Corbis V I V E R E C O N L A M A L AT T I A La guarigione dopo la GUARIGIONE di Annalisa Miglioranzi È nato da alcuni anni un nuovo ramo dell’oncologia che si occupa dei bisogni di chi ha vinto il cancro razie ai progressi nella venti chirurgici che per elimidiagnosi precoce e nelle nare il tumore hanno dovuto cure, il cancro è diventa- portare via anche l’organo colto oggi una malattia curabile in pito – sia perché molte volte questi segni sono molti casi: in Italia ancora più indelebisono circa un milioAnche li nel profondo, e ne e mezzo i cosidin Italia restano problemi detti ‘survivors’ (ovvero chi ha supe- si fa ricerca psicologici che renrato la malattia), sui pazienti dono difficile tornare alla vita normale. secondo un censiguariti Negli Stati Uniti è mento del 2005, e si stima che nel 2010 saranno addirittura nata una specialità apposita per aiutare questi quasi due milioni. Chi ha combattuto e vinto pazienti, denominata ‘survila lotta contro il tumore tutta- vorship’ (sopravvivenza). via non può passare un colpo di spugna sul passato e fingere IMPARARE che non sia mai accaduto nulla, DA CHI SI SALVA sia perché spesso porta sul proE in Italia, come vanno le prio corpo le conseguenze delle cose? “Anche da noi si sta muocure cui si è dovuto sottoporre vendo qualcosa” spiega Pier per guarire – come gli effetti Giorgio Natali, direttore del collaterali della radioterapia o Laboratorio di patologia moledella chemioterapia, o di inter- colare dell’Istituto Regina G Elena di Roma. “La comunità oncologica si è resa conto dell’importanza che stanno assumendo le persone che hanno superato la malattia anche per comprendere quali caratteristiche individuali hanno consentito di risolvere felicemente la situazione. Facendo studi su chi ha superato la fase acuta del cancro – per esempio analisi di tipo genetico – si possono scoprire elementi fondamentali sia per lo sviluppo di terapie future sia per la scelta delle terapie oggi disponibili nei singoli casi”. Non solo: proprio in questo periodo è in fase di partenza un importante studio multidisciplinare su queste tematiche, finanziato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, cui partecipano la FAVO (Federazione delle asso- ciazioni di volontariato), gli istituti oncologici nazionali di Aviano, Milano, Bari e Napoli e l’Università La Sapienza di Roma. “L’obiettivo di questo progetto è comprendere meglio i problemi che le persone guarite dal cancro si trovano a dover affrontare, in modo da poter migliorare il sostegno che si può offrire loro. Per esempio, all’Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale di Napoli verrà coinvolta l’équipe di psiconcologia, che studierà in particolare i problemi legati alla vita sessuale dei pazienti sopravvissuti al cancro” spiega Francesco Perrone, direttore dell’Unità di sperimentazioni cliniche dell’istituto partenopeo. “Il progetto prevede comunque uno studio approfondito di molti altri aspetti, Fondamentale gennaio 2008 7 V I V E R E C O N L A M A L AT T I A Diventare padre dopo il tumore La crioconservazione del seme maschile è una tecnica che permette di conservare gli spermatozoi maschili nella banca del seme, per un tempo indefinito, congelandoli a bassissime temperature. Tale metodica permette quindi di preservare la possibilità di diventare padre ai pazienti in età fertile che devono sottoporsi a terapie per un tumore che possono renderli sterili, o che sono affetti da un tumore che colpisce i testicoli e ne richiede l’asportazione, o da altri tumori dell’apparato genitourinario (per esempio alla prostata), la cui asportazione chirurgica può a volte danneggiare la capacità riproduttiva. Una volta guariti dal tumore, questi pazienti potranno diventare padri grazie alle tecniche di fecondazione assistita. come le ripercussioni della malattia sui rapporti familiari, il peso che gli effetti collaterali delle cure hanno sulla vita di queste persone, i problemi psicologici, la qualità della vita in generale”. negative sulla vita sessuale anche nelle donne. Questi farmaci possono anche rendere più fragili le ossa nelle pazienti, rendendo più veloce il normale processo di indebolimento dell’osso che avviene con l’aumentare dell’età, specie dopo la menopausa”. I PROBLEMI Sono invece fortunatamenPIÙ COMUNI te sempre meno necessari – Ma quali sono i problemi grazie al progresso delle cure più comuni che affliggono i negli ultimi anni – interventi sopravvissuti a un tumore? chirurgici molto drastici che, “Sono molti, e possono renper eliminare il tumore, devodere difficile la vita di una perno distruggere anche parti estesona guarita dal cancro” spiega Perrone. “Per esempio, i farma- se di tessuto sano: l’esempio più noto è quello ci usati per la del tumore al chemioterapia Gli effetti seno, per il quale possono causare secondari in molti casi non sterilità, sia neldelle cure serve più asportal’uomo sia nella oncologiche re l’intera mamdonna, e questo può essere ovvia- sono numerosi mella, ma è sufficiente togliere mente causa di grande sofferenza nelle persone solo il quadrante colpito dal giovani che desiderano avere tumore. “In alcuni casi, tuttabambini. Le terapie ormonali, via, quando il tumore è troppo che sono un’arma molto esteso, ed è quindi necessario potente contro i tumori della un intervento più demolitivo, prostata e della mammella, per esempio alla vescica, all’inpossono provocare impotenza testino, o alla laringe, ne consenell’uomo e avere ripercussioni gue un profondo mutamento nuovi bisogni... LA RICERCA CONTINUA cosa ti lamenti? In fondo sei ancora viva!’ Io lo avrei strangolato!”. Per fortuna non tutti i medici sono così superficiali di fronte a una persona che ha vissuto un’esperienza difficile, soffrendo fisicamente e psicologicamente e spendendo un’enorme quantità di energie nella lotta contro la malattia, e che continua, anche dopo la guarigione, a essere afflitta da disturbi spesso invalidanti. Anche perché in realtà le cose da fare MEDICI per ridurre o prevenire questi PIÙ SENSIBILI La testimonianza di una sintomi non sono poche, sul paziente statunitense, riportata piano medico, psicologico e dal quotidiano New York Times, riabilitativo (vedi per esempio i la dice lunga su cosa prova chi è box in queste pagine). “Per affrontare al meglio i guarito dal cancro o convive possibili problemi conseguenti con la fase cronica della malattia, su quali sono i suoi bisogni alle terapie, il primo consiglio e su quale dovrebbe essere l’aiu- è parlarne con i medici già to che gli viene offerto: “Qual- nella fase attiva di cura del che tempo dopo aver vinto la cancro” suggerisce Perrone. “È lotta contro un tumore al seno, importante non solo per avere le idee chiare, ho iniziato a soffrire di forti mal Gli ex pazienti ma anche a volte di testa, stanchez- devono rivolgersi per scegliere fra tipi di za, e molti medici al loro centro diversi cure possibili in che ho interpellaoncologico base alle proprie to mi dicevano esigenze”. Per che probabilmente dipendeva dalla chemio e esempio, di fronte a una diadalla radioterapia, e dovevo abi- gnosi di tumore alla prostata, tuarmici. Poi, per fortuna, un alcuni pazienti possono essere oncologo ha capito che i miei restii a sottoporsi a un interdisturbi dipendevano da un vento chirurgico, nel timore difettoso funzionamento della che questo possa danneggiare tiroide, che poteva sì essere una alcune funzioni fisiche; altri, conseguenza delle terapie, ma invece, possono preferire queche era curabile. Tempo dopo sto approccio, temendo, invemi si è gonfiato il braccio dalla ce, che un trattamento a base parte del tumore operato, una di sola radioterapia possa essecondizione molto fastidiosa che re meno efficace. “Per chi oggi i medici chiamano linfedema, e è già guarito dal cancro, il che può comparire dopo l’a- consiglio è di rivolgersi ai censportazione dei linfonodi dell’a- tri di oncologia, che sempre scella, spesso eseguita quando si più spesso sono dotati di strutopera il tumore al seno. Il mio ture di supporto per gli ex medico, quando gliene ho par- pazienti” aggiunge Perrone. È molto importante che il lato, ha minimizzato la cosa: ‘Di dell’immagine corporea, con pesanti conseguenze – oltre che fisiche (per esempio incontinenza o perdita della parola) – anche psicologiche, sulla sessualità e sulle relazioni personali e sociali”. Ci sono poi una serie di problemi di tipo burocratico e legislativo, come il riconoscimento dell’invalidità, il reinserimento nel mondo del lavoro ed eventuali rimborsi assicurativi. L’incontinenza urinaria L’incontinenza urinaria è una delle possibili conseguenze delle terapie oncologiche, specie nel caso di tumori alle vie urinarie. L’équipe che ha curato il paziente e continua a seguirlo con periodici controlli può comunque suggerire varie possibilità per far fronte a questo spiacevole disturbo: per esempio, la rieducazione dei muscoli pelvici con appositi esercizi, ginnastica vescicale, somministrazione di farmaci appositi. paziente continui le periodiche visite di controllo presso questi centri, sia per fronteggiare i possibili effetti collaterali, sia per sorvegliare l’effettiva guarigione completa dal tumore e diagnosticare in tempo eventuali ricadute. “Molto prezioso è inoltre il supporto delle associazioni di volontariato per i malati di tumore, che svolgono un’azione efficace di informazione, consulenza e supporto, anche su temi in cui a volte noi medici non siamo particolarmente preparati, come quelli relativi ai diritti giuridici dei malati di cancro” sottolinea Perrone. È insomma indispensabile che la terapia e la ricerca sui tumori amplino il proprio orizzonte – e ciò sta in effetti accadendo in Italia come nel resto del mondo – a una prospettiva di cura a lungo termine, nell’ottica di una malattia che sta ormai diventando, in molti casi, cronica e curabile. Un problema al femminile Il linfedema, che si manifesta con gonfiore alla mano e al braccio, è una delle complicazioni più frequenti dopo un intervento di mastectomia, ma si può fare molto per prevenirlo. Ecco alcuni consigli: • Segnalare subito al medico sintomi sospetti: per esempio senso di tensione o di calore, dolore, difficoltà nel movimento; la somministrazione tempestiva delle cure adeguate può infatti migliorare la circolazione locale e impedire che la situazione peggiori, fino a uno stadio in cui diventa irreversibile. • Le cure che possono aiutare, indicate dal medico, consistono in farmaci (per combattere l’infiammazione e favorire la circolazione), terapie fisiche (per esempio linfodrenaggio o pressoterapia), contenzione elastica (mediante guanto elastico o manicotto). • Il movimento fa bene: già in ospedale vengono di solito insegnati appositi esercizi di ginnastica, da eseguire tutti i giorni anche a casa; indicato anche il nuoto. • È inoltre utile: non portare anelli o braccialetti all’arto colpito; non usare reggiseni troppo stretti o abiti con maniche strette; evitare di sottoporre il braccio a lavori pesanti o a fonti di calore (per esempio stirare a lungo, alzare borse della spesa, sottoporsi a fanghi o sabbiature); fare attenzione ai traumi (piccole ferite) e alla manicure: disinfettarsi molto bene in caso di ferite, poiché è più alto il rischio di infezione; in caso di lavori per cui il braccio deve stare per molto tempo piegato (per esempio scrivere a lungo), fare degli intervalli.