L’Italia industriale Classe 5^CL anno scolastico 2014/2015 INDICE: • STORIA DELL’INDUSTRIA ITALIANA DALL’UNITÀ AI GIORNI NOSTRI • FOCUS: DAL DOPOGUERRA AL BOOM ECONOMICO • FOCUS: DEINDUSTRIALIZZAZIONE • INDUSTRIA TESSILE ITALIANA DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI • DALL’UNITÀ D’ITALIA AI GIORNI NOSTRI: BREVE STORIA DELLE INFRASTRUTTURE • LA MOTORIZZAZIONE • IL CAPITALE UMANO • IL PROGRESSO TECNOLOGICO: UN RAPPORTO SEMPRE PIU’ STRETTO CON LA SCIENZA • SITOGRAFIA • BIBLIOGRAFIA STORIA DELL’INDUSTRIA ITALIANA DALL’UNITÀ AI GIORNI NOSTRI Situazione pre-unitaria L’Italia era un paese agricolo sottosviluppato economia frammentata Nord Sud (latifondo) 1861: Unità d’Italia 1861: Regno d’Italia Si impone l’economia piemontese Si avvia l’industrializzazione del paese Emerge maggiormente La differenza tra Nord e Sud 1860-1880 Organizzazione industriale ancora di tipo artigianale (arretrata) politica liberista Crescita industriale lenta Dal 1878 politica protezionistica La grande depressione 1873-1885 Paese arretrato banche miste investono sull’economia industriale nascente (edilizia, ferrovie, prodotti primari) Colpite dalla crisi europea Adottate misure protezionistiche Dal 1894 al 1907 Organizzazione moderna dell’industria -Finanziamenti bancari -Uso di energia elettrica Aumento della produzione Industriale italiana Età giolittiana • Decollo industriale crescita settentrionale (triangolo produttivo) fuga migratoria del Sud aumento produzione italiana industriale crescita industria chimica, elettrica, siderurgica, idroelettrica (carbone bianco), automobilistica sviluppo economico esportazioni di prodotti industriali 1907: crisi finanziaria Periodo di recessione economica Alcune banche dichiarano bancarotta Si diffonde il panico (del 1907) Assalto agli sportelli Prima guerra mondiale Economia di guerra Industria bellica (armi) Crescita settore meccanico, siderurgico e chimico Sviluppo maggiore dell’area nord-ovest Biennio rosso (1919-1920) Rivendicazioni da parte di ● ● contadini operai Occupazioni fabbriche Appoggio del Partito Comunista italiano Consigli di fabbrica = maturazione politica dei lavoratori Classi medie Status minacciati dai tumulti Inflazione erode i loro risparmi Si erano riconosciuti nel mito della guerra e nella propaganda nazionalista Fondazione dei Fasci di combattimento (1919) Da parte di Benito Mussolini ● ● Combattentismo e nazionalismo Ex socialista Espulso dal partito a causa del suo interventismo Possidenti agrari usano i Fasci per contrastare le leghe di braccianti 1921 Partito Nazionale Fascista Forze liberali si servono dei Fasci contro il movimento operaio ● ● Cerca consensi nella Chiesa e nella monarchia Violenza organizzata Spedizioni punitive contro sedi sindacali e di partito Marcia su Roma (1922) Emanuele III° incarica Mussolini di formare un nuovo governo Inizio costruzione di un regime totalitario Prima fase liberista (1922-1925) ● ● ● ● ● ● Incoraggiata la libera concorrenza Riduzione regolamentazioni economiche e restrizioni al commercio Riduzione tasse Approvazione riforma fiscale favorente i grossi capitali Contenimento salari Erogazione di crediti per agevolare la produzione e gli investimenti Passaggio da capitalismo di matrice liberale (fondato su concorrenza e auto-organizzazione) A capitalismo monopolistico (lo stato si configura come organizzatore dell'offerta e regolatore della domanda) Svolta protezionista e nazionalista (1925-1926) ● Corporativismo ● Dirigismo ● Autarchia Crisi Economica (1929) Cause interne ● Effetti depressivi della rivalutazione della lira Cause internazionali ● '‘Giovedì nero'' (crollo della borsa di Wall Street) ● ● ● ● ● Fallimento fabbriche Aumento esponenziale della disoccupazione (da 300.000 a 1 milione) Tagli ai salari Produzione industriale scende del 15-25% (picchi nelle industrie tessile, metallurgica e meccanica) Intreccio fra banche e industria minaccia di saltare Creazione dell'Iri (1933) IRI: istituto per la ricostruzione industriale Mette a disposizione capitali pubblici impedendo collasso delle banche Rileva pacchetti azionari e partecipazioni industriali Lo stato diventa proprietario di imprese e banche Statalizzazione del sistema finanziario Statalismo o dirigismo = primato dello stato sulla società Lo stato ha una posizione centrale nell'economia del paese, controllando produzione e collocamento risorse ''quota 90'' ● Rivalutazione della lira ● Politica deflazionistica ● ● Ridurre circolazione moneta Ridurre credito di aziende e famiglie Corporativismo Piano ideologico: ● ● Socializzazione Collaborazione di classe Piano pratico: ● ● Distruggere lo stato liberale e il movimento operaio Repressione (e poi abolizione) di sindacati e scioperi ''Leggi fascistissime'' Scioglimento partiti e sindacati Capacità contrattuale riconosciuta solo ai sindacati fascisti Confederazione dei sindacati fascisti Autarchia = autosufficienza economica Introdotta a causa delle sanzioni economiche imposte dalla Società delle Nazioni Ridurre il deficit commerciale e i costi della dipendenza dall'estero ''piani autarchici'' del 1935-1937: orientare verso il mercato interno investimenti e produzione Aspetti positivi ● ● Sanzioni non riguardano carbone e petrolio Sviluppo della ricerca scientifica (chimica) Aspetti negativi ● ● Vengono a mancare rifornimenti di materie prime Prodotti autarchici hanno qualità inferiore Industria italiana della seconda guerra mondiale 1936-39:aumento della produzione industriale italiana (87% del 1934 107% del 1938) nel settore: Meccanico (134%) Chimico (129%) Energetico (157%) Ribasso nel settore tessile (83%) Seconda Guerra Mondiale (1940-1945): aumento produzione industriale italiana,+23%,nella costruzione di: Siluri Aerei Armi Carri armati I settori protagonisti dell’incremento produttivo: Meccanico (197%) Elettrico ( 207.6%) I settori minacciati Tessile (58.9%) Edilizio(36.3%) : 1942: l’indice generale di produzione scende del 91% Cause principali del ribasso: Bombardamentidanni ai trasporti e poli industriali Legislazione industriale di guerradivieto di esportare materie prime e produrre beni non essenziali 1945: industrie maggiormente colpite dalla guerra: Siderurgica Metallurgica Petrolifera Cantieristica Elettrica 1946: stanziamento di 109 Milioni per la ripresa industriale costante nel biennio successivo(+ 65%) Difficoltà del rilancio industriale italiano: Adeguamento dei costi interni rispetto a quelli internazionali Riorganizzazione del sistema industriale Conversione dell’industria bellica pacifista Industria del miracolo economico Con l’espressione “MIRACOLO ECONOMICO”, si intende il periodo di sviluppo economico caratterizzante gli anni ‘50 e ’60 FOCUS: DAL DOPOGUERRA AL BOOM ECONOMICO Conseguenze del miracolo economico: Aumento produzione industriale (+31.4%): autovetture 89%, meccanica di precisione 83%, fibre tessili 66.8% Aumento del PIL : 1913-1950 1950-1970 1.3 5.4 Dualismo: settore metallurgico: innovazioni-esportazioni tradizionale(alimentari, vestiario) esportazioni (44% 33%) Aumento reddito nazionale Aumento esportazioni(62.3% Europa/20% America) Consumismo: frigorifero, lavatrice, televisione, auto Aumento energia elettrica Baby boom Divario Nord-Sud Agricoltura Industria urbanizzazione interna aumenta (33.2% 41.6%) La crisi economica più lunga (1962-1975) • Situazione economica italiana territorialmente disomogenea • Istruzione parziale e arretrata e carenza di strutture ed insegnanti • Alti indici di disoccupazione, di lavoro minorile, di emigrazione e salari bassi • Sessantotto italiano: rivolte e scontri, occupazione di istituti e lotte sindacali Stagflazione : inflazione e stagnazione Termine del sistema di Bretton Woods (1971) Primo shock petrolifero (1973) Crescita del costo delle materie prime e del lavoro • Politica di svalutazione sistematica della lira • • • • • Aumento della presenza di gruppi pubblici • Aumento del fatturato di imprese a capitale straniero • Fallimento dei finanziamenti all’industria • Sottocapitalizzazione, bassa capacità tecnologica, provincialismo • Riduzione del capitale di rischio e indebitamento bancario Ristrutturazione industriale (1975-1985) • Attentati terroristici-mafiosi • Scioperi • Permanenza della disomogeneità economica territoriale in Italia • Crisi economica • Diminuzione del PIL e discesa dell’inflazione dovuti alla stagflazione • Entrata in vigore del Sistema Monetario Europeo SME (1979) • Secondo shock petrolifero • Aumento della spesa pubblica e della pressione fiscale • Da economia di massa ad economia di scopo • Inizio del mercato di esportazione (internazionalizzazione e globalizzazione della concorrenza) • Destrutturazione delle imprese • Formazione di holding e distretti industriali Politiche nazionali e rilancio europeo (1985-1996) • • • • Lotta alla mafia Disordine sociale ed economico internazionale Spinta inflazionistica Forti aumenti salariali • Crisi economica eccesso di capacità produttiva domanda stagnante • Piano di bilancio europeo (1985) • Trattato di Maastricht (1991) • Uscita dalla SME (1992) • Super svalutazione della lira • Privatizzazione delle imprese pubbliche e del sistema bancario • Franchising • Non più indebitamento bancario MA società quotate nei mercati internazionali Privatizzazione (1996-2001) • Entrata nell’Unione Europea • Diminuzione della classe media e aumento delle famiglie in situazione di povertà • Elevati tassi di immigrazione • Sviluppo della borsa • Oltre ¾ di occupazione data dalle piccole o medie imprese • Scatole cinesi • Privatizzazione o liquidazione di imprese e liberalizzazione dei servizi pubblici • Società italiane interessate in settori non innovative, basso contenuto tecnologico e investimenti insufficienti • Imprese italiane ancora a nocciolo familiare o parentale • Staticità • Riduzione delle già piccole imprese italiane Ultimo ventennio (2001-2015) • Entrata in vigore dell’euro • Fase di declino con scarsa crescita del PIL e della produttività e stagnazione • Recessione e crisi economica (2008) • Forte immigrazione • Dualismo sempre più marcato tra imprese operanti nel mercato internazionale e imprese vincolate al mercato interno • Diffusione di medie imprese • Nascita di multinazionali tascabili “Quarto capitalismo” • Scarso investimento di ricerca e sviluppo • Precarizzazione del lavoro • Perdita di competitività nel mercato sempre più globalizzato • Eccessiva dipendenza dalle materie prime • Ridotta meritocrazia • Eccessiva burocratizzazione • Pressione fiscale • Processo di deindustrializzazione Deindustrializzazione • Delocalizzazione: fuga di capitali e aziende all’estero • Privatizzazione spreco di ingenti capitali consegna di imprese ad alta tecnologia nelle mani di investitori stranieri • Alti tassi di disoccupazione FOCUS: DEINDUSTRIALIZZAZIONE FOCUS: DAL DOPOGUERRA AL BOOM ECONOMICO Economia e politica del post guerra L’ Italia del dopoguerra è caratterizzata da: Criminalità La volontà di ricostruzione dei cittadini italiani, seppur forte, era stroncata dalla situazione economica: Si verifica una ripresa dell’ attività politica e sindacale. Vengono ricostituiti i vecchi partiti e ne sorgono di nuovi Nel 1944 nasce la Cgil unitaria e vengono riorganizzate Confindustria e Confagricola. Gli affari di maggior rilievo erano, comunque, gestiti dagli alleati. Elezioni politiche italiane 2 giugno 1946 Prime elezioni dopo il periodo di dittatura fascista, in cui votarono anche le donne. Si votò per: Risultati del voto: 1. Il Referendum istituzionale, che doveva determinare la forma dello stato, decretò la sconfitta della Monarchia a vantaggio della Repubblica. 2. In seguito all’elezione dei componenti dell’Assemblea Costituente, entrò in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana. Ci fu la vittoria del partito centrista della Democrazia Cristiana, guidato da Alcide De Gaspari. Esso poteva godere di un consenso di massa, contando sull’appoggio della Chiesa e degli Stati Uniti d’America. L’elettorato di sinistra si divise tra Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e Partito Comunista Italiano, ottenendo il 40% dei voti. Il piano Marshall (ERP) Che cos’è l’ERP? Gli effettivi benefici registrati • Aumento del 30% della formazione lorda interna di capitale; • aumento produzione e produttività agricola e industriale; • aumento del 66% delle esportazioni europee occidentali. In che misura la ripresa è dovuta effettivamente all’ERP? Il giudizio degli storici si suddivide in tre filoni: I sostenitori: I revisionisti: considerano l’ERP essenziale per la rimozione di tutti gli ostacoli alla ripresa europea. -sostengono che la ripresa autonoma dell’Europa fosse già in atto prima dell’ERP; -ridimensionano l’importanza del contributo americano. Storici contemporanei: supportati da studi recenti, giudicano l’ERP insufficiente per la ripresa economica europea. Creazione dell’OECE OECE: il maggiore propellente per il boom economico abolisce le restrizioni commerciali fra i Paesi europei aderenti al Piano favorisce l’integrazione europea dei mercati finanziario e del lavoro Vigilia elezioni politiche 1948 Per evitare una possibile vittoria dell’opposizione: 1. La Chiesa arrivò a irrogare la scomunica contro i comunisti italiani. 2. Gli Stati Uniti mobilitarono qualsiasi risorsa: aiuti alimentari, valorizzazione dell’amicizia con l’Italia, pubblici appelli. In risposta a questo viene costituito il Fronte Democratico Popolare. Per la prima volta la propaganda cartellonistica svolge un ruolo importante. Esito delle elezioni Vittoria della Democrazia Cristiana: Maggioranza in Parlamento Governo con partiti di democrazia laica e socialista (Pri, Pli, Psdi) guidato da De Gasperi. Cause della vittoria 1. I salariati erano numericamente inferiori alla sommatoria del non salariati, degli impiegati, dei professionisti, dei negozianti e dei piccoli proprietari immobiliari. 2. Il voto politico femminile, da poco introdotto, era condizionato dal richiamo della Chiesa. L'attentato a Togliatti l 14 luglio 1948 Togliatti viene gravemente ferito da quattro colpi di arma da fuoco sparatigli da un giovane studente di destra La notizia dell'attentato si diffuse rapidamente nel paese, suscitando immediate e spontanee reazioni da parte dei militanti comunisti Alcuni momenti di vera e propria guerra civile Sciopero generale che bloccò il lavoro nelle fabbriche Manifestazioni e scioperi con blocchi stradali e scontri. Alla fine si contarono 16 morti (9 tra le forze dell'ordine e 7 fra i dimostranti) e centinaia di feriti. Per portare allo sviluppo industriale, stemperando la forte resistenza dell’opposizione senza mettere a repentaglio la maggioranza, si ricorse a una sorta di “Riformismo apprensivo” (definito così da Giorgio Mori) 1. Democrazia protetta Vista dai dirigenti della sinistra come rinuncia allo sviluppo dell’industria 2. Politica per la liberalizzazione degli scambi con partecipazione all’OECE Rimane comunque in vigore la tariffa doganale (1950) caratterizzata da un assetto protezionistico 3. Intensificazione dell’erogazione di “contributi di produzione” 4. Sostegno privilegiato all’edilizia abitativa Vantaggio per molti settori industriali collegati ad essa 5. Provvedimenti volti ad aggredire l’ancora residente struttura proprietaria e produttiva, non solo al Sud. Quasi 2 milioni di ettari trasferiti nelle mani di coltivatori diretti 6. Istituzione della Cassa del Mezzogiorno Dotare la regione delle necessarie infrastrutture Finanziare sviluppo industriale 7. Nuova legge tributaria più equa distribuzione del carico impositivo giovò alle imprese più dinamiche Cause del boom economico • Industrializzazione • Aiuto alle regioni del sud con la «Cassa del Mezzogiorno» • Riforme dell’agricoltura • Grande slancio dell’edilizia (+127%) • Passaggio a un economia legata alle dinamiche dei mercati europei • Migrazione • Spostamento della forza lavoro dal settore agricolo a quello industriale Incidenza di agricoltura e industria sul PIL Industria Espansione soprattutto nel Nord-Ovest I contadini abbandonano le terre per lavorare Introduzione di nuove tecniche di produzione Cassa del Mezzogiorno Favorisce il crescere degli investimenti nel sud Italia, soprattutto nei settori: • Industriale • Dei servizi Migrazione Tra il 1958 e 1963 oltre un milione e mezzo di italiani espatria per trovare lavoro nei paesi europei. Il nuovo stile di vita Grazie all’aumento dei salari e al miglioramento dello stile di vita, iniziano a cambiare i comportamenti quotidiani degli italiani ed entrano nelle loro case i beni di consumo durevole. Grazie alla recente diffusione delle nuove automobili e all’ampliamento autostradale, esplode il fenomeno delle vacanze di massa. FOCUS: DEINDUSTRIALIZZAZIONE Che cos’è? La deindustrializzazione è la riduzione o lo spostamento di un’attività industriale. I fattori della deindustrializzazione sono principalmente: • progresso tecnologico; • deficit delle esportazioni; • trasferimento di attività in altri paesi; • automazione delle linee di montaggio; • calo del prodotto interno lordo. La crisi in Italia Il processo di deindustrializzazione inizia a partire dagli anni ‘80 per sfociare nella grande crisi del 2007-2008. Le principali cause che sono state evidenziate sono: inefficienza della pubblica amministrazione; alti costi energetici; problemi di accesso al credito; scarsa spesa in ricerca e innovazione; aumento dei salari lordi nominali. La crisi attuale italiana si inserisce in un trend di tipo ribassista e i principali elementi d’influenza che hanno contraddistinto gli ultimi decenni sono: a) l‘adozione della moneta unica europea dell’1 gennaio 2002; b) la crisi finanziaria degli Stati Uniti del 2008; c) l’esplosione della crisi del debito sovrano italiano, nel 2011. a) Prima dell’introduzione dell’euro: il modello dello sviluppo dell’economia italiana era basato su: -esportazioni; -svalutazione competitiva della lira. l’economia e il saldo della bilancia commerciale erano in crescita; Le aziende italiane erano competitive sul mercato internazionale per: -prezzi inferiori rispetto alla concorrenza (lira moneta debole); -qualità e made in Italy. In seguito all’adozione dell’euro si ha: l’inizio del processo di globalizzazione dei mercati delle economie; sviluppo del processo di internazionalizzazione delle aziende italiane: -è più conveniente portare prodotti semilavorati all’estero in quanto si ha la diminuzione dei costi; -le aziende più piccole falliscono; -le aziende più grandi avviano processi di delocalizzazione in paesi a basso costo di manodopera. b) La crisi dei mutui subprime è una crisi finanziaria nata nel 2006 negli Stati Uniti in seguito all’erogazione da parte delle banche di prestiti ad alto rischio finanziario in favore di clienti a forte rischio debitorio. L’erogazione dei mutui subprime porta a: incremento degli acquisti nel settore immobiliare; aumento della richiesta; impennata dei prezzi e dei valori delle abitazioni nel 2007 bolla immobiliare; investimento del ricavato attraverso pacchetti introdotti dalle banche sul mercato finanziario mondiale (cartolarizzazione). La bolla immobiliare porta: • al decremento della domanda, seguito dalla diminuzione del valore delle abitazioni; • al pignoramento dell’immobile che, essendo in fase di svalutazione, non permette alle banche di rientrare nella somma erogata mancanza di liquidità crollo delle banche d’investimento (Lehman Brothers). Sede della Lehman Brothers, New York Le cause del fallimento delle aziende in rapporto alla crisi: mancanza improvvisa di liquidità • -le banche, essendo in crisi non concedono finanziamenti -le aziende sono impossibilitate al pagamento dei fornitori e degli stipendi fallimento; • pressione fiscale che affligge le aziende. Gli effetti sono: un rallentamento nel settore immobiliare; un aumento delle rate e delle insolvenze; incremento del numero di pignoramenti e delle vendite immobiliari, generando così un aumento dei prezzi. In Italia, gli effetti principali derivati dallo sgonfiamento della bolla finanziaria negli USA sono: il reddito nazionale si è ridotto dal 2007 ad oggi di quasi il 10%; la produzione industriale è diminuita di più di un quarto; il debito pubblico è salito oltre il 130% in rapporto al PIL; i giovani senza lavoro superano il 40%; la disoccupazione generale è del 13%. L’Italia, essendo stata toccata dalla crisi finanziaria, subisce: una pesante recessione (-5,2%) sia per il calo della domanda estera, sia per i problemi strutturali irrisolti; conseguenze sui mercati finanziari mondiali; effetti sull’economia reale (incremento della disoccupazione). c) I risultati negativi del debito pubblico italiano sono: ipotesi di acquisto dei titoli da parte di stranieri; l’effetto spiazzamento, ossia l’aumento progressivo dello Stato sul mercato delle attività finanziarie, renderà sempre più difficile per il settore privato accedere al risparmio per i propri investimenti; l’aumento delle imposte, che potrebbe determinare un effetto depressivo sull’economia, disincentivante per gli investimenti e l’occupazione; la trasmissione intergenerazionale del debito, quindi le generazioni future potranno subire i contraccolpi di un grosso indebitamento avvenuto in epoche in cui non erano neanche nate. Le conseguenze del debito pubblico italiano sono attualmente: l’aumento delle tasse; austerità ed impoverimento dei cittadini; disoccupazione: fra disoccupati ufficiali e cassaintegrati, il numero dei senza lavoro supera i 7 milioni (Confindustria, rapporto di dicembre 2013). La situazione più grave si trova fra i 15 e i 24 anni dove la disoccupazione colpisce il 40% dei giovani. La crisi di settore Dal 2008 più di 45.000 aziende hanno fallito e molte sono state cedute ad altre imprese straniere. La scomparsa di singoli settori produttivi di livello internazionale e la mancata evoluzione di altri potenzialmente eccellenti, sono identificabili come cause interne principali del declino industriale italiano. A titolo d’esempio saranno di seguito analizzati casi concreti in questi ambiti: informatica; aeronautica; chimica; elettronica di consumo; aziende high tech elettromeccaniche; auto. La rivoluzione tecnologica in campo informatico avviata da Adriano Olivetti, all’interno dell’omonima impresa, già negli anni ‘30, viene stroncata dalla non lungimiranza di un “gruppo d’intervento” che entra nel capitale dell’azienda di Ivrea, in seguito alla morte di Olivetti stesso. Alcune decisioni governative portano la discreta industria aeronautica italiana, capitanata da Alenia, alla sua totale esclusione dal consorzio Airbus, il quale si rivelerà uno dei casi di maggior successo industriale e tecnologico nell’Europa degli ultimi cinquant’anni. Lo sperpero di immensi capitali (quali quelli provenienti dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica) in progetti industriali dissennati, è protagonista della devastazione dell’industria chimica nazionale. La fusione tra Edison e Montecatini (1966) apre la via ad una serie di fusioni, acquisizioni ed alleanze, con lo scopo di: • sopprimere la concorrenza industriale; • profittare dell’aiuto di Stato. Incomprensioni “storiche” ostacolano il riconoscimento delle potenzialità industriali della radio di Guglielmo Marconi, il quale, dunque, sviluppa il suo progetto in Inghilterra, e della tv a colori, autorizzata dal governo con dieci anni di ritardo (1977) su tutti i vicini europei. Aziende high tech, quali Nuovo Pignone e Elsag Bailey, sono cedute “per fare cassa” a concorrenti stranieri. Le maggiori cause della crisi del gruppo torinese FIAT, principale e, di fatto, unico marchio automobilistico della Penisola su scala mondiale, vanno probabilmente identificate nelle acquisizioni e diversificazioni industriali avviate dalla famiglia Agnelli e Cesare Romiti all’inizio degli anni ‘80. INDUSTRIA TESSILE ITALIANA DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI Protoindustria • Produzione tessile originariamente localizzata nelle piccole città o campagne dell’Italia settentrionale (XVII secolo) • Produzione rurale a domicilio affidata alle famiglie contadine • Rapporto mercante-agricoltore • • • • • Dipendenza dall’estero per materie prime Dipendenza dalle risorse idriche Tecnologia e forme organizzative arretrate Manodopera a basso costo Scarsa qualità dei prodotti Nascita delle prime protofabbriche • Situazione italiana arretrata nei confronti degli altri paesi europei, in quel periodo in pieno sviluppo (XVIII secolo) • Adozione dei telai a spoletta volante • Manodopera più costosa • Miglior qualità del prodotto Sviluppo prevalentemente al nord: • Contatti commerciali con i paesi europei • Lunga tradizione manifatturiera • Territorio ricco di risorse idriche • Coltura di gelso e allevamento di bachi da seta Nascita dell’industria tessile • Trasferimento delle attività in opifici (primi decenni del XIX secolo) • Peggioramento delle condizioni lavorative di donne e minori, nonostante la politica di paternalismo • Necessità di contatto con i paesi più sviluppati perché • Mercato italiano prima dell’unione troppo ristretto • Necessità di acquisizione di informazioni su sistemi e tecnologie • Esportazione e capitali alle imprese italiane Industria tessile post-unitaria • Espansione dei mercati • NORD-OVEST: centro dell’industrializzazione tessile (“triangolo industriale”) • Concessione di dazi protettivi • Diffusione della macchina a vapore • Fine della dipendenza da risorse idriche Meccanizzazione degli opifici Integrazione delle fasi di lavoro Paternalismo e nascita di attività sussidiarie Salario Attività agricola diventa per gli operai sempre più marginale • Abbandono della figura dell’artigiano qualificato e assunzione di manodopera a basso costo non specializzata • Formazione di una classe operaia • • • • Novecento • Problematiche Mercato interno raggiunge limiti di espansione Crisi della produzione basata sui salari bassi Scoppio della I° Guerra Mondiale Aspetti positivi: • I cotonifici si inseriscono nel sistema di forniture belliche • Sviluppo meccanica tessile Aspetti negativi: • Chiusura del commercio estero •Aumento della produzione e degli operai, fino al 60%, nell’industria tessile •Manodopera esclusivamente femminile 1919: fine delle commesse belliche Forte crescita nella produzione Sovrapproduzione Riduzione dell' attività Conflitti e tensioni sindacali Occupazione fabbriche 1920-1925: recupero dei livelli prebellici • • • • • Forte sviluppo Ripresa esportazioni Crescita dimensionale cotonifici Innovazioni (stampaggio e candeggio) Nascita fibre sintetiche • Quota 90 Interruzione del trend positivo Esportazioni meno competitive Crisi degli anni '30 Autarchia porta a Concorrenza esasperata Numerose chiusure e fallimenti Chi resiste acquisisce i concorrenti Salvataggio da parte dell’IRI Uso di materie prime nazionali Nuovi miscugli con fibre sintetiche II° guerra mondiale Industria tessile trae vantaggio dalle commesse militari Vanificato dal periodo bellico • 232 filatoi distrutti • 1331 telai danneggiati • 30 % delle fabbriche tessili inservibili Dopoguerra (1948-1952) ERP= european recovery program Processo di modernizzazione o ''americanizzazione'' Fornitura merce (cotone grezzo) Formazione o apprendistato negli USA Finanziamenti per attrezzatura L'Italia non è più concorrenziale con l'estero • Impianti arretrati • Liberalizzazione dei commerci • Svolta liberista internazionale Necessaria una riorganizzazione dell'intero settore Riorganizzazione del settore Basata su: • Forme di gestione moderna • Nuovi macchinari Scompaiono: • Assunzioni a vita • Flessibilità su orari e assenteismo • Relazione personalistica fra dipendenti e proprietari Dinamiche paternaliste Miracolo economico: nascita moda italiana • Fino agli anni '50 • Alta qualità italiana limitata alla seta • Produzione di fibre artificiali o miste limitata 1950: 'Sarti italiani e industrie della lana sfilano insieme' Anni '50 e '60 Cambiano gli equilibri nella filiera del tessileabbigliamento • Stilisti stessi si occupano della creazione dei tessuti • Alle aziende tessili non è permesso etichettare i prodotti • Collaborazione disegnatori- produttori Diffusione del prêt-à-porter • Aziende tessili producono per aziende industriali (maggiore quantità) • Imprese tessili non più riconoscibili Ripresa del boom economico-produttivo (anni '70-'80) Innovazioni nel processo di produzione • Nuovi telai senza navetta (telai a pinze) • Nuove fibre derivate dalla lana • Nuovi metodi di tessitura e fissaggio Mano d'opera ridotta e meno qualificata ''autunno caldo'' del 1969 = Interruzione del boom economico e produttivo Stagnazione economica Aziende di grande distribuzione assumono ruolo centrale • Grandi quantità di merci a prezzi bassi • Bassa qualità • Canali di approvvigionamento dei prodotti a livello mondiale Strategia di adeguamento per aziende ad integrazione verticale ( anni '90) Progressivo decentramento Affidare fasi produttive a ditte specializzate Creazione impianti e filiali all'estero Estensione ad abbigliamento prêt-àporter Globalizzazione Italia gioca un ruolo fondamentale a livello internazionale ● ● 2004: 7,6% dell'export mondiale 17.000 milioni in fatturato Crisi di settore: ● Da 19.215 a 16.869 (2001-2005) Produzione tessile italiana • • • • Seta Cotone Lana Fibre sintetiche Seta • • • • Fibra proteica ricavata da bozzoli di bachi da seta Produzione di tessuti pregiati Centri principali del settore serico: Como e Milano Declino della produzione dopo la prima guerra mondiale • • • • Alto costo di manodopera Concorrenza di fibre chimiche Terreni impiegati per altre colture Como principale centro di trasformazione del prodotto Produzione della seta Trattura: • Raccolta dei bozzoli • Prima cernita: essiccazione e spelaiatura (eliminazione strato superficiale) • Seconda cernita: crivellatura (classificazione per grandezza) e macerazione (scioglimento della sericitina) • Trattura vera e propria • Incannatura (da matasse a ronchetti) • Stracannatura (da ronchetto a ronchetto con pulitura del filato) Filatura: 1. A catena: • Prima torcitura • Binatura • Seconda torcitura • Stagionatura • Aspatura 2. A trama: uguale a quella a catena, senza la prima torcitura Tessitura Trattura vera e propria: • Immersione dei bozzoli in acqua calda • Ricerca del capofilo di ogni bozzolo • Accoppiatura di un numero variabile di capi • Formazione del filo per attorcigliamento • Raccolta del filo di seta su apposito aspo Cotone • Ricavato dalla peluria dei semi di Gossypium • Migliore per la lavorazione industriale • Più leggero ed economico • Più omogeneo e resistente • Coltivabile per più anni nello stesso terreno • Spinning Jenny (Hargreaves, 1770) • Water-frame, filatoio idraulico (Arkwright, 1769) • Mule (Crompton, 1779) • Aumento della produzione del filato • Qualità superiore rispetto alla lavorazione a mano • Centri principali: Legnano, Milano e Castellanza Produzione del cotone Preparazione: • Raccolta del cotone • Sgranatura • Apritura • Battitura • Cardatura • Pettinatura • Stiratura Filatura: • Passaggio su banchi a fusi • Filatura su filatoio ad anello (fibra tirata e ritorta a formare il filo) Tessitura e rifinitura Lana • • • • • Mercato interno, niente concorrenza estera Dazi protettivi (1887-1965) Resistenza all’usura Forte tenuta del calore Centri principali: Biella, Schio e Prato Produzione della lana Preparazione della lana: • Tosatura (in primavera) • Cernita • Lavaggio della lana • Asciugatura • Cardatura • Pettinatura Filatura: • Pulitura • Apritura e battitura • Cardatura • Pettinatura • Stiro • Filatura • Torcitura • Roccatura Fibre sintetiche Combinazioni di ● ● ● Lana cardata e viscosa Lana pettinata e poliestere Successivamente nylon acrilico e poliestere Utilizzate in via sperimentale prima della Seconda guerra mondiale Decremento costo di produzione anni '50 Caratteristiche particolari ● Resistenza all'abrasione ● Plissé o cordonata ● Stabilità della fibra ● versatilità Realizzate con macchine per produzione della lana Anni '50 Alcune aziende mettono sul mercato tessuti in seta e fibra sintetica ● Maggiore leggerezza ● Costi minori ● Particolare consistenza DALL’UNITA’ D’ITALIA AI GIORNI NOSTRI:BREVE STORIA DELLE INFRASTRUTTURE Infrastrutture: il sistema nervoso del paese Assicurano identità allo stato Permettono un rafforzamento delle aree economiche e industriali Desiderio di migliorare la rete dei trasporti dopo l’Unità d’Italia Favoriscono il commercio I problemi post unitari… • Cattiva gestione • Problemi legati all’ambiente e alla morfologia • Squilibrio fra Nord e Sud Carenze qualitative e quantitative nell’ambito dei trasporti Ritardo rispetto all’Europa. ... e le strategie per risolverli: Le ferrovie 1861-1866: volontà modernizzare e ampliare la rete ferroviaria, migliorando anche i tratti già esistenti. Ciò sarà possibile anche grazie ad alcuni finanziamenti provenienti dall’estero. Le strade 1861-1871: desiderio di aumentare il numero delle strade, soprattutto nel meridione. La subordinazione delle rete stradale rispetto a quella ferroviaria, tuttavia, rendono questo progetto meno urgente e quindi più lento nella sua realizzazione. I porti Decisione di migliorare, modernizzare e valorizzare i numerosi porti già esistenti, oltre a costruirne di nuovi, al fine di rendere l’Italia uno dei paesi più importanti per quanto riguarda il trasporto via mare. Gli anni della maturazione (1881-1913) Ferrovie: Strade: Porti: la rete cresce di 9000 km e si dirama nei paesi più piccoli, avviandosi verso l’elettrizzazione. Ancora presenti, però, situazioni di degrado consistente aumento della rete stradale, miglioramento dei rivestimenti e crescita della mobilità. Debutto delle tramvie e del motore Miglioramento e innovazione dato dall’utilizzo del vapore. Abbandono della navigazione interna Il primo dopoguerra Il primo conflitto mondiale porta un arresto nei finanziamenti utilizzabili per le infrastrutture, in quanto la necessità principale era quella del risanamento dei conti. Il traffico terrestre e marittimo, ma soprattutto quello ferroviario, subiscono delle grosse perdite. Dopo alcuni anni, però, riprendono gli interventi di miglioramento. L’epoca fascista (1922-1943) Mussolini privilegia i trasporti e le vie di comunicazione, al fine di propagandare il suo regime. E’ in questo periodo che viene fondata la AASS (Amministrazione Autonoma Strade Statali) e che nascono le prime autostrade (Autostrada dei Laghi, 1924, MilanoVarese). Il Fascismo rappresenta quindi il periodo di massimo sviluppo per le infrastrutture. Il secondo dopoguerra Lo sviluppo acquistato durante l’epoca fascista subisce una battuta d’arresto dovuta al conflitto mondiale. Le infrastrutture esistenti vengono gravemente danneggiate Viene fondata l’Anas, con il compito di restaurare le infrastrutture distrutte: l’ obiettivo viene raggiunto nel 1954, quando l’azienda dà l’annuncio del completamento dell’opera di ricostruzione. Dal ’60 al ‘90 Periodo caratterizzato soprattutto dalla nascita di molte reti autostradali e di trafori che collegano Nord e Sud ma anche l’Italia e i paesi stranieri. Numerosi sono i decreti legislativi volti a rendere queste nuove vie efficaci ed efficienti. L’autostrada più importante realizzata in questo periodo è l’Autostrada del Sole(1964). Il presente: la privatizzazione Problemi finanziari e normative a favore delle privatizzazioni Il governo dà in concessione ai privati le infrastrutture autostradali Investimenti da parte di questi per la manutenzione e il miglioramento della rete Apertura della rete ferroviaria a operatori privati Treni ad alta tecnologia e nuovi servizi (alta velocità): concorrenza ai treni statali Una prospettiva per il futuro Le infrastrutture sono costruite per rispondere a una necessità di servizi espressa dal territorio e non, come molti pensano, come opere ‘‘fini a se stesse’’. Migliorare i trasporti significa quindi migliorare la qualità di vita dei cittadini e l’immagine stessa del paese; per questo, sarebbe auspicabile puntare sull’efficacia di questo sistema, migliorandolo e innovandolo, utilizzando sistemi di trasporto moderni ed efficienti (es. alta velocità) e puntando su una mobilità ‘‘intelligente’’ e sicura, volta a preservare il buon funzionamento dello stato. L’Italia prima della A1 • Tra il 1945 e 1950 in ogni settore dell’Italia post bellica si sente la necessità di modernizzazione e di ridurre la disoccupazione • Sono gli anni in cui si discute sulle priorità del Paese (industrie, case, ospedali e scuole), campagne di sensibilizzazione spingono il Governo a privilegiare nuove vie di comunicazione più moderne e sicure. • La A1 è fortemente voluta dal Governo per il rilancio dell'economia nazionale: costruire un'arteria di veloce scorrimento da Milano a Napoli avrebbe accorciato i tempi di collegamento e di conseguenza abbassato i prezzi delle merci. • Nel 1955 si giunge al “piano decennale di sviluppo” voluto dal Ministro delle Finanze Ezio Vanoni, dal Ministro per i Lavori Pubblici Salvatore Aldisio e dal suo successore Giuseppe Romita. • La 'legge Romita', la n. 463 del 1955, dà quindi il via alle costruzioni autostradali a partire dalla dorsale Milano-Napoli, • Il “piano decennale di sviluppo” rappresenta la chiave di volta dell'aumento dell'intensità di traffico sulle strade italiane: fra il 1950 e il 1955, infatti, si attesta sul 25% annuo, il più alto del mondo. L’autostrada del Sole • Nel 1950 viene costituita dall’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) la Società Autostradale Concessioni e Costruzioni S.p.a • L’obiettivo era di partecipare insieme a FIAT, Pirelli, AGIP e Italcementi alla costruzione dell’autostrada • Sei mesi più tardi viene firmata la 1° convenzione tra ANAS e Autostrade, secondo la quale Autostrade si impegna a co-finanziare, costruire e gestire la A1 tra Milano e Napoli • Per la realizzazione di questa opera il presidente dell'IRI, Aldo Fascetti, chiama l'allora presidente della Cementir, Fedele Cova • 1956 Fedele Cova intraprende un viaggio negli Stati Uniti per studiarne le autostrade • Nonostante i progetti relativi alla realizzazione della dorsale non siano ancora definitivi, il 19 maggio del '56, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, dà il via ai lavori dell'Autostrada del Sole inaugurando il cantiere aperto di San Donato Milanese Lavori svolti nel 1959 • Costruzione del ponte sul Po presso Piacenza 1958-1959 • Tratto Bologna - Firenze, viadotto Merizzano 1959 • Tratto Bologna - Firenze, viadotti Poggettone e Pecora Vecchia 1959 • Il 24 dicembre 1959 viene inaugurata la prima importante tratta da Milano a Bologna sud (195km). Bologna - Firenze: il tratto più difficile • La parte più complicata è la scalata dell’Appennino tra Bologna e Firenze • Per costruire il prima possibile questo tratto si reclutarono dei montanari • Dal punto di vista ingegneristico, la costruzione del viadotto sul torrente Aglio con 80m di altezza è stata una grandissima scoperta per i costruttori italiani • 37 aree infatti sono a rischio di frana: 2km del tratto vengono sostituiti dalla “variante Banzole”, una galleria di circa 1.300m) • Il 1 dicembre 1960 viene inaugurata la Bologna - Firenze Tratto Firenze - Roma • Il ponte sull’Arno presso Levano a sud di Firenze • 1962 costruzione del ponte sul Tevere presso Baschi nel tratto Firenze Roma • Viadotto San Giuliano presso Fiano Romano 1962, tratto Firenze-Roma • 1963 tratto Firenze – Roma, ci sono ancora lavori presso lo svincolo di Attigliano • Tratto percorribile tra Firenze Roma, Pian del Voglio Tratto tra Roma e Napoli • Il 22 settembre del 1962 viene completato anche il tratto tra Roma e Napoli Fine dei lavori • Il 4 ottobre del 1964 un nugolo di autorità sbarca dalle berline presidenziali: viene aperto l’ultimo tratto dell’Autostrada del Sole tra Orvieto e Chiusi • Alla cerimonia di apertura sono intervenuti il Presidente del Consiglio Aldo Moro, Il Ministro per i Lavori Pubblici Giacomo Mancini e quello delle Partecipazioni Statali Giorgio Bo • l'intera opera è ultimata con: tre mesi di anticipo sul previsto, un costo di 270 miliardi e collega Milano con Napoli con un’autostrada lunga 755 km • La A1 rappresenta il più grande progetto infrastrutturale dell'Italia postbellica, ha portato e porta numerosi vantaggi all'economia nazionale in tutti i settori • Inizialmente non erano in molti a utilizzare la nuova grande via di collegamento, nonostante le autovetture in Italia fossero 5 milioni • In una intervista Mario Pasetti, esattore, ricorda che il primo giorno egli distribuì il primo biglietto alle 17.00 dell’ 8 dicembre 1958 a una Fiat 1100 LA MOTORIZZAZIONE Il Primo Novecento L’ automobile non viene prodotta in serie Prezzo elevato Prodotto elitario Non vi sono strade adatte al transito delle automobili 1899, viene fondata la Fiat, che conta 35 operai e una produzione di 24 vetture all’ anno. La Fiat e la produzione di massa 1923, viene inaugurato lo stabilimento del “Lingotto” a Torino, dotato di impianto di montaggio a catena. L’ automobile intanto, prodotta in serie,inizia a diffondersi anche in strati sociali medi, ma ancora lentamente. Da questo momento la Fiat assume un ruolo fondamentale nello sviluppo industriale italiano, in particolar modo durante la ricostruzione dell’ industria del dopoguerra. Era Fascista Diminuzione dei contatti con l’ estero Rallentamento dello sviluppo tecnologico L’ automobile diventa simbolo del regime Nuovo ruolo dell’ industria automobilistica Strumento di propaganda Periodo bellico Industria votata alla produzione bellica Innovazione tecnologica La Fiat produce aerei, motori navali e carri armati (Fiat 3000) Dopoguerra: ripresa economica Necessità di riavviamento e ricostruzione La produzione bellica ha mantenuto attivi gli stabilimenti automobilistici L’ industria automobilistica traina la ripresa economica Boom dell’ automobile Avviamento al boom economico L’ automobile: fenomeno di massa Mito della velocità Sviluppo tecnologico Fenomeno mediatico Competizioni automobilistiche, nascita di autodromi: Monza (1922), Imola(1951). Diffusione dell’ automobile nella società Cause • Necessità di spostarsi per lavorare • Prezzi di vetture e carburante più accessibili • Tenore di vita più alto: villeggiatura, spostarsi per divertimento. Effetti • Creazione di auto accessibili a tutti • Differenziazione dell’ offerta: utilitarie, macchine sportive • Automobile come status-simbol Motorizzazione come simbolo di sviluppo Nascono, in risposta alle esigenze delle grandi masse, modelli come la 500 e la 600 (Fiat), o mezzi a due ruote come la Vespa e la Lambretta; emblemi, nel periodo dello sviluppo, di emancipazione e apertura, soprattutto fra i giovani. Nel 1963 si contava un’ autovettura ogni 11 abitanti: un nucleo familiare su due possedeva un’ auto con cui spostarsi. Autostrada: circolo virtuoso dello sviluppo Larga diffusione delle vetture dopo il Boom economico Costruzione di strutture adeguate: Autostrada del Sole (1964) Arricchimento della popolazione Impulso ai mercati, impulso all’ edilizia, bisogno di manodopera Gare per appalti, favoreggiamenti politici Clientelismo Mezzi pubblici Industrializzazione Urbanizzazione Sviluppo rete trasporti pubblici (metropolitana, autobus, tram) Riduzione sprechi, traffico e costi, creazione posti di lavoro L’ auto dopo il boom economico (anni ’80/’90) Stabilizzazione economica. L’ industria automobilistica rimane il vertice dell’ economia italiana. Fiat traina l’ economia: il gruppo Fiat Auto ingloba altre case automobilistiche italiane (Lancia, Ferrari, Alfa, Abarth). Diffusione degli stabilimenti Fiat all’ estero. Investimenti nello sviluppo tecnologico delle vetture: sicurezza e velocità. Nascita delle World Car: si cerca di creare un prodotto valido globalmente: Fiat Palio. Terzo millennio: il nuovo valore dell’ automobile Diffusione capillare dell’ automobile Nuove politiche ambientali e riduzione dei consumi L’ automobile smette di essere simbolo di progresso e comincia a rappresentare un eccesso, soprattutto nelle metropoli. Nascono le auto ecologiche: elettriche, ibride. Inquinamento Consumi elevati Il confronto con l’ UE Numero dei veicoli ogni 1000 persone nel 2009, secondo la ricerca Istat 700 600 500 400 300 200 100 0 Declino dell’ industria automobilistica Crisi economica del 2008 Perdita, in Italia, dell’ elemento trainante dell’ industria Diminuzione drastica delle vendite Declino gruppo FIAT Fusione con società straniere, nasce la FCA (2014) La Vespa: l’origine del mito italiano Da più di sessant’anni la Vespa, nata da un’idea di Enrico Piaggio, è protagonista della mobilità e del costume in Italia e nel mondo; è un esempio di immortalità nella storia del design industriale, tanto da sconfinare dall’ambito di semplice prodotto per la mobilità e diventare un’icona della storia del costume. Dalle gite fuoriporta... Il primo modello di Vespa rimane in produzione per tutto l’anno 1947. Grazie alla Vespa si può cominciare a muoversi in città, su strade non asfaltate, in campagna e in località balneari. ... al prototipo militare! A partire dagli anni ’50, periodo in cui l’economia è ormai in crescita, molte case produttrici si dedicano alla costruzione di mezzi dedicati all’uso militare, tra cui la Piaggio. Tuttavia la Vespa rimane allo stato di prototipo. Gli ultimi modelli I nuovi modelli, come la GTS e la GTS super, sono le Vespa più grandi, potenti e avanzate tecnologicamente mai realizzate dalla casa produttrice. Nonostante esternamente esse possano sembrare ben lontane dalla linea originale, le forme sinuose e l’altissima qualità tengono alto il nome del marchio italiano. “Comprai la mia Vespa 125 nel 1963, avevo solo diciassette anni. La pagai con i miei primi guadagni, lavoravo ed ero il più giovane della compagnia a possederne una; mi chiamavano il “bocia”. La comprai per comodità, per andare a lavorare e a trovare la mia fidanzata, che divenne poi mia moglie. La domenica andavamo in montagna, al passo Rolle (prov. di Trento), anche se nevicava! Qualche volta andavamo anche al mare. Ora che mia moglie non c’è più, uso la mia Vespa solo per divertimento, per andare ai raduni. Da qualche anno l’ho rimessa a nuovo perché l’avevo abbandonata, ma da quando l’ho acquistata non l’ho mai modificata. La mia Vespa rappresenta il ricordo della giovinezza, non la venderei mai. Forse un giorno la regalerò a mio nipote, a patto che la tratti bene!” (Conegliano, Igino, 69 anni) La 500: un cambio epocale La FIAT 500 nasce nel 1936 come “auto per tutti”, per soddisfare la ricerca dell’auto minimale per motorizzare l’Italia e viene chiamata “500 Topolino”. La 500 occupa gli scenari automobilistici dall’anno di creazione al 1972 e la FIAT produce ben 16 esemplari diversi, tra cui la famosissima FIAT Nuova 500. “Ovunque andiate, al mare o ai monti, la 500 vi sarà amica fedele. La 500 è tecnicamente modernissima, economica e maneggevole. Queste le doti che vi faranno entusiasti della FIAT 500!” Così recita il primo spot della 500 trasmesso dalla Rai nel 1957. La pubblicità fa leva sul fatto che l’automobile permetta a tutti di raggiungere la montagna o le spiagge nei giorni festivi e la rende un simbolo di libertà e indipendenza. Il ritorno nel mercato Nel 1972 la produzione si interrompe; tuttavia essa viene ripresa nel 2006 e un anno dopo ricomincia la commercializzazione della 500, esattamente cinquant’anni dopo la nascita dell’automobile. Nel novembre 2007 vince il premio “Auto dell’anno” e l’anno successivo diventa “Auto d’Europa”. Stimola inoltre una forte concorrenza. IL CAPITALE UMANO Introduzione al capitale umano • Cos’è il capitale umano? • Quando nasce il concetto di capitale umano ? • Le prime teorie sul capitale umano: William Farr • Da cosa dipende il capitale umano? • Collegamento tra capitale umano e istruzione secondo Theodore Schultz • L’importanza del capitale umano • Il capitale umano secondo il Nobel Gary Becker • Il primo rapporto sul capitale umano internazionale Cos’è il capitale umano? Il capitale umano è l’insieme delle capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazioni possedute dall’individuo e acquisite mediante l’istruzione e l’esperienza lavorativa, che non sono sostituibili in quanto intrinsecamente elaborate dal soggetto che le possiede. Consentono, oltretutto, l’ottenimento del reddito. Il capitale umano è considerato come parte del patrimonio delle singole imprese e una delle più preziose risorse economiche. Quando nasce il concetto di capitale umano ? Il concetto di capitale umano è da molto nella bocca degli economisti, quali W. Farr, ma acquisisce una notevole attenzione e viene ulteriormente sviluppato nel 1960 da teorici come T. W. Schultz, G. Becker e J. Mincer. Le prime teorie sul capitale umano: William Farr William Farr voleva ricercare un nuovo sistema impositivo per l’Inghilterra basato sulla capacità di guadagno del lavoratore nell’arco della vita lavorativa. Secondo Farr la stima del capitale umano individuale è possibile attraverso l’analisi delle informazioni sui redditi da lavoro, da considerarsi come entrate guadagnate da una determinata età fino alla morte. Nella tabella sono riportati i dati riguardanti l’Italia nel . 2008 Da cosa dipende il capitale umano? Il capitale umano è strettamente collegato al livello d’istruzione. Controllare la dotazione di capitale umano significa porre attenzione ai livelli d’istruzione superiore e secondaria, in quanto la quantità di istruzione è uno dei fattori più importanti nel determinare una crescita rapida. Collegamento tra capitale umano e istruzione secondo Theodore Schultz Theodore Schultz era un economista americano (1902-1998 che vinse il premio Nobel per l’economia nel 1979. In alcune sue pubblicazioni ha stipulato il valore economico dell’istruzione. Sostenendo che l’istruzione impone all’individuo norme e precetti di condotta importanti per la società. Attraverso l’istruzione viene forgiata nell’individuo una forma mentis adatta alle istituzioni moderne. Il sistema educativo stabilisce il “capitale umano”. L’importanza del capitale umano Il capitale umano ha un ruolo fondamentale all’interno dei processi di sviluppo. Una buona dotazione di capitale umano innalza i livelli di produttività e può colmare il divario con i paesi della frontiera tecnologica. Il capitale umano è da considerare come una variabile fondamentale per ogni economia nazionale. Il capitale umano secondo il Nobel Gary Becker Gary Becker vinse il premio Nobel nel 1982 grazie ai suoi studi sul capitale umano. In occasione del Festival dell’economia di Trento del 2007 sostenne : “ Il capitale umano è sempre più importante, perché non basta possedere petrolio e materie prime per prosperare. […] Il XXI secolo segnerà la rivoluzione del capitale umano e la conoscenza sara – è già- il fondamento di ogni aspetto della vita umana”. Il primo rapporto sul capitale umano internazionale Il World Economic Forum ha pubblicato nel 2013 il primo rapporto sul capitale umano internazionale, ovvero una classifica che valuta la capacità dei vari paesi di valorizzare i propri lavoratori. All’interno di questa classifica l’Italia si trova al 37esimo posto. Politiche sociali e dinamiche demografiche italiane • Unificazione (1861 – 1901) • Età Giolittiana (1901 – 1914) • Epoca Fascista e provvedimenti effettivi (1922 – 1943) • Baby Boom (1950 – 1965) • Dinamiche demografiche attuali • Quadro generale Evoluzione della popolazione residente in Italia dopo l'Unità. Elaborazione di dati ISTAT. Unità All’indomani dell’Unità, la popolazione totale ammontava a circa 22 milioni. Negli ultimi decenni dell’Ottocento, la crescita fu molto lenta. A ciò contribuirono fattori come la massiccia emigrazione e l’elevata mortalità infantile. Il quadro demografico, pertanto, era quello tipico di un Paese in via di sviluppo, con un’alta percentuale di popolazione in età lavorativa e una bassa di anziani. Età Giolittiana Durante il primo decennio del Novecento, si promulgarono una serie di iniziative di matrice socialista, volte a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e a incrementare la natalità. Tale politica fu proseguita anche nel periodo fascista. • Estensione dell'assicurazione per gli infortuni sul luogo di lavoro • Misure di tutela per i minori e le donne lavoratrici • Aumento degli stanziamenti per la scuola • Rilancio della conquista della Libia per ovviare al problema dell’emigrazione, con scarso successo Epoca Fascista «Massimo di natalità e minimo di mortalità» Uno degli obiettivi fondamentali del fascismo era la tutela e l’incremento della stirpe, stabilendo una forte interdipendenza fra la grandezza dello Stato e il numero dei suoi cittadini. Mussolini, infatti, affermò di voler allontanare lo spettro della denatalità, che affliggeva l’Europa del primo dopoguerra. Provvedimenti effettivi La politica sociale del fascismo si tradusse in misure di tutela concrete come: difesa morale dell’istituzione della famiglia, agevolazioni fiscali per i nuclei familiari numerosi, provvedimenti per la protezione della maternità e dell’infanzia (sussidi, regolamentazioni più chiare dei diritti in ambito lavorativo, servizi di assistenza ospedaliera gratuiti), limitazione dell’urbanesimo, risanamento edilizio delle case popolari, lotta contro piaghe sociali come la tubercolosi e la malaria, investimenti massicci nel settore agricolo e nelle opere pubbliche (la spesa complessiva fu di 32 miliardi di lire), allo scopo di decrementare la disoccupazione e di disciplinare l’emigrazione interna. Baby Boom Nella prima metà degli anni ’50, come molti altri paesi europei, l’Italia sperimentò una fase di crescita economica. Essa, unita a due processi distinti, quali l’abbassamento dell’età media al matrimonio e alla nascita dei figli, provocò una variazione positiva della fecondità di primo ordine (primogeniti). Una volta esaurita la spinta di questi processi, il tasso si ridusse drasticamente. L’ampia disponibilità di manodopera a basso costo favorì enormemente l’industrializzazione italiana. Dinamiche odierne Dagli anni ‘70 in poi, l’effetto «baby boom» si esaurì, lasciando emergere la preannunciata inversione di tendenza. I fattori che concorrono al basso tasso di fecondità (attualmente 1,35 figli per donna) sono molteplici: le difficoltà economiche, la crisi della famiglia tradizionale (a cui concorre la conquista di alcuni diritti come l’aborto e il divorzio), la mancanza di una chiara politica demografica. Un Paese vecchio L’effetto complessivo dello squilibrio demografico italiano è una notevole sproporzione del numero di cittadini anziani rispetto a quello dei giovani, in quanto il ricambio generazionale richiederebbe almeno 2,1 figli per donna. La media nazionale cresce lievemente grazie al contributo delle madri immigrate (con un tasso del 2,4), ma in quarant’anni l’Italia ha perso circa il 50% delle nascite. Emigrazione italiana temporizzazione 1880-1925 2000-oggi 1946-1971 Periodo 1880-1925 Chi espatriava: persone non qualificate Motivi: pessime condizioni lavorative e malcontento politico Verso dove: Stati europei più sviluppati e Stati oltreoceano (soprattutto USA, Argentina e Brasile) Come: tramite agenzie di espatrio e compagnie di navigazione Conseguenze dell’emigrazione • In Italia: o Nascita del Commissariato Generale dell’emigrazione nel 1901 o Problemi economici nel Meridione o controllo sul movimento migratorio da parte del Regime Fascista dal 1931 • Nei Paesi d’arrivo: o Limitato accesso degli stranieri negli USA Periodo 1946-1971 Chi espatriava: persone qualificate Motivi: ridotte possibilità lavorative nei luoghi d’origine Verso dove: Città italiane e Stati europei più sviluppati; Stati oltreoceano (soprattutto USA, Argentina e Brasile) Come: autonomamente o tramite le agenzie di espatrio Conseguenze dell’emigrazione • o o o In Italia (zona Nord-est e Centro-Sud): Calo demografico Perdita di capitale umano e di manodopera Disfunzioni nelle economie regionali e nazionali • Nei Paesi d’arrivo: o Grande urbanizzazione nell’Italia Nordoccidentale o Notevole incremento demografico o Manodopera, con buon grado di istruzione, a basso costo Periodo 2000-oggi Chi espatria: persone altamente qualificate (Brain drain) Motivi: crisi economica, crescita della disoccupazione e scarsi investimenti in diversi ambiti lavorativi Verso dove: Paesi con migliori condizioni di lavoro e maggiori remunerazioni (es. Germania e Argentina) Come: autonomamente o tramite associazioni specializzate per l’espatrio Conseguenze dell’emigrazione • In Italia: o Perdita di capitale umano altamente qualificato o Approvazione della «Legge Controesodo» nel 2010 o Blocco dell’innovazione tecnico-scientifica • o o o Nei Paesi d’arrivo: Sviluppo economico Progressi tecnico-scientifici Concorrenza tra la forza lavoro immigrata e quella locale IL PROGRESSO TECONOLOGICO: UN RAPPORTO SEMPRE PIU’ STRETTO CON LA SCIENZA Aspetti generali • inizio indicativo durante la seconda rivoluzione industriale (1870) • Consente alle imprese di ridurre il costo di produzione • Porta alla creazione di nuovi segmenti di mercato in cui operare • Incrementa la redditività, la competitività e l’occupazione • Incominciano inoltre ad essere differenziati i significati di invenzione ed innovazione: È una nuova idea che non era mai stata realizzata materialmente Invenzione Innovazione È la traslazione di una invenzione in un nuovo prodotto Progresso Tecnologico Innovazioni radicali Innovazioni incrementali Innovazioni modulare Modificano la produzione creando un nuovo mercato Es. Macchina a vapore Cambiamenti di piccolo impatto sui componenti di sistema Es. Barre di fibre rinforzate per gettate di cemento Innovazion i strutturali Cambiamenti di grande impatto sui componenti di sistema Es. Cemento autocompattante Migliorano la produttività e il costo dei prodotti Es. Robot da cucina Durante l’era del progresso tecnologico molte sono state le invenzioni e le innovazion che hanno rivoluzionato il mondo intero. Esse sono: • Acciaio • Industria chimica • Industria tessile • Industria alimentare • Dinamite • Elettricità • Motore a scoppio • Fonografo • Telefono • Internet e relativi apparecchi Acciaio • L’acciaio sostituisce il ferro nella costruzione di opere pubbliche, come rotaie, navi, automobili, cannoni, … etc. • Viene anche utilizzato per la costruzione di grandi edifici, e tra questi, della Tour Eiffel, realizzata in occasione dell’esposizione universale di Parigi (1889) Industria chimica • La chimica crea il gas da illuminazione, catrami, coloranti, cementi, nuovi esplosivi, i primi fertilizzanti artificiali, capaci di potenziare la produttività agricola, l’ammoniaca, il cloro, gomme sintetiche isolanti per cavi elettrici, le prime materie plastiche. Con la ricerca sui medicinali e i disinfettanti nasce la moderna industria farmaceutica, che consente di combattere con nuove armi la lotta contro le malattie. Industria tessile • Grazie allo sviluppo della chimica è stato possibile iniziare a produrre delle fibre tessili • Esse poi sono state aggiunte a lana o cotone, che creano un prodotto di qualità minore ma più versatile • Sempre grazie alla sempre più grande conoscenza della chimica è stato possibile lavorare queste fibre attraverso dei procedimenti, come il candeggio Industria alimentare • Grazie agli studi svolti, Pasteur dimostra il processo della fermentazione attraverso i germi, che portano al procedimento della pastorizzazione • Altri studi portano al processo del congelamento • Infine l’inscatolamento diventa l’avvento principale, e porta alla possibilità di trasporto a grande distanza Pastorizzazione, congelamento e inscatolamento Apertura di nuovi mercati Portano a Possibilità di salvezza da carestie varietà di alimentazio ne Possibilità maggiore di vita, soprattutto per bambini Dinamite • Nel 1867 viene creata da Alfred Nobel, con l’intento di aiutare il progresso, velocizzando, per esempio, lo scavo di miniere e passaggi fra montagne • Purtroppo l’uso che ne viene in seguito fatto porta Nobel ad un intento di redenzione, che crea l’omonimo premio, finanziato dai ricavati della scoperta Elettricità • Nel Settecento Alessandro Volta realizza la prima pila. Ma l’utilizzo pratico dell’elettricità dipende dalla soluzione di grandi problemi ingegneristici, poiché altro era generare energia elettrica in laboratorio e altro produrne in quantità e renderla disponibile per le fabbriche e le città. Risultano decisive in proposito le invenzioni della turbina, della dinamo e dei materiali isolanti. • Dagli anni ottanta dell’ottocento diviene possibile immagazzinare, distribuire e trasmettere l’elettricità • Essa viene utilizzata per illuminare, per riscaldare, per la locomozione e per la costruzione di nuove macchine Negli anni 1860-1880 si verificarono degli sviluppi che permisero di giungere: • Alla dinamo (trasformatore del movimento di un corpo dentro un campo magnetico in corrente) • Alla batteria • Ai motori elettrici (trasmettitori e distributori di energia a distanza) Motore a scoppio • Un’innovazione destinata a cambiare radicalmente la vita quotidiana degli abitanti della Terra fu la realizzazione di un motore dalle dimensioni contenute, leggero e potente, dotato di una flessibilità molto maggiore della macchina a vapore: il motore a scoppio. • I primi tentativi risalgono al 1860. Venticinque anni più tardi, le prime automobili dotate di un motore a scoppio dalla struttura simile a quella odierna venivano prodotte dai tedeschi Daimler e Benz. All’inizio queste macchine non riuscivano a superare i 20 km all'ora, ma il motore a scoppio si dimostrò incomparabilmente più efficace della macchina a vapore. Fonografo • Apparecchio capace di registrare e produrre suoni • Realizzato da T. A. Edison nel 1877 • l’operazione di lettura viene fatta riportando il cilindro nella posizione iniziale facendo ripercorrere allo stilo il solco inciso precedentemente • Attraverso il cambiamento delle superfici di riproduzione ( ad es : cartone ricoperto di cera dava una più precisa incisione) e il miglioramento di tecnica si passa all’incisione con onde magnetiche • Fino ad arrivare alla digitalizzazione del suono intorno al 1980 Telefono Tipologie In base al funzionamento • Meccanico • Elettrico ( radiotelefono ) • Ottico In base all’installazione • Fisso ( con o senza filo) • Mobile (veicolare, trasportabile, portatile ) In base all’impianto telefonico utilizzato • Satellitare • Cellulare • Dal 1881 i primi ad utilizzare servizi telefonici erano imprenditori e banchieri • Viene utilizzato anche per facilitare la comunicazione nella prima e nella seconda guerra mondiale, infatti la trasmissione di coordinate agli areoplani facilitava l’assalto al nemico • Nel 1923 in Italia 5 concessionari private ( Stipel, Telve, Timo, Set, Teti) si spartiscono il territorio italiano • Anni ‘50 con il boom economico , gli investimenti in questo settore aumentano : designer per il telefono (colore, materiale, forma, ecc… ) cercano di colpire l’uso sociale di questi apparecchi • Oggi grazie anche alla rete internet è nato il fenomeno del Voice Over IP( voce tramite protocollo internet) telefonate tramite connessione internet Internet • Le origini di Internet risalgono agli anni ’60, nel mezzo della Guerra Fredda tra USA e URSS • l’A.R.P.A (Advanced Research Project Agency) permettedi studiare un sistema di rete in grado di mantenere il collegamento via computer tra le varie basi militari in caso di guerra nucleare • Nasce così una rete decentralizzata chiamata Arpanet che permette lo scambio di dati tra sistemi collegati • A questa rete vi accedono alcune Università Americane ed enti governativi • Nascono le News che danno la possibilità a gruppi con stessi interessi di commentare e discutere sui fatti accaduti • Nel 1983 c’è la creazione di due reti: – MILNET – INTERNET: • Nel 1992 Tim Berners-Lee , propone un sistema che consente la pubblicazione e la gestione di Ipertesti • Nel 1994 viene rilasciata l’autorizzazione alle società commerciali di connettersi alla rete e renderla raggiungibile da chiunque. Diventano di uso comune diversi apparecchi tecnologici, che hanno cambiato lo stile di vita delle persone: • Elettrodomestici (lavastoviglie , lavatrice, televisione, microonde, frigorifero, condizionatore…) • Computer, tablet, kindle • Cellulare, smartphone SITOGRAFIA Storia dell’industria italiana dall’unità ai giorni nostri: • www.tesionline.it/v2/appunto-sub.jsp?p=248id=102 • medea.provincia.venezia.it/est/frulli/operaie/industria.htm • www.treccani.it/export/sites/defanet/scuola/lezioni/storia/CRisi_ 1873_lezione.pdf • http://www.treccani.it/enciclopedia/industria_res-0fa6a6f987e6-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia_Italiana)/ • http://www.impresaoggi.com/it/d_ec.asp?cacod=55 • http://www.finanzarapisarda.com/educational/category/economi a-industriale/storia-economica-italiana • http://www.treccani.it/enciclopedia/industria_res-00f87f0a87e8-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/ Industria tessile italiana dalle origini ai giorni nostri: • 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