Le origini di Roma e l`età monarchica

Dispense prof. Gentile Giorgio
Roma, dalla leggenda alla storia
LA LEGGENDA
La leggenda narra che Roma venne fondata nel
753 a.C. da due gemelli: Romolo e Remo. I gemelli
erano figli del dio Marte e discendevano da un
eroe troiano, Enea, che era scampato alla
distruzione della sua città. Fu Romolo a tracciare i
confini di Roma sul colle Palatino; poi uccise
Remo, che non ne rispettava l'autorità, e divenne
il primo re della città. Secondo la leggenda,
dunque, Roma avrebbe preso il nome dal suo
fondatore. In realtà avvenne esattamente il
contrario: fu Romolo a prendere il nome da Roma.
La leggenda, infatti, si sviluppò dopo la nascita
della città ed è giunta sino a noi grazie all'opera di
autori che vissero circa otto secoli dopo.
D'altronde il significato profondo della leggenda è
facilmente individuabile: la nascita della città fu
determinata dall'intervento di un dio (Marte);
Roma era l'erede della grande civiltà greca perché
era stata fondata dai discendenti di un eroe
troiano (Enea). Insomma, l'obiettivo degli autori
che divulgarono la leggenda era quello di rendere nobile l'origine della città. Nel frattempo Roma era
divenuta il centro di un grande impero. E la leggenda serviva proprio a dimostrare che fin dalle sue origini la
città era stata chiamata ad un grande destino: quello di dominare il mondo.
LE FONTI STORICHE
Per gli storici è molto difficile ricostruire la storia dei primi secoli di Roma perché i documenti disponibili
sono alquanto limitati. Le opere più antiche che ci sono giunte si devono a Dionigi di Alicarnasso, Diodoro,
Tito Livio: questi autori sono tutti storici che vissero circa otto secoli dopo la fondazione leggendaria di
Roma. Ovviamente questi autori composero le loro opere consultando gli scritti di letterati precedenti. Noi
non conosciamo il contenuto di questi lavori, ma sappiamo che risalivano ad un'epoca decisamente
successiva al 753 a.C. Il più antico storico di Roma, infatti, fu Quinto Fabio Pittore, un senatore che visse nel
III setole a.C., cioè circa cinque secoli dopo la presunta nascita di Roma. Anche i ritrovamenti archeologici
non consentono di fare chiarezza sulle fasi più antiche della storia romana. L'area in cui sorse la città,
infatti, vide nel corso dei secoli innumerevoli interventi di distruzione e ricostruzione. Così sono rimaste
poche tracce dei monumenti e degli edifici più antichi.
DALLA LEGGENDA ALLA REALTÀ
Nel corso del II millennio a.C. si stabilirono in Italia delle popolazioni d'origine indoeuropea. Tra queste, i
Latini occuparono le coste ed una parte dell'entroterra del Lazio, edificando i loro villaggi sulle colline,
perché la pianura era paludosa e malsana. Il loro centro principale era Alba Longa (l'attuale Castel
Gandolfo), che verso l’VIII secolo a.C. divenne la sede di un'alleanza che ebbe valore soprattutto in campo
1
Dispense prof. Gentile Giorgio
religioso: la federazione latina. Tra i villaggi che facevano parte di questa federazione c'erano anche quelli
che sorgevano vicino al Tevere, sui colli del Palatino, del Campidoglio e del Quirinale. Questi villaggi erano
stati fondati a partire dal X-IX secolo a.C. da pastori e contadini di origine latina. Col tempo altre comunità si
formarono sui colli dell'Aventino, del Capitolino, dell'Esquilino e del Celio. Infine, i villaggi sorti sui sette
colli si svilupparono fino a formare una sola città: Roma. La vera origine di Roma dunque fu piuttosto umile.
Ma allora, che cosa determinò la straordinaria
crescita successiva della città? Numerose cause,
ma soprattutto la sua fortunata posizione
geografica. Roma, infatti, sorse presso il Tevere in
corrispondenza dell'isola Tiberina, cioè in un
punto in cui il fiume poteva essere facilmente
attraversato: un passaggio importante per i
traffici che seguivano la via del fiume. Inoltre, la
vicinanza alla foce del Tevere, approdo sicuro per
le navi, contribuì a fare della prima Roma un
vivace centro commerciale. Di lì passava anche la
famosa "via del sale" (la Salaria) attraverso la
quale il sale delle saline di Ostia poteva arrivare
fino all'Appennino. Grazie ai commerci, Roma fu
anche un luogo di incontro fra genti diverse. I
contatti con le città greche della costa campana e
con quelle etrusche fecero conoscere alle
popolazioni laziali le forme più evolute di civiltà
presenti in Italia.
IL PERIODO MONARCHICO (753 – 509 A.C.)
Secondo la tradizione, tra il 753 e il 509 a.C. Roma fu governata da una monarchia. La leggenda vuole che i
re siano stati sette e precisamente: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco,
Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Gli storici moderni accettano solo parzialmente questa versione:
 ritengono credibile che Roma sia stata governata da una monarchia nei primi secoli della sua storia;
 respingono la leggenda dei sette re; se infatti i re fossero stati solo sette, ognuno di loro avrebbe dovuto
regnare per circa 35 anni: un periodo davvero troppo lungo per essere attendibile; i re, dunque, furono
certamente più di sette;
 per quanto riguarda il nome dei re, gli storici ritengono che Romolo sia certamente una figura
leggendaria; gli altri nomi potrebbero corrispondere a persone realmente esistite, ma secondo alcuni
studiosi si tratterebbe anche in questo caso di personaggi leggendari di cui gli autori romani si servirono
per sintetizzare quanto avvenuto in un determinato periodo.
Il re veniva eletto dai capi delle famiglie aristocratiche. Questi erano ovviamente anziani (in latino, senex) e
così il consiglio in cui si riunivano prese da loro il nome di Senato. Il re comandava l'esercito (imperium) ed
era anche la suprema autorità religiosa. Inoltre amministrava la giustizia ed approvava le nuove leggi.
2
Dispense prof. Gentile Giorgio
I RE ROMANO-SABINI
La tradizione attribuisce a Romolo l'istituzione del Senato e il cosiddetto ratto delle Sabine. Dal momento
che la popolazione di Roma era quasi esclusivamente maschile, Romolo avrebbe approfittato di una festa
per organizzare il rapimento delle donne dei Sabini, un popolo che aveva frequenti rapporti con i Romani.
Ovviamente i Sabini presero le armi contro Roma, ma la guerra fu fermata dalle preghiere delle donne che
non volevano vedere i loro padri combattere contro i loro mariti. Romani e Sabini, così, si accordarono e
Romolo regnò sulla città insieme a Tito Tazio, il re sabino. Qual è il significato di questa leggenda? Forse
vuole ricordare che all'origine della storia di Roma vi fu una fusione tra Romani e Sabini. In ogni caso, il
primo successore di Romolo fu un sabino, Numa Pompilio. E dopo di lui vennero altri due re d'origine
romano-sabina: Tullo Ostilio e Anco Marzio. Come abbiamo già accennato, gli storici non sono neanche
sicuri che questi re siano realmente esistiti. Di loro sappiamo solo ciò che ci ha tramandato la tradizione e
cioè:
 Numa Pompilio fu un sovrano pacifico; si occupò in modo particolare dell'organizzazione della religione
e della riforma del calendario;
 Tullo Ostilio diede inizio all'espansione di Roma conquistando Alba Longa;
 Anco Marzio conquistò Ostia e promosse la costruzione del primo ponte sul Tevere, il ponte Sublicio: fu
costruito senza usare chiodi, fissando le assi di legno solo con delle corde.
I RE ETRUSCHI
Verso la fine del VII secolo a.C. una dinastia etrusca proveniente da Tarquinia si installò sul trono di Roma.
Ma non si trattò di una conquista militare. La crescita economica della città aveva portato artigiani,
mercanti ed aristocratici etruschi a Roma. L'immigrazione etrusca fu così consistente che addirittura nella
città nacque un vicus tuscus, un quartiere etrusco. Gli aristocratici etruschi probabilmente si imparentarono
con famiglie romane e i Tarquini riuscirono così ad assicurarsi il controllo del trono. La presenza degli
Etruschi a Roma è anche documentata dai ritrovamenti archeologici: questi dimostrano una crescita della
città impensabile senza le tecniche di costruzione etrusche. In poco più di un secolo Roma divenne una
grande città, con case in pietra e 30.000 abitanti. Anche la sua economia si rafforzò. La tradizione ricorda
tre re etruschi:
 Tarquinio Prisco: promosse la costruzione del tempio consacrato a Giove, Giunone e Minerva, la triade
capitolina (detta così perché il tempio sorgeva sul Campidoglio); realizzò un efficiente sistema di
fognature, la Cloaca Massima, che consentì di bonificare la zona pianeggiante ai piedi del Palatino, dove
poi si sarebbe sviluppato il Foro Boario, cioè il mercato del bestiame; in questo periodo Roma si dotò del
primo foro (l'equivalente dell'agorà greca) che divenne il centro della vita politica e commerciale;
 Servio Tullio: divise il popolo in cinque classi basate sul censo; durante il suo regno, Roma continuò ad
espandersi, tanto che il sovrano fu costretto ad allargare la cinta delle mura (mura serviane);
 Tarquinio il Superbo: è ricordato come un tiranno che inflisse crudeli sofferenze ai sudditi; per questo il
popolo si ribellò e lo cacciò dalla città: era il 509 a.C. l'anno in cui, secondo la tradizione, il popolo
romano abolì la monarchia e proclamò la repubblica.
3