Seconda Università degli Studi di Napoli LAUREA TRIENNALE IN BIOTECNOLOGIE Corso di: “ECOLOGIA DEI SISTEMI AGRICOLI” Dott.ssa Giuseppina Massaro Tel. 0823 274548 e-mail: [email protected] 1a Lezione del 13/05/2011 Testi consigliati Ferrari M., Marcon E., Menta A. – Ecologia applicata volume I e II. Ed. Calderoni edaglicole, 2000. Caporali F. – Ecologia per l’agricoltura. Ed. UTET, 1991. Appunti del corso. Ecologia La finalità dell’ecologia è lo studio dei rapporti tra gli organismi viventi e l’ambiente in cui vivono. Oggetto di studio è l’Ecosistema, cioè una entità complessa formata da una comunità biotica e l’ambiente non vivente da essa occupato e con esso in rapporto. L’ecosistema non ha limiti fisici ma presenta solo i limiti delle finalità dello studio. Infatti, si parla di microecosistemi (lago, rizosfera, ecc.) o di grandi ecosistemi, i biomi (tundra, oceano, praterie, ecc.) fino al limite massimo dell’intero pianeta (Biosfera). Ecologia Nell’ecosistema l’ambiente non vivente è detto BIOTOPO (luogo della vita) e rappresenta: la componente inorganica dell’ecosistema (terreno, H2O, O2, elementi minerali, ecc.) ed i fattori fisici ed atmosferici (luminosità, temperatura, ecc.) La comunità biotica è detta BIOCENOSI (vita in comune) e raggruppa gli esseri viventi che interagiscono tra loro in modo dinamico ed in rapporto con i fattori ambientali. Leggi dell’ecologia Due principi che regolano tutti gli ecosistemi: Flusso unidirezionale dell’energia Circolazione della materia Da questi 2 principi dipende il numero ed il ritmo di vita degli organismi dell’ecosistema. L’energia viene usata una sola volta da un dato organismo che la trasforma in calore ed è perduta dall’ecosistema: l’energia non circola, fluisce e si disperde. I materiali senza energia (N, C, H2O, ecc.) circolano nel sistema, sono utilizzati molte volte dagli organismi ed, infine possono essere scambiati anche con altri sistemi adiacenti. L’energia ha quindi un flusso unidirezionale regolato dai 2 principi della termodinamica: 1. Il 1° principio (Legge della Conservazione) stabilisce che l’energia può essere trasformata da un tipo ad un altro, ma non è mai creata né distrutta 2. Il 2° principio stabilisce che non può avvenire nessun trasferimento di energia senza che si verifichi, contemporaneamente, una degradazione di energia; cioè nessuna trasformazione può avvenire senza perdite di energia sotto forma di calore. La vita sulla terra, quindi, dipende esclusivamente dal flusso energetico proveniente dal sole. L’energia solare viene trasformata in energia chimica da parte dei produttori (organismi fotosintetizzanti), la cui sostanza organica (biomassa vegetale) diviene fonte di energia per i consumatori e decompositori. Consumatori e decompositori, nutrendosi dei produttori, chiudono il ciclo, restituendo materiale inorganico e disperdendo l’energia consumata sotto forma di calore. Le successioni ecologiche La velocità con cui l’energia si trasferisce attraverso la parte biologica del sistema e la velocità della circolazione dei materiali stabiliscono il ritmo della vita ed il numero degli organismi del sistema, determinando diverse situazioni dinamiche dette successioni ecologiche. Le successioni ecologiche Gli ecosistemi non sono immutabili ma evolvono verso uno stadio di maturità, detta Comunità Finale o Climax. Questa non viene più sostituita da nessuna altra a meno che non intervengano fenomeni di notevole rilevanza, come fuoco, cataclismi naturali, agricoltura, ecc. Comunità Finale o Climax Corrisponde al massimo di staticità che le condizioni climatiche, biologiche fisico-geografiche permettono quell’ambiente Per e in ottenerlo si sono succedute comunità sempre più efficienti, con un alto grado di autoregolazione. Ognuna delle comunità prepara le condizioni che rendono possibile lo sviluppo della successiva (dalla più semplice alla più complessa) Le comunità più semplici (ecosistemi giovani) sono caratterizzati da una bassa diversità biologica (poche specie) con un elevato numero di individui per ogni specie. La comunità più complessa (climax) è caratterizzata da una grande diversità biologica (molte specie) con un basso numero di individui per specie. Dal punto di vista trofico un ecosistema appare formato da 2 categorie fondamentali: Autotrofi o produttori ed Eterotrofi o consumatori Autotrofi o produttori: organismi capaci di sintetizzare materiale organico ad alto contenuto energetico, a partire da composti inorganici poveri di energia, utilizzando, ad es., la luce solare; Es. sono: • Vegetali • Alghe azzurre • Batteri foto- e chemio-sintetici. Eterotrofi o consumatori: organismi incapaci di sintetizzare sostentamento i composti e, quindi, necessari sono al loro dipendenti dagli autotrofi. Es. sono: • Erbivori (consumatori primari) • Carnivori (consumatori secondari) • Parassiti di animali (consumatori terziari) • Detritivori (Artropodi, Nematodi, Anellidi, ecc.) e • Decompositori (Funghi, Batteri, ecc.) L’analisi trofica di un ecosistema valuta qualitativamente e quantitativamente i rapporti tra gli organismi. Il trasferimento dell’energia alimentare a partire dalla sorgente (piante) passando attraverso una successione di organismi caratterizzati da atti trofici (mangiare ed essere mangiato), è detto: Catena Alimentare. Il trasferimento dell’energia, ad ogni passaggio, comporta delle perdite energetiche (calore disperso). Le principali Catene Alimentari sono: Catena del Pascolo: Produttori (Piante) → Consumatori Primari (Erbivori) → Consumatori Secondari → Consumatori Terziari (Carnivori) → Consumatori Quaternari Catena del Detrito: Organismi Morti ed escrementi di animali Detritivori e Decompositori Humus Consumatori (Predatori) H2O CO2 Sali Minerali La Catena del Pascolo e quella del Detrito sono interconnesse in quanto i detritivori (Artropodi, Anellidi, ecc.) possono essere predati dai carnivori della Catena del Pascolo. Sole Piante Erbivori Detritivori Predatori Catena del Pascolo Predatori Catena del Detrito Più complesse sono le Reti Alimentari formate da più catene interconnesse tra loro. In tal caso, tutte le specie che ottengono cibo allo stesso modo (con lo stesso numero di passaggi) appartengono allo stesso livello trofico PRODUTTIVITA’ È la quantità di materia vivente prodotta da un livello trofico o specie in una determinata area o volume ed in un determinato intervallo di tempo. È la velocità di produzione della BIOMASSA (Kg o J/area o volume/tempo). PRODUTTIVITA’ Si divide in: PRIMARIA: si riferisce ai produttori, indica l’energia immagazzinata come biomassa, mediante fotosintesi, in una determinata superficie ed in un tempo determinato. È la velocità di accumulo della biomassa vegetale. SECONDARIA: si riferisce ai consumatori, indica l’energia immagazzinata sotto forma di nuovi organismi in una determinata superficie ed in un tempo determinato. È la velocità di accumulo della biomassa animale. PRODUTTIVITA’ PRIMARIA LORDA (PPL): È tutta l’energia fissata dalla fotosintesi, in una determinata superficie ed in un determinato tempo. Parte della PPL è utilizzata dalle piante per la RESPIRAZIONE (R) e dispersa come calore. PRODUTTIVITA’ PRIMARIA NETTA (PPN): esprime la capacità produttiva di biomassa effettivamente disponibile per i consumatori: PPN = PPL – R Importante indice di valutazione della maturità degli ecosistemi è dato dal rapporto tra Produttività (P) e Respirazione (R). P/R>1⇒ ⇒ Sistema Giovane (comunità pioniere); la P genera un surplus di biomassa P/R=1⇒ ⇒ Sistema Maturo stabilità dell’ecosistema P/R<1⇒ ⇒ morte. Sistema (climax); Inquinato massima destinato alla La nascita dell’agricoltura risale a circa 10000 anni fa, quando ha avuto origine un “processo culturale” che ha modificato il comportamento delle popolazioni da Nomadi-Cacciatori a Coltivatori-Allevatori. Scoperta empirica dell’uomo: ha imparato quanto sia più produttivo e sicuro coltivare ed allevare piuttosto che cacciare e raccogliere. Con l’invenzione dell’agricoltura l’uomo si presenta sul palcoscenico planetario come una forza “costruttrice” di ecosistemi adatti al suo l’ecosistema sostentamento, originario in modificando modo molto sensibile. Infatti, ha domesticato piante ed animali, adattandoli alle proprie esigenze e facendoli divenire più produttivi. Differenza sostanziale tra un paesaggio naturale ed uno agrario (costruito) sta nell’Ordine/Disordine. Paesaggio Naturale: Naturale Predomina un apparente senso di “disordine” Nel paesaggio naturale l’apparente disordine è il risultato dell’equilibrio dinamico tra viventi ed ambiente fisico, che viene raggiunto in conseguenza delle condizioni climatiche, biologiche fisico-geografiche (climax). e Paesaggio Agrario (costruito): Predomina un apparente senso di “ordine” Nel paesaggio agrario, agrario l’ordine è il risultato degli interventi dell’uomo che hanno lo scopo di creare un equilibrio artificiale, favorevole ad una o a poche specie presenti: le specie coltivate. Il funzionamento di base degli agroecosistemi non differisce da quello dei sistemi naturali. L’energia solare rappresenta la forza motrice (fonte primaria di energia) che viene convertita in biomassa vegetale dalle piante coltivate coltivate.. La biomassa vegetale (PRODUZIONE PRIMARIA) si divide in: RESIDUO COLTURALE: parti di piante (radici, fusti non utilizzati, foglie, semi caduti) che restano nel terreno; viene utilizzato dalla catena del detrito e mineralizzato, contribuendo alla fertilità del suolo. Produzione usata per l’alimentazione degli animali (foraggi) determinando biomassa animale (PRODUZIONE SECONDARIA). Le deiezioni animali tornano al suolo per reintegrarne la fertilità. La biomassa animale esce dall’agroecosistema come produzione animale (latte, carne, uova, pellame, ecc.). Produzione asportata dal campo (RACCOLTO): è la biomassa vegetale che esce dall’agroecosistema come produzione vegetale (cereali, oleaginose, colture industriali, ecc.) Gli agroecosistemi differiscono dagli ecosistemi naturali a causa dell’azione dell’uomo che ha determinato: 1.riduzione della complessità biologica (solo le specie coltivate) 2.somministrazione di input (energia ausiliare o sussidiaria) 3.asportazione energetici) di energetici biomassa 4.miglioramento produttivo coltivate (genetica) delle (output piante La differenza fondamentale tra un ecosistema naturale ed un agroecosistema è l’asportazione di biomasse vegetali ed animali come prodotto agricolo. Questa differenza costituisce la causa che può determinare l’incapacità dell’agroecosistema di autosostenersi, per le gravi perdite di energia e di materia. L’agricoltura rappresenta la più importante forma di utilizzazione del territorio occupato dall’uomo. Nei paesi CEE la Superficie Agraria Utilizzata (SAU) rappresenta il 50% del territorio complessivo. In Italia si arriva al 60%. Il progredire dell'agricoltura, dalle origini ad oggi, ma specialmente negli ultimi 50 anni, ha compromesso l’equilibrio che si era instaurato naturalità, applicava tra quando principi agricoltura l'attività ecologici mista, rotazioni, ecc.). e agricola (agricoltura La crescente necessità di prodotto ha portato ad eccedere negli apporti di energia esterna nel sistema agricolo miglioramento (concimi, antiparassitari, genetico, meccanizzazione), creando nell'equilibrio ciclo del monocolture, una frattura dell'energia, materia e della diversità biologica. della L'esasperazione delle tecnologie umane ha determinato inquinamento ambientale: inquinamento dovuto all'agricoltura (eccesso di nitrati nelle acque, fitofarmaci, ecc.), ma anche inquinamento dell'agricoltura acide, fumi nocivi di industrie). (piogge AGROECOSISTEMA Comprende BIOTOPO (ambiente non vivente) e BIOCENOSI (esseri viventi) BIOTOPO dell’AGROECOSISTEMA È costituito da Terreno Agrario e fattori fisici ed temperatura, ecc.) atmosferici (luminosità, Terreno Agrario È il risultato della domesticazione del terreno naturale da parte dell’uomo, che ha determinato una profonda modificazione della stratificazione e fertilità del terreno. Terreno Naturale ed Agrario Il terreno naturale ha origine per trasformazione della roccia madre a causa di azioni: Fisico-meccaniche (H2O, vento, ghiacciai, sbalzi termici, erosione) Chimiche (H2O, CO2, O2) Biologiche (agentibiologigi: licheni, muschi, funghi, alghe, batteri che disgregano la roccia) Terreno Naturale ed Agrario Per la formazione del terreno agrario, oltre a questi fattori, si deve aggiungere l’azione dell’uomo, in particolare lavorazioni (zappare, arare), concimazioni, irrigazioni, ecc. che fertilità rendono migliore determinate piante. il per terreno la con coltivazione una di Terreno Naturale ed Agrario Il terreno naturale è caratterizzato da 4 orizzonti: a o eluviale caratterizzato dall’azione dilavante dell’acqua; b o illuviale che accoglie i materiali trasportati dall’acqua di percolamento ed in cui le radici assorbono gli elementi nutritivi; c o strato pedogenetico; è il substrato su cui i fattori naturali della pedogenesi hanno agito per la formazione del terreno; d è la roccia madre. Terreno Naturale ed Agrario Il terreno agrario è formato solo da 2 strati: Strato Attivo: superficiale, continuamente interessato dalle lavorazioni e cure colturali (arature, zappature, concimazioni, irrigazioni, ecc.); le radici assorbono gli elementi nutritivi; comprende gli orizzonti a e b del terreno naturale. Strato Inerte: rappresenta gli orizzonti c e d del terreno naturale. Flusso Energetico naturale ed ausiliare dell’agroecosistema Il Flusso Energetico che percorre un agroecosistema è più complesso di quello di un sistema naturale. L’energia solare rappresenta il motore dell’agroecosistema, come per quasi tutti gli ecosistemi naturali. Ad essa si aggiungono tutte le cure che l’uomo mette in atto per la coltivazione e l’allevamento. Tali cure rappresentano l’Energia Ausiliare o di Supporto. Flusso Energetico naturale ed ausiliare dell’agroecosistema Più l’attività agricola è progredita più alto è l’apporto di Energia Ausiliare dovuto alla meccanizzazione, prodotti chimici, miglioramento genetico di piante ed animali, ecc. Tale tipo di agricoltura si definisce Agricoltura Meccanizzata Intensiva, caratterizzata da una produzione in eccedenza utile per il mercato nazionale ed internazionale. Flusso Energetico naturale ed ausiliare dell’agroecosistema Meno tecnologica è l’agricoltura minore è l’apporto di Energia Ausiliare; fino a parlare della Agricoltura Ecologica, caratterizzata da una produzione per uso familiare e per il mercato locale. Tale tipo di agricoltura si autosostiene, con una ottimale circolazione di materia (concimazioni letamiche, coltivazioni consociate, rotazioni che migliorano la fertilità del suolo). Quindi, l’Agricoltura Ecologica può essere definita Custode dell’Ambiente e maestra di ecologia. Energia naturale È la radiazione solare sia l’ecosistema naturale che l’agroecosistema. per per Essa, in minima parte (1%), è convertita in biomassa vegetale mediante fotosintesi. La restante parte crea le condizioni di abitabilità. Rendimento fotosintetico Il rendimento fotosintetico di una pianta (efficienza fotosintetica=ef) esprime la capacità di trasformare l’energia in biomassa; è il rapporto tra il contenuto energetico della biomassa prodotta (Lso) e la quantità di energia solare luminosa incidente (Li): ef=Lso/Li (1 g di biomassa vegetale ha un valore calorico di circa 20 kJ). Il rendimento è sempre molto basso, circa il 5-6%. Dal punto di vista della utilizzazione dell'energia solare, i due sistemi pianta spontanea/terreno naturale e pianta coltivata/terreno agrario hanno un comportamento diverso: a. nell'ambiente naturale si ha la massima utilizzazione dell'energia solare per la presenza di molte specie che intercettano l'energia luminosa in maggiore quantità; b. nell'ambiente agrario si ha la massima efficienza fotosintetica, per le migliori condizioni di abitabilità del terreno dovute alle lavorazioni, concimazioni, e all'adozione di specie modificate geneticamente. L'utilizzazione dell'energia nell’agroecosistema essere osservata da due punti di vista: - Intercettazione della luminosità; - Efficienza fotosintetica. deve L’intercettazione della luce dipende da: 1) numero delle foglie 2) inclinazione, orientamento e distribuzione delle foglie 3) altezza del sole 4) cambiamenti spettrali subiti nell’attraversare la vegetazione dalla 5) dalla riflessione all’interno della vegetazione luce Nell’agroecosistema l’intercettazione della luce è limitata dal basso LAI (leaf area index = area fogliare riferita all’unità di superficie) a causa di coltivazioni con una densità di semina ottimale, che porta ad una riduzione dell’area fotosintetizzante. Il LAI è un indice adimensionale che esprime l’area della superficie fogliare esistente sull’unità di superficie di suolo. Esprime l’ampiezza della superficie assimilatoria proporzionale alla produttività di una coltura. Influenza del portamento delle foglie sulla fotosintesi del riso (da Monsi e al., 1973). Per incrementare l’intercettazione della luce sono state costituite, mediante miglioramento genetico, piante a foglie erette, che consentono una migliore penetrazione della luce nella massa vegetale. La coltura monospecifica, che attualmente costituisce il massimo dell'espressione della tecnica colturale delle agricolture molto evolute, ha ridotto la potenzialità di intercettazione luminosa potenziando però l'efficienza fotosintetica. Energia naturale L’efficienza fotosintetica dipende da fattori: Intrinseci alla pianta Di natura ambientale. L’efficienza fotosintetica Fattori intrinseci alla pianta: * Livello di Saturazione Luminosa: è il valore di illuminamento che produce la massima attività fotosintetica. Le piante si dividono in: Sciafile (basse esigenze di luminosità; in presenza di alta luminosità si rallenta la fotosintesi; es. piante del sottobosco). Eliofile (elevate esigenze di luminosità; in presenza di scarsa luminosità non fotosintetizzano; es. piante da pieno sole, 2000 µE m-2 s-1). L’efficienza fotosintetica Fattori intrinseci alla pianta: * Fotoperiodismo. Le piante si dividono in: Brevidiurne Longidiurne Neutrodiurne o Indifferenti Piante Brevidiurne La fioritura avviene durante (Autunno). Es.: Stevia Eupatorium Bouvardia Crisantemi giorni Kalanchoe Stella di natale brevi Viola Lingua di suocera Azalea Piante Longidiurne La fioritura avviene durante giorni lunghi (Estate o primavera inoltrata), Es.: Glossinia Frumento Achimenes Speronella Calceolaria Gaillardia Iris Giglio Browallia o Fior di Zaffiro Geranio imperiale Saintpaulia Piante Neutrodiurne La fioritura non è influenzata dalla durata del giorno. Es.: girasole mais cetriolo riso tabacco pisello L’efficienza fotosintetica Fattori intrinseci alla pianta: * Chimismo dividono in: della Fotosintesi. Le piante si C3: biochimismo fotosintetico basato su composti a 3 C (CO2 fissata in composti a 3 C, fosfoglicerato). Comprendono la maggior parte delle specie agrarie. C4: biochimismo fotosintetico basato su composti a 4 C (CO2 fissata in composti a 4 C, malato e ossalacetato) Le specie C4 risultano 2 o 3 volte più efficienti nel processo di fissazione dell’anidride carbonica, manifestando in particolare scarsa fotorespirazione. Sono in corso ricerche atte a manipolare chimicamente e geneticamente il metabolismo delle piante C3 in modo da minimizzare la fotorespirazione. E’ stato saggiato l’uso di inibitori selettivi della fotorespirazione: trattando foglie di tabacco con un inibitore (acido glicilico) dell’ossidazione del glicolato (substrato della fotorespirazione) ad alte temperature i valori di fotosintesi risultavano triplicati (Zelitch, 1971). L’efficienza fotosintetica Fattori di natura ambientale: La migliore abitabilità del terreno agrario dovuta alle pratiche colturali (aratura, concimazione, irrigazione, esposizione ed orientamento delle file, difesa dagli antagonisti) rende più efficiente l’attività biochimica della pianta. La Temperatura influenza la circolazione di CO2, dell’umidità dell’aria. Essa diviene fattore limitante sotto ai 10°C e sopra ai 25°C per la maggior parte delle piante agrarie. Energia Ausiliare: Risorsa uomo Rappresenta ogni attività che l’uomo rivolge al sistema agricolo. L’aumento consistente dell’Energia Ausiliare si è reso indispensabile quando si è passato da una agricoltura mista, di sussistenza e legata al territorio, ad una agricoltura di mercato con necessità di aumentare le produzioni unitarie. Energia Ausiliare: Risorsa uomo Es. sono: Concimi minerali che hanno sostituito letami, rotazioni e sovesci (interramento di colture, leguminose) Meccanizzazione che ha sostituito il lavoro di uomo ed animali Uso di piante ed animali selezionati per produrre di più e secondo determinate esigenze di mercato Controllo delle avversità (erbe infestanti, fitofagi, agenti di malattia) che ha sostituito il controllo naturale dell’ecosistema Irrigazione che ha favorito piante dalla siccità. Tutto ciò induce ulteriore modificazione dell’agroecosistema. Viene modificato l’ordinamento colturale, ampiezza e forma di campi coltivati, si hanno monocolture specializzate. La produttività degli ecosistemi coltivati è influenzata dalla temperatura e dalla disponibilità idrica. Alte temperature irrigazione e forti generalmente stress richiedono da alla pianta di consumare gran parte della propria produzione lorda per la respirazione. Pertanto costa di più mantenere la struttura di una pianta nei climi caldi. La percentuale di produzione primaria lorda che scaturisce in produzione primaria netta della vegetazione naturale, varia con la latitudine. Da meno del 50% nelle regioni equatoriali al 60-70% alle più elevate latitudini (il modello grafico è basato sui dati di Box, 1978). C'è da dire che, un fattore che in determinate condizioni ambientali agisce come fattore ausiliario aumentando la produttività, può, in altre condizioni ambientali provocare una perdita di energia o una diminuzione della produttività. Il troppo di una cosa buona può essere un serio fattore di stress come il troppo poco. Per esempio, l'evapo-traspirazione può costituire una limitazione nei climi aridi ma è una fonte di energia ausiliaria nei climi umidi (cfr. H. T. Odum e Pigeon, 1970). In agricoltura, l'aratura del suolo è positiva nel nord ma non nel sud, dove essa causa una rapida lisciviazione di nutrienti e perdita di sostanza organica con gravi danni per le coltivazioni successive. Certi tipi di inquinamento, come ad esempio quelli dovuti alle acque di scolo pre-trattate, possono agire come fattori ausiliari o come fattori di stress, a seconda dell'entità e della periodicità con cui le acque di scolo vengono riversate negli ecosistemi naturali. Le acque di scolo precedentemente trattate e riversate in un ecosistema in quantità costante e moderata possono far aumentare la produttività, mentre massicce immissioni ad intervalli irregolari provocano la distruzione del sistema come entità biologica. BIOCENOSI dell’AGROECOSISTEMA E’ l’insieme di flora nell’agroecosistema. e fauna che vive Gli organismi viventi interagiscono tra loro, influenzati dal clima e dal suolo che caratterizzano l’agroecosistema delle diverse zone. Le attività agricole spesso alterano un equilibrio preesistente ed inevitabilmente interagiscono con l’intera biocenosi. BIOCENOSI dell’AGROECOSISTEMA Spetta all’uomo conoscere i rapporti che intercorrono tra gli organismi nocivi ed i loro nemici naturali e quanto questi ultimi dipendono dalla disponibilità di prede alternative. L’agricoltore biologico favorendo la complessità dell’agroecosistema, ed aumentando la presenza di piante utili, tende ad alterare il meno possibile l’equilibrio a cui tende ogni biocenosi. BIOCENOSI dell’AGROECOSISTEMA È costituito dalle Coltivazioni e dagli Allevamenti presenti nell’azienda agraria, incluso l’uomo. BIOCENOSI dell’AGROECOSISTEMA La fondamentale differenza tra ecosistema naturale e quello agrario consiste nella BIODIVERSITA’ della biocenosi. Negli ecosistemi naturali più stabili la biocenosi è caratterizzata da una alta biodiversità (molte specie) con un basso numero di individui per specie. Negli ecosistemi agrari, soprattutto quelli più moderni ed evoluti, la biocenosi è caratterizzata da una bassa diversità biologica (poche specie vegetali ed animali) con un elevato numero di individui per ogni specie, determinato dall’uomo. Un modo per esprimere la variabilità biologica è quello di raggruppare gli individui in livelli trofici, in funzione del tipo di risorse che utilizzano, o meglio, del numero di passaggi preda-predatore che li separano dalla fonte primaria di energia. Questa ripartizione degli individui in livelli trofici, permette trasferimento di dell’energia sistemi ecologici. descrivere il all’interno dei Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA In generale le catene trofiche negli agroecosistemi sono più corte che in ecosistemi naturali. Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA Primo livello trofico⇒ ⇒Piante Coltivate Secondo livello trofico⇒ ⇒Animali Allevati Secondo e Terzo livello trofico⇒ ⇒Uomo Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA Primo livello trofico ⇒ Piante Coltivate È la fitocenosi agraria, molto semplice, paragonabile a quella di un ecosistema giovane, in cui sono presenti poche specie con un elevato numero di individui per ogni specie. Nell’azienda agraria vengono coltivate poche specie vegetali suddivise in unità territoriali, i campi. L’uomo crea le migliori condizioni di abitabilità per ottenere la maggior quantità di prodotto possibile Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA Secondo livello trofico ⇒ Animali Allevati È rappresentato dagli animali allevati. L’Allevamento degli animali ha lo scopo di trasformare la biomassa vegetale (foraggi) a basso valore energetico, in biomassa animale (carne, latte, uova) ad alto valore energetico per l’uomo. Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA Secondo livello trofico ⇒ Animali Allevati Il rendimento energetico (rapporto fra la produttività netta di un livello trofico e quella del livello trofico precedente) con valore medio del 10% sta ad indicare che, ad ogni trasferimento di biomassa nei livelli trofici, il 90% di energia viene perduta, per cui sono più vantaggiosi la produzione e lo sfruttamento della biomassa vegetale rispetto alla biomassa animale (1 caloria derivata da carne ha utilizzato 10 calorie di biomassa vegetale). Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA Secondo livello trofico ⇒ Animali Allevati Per tal motivo è più vantaggioso la produzione e sfruttamento della biomassa vegetale rispetto a quella animale. Il prodotto finale, decurtato delle perdite di trasformazione (calore disperso) e delle deiezioni, viene asportato dal sistema agrario; Al sistema tornano le deiezioni sotto forma di concime organico (letame) che rifornisce di sostanza organica la catena del detrito dell'agroecosistema. Catena Alimentare dell’AGROECOSISTEMA Secondo livello trofico ⇒ Animali Allevati Gli animali allevati, frutto della selezione e del miglioramento genetico operato dall'uomo, sono anch'essi oggetto di cure (alimentazione, ambienti di allevamento, tecniche di allevamento, cure mediche ecc.) per migliorare il rendimento e la qualità della produzione. Catena Alimentare dell’Agroecosistema L'alimentazione dell'uomo, che è al vertice della piramide, comporta un grande dispendio di energia, specialmente se la dieta è formata prevalentemente da prodotti animali. Una dieta a prevalente base vegetale comporta il mantenimento, per unità di superficie coltivata, di un maggior numero di persone; tuttavia è giustificabile ed incentivabile l'allevamento di animali (ruminanti) che utilizzano alimenti non destinabili all'uomo (foraggi ricchi di cellulosa e lignina) perché, nonostante il basso rendimento, comporta la produzione di alimenti ad alto valore biologico.