
cristallizzata
di
un
equilibrio evidentemente
troppo fragile per poter
accedere al rischio di
cambiamenti.
La rigidità nelle famiglie
con disturbi anoressici o
bulimici
su
esprime
nell’immagine, anch’essa
stereotipata, che tendono
a dare di sé: l’immagine di
famiglie unite e armoniose,
in
cui
non
esistono
problemi al di fuori della
malattia del paziente.
In queste due ultime
dinamiche
relazionali
(rigidità
–
evitamento
conflitto) che si riscontra
una
sorta
inibizione
dell’espressività
emozionale che viene
descritta come alexitimia.
Coartazione in questa
modalità
rigide
di
interazione che trova radici
quella sofferenza che si
esprime in termini bulimici
o anoressici
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