Enrico B. Stumpo
AL CENTRO
DELLA STORIA
EDIZIONE RIFORMA
1. Dalla preistoria a Giulio Cesare
Indice
UnitàdiApprendimento 1 LA PREISTORIA
1
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Alle origini dell’uomo
L’origine della Terra e della vita
Le età della preistoria e la lavorazione della pietra
Le grandi glaciazioni
Gli antenati dell’uomo d’oggi
La scoperta del fuoco
La caccia e la pesca
L’arte preistorica
6
8
10
11
16
17
20
GLI EVENTI
Big bang, p. 6 – Formazione dei continenti, p. 6 – Comparsa dell’australopiteco, p. 13 – L’uso del fuoco, p. 16
I CONCETTI
Età della pietra, p. 8 – Adattamento, p. 10 – Evoluzione, p. 12 – Nomade, p. 14
IL PERSONAGGIO
L’Homo erectus, p. 13
LA FIGURA SOCIALE
Il cacciatore, p. 18
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: La Venere di Willendorf, p. 21
• COSÌ VIVEVANO: La grotta di Lascaux, p. 22
• FONTI A CONFRONTO: Creazione ed evoluzione, p. 24
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 25 – Completa la mappa del processo chiave, p. 26 – Arriva al traguardo,
p. 27 – Verifiche, p. 28
DIGITATLANTE
2
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
IO CITTADINO
2-3
10
Il Neolitico
La «rivoluzione neolitica»
Agricoltura, tessitura, ceramica
Il villaggio neolitico
Il commercio dal baratto alla moneta
La lavorazione dei metalli
Le civiltà dei fiumi
Dal villaggio alla città
L’economia della città
L’invenzione della scrittura
32
33
35
37
38
40
41
44
45
GLI EVENTI
Nascita della città, p. 41 – La nascita della scrittura, p. 46
I CONCETTI
Agricoltura, p. 32 – Sedentario, p. 34 – Patriarcale, p. 36 – Monogamia/poligamia, p. 36 – Divisione del lavoro, p. 42 – Scrittura pittografica e ideografica, p. 46
IL PERSONAGGIO
Ötzi, l’uomo di Similaun, p. 38
LA FIGURA SOCIALE
L’agricoltore, p. 34
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Stonehenge, p. 47
• COSÌ VIVEVANO: Çatal Hüyük, p. 48
• FONTI A CONFRONTO: Qual era la funzione di Stonehenge?, p. 50
Sintesi, p. 51 – Completa la mappa del processo chiave, p. 52 – Arriva al traguardo,
p. 53 – Verifiche, p. 54 – Verifiche Unità di Apprendimento 1, p. 56
STRUMENTI
WEB
DIGITATLANTE
30
Ud A 1
WEBTEST
Le origini dell’umanità e il Paleolitico
IL DIBATTITO
Il Neolitico: un’era fondamentale per la storia dell’umanità
MEMOSTORIA
Le origini dell’umanità e il Paleolitico
UnitàdiApprendimento 2 LE ANTICHE CIVILTÀ
3
1.
2.
3.
4.
II
La Mesopotamia
La terra tra i due fiumi
I Sumeri
Le prime invasioni: gli Accadi e il regno neo-sumerico
L’impero di Babilonia
62
64
66
67
GLI EVENTI
Codice di Hammurabi, p. 68 – Regno di Assurbanipal, p. 70 – Caduta di
Babilonia, p. 72
I CONCETTI
Città-stato, p. 64 – Burocrazia, p. 65 – Impero, p. 66 – Stato centralizzato,
p. 68 – Politeismo, p. 76
Indice
STRUMENTI
WEB
5.
6.
7.
8.
9.
10.
DIGITATLANTE
4
1.
2.
3
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
STRUMENTI
WEB
Gli Assiri
Il secondo impero babilonese
La sovranità nelle città mesopotamiche
L’organizzazione sociale
Le arti, la scienza e la tecnica
La religione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
Il «dono del Nilo»
Le scoperte e i ritrovamenti
L’Antico Regno
Il Medio Regno
Il Nuovo Regno
La decadenza
Il faraone e la società egizia
L’economia e il mondo del lavoro
La scienza e la tecnica
Scrittura e letteratura
Le credenze religiose
Il culto dei morti e le tombe
Sintesi, p. 81 – Completa la mappa del processo chiave, p. 82 – Arriva al traguardo,
p. 83 – Verifiche, p. 84
LE VOCI DEL PASSATO
67
88
90
91
92
93
98
99
102
103
104
105
107
GLI EVENTI
Cacciata degli Hyksos, p. 92 – Regno di Amenofi IV, p. 93 – Battaglia di
Qadesh, p. 96 – L’Egitto provincia romana, p. 98
I CONCETTI
Teocrazia, p. 99 – Piramide sociale, p. 101
IL PERSONAGGIO
Ramses II, p. 94
LA FIGURA SOCIALE
Il faraone, p. 100
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: La statua di Ramses II, p. 95
• FONTI A CONFRONTO: La battaglia di Qadesh, p. 110
Sintesi, p. 111 – Completa la mappa del processo chiave, p. 112 – Arriva al traguardo, p. 113 – Verifiche, p. 114
LE VOCI DEL PASSATO
86
93
Ittiti, Fenici ed Ebrei
La regione siro-palestinese e l’Anatolia
Gli Ittiti
Guerra e società nel regno ittita
I Fenici: un popolo legato al mare
Navigatori, mercanti, pirati
Cultura e religione dei Fenici
Gli Ebrei e la Bibbia come fonte storica
Le migrazioni del popolo ebraico
Dal regno di Israele alla diaspora
La società e l’economia
La religione ebraica
DIGITATLANTE
STRUMENTI
WEB
62, 70
IL PERSONAGGIO
Hammurabi, p. 67
LA FIGURA SOCIALE
Il re-sacerdote, p. 74
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Lo stendardo di Ur, p. 64
• COSÌ VIVEVANO: Ur, p. 78
• FONTI A CONFRONTO: Eroi salvati dalle acque: Sargon, Mosè, Romolo, p. 80
L’Egitto
DIGITATLANTE
5
70
72
74
75
75
76
118
119
121
122
124
128
129
130
132
136
136
GLI EVENTI
Migrazione degli indoeuropei, p.118 – Conquista di Hattusha, p. 119 – Fondazione di Cartagine, p. 122 – Esodo degli Ebrei, p. 131 – Diaspora, p. 134
I CONCETTI
Carro da guerra, p. 121 – Colonia, p. 122 – Commercio marittimo, p. 125
– Alfabeto fonetico, p. 128 – Profeta p. 129 – Monoteismo, p. 136
IL PERSONAGGIO
Mosè, p. 130
LA FIGURA SOCIALE
Il mercante-pirata, p. 126
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Il santuario rupestre diYazilikaya, p. 120
• FONTI A CONFRONTO: Gli antichi Ebrei visti da se stessi e visti dagli altri,
p. 142
Sintesi, p. 139 – Completa la mappa del processo chiave, p. 140 – Arriva al traguardo, p. 141 – Verifiche, p. 142 – Verifiche Unità di Apprendimento 2, p. 144
123
Ud A 2
WEBTEST
Le origini dell’umanità e il Paleolitico
MEMOSTORIA
Le origini dell’umanità e il Paleolitico
III
III
Indice
UnitàdiApprendimento 3 IL MONDO GRECO
6
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Le civiltà di Creta e Micene
Le origini della civiltà greca
Creta tra leggenda e storia
Una civiltà urbana e pacifica
L’improvviso crollo di una civiltà
L’arte cretese
La Grecia continentale: la civiltà micenea
La società micenea
La conquista di Troia e i poemi omerici
150
151
152
155
156
159
161
164
GLI EVENTI
Invasione degli Achei a Creta, p. 155 – La guerra di Troia, p. 160 – Arrivo
dei «Popoli del mare», p. 160
I CONCETTI
Mito, p. 151 – Talassocrazia, p. 152 – Economia di pace, p. 152 – Palazzo,
p. 154 – Economia di guerra, p. 163
IL PERSONAGGIO
Agamennone, p. 164
LA FIGURA SOCIALE
Il wanax, p. 163
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Gli affreschi di Thera, p. 156
• COSÌ VIVEVANO: I palazzi di Cnosso e Micene, p. 166
• FONTI A CONFRONTO: La guerra di Troia, p. 168
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 169 – Completa la mappa del processo chiave, p. 170 – Arriva al traguardo, p. 171 – Verifiche, p. 172
DIGITATLANTE
7
STRUMENTI
WEB
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
IV
164
La nascita della pólis
Il «Medioevo ellenico» e la prima colonizzazione greca
La nascita della pólis
Dall’oligarchia alla democrazia
Le classi e i conflitti sociali
Le lotte politiche e sociali: i tiranni
La seconda colonizzazione greca
La struttura della pólis
L’economia della pólis
I templi e la religione
Santuari, oracoli, olimpiadi
La cultura dei Greci
DIGITATLANTE
8
LE VOCI DEL PASSATO
160
176
178
180
182
183
184
186
187
188
190
192
GLI EVENTI
L’invasione dei Dori, p. 176 – Il ritorno della scrittura, p. 180 – Seconda
colonizzazione greca, p. 185
I CONCETTI
Colonizzazione, p. 177 – Città-stato, p. 179 – Aristocrazia, p. 180 – Tribù,
p. 187
IL PERSONAGGIO
Alceo, p. 195
LA FIGURA SOCIALE
Il tiranno, p. 182
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Il santuario di Olimpia, p. 190
• FONTI A CONFRONTO: L’origine delle tirannidi, p. 196
204
204
207
209
210
211
212
212
215
GLI EVENTI
Conquista della Messenia, p. 204 – La riforma dell’eforo Chilone, p. 208 –
L’arcontato di Solone, p. 212 – La tirannide di Pisistrato, p. 215 – La riforma di Clistene, p. 216
I CONCETTI
Classe, p. 204 – Democrazia/oligarchia, p. 205 – Costituzione, p. 208 –
Censo, p. 214 – Espansionismo, p. 222
IL PERSONAGGIO
Solone, p. 213
LA FIGURA SOCIALE
L’arconte, p. 211
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Atene, p. 217
• FONTI A CONFRONTO: Le Costituzioni di Sparta e Atene a confronto, p. 224
Sintesi, p. 197 – Completa la mappa del processo chiave, p. 198 – Arriva al traguardo, p. 199 – Verifiche, p. 200
185, 186
Sparta e Atene
Le città greche. Sparta e Atene
La società spartana
La Costituzione di Sparta
I motivi della decadenza di Sparta
Atene e l’Attica
Il governo degli aristocratici
Le prime leggi scritte
La riforma di Solone
Pisistrato, il tiranno popolare
Indice
STRUMENTI
WEB
10.
11.
12.
13.
La riforma democratica di Clistene
Il sorteggio e l’ostracismo
La democrazia ateniese: gli esclusi
Confronto fra Sparta e Atene
DIGITATLANTE
9
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
205
215
218
220
221
IO CITTADINO
Sintesi, p. 225 – Completa la mappa del processo chiave, p. 226 – Arriva al traguardo, p. 227 – Verifiche, p. 228
LE VOCI DEL PASSATO
215
204, 211, 213
Le guerre persiane
Dai Medi ai Persiani
Dario I e l’organizzazione dell’impero
La religione persiana
I Persiani e le città greche d’Asia
La prima guerra persiana
L’Atene di Temistocle
La seconda guerra persiana
La guerra in Occidente: le colonia greche in Italia
Conflitti fra i Greci dopo le vittorie
232
233
236
237
239
241
243
246
247
GLI EVENTI
Ribellione di Mileto, p. 238 – La battaglia di Maratona, p. 239 – La battaglia di Salamina, p. 244
I CONCETTI
Mercenario, p. 233 – Oriente e occidente, p. 236 – Esercito oplitico, p. 240
– Barbaro, p. 240
IL PERSONAGGIO
Temistocle, p. 241
LA FIGURA SOCIALE
Il cittadino-soldato, p. 242
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Il tempio di Zeus a Olimpia, p. 246
• COSÌ VIVEVANO: Il Partenone, p. 248
• FONTI A CONFRONTO: I Greci difendono la propria libertà contro i barbari, p. 250
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 251 – Completa la mappa del processo chiave, p. 252 – Arriva al traguardo, p. 253 – Verifiche, p. 254
DIGITATLANTE
LE VOCI DEL PASSATO
234, 239, 244, 245
10
Potenza e tramonto degli Stati cittadini greci
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
La rivalità delle città greche
L’impero marittimo ateniese
L’età di Pericle: politica interna
L’età di Pericle: politica estera
La supremazia terrestre di Sparta
La guerra del Peloponneso: i primi dieci anni
La guerra del Peloponneso: sconfitta di Atene
Il processo contro Socrate
La Magna Grecia nel V e IV secolo a.C.
258
259
260
264
265
266
268
271
272
243, 250
GLI EVENTI
Fondazione della Lega di Delo, p. 259 – La peste ad Atene, p. 266 – La spedizione in Sicilia, p. 270 – Il processo di Socrate, p. 271
I CONCETTI
Oratore, p. 261 – Imperialismo, p. 261 – Supremazia navale/supremazia
terrestre, p. 265 – Dispostismo, p. 271
IL PERSONAGGIO
Pericle, p. 261
LA FIGURA SOCIALE
Il demagogo, p. 268
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: L’Acropoli di Atene, p. 262
• COSÌ VIVEVANO: Il teatro di Delfi, p. 274
• FONTI A CONFRONTO: Socrate: saggio o ciarlatano, p. 276
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 277 – Completa la mappa del processo chiave, p. 278 – Arriva al traguardo, p. 279 – Verifiche, p. 280
DIGITATLANTE
LE VOCI DEL PASSATO
259, 268
11
L’età di Alessandro Magno
1.
2.
3.
4.
Il breve dominio di Tebe
284
Il regno di Macedonia
285
Alessandro Magno: la conquista dell’impero persiano
Un impero universale tra oriente e occidente
289
292
261
GLI EVENTI
Battaglia di Lèuttra, p. 284 – Battaglia di Cheronea, p. 287 – La fondazione di Alessandria, p. 290 – Battaglia di Gaugamela, p. 291
I CONCETTI
Sincretismo, p. 293 – Ellenismo, p. 296
IL PERSONAGGIO
Alessandro, p. 290
V
Indice
5. I diàdochi e i regni ellenistici
6. Economia e società negli Stati ellenistici
7. La cultura e la scienza ellenistica
295
298
299
LA FIGURA SOCIALE
L’oratore, p. 286
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Il mosaico della battaglia di Isso, p. 292
• COSÌ VIVEVANO: Alessandria, p. 302
• FONTI A CONFRONTO: Alessandro Magno: fu vera gloria?, p. 304
Sintesi, p. 305 – Completa la mappa del processo chiave, p. 306 – Arriva al traguardo, p. 307 – Verifiche, p. 308 – Verifiche Unità di Apprendimento 3, p. 310
STRUMENTI
WEB
DIGITATLANTE
LE VOCI DEL PASSATO
286, 295
299
Ud A 3
WEBTEST
La civiltà greca – La Grecia classica
La crisi delle città-stato e l’impero di Alessandro Magno
MEMOSTORIA
La civiltà greca – La Grecia classica
La crisi delle città-stato e l’impero di Alessandro Magno
Il secolo d’oro della civiltà greca
I modelli di città-stato nella Grecia classica
IL DIBATTITO
UnitàdiApprendimento 4 LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
12
Europa e Italia: dalla preistoria agli Etruschi
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
L’Europa fino all’età del bronzo
L’arrivo degli Indoeuropei: i Celti
L’Italia fino all’età del bronzo
I popoli italici
Greci e Fenici in Italia
Gli Etruschi: vicende storiche
Economia e società degli Etruschi
La religione degli Etruschi
316
317
321
323
326
328
331
333
GLI EVENTI
Arrivo dei Celti in Italia, p. 317 – Egemonia etrusca su Roma, p. 329 – La
battaglia di Cuma, p. 330
I CONCETTI
Necropoli, p. 318 – Inumazione/incinerazione, p. 321 – Divinazione, p. 333
IL PERSONAGGIO
I Tarquini, p. 328
LA FIGURA SOCIALE
I druidi, p. 319
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Il guerriero di Capestrano, p. 326
• FONTI A CONFRONTO: Le origini degli Etruschi, p. 334
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 335 – Completa la mappa del processo chiave, p. 336 – Arriva al traguardo, p. 337 – Verifiche, p. 338
DIGITATLANTE
317, 324, 328
13
Roma dalle origini alla fine della monarchia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Le origini di Roma fra leggenda e realtà
I re di Roma
La società della Roma monarchica
Tribù, curie e famiglie
La prima organizzazione politica e militare
L’economia
La religione
342
345
350
352
354
355
357
GLI EVENTI
La fondazione di Roma, p. 342 – Fondazione di Ostia, p. 348 – Costruzione del ponte Sublicio, p. 348
I CONCETTI
Il commercio fluviale, p. 344 – Clientela, p. 350 – Pater familias, p. 352
IL PERSONAGGIO
Romolo, p. 346
LA FIGURA SOCIALE
Patrizi e plebei, p. 350
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: La Roma arcaica, p. 356
• FONTI A CONFRONTO: Le origini di Roma secondo i pagani e secondo i cristiani, p. 358
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 359 – Completa la mappa del processo chiave, p. 360 – Arriva al traguardo, p. 361 – Verifiche, p. 362
DIGITATLANTE
VI
348
LE VOCI DEL PASSATO
357
Indice
14
Roma conquista l’Italia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
La repubblica: un nuovo ordinamento politico
Roma conquista il Lazio
I Galli
Roma conquista l’Italia meridionale
Colonie, municipi e alleati
I conflitti fra patrizi e plebei
La società romana come società aperta
366
369
371
374
376
378
380
GLI EVENTI
Conquista di Veio, p. 370 – Fine delle guerre sannitiche, p. 374 – Guerra
contro Taranto e sconfitta di Pirro, p. 375 – Le leggi Licinie-Sestie, p. 379
I CONCETTI
Trionfo, p. 373 – Organizzazione territoriale, p. 376 – Secessione, p. 378 –
Società aperta, p. 380
IL PERSONAGGIO
Marco Furio Camillo, p. 372
LA FIGURA SOCIALE
Il senatore, p. 366
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Il Foro e il Campidoglio, p. 380
• FONTI A CONFRONTO: Roma aristocratica o democratica?, p. 382
STRUMENTI
WEB
STRUMENTI
WEB
Sintesi, p. 383 – Completa la mappa del processo chiave, p. 384 – Arriva al traguardo, p. 385 – Verifiche, p. 386
DIGITATLANTE
15
Roma conquista il Mediterraneo
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Le origini di Cartagine
Cartagine domina il Mediterraneo occidentale
La prima guerra punica
La seconda guerra punica
Roma da occidente a oriente
La terza guerra punica
Roma e la cultura greca
Lo sviluppo economico e l’ascesa dei cavalieri
La crisi dell’agricoltura
DIGITATLANTE
390
390
393
395
399
400
402
404
409
Le guerre civili e la fine della repubblica
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
Primi segni di crisi sociale: la riforma di Tiberio Gracco
L’azione politica di Caio Gracco
I Germani e la guerra contro Giugurta: l’ascesa di Caio Mario
La guerra sociale
La guerra civile e la dittatura di Silla
La crisi della repubblica dopo Silla
Pompeo e Crasso
Caio Giulio Cesare: il primo triumvirato e la conquista della Gallia
La seconda guerra civile: Pompeo contro Cesare
La fine della repubblica: Cesare console a vita
Il secondo triumvirato e la terza guerra civile
420
421
424
427
428
429
431
433
435
436
438
376
GLI EVENTI
La battaglia di Zama, p. 398 – Distruzione di Corinto, p. 400 – Distruzione
di Cartagine, p. 401
I CONCETTI
Provincia, p. 394 – Ellenizzazione, p. 403 – Latifondo, p. 409
IL PERSONAGGIO
Annibale, p. 395
LA FIGURA SOCIALE
Il cavaliere, p. 408
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: Le basiliche del Foro, p. 407
• COSÌ VIVEVANO: La villa romana, p. 410
• FONTI A CONFRONTO: Ritratti di Annibale, p. 412
Sintesi, p. 413 – Completa la mappa del processo chiave, p. 414 – Arriva al traguardo, p. 415 – Verifiche, p. 416
LE VOCI DEL PASSATO
393, 396, 398, 399, 401
16
395
GLI EVENTI
Il tribunato di Caio Gracco, p. 421 – La guerra sociale, p. 427 – La guerra
civile, p. 429 – La morte di Cesare, p. 437 – La battaglia di Azio, p. 438
I CONCETTI
La riforma agraria, p. 420 – Guerra civile, p. 424 – Triumvirato, p. 433
IL PERSONAGGIO
Caio Giulio Cesare, p. 436
LA FIGURA SOCIALE
Il triumviro, p. 438
FONTI
• LEGGI L’IMMAGINE: La fattoria romana, p. 423
• COSÌ VIVEVANO: L’esercito romano, p. 440
• FONTI A CONFRONTO: Cesare tra amore e odio, p. 442
Sintesi, p. 443 – Completa la mappa del processo chiave, p. 444 – Arriva al traguardo, p. 445 – Verifiche, p. 446 – Verifiche Unità di Apprendimento 4, p. 448
428, 434, 435
LE VOCI DEL PASSATO
WEBTEST
Gli inizi di Roma – L’espansione di Roma in Italia
e nel Mediterraneo – La tarda repubblica
IL DIBATTITO
MEMOSTORIA
Gli inizi di Roma – L’espansione di Roma in Italia
e nel Mediterraneo – La tarda repubblica
DIGITATLANTE
STRUMENTI
WEB
IO CITTADINO
364, 375
420, 425
Ud A 4
Le guerre civili nella storia romana
509
500
600
616
Inizio della «monarchia etrusca»
Fine della monarchia
di Roma
3 mm = 10 anni
GLI EVENTI
IL PROCESSO CHIAVE
• Fondazione di Roma
• Fondazione di Ostia
• Costruzione del ponte Sublicio
• La crescita economica della
società romana, divisa in patrizi
e plebei, favorì il sorgere
di nuove classi intermedie e
il riconoscimento di diritti politici.
Tev
e
re
I LUOGHI
Roma
Mar
Tirreno
• Roma delle origini
Romolo, che la tradizione vuole come fondatore di Roma,
è la tipica figura di eroe fondatore, al tempo stesso
condottiero, uomo politico e capo della religione.
Roma sorse in posizione geografica
vantaggiosa: il Tevere favoriva
il commercio fluviale, l’isola Tiberina era
uno scalo naturale e il mare
era a poca distanza.
Fin da tempi molto antichi la società romana
fu divisa fra patrizi, ristretta classe di discendenti
dei primi nobili, e plebei, il popolo privo di nobiltà
ma imponente per numero.
Dopo Cristo
Data della fondazione di Roma,
secondo la tradizione
700
753
800
900
X secolo
Primi insediamenti sul Palatino
13.
Roma dalle origini
alla fine della monarchia
I CONCETTI
IL PERSONAGGIO
LA FIGURA SOCIALE
• Commercio fluviale
• Clientela
• Pater familias
• Romolo
• Patrizi e plebei
Caratteristica
della società romana
fu la clientela, usanza
per cui un debole offriva
i suoi servigi a un ricco
patrono ricevendone
assistenza economica
e sociale.
La data leggendaria
del 753 a.C. per la
fondazione di Roma non si
discosta dalla realtà,
perché sul Palatino
sono state trovate
fortificazioni della seconda
metà dell’VIII secolo a.C.
All’interno delle mura domestiche
il pater familias aveva potere assoluto
sugli altri membri della famiglia,
anche se maggiorenni.
Unità Apprendimento 4
di
1.
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
GLI EVENTI
LE ORIGINI DI ROMA FRA LEGGENDA E REALTÀ
Enea e Ascanio • Secondo la leggenda, le origini di Roma risalivano all’eroe
troiano Enea, fuggito in Italia dopo che gli Achei avevano conquistato e distrutto Troia. Enea, figlio della dea Venere e di un uomo, Anchise, si era stabilito nell’antico Lazio, sposando Lavinia, figlia di un re latino, e fondando la
città di Lavinio. Ascanio, figlio di Enea – prosegue la leggenda –, fondò a sua
volta la vicina città di Alba Longa (forse l’odierna Castel Gandolfo) e i suoi
successori la governarono per circa due secoli.
Enea fugge da Troia
con il padre Anchise
e il figlio Iulo
(vaso del VI secolo a.C.).
Romolo e Remo • Un giorno Marte, dio della guerra, si innamorò di Rea Silvia,
figlia di un re di Alba Longa e quindi discendente di Enea. Dal loro amore,
sempre secondo la leggenda, nacquero due gemelli: Romolo e Remo. Ma Rea
Silvia, sacerdotessa consacrata agli dèi, fu costretta a tenere nascosta la loro
nascita e li abbandonò in una cesta di vimini che affidò alle acque del Tevere.
I due gemelli, dapprima allattati da una lupa, furono poi salvati da un pastore, Faustolo, che li allevò fino a quando non divennero adulti.
La fondazione di Roma
La data Gli storici antichi diedero varie date per la fondazione di Roma, ma
alla fine si impose quella stabilita dal
grande erudito del I secolo a.C. Marco
Terenzio Varrone, il 753 a.C. Sul giorno e sul mese, invece, c’era accordo: il
21 aprile, ancora oggi festeggiato
nella capitale come «Natale di Roma».
Fino a non molto tempo fa la data varroniana era ritenuta poco più di una
leggenda e si pensava che un primo
agglomerato urbano di Roma risalisse
al massimo al VI secolo a.C.; ma il recente ritrovamento sul Palatino di un
muro databile al 730-720 a.C. (il cosiddetto «muro di Romolo») ha mostrato come i dati della tradizione siano sostanzialmente corretti.
La cerimonia La cerimonia di fondazione si svolse con tutta la solennità richiesta dall’evento, attraverso un rito
simbolico e attento ai minimi dettagli
del rituale religioso. Romolo aggiogò a
un aratro un bue e una vacca e iniziò a
tracciare lentamente un solco; dietro
di lui, i cittadini rimettevano le zolle nel
solco con molta attenzione, a simboleggiare che in futuro Roma non
avrebbe mai perso i suoi territori. Poi
Romolo gettò un po’ di terra verso l’interno, e così fecero tutti gli altri, per
augurare che in futuro la città si sarebbe ingrandita rapidamente. Romo-
In questo dipinto del I secolo a.C.,
ritrovato a Roma sull’Esquilino,
è raffigurato l’abbandono di Romolo
e Remo in una cesta sulle rive del Tevere.
342
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
lo pose il bue verso l’esterno della città e la vacca verso l’interno, anche
stavolta simbolicamente: i maschi
avrebbero difeso la città dai nemici interni, le femmine l’avrebbero custodita
all’interno badando ai figli e alle case.
La «Roma quadrata» Quella fondata da Romolo era una piccola città, la
cosiddetta Roma quadrata, che includeva gli attuali Foro, Palatino e Circo
Massimo. Questa linea di demarcazione fu chiamata pomerio (dal latino
post murum «dopo il muro») ed era la
striscia di terra che correva lungo il lato interno delle mura. Questo limite
sarebbe sempre rimasto per i Romani
un confine non solo fisico, ma anche
sacrale: all’interno del pomerio, per
esempio, non si dovevano seppellire
morti o condurre eserciti armati.
Decisero allora di fondare una nuova città, sulle colline che sorgono presso il basso corso del Tevere, non lontano dal mare. Ma, all’atto di tracciare
con l’aratro i solchi che dovevano indicare i confini della nuova città, i due
fratelli si scontrarono per decidere chi dei due avrebbe dovuto governarla.
Romolo uccise Remo e divenne così il primo re di una città che era destinata
a dar vita al più grande impero del mondo antico.
Gli antichi storici romani fissarono in un anno corrispondente al nostro
753 a.C. la data ufficiale della fondazione di Roma.
Gli scrittori romani e la leggenda • Le prime storie di Roma apparvero solo dopo il 200 a.C.; in quel periodo, le notizie sulla città e sulla sua origine derivavano essenzialmente da alcune iscrizioni e dalla narrazione orale. Tutti gli
storici romani descrissero dunque l’origine di Roma seguendo la leggenda a
cui abbiamo accennato nel passo precedente. Essi sapevano bene che la storia ufficiale ha anche un importante ruolo di propaganda; e gli stessi governanti sapevano che, per convincere altre città e altri popoli ad accettare l’autorità di Roma, era opportuno parlare di un’origine divina della città.
Inoltre, molte città italiane del sud o della Sicilia erano di origine greca;
fondate da coloni greci, restavano ancora legate alla cultura della loro madrepatria. Anche da questo punto di vista, quindi, il collegamento dell’origine di Roma con la leggenda troiana si inseriva in una vera e propria azione di
propaganda, indirizzata verso tali città. Le leggende su cui si basavano le ricostruzioni degli storici o dei poeti romani avevano dunque come scopo quello di stabilire un rapporto diretto fra Roma e la Grecia e di celebrare il ruolo
straordinario di Roma nel mondo antico come frutto dell’eredità del mondo
greco.
Fra coloro che dettero autorevolezza a questi racconti mitici vi furono in
particolare il grande poeta Virgilio (70-19 a.C.), autore dell’Eneide, e lo storico Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.). Essi vissero all’incirca sette secoli dopo la
fondazione di Roma, quando ormai quella che inizialmente era una città-stato sul modello di Atene o Sparta dominava gran parte del mondo allora conosciuto.
Rilievo del III secolo a.C. raffigurante
degli operai che lavorano blocchi di marmo.
Affresco proveniente da Pompei
(I secolo d.C.) con Enea ferito,
assistito da un medico e dalla madre Venere.
343
Unità Apprendimento 4
di
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
I dati archeologici • Gli scavi archeologici e i molti ritrovamenti nel territorio romano e nel Lazio permettono oggi una ricostruzione della nascita di Roma più
aderente alla realtà. I sette colli oggi inclusi nella città di Roma (Palatino, Capitolino o Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino, Celio, Aventino), fra i
quali il più frequentato era il Palatino, furono abitati da nuclei di pastori e contadini già a partire dal X secolo a.C.: vi sono state infatti ritrovate numerose
sepolture e fondi di capanne rotonde, caratteristiche dei pastori del Lazio.
Altri scavi hanno dimostrato l’esistenza, sempre nel Lazio, di villaggi piuttosto evoluti risalenti all’VIII a.C.; è molto probabile, quindi, che Roma fosse,
all’origine, uno di questi. Tali villaggi erano riuniti in una lega religiosa, il cui
più antico santuario fu quello di Giove Laziale, sul monte Cavo; Alba Longa,
la città che secondo la tradizione fu fondata dal figlio di Enea, era forse, allora, il villaggio più importante e la stessa Roma ne riconosceva la supremazia.
I LUOGHI
Roma e il Tevere
Osserva la carta e l’immagine e rispondi alle domande.
1
2
In quale punto del Tevere sorse
Roma?
Quali vantaggi offriva la posizione di Roma?
Posizione favorevole di Roma • La felice posizione geografica di Roma contribuì, nel tempo, a valorizzare la sua importanza economica. Come abbiamo
già osservato (➞ pag. 40), la presenza di un fiume navigabile è già di per sé
una condizione che favorisce il sorgere di una civiltà. Il Tevere è un fiume privo di tortuosità e le sue placide acque sono navigabili in un senso e nell’altro,
e Roma sorse proprio presso l’isola Tiberina, un luogo dove si poteva attraversare agevolmente il Tevere per passare dal nord al sud del Lazio.
Inoltre, grazie alla vicinanza del mare, il villaggio divenne un punto di
transito e di sosta delle imbarcazioni: la foce del Tevere era infatti l’unico approdo sicuro di tutta la zona. Così, lentamente, la città divenne un importante centro commerciale sia per il commercio terrestre sia per il commercio
fluviale.
I CONCETTI
Il commercio fluviale
Il commercio fluviale può svilupparsi
lungo i fiumi che abbiano acque navigabili e un percorso non troppo tortuoso. Lungo un fiume che abbia queste caratteristiche sorgono degli insediamenti con funzione di scali o
di veri e propri porti fluviali, in
cui vengono trasportate via
terra le merci che devono
essere portate verso il
mare. In alcuni casi
particolarmente favorevoli, come quello
del Tevere, la navigazione può avvenire anche dalla foce verso l’interno e così le cit-
Resti di una capanna dell’VIII secolo a.C.
sul Palatino e sua ricostruzione grafica.
IL PROCESSO CHIAVE
La posizione geografica
Verifica se hai capito
1
Il Tevere è un fiume navigabile e fu quindi una via di comunicazione vantaggiosa per le civiltà del Lazio; il sito di Roma, per di più, sorse non lontano dal
mare, in posizione favorevole ai commerci.
344
2
In che modo Enea è legato alla nascita di Roma?
Perché gli antichi narravano la fondazione della città in modo leggendario?
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
QUIRINALE
VIMINALE
Campo Marzio
Etruschi
CAMPIDOGLIO
Lago di
Bracciano
Foro
Romano
Isola
Tiberina
re
PALATINO
ponte
Sublicio
er
AVENTINO
Alba
Longa
Lavinio
Mar Tirreno
CELIO
e
Anien
Roma
Ostia
Te
v
Fidene
Cerveteri
Roma
quadrata
e
Tev
e
Veio
ESQUILINO
Veduta aerea
dell’isola Tiberina
odierna.
Volsci
Latini
tà fluviali godono anche dell’importazione dal mare di merci. Come si vede, il commercio fluviale ha grande
importanza economica in quanto funge da collegamento fra quello terrestre e quello marittimo; si capisce
dunque perché la presenza di un fiume abbia spesso contribuito fortemente alla nascita di civiltà economicamente floride.
2.
I RE DI ROMA
I sette re di Roma • La storia romana viene oggi divisa in tre grandi periodi: l’età monarchica (VIII-VI secolo a.C.), l’età repubblicana (VI-I secolo a.C.) e l’età imperiale (I secolo a.C.-V secolo d.C.). Secondo gli antichi scrittori romani, nel periodo monarchico regnarono sette re: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
La tradizione ne alterna uno dedito alla guerra e uno amante della pace, come a sottolineare l’importanza dei due aspetti nella civiltà romana.
Nave mercantile con un carico di botti di vino.
Lastra di terracotta con la raffigurazione
di un guerriero del periodo arcaico.
345
Unità Apprendimento 4
di
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
I re latini • I primi quattro re furono di stirpe latina. Oltre alla fondazione della città e alle prime istituzioni politiche, a Romolo erano attribuite le prime guerre di
espansione, a cominciare da quella con i potenti vicini Sabini, di cui secondo la
leggenda aveva rapito le donne per aumentare la popolazione della nuova città.
La guerra con i Sabini si sarebbe conclusa con un armistizio e Tito Tazio,
re dei Sabini, avrebbe regnato insieme a Romolo per qualche tempo prima di
morire. Sempre per allargare la cittadinanza, Roma avrebbe accolto in un
luogo sacro sul Palatino chiamato Asilo ogni tipo di esule e schiavo fuggitivo
e persino criminali in fuga. Dietro a queste leggende si può vedere la reale
necessità di una città neonata di allargare la propria base demografica per
poter durare più a lungo.
IL PERSONAGGIO
Romolo
Una nascita difficile Come molti
eroi fondatori (➞ pag. 80), anche Romolo ebbe un’infanzia difficile. Suo
nonno Numitore, legittimo erede del
trono di Alba, fu scacciato dal fratello
Amulio. Numitore aveva un figlio e una
figlia, Egesto e Rea Silvia; Amulio, per
evitare vendette, uccise Egesto e obbligò alla verginità Rea Silvia rendendola Vestale. Ma il dio Marte la mise
incinta e così Amulio ordinò di gettare
i neonati nel Tevere in una cesta. Per
fortuna, all’epoca l’ansa del Tevere
dell’isola Tiberina era paludosa, e così
la cesta si arenò. Allattati da una lupa
(animale sacro per i popoli italici), furono poi raccolti dal pastore Faustolo
e da sua moglie Acca Larenzia, che li
chiamarono Romolo e Remo.
I gemelli crebbero liberi e forti fra campi e pascoli, con una schiera di amici;
ben presto si vide che tra i due Romolo
era il più forte e il più portato al comando. La rustica comitiva si divertiva con
giochi anche violenti, e quando i ragazzi malmenarono i pastori del re Amulio,
questi fece arrestare Remo. Romolo
colse l’occasione: riunì gli amici, assaltò
il palazzo di Amulio, liberò il fratello, uccise il re e ridiede il potere a suo nonno
Numitore. Questo, per premio, concesse ai due gemelli di fondare una città
tutta loro.
L’eroe fondatore Romolo prevalse
su Remo in una gara di divinazione,
fondò la citta e, durante la fondazione,
uccise il fratello nel corso di una lite
346
(➞ Fonti a confronto, pag. 358). Se abbiamo ricordato i difficili inizi della vita di
Romolo, è per mettere in risalto un’altra
caratteristica che lo
accomuna ad altri
eroi fondatori, in particolare a Mosè: la
sua versatilità come
condottiero, capo religioso e legislatore.
A Romolo la tradizione attribuì quasi tutte
le istituzioni romane:
la divisione del popolo
in patrizi e plebei, la
clientela, il Senato, i
riti religiosi, l’invio di
colonie nei territori
conquistati, il matrimonio, il pater familias, i tribunali e molto
altro. Per fare tutte
queste cose non basterebbe una vita intera; ma Romolo, fra i
sette re di Roma, è
l’unico personaggio
leggendario, una figura simbolica di
fondatore che porta già nel nome il destino della città da lui creata.
Non meno caratteristica degli eroi
fondatori è la morte: Romolo sarebbe
stato rapito dagli dèi durante una tempesta e reso immortale; i Romani lo
venerarono con il nome di Quirino,
protettore del popolo destinato a dominare su gran parte del mondo.
La leggenda di Romolo e Remo,
ritrovati dal pastore Faustolo
e allattati dalla lupa, in un altare
del II secolo d.C.
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
DOCUMENTO
Il ratto delle Sabine
Una delle leggende collegate alle origini di Roma
è quella, assai nota, del ratto: i Romani, non
avendo donne, le rapirono dai Sabini; ne seguì
una guerra, al termine della quale Romolo e il re
sabino, Tito Tazio, governarono insieme.
Poco dopo Tito Tazio morì e Romolo rimase
unico sovrano. Ecco come l’episodio del ratto
delle Sabine viene raccontato da Tito Livio.
Lo Stato romano era già tanto vigoroso da essere pari in
guerra a qualsiasi città confinante, ma per la scarsità di
donne la grandezza sarebbe durata solo una generazione, visto che non avevano né speranza di fare figli in patria né legami matrimoniali con i popoli confinanti. Allora, su proposta dei senatori, Romolo inviò ambasciatori
ai popoli vicini a chiedere alleanza e matrimoni per il
nuovo popolo. [...] L’ambasceria non trovò accoglienza
favorevole da nessuna parte, tanto li disprezzavano e insieme temevano per sé e per i loro posteri una simile potenza crescente tra loro. [...]
La gioventù romana si offese e iniziò a pensare senza più
dubbi a un atto di forza. Per fornire il tempo e il luogo opportuno all’azione, Romolo, nascondendo la sua afflizione
d’animo, organizzò appositamente dei giochi solenni in
onore di Nettuno equestre e li chiamò Consualia. Poi ordinò che lo spettacolo fosse annunciato ai popoli vicini; lo
celebrarono con tutto il fasto che all’epoca sapevano e potevano permettersi per renderlo noto e atteso. Giunsero
molti uomini, anche per il desiderio di vedere la nuova città, e soprattutto i più vicini, i Ceninesi, i Crustumini, gli Antemnati; venne inoltre l’intera popolazione dei Sabini con i
figli e le mogli. Invitati con ospitalità nelle case, avendo visto il luogo, le mura e la città fitta di abitazioni, si meravigliarono che la città fosse cresciuta in così poco tempo.
Quando venne il momento dello spettacolo, mentre le
menti e gli occhi erano tutti intenti a esso, allora, come
stabilito, scoppiò un tumulto, e dato il segnale i giovani
romani corsero a rapire le vergini. La maggior parte di
esse venne rapita a caso, a seconda di chi vi si imbatteva;
alcune, superiori per bellezza e destinate ai senatori più
importanti, erano portate a casa da alcuni uomini plebei
cui era stato dato questo compito [...].
Rovinata la festa dalla paura, i genitori delle vergini se ne
andarono mesti, lamentando la violazione del patto di
ospitalità e invocando il dio alla cui cerimonia e ai cui giochi erano giunti, tratti in inganno dalla sacralità e dalla
parola data. Né le donne rapite sentivano una speranza
migliore per sé o un’indignazione minore. Ma Romolo in
persona andava in giro a dire che tutto era avvenuto per
la superbia dei loro padri, che avevano negato i matrimoni ai loro vicini; loro, però, sarebbero state considerate
mogli legittime, partecipi di tutti i beni, della cittadinanza e – cosa più cara di tutte agli esseri umani – dei figli;
perciò placassero l’ira e dessero il loro animo a coloro ai
quali la sorte aveva affidato i loro corpi; spesso da un’ingiustizia in seguito era nata l’armonia, e avrebbero avuto
mariti tanto migliori perché ognuno si sarebbe sforzato,
avendo svolto per parte sua il dovere di marito, di lenire
la loro nostalgia dei genitori e della patria.
[Tito Livio, Storia di Roma, I, 9, trad. L. Argentieri]
Leggi il documento
●
●
Perché la presenza di donne era un fattore molto importante
per una comunità appena nata, come quella di Roma?
Questa leggenda sembra avere un fondo di verità, perché
probabilmente ricorda una serie di guerre con popolazioni
vicine. Secondo te, la storia del rapimento delle donne dei
popoli vicini come si può spiegare storicamente?
Rilievo con la leggenda di Tarpea: durante la guerra fra Romani
e Sabini provocata dal ratto delle Sabine, la giovane Tarpea si fece
corrompere dai Sabini per aprire le porte della città e per punizione
fu gettata giù da una rupe del Campidoglio,
che da allora si chiamò Rupe Tarpea.
347
Unità Apprendimento 4
di
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
GLI EVENTI
Il successore di Romolo, Numa Pompilio, si sarebbe dedicato all’organizzazione civile, dando a Roma le prime leggi e le prime istituzioni religiose;
egli avrebbe inoltre favorito la ripartizione della popolazione in classi basate
sul mestiere esercitato.
Tullo Ostilio avrebbe ripreso le campagne militari contro i paesi vicini, dando
inizio alla politica di espansione che avrebbe caratterizzato Roma per molti secoli successivi. Durante il suo regno fu probabilmente conquistata la città di Alba
Longa, fino ad allora dominatrice del Lazio; secondo la tradizione, poiché le ostilità duravano da anni si decise di affidare le sorti della guerra a un combattimento fra tre Romani e tre Albani, gli Orazi e i Curiazi, e vinsero gli Orazi.
Con Anco Marzio, che la leggenda vuole nipote di Numa Pompilio, si ebbe
di nuovo un re pacifico. Sotto il suo regno (seconda metà del VII secolo
a.C.) sarebbe stata fondata Ostia, il porto di Roma, e costruito il ponte
Sublicio, il primo ponte sul Tevere: questo ci dice che il passaggio di merci
e persone attraverso il Tevere era diventato così frequente da renderne opportuna la costruzione allo scopo di evitare il guado delle acque.
Fondazione di Ostia
Secondo la tradizione, alla fine del VII
secolo a.C. il re Anco Marzio fondò
Ostia, il porto di Roma, alla foce (in latino ostium) del Tevere. In realtà la città fu probabilmente fondata più tardi,
intorno al IV secolo a.C.
Inzialmente Ostia venne utilizzata prevalentemente come porto militare, ma
a partire dal I secolo a.C. la sua importanza nella vita commerciale della città divenne grandissima.
Mosaico proveniente da Ostia: un marinaio
carica a bordo un’anfora.
La Roma delle origini
DIGITATLANTE
Etruschi
GLI EVENTI
Tev
e
re
Lago di
Bracciano
Sabini
Equi
Veio
Cerveteri
Tivoli
Roma
Lago Latini
Regillo
Lago
di Albano
Ostia
ene
i
An
Costruzione del ponte
Sublicio
Alla fine del VII secolo a.C. fu costruito il ponte Sublicio, il primo ponte
di Roma.
Preneste
Ernici
Alba
Longa
Velletri
Lavinio
Volsci
Territorio di Roma
nel 700 a.C.
Territorio di Roma
nel 500 a.C.
Anzio
Mar Tirreno
Paludi
Pontine
I re etruschi • Come abbiamo visto (➞ pag. 328), gli Etruschi, nella loro
espansione verso sud, nel VI secolo a.C., estesero la propria egemonia anche
sulla città di Roma. Secondo la tradizione, nel 616 a.C. salì al trono Tarquinio
Prisco, il primo re di origine etrusca (era nato a Tarquinia da padre greco); a
lui si devono importanti opere pubbliche, tra cui la costruzione della Cloaca
Massima, un sistema di fognature che in parte è ancor oggi in uso.
Servio Tullio, suo successore, avrebbe fatto costruire le più antiche mura
della città (le mura serviane) e avrebbe introdotto importanti riforme politiche come l’istituzione dei comizi centuriati (➞ pag. 354).
Tarquinio il Superbo, figlio o nipote di Tarquinio Prisco, fu l’ultimo re, e
sarebbe asceso al trono uccidendo Servio Tullio. Condusse alcune campagne
vittoriose e terminò il grande tempio di Giove Capitolino sul Campidoglio, ma
infine fu scacciato in seguito a una rivolta degli aristocratici, che dettero vita
alla repubblica e affermarono la preminenza del Senato (509 a.C.).
348
Servio Tullio raffigurato in un affresco della
Tomba François, a Vulci (IV secolo a.C.).
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
Verità e leggenda • È probabile che i nomi dei re di Roma che la leggenda ci ha
tramandato (tranne forse quello di Romolo) non siano falsi e anche che alcune imprese che la tradizione attribuisce loro contengano elementi di verità: è infatti certo che nel periodo monarchico la città si sviluppò e divenne via
via più importante, tanto da conquistare Alba Longa e diventare la città guida della lega delle città del Lazio.
È però certo che i re non furono solo sette: Roma venne infatti fondata, a
quanto dicono gli storici antichi, nel 753 a.C. e l’ultimo re, Tarquinio il Superbo, fu cacciato nel 509 a.C. Ora, è molto difficile credere che in circa due
secoli e mezzo abbiano governato solo sette re, per una media che si aggira
sui trentacinque anni di regno ciascuno. Quindi, con tutta probabilità, i re di
Roma furono più numerosi.
Il periodo dell’egemonia etrusca • Il fatto che i due Tarquini fossero sovrani di
origine etrusca (il loro stesso nome richiama la città etrusca di Tarquinia)
ci fa pensare che Roma sia stata in stretto contatto con il mondo degli Etruschi e che probabilmente abbia subito in qualche modo la loro supremazia.
L’egemonia etrusca comportò non soltanto più frequenti scambi commerciali, ma anche un vero e proprio progresso civile e culturale. La civiltà etrusca
era allora assai più evoluta di quella latina e la sua forte influenza si può riscontrare sia nella religione che nell’arte romana.
Ad ogni modo, nel VI secolo a.C. la Roma dei Tarquini era già una città di
notevoli dimensioni. La zona abitata occupava 300 ettari di terreno e arrivava ai colli del Palatino,
del Viminale e del Quirinale. La popolazione è stimata dagli storici in circa 30.000
abitanti. Pietre scolpite, terrecotte,
bronzetti e avori ritrovati negli scavi
archeologici ci danno l’immagine di
una città già abbastanza ricca ed evoluta, fortemente legata agli influssi
etruschi ma anche a quelli provenienti dalle colonie della Magna Grecia.
Testa bronzea del V secolo a.C.
Le cosiddette «mura serviane», visibili in vari
punti di Roma, risalgono in realtà
al IV secolo a.C.
IL PROCESSO CHIAVE
Verifica se hai capito
1
2
3
Quali caratteri ebbe il regno di Numa Pompilio?
Quali furono i re etruschi?
Che cosa c’è di falso nella tradizione
dei sette re di Roma?
Gli scambi commerciali
Già alla fine del VII secolo a.C. fu costruito il ponte Sublicio sul Tevere, segno
che gli scambi commerciali tra le due rive si erano notevolmente intensificati. L’intenso traffico commerciale della zona indusse gli Etruschi a estendervi la loro supremazia.
349
Unità Apprendimento 4
di
3.
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
LA SOCIETÀ DELLA ROMA MONARCHICA
Patrizi e plebei • Come nel mondo greco, anche a Roma troviamo sin dalle origini differenti gruppi sociali in contrasto tra loro. Gli esponenti delle famiglie
nobili, i grandi proprietari terrieri, erano chiamati patrizi. Ogni famiglia patrizia faceva parte di un gruppo familiare più allargato, che discendeva da un
antenato comune e quindi era legato da vincoli di parentela; questo gruppo familiare era detto gens. Ogni
esponente di una famiglia nobile aveva tre nomi, per
esempio «Publio Cornelio Scipione»: il primo (prenome) era il nome personale; il secondo (nome) indicava il gruppo familiare, cioè la gens; il terzo (cognome) stabiliva la famiglia particolare: gli Scipioni, per esempio, erano una delle famiglie che facevano parte della gens Cornelia.
Tutti gli altri uomini liberi, che non appartenevano alle grandi famiglie patrizie, venivano chiamati plebei: essi erano artigiani, commercianti, contadini che non possedevano terre,
pastori, lavoratori in genere e non potevano
far parte del Senato.
La clientela • Per migliorare la loro esistenza, i
plebei potevano divenire «clienti» delle famiRitratto di patrizio romano
glie patrizie. La cosa avveniva nel modo seguendel III secolo a.C.
te. Il plebeo si metteva al servizio di un patrizio
(patrono) e della sua famiglia, ricevendone in cambio aiuto e protezione. La
clientela comportava anche l’aiuto reciproco, sia in pace sia in guerra, il sostegno del patrono nelle liti e nelle questioni legali, spesso la gestione in comune di proprietà terriere e di altri affari.
L’aiuto ricevuto sul campo di battaglia o nei momenti del bisogno portava
con sé fiducia, gratitudine, affetto, amicizia, fedeltà. Accadeva che i patrizi
divenissero patroni anche dei figli dei loro clienti, assistendo alle loro nascite, partecipando ai festeggiamenti per i loro matrimoni, indirizzandoli verso
un lavoro o una professione. Il rapporto di clientela divenne così una vera
istituzione, prevista e riconosciuta anche dalla legge, e fu alla base dei rapporti sociali della Roma antica e poi di quella imperiale.
Una società aperta • Sempre riguardo ai rapporti fra patrizi e plebei occorre
ancora notare che quella di Roma fu in generale una società più aperta delle
altre che abbiamo sinora conosciuto. Con lo sviluppo dell’economia e con le
conquiste militari si crearono nel tempo diverse classi intermedie fra il patriziato e la plebe. A Roma non era difficile passare da una classe all’altra e i plebei più ricchi finivano per essere accolti fra i patrizi con una certa facilità.
LA FIGURA SOCIALE
Patrizi e plebei
Un racconto ‘romantico’ Lo storico
greco Dionigi di Alicarnasso (I secolo
a.C.), che nelle Antichità romane narrò
dettagliatamente le origini di Roma, afferma che il primo atto di Romolo, dopo
aver fondato la città, fu quello di dividere il popolo in due gruppi. Nel primo pose quelli «più lodevoli per valore e più
ricchi per denaro» e li chiamò «padri», sia
perché erano più anziani, sia perché
avevano famiglie numerose, e in generale come titolo di rispetto; inoltre stabilì che i loro discendenti fossero chiamati «patrizi». Nel secondo gruppo Romolo
riunì «i deboli e i poveri», e li chiamò «plebei», cioè appartenenti alla plebs, in latino «popolo, moltitudine». Infine istituì la
clientela, in modo che i più potenti curassero i più deboli e fossero per loro,
appunto, dei «padri», cioè patroni.
I CONCETTI
Clientela
La parola cliens («cliente») deriva dal
verbo cluo, che significa «ascoltare con
rispetto», quindi anche «obbedire». Potrebbe dunque sembrare che il cliente
fosse una specie di schiavo, che doveva
offrire i suoi servigi al patrono sia in termini di lavoro materiale, per esempio lavorando nei suoi campi o prestandogli
servizio militare, sia in termini di rispetto
formale, recandosi la mattina davanti alla sua casa per il rito della salutatio (il
saluto ossequioso di tutti i clienti al patrono). I doveri del patrono, però, non
erano inferiori. Pur essendo in una posi-
IL PROCESSO CHIAVE
Le classi sociali
La società romana era divisi tra i patrizi (grandi proprietari terrieri) e i plebei
(artigiani, commercianti, contadini senza terra). Lo sviluppo dell’economia
portò alla formazione di classi intermedie, e la società romana consentì fin
dall’inizio una certa mobilità sociale.
350
Verifica se hai capito
1
2
3
Quali erano le classi sociali nella Roma monarchica?
Che cos’era la gens?
In che cosa consisteva la clientela?
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
La realtà della divisione in classi
Le realtà fu molto meno romantica di come immaginò Dionigi. Nella Roma delle
origini ci fu una netta contrapposizione
fra un gruppo di ricchi e potenti (patrizi)
e un gruppo più numeroso di meno abbienti (plebei).
Per spiegare questa rigidità, alcuni
studiosi hanno ipotizzato che i due
gruppi riflettessero un’originaria diversità etnica (i patrizi sarebbero i conquistatori romani, i plebei gli abitanti
precedenti della zona sottomessi dai
primi), mentre altri hanno pensato a
una distinzione religiosa (solo i patrizi
potevano amministrare il culto, i plebei
ne erano esclusi). Altri ancora, sempliStatua di patrizio che esibisce i busti
dei propri antenati. Le immagini degli avi
erano conservate nel luogo più sacro
della casa ed esibite con orgoglio
a riprova dell’antichità della famiglia.
zione di predominio, egli sarebbe stato
coperto di disonore e maledetto dagli
dèi se fosse venuto meno al suo dovere
di aiutare il suo protetto in caso di bisogno (per esempio donandogli la sportula, un cesto con denaro e generi alimentari).
Questa reciprocità fra protettore e
protetto è una caratteristica tipicamente romana.
La clientela era un istituto ben preciso,
codificato con norme dettagliate. Alla
base c’era l’ideale di fides, parola che
non significa affatto «fede» (che in italiano è un concetto attivo: nutrire fede
cemente, hanno fatto risalire la divisione a una distinzione economica (i
patrizi erano i ricchi, i plebei i poveri),
ma la spiegazione non tiene: fin dall’inizio della storia romana, infatti, abbiamo notizia di patrizi poveri e di plebei
ricchi.
In realtà, nel corso dei secoli a Roma
accadde quello che si verificò anche
in Grecia: un periodo di grande prosperità economica portò alla ribalta
un gruppo di ceti nuovi (mercanti, artigiani, stranieri immigrati, schiavi liberati) che iniziarono a chiedere diritti politici più adeguati alla loro forza e
al loro contributo alla società. Questo
nuovo gruppo multiforme furono i
plebei, mentre i patrizi appartenevano
alle famiglie più antiche. Come vedremo nel capitolo successivo, questo
conflitto assunse talvolta toni drammatici.
verso qualcuno), ma indica la «affidabilità», la «lealtà» (un concetto passivo:
quello che gli altri si aspettano da noi
nei rapporti).
La clientela era un legame talmente
forte da trasmettersi di padre in figlio.
E poiché nell’antica Roma i legami
personali contavano più di quelli pubblici, non di rado vedremo come gli
schieramenti fra fazioni opposte non
si formarono in base a ideali astratti
(come potrebbe essere per i partiti
politici odierni, che si ispirano a ideologie diverse), ma in base ai rapporti di
amicizia o di clientela.
Pastori al lavoro in un rilievo del I secolo a.C.
Cista Ficoroni
(IV-III secolo a.C.), prezioso
contenitore per oggetti personali
fabbricato a Roma e donato da una
madre patrizia alla figlia.
351
Unità Apprendimento 4
di
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
LEGGI L’IMMAGINE
La Roma arcaica
All’altezza dell’isola Tiberina il Tevere ha un’ansa
che rende le acque più placide e induce le navi
alla sosta, rendendo questo luogo
uno scalo ideale per il commercio fluviale.
Sulle pendici nord
del Palatino sono stati
ritrovati resti di un muro
del 730 a.C. circa,
confermando
la datazione tradizionale
della fondazione
di Roma.
356
Sul Palatino sono stati
ritrovati i più antichi
insediamenti dell’area
di Roma; secondo
la leggenda, Romolo
vi osservò il volo
degli uccelli prima
di fondare la città.
Per agevolare i frequenti
traffici fra la sponda
settentrionale e quella
meridionale del Tevere,
fu costruito il ponte Sublicio,
dapprima in legno,
poi in muratura.
Il Foro, posto fra
Campidoglio e Palatino,
fu usato come cimitero
all’inizio dell’età del ferro;
poi divenne la piazza
più importante di Roma,
con botteghe, templi
ed edifici pubblici.
Il Campidoglio fu occupato dai Sabini
nella guerra scoppiata in seguito al
ratto, quando non era ancora incluso
nelle mura; inglobato in seguito
nella città, vi fu eretto dai Tarquini
il tempio di Giove Capitolino.
Rispondi alle domande
●
●
●
Quali vantaggi offriva la vicinanza dell’isola Tiberina
a Roma? E quali la presenza dell’ansa del Tevere?
Quale fu l’estensione originaria di Roma secondo la
leggenda?
Perché la presenza di sepolture dell’età del ferro nel
Foro non basta a farci ipotizzare che esistesse una
città all’epoca, mentre il muro del Palatino sì?
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
7.
LA RELIGIONE
LE VOCI DEL PASSATO
Una religione di origini agricole • Nei primi tempi a Roma si onoravano le forze
della natura, quelle che potevano garantire l’abbondanza del raccolto e la fecondità degli animali domestici; ogni momento della vita dei campi (aratura,
semina, raccolto ecc.) era assistito da una volontà divina (numen) e spesso
veniva preceduto da un rito religioso. In seguito la religione romana (che era
politeista, cioè prevedeva molte divinità) divenne più complessa.
Gli dèi • Il primo calendario in uso a Roma ricorda le feste di Giove, Giano e
Cerere, dea dei raccolti,
in una statua proveniente da Ariccia.
Statua di Giove, la
principale divinità
romana.
Vesta. Giove era il dio supremo e la divinità principale. Come tale era il signore del cielo e della terra, proteggeva le città, i trattati e i giuramenti; in
quanto dio della natura era anche una divinità della fertilità. Giano e Vesta
erano due divinità minori: il primo proteggeva la porta di casa e l’inizio di ogni
lavoro; la seconda vegliava sul focolare domestico.
Quirino, cioè Romolo divinizzato, e Marte erano due divinità guerriere.
Saturno proteggeva la semina, Cerere il raccolto del grano, Flora e Pomona i
fiori e i frutti. Presto altre divinità femminili si affiancarono a Giove: la moglie
Giunone, regina degli dèi; Minerva, dea della sapienza; Diana, dea della caccia; Venere, dea dell’amore.
Molto importanti erano poi le divinità familiari, cioè quegli dèi minori che
erano oggetto di culto all’interno della famiglia. Ogni casa, infatti, aveva i suoi
dèi: gli spiriti degli antenati (i Mani), i protettori della casa (i Lari) e della famiglia (i Penati). Era il capofamiglia a svolgere la funzione di sacerdote e a
rendere onore a queste divinità.
Pontefici, àuguri, Vestali • Cerimonie religiose venivano celebrate in occasione dei raccolti, dei momenti più importanti dell’attività agricola,
delle vittorie militari. A capo del rituale religioso era il pontefice massimo (in latino pontifex significa «colui che costruisce un ponte» tra gli uomini e gli dèi), che presiedeva il collegio di pontefici con il compito di conservare le tradizioni
giuridico-religiose della città e assistere il re nelle funzioni
religiose.
Altri sacerdoti, gli àuguri, predicevano il futuro leggendo la
volontà degli dèi nei fenomeni naturali: il lampo, il tuono, il volo degli uccelli. Essi si ricollegavano così alla divinazione praticata
dagli Etruschi (➞ pag. 333). Alcune sacerdotesse, dette Vestali, tenevano continuamente acceso il fuoco nel tempio di Vesta, protettrice della grande famiglia costituita dal popolo romano.
L’influsso della religione greca • A partire dal III secolo a.C., a causa
Tempietto (aedicula) per la venerazione
delle divinità familiari.
Verifica se hai capito
1
2
Quali erano gli dèi principali dei Romani?
Quali tipi di sacerdoti esistevano?
della grande influenza esercitata su Roma dal mondo greco, si verificò una specie di sovrapposizione fra divinità che presentavano
caratteristiche simili (abbiamo già chiamato questo fenomeno
sincretismo religioso: ➞ pag. 293). Quindi Giove si identificò col
greco Zeus, Giunone con Era, Marte con Ares, Minerva con Atena, Venere con Afrodite e così via.
Divennero allora popolari a Roma anche divinità soltanto
greche come Ermes (Mercurio), Apollo e Asclepio (Esculapio), il dio della medicina che ebbe un santuario nell’isola TiStatua
berina. Anche nel corso dei secoli successivi, come vedremo
in bronzo
nei capitoli successivi, la tendenza fu sempre quella di accodel dio della
gliere le divinità dei popoli conquistati e di integrarle con quelguerra Marte
(V secolo a.C.). le romane.
357
FontiaConfronto
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
Le origini di Roma secondo i pagani
e secondo i cristiani
Come sappiamo, la leggenda della fondazione
fu narrata da moltissimi storici romani per
rivendicare orgogliosamente l’origine divina
della città e giustificarne il dominio su tutto il
mondo. Ben diversamente giudicarono le cose i
primi cristiani che, più attenti ai valori morali
e spirituali che a quelli militari, criticarono la
violenza e l’ingiustizia contenute nella leggenda
di Romolo. Qui di seguito diamo un brano dello
storico Floro (II secolo d.C.) e dello scrittore
cristiano Minucio Felice (II-III secolo d.C.),
che parlano entrambi del fondatore di Roma.
a)
..................................................................................................................................
Il primo fondatore sia della città sia dell’impero fu il celebre
Romolo, nato da Marte e Rea Silvia. [...] A proteggere la nuova città sembrava bastare un fossato; mentre Remo criticava
la sua strettezza saltandolo, venne ucciso, non si sa se per ordine del fratello: certo è che fu la prima vittima e che inaugurò con il suo sangue le fortificazioni della nuova città. Più che
una città, aveva creato l’immagine di una città: mancavano gli
abitanti. Lì vicino c’era un bosco; lo rese un asilo, e subito accorse un’incredibile quantità di uomini: pastori latini ed etruschi, e alcuni anche da oltre mare, Frigi che erano giunti sotto
la guida di Enea e Arcadi1 che erano giunti sotto la guida di
Evandro. E così formò un unico corpo, per così dire, da vari
elementi, e così creò il popolo romano.
Un popolo di maschi sarebbe durato una sola generazione.
Perciò, poiché non ottenevano i matrimoni richiesti ai vicini,
se li presero con la forza. Dunque, simulati dei giochi equestri, le vergini che erano giunte allo spettacolo furono prese come preda. E ciò fu subito causa di guerra. Furono respinti e messi in fuga i Veienti2; fu presa e distrutta la città
dei Ceninesi3; inoltre il re portò con le sue mani le spoglie
opime4 del re Acrone a Giove Feretrio.
Alla fine le donne rapite si frapposero tra i combattenti con
le chiome strappate. Così fu fatta la pace con Tazio e fu stipulato un patto, e ne conseguì una cosa incredibile a dirsi:
i nemici, lasciate le loro dimore, emigrarono nella nuova città e misero in comune con i loro generi le ricchezze di famiglia come dote. [...]
Avendo ordinato queste cose, d’improvviso, mentre presiedeva un’assemblea davanti alla città presso la palude della Ca-
pra, sparì dalla vista. Alcuni credono che fu fatto a pezzi dal
Senato per la sua indole troppo dura, ma un’improvvisa tempesta e un’eclissi fornirono un motivo per divinizzarlo. Riguardo a ciò diede la sua parola Giulio Proculo, dicendo di aver visto Romolo con un aspetto più venerabile di quello che aveva
in vita; inoltre gli aveva ordinato di dire che dovevano considerarlo una divinità, e in cielo era chiamato Quirino; e gli dèi
avevano deciso che Roma dominasse su tutti i popoli.
[Floro, Epitome di storia romana, I, 1, trad. L. Argentieri]
1.
2.
3.
4.
Popolazione greca.
Gli abitanti di Veio.
Popolazione vicina a Roma.
L’armatura del capo del nemico, da consacrare agli dèi come ringraziamento.
b)
..................................................................................................................................
Ma certo, non c’è da meravigliarsi che quello spiccato e ben
noto senso del diritto, che distingue i Romani, si sia delineato sotto i migliori auspici fin dalla culla del nascente impero. Ma alla loro origine non fu forse l’empietà a tenerli
uniti e non crebbero in potenza avendo come baluardo il
terrore che ispirava la loro ferocia?
Infatti, i primi gruppi della plebe si raccolsero nell’Asilo: vi confluirono elementi irrecuperabili, scellerati, amorali, assassini,
traditori e lo stesso Romolo, il loro capo e loro guida, che per
superare in scelleratezza il proprio popolo, commise un fratricidio. Ecco i primi auspici di questo stato così ligio alla religione! Ben presto, senza curarsi dei valori etici tradizionali, egli
rapì, disonorò giovani donne straniere1, già fidanzate, già legate ad altri, e non poche spose novelle, e ne fece oggetto di
scherno, e imbastì una guerra con i loro genitori, vale a dire
con i propri suoceri, e sparse sangue di parenti.
Che cosa c’è di più empio, di più temerario, di più sicuro della
fiducia arrogante che si ripone nel delitto? Ecco scacciare popolazioni limitrofe dal loro territorio, sconvolgere fino alla distruzione le città più vicine, socialmente bene organizzate, con
i loro templi e altari, concentrare prigionieri, ingrandirsi sulle
miserie altrui e sui propri delitti: questa la linea di condotta comune a Romolo e agli altri re e capi dopo di lui.
Pertanto, tutto ciò che i Romani tengono, venerano, possiedono, rappresenta una preda della loro sfrontata audacia: tutti i templi sono stati allestiti con materiali provenienti dalla distruzione di città, dalla spoliazione di dèi, dalle uccisioni di sacerdoti.
[Minucio Felice, Ottavio, 25, trad. F. Solinas]
1.
Le Sabine.
៑ Dai un titolo adeguato ai due brani, poi confronta come i due scrittori valutano i punti salienti della vicenda di Romolo e riempi la
tabella sottostante.
uccisione di Remo
istituzione dell’asilo
ratto delle Sabine
conquista dei popoli vicini
origine di Romolo
358
Floro
Minucio Felice
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
....................................................................................................
....................................................................................................
....................................................................................................
....................................................................................................
....................................................................................................
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
Sintesi
La fondazione e i re di Roma fra leggenda e realtà
GLI EVENTI
I CONCETTI
GLI EVENTI
Le origini di Roma sono raccontate da una leggenda, secondo cui Romolo e
Remo, i fondatori della città, erano discendenti di Enea, l’eroe fuggito da
Troia. Questa leggenda fu poi ripresa dagli storici romani soprattutto per ragioni di propaganda: sorta per volere degli dèi, Roma raccoglieva l’eredità degli eroi omerici ed era destinata a dominare il mondo. Secondo la tradizione,
la fondazione di Roma ebbe luogo nell’anno 753 a.C.
I ritrovamenti archeologici ci permettono di ricostruire più realisticamente
le origini di Roma. Era probabilmente un modesto villaggio di pastori e contadini fra i molti che sorgevano nel Lazio, riuniti in una lega capeggiata da Alba Longa. La felice posizione geografica del primo nucleo di abitazioni poste
in vicinanza del Tevere e del mare favorì, in seguito, lo svilupparsi di una città commerciale grazie al commercio fluviale; già al re Anco Marzio è attribuita la fondazione di Ostia, il porto di Roma, alla fine del VII secolo a.C.
Secondo la leggenda, nel periodo monarchico si susseguirono a Roma sette
re, anche se è impossibile che dal 753 a.C. (anno della fondazione) al 509 a.C.
(anno della cacciata dei re e dell’inizio della repubblica) abbiano regnato solo sette sovrani. È certo però che alla fine del VII secolo a.C. gli Etruschi estesero la propria egemonia anche a Roma, tanto che gli ultimi tre re di Roma furono di origine etrusca.
IL PERSONAGGIO
I LUOGHI
La società
LA FIGURA SOCIALE
I CONCETTI
La primitiva società romana era divisa in due gruppi: da un lato gli appartenenti
alle famiglie più ricche, proprietarie di terre, chiamati patrizi, dall’altro lato i
plebei, cioè tutti gli altri: contadini, artigiani, commercianti, pastori, lavoratori in genere. Solo i patrizi potevano far parte del Senato (o Consiglio degli anziani), che sceglieva il re e lo assisteva nel governo della città. I plebei potevano essere legati alle famiglie patrizie dal rapporto di clientela.
La famiglia aveva una funzione molto importante nella società romana; era
una famiglia patriarcale allargata guidata dal capofamiglia (il pater familias). Da lui dipendevano, fino alla sua morte, la moglie e tutti i figli anche se
sposati e con prole.
Tribù, curie, centurie
LA FIGURA SOCIALE
I CONCETTI
Fin dai tempi più lontani la popolazione di Roma era divisa in tre grandi tribù, a loro volta suddivise in curie. Queste ultime servivano da base per il reclutamento dell’esercito e si riunivano in un’assemblea (i comizi curiati).
Con la riforma di Servio Tullio, il sesto dei sette re ricordati dalla tradizione,
la popolazione fu divisa in nuove tribù a seconda del territorio e in classi di
ricchezza (o censo). Queste ultime dovevano fornire un dato numero di centurie di armati in proporzione alla propria ricchezza. I cittadini in grado di pagarsi le armi erano tenuti a combattere. I componenti delle nuove tribù formarono l’assemblea dei comizi tributi, mentre quelli delle centurie formarono l’assemblea dei comizi centuriati. Il maggior potere rimase tuttavia nelle
mani del Senato e quindi dei patrizi che lo componevano.
Economia e religione
L’economia di Roma fu inizialmente basata sull’agricoltura e sull’allevamento; in seguito Roma divenne un importante porto fluviale (alla fine del VII
secolo a.C. fu costruito il ponte Sublicio), da dove partivano merci in direzione delle altre città latine e di quelle etrusche e della Magna Grecia.
I Romani furono politeisti. Giove fu la principale delle loro molte divinità. La
conquista di nuovi popoli e il contatto con altre religioni mutarono progressivamente nel tempo gli usi e le credenze religiose dei Romani. In particolare, il contatto con la religione dei Greci portò a sovrapporre e identificare le
rispettive divinità.
GLI EVENTI
359
Unità Apprendimento 4
di
LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
COMPLETA LA MAPPA DEL PROCESSO CHIAVE
................................................................ Il Tevere è un fiume ....................................... e fu quindi
una ........................................................... vantaggiosa per le civiltà del Lazio; il sito di Roma, per di più, sorse non lontano dal mare, in una posizione favorevole ai
............................................................ .
................................................................ Già alla fine del VII secolo a.C. fu costruito il
....................................... sul Tevere, segno che gli scambi commerciali tra le due rive
si erano notevolmente intensificati. L’intenso traffico commerciale della zona
indusse gli ........................................................ a estendervi la loro ................................................... .
................................................................ La società romana era divisa tra i patrizi
(.........................................................................) e i plebei (artigiani, ..............................................., contadini senza terra). Lo sviluppo dell’economia portò alla formazione di classi
intermedie, e la società romana consentì fin dall’inizio una certa
.................................................................................. .
................................................................ A partire dal VI secolo a.C., l’ascesa
di nuovi ceti portò a riorganizzare le tribù su base ................................,
non più ......................................................., e a formare le classi in base al
censo, indipendentemente dalla ......................................................: anche ai
plebei si iniziò a riconoscere dei diritti, anche se minori.
៑ Completa le frasi sopra riportate e dai un titolo adeguato ai vari capoversi.
360
13.
Arriva al traguardo
Roma dalle origini alla fine della monarchia
Osserva la cartina e rispondi alle domande che ti vengono poste. Se la risposta
è corretta, puoi passare alla domanda successiva; se è errata, segui le istruzioni per
il ripasso. Vince chi arriva al traguardo con il minor numero di mosse.
Quali caratteristiche
ha il commercio fluviale?
Se la risposta è corretta,
vai alla domanda 2;
altrimenti, ripassa
a pag. 344-345
Etruschi
Lago di
Bracciano
Tev
ere
1
Sabini
Equi
e
ien
An
2
Roma
Perché gli Etruschi erano
interessati all’area
del Tevere?
Lago Latini
Regillo
Lago
di Albano
Se la risposta è corretta,
vai alla domanda 3;
altrimenti, ripassa
a pag. 348-349
Ernici
Mar Tirreno
Volsci
3
Paludi
Pontine
Da dove provenivano,
secondo la leggenda,
Romolo e Remo?
Se la risposta è corretta,
vai alla domanda 4;
altrimenti, ripassa
a pag. 342-343
4
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Se la risposta è corretta,
vai alla domanda 7;
altrimenti, ripassa a pag. 348
361
Verifiche
Unità di apprendimento 4 • LA CIVILTÀ DI ROMA REPUBBLICANA
5. La religione romana
Vero o falso?
1. Secondo la leggenda, la fondazione di Roma
è legata all’eroe troiano Enea.
2. Al contrario di altre città, Roma ebbe
una monarchia elettiva e non ereditaria.
3. Intorno al VI secolo a.C. Roma estese
la sua egemonia sull’Etruria meridionale,
provocandone il declino.
4. Il Senato era la riunione mensile dei guerrieri più
anziani; affiancava il re nelle decisioni più importanti.
5. Il popolo romano era riunito in una tribù
suddivisa in dieci curie che comprendevano
le dieci gentes principali.
6. Un’importante riforma costituzionale divise
i cittadini in cinque classi basate sul censo
più una sesta classe di nullatenenti.
a
V
F
b
V
F
c
V
F
V
F
V
F
V
F
Scegli la risposta corretta fra quelle proposte.
1. Gli storici considerano poco attendibile la storia delle origini di Roma perché
b
c
in realtà fu molto potente già molto prima di quanto i
resti archeologici attestino
nel 753 a.C. fu fondata da profughi di una città etrusca
che a quella data era già stata distrutta
sette re in quasi 250 anni di monarchia sono troppo
pochi
2. Come nasceva il rapporto di clientela che legava un plebeo
a un patrizio?
a
b
c
I saperi della storia
Il tempo
Collega gli avvenimenti alla data corrispondente.
Questionario a risposta multipla
a
una volta entrata in contatto con quella greca, abbandonò gli dèi originari e adottò quelli greci
considerava il re il figlio degli dèi, ed era amministrata
dai pontefici, dagli àuguri e dalle Vestali
era originariamente una religione di tipo agricolo, poi
identificò le divinità con quelle greche che presentavano tratti di somiglianza
Il plebeo era costretto dai debiti e voleva sfuggire alla
schiavitù cui erano condannati i debitori insolventi
Il plebeo si metteva spontaneamente al servizio del patrizio e ne riceveva aiuto e protezione; il rapporto prevedeva l’aiuto reciproco in caso di guerra
Il plebeo si metteva spontaneamente al servizio del patrono per sfuggire ai rigori della legge se aveva commesso un reato che comportava la perdita della cittadinanza
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
fine della monarchia a Roma
costruzione del primo ponte sul Tevere
presenza nel Lazio di villaggi già evoluti
inizio della stirpe di re etruschi
datazione del «muro di Romolo»
fondazione di Roma
fondazione di Ostia
riforme di Servio Tullio
primi insediamenti di contadini sul Palatino
A
B
C
D
E
F
G
H
I
VIII secolo a.C.
753 a.C.
fine del VII secolo a.C.
inizio del VI secolo a.C.
fine del VII secolo a.C.
X secolo a.C.
616 a.C.
509 a.C.
730-720 a.C.
Lo spazio
Indica sulla cartina
a) Ostia
b) Alba Longa
c) Veio
d) Tarquinia
b
c
era patriarcale, guidata quindi dal capofamiglia; una
volta diventati adulti, i figli costituivano un nucleo familiare proprio
era patriarcale e allargata, composta da padre, madre
e figli con le rispettive mogli; il rapporto cessava solo
con la morte del capofamiglia
era patriarcale e allargata; in caso di morte del capofamiglia il potere passava alla donna
Lago di
Bracciano
ne
Anie
4. Come era organizzato l’esercito?
a
b
c
362
ogni classe contribuiva a formarlo in proporzione alla
propria ricchezza
ogni classe contribuiva a formarlo, ma solo i più ricchi
dovevano fornire i combattenti; i più poveri fungevano
da ausiliari
ogni classe contribuiva a formarlo, ma solo chi era cittadino romano da almeno una generazione poteva impugnare le armi; gli altri si limitavano a pagare un tributo
Tev
er
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3. Quali caratteristiche aveva la famiglia romana?
Mar Tirreno
13.
Roma dalle origini alla fine della monarchia
Gli eventi
Collega gli eventi con le loro conseguenze.
1. Secondo la tradizione, all’inizio Roma aveva
una popolazione scarsissima
2. I legami personali, come la clientela, ebbero
sempre grande importanza per i Romani
3. Alla fine del VII secolo a.C. il commercio
sulle sponde del Tevere era molto intenso
4. Alba Longa era la città più florida dell’area
del Tevere nell’età del ferro
5. La fiorente economia portò alla ribalta nuovi
ceti sociali
A spesso fecero le loro scelte politiche più per i rapporti personali che per ideologia
B nel VI secolo la Costituzione fu riformata dando maggiore
importanza al censo
C probabilmente Roma nacque come sua colonia o come
suo scalo commerciale
D Romolo fondò l’Asilo e ideò il rapimento delle donne sabine
E fu costruito il primo ponte (il ponte Sublicio)
Il personaggio
Completa la seguente tabella, elencando le caratteristiche di Romolo nei campi di seguito elencati.
Infanzia
e giovinezza
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
Parentele
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
Attività militare
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
Attività
legislativa
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
...................................................................................................................
I concetti
Definisci con parole appropriate il primo concetto dell’elenco; poi completa le altre definizioni utilizzando le parole date.
Clientela:..............................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Pater familias: ...................................... della famiglia romana, che era
di tipo ............................... e .................................; aveva ..........................................
sugli altri membri della famiglia, anche quando questi diventavano ........................................................................... .
Commercio fluviale: commercio che si sviluppa lungo i
............................................. con acque ..................................; sulle rive del fiume sorgono città che fungono da ...................................... in cui convergono le ................................. del commercio ................................................. .
Curie: termine che indica sia il ....................................... di persone appartenenti a diverse ................................... sia l’................................................... in
cui si riunivano; le curie erano ...................................................... per ognuna delle ................................................................ tribù.
Centurie: .................................... di base dell’..................................... romano;
erano fornite dalle diverse ................................................... e formate da
.................................................................... soldati.
allargato – capofamiglia – cento – classi – dieci –
edificio – esercito – fiumi – gentes – maggiorenni –
mercanzie – navigabili – nucleo – patriarcale – potere assoluto – raggruppamento – scali commerciali – terrestre – tre
La figura sociale
Completa lo schema seguente con le parole opportune.
La divisione fra patrizi e plebei sarebbe stata
istituita da ................................................................................
per ..................................................................................................
...........................................................................................................
Il nome «patrizi» deriva da .....
.....................................................................
.....................................................................
.....................................................................
Il nome «plebei» deriva da .....
.....................................................................
.....................................................................
.....................................................................
I plebei e i patrizi potevano
legarsi fra loro mediante .......
.....................................................................
cioè .........................................................
La classe dei plebei si formò
.....................................................................
.....................................................................
.....................................................................
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