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Lean production

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Un po’ di storia
Henry Ford’s production line
was developed in 1913. The
idea was inspired by a trip to
an abattoir.
1909
Model
T
Ford
Any colour you like provided it is Black! - Standardised
Any colour you like provided it is black!
Model T Ford
1909.
Vertically integrated – even
farmed sheep!
Scientific Management
“Whenever a workman proposes an improvement, it should be
the policy of the management to make a careful analysis of
the new method, and if necessary conduct a series of
experiments to determine accurately the relative merit of the
new suggestion and of the old standard. And whenever the
new method is found to be markedly superior to the old, it
should be adopted as the standard for the whole
establishment“, F.W.Taylor, Principles of Scientific
Management, 1911.
Standardisation and best practice deployment
From loom to lean – un secolo di evoluzione
Rischio di
bancarotta
Da una ricerca del MIT nasce il libro
“La Macchina che ha cambiato il
mondo”
Viene coniato il termine “Lean
Production” per descrivere in
occidente il TPS
1902
Sakichi Toyoda
inventa un telaio (loom)
che si ferma
automaticamente
quando quando il filo si
rompe
1933
2° Guerra 1950
1989
mondiale
Taiichi Ohno sviluppa le idée
Il figlio di Sakichi,
Kiichiro Toyoda,
sfruttando I
proventi
derivanti dal
brevetto del
telaio automatico
fonda la Toyota
Motor Company
2000
di Sakichi & Kiichiro
sviluppando il Toyota
Production System (TPS)
TPS viene esportato
ai fornitori Giapponesi di
Toyota
TPS funziona anche
fuori del Giappone
‖ 5 ‖
Toyota Production System
• After World War II, Toyota was almost bankrupt.
• Post war demand was low and minimising the cost per unit
through economies of scale was inappropriate. This led to the
development of demand-led pull systems.
• The Japanese could not afford the expensive mass production
facilities of the type used in the USA so they instead focused
on reducing waste and low cost automation.
• Likewise, Toyota could not afford to maintain high inventory
levels.
Dal Toyota Production System…..
Controllo automatico
dei difetti di un
processo produttivo
‖ 7 ‖
JUST IN TIME
Taiichi Ohno
JIDOKA
Kiichiro Toyoda
Produzione “tirata”
dal cliente
Founders of the Toyota Production System (TPS)
Taiichi Ohno
(1912 †1990)
Shigeo Shingo
1909 †1990
….. al Lean Thinking …
James Womack
VALUE
MAPPING
FLOW
PULL
PERFECTION
‖ 9 ‖
Daniel Jones
Lean Manufacturing goals
Waller, D.L.,,1999,”Operations Management: A Supply Chain Approach”, (Thompson, London)
Alcuni concetti base della filosofia lean
L’esperienza insegna
• … che le crisi economiche si
ripropongono
• … che le aziende sono corpo vivo,
soggetto a mutamenti
• … che il fattor comune a tutte le
esperienze e i cambiamenti dei tempi è
l’Uomo
‖ 12 ‖
Perché apprendere
• … perché aiuta a leggere i cambiamenti dei
tempi
• … perché conoscenza ed esperienza (fonti
ed oggetto dell’apprendere) non possono
essere comunque escluse dal vivere
• … perché aiuta a trovare nuove soluzioni,
anche a vecchi problemi
‖ 13 ‖
Il miglior modo di apprendere
1. Conoscere le metodologie attraverso le lezioni
offerte da casi aziendali è piacevole e può
facilitare l’apprendimento, ma può risultare
limitativo.
2. Occorre anzitutto rifarsi ai principi (genri,
gensoku)
3. L’applicazione è importante, ma perché questa
sia efficace e fonte di apprendimento, bisogna
sia guidata dalla capacità di leggere il genba.
‖ 14 ‖
Apprendere per fare
• Genba
現場
Il luogo dove si opera fattivamente, dove
avvengono le cose
• Genbutsu
現物
La cosa in sé, l’oggetto fisico
• Genjitsu
現実
La realtà intesa come condizioni di contesto
‖ 15 ‖
Apprendere dai principi
• Genri
原理
Logica d’origine 
• Gensoku
PRINCIPI
原則
Legge, regola di base
 CONCETTI FONDAMENTALI
‖ 16 ‖
Cambiamento e miglioramento
• Lo studio può aprire le porte al cambiamento.
• Si parla spesso di cambiamento e di gestione
del cambiamento.
• Cosa significa CAMBIARE?
• Per un manager significa soprattutto due cose:
KAIZEN
改善
‖ 17 ‖
KIRIHIRAKU
切り開く
Cambiamento e miglioramento
KAIZEN
改善
Guidare ed operare attività finalizzate
1
al miglioramento specifico
sull’esistente
Cambiare
KIRIHIRAKU
切り開く(ゆめ)
‖ 18 ‖
Definizione ed attuazione di politiche
operative idonee a realizzare
nuove prospettive e/o ad
aprire la strada su nuovi fronti
2
In concreto…
Ridurre/ eliminare le perdite
1
RISORSE DATE
R. UTILIZZATE
2
LOSS
… Eliminazione dello spreco in ottica
di incremento dell’efficienza e della
produttività
Sviluppare contenuti nuovi
RISORSE DATE
R. UTILIZZATE
‖ 19 ‖
YOYŪ
… Tempo liberato: margine
da reinvestire per lo
sviluppo di nuovi temi /
competenze
La produzione snella
La Produzione snella o Lean manufacturing o Lean
production è una metodologia di gestione nata negli anni
’80 nel settore automobilistico e che considera uno
spreco la spesa per quelle risorse utilizzate per qualsiasi
altro obiettivo che non sia la creazione di valore per il
cliente.
Normalmente nel reparto produttivo delle aziende sono
presenti numerosi sprechi spesso sottovalutati o ignorati
e questa metodologia è riconosciuta per aver posto la sua
enfasi sulla riduzione dei “sette sprechi” originali della
Toyota per migliorare il valore per il cliente
Gli sprechi
• Uno dei passi chiave nella Produzione Snella (Lean Manufacturing) è
l'identificazione di quali attività aggiungono valore e quali non lo fanno. La
classificazione di tutte le attività del processo in queste due categorie
rende poi possibile iniziare le azioni per migliorare la prima ed eliminare la
seconda.
• Una volta che il lavoro di valore-aggiunto è stato separato dallo spreco, lo
spreco può essere suddiviso in "ciò che deve essere fatto ma non aggiunge
valore" e spreco puro. La chiara identificazione del "lavoro di non-valore
aggiunto", come distinto da spreco o lavoro, è fondamentale per
identificare le premesse e credi esistenti che dovranno essere confrontate
e sfidate nel futuro.
• La frase "Imparando a vedere" viene dal continuo sviluppo della
competenza di poter vedere lo spreco dove non è stato percepito prima di
allora. Shigeo Shingo osserva che è solo l'ultimo giro del bullone che lo
blocca - il resto è solo movimento. Il suo livello raffinato di "vedere" lo
spreco gli ha permesso di ridurre il tempo di cambio stampa del telaio di
una macchina a meno del 3% della sua durata negli anni 1950.
Difetti
I difetti presenti nel bene prodotto spingono il cliente a rifiutarlo. Lo sforzo
impiegato per creare questi difetti è uno spreco. Nuovi processi per la
gestione dello spreco devono essere aggiunti per provare a recuperare una
parte del valore dal prodotto, che rischia di essere scartato al 100%.
Sovrapproduzione
La sovrapproduzione è la produzione o l'acquisizione di un oggetto prima che
esso sia veramente richiesto. E' lo spreco più pericoloso per l'azienda perché
nasconde i problemi della produzione. La sovraproduzione deve essere
immagazzinata, gestita e protetta.
Trasporto
Ogni volta che un prodotto viene sottoposto ad un movimento rischia di
essere danneggiato, perso, ecc, oltre ad essere un'attività di non-valore
aggiunto. Il trasporto non comporta alcuna trasformazione al prodotto che il
cliente sia disposto a pagare.
Attesa
Si riferisce sia al tempo trascorso dagli operatori aspettando che arrivino
le risorse, sia il tempo che passa mentre aspettano che il prodotto venga
portato via, sia il capitale investito in beni e servizi che non sono stati
ancora consegnati al cliente. Spesso esistono dei processi ad hoc per
gestire queste attese.
Scorte
Le scorte, che siano sotto forma di materie prime, di materiale in
lavorazione (WIP), o di prodotti finiti, rappresentano comunque un
capitale che deve ancora produrre un guadagno sia per il produttore che
per il cliente. Ciascuna di queste tre voci che non sia ancora elaborata
per poter produrre valore è uno spreco.
Movimento
A differenza del trasporto, il movimento si riferisce ai macchinari o agli
operai, perché questi possono subire usure, danneggiamenti o avere
problemi relativi alla sicurezza. Include anche gli investimenti e i costi del
processo produttivo.
Sovraprocessare
Usare risorse più costose del necessario per le attività produttive o inserire
funzioni aggiuntive oltre a quelle che aveva inizialmente richiesto il cliente
produce solo sprechi. Qui nasce un problema particolare riguardo alle
persone. Gli operatori che possiedono una qualifica superiore a quella
richiesta per realizzare determinate attività, generano dei costi per
mantenere le proprie competenze che vanno persi nell'esecuzione di
attività che richiedono una qualifica minore.
Gli sprechi nei servizi
• Delay – customers waiting for service.
• Duplication – having to re-enter data, repeat
details etc.
• Unnecessary movement - poor ergonomics in the
service encounter.
• Unclear communication – having to seek
clarification, confusion over use of
product/service.
• Incorrect inventory – out of stock.
• Opportunity lost – to retain or win customers.
• Errors – in the transaction, lost/damaged goods.
Gli interventi possibili
•
•
•
•
•
•
•
Applicazioni JIT/KANBAN
Applicazioni 5S
Applicazioni GEMBA
Applicazioni SMED
Applicazioni TPM
Applicazioni Kaizen
Applicazioni VSM
I 5s
Fase 1 - Seiri: scegliere e separare
La pratica di analizzare tutti gli strumenti e i materiali presenti nell'area del lavoro
e di mantenere solo quelli essenziali. Tutto il resto è immagazzinato o eliminato.
Questo porta a meno rischi e meno ingombri che possono interferire con il lavoro.
Fase 2 - Seiton: sistemare e organizzare
Focalizza sulla necessità di avere un posto di lavoro ordinato. "Ordinato" significa
organizzare la linea per favorire il flusso del lavoro. Strumenti ed attrezzi devono
essere tenuti dove saranno utilizzati ed il processo deve essere ordinato per
eliminare i movimenti non necessari.
Fase 3 - Seiso: Controllare l'ordine e la pulizia
Indica la necessità di mantenere il posto di lavoro pulito e ordinato. E' un'attività
che deve essere fatta giorno per giorno. Alla fine di ogni turno l'area di lavoro
viene pulita e tutto è rimesso al proprio posto. Mantenere la pulizia e l'ordine deve
essere parte del lavoro normale, non una cosa occasionale da fare quando tutto
diventa troppo disordinato.
Fase 4 - Seiketsu: standardizzare e migliorare
Standardizzare le pratiche lavorative. E' più di una pulizia standardizzata:
significa operare in un modo consistente e standardizzato. Ognuno sa quali
sono le proprie responsabilità. Le procedure della Produzione devono essere
sempre uguali cosi se cambia qualcosa sarà ovvio. E' qui che i controlli visivi
come Kanban e Andon sono utili.
Fase 5 - Shitsuke: sostenere la disciplina
Mantenere gli standards. Una volta che le prime 4 S sono state implementate
diventano il nuovo modo per operare. Bisogna mantenere il focus sul nuovo
modo di operare e non permettere un declino graduale verso i vecchi modi di
lavorare.
• Spesso nell'Occidente vengono usati termini diversi per le 5 S.
• Classificare Eliminare ciò che non serve più. Etichettare oggetti che
forse serviranno ed immagazzinarli fuori dal posto di lavoro.
• Configurare Un posto specifico per ciascuna cosa “Un posto per
tutto e tutto a posto”.
• Controllare pulizia Identificare le zone da pulire, stabilire
programmi di pulizia.
• Conformità Consolidare gli ultimi 3C standardizzando i nuovi
processi e usando "la Gestione Visiva" (Visual Management).
• Costume e pratica Validare continuamente i processi. Fare ulteriori
miglioramenti usando il ciclo PDCA, conosciuto anche come ciclo di
Deming.
• Hirano preferisce i termini Organizzazione, Ordine, Pulizia, Pulitura
Standardizzata e Disciplina, perché sono traduzioni precise invece di
parole "forzate" in modo approssimativo.
Before 5S
Principles for Implementing
Lean Manufacturing
After 5S
Principles for Implementing
Lean Manufacturing
Can You See?
Maintenance Department
After 5S
Principles for Implementing
Lean Manufacturing
Potato Packing Shed
After 5S Kaizen
Unorganized, Non-standard Work Station
37
After 5S Kaizen
Standardized Work
Graphic = Good
• Tools are illustrated
• Parts are pictured and
numbered
• Spatial relationships
are clearly shown
• Small items enlarged
to show assembly detail
• All items are either
physically labeled or
identified by number in
assembly graphic
Principles for Implementing
Lean Manufacturing
Analisi Gemba
Ecco le domande che deve farsi una persona quando va a osservare un posto
di lavoro:
•Se il processo fosse perfetto, come dovrebbe essere fatto? Visualizzare nella
testa un processo ideale, fluido, senza spreco e con tutte le attività a valore
aggiunto.
Diventare consapevoli di ciò che sta accadendo realmente: Perché il processo è
diverso da quello ideale da voi immaginato? Che cosa disturba il lavoro? Dove
vengono commessi degli errori? Cosa previene la creazione degli errori?
• Si nota una qualsiasi forma di rilavorazione o correzione difetti nel processo?
• Tutte le cose necessarie sono presenti? Le persone devono cercare le cose?
• Come fanno le persone a sapere ciò che dovrebbero fare? Quale è la loro sorgente
di informazioni? E’ perfettamente chiaro anche ad un osservatore casuale?
• esistono delle scadenze per il lavoro? Come fa la persona a sapere se è in orario o
no?
• cosa succede quando la persona scopre qualche problema, difetto, errore? Esiste un
sistema di supporto oppure viene lasciata da sola a risolvere il proprio problema?
Lo Spaghetti Chart
Ottimizzare
Quando si osserva una delle condizioni di sopra, è necessario chiedersi “Perché
esiste questa condizione?” Dove sta l’origine del problema? Facendo così per
tutte le osservazioni si risale alla causa alla radice del difetto, errore, problema.
il compito del leader non è di risolvere il problema in persona ma di insegnare
gli altri ad osservare e risolverli da soli. Bisogna portare i responsabili dei
processi a monte e a valle a capire lo stesso ragionamento che hanno fatto di
persona. Loro poi a loro volta hanno la responsabilità di insegnarlo ai loro
dipendenti, con umiltà e voglia di
migliorare.
Kaizen
Kaizen in giapponese significa "cambiare per il meglio" o "miglioramento"; in
italiano si può dire "Miglioramento Continuo". Kaizen mira ad eliminare gli
sprechi (definiti da Joshua Isaac Walters come "attività che aggiungono un
costo ma che non aggiungono valore").
Spesso questo significa "smontare e rimontare in modo migliore". Poi segue la
standardizzazione di questo "modo migliore" con altri, tramite il lavoro
standardizzato.
Kaizen è un'attività giornaliera e il suo scopo va oltre il miglioramento. E'
anche un processo che, quando fatto correttamente, rende il posto di lavoro
più umano, elimina il lavoro troppo duro (sia mentalmente che fisicamente), e
insegna alle persone come effettuare esperimenti sul proprio lavoro usando il
metodo scientifico e come imparare a notare ed eliminare lo spreco in un
processo di lavoro.
Kaizen deve operare con tre principi:
Processo e risultati (non solo risultati);
Pensare in modo sistematico (guardare cioè il disegno grande, non
avere una visione stretta delle cose);
Non giudicare e non dare colpe (perché dare la colpa è uno spreco).
Le persone a tutti i livelli di un'organizzazione partecipano in Kaizen,
dall'Amministratore Delegato in giù, insieme a esterni quando è
possibile. La struttura di Kaizen può essere individuale, un piccolo
gruppo o un gruppo grande. In Toyota è solitamente un miglioramento
locale all'interno di una stazione di lavoro o di un'area, e coinvolge un
gruppo piccolo nel migliorare il proprio ambiente di lavoro e
produttività.
Nonostante Kaizen (in Toyota) dia solitamente piccoli miglioramenti, la
coltura di questi piccoli miglioramenti continui e la standardizzazione
producono grandi risultati in forma di incrementi della produttività. La
traduzione Italiana di Kaizen può quindi essere "miglioramento
continuo".
Lo "zen" in Kaizen enfatizza l'aspetto dell' "imparare facendo", del
migliorare la produzione. Questa filosofia differisce dai programmi di
miglioramento "comanda e controlla", sviluppati a metà del Ventesimo
secolo. La metodologia Kaizen include fare cambiamenti, monitorare i
risultati ottenuti e infine correggere gli eventuali errori. Le prepianificazioni su larga scala e la programmazione di vasti progetti sono
sostituite da esperimenti minori, i quali possono essere rapidamente
adattati man mano che vengono suggeriti nuovi miglioramenti.
Il ciclo dell'attività Kaizen può essere definito nel seguente modo:
Standardizzare un'operazione
Valutare l'operazione standardizzata (trovare la durata del ciclo di
produzione e l'ammontare delle scorte in produzione)
Uniformare le misurazioni rispetto alle esigenze
Innovare in modo da venire incontro alle esigenze e aumentare la
produttività
Standardizzare le nuove operazioni migliorate
Continuare questo ciclo ad infinitum
Questo è anche conosciuto come il ciclo di Shewhart, il ciclo di Deming
, o PDCA (Plan, Do, Check, Act)
SMED
Single Minute Exchange of Die (SMED) è uno dei molti strumenti della
Produzione Snella per ridurre gli sprechi in un processo
manufatturiero. Fornisce un modo rapido ed efficiente di convertire un
processo manufatturiero dal gestire il prodotto corrente al gestire il
prodotto successivo. Questa rapida conversione è la chiave per ridurre
i carichi di produzione e in tal modo aumentarne il flusso (Mura).
L'espressione "single minute" non significa che tutte le conversioni e
gli avviamenti dovrebbero richiedere soltanto un minuto, ma che essi
dovrebbero richiedere meno di 10 minuti (in altre parole, "single digit
minute"). Un concetto più difficile è collegato al precedente, OneTouch Exchange of Die, (OTED), e dice che le variazioni possono e
dovrebbero richiedere meno di 100 secondi.
Shigeo Shingo parla di otto tecniche che devono essere prese
in considerazione quando si implementa SMED.
Dividere le operazioni di attrezzaggio in Interne ed Esterne
Convertire quelle Interne in Esterne
Standardizzare la funzione, non la forma
Usare chiusure funzionali o eliminarle completamente
Usare chiusure intermedie
Adottare operazioni parallele
Eliminare modifiche
Meccanizzazione
I miglioramenti SMED dovrebbero passare per 4 stadi
concettuali:
Assicurarsi che le azioni esterne di attrezzaggio siano
effettuate mentre la macchina è ancora in funzione;
Separare azioni di attrezzaggio in esterne e interne,
assicurarsi che tutti le parti siano funzionanti ed
implementare modi efficienti per trasportare lo stampo
ed altre parti;
Convertire azioni interne di attrezzaggio in esterne;
Migliorare tutte le azioni di attrezzaggio.
Muda
Muda è un termine Giapponese che significa spreco. Indica un'attività dispendiosa e
che quindi non aggiunge valore, oppure un'attività non produttiva. È anche un
concetto chiave nel Toyota Production System (TPS) ed è uno dei tre tipi di spreco
(Muda, Mura, Muri) identificati da questo sistema. La riduzione degli sprechi è un
modo efficace per aumentare la redditività.
Un processo aggiunge valore producendo beni o servizi per cui un cliente è disposto a
pagare. Un processo consuma risorse e lo spreco si manifesta quando vengono
utilizzate più risorse di quelle richieste per produrre i beni o i servizi che il cliente
effettivamente vuole. Le attitudini e gli strumenti forniti dal TPS aumentano la
consapevolezza e forniscono nuove prospettive su come identificare gli sprechi e di
conseguenza anche opportunità mai sfruttate.
A Muda è stata data molta più attenzione in quanto spreco, al contrario di Mura e
Muri, il che significa che nonostante molti professionisti Lean abbiano imparato a
notare Muda, non riescono a vedere allo stesso modo gli sprechi di Mura (irregolarità)
e Muri (sovraccarico). Perciò, nonostante loro siano focalizzati nel tenere i loro
processi sotto controllo, non dedicano abbastanza tempo all'elaborazione delle
migliorie attraverso la riprogettazione.
Adottare l’approccio lean
I dirigenti concordano e discutono la loro visione snella, ossia la loro visione del lean
Il Management fa dei Brainstorming per identificare il project leader e fissare gli obiettivi
Comunicare il piano e la visione alla forza lavoro
Chiedere se ci sono volontari per formare la Squadra per Implementare la Produzione Snella (SIPS) - Il
Lean Manufacturing Implementation Team (se in essa ci sono 5-7 persone funziona meglio, tutte da
reparti diversi)
Nominare i componenti della Squadra per Implementare la Produzione Snella (SIPS) - Il Lean
Manufacturing Implementation Team
Addestrare la Squadra per Implementare la Produzione Snella (SIPS) nei vari strumenti Lean - provando
a visitare altre aziende non concorrenti che hanno già implementato Lean
Scegliere un Progetto Pilota – 5 S è sempre un buon inizio
Portare avanti il progetto pilota per 2-3 mesi - valutare, rivedere e imparare dai propri errori
Estendere il progetto ad altre aree dello stabilimento
Valutare i risultati, chiedere feedback
Stabilizzare i risultati positivi insegnando ai supervisori come addestrare i nuovi standards sviluppati con
la metodologia TWI (Training Within Industry)
Una volta che siete soddisfatti col programma abituale, pensate ad introdurre il prossimo strumento
snello. Scegliete quello che darà il ritorno maggiore per il vostro business.
Muri
Muri ("irragionevole") è un termine Giapponese usato per indicare il
sovraccarico, l'irragionevolezza o l'assurdità, ed è divenuto popolare essendo
un concetto chiave del Toyota Production System.
Muri è uno dei tre tipi di spreco (Muda, Mura, Muri) identificati nel Toyota
Production System. La riduzione degli sprechi è un modo efficace per
aumentare la redditività.
Muri si può evitare attraverso il lavoro standardizzato. Per arrivare a questo è
necessario definire una condizione o una produzione standard per assicurare
un efficace giudizio della qualità. Poi ogni processo e ogni funzione devono
essere ridotti ai loro elementi più semplici per essere esaminati e
successivamente ricomposti. Il processo deve essere standardizzato per
arrivare alla condizione standard. Questo viene fatto prendendo semplici
elementi lavorativi e combinandoli tra di loro uno per uno nelle sequenze di
lavoro standardizzato.
Nella produzione, questi includono:
Il Flusso di Lavoro, o direzioni logiche da prendere;
Fasi ripetibili di un processo o di processi relativi ai macchinari;
Takt time, oppure ragionevoli periodi di tempo e resistenza permessi
per un processo.
Quando tutti conoscono la condizione standard, e le sequenze di
lavoro standardizzato, i risultati osservati includono:
Aumento del morale dei dipendenti;
Aumento della qualità;
Miglioramento della produttività;
Costi ridotti.
JIT
Il Just in Time (spesso abbreviato in JIT), espressione inglese che significa "appena in
tempo", è una filosofia industriale che ha convertito il "vecchio metodo" di produrre
prodotti finiti per il magazzino in attesa di essere venduti (sistema detto "push") nel
sistema "pull", per il quale occorre produrre solo ciò che è stato venduto o che si
prevede di vendere in tempi brevi.
In parole povere, è una politica di gestione delle scorte che utilizza metodi tesi a
migliorare il processo produttivo, cercando di ottimizzare non tanto la produzione
quanto le fasi a monte, di alleggerire al massimo le scorte di materie prime e di
semilavorati necessari alla produzione.
Il Just in Time abbina elementi quali affidabilità, riduzione delle scorte e del lead time,
ad un aumento della qualità e del servizio al cliente. In tal modo si riducono
enormemente i costi di immagazzinaggio, gestione, carico e scarico di magazzino.
• Dall’applicazione del just-in-Time a tutta l‘azienda si
possono ottenere i seguenti effetti:
• • eliminazione scorte superflue
• • eliminazione di depositi
• • eliminazione di magazzini intermedi
• • diminuzione dei costi legati alle scorte
Il sistema kanban è un modo di gestire le informazioni per
controllare la quantità da produrre in ciascuna fase di lavoro. Il
kanban è solo uno dei meccanismi che rendonopossibile
l’attuazione di un sistema di produzione Just-in-Time, insieme
alla produzione per piccoli lotti, al livellamento della
produzione, al layout etc.
Push vs Pull
In generale le metodologie di produzione possono essere distinte in due categorie, a
seconda di quando viene iniziata la produzione in relazione a chi effettua la domanda:
Metodo PUSH:
• la produzione inizia in anticipo rispetto alla domanda
• la produzione viene spinta da monte verso valle
• se a valle non c’è consumo, si crea una scorta
• il metodo va bene per le produzioni di varietà
Metodo PULL:
• la produzione inizia dopo che la domanda si è manifestata
• la produzione viene tirata da valle verso monte
• se a valle non c’è consumo, non si produce
• il metodo va bene per le produzioni ripetitive
Benefici JIT
Il sistema Just-In-Time Inventory System (JIT) può dare tanti benefici. I principali benefici del JIT sono elencati di seguito:
I tempi di preparazione nel Magazzino sono fortemente ridotti. Ridurre il tempo di preparazione per essere più produttivi
permette all'azienda di migliorare gli utili per apparire più efficiente e passare il tempo su altre aree che potrebbero necessitare di
un miglioramento.
Il flusso dei beni dal magazzino fino agli scaffali migliora. Facendo si che i lavoratori si focalizzino su aree specifiche permette loro
di elaborare velocemente la merce e di non affaticarsi facendo troppi lavori allo stesso tempo.
Dipendenti che hanno competenze multiple (che sono cioè flessibili) sono utilizzati in modo più efficace. Addestrando i lavoratori
a lavorare su diverse fasi del sistema dell'inventario permette all'azienda di usare gli operatori in situazioni dove servono quando
c'è una mancanza di operai e una domanda alta per un certo prodotto.
JIT fornisce una miglior programmazione e una maggiore consistenza delle ore lavorative. Se attualmente non c'è domanda per un
prodotto, gli operai non devono lavorare. Questo fa si che la compagnia risparmi dei soldi, quando non deve nemmeno pagare gli
operai.
L'enfasi sul rapporto con il fornitore aumenta. Un'azienda senza scorte non vuole problemi nel proprio sistema logistico, problemi
che creerebbero una mancanza di scorte a disposizione. Questo fa si che il rapporto tra l'azienda e il fornitore sia molto
importante.
Le scorte arrivano 24 ore al giorno tenendo gli operatori produttivi e l'azienda focalizzata sulle vendite. Avendo il management
focalizzato sul rispettare le scadenze motiverà i dipendenti a lavorare bene per raggiungere gli obiettivi dell'azienda per poi
ottenere benefici in termini di soddisfazione nel lavoro, una promozione o anche un aumento dello stipendio.
Just-In-Time (JIT)
• Powerful strategy for improving operations
• Materials arrive where they
are needed when they are
needed
• Identifying problems and
driving out waste reduces
costs and variability and
improves throughput
• Requires a meaningful
buyer-supplier relationship
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
JIT and Competitive Advantage
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
Figure 16.1
JIT and Competitive Advantage
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
Figure 16.1
JIT Partnerships
 JIT partnerships exist when a
supplier and purchaser work
together to remove waste and drive
down costs
 Four goals of JIT partnerships are:
 Removal of unnecessary activities
 Removal of in-plant inventory
 Removal of in-transit inventory
 Improved quality and reliability
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
Distance Reduction
 Large lots and long production
lines with single-purpose
machinery are being replaced by
smaller flexible cells
 Often U-shaped for shorter paths
and improved communication
 Often using group technology
concepts
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publishing as Prentice Hall
Increased Flexibility
 Cells designed to be rearranged
as volume or designs change
 Applicable in office environments
as well as production settings
 Facilitates both product and
process improvement
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publishing as Prentice Hall
Impact on Employees
 Employees may be cross trained
for flexibility and efficiency
 Improved communications
facilitate the passing on of
important information about the
process
 With little or no inventory buffer,
getting it right the first time is
critical
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publishing as Prentice Hall
Reduced Space and Inventory
 With reduced space, inventory
must be in very small lots
 Units are always moving because
there is no storage
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
Reduce Setup Costs
 High setup costs encourage large
lot sizes
 Reducing setup costs reduces lot
size and reduces average
inventory
 Setup time can be reduced
through preparation prior to
shutdown and changeover
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
JIT Scheduling
 Schedules must be communicated
inside and outside the organization
 Level schedules
 Process frequent small batches
 Freezing the schedule helps stability
 Kanban
 Signals used in a pull system
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
Scheduling Small Lots
JIT Level Material-Use Approach
A
A
B
B
B
C
A
A
B
B
B
C
B
C
Large-Lot Approach
A
A
A
A A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
C
Time
Figure 16.7
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
C
Kanban
 Kanban is the Japanese word for card
 The card is an authorization for the next
container of material to be produced
 A sequence of kanbans
pulls material through
the process
 Many different sorts of
signals are used, but
the system is still called
a kanban
© 2011 Pearson Education, Inc.
publishing as Prentice Hall
Pensare al contrario
Nelle nostre aziende, solitamente, si pensa alla produzione come un flusso che va da
monte a valle, dalle isole iniziali ai montaggi finali, assemblando e lavorando il
prodotto.
Tramite il Kanban si rovescia il punto d'osservazione e si concepisce il processo
produttivo come un'operazione che va da valle a monte e che lavora i pezzi necessari
solo nel momento in cui ce n'è bisogno. Questo è ciò che Ohno (responsabile della
produzione di Toyota) chiamava "pensare al contrario".
Il sistema kanban definisce la tipologia e la quantità da produrre nei vari processi. Il
principale beneficio del sistema kanban è la riduzione della sovrapproduzione,
producendo soltanto l’articolo richiesto, solo quando è chiesto e nella quantità
richiesta.
In giapponese l'espressione “kanban” significa cartellino, ed è il nome assegnato
all'insieme di schede di controllo usate in un pull system. Ogni scheda o kanban
identifica un prodotto o componente ed indica da dove arriva e dove deve andare.
Funzionamento
In un sistema kanban i processi a monte producono solo i
pezzi sufficienti per rimpiazzare quelli che i processi successivi
hanno richiesto. Gli operatori, in ogni processo vanno al
processo precedente per prelevare le parti di cui necessitano;
ciò viene fatto nel tempo
e nelle quantità giuste. Il vero pull system.
Il pull system si basa sul concetto del supermarket. I clienti
comprano i prodotti posizionati negli scaffali e gli operatori
rimpiazzano i prodotti mancanti nelle quantità prestabilite e
senza mai lasciare i clienti senza prodotti (al contrario del
metodo di produzione “push)”
Con questo metodo è possibile eliminare la sovrapproduzione,
il più critico dei 7 sprechi nella produzione
Kanban
1. User removes a
standard sized
container
2. Signal is seen by
the producing
department as
authorization to
replenish
Signal marker
on boxes
Figure 16.8
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Part numbers
mark location
Kanban
Material/Parts
Supplier
Final
assembly
Finished
goods
Customer
order
Work
cell
Kanban
Kanban
Kanban
Figure 16.9
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Building a Lean Organization
 Transitioning to a lean system can
be difficult
 Lean systems tend to have the
following attributes
 Use JIT techniques
 Build systems that help employees
produce perfect parts
 Reduce space requirements
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Building a Lean Organization
 Develop partnerships with suppliers
 Educate suppliers
 Eliminate all but value-added
activities
 Develop employees
 Make jobs challenging
 Build worker flexibility
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Il value stream mapping
L’analisi Visual Stream Mapping è il primo, e forse più importante,
strumento Lean.
E’ il primo da utilizzare in ordine di tempo, perché indica dove è più
opportuno applicare
costruire un solido e comprensivo piano di azione.
La mappatura del flusso del valore è un’analisi da effettuare per
ciascun articolo prodotto ed è ottenibile tramite 5 distinti step:
Primo step: Definire il Valore è il punto di partenza della caccia alla
spreco, è l’identificazione di ciò che vale un prodotto in relazione a
cosa percepisce il cliente per tale prodotto. In generale il consumo di
risorse è giustificato solo per produrre valore
altrimenti è spreco.
Secondo step: Identificare il Flusso di Valore. Il flusso di valore per un dato prodotto
consiste nell’intera gamma di attività necessarie per trasformare le materie prime in
prodotto finito. L’analisi mette sempre in evidenza grandi quantità di spreco attraverso
la classificazione delle attività in tre categorie:
Attività che creano valore (tutte quelle il cui costo può essere trasferito al cliente)
Attività che non creano valore ma necessarie (non sono eliminabili con gli attuali
sistemi di sviluppo prodotto, gestione ordini e produzione)
Attività che non creano valore e non necessarie (quindi eliminabili da subito).
Terzo step: Fare scorrere il Flusso. Una volta definito con precisione il valore,
identificato ilflusso ed eliminato le attività inutili attraverso la mappatura dei flussi,
bisogna far sì che le restanti attività creatrici di valore formino un flusso.
Quarto step: Fare in modo che il Flusso sia “tirato” dal Cliente.
Quando si ha definito il valore, identificato il flusso di valore,
ha eliminato gli ostacoli e quindi gli sprechi, per far sì che il
flusso scorra senza interruzioni, allora è necessario
permettere ai clienti di tirare il processo produttivo, ovvero
acquisire la capacità di progettare, programmare e realizzare
solo quello che il cliente vuole nel momento in cui lo vuole.
Quinto principio: Ricercare la Perfezione. Questo ultimo
principio va interpretato nel senso di miglioramento continuo.
Infatti se si sono applicati correttamente i primi quattro
principi si creano sinergie impensabili che mettono in moto un
processo continuo di riduzione dei tempi, degli spazi, dei costi.
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