LA TAC A SPIRALE
La TAC spirale multistrato a basso dosaggio senza m.d.c. può evidenziare anche
noduli inferiori a 5 mm. Studi osservazionali condotti in Giappone negli anni ’80,
avvalorati più recentemente da quelli condotti in America, hanno confermato il
beneficio della TAC spirale nella diagnosi precoce del cancro del polmone in persone a
rischio per età e consumo di tabacco.
L’indagine radiologica utilizzata in passato in precedenti screening era la radiografia del
torace in 2 proiezioni che può non rilevare noduli fino anche a 2 cm, se situati in sedi
radiologicamente sfavorevoli.
Che cos’è la TAC spirale multistrato?
È un’apparecchiatura di nuova concezione che sta sostituendo la tomografia assiale
computerizzata (TAC) convenzionale, in quanto i tempi di scansione sono
drasticamente abbattuti, con notevole beneficio per il paziente, a vantaggio di un
numero maggiore di esami possibili e un utilizzo più controllato delle somministrazioni
di mezzi di contrasto (specie se con l’ausilio di iniettori automatici). Queste
caratteristiche permettono l’acquisizione di immagini del torace e dell’addome ad alta
definizione libere da artefatti o distorsioni con indiscutibile miglioramento della
sicurezza diagnostica. Rende inoltre possibile lo studio di formazioni di piccole
dimensioni, che prima potevano sfuggire con la tradizionale TAC.
Nella TAC convenzionale, per ogni scansione c’è la ricostruzione di una sola immagine
e si chiede al paziente un’assoluta immobilità, una sospensione del respiro, mentre il
tubo ruota e il lettino porta-paziente rimane fermo. Poi, si invita il paziente ad un respiro
libero, mentre il lettino porta-paziente si sposta di un certo angolo ed il tubo Rx ritorna
in posizione di partenza dopo aver ruotato per oltre 360°, il computer elabora i dati
acquisiti per restituirci un’immagine visibile sul monitor. Questa sequenza viene
ripetuta tante volte fino a coprire tutta la regione da esaminare.
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena – Via Elio Chianesi, 53 - 00144
Con la TAC spirale il tubo radiogeno che ruota intorno al paziente emette radiazioni
mentre il lettino con sopra il paziente si sposta. In questo modo si ha una acquisizione
volumetrica degli organi compresi nell’indagine durante un singolo periodo di apnea.
Ciò consente di non “saltare” nessuna parte anatomica e di ottenere al termine
dell’esame, mediante software dedicati, ricostruzioni di immagini fino ad 1 mm di
spessore con la possibilità di ricostruire immagini tridimensionali. L’Istituto Regina
Elena ha inoltre sperimentato di recente un prototipo dei nuovi sistemi di rilevamento
automatico di noduli polmonari che si stanno dimostrando un valido strumento di
supporto nello screening del polmone dove di routine bisogna analizzare al monitor
circa 350 immagini per ogni soggetto esaminato.
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