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Matteo Mauro 2BMusicale Relazione Il Barbiere di Siviglia

Gioachino rossini,
Il barbiere di Siviglia
-il compositore
Gioachino Rossini nasce a Pesaro nel 1792. La prima formazione musicale avviene tra le mura
di casa sua sotto la guida della madre (cantante d’opera) e del padre (buon cornista). La sua
attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato ed acclamato per aver
prodotto opere molto celebrate quali il Barbiere di Siviglia, La gazza ladra, Guglielmo Tell,
L’italiana in Algeri ecc … Compose la prima opera all’età di quattordici anni ed in tredici anni
di carriera operistica fece rappresentare trentaquattro lavori sia seri, sia buffi. Dal 1829, anno
del Guglielmo Tell, nonché ultimo lavoro di Rossini destinato al teatro musicale, il suo
impegno creativo si concentra nella produzione cameristica e sacra. Muore nel 1868 in un un
piccolo comune della campagna parigina. Oltre ad essere ricordato nella storia della musica
come uno dei massimi operisti, Rossini, per precocità e velocità di composizione fu addirittura
definito “Il Mozart italiano”.
-L’OPERA
Il 20 Febbraio 1816 a Roma, presso il Teatro Di Torre Argentina (odierno Teatro Argentina),
ha luogo la prima di “Almaviva, o sia L’inutile precauzione”, un’opera buffa ,che passerà alla
storia con il titolo “Il barbiere di Siviglia”. L’opera si divide in due atti su libretto di Cesare
Sterbini (musicista e poeta per diletto, ricordato appunto per aver scritto due libretti musicati
da Rossini, uno è quello di cui stiamo parlando, l’altro è Torvaldo e Dorliska del 1815). Sia il
libretto, sia la musica vennero stesi con estrema rapidità, in lotta col tempo per mantener fede
agli impegni presi col teatro. Quando Rossini aveva firmato il contratto (15 Dicembre 1815),
non era ancora stato scelto neanche il soggetto dell’opera: la mancanza di tempo fu
probabilmente una delle ragioni per cui si scelse la commedia di Beaumarchais , un soggetto
collaudato e amato dal pubblico. Il Barbiere era stato già messo in musica sei volte (la prima
nel 1776) ma nessuna versione aveva mai raggiunto la popolarità di quella di Paisiello . Per
non urtarne gli ammiratori Rossini mandò in scena la sua opera col titolo “Almaviva o sia
L’inutile precauzione” e il grande successo internazionale dell’opera di Paisiello condusse
Sterbini a scrivere un importante “Avvertimento al pubblico” come premessa del testo
letterario. Oltre a dichiarare innanzitutto il grande rispetto per l’opera di Paisiello,le nuove
esigenze del teatro musicale spiegano la scelta di Rossini di utilizzare una nuova
versificazione, in particolare per proporre nuove situazioni vocali d’insieme. Inoltre Sterbini
potenzia le situazioni collettive e valorizza il ruolo di Figaro attribuendogli un travolgente
vitalismo. Caduto in maniera clamorosa nella prima rappresentazione, il Barbiere si risollevò
trionfalmente alla seconda rappresentazione fino a diventare nel giro di pochi mesi il simbolo
dell’opera buffa e delle doti ma anche dello stile di Rossini. Tra le personalità più illustri che
ammiravano tale opera va sicuramente citato Beethoven. Si dice addirittura che abbia
raccomandato a Rossini di non allontanarsi mai dall’opera buffa.
Nella stesura del Barbiere di Siviglia ,ricorre in maniera più sovente di alte sue opere
precedenti, l’utilizzo di auto – imprestiti. Cioè l’utilizzo di diversi brani di sua produzione, ma
scritti per opere precedenti. Alcuni esempi nel I Atto sono: Il coro di Introduzione che è tratto
dal Sigismondo, mentre la cavatina sotto il balcone di Rosina proviene da un coro
dell’Aureliano in Palmira. Dice Rognoni che l’opera rappresenta il punto d’arrivo, nel suo
perfetto equilibrio dell’esperienza neobarocca di Rossini, rappresentando la nuova realtà
sociale dell’epoca caricando al punto giusto le tinte dei personaggi di Beaumarchais .
-OUVERTURE
L’ouverture de Il Barbiere di Siviglia è un auto-imprestito che Rossini utilizzò in due occasioni
precedenti (L’Aureliano in Palmira nel 1813 e Regina Elisabetta D’Inghilterra nel 1815). Di
solito il brano di apertura di un’opera veniva scritto alla fine di tutto il lavoro e quindi
soventemente si riprendevano propri brani chiaramente ritenuti adatti per quanto riguarda
carattere ed elementi tematici. Tale pratica era dettata da varie ragioni come la scarsità di
tempo per concludere una commissione, ispirazione creativa ritenuta “sprecata” ecc … Rossini
però recupera un’ ouverture dal carattere brioso, brillante e accattivante . L’organico prevede
archi, flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe, trombone, timpani e grancassa. Bipartita e
in tempo 4/4 può essere quasi definita una sorta di forma sonata senza la sezione dello
sviluppo. La prima parte è un Andante Maestoso in Mi Maggiore che presenta spunti tematici
molto ricchi. La seconda parte è un Allegro Vivace in Mi minore. In essa dominano due temi, il
primo in mi minore, il secondo in Sol Maggiore. Dopo la presentazione dei due temi inizia uno
dei più celebri crescendo Rossiniani dati dal progressivo aumento di strumenti coinvolti nella
trama. Di conseguenza risulta chiaro che il compositore non agisce solo sulla componente
dinamica ma aggrega varie fonti timbriche (in questo caso ad es. la grancassa). La coda
conclusiva è forte e brillante e presenta un andamento Più Mosso. Ricordiamo che tale
sinfonia non anticipa elementi musicali che saranno presenti nel Barbiere ma ci da già l’idea
della travolgente carica ritmica da cui verremo “investiti nell’ascolto dell’opera”
-ATTO PRIMO (TRAMA)
In una piazza di Siviglia , al terminar della notte si apre la prima scena. La bella Rosina
(contralto) abita nella casa di Don Bartolo (buffo), il suo anziano e geloso tutore. Don Bartolo
vuole tenere Rosina con sé, per amministrarne il patrimonio. Il conte di Almaviva (tenore),
innamorato di Rosina, ha organizzato una serenata sotto al balcone della sua bella ma lei non
si affaccia. Deluso, sta per allontanarsi quando compare quasi con fare spavaldo e mostrando
le sue doti canore Figaro (baritono), barbiere e tuttofare della città. Figaro consiglia al conte
di assumere un'altra identità fingendosi un giovane ubriaco e di presentarsi in casa di Don
Bartolo con l’attestato del temporaneo diritto di residenza nella sua casa, così da poter parlare
con Rosina. Don Basilio (basso), il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del
Conte di Almaviva a Siviglia e suggerisce a Don Bartolo di sminuire la sua figura tramite
alcune calunnie, ma Don Bartolo vuole accelerare i tempi e, insieme a Don Basilio, si prepara
a scrivere l'atto di nozze tra lui e Rosina. Figaro, che ha capito tutto, lo comunica alla ragazza
e la invita a scrivere un biglietto a Lindoro; ma Rosina lo ha già scritto e lo consegna al
barbiere,per farlo arrivare a Lindoro. Più tardi Don Bartolo, accorgendosi che Rosina ha
scritto un biglietto, la rimprovera . Secondo i piani, il Conte irrompe nella casa di Don Bartolo
travestito da soldato ubriaco, creando però così tanta confusione da provocare l'intervento dei
gendarmi; quando però il conte si fa riconoscere di nascosto dall'ufficiale, i soldati si mettono
sull'attenti, lasciando Don Bartolo alquanto stupito.
-SCENA PRIMA
L’entrata in scena di Fiorello(basso), servitore del conte, apre l’opera, seguito da un coro che
interpreta anche la parte di alcuni strumentisti. Tutti si dispongono senza far rumore
preparando l’entrata del Conte d’Almaviva che intona una serenata dedicata a Rosina.Il brano
è un’aria composta secondo le consuetudini del tempo, infatti presenta una prima parte molto
cantabile e moderata e da una seconda parte più mossa e virtuosistiche che richiede
determinate capacità vocali denominata cabaletta. Si tratta dunque di una cavatina:l’aria con
cui in un’opera ottocentesca italiana, ciascun personaggio si presenta in scena. Generalmente
presenta una nitida melodia senza ripetizione di strofe. La Cavatina del Conte, è la parte
centrale di una struttura più ampia e omogenea che va dall’inizio dell’opera fino
all’entrata di Figaro. Il canto del conte e l’accompagnamento dell’orchestra, arricchito dalle
chitarre e dai sistri, sono estremamente raffinati e rivelatori della posizione socialmente
elevata di Almaviva che è appunto un conte. Lo stile vocale della prima parte della cavatina è
elegante ed elaborato. La melodia di “Ecco ridente in cielo” è un altro caso di riutilizzo dalla
preghiera ad Iside che apre L’Aureliano in Palmira. Nella Seconda parte(“Oh sorte! Già
veggo”) scompare la compostezza per dare spazio all’impazienza trepida dell’innamorato
attraverso una scrittura molto incalzante. Almaviva sta per demordere, paga i musici che,
compiaciuti dell’eccessiva generosità, lo ringraziano con un baccano molesto (“Mille grazie mio
signore”) e pensa di andare via.
-SCENA SECONDA
Ma arriva canticchiando il barbiere Figaro, suo amico di lunga data. La Cavatina del giovane
barbiere “Largo al Factotum!” esprime perfettamente il suo carattere spavaldo, da
spaccone che canta a squarciagola in piena via alle prime luci dell’alba. L’esordio in scena
di questo personaggio è spettacolare, il brano con cui si presenta ha un ritmo strepitoso, esprime la
sua grande vitalità sottolineata anche dal canto a perdifiato spinto fino al limite verso l’acuto.
Messo al corrente delle intenzioni del Conte, Figaro si dichiara pronto ad aiutarlo tanto più che
conosce bene la casa in cui la fanciulla è tenuta segregata dal suo borioso tutore, il dottor
Bartolo. Egli si presenta come il tuttofare della città, oltre che come barbiere vantando la
propria popolarità. Figaro afferma ciò perché a quel tempo i barbieri non si limitavano a
tagliare barbe e capelli: esercitavano mansioni proprie oggi di mestieri anche molto diversi,
come medico e dentista, e dato che per questi servizi frequentavano molte case potevano anche
rendere alcuni servigi comunicativi e relazionali per i propri clienti. Costituisce un pezzo di
bravura per i baritoni, la cui tecnica è messa alla prova dai numerosi scioglilingua, tipici
dell'opera buffa, ed è inoltre uno dei pezzi più celebri del repertorio operistico classico. Il
materiale musicale fondamentale è costituito da 3 brillanti incisi tematici presenti
nell’introduzione orchestrale. La bravura del compositore ci appare indiscussa notando il modo
in cui essi vengono rimescolati con una dinamicità unica nel corso della cavatina . Nella
cavatina, Figaro si rivolge agli spettatori ma in realtà sta parlando con sé stesso (in effetti sta
cantando diegeticamente, tanto che giunge in scena con una chitarra: in Beaumarchais e in
Paisiello, addirittura, viene esplicitato che sta componendo una canzone, beandosi della vita
che conduce e vantandosi con malcelata soddisfazione dei propri pregi: spigliato, sempre
attivo, benvoluto e soprattutto utile a tutti come un vero "factotum" si presenta con le
caratteristiche di quella "piccola borghesia artigianale" in cui molti spettatori dell'epoca
sicuramente si riconoscevano. Ma saranno invece i suoi rapporti con i potenti, la nobiltà
rappresentata dal Conte di Almaviva in primis, il motore di quasi tutte le sue azioni in questa
come nelle opere successive. Il testo – al di là dei tanti passaggi entrati ormai nella cultura
popolare ci fa capire molte cose del lavoro di Figaro. Possiede una bottega dunque è al
momento quello che oggi chiameremmo un “libero professionista” e non al servizio diretto di
un signore , benché all'occasione gli capiti spesso di recarsi nelle case dei suoi clienti, in
particolare di quelli più facoltosi e poco avvezzi ad andare di persona nelle botteghe degli
artigiani. Immediatamente dopo l’esordio di Figaro il barbiere e il conte si incontrano e si
riconoscono. Almaviva racconta a Figaro di essersi innamorato di una fanciulla vista a Madrid
e di averla seguito a Siviglia perché credeva fosse la figlia di un medico. Il barbiere dichiara di
lavorare presso la famiglia ma chiarisce che Rosina non è figlia di un dottore.