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europa verso la guerra

L’Europa verso la guerra
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Un clima di tensione tra le nazioni europee
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Imperialismo
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Nazionalismo
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Squilibrata distribuzione della ricchezza
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Società di massa
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
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Il concentrato di problemi divenne il secondo Reich dove nel 1890 il
nuovo Kaiser, Guglielmo II, aveva allontanato dal governo il
cancelliere Otto Von Bismark.
Questo statista al fianco di Guglielmo I, era stato l’artefice
dell’unificazione della Germania e della sconfitta della Francia,
aveva lavorato con le armi della diplomazia per mantenere la pace
in Europa e permettere così all’industria tedesca un tranquillo
sviluppo.
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
Il sistema di alleanze di Bismarck:
Bismarck promosse in Europa una politica di stabilità e
conservazione. Per mantenere la pace e raggiungere il
pieno
controllo
tedesco
della
diplomazia
del
continente, egli elaborò un sistema di alleanze allo
scopo di impedire alla Francia di occupare una
posizione di egemonia ed isolarla rispetto a tutte le
altre potenze europee.
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
Governo di Bismarck:
La Germania era composta da 25 Stati, presieduti da un governo centrale: il
cancelliere, l'imperatore e lo stato maggiore avevano totalmente nelle proprie mani
il potere imperiale. Il Parlamento non esercitava nessun controllo, e ciò impedì una
partecipazione politica da parte della classe dirigente tedesca. Non di maggiore
importanza era il Consiglio federale, costituito dai rappresentanti degli Stati.
Bismarck realizzò un'intesa, di tipo conservatore, tra le classi dominanti del
periodo: gli Junker (aristocrazia agraria) e gli industriali. Tale alleanza si era
consolidata grazie all'esito favorevole delle guerre e il raggiungimento dell'unità
nazionale.
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
I partiti che Bismarck si trovava a contrastare erano:
PARTITO NAZIONAL-LIBERALE: Fu l'unico ad essere egemonizzato dal cancelliere.
PARTITO SOCIALDEMOCRATICO: La lotta repressiva di Bismarck nei confronti degli operai
tedeschi prevedeva contemporaneamente leggi che impedivano la libertà di stampa, di
riunione, ecc. e leggi di difesa sociale (assicurazioni, previdenze per la vecchiaia, ecc.). Tale
atteggiamento paternalistico e allo stesso tempo autoritario aveva come scopo quello di
subordinare la classe operaia all'interno dello Stato e sottrarle l'egemonia del partito.
CENTRO: Era il partito cattolico, avverso sia alla politica accentratrice della Prussia, sia alla
politica bismarckiana. Tra il 1872 e il 1879 Bismarck conduce nei confronti dei cattolici una
cosiddetta "battaglia per la civiltà", dipingendo il partito di Centro come una forza nemica
dello Stato. Tuttavia il cancelliere, preoccupato davanti all'avanzamento del partito
socialista, preferì rinunciare a tale lotta ed allearsi con i cattolici.
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
Le dimissioni di Bismarck erano state provocate sia
dall'attrito presente tra l'imperatore e il cancelliere, sia
dalle pressioni esercitate dagli industriali che
reclamavano una politica di espansione economica e
territoriale.
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
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La politica prudente di Bismark aveva creato un’ irratazione nell’animo di Guglielmo II, impaziente di
realizzare le sue ambizioni.
Dopo essere riuscito a liberarsi del cancelliere, il giovane Kaiser si erano circondato di uomini più
simili a lui.
Due linee principali della sua politica:
La prima coinvolgeva molti milioni di persone di lingua e di tradizioni tedesche che vivevano fuori dai
confini della Germania. Guglielmo II sosteneva che bisognava assorbire all’interno del Reich tutti i
territori esteri abitati da tedeschi
Grande Germania che si contrapponeva alla Piccola Germania voluta da
Bismark ed era in sintonia con un vasto movimento d’opinione chiamato
pangermanesimo
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Pangermanesimo e imperialismo in Germania
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La seconda: aspirazione di trasformare la Germania in un impero
coloniale .
Guglielmo II destinò immense risorse approvando la costruzione di
una gigantesca flotta da guerra
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LA FRANCIA REPUBBLICANA
La vita della Terza Repubblica, tuttavia, era turbata da una
serie di scandali e di colpi di Stato, che rivelavano la
debolezza della Francia e il clima di sfiducia presente
nell'opinione pubblica. Tra questi, l'Affaire Dreyfus.
La politica pangermanista del Kaiser ebbe l’effetto immediato
di mettere in stato di allarme la Francia.
Governo e borghesia non dimenticavano né l’umiliazione
subita nella Guerra franco-prussiana né la perdita di due
regioni di lingua francese come l’Alsazia e la Lorena
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LA FRANCIA REPUBBLICANA
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Il revanscismo in Francia
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Tutto il paese fu percorso dal revanscismo che esplose in violente
manifestazioni antitedesche. Il governo, intanto cominciò a
destinare somme più cospicue al riarmo dell’esercito.
La Francia della terza repubblica (nata nel 1870) dopo la
destituzione di Napoleone III, sconfitto a Sedan divenne una
nazione sempre più dominata dall’autoritarismo del governo e,
inoltre, dal nazionalismo che, tra gli ufficiali dell’esercito e nei
settori più reazionari della popolazione, fu accompagnato dalla sua
naturale conseguenza , l’antisemitismo.
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L’antisemitismo e il caso Dreyfus
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L’ antisemitismo che serpeggia in Francia esplose con il caso Alfred
Dreyfus, era un capitano d’artiglieria, figlio di ricchi industriali
tessili alsaziani, di religione ebraica.
Nel 1894 venne arrestato con l’accusa di avere passato all’addetto
militare dell’ambasciata tedesca a Parigi informazioni riservate.
Condannato alla degradazione e all’ergastolo da scontarsi nell’Isola
del Diavolo, una colonia penale all’interno della Guyana francese in
America latina
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Governi liberali e stato d’allarme in Inghilterra
Nel 1901 era finito il lunghissimo regno della regina Vittoria entrò a
sua volta in allarme per la diffusione delle notizie sul potenziamento
della flotta tedesca,
Ma l’impero britannico stava scricchiolando per motivi interni, scosso
com’era dalle rivolte e guerre coloniali.
Tuttavia il paese mantenne il suo governo liberale che si segnalò per
una serie di riforma a favore dei lavoratori e per una riforma fiscale:
I più ricchi avrebbero pagato sui loro redditi una percentuale che
aumentava con l’accrescere del patrimonio
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La crisi dell’impero russo
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L’impero russo veniva considerato dalle grandi nazioni europee una
compagine statale forte e potente con il governo dello zar
Colosso dai piedi di argilla
Nel 1894 era salito al trono Nicola Romanov, era angosciato dalla
salute del figlio ammalato di emofilia.
Questa tragedia lo condusse ad affidarsi ad un santone con
ambizioni politiche Rasputin
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L’arretratezza della Russia
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L’economia russa era basata quasi interamente sui latifondi delle
famiglie nobili le quali nel 1861 avevano subito la legge che aboliva
la servitù della gleba
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Ma continuavano a tenere i contadini in una condizione di servaggio
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Poiché non avevano compreso la portata innovativa
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Le poche industrie erano quasi tutte concentrate a San Pietroburgo
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In Siberia erano stati scoperti i primi giacimenti di petrolio,
all’apparato statale non era ancora in grado di sfruttarli appieno
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Nel 1867 il governo aveva venduto agli Stati Uniti l’intera Alaska
dimostrando la sua miopia e la sua capacità di controllare la vastità dei suoi
possedimenti.
Da circa tre secoli la Russia ospitava una delle più numerose minoranze
ebraiche del continente (paragonabile solo a quella della Polonia), la cui
convivenza con i Russi ortodossia subiva alti e bassi a
causa
dell’antisemitismo di fondo di questi ultimi.
Nicola II incoraggiò questo atteggiamento ostile per cui sotto il suo regno si
verificò un numero altissimo di pogrom (devastazioni), durante i quali
intere comunità ebraiche furono assalite e perivate dei loro beni.
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La Russia era anche il paese dove esisteva il più folto e agguerrito
gruppo di anarchici.
Per manifestare la loro opposizione,essi avevano scelto la strada
degli attentati da quando, nel1881, un anarchico aveva ucciso Lo zar
Alessandro II.
Gli operai di San Pietroburgo avevano costituito nel 1898 un partito
marxista , il Partito socialdemocratico russo di cui fa parte un
rivoluzionario di professione Vladimir Ul’janov, detto Lenin.
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La rivoluzione del 1095
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Nel 1905 la fame indusse una folla di lavoratori con donne bambini e preti a
radunarsi nell’immenso cortile della residenza dello zar il cosiddetto Palazzo
d’inverno, per implorare il diritto alla sopravvivenza e la costituzione.
Lo zar comandò la guardia reale di sparare sui manifestanti.
La popolazione in Russia esplose in una grande rivoluzione che nelle città
coinvolse operai, soldati, nelle campagne fu violentissima.
Nel 1906, dopo più di un anno di successi, la rivoluzione fu stroncata, tra i
dirigenti rivoluzionari troviamo Lenin che si adoperò per collegare la rivolte
delle campagne con quelle di città e che i tribunali condannarono all’esilio.
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Impero austro-ungarico
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Monarchia dualista di compromesso Francesco Giuseppe che aveva
collezionato una serie di sconfitte militari e politiche
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Aveva perso la Lombardia
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Veneto
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Nel 1867 concesse una serie di autonomie agli ungheresi, un unico
sovrano governava due stati diversi, l’impero austriaco e il regno di
Ungheria
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Balcani
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Mosaico di stati e staterelli polveriera d’ Europa
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Emergeva la Serbia
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Irrendentismo in italia
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L’irredentismo era stato una semplice aspirazione al compimento
dell’unità, vivissimo nei garibaldini e nei democratici di sinistra
Gabriele d’Annunzio
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Triplice Intesa Triplice alleanza
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Tra la fine dell’ 800 e il 1914 l’Europa dei nazionalisti finì per
dividersi in due opposti schieramenti:
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Triplice intesa Gran Bretagna-Francia-Russia
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Triplice Alleanza Germania- Austria-Italia
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