Corbis SCREENING ONCOLOGICI In attesa di GIUDIZIO di Daniela Ovadia Un importante studio internazionale sembra smentire l’efficacia della TAC spirale nello screening del tumore polmonare. Ma non tutti sono d’accordo, e gli studi proseguono alla ricerca di un dato certo gni volta che i ricerca- re rapidamente, e che colpitori pensano di avere sce per lo più i fumatori e gli sotto mano un sistema ex fumatori, quindi un grupper aiutare le persone a ri- po facilmente circoscrivibile. schio a non ammalarsi di Eppure non riusciamo a vecancro o a diagnosticarlo in nirne a capo” spiega Peter B. fase iniziale, in modo da cu- Bach, epidemiologo del prerarlo completamente, devono stigioso istituto oncologico valutare con grande attenzio- newyorchese Memorial Sloan Kettering, che ne l’attendibilità dello strumento La TAC spirale ha appena pubsulla riviche intendono ‘vede’ il tessuto blicato sta medica usare. Ciò è part i c o l a r m e n t e tumorale con JAMA uno stuvero nel caso grande precisione dio che è stato una doccia freddegli screening oncologici, le misure diagno- da per coloro che speravano stiche che vengono proposte di aver trovato nella TAC a tutta la popolazione o a un spirale l’esame adatto. “Prima nutrito gruppo di individui di arrivare alla TAC spirale, i medici hanno valutato l’utilicon precise caratteristiche. “È quanto sta accadendo tà della radiografia del torace con lo screening per il cancro per identificare rapidamente al polmone. È una malattia eventuali tumori polmonari che sarebbe utile diagnostica- nei fumatori, ma non ha fun- O 24 Fondamentale giugno 2007 zionato. La radiografia, infatti, ‘vede’ le lesioni polmonari quando sono già troppo sviluppate. Allora si è pensato di abbinare alla radiografia l’esame dello sputo: la speranza era quella di riuscire a identificare eventuali cellule tumorali staccatesi dal tumore stesso. Anche in questo caso i risultati sono stati poco soddisfacenti, e la capacità dell’esame di aumentare le diagnosi precoci è stata limitata. È così che qualcuno ha avuto l’idea di usare la TAC, ma non quella normale, bensì la cosiddetta ‘spirale’, che consente di esaminare il tessuto polmonare con grande accuratezza. E i primi risultati sono stati esaltanti: la TAC spirale è davvero in grado di individuare le lesioni polmonari in fasi precocis- sime ma, secondo le nostre analisi, non riesce a modificare la mortalità per cancro al polmone. IMPATTO RIDOTTO SULLA MORTALITÀ In pratica la ricerca pubblicata da Bach e collaboratori (tra i quali vi è anche il gruppo di Ugo Pastorino, dell’Istituto nazionale tumori di Milano, che ha condotto lo studio con fondi AIRC) dimostra che con la TAC spirale si identificano molti più tumori in fase precoce (ben il 300 per cento in più) ma che ciò non allunga la vita del paziente. “Non è difficile spiegare questo fatto: immaginiamo che un uomo sottoposto a screening scopra di avere un tumore all’età di 50 anni. Si sottopone a tutte le cure del caso, ma comunque, data pubblicato l’anno scorso sul l’aggressività della malattia, New England Journal of Mesopravvive per dieci anni e dicine” spiega Claudia poi muore. Sarà quindi dece- Henschke, professore di raduto a 60 anni. Questa stessa diologia e chirurgia toracica persona, senza screening, presso il Weill Cornell Mediavrebbe scoperto il tumore a cal College, negli Stati Uniti. 55 anni, per via dei sintomi. “I nostri dati però sono diversi: se identifiE sarebbe morto chi il tumore cinque anni Bisognerà prima che dia dopo per la maattendere sintomi, indilattia (diventata ovviamente più prima di avere pendentemente rapidamente ag- risultati univoci dallo stadio di evoluzione della gressiva), quindi esattamente a 60 anni, ri- malattia, hai l’80 per cento sparmiandosi però cinque di probabilità di sopravvivere anni da malato. Il paradosso ai 10 anni di distanza, e il 92 è che lo screening aumenta la per cento di probabilità se lo sopravvivenza (perché questa scopri allo stadio I. È vero viene calcolata dal momento che il nostro studio ha preso in cui si scopre la malattia), in considerazione solo la soquindi l’uomo sottoposto a pravvivenza, ma bisogna screening sopravvive 10 anni anche considerare gli aspetti al cancro, mentre quello che clinici: sappiamo con certeznon fa gli esami sopravvive za che di tumore polmonare solo cinque anni. Ma tutti e si muore in gran parte dei due muoiono esattamente casi, e sappiamo anche che alla stessa età, perché pur- allo stadio I si può invece cutroppo il tumore polmonare rare. Ora dobbiamo proseha caratteristiche tali per cui, guire con gli studi per capire in alcune sue forme, dissemi- bene in quali casi lo screena cellule maligne nell’orga- ning può essere benefico”. Di parere analogo sono i nismo fin dalle prime fasi. Quindi lo screening, pur au- ricercatori dell’Istituto euromentando la sopravvivenza, peo di oncologia (IEO), guicalcolata dal momento della dati da Giulia Veronesi, che diagnosi, non influisce sulla stanno portando avanti, con finanziamenti AIRC, uno mortalità”. studio che combina la TAC spirale nei forti fumatori (chi OPINIONI ha fumato per almeno 30 CONTRASTANTI Lo studio di Bach, che ha anni) con un farmaco, la bupreso in considerazione di- desonide, in grado di far reverse sperimentazioni, tra cui gredire alcune delle lesioni quella milanese, è contestato precancerose identificate con da alcuni scienziati e non co- l’esame. Non si tratta di un stituisce certo una pietra vero e proprio screening a tombale sulla possibilità di tappeto, anche perché il farfare screening per i tumori maco viene proposto ai pazienti che hanno una forma polmonari. “Anche noi abbiamo fatto tumorale, chiamata adenouno studio simile che è stato carcinoma, meno aggressiva del temuto microcitoma, o tumore a piccole cellule, che dà metastasi in fase precocissima. “Se si abbina un farmaco allo screening si fa uno studio ancora diverso” spiega Bach “perché si inserisce un elemento attivo di prevenzione, che è appunto la sostanza somministrata. È importante però ricordare che diversi studi precedenti hanno già mostrato che almeno il 20 per cento delle lesioni individuate con la TAC spirale scompaiono con un trattamento antibiotico. Questo significa che l’esame è anche impreciso, perché dà tanti falsi positivi, che probabilmente sono lesioni di tipo infiammatorio o infettivo (per esempio per esiti di tubercolosi). La TAC spirale li considera tutti tumori, ma sarebbe opportuno fare sempre una terapia antibiotica prima di proseguire con esami più invasivi dando per scontata la natura tumorale della lesione”. COSA FARE NELLA PRATICA La questione sembra molto complicata e un comune cittadino può perdersi in questo dedalo di opinioni: cosa si può quindi consigliare oggi a un fumatore? “Certamente dobbiamo proseguire con le ricerche” spiega Bach. “Dobbiamo in particolare aspettare i risultati di alcuni grossi studi randomizzati controllati (cioè fatti confrontando il destino di chi si sottopone a screening con quello di chi invece non lo fa) per capire con certezza la relazione tra sopravvivenza e mortalità. Al mo- Corbis LA RICERCA CONTINUA mento attuale, però, non consiglierei a un fumatore di sottoporsi a TAC spirale al di fuori da sperimentazioni in atto presso gli ospedali oncologici: non vi sono ancora sufficienti prove in merito”. Anche in Italia gli studi continuano: oltre al progetto Cosmos portato avanti dall’IEO, che prevede anche l’utilizzo della bidesonide, vi sono gli studi controllati coordinati dall’Istituto tumori di Milano (che coinvolgono diversi centri in tutta Italia) e il progetto Dante portato avanti dall’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano). Quasi tutti questi studi sono finanziati anche da AIRC, nella speranza che si arrivi a una valutazione univoca su questa importante tecnica di prevenzione. Fondamentale giugno 2007 25