Nei discorsi la forma di governo presa in considerazione è quella della Roma repubblicana,, mentre nel principe la forma di governo migliore è il principato. La differenza sostanziale sta che nei “Discorsi” lui vuole cercare esempi validi nella storia per far riflettere la gente del suo tempo, mentre ne “Il Principe” cerca di definire uno stato ideale, consigliando i comportamenti che il Principe avrebbe dovuto avere di fronte a diverse situazioni, analizzando quando bisogna essere buoni d’animo e quando ricorrere alle maniere brutali. Per Machiavelli il principe serve solo per la creazione dello sato, mentre la repubblica romana serve per mandarlo avanti Il centauro è una figura mitologica composta per metà dal cavallo e per metà dall’uomo ed è l’esempio perfetto dell’idea del Machiavelli riguardo il Principe. Per lui il governante deve saper utilizzare sia le leggi che sono tipiche dell’essere umano,, sia la forza che lui definisce tipica della bestia. Questa immagine mitologica mostra quanto l’uomo deve saper usare le sue due nature, perché nessuna può essere duratura se non abbiamo anche l’altra La virtù è considerata come la propria capacità di saper affrontare le cose che ci si pongono davanti, mentre la fortuna è il momento stesso in relazione al tempo. Lo scontro tra di esse avviene quando la fortuna porta a far si che l’uomo attraverso la virtù riesce a raggiungere il suo scopo. Machiavelli rivela la sua modernità mostrando quanto la chiesa possa essere pericolosa, poiché il papato è capace di adattarsi alle situazioni temporali Il Principe è stato scritto in volgare con presenza anche del latino per far dare al libro uno stile anche aulico e colto. La differenza principale di stile la si trova nell’ultimo capitolo perché rispetto ai precedenti capitoli, nei quali si aveva un analisi molto più realistica e spietata, illustrando chiaramente ciò che succedeva, in questo capitolo prende quasi la forma di un trattato scientifico, lasciando da parte il realismo e provocando la famiglia de Medici, con l’esortazione alle armi per poter conquistare l’opinione popolare. Si può definire il principe non uno scritto tecnico-scientifico ma un saggio che ha come intento quello di far passare un messaggio di governo ideale Il realismo consapevole coesiste nel principe con la dimensione tragica dell’utopia Il Momento più utopico de Il Principe è l’ultimo capitolo. Machiavelli cerca di fondare il suo scritto su un ragionamento logico che punta anche ad analizzare le situazioni in cui si trovavano in quel tempo, poiché la situazione politica non è delle migliori visto che si trovano davanti un’Italia praticamente frammentata in stati regionali che la rendono debole e stanno aprendo la strada ai barbari(gli eserciti stranieri) Questo attribuisce al principe quasi solo un valore scientifico, come se fosse oggetto di studio. Questo suo realismo scientifico non è che la visione utopica che lo induce a sognare in un principe nuovo e in un’Italia liberata con l’utilizzo della forza e delle armi di cittadinisoldati. Il suo obiettivo è la dimostrazione della nascita di eventuali nuove leggi a livello politico che porterebbero al raggiungimento di un obiettivo preciso. Il suo obiettivo all’interno dell’opera è quello di convincere ed esortare i lettori. Qui scende in campo l’utopia, che dimostra irrealizzabile il desiderio di Machiavelli di un’Italia Libera, poiché il contesto dell’epoca non permette la sua realizzazione anche se Machiavelli lo ha analizzato dettagliatamente