Gioachino Rossini
La vita
Gioachino Rossini nacque a Pesaro nel 1792.
Dopo avere completato gli studi musicali a Bologna, si affermò
rapidamente come operista prolifico e di successo.
Chiuse la sua carriera in Italia con la Semiramide, rappresentata
nel 1823 alla Fenice di Venezia.
Iniziò a viaggiare in tutta Europa, fermandosi a Parigi dove si stabilì
per il resto della sua vita.
Con il Guglielmo Tell Rossini si ritirò improvvisamente dalle scene:
gli anni di superlavoro gli avevano provocato molte malattie e si
sentiva a disagio in una società che cambiava troppo in fretta.
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La vita
Morì a Passy nel 1868, nella sua tenuta di campagna nei pressi di
Parigi.
Ai suoi funerali parteciparono talmente tante persone che
si allestì una biglietteria per regolare il flusso degli ammiratori.
Nel 1887 la sua salma venne trasportata nella chiesa di Santa
Croce a Firenze.
La produzione di Rossini è vasta e vanta, oltre ai melodrammi,
numerosi pezzi di musica strumentale, cantate vocali e musica
sacra.
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Lo stile
Gioachino Rossini è famoso come autore di opere buffe,
anche se nella sua carriera compose molte opere serie e
lavori sacri.
Pur ricollegandosi alla grande tradizione comica settecentesca,
introdusse nell’opera buffa elementi romantici.
Ampliò l’ouverture iniziale, attribuì un ruolo di spicco all’orchestra,
semplificò le linee melodiche e introdusse degli effetti particolari
come il famoso crescendo.
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Le opere
Compose numerose opere teatrali tra cui:
Il barbiere di Siviglia,
Semiramide,
Guglielmo Tell,
Il viaggio a Reims.
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Il barbiere di Siviglia
Opera buffa in due atti su libretto di Cesare Sterbini.
Tratto da Le Barbier de Séville ou La Precaution inutile
di P.A. Caron de Beaumarchais.
Prima rappresentazione:
20 febbraio 1816, Roma, Teatro Argentina.
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La trama
La storia è incentrata su due giovani, il conte Almaviva e la
bella Rosina.
La ragazza è sotto la tutela di un vecchio dottore burbero,
don Bartolo, che la vorrebbe sposare per impossessarsi della
sua dote.
Di notte in una piazza di Siviglia sotto la casa di don Bartolo,
un anziano medico, si radunano alcuni suonatori condotti da
Fiorello, servitore del conte.
Egli è lì per cantare una serenata alla bella Rosina della quale
è innamorato.
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La trama
Il conte chiede a Figaro, barbiere e “factotum della città” di
aiutarlo a conquistare la giovane alla quale si è presentato
sotto il falso nome di Lindoro.
Figaro lo consiglia di fingersi un giovane soldato cui Rosina si
dimostra presto interessata; inoltre il barbiere gli procura un
biglietto d’alloggio nella casa di don Bartolo.
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La trama
Il tutore però, sospettando trame, decide di affrettare le proprie
nozze con lei e convoca don Basilio che gli riferisce la voce
della presenza in città del conte di Almaviva che ama Rosina.
Figaro parla con Rosina, le conferma l’amore di Lindoro e
la giovane, su consiglio del barbiere, gli scrive un biglietto.
Don Bartolo rientra in casa sorprendendo Figaro e Rosina e
accorgendosi che manca un foglio dal taccuino e
la rimprovera.
Bussa alla porta Almaviva che, travestito da soldato e
fingendosi ubriaco si presenta con il biglietto d’alloggio e
Bartolo oppone un documento che lo esenta dal’ospitalità ai
militari.
Nasce una gran confusione tale da far intervenire i gendarmi.
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La trama
Il conte giunge nuovamente con un altro travestimento sempre
frutto dell’ingegnoso Figaro. Ora è Don Alonso,
maestro di musica sostituto di Don Basilio.
Per guadagnare la fiducia del tutore, il finto Don Alonso
mostra il biglietto che Rosina gli aveva mandato;
nel frattempo giunge Figaro che rade la barba al padrone
di casa nel tentativo di distrarlo dalla conversazione dei due
innamorati.
Dopo vari equivoci indotti da imbrogli reciproci Rosina scopre
l’identità di Don Alonso e si appresta a fuggire con il conte
dalla finestra della sua camera con una scala che Figaro
aveva preparato.
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La trama
I due amanti e Figaro sono scoperti da Don Basilio e da un
notaio convocati da Bartolo per celebrare le proprie nozze
con Rosina.
Ancora una volta Figaro mette in atto un’altra astuzia:
Don Basilio è costretto ad assistere al matrimonio dei due
giovani.
Al suo arrivo Bartolo non può che arrendersi di fronte al fatto
compiuto e gli resta la sola consolazione di aver risparmiato
la dote per Rosina che il conte di Almaviva rifiuta.
Il finale è caratterizzato dai festeggiamenti per il trionfo.
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Alcune pagine dell’aria di Figaro (cavatina) Largo al factotum
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