DALLA MODERNITÀ A KANT › Illuminismo, XVIII secolo Kant lo definisce come l’uscita dallo stato di minorità attraverso l’utilizzo della ragione umana (coscienza pensante), imputabile solo a noi stessi – sapere aude = cosa sapere osa sapere, significato dell’illuminismo, o Enciclopedia = dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri di Diderot e d’Alembert, sapere teorico e pratico tentativo: accrescere il sapere Ragione = coscienza pensante › Nella modernità [scoperta America (1492) fino morte Napoleone (5 maggio 1821)] si sono diffuse due correnti filosofiche principali: Razionalismo: il tratto qualificante dell’umanità è il pensiero – Seicento, Francia – Germania – Cartesio: “penso dunque sono” l’essere di ognuno di noi coincide con il pensare quindi se non pensasse non esisterebbe Empirismo: si basa sull’empirea = esperienza sensibile, tutta la conoscenza che l’uomo fa ha origine dalle percezioni sensoriali – Fine ‘600 – inizio ‘700, Inghilterra – Lock e Hume (scettico) › Kant (1724 – 1804) illuminista cristiano utilizza i concetti religiosi ad un livello razionale, vertice della modernità Si rende conto dei problemi della modernità cerca di fare una sintesi del razionalismo e dell’empirismo 1. Che cosa si può sapere con certezza? Critica della ragion pura 1781, si occupa di Gnoseologia (scienza che si occupa della conoscenza) approccio filosofico attento alle scienze (illuminista) 2. Che cosa posso fare? Critica della ragion pratica 1788, si occupa di morale-etica (si occupa di analizzare le azioni umane alla luce di norme morali) 3. In cosa posso sperare? Critica del Giudizio 1790, si occupa di teologia, delle finalità dell’uomo, telos = fine, 4. Chi è l’uomo? non dedica opere specifiche di antropologia (disciplina che si occupa di indaga l’uomo) 1 1. Che cosa si può sapere con certezza? Critica della ragion pura 1781, Gnoseologia, Attraverso la scienza posso conoscere solo il mondo fenomenico (appare alle facoltà dell’uomo, senso, intelletto) Problema della conoscenza Già discusso nella modernità – Razionalisti = l’uomo ha delle idee innate delle cose e si basa su quelle per conoscere non sui sensi – Empiristi = l’uomo conosce attraverso i sensi, in origine la mente è come una tavola bianca, man mano che si fa esperienza attraverso i sensi essa si riempie) Hume, scettico, l’uomo non può essere sicuro di conoscere realmente le cose a livello scientifico ex. sole che sorge io vedo che il sole sorge tutti i giorni, chi mi garantisce che il sole sorgerà anche domani? Io so che il sole sorge non perché ho una certezza ma perché sono abituato Per Kant conoscere significa formulare giudizi in merito alla materia sensibile che si vuole conosce – Giudizi sintetici a posteriori (dopo): Giudizi che ci permettono di descrivere la realtà solo dopo averla esperita. o Ricollegabile agli empiristi ex. la rosa è bianca per dirlo devo averla vista Il soggetto la ROSA va insieme al predicato è BIANCA che aggiunge una nuova informazione al soggetto sono fecondi: ci permettono di conoscere una caratteristica in più del soggetto) sono contingenti non sono ne universali (validi per tutti) ne necessari (= è così e non può essere altrimenti questa specifica rosa è bianca, non tutte – Giudizi analitici a priori (prima): o Ricollegabili ai razionalisti ex. il celibe non è sposato sono universali sono necessari sono infecondi il predicato non aggiunge niente rispetto al soggetto – Per la scienza che Kant vuole proporre utilizza i giudizi sintetici a priori ex. 7+5= 12 ho contato le palline o l’ho fatto a mente devo avere esperienza ma posso arrivarci anche tramite la logica La conoscenza deve prevedere solo giudizi sintetici a priori (universali e necessari) gli altri giudizi non ci portano da nessuna parte 2 Distingue 3 livelli su cui si organizza la conoscenza 1. Senso La prima esperienza delle cose è sensibile, l’uomo è dotato delle o Forme a priori della sensibilità (intuizioni), mi permettono di collocare immediatamente l’oggetto nello spazio e nel tempo - Rivoluzione copernicana di Kant: secondo i filosofi antecedenti, il soggetto si doveva adattare all’oggetto (centro del processo conoscitivo nel quale il soggetto si adatta all’oggetto), per Kant invece è l’oggetto che si adatta alle facoltà mentali del soggetto, alle forme a priori della sensibilità 2. Intelletto L’IO PENSO (legislatore che controlla lo smistamento) unifica il senso e l’intelletto L’intelletto raccoglie i dati che provengono dal senso e li organizza secondo le 12 categorie (in particolare sostanza e causualità) A seconda della categoria più adatta del dato si formula il giudizio, alle 12 categorie corrispondono 12 tipi di giudizi Trascendentale = va oltre l’esperienza, la conoscenza umana va oltre l’esperienza nel livello dell’intelletto 3. Ragione Secondo Kant la ragione non interviene direttamente nella conoscenza ma ha un uso regolativo, attraverso le tre idee regolative della metafisica (3 concetti che aiutano a spiegare, regolano il modo in cui l’uomo conosce) della conoscenza ci aiuta a capire meglio ciò che ci circonda 1. Anima mi aiuta a spiegare cosa provo interiormente 2. Mondo totalità di tutte le cose, se io conosco qualcosa esso è inserito in un insieme 3. Dio ente perfetto che mi permette di dare senso alle cose, ciò che io conosco non è puramente casuale ma è inserito in un progetto divino Il soggetto è posto al centro della conoscenza, l’uomo conosce le cose non come sono realmente ma come appaiono alle sue facoltà mentali. Chi garantisce che gli oggetti conosciuti tramite le facoltà mentali siano così come sono e non come si vedono? Due modi di concepire l’oggetto o Fenomeno oggetto come appare alla sensibilità e alle facoltà mentali, la conoscenza dell’uomo si basa solo sui fenomeni o Cosa in sé = noumeno è l’oggetto indipendentemente dalle mie facoltà mentali - l’uomo non arriva mai al livello di cosa in sé, ci è inaccessibile Kant: filosofo del limite della conoscenza, limitata al fenomeno: l’uomo cerca di conoscere il mondo ma ne conosce solo nella sua parte fenomenica attraverso la conoscenza mentre la parte noumenica (cosa in sé) non si conosce - Attraverso la conoscenza posso conoscere solo il mondo fenomenico (appare alle facoltà dell’uomo, senso, intelletto) Criticismo di Kant: indagine per vedere quali sono i limiti e le condizioni di possibilità, in questo caso della conoscenza umana 3 Il soggetto e l’oggetto sono entrambi presenti, anche se parte dell’oggetto mi è sconosciuto, la dottrina di Kant può essere ancora considerata realista (dottrina per cui la realtà esiste indipendentemente (fuori) dal soggetto che lo percepisce) la parte della realtà che esiste indipendentemente è solo quella in sé, il fenomeno esiste solo in funzione di come il soggetto lo conosce, io non posso essere certo che la parte fenomenica del mondo (le cose come le vedo) esista indipendentemente dal soggetto mondo esterno c’è ma non è accessibile a causa delle sue facoltà mentali, l’oggetto in sé è inconoscibile Dopo Kant, viene a formarsi l’Idealismo corrente che si oppone al realismo perché crede che tutta la realtà sia il prodotto del pensiero umano quindi il mondo scompare perché diventa completamente in funzione delle facoltà mentali (no distinzione tra fenomeno e cosa in sé), non c’è più l’oggetto al centro ma il soggetto il soggetto produce la realtà intorno a sé. 2. Che cosa posso fare? Critica della ragion pratica, 1788 etica o morale comportamento dell’uomo Ciò che mi comanda/impone la mia morale (imperativo categorico) La morale che Kant vuole fondare deve essere universale, necessaria (a priori) e incondizionata (l’azione dell’uomo deve essere basata su ciò che è giusto non sull’esperienza) – la sua etica è chiamata FORMALE o FORMALISTICA, egli non tenta di dare dei precetti ma tende a dare delle regole che si applicano a tutti i tipi di azione. La morale si fonda su due imperativi: – Imperativo ipotetico: comandi che non sono frutto di una legge morale interiore ma esterna, comando ETERONOMO (contrario di autonomo) perché qualcuno da fuori lo comanda Ex. Se metti a posto la stanza (ordine) otterrai un premio . – Imperativo categorico: legge morale interna e astratta a cui si arriva in autonomia Kant da un metodo, due formulazioni dell’imperativo categorico 1. Agisci in modo da volere che la massima delle tue azioni divenga universale non solo giusta per te ma per tutti a livello universale ovvero chiunque farebbe le tue stesse scelte in quella situazione perché è giusto. 2. Agisci in modo da trattare la persona in te stesso e negli altri, sempre anche come fine e mai solo come mezzo Kant si rende conto che gli uomini sfruttano gli altri e se stessi e dice trattatevi come fine e non come mezzo Risposta alla domanda 4. Chi è l’uomo? L’uomo secondo Kant è persona intesa come finalità (progetto, conquistare la “santità”, adeguarsi alla legge morale), lo strumentalizzare la ragione (cioè l'uomo) degraderebbe la stessa morale a mezzo, rendendo l'azione immorale. o Critiche: la teoria è formalista, il suo soggetto morale dovrebbe essere un dio in terra 4 o Visione di Kant chiamata anche rigorismo etico perché per adeguarsi alla legge morale serve rigore Prima le etiche erano fondate sulla felicità per Kant no, la felicità è aleatoria quindi non può essere il fondamento dell’etica, non è universale né necessaria – Il principio base deve essere il dovere. L’uomo agisce per il dovere. [Kant svaluta molto ciò che si può provare + vicino al razionalismo] o Kant dice che il dovere proviene dall’interno, chiama questa legge interiore LEGGE MORALE. o Gradualmente diventiamo autonomi e iniziamo ad ascoltare la legge morale che si è formata nel tempo – Kant si rende conto che l’etica deve tendere a qualcosa di più umano quindi, nonostante la felicità non possa essere il fondamento dell’etica, l’uomo quando agisce, ha bisogno di pensare che essendo virtuoso merita di essere felice, perché deve essere virtuoso se poi non ottiene nulla? lo scopo (non del tutto raggiungibile) delle azioni dell’uomo deve tendere al sommo bene [= virtù(dovere) + felicità] santità – Come tendere al sommo bene? L’uomo deve postulare (postulati = verità considerate tali anche se non dimostrabili) le 3 esigenze interne della morale o Libertà = presupposto per poter effettuare la legge morale ammettere che l’uomo è libero e quindi che abbia la possibilità di scegliere ciò che è bene e ciò che è male Senza la libertà io mi devo adeguare alle regole o Immortalità dell’anima = presupposto per raggiungere il sommo bene ovvero in un tempo infinito tale da poter tendere sempre di più ad esso in vita non si può essere concretamente felici o Dio perché dio è l’unico che mi garantisce che virtù e felicità possano coesistere, lui ha il sommo bene Invece quando l’uomo cercherà di essere più felice felicità avrà meno virtù e viceversa 5