caricato da Utente7701

Recensione del libro La Fraternità. Perché?

L’editrice AVE ha pubblicato recentemente un prezioso libretto che si intitola La fraternità perché?
L’autore, il francese Edgar Morin, ormai centenario, è uno dei maestri del pensiero del nostro
tempo: filosofo, sociologo, agnostico dal punto di vista religioso, è uno dei principali sostenitori e
autori del pensiero della complessità. In questo testo in parte autobiografico sostiene il valore
della fraternità come via da scegliere e incoraggiare per guardare al futuro dell’umanità. Questa
opinione potrebbe essere non molto originale e forse anche un po’ ingenua, se non fosse per il
modo di argomentare di questo grande vecchio della cultura francese, che ha conosciuto
personalmente i più importanti movimenti del pensiero contemporaneo.
Per capire il valore del testo dobbiamo prima sapere qualcosa del cosiddetto pensiero complesso
di cui Morin è un maestro. Negli ultimi 30-40 anni si è cominciato a parlare di teoria della
complessità, che tuttavia non è una vera teoria e nemmeno una disciplina scientifica compiuta. Si
tratta più di un vasto movimento di pensiero che partendo da dati scientifici cerca di cogliere
novità metodologiche, superando il riduzionismo e lavorando sulla interdisciplinarietà. Citiamo
rapidamente i passaggi fondamentali di questa linea di pensiero. Prima di tutto la scoperta dei
sistemi caotici, già identificati nella meccanica classica dell’ottocento da Henri Poincaré e
ampiamente studiati nel novecento fino a diventare noti anche al grande pubblico: basti citare
l’attrattore di Lorenz (matematico e meteorologo che per primo parlò dell’effetto farfalla) e
l’insieme di Mandelbrot. Nacque cosi la teoria del Caos e si cominciò a parlare di una cosa strana
come il “caos ordinato”.
La teoria dei sistemi permise di identificare sistemi non-lineari (in cui causa e effetto non sono
proporzionali) e sistemi non-deterministici (il cui comportamento non è in generale prevedibile): si
noti che il non-determinismo, come la non-linearità, sono perfettamente naturali e per nulla rari.
Riempiono la nostra vita e sono ad esempio la fluidodinamica (ali d’aereo, auto di Formula 1, flussi
negli oleodotti, ...), le fibre ottiche, la trasmissione del calore, la meccanica celeste, la
meteorologia, la biologia (la genetica della Drosophila, il modello preda-predatore di LotkaVolterra, il modello Michaelis-Menten sulla cinetica degli enzimi). Altri passaggi fondamentali sono
stati la scoperta che i sistemi complessi hanno proprietà che non sono banalmente riconducibili
alle loro parti (contro il riduzionismo) e che i sistemi termodinamici lontani dall’equilibrio (studiati
dal Premio Nobel per la chimica Ilya Prigogine) sviluppano forme spontanee di auto-organizzazione
(con applicazioni in meteorologia, elettronica, biologia, chimica). L’enorme sviluppo della potenza
di calcolo degli ultimi decenni ha inoltre permesso di implementare modelli e dinamiche una volta
impensabili. Naturalmente concetti come ecosistema e tutte le tematiche ambientali trovano in
questo sapere strumenti idonei alle loro riflessioni.
Edgar Morin si forma seguendo questi percorsi e arriva a scrivere opere fondamentali come Il
Metodo (in 6 volumi realizzati tra il 1977 e il 2004). A partire da questa ampia base teorica
l’autore, riflettendo sui sistemi complessi, giunge a riconosce che la fraternità, o solidarietà è per
così dire “fondata” nel mondo biologico. Lo studio della natura mostra tanti casi in cui sopravvive il
più forte a scapito del più debole e la teoria dell’evoluzione ha spesso teorizzato la sopravvivenza
del più adatto e del più forte. Tuttavia è evidente che ci sono in natura altre strategie in cui il più
adatto è in realtà il più solidale. Questo è vero per gli animali che vivono in colonie, come le api e
le formiche, ma in realtà gli esempi sono tantissimi (pesci, fiori e insetti e altri). Per cui si deve dire
che c’è un doppio principio evolutivo: il più forte e il più solidale (questa via della solidarietà era
già stata indicata in un testo del 1902, Il mutuo appoggio: un fattore dell’evoluzione, in cui il
censurato e dimenticato autore Petr Kropotkin sostiene che le specie più adatte non sono le più
aggressive ma le più solidali ). Con un procedimento tipico dei pensatori della complessità, che si
permettono un elevato grado di interdisciplinarietà, Moren ricorda che il filosofo Eraclito
sosteneva che concordia e discordia sono madre e padre di tutte le cose e ritrova questa duplice
dinamica anche nella cosmologia e fisica contemporanea che è un teatro dove si scontrano forze
che costruiscono, ordinano e tengono insieme assieme a forze che disgregano e distruggono. Da
questo scontro continuo emergono però ecosistemi equilibrati che permettono ad esempio agli
uomini di sopravvivere. Il ragionamento si muove allora rapidamente verso dimensioni
sociologiche trattando del senso della patria, dei nazionalismi e delle migrazioni, riflettendo sul
fatto che la solidarietà può creare fraternità aperte o chiuse. Naturalmente entrano in gioco anche
le questioni ambientali per le quali risulta vitale un pensiero e una pratica fraterna e solidale. Si
tratta davvero di un buon esempio di come un approccio complesso e aperto al mondo della vita e
della storia possa integrare vari aspetti della realtà.
Morin aggiunge anche una interessante parte autobiografica in cui racconta della fraternità che ha
vissuto nella sua vita e di come lo ha costruito e fatto diventare l’uomo che è. Introduce un
termine molto bello parlando di oasi di fraternità in cui gli uomini possono sperimentare vite
vivibili e vede in queste oasi di fraternità la via da percorrere per cercare di cambiare un mondo
che, spinto da un esasperato individualismo, sta rischiando di autodistruggersi. Lavorare per il
futuro implica salvaguardare e sviluppare oasi di fraternità e nutrire un umanesimo rigenerato che
non tema di riconoscere l’inseparabilità dell’unità e della diversità umana. Tra le fraternità
frequentate da Morin ci sono anche vari tentativi di vita comune nella California degli anni
sessanta a proposito dei quali fa una interessante osservazione: «Quasi tutte le comunità che si
sono formate in California negli anni Sessanta sono deperite e scomparse, fatta eccezione per
quelle cementate da una fede religiosa. I malintesi, le contestazioni, le discussioni, le critiche, i
rimproveri dapprima hanno stimolato la comunità, e poi sono degenerati in conflitti. Cosi come
tutto ciò che non si rigenera degenera, la fraternita che non si rigenera senza posa degenera. E il
partito della fraternità è il partito in rigenerazione permanente di Eros contro Thanatos». (pag. 54)
La fraternità viene proposta e difesa in maniera originale in questo testo che non è un trattato ma
una serie di riflessioni di un moderno genere sapienziale, che quindi può permettersi di trarre
auspici etici da dati di fatto naturali.
Per chi volesse approfondire il pensiero complesso si può leggere un altro piccolo libretto scritto
da uno dei maestri del pensiero complesso in Italia, Mauro Ceruti che ha lavorato anche con Edgar
Morin. Il testo Evoluzione senza fondamenti. Soglie di un’età nuova, edito nel 1995 è stato riedito
nel 2019 da Meltemi editore.
Insieme di Mandelbrot