I linfonodi sono delle strutture tonde (simili a piccoli nodi) del diametro inferiore ad un centimetro localizzate nel corpo umano a livello del collo, sotto le ascelle e all’inguine. I linfonodi sono collegati tra loro attraverso una rete di vasi linfatici in cui scorre la linfa, un liquido molto simile al plasma, ma con un minore contenuto in proteine e caratterizzato dalla presenza di linfociti. I linfonodi rappresentano il punto di contatto tra il sistema linfatico e il sistema circolatorio: in questa sede la linfa viene filtrata e le sostanze in essa contenute passano nel sangue. Ingrossamento dei linfonodi: quando preoccuparsi L'ingrossamento di un linfonodo è generalmente causato dall'aumento del numero di cellule immunitarie all'interno dello stesso. Nella maggior parte dei casi, questo fenomeno è dovuto a cause del tutto benigne (ad es. un mal di gola, altre malattie infettive o infiammatorie locali); solo in alcuni casi può essere la spia di una malattia tumorale. Può esserci la presenza di un tumore quando i linfonodi ingrossati: rimangano tali per molti giorni; tendano ad aumentare di volume con il tempo; si localizzino su un solo lato del corpo; si localizzino sopra la clavicola; siano associati a febbre; siano associati ad un importante perdita di peso; siano associati ad altri segni o sintomi che indicano la possibile presenza di un tumore. Nel caso di malattie come il cancro, attraverso i linfonodi passano anche le sostanze che diffondono il tumore oltre la localizzazione iniziale. Se nei linfonodi vicino ad un particolare tessuto non si ritrovano cellule tumorali si può ragionevolmente pensare che il tumore è ancora circoscritto. Al contrario la presenza di cellule cancerogene nei linfonodi è il segno che il tumore sta cominciando a diffondersi nel corpo. Per questo motivo nella cura di alcuni tipi di tumore si può prevedere la diffusione delle cellule cancerogene cercando di valutare la presenza di metastasi di varie dimensioni nei linfonodi. In particolare è importante verificare uno specifico linfonodo, il linfonodo sentinella. Linfonodo sentinella Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo a ricevere il drenaggio linfatico del tumore primitivo. A seconda dei casi, il linfonodo sentinella può essere ancora indenne o risultare già infiltrato di cellule tumorali. I tumori maligni sono così definiti perché - a differenza di quelli benigni - presentano cellule capaci di invadere e distruggere i tessuti circostanti; inoltre, le stesse cellule possono diffondersi attraverso il sangue o i capillari linfatici e attaccare altri organi, dando vita alle cosiddette metastasi (tumori secondari in sedi lontane da quella originaria). Alcuni tumori danno metastasi in particolare attraverso il sistema linfatico e in tutti questi casi la valutazione del linfonodo sentinella assume una grande importanza. Se la diffusione avviene attraverso il circolo linfatico, le cellule tumorali entrano nei capillari linfatici locali, che a loro volta le trasportano insieme alla linfa nel linfonodo sentinella. A livello di questo filtro, i globuli bianchi locali cercano di combattere le cellule maligne per contrastarne la diffusione nelle altre sedi dell'organismo; se tale linea difensiva viene superata, le cellule maligne si diffondo al successivo linfonodo e così via, diffondendo nell'organismo e riducendo tanto le possibilità di cura. Secondo la teoria del linfonodo sentinella, se non ci sono cellule tumorali all'interno del linfonodo sentinella, si può escludere anche il coinvolgimento degli altri linfonodi vicini. Quando e perché è importante valutare il linfonodo sentinella La valutazione del linfonodo sentinella riveste una grande importanza nel cosiddetto processo di stadiazione tumorale, che a sua volta permette di capire quanto il tumore è grande e diffuso. Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo in ordine di tempo che può essere intaccato dal tumore: rimuovendo il linfonodo si blocca al tumore la strada d’accesso al circolo sanguigno e dunque al resto del corpo. In virtù di questa assunzione, a cominciare dalla fine degli anni settanta un gruppo di oncologi, tra cui l’italiano Umberto Veronesi, hanno cominciato a sostenere l’ipotesi che in alcuni tipi di tumore si possa eseguire un intervento senza asportare tutti i linfonodi, necessari al corpo per non indebolire il sistema immunitario, ma eliminando soltanto il linfonodo sentinella. Il linfonodo sentinella si individua tramite l’uso di traccianti radioattivi. Alcune ore prima dell’intervento chirurgico in cui verrà rimossa la massa tumorale, si inietta il tracciante radioattivo intorno alla lesione tumorale. Il tracciante scorre dal tumore, attraverso il sistema linfatico, sino a giungere ai linfonodi: il primo linfonodo raggiunto dal marcatore radioattivo è il linfonodo sentinella. Questo linfonodo viene rimosso e viene in tempo reale eseguita un’analisi: se il linfonodo è pulito o se vi sono delle micrometastasi, si asporta solo il linfonodo sentinella senza togliere gli altri; se invece l’analisi segnala la presenza di metastasi diffuse per precauzione si procede all’asportazione di tutti i linfonodi. Questa tecnica è utilizzata soprattutto nel tumore del seno. LINFOMA Esiste però anche un’altra possibilità. Alcune volte il tumore colpisce direttamente il sistema linfatico e prende il nome di LINFOMA. I linfomi si suddividono in due grandi categorie: il linfoma di Hodgkin e i linfomi nonHodgkin. Il primo è definito cosi dal nome del medico che per primo lo ha descritto (Thomas Hodgkin). I linfonodi più spesso colpiti dal linfoma di Hodgkin sono quelli del collo, ascellari, mediastinici, inguinali e addominali. In alcuni casi, però, la malattia può riguardare anche degli organi, come il midollo osseo, il fegato, i polmoni e le ossa. Il primo sintomo della malattia è molto spesso un rigonfiamento asintomatico di un linfonodo superficiale del collo, dell’inguine o dell’ascella. Bisogna precisare che non necessariamente l’ingrossamento dei linfonodi è la “spia” della presenza di un linfoma. Occorre andare a fondo del sintomo quando il rigonfiamento dei linfonodi è insolitamente consistente rispetto alle normali infezioni, non è accompagnato dal dolore, non trova spiegazione in un’infezione, non diminuisce con il passare dei giorni e dura da più di un mese. Nei casi di malattia, possono essere presenti anche sudorazione eccessiva, febbre di origine sconosciuta (soprattutto nelle ore serali), calo di appetito e perdita di peso anche in assenza di una dieta specifica. La conferma diagnostica del linfoma di Hodgkin (di cui esistono alcune varianti) può avvenire soltanto mediante la biopsia dei linfonodi, ovvero il prelievo di un tessuto (preferibilmente l’intero linfonodo) da analizzare poi al microscopio. L’elemento distintivo del linfoma di Hodgkin è la cellula di Reed-Sternberg, un tipo di linfocita B, spesso caratterizzato da due nuclei.